L’albero dell’ambra – Parte II

La legge del più forte

I sogni di Nat erano tormentati da parole di cui non riusciva a comprendere l’origine. Le sentiva andare e venire in continuazione, e il loro tono era dolce e allo stesso tempo fermo, come quello di un padre o di un vecchio saggio.

Il Mondo-che-Verrà è il mondo che Lui vede. Il mondo che percorre le scie della corrente, che trasforma ogni cosa in Lui. L’Albero del Mondo, l’Albero da cui tu stesso provieni, che vede ogni cosa e a cui tutto ritorna, è il fulcro di quel mondo futuro. Sull’Albero poggerà il nuovo Ordine. Il Fulmine sarà la sua parola.”

Quelle parole venivano da lontano. Da molto più lontano di quanto avesse mai potuto immaginare. I loro suoni, che erano come una vibrazione sottile di vita e chiarezza, si riverberavano attraverso la sua mente, dentro i suoi stessi pensieri, nei collegamenti neurali che lo tenevano ancorato al mondo dei sogni, fino a farli diventare parte di lui.

E la sua Parola piegherà ogni imperfezione.

E quella risposta gli venne da sola, senza che potesse evitarlo. Gli sembrava adatta, e così giusta da dover essere detta. Tanta era la gentilezza e la bontà di quel genitore antico che non poteva vedere.

Il padre gli parlò ancora.

La sua grandezza diverrà Legge, e il suo seme coprirà ogni terra e ogni mare. Ovunque scorrerà la linfa rossa, i Suoi Figli potranno vivere. I Figli, che sono Perfezione genetica, che sono l’apice assoluto della Vita, i Figli che sono tuoi fratelli, e che devi proteggere.”

E questo servo li difenderà.

Nei suoi sogni, Nat poteva distinguere perfettamente ciascuna delle cose che la voce gli stava descrivendo. Poteva vedere città nuove, acuminate verso il cielo e attorcigliate in grandi grovigli di spire metalliche, dalle quali sgorgava in eterno una scia densa come il sangue, ma leggera nell’aria come fosse il respiro di un dio alieno, a cui le leggi della natura non possono che obbedire e piegarsi. Poteva vedere, tra quelle città di metallo e sangue, un popolo di creature che non aveva mai visto, ma di cui non aveva paura. I loro occhi scintillavano di continuo, mentre osservavano il cielo, aspettando.

Il Regno dei Figli è alle porte. La cenere farà fertili le sue terre. I Figli le coltiveranno fino a renderle abitabili. E la Fede è ciò che lo costruirà.”

E solo nella Fede possiamo essere con Lui.

I Figli tendevano le loro braccia tentacolari verso il cielo, e da quello veniva una luce meravigliosa. Dalla luce, si dilatava una porta celeste. Dentro, era la salvezza. Ciascuno dei Figli esultò, e Nat con loro.

Figlio del Primo Albero. Campione della nostra specie. Manca poco al Mondo-che-Verrà. Manca poco alla Loro venuta. Sappi attendere, mio prediletto: grande sarà la ricompensa.”

Così sia.

Rispose, e d’improvviso si risvegliò.

—–

Il ponte dellaUSS Susquehanna ondeggiava dolcemente nella quiete dell’Atlantico. Il mare, con le sue onde stanche, s’infrangeva senza suono contro lo scafo grigio. L’aria sapeva di sale, il cielo era limpido. Quanto bastava perché il nero della notte potesse scintillare delle mille luci delle stelle sulla balaustra di prua, dalla quale un uomo dal berretto verde osservava immobile, cercando.

Lontano, molto lontano da lì, le nubi della tempesta avevano ricoperto quelle stesse stelle che l’uomo seguiva con lo sguardo. Lontano, ma non abbastanza da farglielo dimenticare, l’Ambra aveva già ricoperto i resti di tutto quanto aveva un tempo giurato di difendere.

Nat, nell’oscuro della sua cella senza oblò, non poteva vedere nulla di questo. E tuttavia, lui sapeva. L’aria attorno a lui gli parlava di quello che stava accadendo. Da quando si era risvegliato, gli aveva raccontato della partenza da Filadelfia, della fuga di Janet, dei piani dell’uomo dell’esercito. Gli aveva detto dei ritardi per cercare la boccetta rubata e per nascondere il morto, della caduta della East Coast, dell’Apocalisse nell’Occidente. Gli aveva suggerito quanto grande fosse l’oceano intorno a loro, e da che parte si trovasse la terra più vicina.

