Dove eravamo rimasti?
Lo chaffeur
Shantal entrò nella nell’edificio che una volta era stata la sua casa. Lo ricordava diverso, era più grande, luminoso, piena di gente allegra. Adesso invece, sembrava tetro e stanco, come una vecchia signora.
Nella biblioteca, al pian terreno, c’erano molti giovani seduti ai tavoli; alcuni stavano usando il portatile e scrivevano senza neppure alzare la testa. Le venne in mente una sera di tanti anni prima, subito dopo la guerra, quando, con la sua famiglia, stava per partire per Amburgo.
Avevano già preparato i bagagli e il furgone li attendeva in fondo alla scalinata. Prima di andare, era entrata in biblioteca e si era messa a toccare ogni cosa. Scorreva il dito sul dorso dei libri, sui mobili di noce, sugli specchi, sulle cornici. Era il suo modo di salutare un posto dove era stata felice e che forse non avrebbe rivisto mai più.
Lo chaffeur la raggiunse, era lui che li avrebbe accompagnati fino alla stazione.
– Dobbiamo andare, signora – disse.
Lei si voltò, gli occhi verdi si incatenarono a quelli di lui. Si appoggiò al bordo della scrivania senza smettere di fissarlo. Allora lui la raggiunse e le ripeté, stavolta più dolcemente che dovevano proprio andare.
– Andare, venire… – disse lei ridendo. Poi si fece seria. – Te lo ricordi il bacio che ci siamo scambiati qui quando ero fidanzata?
Lui aprì le labbra per replicare, ma non sapeva cosa dire.
– Baciami adesso – disse lei. – Baciami per tutte le volte che non potrai più farlo. Baciami e basta, senza pensare al resto, dammi la tua lingua come io ti do la mia.
Allora lui si gettò su Shantal, i guanti bianchi sulla pelle d’ebano, le labbra allacciate alle sue. Fu lei a far scivolare le spalline del vestito, voleva che lui la vedesse nuda.
Continuarono a baciarsi, baci sempre più lascivi, un dito guantato entrò dentro di lei e cominciò a scoparla piano. Non ci fu tempo per altro, lei doveva partire e lui trovarsi un altro lavoro.
Lui tenne il guanto per ricordo di una passione mai sopita.
Il personaggio del prossimo racconto è...
- Asessuato (20%)
- LGBT (lesbica,gay, bisessuale o transessuale) (50%)
- Eterosessuale (30%)

16/11/2015 at 18:58
voglio osare….seconda opzione…a te la scelta tra i quattro!!!
p.s. bello il particolare del guanto a fine capitolo… 😉
16/11/2015 at 09:25
molto carino ma in questi mini racconti ci vorrebbe un pizzico di contesto, di preparazione della storia e dei personaggi
voto etero, ma catturata/o suo malgrado in situazione più complessa
traduzione: vorrei avere la possibilità di valutare la tua scrittura
ti aspetto
P.S. anche io vado avanti a fatica a dover tirare per le lunghe, ma un po’ di contorno e preliminari occorrono
15/11/2015 at 14:15
Dato che la trama principale riguarda il sesso, non vedo attinenza con la scelta “asessuato”; i protagonisti delle storie precedenti erano etero, quindi non resta che l’opzione “LGBT”.
Ciao.
14/11/2015 at 21:06
Anna, si tratta di storie singole, non c’è un filo conduttore. Grazie a tutti per i voti espressi fino ad ora 🙂
14/11/2015 at 20:58
Sono tradizionalista e dico eterosessuale, al prossimo.
01/11/2015 at 17:19
Non ho ancora ben capito se si tratta di singole storie o se c’è un filo conduttore che le accomuna, pertanto voto “mare” e seguo.
31/10/2015 at 09:53
Wow XD
“Altro che paste” mi ha fatto ridere, voto per il mare 🙂
30/10/2015 at 17:43
In una villa ci dev’essere per forza una biblioteca. E in mezzo a i libri….;)
seguo.
30/10/2015 at 12:51
Molto divertente la scenetta.
Adesso facciamo biblioteca…
un suggerimento: quando non sei sicuro/a della grammatica e sintassi, usa di più i dialoghi in dialetto, perché nei dialoghi si ha licenza!
Una correzione nella scrittura la puoi fare subito: non scrivere “s’era presa il vizio” ma “aveva preso il vizio”
buon proseguimento
gf
28/10/2015 at 22:18
Spostiamoci in un luogo dove non ci si aspetterebbe di vedere delle persone darci dentro.
Con le virgole stai migliorando.
28/10/2015 at 17:16
L’incipit è interessate, la storia si potrebbe evolvere in una miriade di possibilità. Poco è stato detto, abbastanza per destare l’attenzione.
Voto il cibo, che in un certo qual modo ha la sua sensualità.
Attendo il prossimo capitolo.
PS: ci vorrebbe qualche virgola in più
20/10/2015 at 15:37
Mi piace la tua scrittura e ti seguirò. scelgo cibo
Hai preso in parola il sito… hai scritto un incipit di tutto rispetto, ma è solo un incipit.
In effetti è una buona scelta la sintesi, molti di noi usano troppi caratteri per quel poco che hanno da raccontare.
comunque mi auguro e spero che non lascerai tutto sottinteso anche nei prossimi capitoli
ciao
gf
19/10/2015 at 17:48
Ma le virgole non esistono più? Ne ho vista una sola…
Scelgo “mestiere”.
19/10/2015 at 11:39
“Mercanzia” e “quelle cose” astratto. “La vetrina… Dense” qui prima racconti poi mostri. “Vide il camice…bancone” qui non si capisce che lavoro sta facendo Marco. “Lupo nero… Zanne” qui sembra che la schiena ha le zanne. Meglio : “Riconobbe il tatuaggio sulla schiena di Marco: un lupo zeno che mostrava le zanne”. Comunque anche quel riconobbe è raccontato e comunque fuori luogo. Qui volevi semplicemente dire che Marco aveva il tatuaggio, non che Stefania lo riconobbe. Anche perché ha già riconosciuto Marco. La descrizione è isolata e statica. Potevi fonderla con la frase successiva, ottenendo una descrizione dinamica. Tipo: “mentre era a terra ad aggiustare le scarpe [o qualsiasi lavoro stesse facendo], il camice bianco lasciava intravedere il tatuaggio sulla spalla destra. Quando scopavano, sembrava che fosse quel lupo con le zanne da fuori a scoparla”. Può essere migliorata molto, ma è già più dinamica e concentrata. Con pochi caratteri hai detto che: Marco stava lavorando a terra, aveva il camice bianco, aveva il tatuaggio, la montava con foga.
Ho scelto: “Cibo”. Lessi che le persone trovano più interessanti le altre persone mentre mangiano, per via degli ormoni del piacere rilasciati durante il pasto.