Dove eravamo rimasti?
La motivazione
Alexander continua a barcollare, stordito da quel miasma di odori e suoni che gli arrivano addosso. Ognuno di loro ha la forza di un pugno all’altezza dello stomaco li dove la bestia scalpita, pronta come non mai a dar sfoggio della sua potenza.
E’ fuori dalla grotta che gli occhi si aprono su un paesaggio incontaminato. E’ inverno probabilmente perché i rami più alti sono appesantiti da una coltre spessa di neve bianca e candida. Il terreno è umido e colorato di bianco. C’è silenzio. Un silenzio quasi innaturale. Sembra un paesaggio di una vecchia fotografia in bianco e nero. Un dipinto fatto a mano. E’ a torso nudo Alexander eppure, non sente freddo. E’ come se quell’ambiente ostile fosse diventato improvvisamente il suo habitat naturale. E’ parte di lui.
Laurence è già fuori, con le braccia intrecciate all’altezza del torace e lo sguardo attento ai movimenti del figlio. Sa bene quanto può essere delicato quel momento e lui non è mai stato uno di quei padri che ti danno una carezza. No, lui preferisce dare un pugno e ringhiare contro. Minare la tempra di un uomo solo con la forza bruta e la disciplina. E’ la dura legge per la sopravvivenza. Lui lo sa e sa anche che, con il tempo, anche Alexander imparerà a farlo. E’ figlio dell’Alpha dopo tutto.
“La verità, Alexander è che questa riserva è in pericolo.”
Laurence esordisce così. Come una stilettata in pieno petto rivelandogli il motivo, ultimo, per quella nuova vita che lo aspetta. Lui lo osserva semplicemente, semi-accasciato contro un albero spoglio piuttosto grande. Mano sull’addome e testa china, incassata tra le spalle larghe.
“Ascolta la natura. Senti con attenzione tutto quello che hai attorno. Respira l’aria e troverai qualcosa di diverso. Una nota marcia in sottofondo.”
Alexander aggrotta la fronte prima di fare quel tentativo. Di provare davvero a concentrarsi sui rumori. Chiude gli occhi per dare maggiore spazio solo ad un senso: l’udito.
Sente l’acqua che scroscia in lontananza. L’ondeggiare pigro dei rami sopra la sua testa. Un branco di cervi che s’aggira a circa 7 chilometri da loro. Le narici, per un attimo, si dilatano forse perché quell’odore è così piacevole da distoglierlo dal reale motivo di quella ricerca.
“Non pensare al cibo. Cerca Alexander”
Il rimprovero lo fa sorridere ma non riaprire gli occhi. E’ in quel caos chiamato natura che, improvvisamente, avverte quella nota stonata che non dovrebbe esserci. In lontananza, forse un 10 chilometri o poco meno, c’è il rumore di una sega che taglia dei rami. No, non è una sola. Ce ne sono molte di più. Sente lo scricchiolio dei rami che si spezzano e cadono a terra ed il chiacchiericcio divertito di molti uomini. Aggrotta la fronte e Laurence riprende a parlare.
“Quella zona è stata recentemente acquistata da un imprenditore americano. Un pezzo grosso di New York.”
Si schiarisce la voce prima di proseguire. Alexander è ancora li ad ascoltare quello che lo circonda. Nessuno dei due verrà interrotto.
“Si è improvvisamente reso conto che l’uomo ha bisogno di distrazione, di pace e di tranquillità. Di un paesaggio incontaminato da guardare la mattina appena sveglio. Non so bene come ma è riuscito ad acquistare quel pezzo di terreno. Ci sono vecchi alberi li, un ruscello ed un piccolo lago.”
Alexander sente la mascella di suo padre scricchiolare pericolosamente e riapre gli occhi per guardarlo.
“Noi siamo rimasti in pochi ed avevo bisogno di una testa meno calda che ci aiutasse a non perdere altri membri del branco. Ho bisogno di te perché quella gente vada via. Questa è casa nostra, Alexander. Non posso vedere crescere villette a schiera a due piani che si riempiranno di gente. So che stai vivendo la natura ora più che mai. Immaginala sotto le mani dell’uomo. Cosa pensi succederebbe?”
Alexander rimane in silenzio. Sembra indeciso poi chiede semplicemente
“Non è una domanda la tua. Ti sei già preso quello di cui avevi bisogno. Non posso tornare a casa”
Gli sale dentro una rabbia strana nei confronti di suo padre e l’uomo sospira
“E’ troppo presto ma, con il tempo, capirai”
Gli parte un borbottio sommesso dalla gola. Un qualcosa che rassomiglia ad un ringhio. C’è la voglia, malsana, di prendere a pugni l’uomo che ha di fronte almeno fin quando l’attenzione, non viene catturata da un movimento tra i cespugli. Poco distante da lui.