Quella voce gli aveva detto anche che, se avesse potuto, avrebbe potuto liberarsi, balzare oltre il mare, e raggiungerla in poco tempo. Le catene che indossava, gli aveva suggerito, sarebbero state poco più che fili di spago al suo tocco: un lieve strattone, e si sarebbero frantumate. “Questa è la tua nuova forza” gli sussurrava, “la forza dei Figli dell’Albero.”

E Nat sapeva che era vero.

Chiuse gli occhi. L’occhio scintillante di una delle creature che aveva sognato gli apparve avanti. L’osservò senza muoversi, e pareva quasi che lo facesse con la dolcezza di chi ritrova un suo simile dopo tanto e tanto tempo.

Sebbene la tua forza sia grande, fratello mio, sappi essere paziente. Questo mondo non appartiene più alle creature della Terra, ma a quelle del cielo. Ed esse ci porteranno a nuova Vita.

La creatura attese per qualche attimo, fino a quando nel suo occhio comparve l’immagine di un’isola, solitaria nel cuore dell’azzurro. Nel suo centro, una base degli Uomini stava solitaria.

È laggiù che verrò a prenderti, fratello mio.

Chi sarà il protagonista del prossimo capitolo?

  • Janet (25%)
    25
  • Bentham (63%)
    63
  • Ira (13%)
    13
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130 Commenti

  • Ciao!
    Eccomi! Perdonami per il ritardo!
    Innanzitutto, bellissimo finale! Come ho già detto più volte, mi piacciono molto le tue descrizioni e i personaggi che hai creato. Bellissimo l’abbraccio finale e lo sfondo spettacolare delle saette dorate, unica luce in quella notte buia.
    Ho letto i commenti sotto, perciò mi piacerebbe dire la mia. Io seguo molte storie qui su TI, (soprattutto fantasy ma cerco anche di seguire altri generi) e non tutti gli autori di queste storie seguono la mia. A me non importa e continuo a seguirle.
    Forse qualcuno scrive commenti solo per farsi seguire e poi sparisce, ma non penso proprio che tutti si comportino così.
    Io non avevo ancora commentato perché non mi era arrivata la notifica. Sono andata nelle storie concluse perché stavo cercando un altro racconto terminato da poco e ho trovato anche questa.
    Chiusa parentesi! 🙂 Ancora complimenti!
    Alla prossima!!! 😀

  • Ciao.
    Premetto che avevo letto il finale qualche giorno fa ma non avevo commentato perchè non avevo niente di intelligente da dire. Però ho letto il commento di Jaw e mi sono sentita chiamata in causa: faccio parte di quelli che hanno seguito parte 1 e parte 2 ma non hanno commentato il racconto concluso.
    Quindi cercherò di scrivere cose non troppo sceme:
    Ho adorato la parte 1 e molto apprezzato la 2. Per quanto non sia fan degli scenari “futuro apocalittico”, trovo che l’universo che hai creato è perfettamente ben riuscito, angosciante e coinvolgente. La tua scrittura è coinvolgente e i personaggi vividi.
    Però i lassi di tempo tra la pubblicazione di un capitolo e il successivo mi hanno davvero fatto perdere il filo. Solo a titolo di esempio: alla fine Nat dice di essere stato creato o cresciuto in laboratorio al fine di. Io non mi ricordavo assolutamente che lui non fosse cresciuto in modo “normale”. Non sono sicura di aver capito l’esito finale di Bentham e del senza volto. Eccetera.
    Quando avrò tempo e modo cercherò di rileggere tutto l’albero dell’ambra nel suo insieme. Ritrovando il filo.

