Ancestoria III – La difesa di Ngana

Fine degli scontri

Red si avvicinò -Paul, hai combattuto bene. Ora lascia che sia io a terminare questa storia-.
Anche Josephyn sembrava chiedergli la stessa cosa.
Tutti osservavano i tre in attesa di sapere cosa avrebbero deciso.
-No!- rispose Paul rimettendosi in piedi -Ci vuole ben altro per….-
FLASH. Una sorta di saetta lo investì lanciandolo indietro contro delle tende.
-Eccoti “ben altro”- piagnucolò Lucius.
-Tu!..pratichi la magia?- chiese Red sorpreso.
-Pensavi davvero fossi così stupido da affrontare fisicamente quel gorilla?-
I barbari sembrarono disapprovare.
-Ora sono io il vostro signore!- gridò loro Lucius -E vi ordino di uccidere i prigionieri!-.
Prima che potessero obbedire però Red disse a gran voce -Io sfido Lucius!-.
-Oh, no. Ancora- rispose Lucius indispettito, ora che la sua stessa strategia gli si ritorceva contro.

***

Lucius era già pronto, le sue mani emanavano bagliori.
Red invece si preparò togliendo l’armatura e lasciando l’arma.
-Cosa stai facendo?- chiese Josephyn.
-Lui non è un mago. Avrà studiato da se, non può conoscere molti sortilegi. Forse conosce quelli legati al fulmine, le armature e gli oggetti di ferro mi intralciano-.
-Come combatterai?-
-Con le armi che mi ha dato la natura- sorrise e andò al centro dell’area.
Appena il vociare si fu calmato e si creò il silenzio Lucius scagliò il suo dardo di luce. Red lo scartò con un balzo. Il dardo colpì alcuni barbari alle sue spalle.
Un secondo dardo. Ancora una volta schivato. Altri barbari a terra.
Red schivava ma al contempo si avvicinava.
Arrivato al quarto dardo afferrò il polso di Lucius e lo sollevò verso il cielo. Ora erano faccia a faccia. Lucius era spaventato, quindi sorrideva. Red mosse velocemente il capo da destra a sinistra colpendolo sul naso.
I barbari, che detestavano la magia, quasi facevano il tifo per lui.
Lucius indietreggio barcollando, provò a sollevare nuovamente la mano per colpire ma Red la scostò con un colpo secco e lo schiaffeggiò.
Lucius, con il naso che grondava sangue alzò le mani -Va bene! Va bene- disse.
Red si fermò. Lucius si voltò verso i barbari e cominciò a parlare -Uomini, non dovete più uccidere i prigionieri- poi si voltò di scatto cogliendo Red di sorpresa -perché lo farò io!- urlò colpendolo con la magia e scagliandolo alcuni metri di distanza.
-Ahah. Sono il più forte! Il più furbo! Nessuno può battermi-.
Red era ancora a terra quando Lucius si voltò verso gli altri prigionieri, indicandoli con l’indice -Poi toccherà a te, e poi a te e poi..- una freccia fischiò nell’aria amputandogli il dito che cadde al suolo.
Lucius sgrandò gli occhi. Dietro le file di barbari era comparso Luxian con la sua lupa.
-Come hai osato!- urlò di dolore -Barbari, massacratelo!- A quell’ordine dagli alberi e dai cespugli alle spalle di Luxian vennero fuori gli uomini di Red! Tutti, nessuno escluso, erano intervenuti in aiuto del loro generale.
In testa all’esercito c’era Alran che fu il primo a raggiungere le file di barbari e colpire, quando questi ancora non avevano realizzato cosa stesse succedendo.
Cedrik lo copriva con l’arco, cavalcando dietro di lui.
Kito e Seko cercavano di farsi largo per raggiungere i feriti.
-Nooo!- urlò Lucius con aria arrogante.
Poi udì un ruggito alle sue spalle e, quando si voltò, vide l’ernome sagoma di Red che gli piombava addosso.
Molti barbari caddero senza neanche riuscire ad impugnare l’arma, come quelli che si trovavano vicino a Josephyn. La ragazza rubò la spada a uno di loro, distratto, e mozzò la testa degli altri. Luxian, fermo nello stesso punto, scagliava i suoi dardi tra i cavalli e i fanti, colpendo sempre il bersaglio. Alran conduceva l’esercito attraverso le file dei nemici così da disperdere le loro forze, colpiva a destra e a sinistra e ogni nemico che si avvicinava troppo veniva abbattuo dalle frecce di Cedrik.
Kito si chinò su Paul per valutarne le condizioni mentre Seko prendeva a calci e pugni i barbari che cercavano di aggredirlo. Due, anche tre per volta.
-Come sta?- chiese lei.
-Sta bene. Non è stata la magia a stordirlo. Deve aver battuto la testa al tronco che si trovava oltre la tenda. Lo prenderò in giro per mesi-.
Roland, con le mani legate, approfittò del trambusto per aggredire il tipo che lo sorvegliava. Mentre i due si dibattevano per terra Angel intervenne colpendo il barbaro sulla nuca con uno scudo raccolto lì vicino, facendolo svenire.
-Come hai fatto a slegarti?- chiese Roland con disappunto.
-Ero una circense, ricordi? Non sono mai stata davvero legata-.
D’un tratto il suono di un corno fece fermare i due eserciti.
-Il vostro capo è stato sconfitto!- gridò Red -Ritiratevi!-.
Le ostilità si fermarono e i barbari, che non erano ancora riusciti a organizzare la difesa, furono lieti di accettare la proposta.
Meigal era finalmente salva.
Gli uomini tornarono al villaggio stanchi ma contenti, pronti a ricominciare.
Quando gli avventurieri tornarono a palazzo, Fu Lung era così contento dell’esito che gli propose un’altra missione!

Quella notte fuggirono di nascosto da ‘Ngana ma questa è un’altra storia.