Dove eravamo rimasti?
La Lisiel e Washington
Decidemmo infine di uscire dallo studio. Avevamo scoperto, scartabellando vecchi tomi e pergamene sfuse, di una leggenda riguardante una strana creatura marina, un Leviatano senza nome, che in passato attaccò una barca distruggendola completamente, uccidendo l’equipaggio. La testimonianza del pescatore Markus ci aveva fatto accapponare la pelle, infatti la sua descrizione del mostro era del tutto simile a quella fatta da Poe, dopo il mio salvataggio.
Parlammo camminando sui pontili di Porto Nebbia, in direzione del porto.
« Potrebbe essere successo qualcosa mentre noi eravamo chiusi nel tuo ambulatorio, » dissi calciando una conchiglia e facendola finire nelle acque rosa. Era il tramonto ed una strana luce veniva proiettata dal sole rosso all’orizzonte, uno spettacolo unico, a cui noi eravamo, però, tristemente abituati. In effetti c’era una strana sensazione nell’aria che mi metteva un’insolita ansia, era come se i colori e i sapori portati dal vento fossero diversi, era un crepuscolo dove stavano cambiando delle cose, potevo sentirlo molto bene.
« Sono d’accordo, ma non aspettarti di trovare il mostro appeso ad una picca con intorno un gruppo di pescatori ubriachi e felici, » rispose Poe.
Rimasi in silenzio e continuai a camminare.
Improvvisamente mi venne in mente Jona. Il pensiero di quel vecchio con l’occhio vitreo , biancastro, mi fece gelare il sangue nelle vene. Ricordai perfettamente le sue parole riguardanti il Terrore, e ricordati altrettanto bene quando mi disse di non cercarlo per nessuna ragione. Non l’avevo di certo ascoltato. Mi era sembrato solo un vecchiaccio intento a farmi paura.
« Conosci un certo Jona, Poe? »
« Jona? » sussurrò Poe passandosi una mano sui baffi. « Mai sentito nominare, chi è? »
« Non ne ho idea, un vecchio che mi ha detto di non cercare il mostro per nessuna ragione, sembrava delirare e probabilmente era ubriaco. »
« Ce ne sono tanti, qui a Porto Nebbia, » concluse Poe.
Raggiungemmo il porto e senza neanche rendercene conto una donna ci corse incontro strillando parole riguardanti una partenza e suo marito.
« Aiutatemi vi prego! Dottor Poe, deve fare qualcosa per mio marito! »
« Signora Plummer, si calmi e mi dica i sintomi, » disse Poe cercando di calmare la signora agitata, mentre io mi distaccavo lentamente e rimanevo a guardare.
« Ma cosa dice! Non si tratta di una malattia! » disse questo e scoppiò a piangere sulla spalla di Poe.
« Si calmi, per dio! »
Dopo le imprecazioni di Poe, la Signora Plummer si calmò e iniziò a spiegare il motivo della sua agitazione. Io ascoltavo in silenzio.
« Mio marito lo conosce vero? Martin Plummer, esatto. Vive facendo il pescatore di grandi pesci, ed è partito! Partito vi dico, è scappato per mare alla ricerca di quel mostro di cui tutti parlano. Da solo, è andato da solo! » la signora prese fiato per qualche secondo e poi continuò. « Dottore una barca sta già partendo alla sua ricerca e voglio che lei salga a bordo! Dopotutto lei è un medico e siete utilissimo! »
Poe mi guardò e io capii subito cosa voleva dire. Sarei salito pure io a bordo e insieme saremo andati per mare alla ricerca di Martin Plummer. E a Dio piacendo, avremo ucciso la creatura o saremo morti noi, provandoci.
Spiegammo il tutto alla signora e ci imbarcammo sulla Lisiel. Questo era il nome di quel guscio di legno pronto a sfidare il mare.
Salimmo a bordo e facemmo conoscenza dell’equipaggio. Venimmo accolti dal Capitano Washington, un lupo di mare con molti anni alle spalle. Indossava un tricorno blu scuro e una giacca del medesimo colore. Era un individuò particolarmente legato alle tradizioni navali e piuttosto severo. Non parlava neanche molto, ma era comunque assai rispettato da tutti.
« Questi sono il signor Elliot e il Dottor Poe, saranno nostri ospiti e condurranno delle ricerche sulla creatura, e ovviamente ci aiuteranno a trovarla e ad ucciderla. » disse Washington alla ciurma.
Il mio parere sull’equipaggio non era dei migliori, mi sembravano tutti dei mascalzoni appena usciti dalla galera, e probabilmente lo erano, per fortuna Poe mi rassicurò e mi disse di non preoccuparmi, quei poveri diavoli volevano morto il Terrore esattamente come lo volevamo noi.