    Però se un giorno pubblichi un’opera finita spero di poterla leggere.
    Ciao

  • Ciao Res,
    Onorato e decisamente agghiacciato, per motivi che spiegherò, di essere il primo a commentare il finale del tuo racconto.
    Ciò che mi piace: mi piacciono moltissimo le atmosfere che riesci a creare, le immagini vivide, la tua grande immaginazione. È… bello, non c’è altro da dire.
    Ciò che non mi piace è strettamente legato ai limiti che questa piattaforma impone o dovrebbe imporre: non apprezzo i lunghi intervalli tra le pubblicazioni e non apprezzo il fatto che il racconto dopo venti capitoli non si sia ancora concluso.
    Sinceramente, mi sono perso molte volte, qualche volta sono tornato indietro per rinfrescarmi le idee, altre volte ho lasciato correre e mi sono limitato ad assaporare la piacevole lettura senza capire del tutto cosa accadesse.
    È anche il motivo principale per cui non sono riuscito a seguirti con continuità.
    L’impressione è che questa piattaforma sia per te uno dei tanti luoghi, e decisamente uno dei meno importanti, in cui pubblichi.
    E sai che ti dico: probabilmente hai ragione tu, perché per me è inconcepibile che una storia che ha avuto un ottimo riscontro di lettori come la tua, a tre giorni dalla pubblicazione del finale non abbia neppure un commento. Ma allora chi commentava perché lo faceva? Nessuno curioso del finale?
    Non so se mi spiego: hai evidentemente molti lettori che votano silenziosi.
    Ma di tutti i lettori/autori che hanno commentato fin qui non si è ancora presentato nessuno? Ma non dovrebbe essere il bello di questa piattaforma potersi confrontare con gli altri?
    O forse – senti che dubbio strano che mi è venuto -i commenti arrivano solo per la ricerca di voti di scambio?
    Ti confesso che sono un po’ amareggiato.
    Da un certo punto di vista, rimani uno degli autori a mio parere più interessanti tra quelli che ho incontrato qui dentro.
    Ma non so se leggerò la terza parte, magari aspetto direttamente che sia pubblicato il libro!
    Ciao, non ti dico a presto perché ho capito che declini il concetto in termini molto personali. 🙂

    • Ti rigrazio per i complimenti: fa molto piacere sapere di essere apprezzati e seguiti così da vicino, specialmente per un racconto che ho iniziato a portare avanti quasi otto mesi fa (e che facilmente porterò avanti per molto altro tempo).

      Riguardo i limiti di questa piattaforma, mi trovo in parte d’accordo con te sul fatto che talvolta risulti essere incompatibile con il mio stile e con i miei obiettivi: sono naturalmente tendente al prolisso, sia intermini di stretta narrazione che di trama, cosa che mi porta a creare racconti decisamente non-autoconclusivi. Credo sia anche un problema legato alla struttura del sito: offrire cinquemila caratteri per dieci episodi, cinquantamila in totale, non è per me ideale; è troppo per impostare un racconto che io possa definire “breve”, ed è troppo poco per pianificare (per quanto il sistema a votazione lo permetta) una trama più articolata. Specialmente per racconti come questo, che nascono come progetti secondari per poi rivelarsi (a me medesimo) come molto più prolifici di quanto immaginato, si viene a creare una situazione spiacevole per tutti: per me, come autore, che mi ritrovo a dover sottostare a maglie di pubblicazione “consigliata” che mal si adattano con la mia settimana di lavoro e con i miei altri impegni; per il lettore, nel momento in cui è costretto a dover sopportare i miei tempi di pubblicazione per seguire una storia per la quale, immagino, non ha intenzione di investire più tempo del necessario. Naturale che poi, dato anche e soprattutto il tipo di racconto a POV cangianti, il lettore venga a perdersi.
      Io nemmeno so spiegarmi la discrepanza. Al di là di alcuni utenti che conosco personalmente (alcuni dei quali so arrivare da fonti social senza lasciare commenti), non mi spiego la situazione.
      Questo vale specialmente per gli altri utenti-autori qui sul sito. E in effetti, parlando proprio di questo, inizio a farmi dei dubbi anche io sulla legittimità dell’area commenti: è un gran peccato, dato che il motivo principale per cui, a suo tempo, mi sono iscritto a THe iNCIPIT sarebbe stato quello di ricevere del feedback per la mia produzione. Se davvero i commenti vengono avanzati solamente per invogliare altri utenti a ricambiare, e dunque per racimolare qualche punto in più, viene del tutto a perdersi il senso del sito.
      Certo, può anche darsi che gli utenti-autori me li sia incattiviti da solo, proprio a causa dei miei (notevoli) ritardi nella pubblicazione o non ricambiando i commenti, ma su questo posso solo speculare.
      Ho riflettuto già in precedenza sullo stato di questo racconto. Credo che, effettivamente, non procederò oltre a pubblicarlo a puntate su questo sito: come dicevo, è diventato qualcosa di più grosso di quello che credevo possibile all’inizio e dato che, sinceramente, non credo riuscirei a raggiungere il finale che intendo raggiungere con un altro round di cinquantamila caratteri (nemmeno del tutto liberi) e forse nemmeno con altri centomila. Penso sia effettivamente meglio portarlo avanti in altra sede, dedicandoci tutto il tempo di cui ha bisogno.
      Un’ultima nota riguardo le mie pubblicazioni: in realtà, non sono presente in modo attivo su nessun altra piattaforma, né sto pubblicando in altro modo. Purtroppo, i miei impegni non me lo permettono (né, aggiungerei, saprei dove muovermi per meglio far vedere il mio lavoro).

      Detto questo, ti ringrazio nuovamente. Ho molto apprezzato le osservazioni e l’opportunità di rifletterci sopra. Spero ci sia ancora occasione per ringraziarti ancora. A presto.

