Dove eravamo rimasti?
Il sogno
Tutte quelle emozioni. Tutto quel caos che gli rimbalza dentro come un mare in tempesta. Il ricordo. Il dolore del morso. L’ululato. Tutto questo è troppo per un uomo solo ed Alexander crolla a terra come un sacco di patate sollevando una nuvoletta di polvere scura che va ad insozzargli maggiormente i pantaloni che indossa. Crolla ai piedi di un uomo che solo pochi attimi prima gli ha detto di essere suo padre. E, nel buio, qualcosa viene finalmente a galla.
E’ notte. Una notte illuminata da una luna gonfia e piena. Una luna gravida che troneggia su di lui come una regina impietosa e crudele. E’ schiavo di quella luna mentre avanza lungo la selva, oltrepassando a zampe veloci cumuli di rami rinsecchiti e foglie sparse come fosse un prato sempreverde. La vegetazione si apre attorno a lui che avanza in quel dedalo di labirinti di cui conosce forma e colore. Dimensione persino. Riesce a vedere perfettamente nel buio. A sentire ogni più piccolo rumore anche a chilometri di distanza. E’ come se il mondo, improvvisamente, fosse diventato più piccolo e più facile da raggiungere. In lontananza, un gufo plana su un piccolo roditore. Sopra la sua testa, un miasma di rami e foglie intrecciate. L’ebbrezza di essere Natura. La consapevolezza improvvisa di far parte di quel mondo da tutta una vita. I passi l’hanno portato nei pressi di una pozza d’acqua. Un rigagnolo scuro che lo invita a specchiarsi. A rimirarsi nel suo meraviglioso splendore. E’ li che Alexander si riscopre lupo. E’ imponente e massiccio. Un grosso lupo dal pelo color fuliggine con qualche chiazza più scura e lucida sul dorso e sulle zampe posteriori. Le orecchie si piegano all’indietro per riparare l’udito ultra sensibile dal pigro sibilo del vento. Snuda le zanne il lupo cercando gli occhi gialli pieni e brillanti. Un ringhio basso scivola fuori dalle fauci mentre la zampa destra si muove appena in avanti per sfiorare il riflesso. La coda spazzola l’aria con un colpo solo per poi rimanere ferma ed immobile, molto più folta rispetto al resto del corpo. Poi qualcuno, nell’oscurità, ulula costringendo il lupo a sollevare il muso verso il cielo scuro. E’ un richiamo a cui non può resistere. E’ istintivo. E’ ancestrale. E’ natura ed è per questo che, inconsapevolmente, si mette ad ululare verso la luna.
Alexander si risveglia sudato e tremante. Improvvisamente infreddolito. E’ ancora steso a terra. Rannicchiato come un cucciolo spaventato eppure c’è qualcosa di diverso in lui. E’ la consapevolezza. L’aver preso coscienza di un qualcosa che – adesso – non è più solo frutto della sua fantasia. Alexander sa di essere un lupo anche se non ha ancora avuto modo di conoscerne, davvero, le reali potenzialità.
Nel buio della grotta qualcuno si muove. Laurence è ancora li, a pochi passi da lui che lo guarda con la testa reclinata di lato e l’espressione seria. Tiene le mani intrecciate tra di loro ma Alexander dubita che sia una sorta di preghiera. Uomini come lui hanno una sola madre da cui tornare quando viene sera.
“Ti senti bene?”
Alexander si schiarisce la voce. Tossisce e torna a guardare l’uomo con attenzione sentendolo, ora, molto più vicino. Improvvisamente sembrano legati da un solo filo comune. Una sorta di cordone ombelicale indissolubile e la cosa lo fa rabbrividire.
Non ha mai sentito il bisogno di legarsi a nessuno, Alexander. Ha sempre fatto tutto da solo. Le cadute. Le brusche frenate. Le ritirate. Le corse durante la notte. Medicina. Lui è quello che se n’è andato per primo senza voltarsi indietro per tornare quando ormai non c’era più niente da raccogliere o da portare via. E’ l’uomo dei “non posso” perché, tutto sommato, non ha mai avuto le palle per dire “non voglio”.
“Mi gira la testa”
Mentire gli riesce male e Laurence se n’accorge subito al punto tale da sollevarsi e muoversi verso l’uscita della grotta.
“E’ ora di fare due passi fuori di qui cucciolo”
Perché non c’è altro modo per definire ciò in cui si è appena trasformato Alexander. Non parla ma si muove, per forza di cose, verso l’uscita. Ha l’aspetto trasandato e barcollante. L’animo impaurito mentre avanza, schiena incurvata in avanti e mano destra a stropicciare un viso stanco coperto da una buona quantità di barba. Fuori si rende conto dell’ora tarda. E’ di nuovo notte. Quanto tempo sarà passato da quando è stato morso? Qualcuno lo starà cercando? Cosa succederà adesso?
