KITSUNE

Dove eravamo rimasti?

Dove si svolgerà il prossimo capitolo? CASA DI TABIHTA (83%)

LEGAMI

Seduta sulle scale del piano superiore, Tabihta si rigirava fra le mani il piccolo pezzo di carta: una vecchia foto sbiadita, ripiegata in più punti e strappata su un lato mostrava una versione di poco più giovane e con i capelli sciolti della ragazza vista alla fine dei ricordi della volpe.

Piedi leggeri salivano su per i gradini in legno.

Camilla aveva ascoltato la campana di Auguste ed ora toccava a quella di sua figlia.

-Allora?-, le chiese restando in piedi davanti pochi gradini più in basso.

-Allora cosa? Mi sono sentita male e volevo scendere dall’auto.-, disse abbassando lo sguardo: mentiva e lei lo aveva capito e sapeva anche che non si sarebbe fermata finché non avrebbe saputo la verità. Strinse il logoro pezzo della foto fra le mani.

-Sappiamo entrambe che è stato difficile ma potresti fare un piccolo sforzo? Potresti provare a dargli una possibilità?-, chiese quasi in lacrime.

-Ci provo ogni giorno. Ma non puoi costringermi a provare affetto per un estraneo.-, disse Tabihta freddamente. Sapeva che sarebbero finite a parlare di questo: voleva bene ad Auguste ma per quanto potesse fare non lo sentiva parte della famiglia e continuava a vederlo come surrogato di un padre perso da troppo poco tempo

-Perchè non riesci ad accettarlo? Lui fa di tutto per noi, per te ma continui a respingerlo. Avete litigato?! Tabihta dimmi la verità o …cos’è quello?-, chiese avvicinando il viso alle sue mani.

-Una vecchia foto trovata in quello stupido negozio.-, mentì mostrandogliela.

-L’hai presa per Edel?-, le chiese.

-No…solo mi piaceva…il suo sorriso…sembra felice…Perchè?-, disse sforzandosi di far sembrare la cosa plausibile.

-Non l’hai riconosciuta! Certo, ora è molto più vecchia e, probabilmente anche molto più odiosa, ma è Edel…In quella foto credo avesse più o meno la tua età…-, le disse sembrando essersi dimenticata totalmente di ciò che le stava dicendo poco prima.

-Sei sicura?-, le chiese con il cuore in gola: non poteva credere di averla trovata.

-Si, Auguste ha migliaia di vecchie foto con lei…ma che ci faceva questa li?-

-Sai, Maec è un tipo strano: ha preso il cappello di Auguste in ostaggio per raccontarmi una storia…magari è stato lo stesso per la foto.-, disse piano Tabihta approfittandone per spostare l’attenzione di sua madre altrove.

-Il cappello?!-, chiese Camilla incredula.

-Si, il tuo cappello…il cappello di Auguste…quello che gli hai regalato…quel bellissimo cappello a righe.-, continuò Tabihta fomentando la sua rabbia.

-Cosa?! Questo non me lo aveva detto!-, disse sbottando per poi aggiungere, mentre tornava al piano inferiore, -Ah! Tu sei comunque in punizione quindi dì addio alla tua macchina fotografica per il momento e sappi che questo discorso verrà ripreso.-.

Tabihta sbuffò ma appena vide scomparire la madre oltre le scale andò ad infilarsi gli scarponcini e si bardò per bene: doveva dire ad Edel che lui non l’aveva dimenticata!

Scese piano le scale ed uscì richiudendo delicatamente la porta alle sue spalle lasciando i due al loro piccolo litigio di coppia.

Avrebbe faticato un po’ prima di giungere a RothWald ma il tempo era favorevole e aveva ancora quattro ore buone di luce da sfruttare.

Camminava sulla neve che costeggiava l’immenso serpentone nero quando una voce si insinuò nella sua testa: -Stanno litigando per colpa tua…-.

Tabihta la ignorò.

-Torna indietro.-

-Tu sapevi che la conoscevo.- ,disse voltandosi verso gli alberi senza, però, scorgere la figura della volpe. Sapeva che era li.

-Forse.-

-Lo sapevi…ma mi hai fatto lo stesso rivivere tutto.-, disse infilandosi nel bosco. Sapeva che era seduto sul ramo di un pino, a più o meno 80 metri da lei. Riusciva a vedersi attraverso i suoi occhi gialli. Riusciva a sentire la ruvida corteccia dell’albero attraverso i palmi delle sue mani. 

-Avevo dimenticato il suo nome…Edel..suona così leggero fra i tuoi pensieri.-, e mentre la volpe le parlava nella testa, in mezzo a tutta quella neve, sentì qulcosa di diverso.

-Cos’era? Eri tu! Ho sentito…-

-Una mia emozione, si. Io ti ho mostrato la mia vita ed hai provato i miei sentimenti. Ora siamo legati…- disse e mentre lo diceva sentiva la sua calma e la sua felicità sovrastare la sua rabbia per quella sua decisione così egoista.

-Hai provato a farlo anche quella volta…vero?-

-Si, ma non hai retto.-

-Perché io? -, chiese odiandolo per averla usata.

-Hai perso qualcuno che amavi molto…ho pensato che avresti capito. Non odiarmi.-, il dispiacere la pervase ma subito dopo lasciò spazio ad una nuova emozione: questa volta poteva sapere ciò che provava anche guardandolo in viso…aveva paura.

-Esci dal bosco!-, le ordinò e con un balzo scese dal ramo mutando in una volpe, questa volta grande quasi quanto un cavallo.

