Un mondo di soldi

Dove eravamo rimasti?

Boris è chiaramente nei guai. Che soluzioni gli suggerite? Spegnere la televisione a Gisberto e convincerlo ad aiutarlo. (100%)

Urge una denuncia

– Oh Gioacchino… ti ho sempre amato. Ogni secondo della mia vita lo spendo pensando a te, costantemente, continuamente, immensamente.
– Oh mia Teresina… anche io ti ho sempre amato con tutto me stesso. Da quando sono nato, ho capito che il mio destino era vivere al tuo fianco.
– Oh Gioacc…
I due attori con abiti ottocenteschi che erano impegnati in un dialogo prolisso e terribilmente romantico, vengono fatti tacere nel modo più brusco possibile.
– Ma ehi! – la protesta di Gisberto, comodamente seduto sulla poltrona a mirare la televisione, è immediata e confusa. – Perché accidenti hai spento la tv?
Boris continuava a tenere il dito premuto sul tasto del telecomando con inaudita ferocia.
I due amici si scambiarono un paio di occhiate vaghe, poi fu nuovamente Gisberto a prendere la parola – Va tutto bene, tranquillo… posa delicatamente il telecomando sul tavolo… non fare pazzie. Con calma, tranquillo, è tutto ok… respira, pensa agli arcobaleni…
Ma non era tutto ok e si vedeva.
Il respiro di Boris era agitato e non accennava a lasciare la presa dal telecomando che stava visibilmente stritolando. Il tasto di spegnimento dell’apparecchio stava affondando in modo irreparabile.
– Traaanquillo… dammelo prima che sia…. diavolo, ma lo hai sfondato! – Gisberto riuscì a sfilare il telecomando dalle mani dell’amico, notando subito il danno al tasto. – Posso sapere perché lo hai fatto?
– Mi devi aiutare. – finalmente Boris riuscì a pronunciare qualche parola.
– Scusa amico ma non è così che si chiede aiuto alla gente… se tu mi distruggi il telecomando io come minimo mi sento in dovere di prenderti a testate.
– La situazione sta degenerando.
– Lo vedo! Vieni qui nel bel mezzo della mia serie televisiva preferita, mi spegni la tv e mi distruggi il…
– Ha chiamato i miei.
– Eh? Chi?
– La voce metallica che vuole darmi un “mondo di soldi”.
– Sei serio?
– Secondo te? – Boris s’indicò, digrignando i denti.
– Sei serio. – ammise Gisberto, passandosi la mano destra sui capelli rasati e regalando un’ultima occhiata al telecomando ferito. – Facciamo il punto della situazione, umh?
– Non c’è alcun punto da fare. Devo denunciarla.
– E come fai? Non sappiamo neanche chi o cosa sia. Piuttosto, sei certo che è riuscita a raggiungere i tuoi genitori? Mi sembra impossibile.
– Non so neanche io come ho fatto a far desistere mio padre dal prenotare un viaggio alle Bahamas.
– Mh… mi sembra strano. – Gisberto si massaggiò il mento, iniziando ad andare avanti e indietro per la stanza, pensieroso – Non dovrebbe poterlo fare…
– Già. Per essere una banale truffa online è fin troppo invasiva.
– Non lo trovi stupendo? – azzardò l’amico, schiudendo le labbra in un ghigno soddisfatto.
– Sei impazzito? No che non lo è. – Boris imprecò e diede un pugno alla parete, facendo vibrare un paio di quadri dall’aspetto discutibile – Mi devi aiutare a localizzare quella voce. Una volta scoperto dove parte il segnale… il passo successivo sarà la denuncia.
– Non credi di stare esagerando un pochettino? Per uno scherzo… probabilmente già da domani non riceverai più nulla.
– Guarda… – Boris estrasse lo smartphone dalla tasca dei jeans, puntando la schermata luminosa contro il volto dell’amico. – Guarda quante chiamate perse… e quanti messaggi ricevuti.
– Sono più di centocinquanta… – constatò Gisberto, sorpreso. – Ha superato il limite…
– Allora, mi aiuti?
– Ok, ti aiuto… ma possiamo farlo domani? – poco dopo aver fatto la proposta, il cellulare di Boris tornò a vibrare. Altra chiamata da parte di uno sconosciuto. – Emh… non sarà lui.
– Vuoi sentire? – Boris accettò la chiamata e premette lo smartphone contro l’orecchio dell’amico.
– Complimenti, hai vinto! Ritira subito il tuo mondo di soldi! – la voce metallica non tardò dal farsi sentire.
– Emh… no, non siamo interessati, grazie! – urlò Gisberto, allontanandosi dal cellulare e massaggiandosi l’orecchio. – Ti sei sbagliato, era una compagnia telefonica… eheh.
– Tu non vuoi aiutarmi.
– No… cioè sì, ma…
– Tranquillo, lo farò da solo. – all’annuncio di Boris seguì la sua uscita di scena, con Gisberto visibilmente disorientato e dalla fronte sudata.
Una volta dinanzi al proprio computer, Omodefici diede libero sfogo alle sue abilità informatiche, ignorando l’enorme quantitativo di mail che lo attendevano nella posta.
L’obiettivo era semplice, localizzare da dove stavano inviando lo spam legato alla vincita di un “mondo di soldi” e fare una denuncia. Con disinvoltura e grande determinazione, iniziò la lunga ricerca che terminò nel giro di un paio d’ore.
– Per tutti i demoni strabici… – seguirono diverse imprecazioni indescrivibili e fin troppo complesse.
Boris aveva trovato l’origine del segnale e non ne era per nulla contento.
Si trattava del suo computer.

Il risultato della ricerca è pessimo. Cosa dovrebbe fare Boris?

  • Eseguire una nuova ricerca, poi un'altra e un'altra ancora... (17%)
    17
  • Costringere Gisberto a fare qualcosa. Qualsiasi cosa. (50%)
    50
  • Distruggere il proprio computer fino a trasformarlo in polvere. (33%)
    33
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16 Commenti

  • Ciao, prima storia che leggo, su questo sito. La trovo divertente e non annoia mai. Hai il pregio di rendere credibili i personaggi, che hanno un loro modo di parlare ed una loro personalità. Mi ricorda molto un film horror, forse thailandese, che pero’ prende una piega del tutto diversa. Il tizio riceve dei bonifici sul conto dalla voce misteriosa, ogni qualvolta compie atti sempre piu’ atroci. Un saluto.

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