Sette punte

Dove eravamo rimasti?

Vediamo come movimentare ancora di più questa storia... cosa contiene l'involto rubato all'antiquario? Un vecchio libro dalle pagine scolorite (50%)

Sedie di vimini e cocktail sulla spiaggia

– Non capisco.

La visita all’antiquario l’avevamo fatta. Ci aveva trattato in malomodo e buttato fuori ancora peggio perché, a suo dire, sembravamo dei brutti ceffi e ne aveva avuto abbastanza per la settimana. In effetti, il negozio non era neppure aperto: eravamo sgattaiolati dentro alle spalle di un tizio, questo davvero poco raccomandabile, che aveva tirato su la saracinesca scalcinata di prima mattina.

Volevamo fare un salto di persona, non che fossimo a corto di informazioni. Bapthiste ci aveva adeguatamente ricapitolato gli eventi: occidentale spunta nella zona poco gradevole di Fortaleza, si dirige direttamente all’Antigüedad, noto esercizio commerciale di copertura per la criminalità organizzata e se ne esce a mani vuote. Fa perdere le proprie tracce per un paio di giorni e poi appare nuovamente per acquistare due statue in quello stesso negozio, quando una torma di ragazzini perdigiorno irrompe e fa un macello. Poi, più niente.

Nel frattempo, sembra che il proprietario dell’Antigüedad stia facendo il diavolo a quattro per ritrovare i ragazzini che gli hanno quasi sfasciato il negozio ma è un buco nell’acqua. In sordina, si dice che abbia perso qualcosa a cui era piuttosto affezionato ma di cui non era entrato in possesso in modo molto chiaro.

Ed eccoci qui, a provare il famoso Leite de Onca (per VJ una spremuta) in uno dei bar sulla spiaggia, meditando sugli accadimenti.

Che acchiappare Meg non sarebbe stato facile lo avevo capito anche da solo, non era servita la sfuriata che il nostro Capo ci aveva fatto prima partire. Meno che meno mi era servito discutere con Tom su quale approccio tentare: lui rimaneva convinto della necessità di un colpo solo, rapido e silenzioso. Tattica che sarebbe servita se lei se ne fosse stata ferma e buona come tutte le persone normali, ma, eh…

No, continuo a pensare che ci manchi un tassello. Non è una questione di scomparire dalla faccia della terra, è questione di scomparire, riapparire e poi scomparire di nuovo.

– Perché è andata lì per due statue orrende?

È Henry, questo. Non si dà pace: ha preso questa missione come una vacanza. Qualche giorno in Brasile, sole, spiagge, teenager scapestrata da riportare a casa, via, finita.

– Forse contenevano qualcosa.

– Sì, ma come sapeva cosa contenevano? E perché si è andata ad incasinare con gli Amigos de Amigos? Mi sono informato, questi non scherzano. Erano vecchi tempi quelli in cui tagliavano le gole. E poi, i ragazzini che invadono il negozio… L’ha preso lei quello che cerca Heitor.

– Questo è poco ma sicuro.

– Sì, ma cos’è? Se scopriamo cos’è forse capiamo.

Stanco di rispondere alle domande a raffica di Henry, James si era semplicemente allungato sulla sedia di paglia dove aveva poggiato il suo non indifferente deretano. Tom fissava l’orizzonte da una decina di minuti, cocktail finito da tempo poggiato al suo fianco, assorto in chissà quali pensieri.

Il mare, verde smeraldo e poco mosso, si stendeva a perdita d’occhio davanti ai nostri piedi ed ancora, sembrava mancasse qualcosa.

– Non è detto che se capiamo cosa ha preso capiamo dov’è.

VJ ci stava guardando con il suo sguardo. Quello che vuol dire “ok, ora fate quello che dico io perché vi assicuro che funziona”. Quello che fa accapponare la pelle perché stiamo sempre parlando di un ragazzino troppo dotato che gioca con la nitroglicerina in camera e si annoia sui libri di astrofisica perché sono banali.

– Se vuoi nascondere qualcosa lo metti in bella vista. Quando siamo entrati da Antigüedad, ogni cosa era stata spostata, come se stessero controllando ovunque alla ricerca di qualcosa. L’unico posto non in disordine era dietro la cassa, segno sul coprimensola di qualcosa rimasto per tanto tempo riposto sempre allo stesso posto e poi spostato.