Guardò confusa attraverso i suoi sensi: veloci e sinistri, si avvicinavano in tre strisciando sulla neve e saltando fra i rami lasciando una scia di brandelli neri e lucidi come inchiostro.

E adesso?

  • FUGGONO IN CERCA DI UN RIFUGIO (29%)
    29
  • LA VOLPE DIFENDE TABIHTA (57%)
    57
  • VENGONO SALVATI (14%)
    14
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101 Commenti

  • Ciao, bella storia dalle mille sorprese! Bella la narrazione poetica e le continue descrizioni che creano una vivida rappresentazione della realtà he ti sei immaginata. La storia appare chiara e ben scritta sin da subito, ma il divagare di alcune frasi ti fa perdere in mezzo all’immaginazione.
    Inoltre il risvolto finale di questa storia forse poteva apparire poco scontato, ma era sicuramente ciò che i personaggi si meritavano. Adoro questo tipo di conclusioni. Sai perché? Perché sono quelle che ti fanno pensare, a volte alcune fanno arrabbiare, altre piangere. Sei lí che ti dici che non poteva finire così, ma alla fine ti accorgi che la narrazione ha centrato il punto. Perché vuol dire che ti sei affezionata a quei personaggi, ed a quel punto la storia ti chiede una conferma del coinvolgimento che hai avuto leggendo.
    Apprezzo le storie di questo tipo con finali “sbilanciati” perché sono reali. Non il solito lieto fine. È una fine, certo, la più giusta. E di questo ti faccio i miei complimenti. Non dico che ci voglia in tutte le storie, ma qui ci stava molto.
    Bella la trama, adoro le trasformazioni.
    Peccato però che non abbia avuto il tempo di votarla anche io!
    Un saluto sperando di leggere di nuovo qualcosa di tuo al più presto (così lo voto anche io),
    Fant

  • Una sola parola, coinvolgente. Mi è piaciuta molto la cura che hai nella descrizione dei dettagli, i colpi di scena, la connessione emozionale tra Tabihta e Kitsune. Che dire, mi dispiace solo che il racconto sia finito.
    Non vedo l’ ora di leggere un altro tuo racconto, complimenti e alla prossima! 🙂

  • Ciao NorahEmme. Ma… hai scritto due capitoli a breve scadenza? Ho avuto la notifica solo oggi. Un bel finale, un bello stile. Se dicessi che ricordo perfettamente gli altri otto capitoli mentirei, ma ricordo bene le atmosfere delicate e magiche.
    Complimenti, alla prossima

    • Si, ho scritto i capitoli a forse un paio di settimane di distanza! Ripeto che purtroppo ho avuto poco tempo e parecchi intoppi quindi scrivere sereni, prendendosi il tempo dovuto non è stato possibile…mi dispiace per quelli che, come te, mi hanno seguita ma ho avuto tempo solo ora! Grazie per i complimenti 😀

  • Insieme…
    Ciao NorahEmme, mi sono mancate Tabihta e la tua bella favola. Il capitolo è ricco di colpi di scena, ma di altrettanti refusi sicuramente dovuti alla mancanza di tempo. La storia, però, merita una particolare attenzione secondo me, tanto da poterla trasformare in un romanzo o addirittura in una saga 🙂 ovviamente sei tu a decidere. A me non resta che attendere l’ultimo capitolo 🙂

  • D’istinto ho votato “La volpe difende Tabihta”.
    Cavoli, di solito sparisci per un sacco di tempo e invece adesso mi sono ritrovata con due capitoli da leggere di seguito! Non che sia un male, intendiamoci: mi ha fatto piacere 🙂
    Il settimo è quasi cinematografico: tutta la visione, così veloce e sorprendente, sembrava proprio mostrarsi davanti agli occhi come la scena di un film. E in questo capitolo, l’ottavo, è bella la connessione che si è instaurata tra la “volpe” e Tabihta (d’altra parte, il titolo è “Legami”).

    • Ciao cara! Per il nono vi sto facendo un po’ penare causa impegni fuori casa e uno smartphone molto poco smart (per cui si capisce che scrivere con questo catorcio non è cosa)… Ma prometto di pubblicare in settimana, se non proprio in serata! Sono comunque molto felice che le mie idee per questi due capitoli ti siano piaciute…
      Il titolo di questo ha una doppia valenza! 😉

  • Cara Norah, bellissima favola con tanti innesti giappo, complimenti per l’originalità! Trovo molto dolce la possibilità di scambiare sensazioni e ricordi nell’ultimo capitolo. Dà anche un’idea del rapporto animale-padrone, che spesso con il linguaggio del corpo supera le barriere della comunicazione tramite parole.
    Ti seguo e ho votato che i due vengono salvati! 😉

    • Grazie per le belle parole e per aver votato!
      Il loro condividere voleva ricordare esattamente il profondo legame che spesso, noi umani, creiamo con i nostri piccoli amici…diciamo che il mio cane è stato d’ispirazione (fra l’altro è un volpino)!
      In questo caso la volpe è un essere soprannaturale ma vedo che l’idea è stata recepita e ne sono davvero felice 🙂

  • La volpe la difende.
    Bella l’idea di condividere due menti, ricordi, sentimenti. Addirittura sensazioni.
    Non avevo capito che Tabitha avesse vissuto un lutto recente, forse mi è sfuggito, immaginavo che la madre fosse separata e risposata o ri-impegnata.
    Ciao a presto

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