E’ un attimo e lo sguardo si concentra sul fogliame in movimento. La mascella trema. Le pupille si stringono focalizzandosi solo ed esclusivamente sul movimento. Annusa l’aria alla ricerca di odori. Freme come un animale pronto allo scatto.
Nel momento in cui qualcosa esce dal fogliame, Alexander sente la presenza di suo padre al suo fianco.
Chi sta uscendo dai cespugli?
- Un lupo (100%)
- Un cacciatore (0%)
- Un coniglio (0%)

15/01/2016 at 01:36
Ero indeciso tra coniglio e lupo. Votando a caso, ho votato Lupo
Ciao 🙂
15/01/2016 at 13:02
I voti a caso sono sempre i migliori hahahahahah
08/01/2016 at 12:58
Mi piace molto la narrazione e lo stile che hai. Cerca solo di non cadere nell’errore di usare le parolacce quando il ritmo della storia rallenta: attirano l’attenzione, ma sono una caduta.
Per il resto , non vedo l’ora di leggere come continua!
07/01/2016 at 23:57
Quinto capitolo di dieci: direi che possiamo dire il motivo per cui Alexander sia stato trasformato 😉
Ma anche la spiegazione di come “richiamare la Bestia” è affascinante. Il branco lo farei incontrare nel capitolo 6 😉
Ciao 🙂
PS: ancora complimenti.
07/01/2016 at 13:47
È molto bello che tu abbia deciso di pubblicare i tuoi racconti: è sempre meglio non nascondere le proprie passioni, anche perché così facendo nessuno potrà mai vedere quanto profondamente ci si è legati. E qui, credimi, si vede.
Ho votato per la trasformazione. Continua così.
07/01/2016 at 19:53
Ti ringrazio davvero molto. Riuscire a raccontare qualcosa a qualcuno è sempre molto difficile soprattutto per la mole di idee che passano per la testa.
Per ora niente trasformazione. Ho raccolto i due commenti sotto per i suggerimenti e ne ho fatto un mix aggiungendoci qualche piccolo particolare in più. 😉
06/01/2016 at 13:54
Grazie ancora a tutti.
Non pensavo che mi sarei potuta divertire così tanto nello scrivere un qualcosa.
05/01/2016 at 00:37
Si trasforma… ma non se ne accorge 😉
Questo capitolo l’hai scritto benissimo!
Ciao 🙂
04/01/2016 at 18:52
Suggerimento: sviene, per poi risvegliarsi (se momentaneamente o meno spetta a te) con i sensi più sviluppati.
04/01/2016 at 01:24
Si trasforma in lupo! Voglio vedere la trasformazione.
C’è qualche refuso qua e là.
Ciao 🙂
26/12/2015 at 14:43
Per il recupero totale della memoria è troppo presto. Detto ciò, si vada per il ricordo di ciò che è successo la sera prima.
25/12/2015 at 11:24
Grazie di cuore a tutti..
Spero di non deludere le aspettative.
Intanto auguro a tutti un buon Natale ed alla prossima puntata
24/12/2015 at 06:27
Ciao! Bell’inizio, molto sincopato direi. Mi piace il tuo stile frammentario e diretto, molto bello. Già dal primo capitolo nascono le prime domande (che tra l’altro hai riportato in fondo), io me la prendo comoda, vorrei sapere di più sulla grotta oscura e sul mondo in cui è ambientata questa storia, alla prossima, seguo!
24/12/2015 at 04:52
Mi piace il tuo stile. E’… scattante. Sì, scattante proprio come quello di un lupo 😉
Ho votato per: chi è l’uomo che è appena arrivato?
Vediamo come continui!
23/12/2015 at 22:00
Devo dirtelo: hai fegato a voler scrivere un racconto al presente (tenendo conto che anche io ne scriverò uno così…)
A mio parere, la descrizione della confusione del protagonista è ben riuscita.
Come mai, nelle opzioni, hai messo delle domande?
23/12/2015 at 22:40
In verità io scrivo quasi tutto così. Mi viene più naturale. Lo trovo molto più semplice. Però magari è solo l’abitudine.
Per le domande, ti dico che quando scrivo vado molto a briglia sciolta e lascio al caso ed al momento la decisione di come proseguire. Le domande stanno forse per tutto quello che mi ronza per la mente. Ho tre possibilità su come continuare il racconto. Vedremo dove porteranno la prossima puntata.
Intanto grazie 😉
23/12/2015 at 22:44
Il racconto è tuo e decidere come e cosa scrivere spetta a te, ma le opzioni non rispondono alla domanda.