Lo ascoltavamo in silenzio.  

– Misure indicative 8.3 centimetri di larghezza, 5 di spessore e 26 di altezza.

– Una scatola.

Tom non aveva mosso gli occhi dall’orizzonte. Sospetto che sapesse della scatola da quando abbiamo messo piede in quel negozio. VJ invece aveva annuito vigorosamente.

– E tu prendi una scatola… perché? Per il contenuto o per il contenitore? Che poi… siamo sicuri che tu non lo voglia fare solo per l’azione in sé?

Ci eravamo voltati tutti a guardarlo e lui aveva sorriso, dondolando le gambe e aggiungendo con voce sognante:

– Tutta Fortaleza parla del furto all’Antigüedad.

*

Un libro, anzi, il libro. Riposa ancora nell’involto di carta con cui me lo hanno consegnato, al sicuro sul sedile del passeggero. Ho noleggiato una vecchia Volvo per raggiungere Rio de Janeiro: ho sempre adorato guidare con il buio, si possono sentire i rumori della notte.

È anche il momento migliore per pensare.

Pensare a come superare i controlli della Biblioteca Nacional, confrontare la mappa che ho trovato con alcune vecchie cartine dell’entroterra e partire alla ricerca del diamante a sette punte che, secondo la comunità scientifica internazionale, non dovrebbe esistere. 

Ora che avete gli elementi in mano come volete continuare?

  • Chissenefrega! Tanto lo sappiamo tutti che Meg penetra nella biblioteca e trova quel che cerca. Ora infognamoci nella jungla, per favore! (17%)
    17
  • Meg non trova quello che stava cercando ma casualmente viene a conoscenza di qualcuno che potrebbe avere informazioni molto utili (67%)
    67
  • I ragazzi vengono a sapere da una loro fonte che Meg è a Rio e si precipitano alla biblioteca, impedendole di uscire (17%)
    17
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26 Commenti

  • Megan è proprio una tipa tosta! 😀 Considerando che la sua furbizia è una qualità assodata.

    Ho votato per un vecchio libro, il fascino delle pagine scolorite è innegabile.

    Sto apprezzando molto anche la descrizione del luogo, che va oltre la mera descrizione dei paesaggi, sfociando in una dimensione ambientale e culturale (mi regali l’idea del caos, del dubbio di avere di fronte gente armata, e di una strana allegria che aleggia per la città).
    Al prossimo episodio!

    • “Sei in Brasile, baby!” 😉
      Sono contentissima che tu riesca a leggere tra le righe tutto questo, significa che ho finalmente capito come far funzionare le parole combinandole tra loro ed è un grande complimento… mi sento onorata!
      Al prossimo, spero di non deludere le aspettative

  • Bentrovata Giulia. Si cambia genere dunque? Mi piace l’idea di calare Meg in un contesto diverso da quello metropolitano. Bella anche l’idea di presentare subito ‘la squadra’, molto eterogenea (ma saranno abbastanza.in gamba?). Meg mi sembra li abbia già messi seriamente in difficoltà con la trovata dei biglietti aerei. Ho votato per le Hawaii un po’ perché mi piace la location da paradiso perduto e un po’ perché mi è saltato all’occhio il riferimento al Margarita (a proposito onorato di averti ispirato, il Bloody Mary ci stava proprio bene)… E sempre a proposito di cocktail, il margarita è un cocktail messicano (benché sono sicuro che venga servito anche nei peggior bar di Honolulu). Esistono anche cocktail hawaiani, naturalmente, solo che il più famoso di essi è analcolico, adatto magari giusto a VJ…

    • Sì, cambio di genere, si spera con risultato positivo!
      Non so se saranno abbastanza in gamba, dipenderà tutto da come si evolve la storia… Ma ovviamente, tifiamo tutti per Meg (io compresa 😉 )
      Se ci fai caso, le citazioni ai vostri commenti sono molteplici: il cocktail, il mare, l’inizio della storia al tavolino di un bar, Firenzi lì attorno… mettere insieme tutto è stata la parte più divertente!

      E il Margarita era uno stratagemma… lode a te e a Danio che avete notato immediatamente il calzino spaiato! (e anche questa è una citazione, vediamo chi la coglierà!)
      Alla prossima, collega

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