E così partimmo per mare, uscimmo dal porto e ci inoltrammo nelle acque buie. Non sapevamo minimamente a cosa andavamo incontro, ma il bisogno di porre fine a quelle atrocità era forte.
Io e Poe salimmo sul ponte e ci mettemmo a guardare il sole tramontare, cullati dall’antico muoversi dell’acqua e di tutto quello che c’era sotto.
Elliot e Poe sono finalmente in mare. Cosa succederà nel prossimo episodio?
- Poe compie una scoperta riguardo il Terrore di Porto Nebbia. (20%)
- La Lisiel viene attaccata da una creatura marina. (20%)
- L'equipaggio trova un isolotto non segnato sulle cartine e la barca di Martin Plummer. (60%)

05/02/2016 at 21:02
Quella dell’isolotto è la scelta più interessante, soprattutto se non è segnata sulla cartina.
Alla prossima.
05/02/2016 at 21:02
Quella dell’isolotto è la scelta più interessante, soprattutto se non è segnata sulla cartina.
Alla prossima.
31/01/2016 at 06:15
Dico che trovano isolotto e barca del pescatore.
Manca poco oramai, e i nodi devono venire al pettine 😉
30/01/2016 at 21:27
Ormai siamo alla fine: scoprire tutto (o quasi) ciò che c’è da sapere sul Terrore è d’obbligo.
15/01/2016 at 19:07
La barca di un noto pescatore si è lanciata alla caccia del mosto…
Perche “noto”? Immagino abbia il suo perché o no?
Alla prossima.
14/01/2016 at 19:00
“Alcune vecchie civiltà”
No, questo non lo accetto!
Vecchie civiltà? VECCHIE civiltà? E che è, sono scomparse negli anni ’50?
Se ti riferivi a civiltà tipo l’Egitto dei faraoni (e sicuramente è così), che sono scomparse da millenni, allora dovevi dire “antiche”, non “vecchie”.
Per il titolo del libro, secondo me, avresti potuto rendere solo qualche lettera leggibile ed intitolare l’opera “N _ _ _ on _ _ _ _ o _”
15/01/2016 at 02:29
Ciao e grazie per il commento.
Ma guarda, per come la vedo io le “civiltà” non nascono e scompaiono nell’arco di una cinquantina anni, bensì molti di più. Affermando quindi “alcune vecchie civiltà” per forza si intende vecchie ma veramente vecchie civiltà! Poi nel racconto non è presente alcun riferimento col mondo reale, sia per quanto riguarda le località che per il tempo.
15/01/2016 at 10:06
Come epoca, almeno a me, hai dato l’idea che il racconto sia ambientato a fine XIX secolo o inizio XX.
Potresti averlo ambientato ai giorni nostri, ma oggigiorno difficilmente le persone fanno ricerche esclusivamente sui libri anziché su internet. Se non è presente accesso ad internet, avresti dovuto
15/01/2016 at 10:11
Sono dal telefono ed il commento è partito per sbaglio.
Dicevo: se non è disponibile un accesso ad internet, avresti dovuto dirlo in qualche modo.
Per me, “vecchio” può essere utilizzato per molte cose, ma non per delle civiltà tipo gli antichi egizi (e se si utilizza l’aggettivo “antichi” un motivo ci sarà, no?).
Per esempio per me “vecchio” può essere utilizzato per oggetti di qualche anno fa, al massimo di un secolo (o due) fa.
14/01/2016 at 18:49
Dico che, in questi casi, gli uomini si uniscono e cercano di debellare il male.
Per cui, i pescatori si sono uniti per andare alla ricerca di questo mostro.
ciao.
15/01/2016 at 02:25
Ciao! Grazie per il commento, vedremo nella prossima puntata cosa succederà!
04/01/2016 at 07:42
Bisogna sapere qualcosa in più sul “Terrore di Porto Nebbia” prima di creare un’esca, quindi propendo per un approfondimento sui tomi… anche se penso che un controllo crociato tra indagini mediche e informazioni sui pesci da parte dei pescatori sarebbe più proficuo 🙂
Ciao.
03/01/2016 at 20:21
Wow! Niente cervello, con il cranio intatto? Questo sì che è interessante!
Comunque, alla fine non sanno ancora come combattere il mostro, quindi attirare il “mostro” sarebbe solo pericoloso. E poi, chiedere informazioni sui pesci pericolosi… no.
Io voto per cercare informazioni nei vecchi tomi!
03/01/2016 at 06:05
Direi che a questo punto un’esca ci starebbe proprio bene.
Al prossimo, ciao 😉