Troppe le domande a cui non sa dare una risposta. Quello che è certo è che adesso, nel buio, riesce a vedere perfettamente. Non ha bisogno di sapere dove sono gli ostacoli perché li percepisce ancora prima di avvicinarcisi. Non ha bisogno di toccare ciò che ha attorno perché il loro odore gli arriva addosso come una sferzata gelida.
“Dobbiamo parlare”
Laurence lo dice quasi come fosse una sentenza e lui annuisce stancamente troppo rintronato per riuscire davvero a mettere in fila un pensiero logico.
Fuori dalla grotta
- Laurence gli spiega come richiamare a sè la bestia che porta dentro (50%)
- Alexander conosce i membri del suo branco (0%)
- Laurence gli spiega per quale motivo l'ha trasformato (50%)

15/01/2016 at 01:36
Ero indeciso tra coniglio e lupo. Votando a caso, ho votato Lupo
Ciao 🙂
15/01/2016 at 13:02
I voti a caso sono sempre i migliori hahahahahah
08/01/2016 at 12:58
Mi piace molto la narrazione e lo stile che hai. Cerca solo di non cadere nell’errore di usare le parolacce quando il ritmo della storia rallenta: attirano l’attenzione, ma sono una caduta.
Per il resto , non vedo l’ora di leggere come continua!
07/01/2016 at 23:57
Quinto capitolo di dieci: direi che possiamo dire il motivo per cui Alexander sia stato trasformato 😉
Ma anche la spiegazione di come “richiamare la Bestia” è affascinante. Il branco lo farei incontrare nel capitolo 6 😉
Ciao 🙂
PS: ancora complimenti.
07/01/2016 at 13:47
È molto bello che tu abbia deciso di pubblicare i tuoi racconti: è sempre meglio non nascondere le proprie passioni, anche perché così facendo nessuno potrà mai vedere quanto profondamente ci si è legati. E qui, credimi, si vede.
Ho votato per la trasformazione. Continua così.
07/01/2016 at 19:53
Ti ringrazio davvero molto. Riuscire a raccontare qualcosa a qualcuno è sempre molto difficile soprattutto per la mole di idee che passano per la testa.
Per ora niente trasformazione. Ho raccolto i due commenti sotto per i suggerimenti e ne ho fatto un mix aggiungendoci qualche piccolo particolare in più. 😉
06/01/2016 at 13:54
Grazie ancora a tutti.
Non pensavo che mi sarei potuta divertire così tanto nello scrivere un qualcosa.
05/01/2016 at 00:37
Si trasforma… ma non se ne accorge 😉
Questo capitolo l’hai scritto benissimo!
Ciao 🙂
04/01/2016 at 18:52
Suggerimento: sviene, per poi risvegliarsi (se momentaneamente o meno spetta a te) con i sensi più sviluppati.
04/01/2016 at 01:24
Si trasforma in lupo! Voglio vedere la trasformazione.
C’è qualche refuso qua e là.
Ciao 🙂
26/12/2015 at 14:43
Per il recupero totale della memoria è troppo presto. Detto ciò, si vada per il ricordo di ciò che è successo la sera prima.
25/12/2015 at 11:24
Grazie di cuore a tutti..
Spero di non deludere le aspettative.
Intanto auguro a tutti un buon Natale ed alla prossima puntata
24/12/2015 at 06:27
Ciao! Bell’inizio, molto sincopato direi. Mi piace il tuo stile frammentario e diretto, molto bello. Già dal primo capitolo nascono le prime domande (che tra l’altro hai riportato in fondo), io me la prendo comoda, vorrei sapere di più sulla grotta oscura e sul mondo in cui è ambientata questa storia, alla prossima, seguo!
24/12/2015 at 04:52
Mi piace il tuo stile. E’… scattante. Sì, scattante proprio come quello di un lupo 😉
Ho votato per: chi è l’uomo che è appena arrivato?
Vediamo come continui!
23/12/2015 at 22:00
Devo dirtelo: hai fegato a voler scrivere un racconto al presente (tenendo conto che anche io ne scriverò uno così…)
A mio parere, la descrizione della confusione del protagonista è ben riuscita.
Come mai, nelle opzioni, hai messo delle domande?
23/12/2015 at 22:40
In verità io scrivo quasi tutto così. Mi viene più naturale. Lo trovo molto più semplice. Però magari è solo l’abitudine.
Per le domande, ti dico che quando scrivo vado molto a briglia sciolta e lascio al caso ed al momento la decisione di come proseguire. Le domande stanno forse per tutto quello che mi ronza per la mente. Ho tre possibilità su come continuare il racconto. Vedremo dove porteranno la prossima puntata.
Intanto grazie 😉
23/12/2015 at 22:44
Il racconto è tuo e decidere come e cosa scrivere spetta a te, ma le opzioni non rispondono alla domanda.