Immortal Knight walking

Il centesimo è caduto

«Cosa ci fa qui un essere del genere? Non sei il benvenuto, spaventi i clienti. vattene!» Disse il barista all’armatura seduta la bancone. Era stato un suo cameriere a fargli notare che quella ospite non aveva un corpo. La sua armatura era vuota. Si vedeva solo del buio al suo interno. Quando il barista parlò le due fessure dell’elmo si accesero. Era come se l’armatura avesse aperto gli occhi. Due luci rossi folgorarono il barista, che spaventato arretrò. 

Una sola persona in tutto il bar vide quel che era successo. Quella persona capì. Era stato trovato. Il Cavaliere l’aveva trovato. Quindi si alzò e sgattaiolò nel modo più silenzioso possibile fuori dal locale e con il favore della notte scappò nei vicoli della città. Non c’era nessuno. L’unica presenza che faceva compagnia a Devon era la Luna. Una bellissima luna piena, che quella sera aveva assunto un colorito rosso.

Rosso come gli occhi del Cavaliere.

Un brivido lungo la schiena scosse Devon. Sentiva che se non avesse fatto in fretta a scappare da quella città sarebbe finita molto male. Era l’ultimo rimasto. Nessuno dei suoi compagni era sopravvissuto. Tutti eliminati da quell’essere. L’uomo arrivò alla piazza principale. Completamente vuota se non per la luna,per l’enorme albero simbolo della città e per una figura in armatura appoggiata sulla pianta. «Alla fine mi hai trovato eh? Peccato che non mi prenderai mai! Non morirò mai! Io sono Devon Darkcaster!» Urlando questo, l’uomo corse come non mai in vita sua nella direzione da dove era arrivato. Non si sarebbe fatto prendere. No, non poteva morire in quella stupida città umana. Non lui. Non così vicino alla meta. Sarebbe risucito a fuggire! La sua “fuga” durò una quindicina di minuti, poi Devon si fermò a riposare. Aveva il fiatone. Però era scappato dal cavaliere.

Sentì un rumore affianco a sè. Girò lo sguardo. Il terrore lo travolse. Affianco sé c’era l’armatura si era appena spostata dal muro.

Devon corse via come una lepre.

Si fermò e si voltò. 

Il Cavaliere stava camminando dietro di lui.

Fuggì di nuovo. 

Era come una lepre ferita ad una zampa che scappa da una volpe. La lepre sa che verrà raggiunta. La lepre sa che il predatore la raggiungerà e la dilanierà e la divorerà, ma non potrà fare altro che continuare a scappare.

La fuga durò un’altra ora. Alla fine Devon Darkcaster ritornò al punto di partenza. La piazza dell’albero. Un albero di Ylmia, pianta che secondo le leggende proteggeva dal male. Però non avrebbe protetto l’uomo. Infatti dietro di sé infatti svettava in tutta la sua potenza il Cavaliere. L’uomo sospirò. Era terrorizzato, ma a scappare così avrebbe solo sprecato energie. L’unica alternativa era combattere. Almeno sarebbe morto mostrando a quel mostro la Forza del capo dei Ratti di Nashor.

Estrasse la sua lama e si lanciò contro l’armatura. Ogni suo fendente veniva schivato o parato con i bracciali. Il contendente non aveva ancora sfoderato la sua spada, che rimaneva sopita dentro il fodero. Però ad un certo punto un fendente superò la guardia del cavaliere e lo colpì sul petto. Entrambi i contendenti si fermarono. Uno contento finalmente di essere riuscito a ferire il suo avversario. L’altro, senza sentimenti e parole, estrasse semplicemente la sua di lama. Una spada con una doppia guardia Una classica arma da cavaliere solo che la lunga lama era nera.

Questa volta era il cavaliere ad attaccare. Incalzava il suo avversario. Ogni fendente era sempre più vicino a lambire la pelle e le carni del nemico. Ogni suo fendente era sempre più vicino a rubare la vita all avversario. Poi tirò un affondo, che per miracolo Devon schivò e la lama nera si conficcò nell albero. Darkcaster colse l’occasione e chiamando a raccolta tutta l’energia e la magia nera in suo possesso colpì l’avversario al cuore trapassandolo da parte a parte. « Ho vinto io stupida armatura. Non te lo aspettavi vero? Io sono un mag…» Urlò Devon. Non finì mai la frase, perché la sua testa venne fracassata da un pugno del cavaliere. Fu così che morì Devon. Con la testa maciullata. L’armatura, o meglio il Cavaliere, il cui nome era Kuro, estrasse dal suo cuore la spada di Devon e la gettò a terra. Un’altra battaglia era stata vinta. Un’altra battaglia aveva causato un buco nell’armatura. Però ora era ancora più vicino al suo obbiettivo. Con l’uccisione di Devon Darkcaster aveva sgominato la centesima banda di criminali. Ora era tempo di andare da Cantius a ritirare il suo lascia passare per Shangri-la. Lì avrebbe trovato quel dannato Shiro. Lì avrebbe scoperto dove era andata Lei. 

Prima però doveva esorcizzare il cadavere. La bestia aveva bisogno del suo prezzo. L’immortalità aveva un prezzo gigantesco. Fu così che sotto lo sguardo della luna rossa e del Ylmia il Cavaliere Kuro si tolse l’elmo e fece quello che era necessario fare. Il giorno dopo quelli che sarebbero arrivati all Ylmia avrebbero visto solo un’enorme chiazza di sangue. Nessun cadavere. Solo una chiazza di sangue e una lama sporca di nero affianco.

quale sarà la destinazione del Cavaliere?

  • Si fermerà in città , un compagno di Shiro potrebbe essere nei paraggi. (25%)
    25
  • ci sarà una piccola deviazione per uccidere un crudele demone (25%)
    25
  • andrà direttamente da Cantius (50%)
    50
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22 Commenti

  • Il racconto mi piace, però ti consiglio di fare attenzione all’impostazione generale: a tratti, la punteggiatura tende a prendere la sua strada e la narrazione (che già è abbastanza veloce) tende un po’ a perdersi. Che è un peccato, visto che l’idea è molto buona, e i personaggi hanno un gran potenziale.
    A parte questo, stai facendo un buon lavoro. Spero che i prossimi capitoli siano altrettanto ben fatti.

  • Molto avvincente questo combattimento! 🙂
    Per il prossimo episodio ho votato che il Banisher perforerà l’armatura e ci sarà un flashback. Magari si vedranno scene del passato di Kuro e si scoprirà qualcosa su di lui.
    C’è solo una cosa che ti volevo chiedere: non ho capito l’ultima frase “Prima di sparare Karter Lee gli occhi rossi”. Ho immaginato che ti fossi dimenticato un “vide” tra “Karter Lee” e “gli occhi rossi”, è corretto?
    Alla prossima!! Ciao 😀

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