  • Janet sembra essersi costruita un buon consenso. Sarà merito della cosa che hai fatto con l’ultimo episodio? In ogni caso, l’ho votata anche io.
    Continua così.

    – Bay

    • Questa cosa non la sapevo. Però riesco a vedere il perché di questa scelta: il color kaki ha il pregio di non essere troppo appriscente, ma allo stesso tempo di essere diverso. E poi, i colori tipo terra vanno sempre bene per un’ambientazione post-apocalittica o distopica, no?
      Non a caso, vestivano di kaki anche i delta de “Il Mondo Nuovo”. 😉

  • Ottimo anche questo sesto capitolo, davvero.
    Del personaggio si sa molto poco, ma mi hai fatto venire voglia di saperne di più.
    Mi domando però se questa storia avrà mai fine, con tutti questi nuovi personaggi. xD
    Già che siamo in tema, ho votato per Janet. E’ un po’ che non la vedo, e voglio saperne di più anche dei suoi nuovi amici.

  • Stavo perdendomi la seconda parte. Davvero, stavo commettendo una svista bella grossa. Il racconto è bello quanto la prima parte e mi dispiace proprio di essere arrivato solo con il quinti capitolo già uscito. Per il sesto, voto Janet: la dimensione urbana della sua storia mi interessa molto. Penso che sia un’opportunità per un po’ di fantascienza terra-terra.

  • Leggo solo ora che sei già al quarto episodio. Che dire? Bello! Non è il mio genere, la fantascienza: credo di non saperne scrivere, anche perchè non ne ho mai letto, ma… questa storia è bella, intrigante e soprattutto: BEN SCRITTA. Fila liscia, la punteggiatura è al suo posto (e non è scontato!) fatta eccezione per una piccola svista, e le frasi sono incisive, determinate ma non ampollose.
    Alcune immagini evocate mi hanno ricordato un po’ “Io sono leggenda”, ma qui scorgo uno sci-fi dalle connotazioni fanta-religiose, se così si può dire! Buon lavoro!
    Io attendo di sapere che succede a Janet. 🙂

    • Grazie mille. È sempre bello sapere che quello che scrivo riesce a lasciare il segno.
      La fantascienza, come genere, penso sia quello più versatile di tutti: per questo, l’ho scelto per raccontare le mie storie. Sebbene mi manchi quella formazione tecnica che permette ad alcuni di dare quel tono più scientifico al genere, penso di non difettare almeno di quella prima componente del termine “fantascienza”. E sì, l’elemento religioso è uno dei miei preferiti, soprattutto quando accostato ad ambientazioni e trame che non lo richiederebbero.
      Ancora grazie, e spero ti divertiranno anche i prossimi capitoli.

  • Cioè cioè, una bionave? Dimmi che è una bionave!
    Del resto, avrebbe anche senso che questa città nel cielo sia proprio una bionave: visto che fino ad ora si è parlato di piante assassine, potrebbe darsi che dietro alle quinte ci sia una qualche razza aliena a base vegetale? Spero di sì.

  • Bellissimo questo capitolo. Per un attimo è parso anche a me di volare via in groppa ad una creatura di un altro mondo. Anche le immagini che hai descritto mi hanno fatto emozionare, sono molto vivide e quasi “palpabili”. I prossimi capitoli saranno tutti come questo?

  • Bella virata, affascinante il contrasto tra un mondo in dissoluzione laggiù e una sorta di Iperuranio che sembrerebbe la terra della serenità. Non mi fiderei troppo del polpo volante, nonostante ricordi il babbo… o forse è il polpo che inculca queste immagini in Bentham??
    Voto Janet per pareggiare il conto.
    A presto
    O tardi, penso sia più importante la qualità della frequenza degli aggiornamenti.

    • Chissà, potrebbe proprio essere un effetto collaterale alla vicinanza al caro mollusco. Si vedrà di certo nei prossimi capitoli.
      Janet per adesso sembra essere rimasta indietro, ma anche lei avrà occasione per farsi viva, senza dubbio. Ora pare che toccherà ad Ira, invece.
      Comunque, in questi giorni sono stato un po’ oberato: conto che nei prossimi riuscirò a ritrovare una cadenza più tollerabile, senza sacrificare la qualità.
      Grazie e alla prossima. ^^

  • Devo proprio dirtelo: mi piace la piega che sta prendendo questo racconto.
    Presento che finalmente l’elemento fantascienza si farà vivo nelle sue classicità più tipiche. Cosa che non è un male.
    Ciao,

    – Bay

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