L’Ultimo Negromante – I. Il Risveglio dell’Erede

Dove eravamo rimasti?

Il prossimo capitolo chiuderà la prima parte della storia. Due parole per descriverlo. Oblio e rinascita (90%)

Il Risveglio dell’Erede

“Ho sempre avuto paura del buio. Il buio nasconde, mente, soffoca. Nel buio non ci sono sfumature, né contorni; non ci sono suoni o sensazioni. Regna un vuoto opprimente che distrugge tutto.

È nelle tenebre che si cela il male.

Eppure, l’oscurità è il mio mondo. È strano, sono come una falena: cerco disperatamente la luce per trovare la mia strada, ma è solo quando calano le tenebre che sento di essere veramente me stesso.”

«Heian!»

Una voce, dolce e calda, ridestò il giovane dai suoi pensieri. Sentiva le palpebre pesanti e il corpo immobile.

«Apri gli occhi, Heian!»

Il ragazzino non sapeva di chi fosse quella voce, ma decise di fare quanto gli era stato ordinato. Aprì gli occhi e cercò di mettere a fuoco ciò che aveva intorno.

Si trovava in uno spazio completamente nero. Fluttuava nell’aria e ogni sensazione era svanita. Non sentiva né dolore né stanchezza.

Si voltò e trovò il proprietario di quella voce. Heian non riusciva a credere ai suoi occhi: era bellissimo. Quell’essere possedeva lineamenti gentili e delicati come quelli di una donna. Le labbra erano carnose e gli occhi dorati. I capelli, lunghi e corvini, terminavano in fiamme nere. Era fasciato in una veste scura, ma ciò che lo stupì maggiormente furono le ali, enormi e scheletriche, che partivano dalla sua schiena.

«S-sono morto?» balbettò il giovane, scosso da una paura improvvisa.

«No» rispose tranquillamente l’altro «siamo all’interno della tua anima. Poco fa, il tuo cuore ha rischiato di esplodere. Io l’ho fermato e ho ripristinato l’equilibrio.»

«Equilibrio?» ripeté Heian, confuso.

«Esatto. Hai due poteri dentro di te: quello del negromante, che hai ereditato da tuo padre, e quello degli esorcisti, generato dal sigillo sul tuo petto. Essi si eguagliano e l’equilibrio della tua anima non viene intaccato. Tuttavia, quando ti hanno colpito, questo equilibrio è stato alterato e l’energia scaturita stava per far esplodere il tuo cuore» lo informò.

Heian deglutì. Non era sicuro di aver capito pienamente le sue parole, ma decise di annuire e di porgli altre domande. «Tu chi sei?»

«Mi dispiace, Heian. Vorrei spiegarti tutto, ma il tempo a me concesso è limitato» affermò la creatura avvicinandosi a lui «posso solo darti un consiglio: cerca l’Antico Libro sulle Origini del Potere! Lì troverai le risposte che cerchi. Impara ad osservare il mondo con i tuoi occhi e stabilisci da solo ciò che è giusto.»

L’essere allungò un braccio e posò una mano sul suo petto.

«Proprio ora, il tuo cuore ha ripreso a battere. Proteggerò il tuo spirito e ti permetterò di scappare. Ora risvegliati, mio giovane Kest Narr!»

 

***

 

Damian era in ginocchio, gli occhi spenti e le braccia abbandonate lungo i fianchi. Guardava il corpo del fratellino che giaceva immobile accanto a lui.

Aveva fallito. Per la seconda volta, non era riuscito a proteggerlo e lo aveva abbandonato.

Il negromante stava per voltarsi, ma con la coda dell’occhio notò un movimento.

Il suo cuore mancò un battito quando vide Heian alzarsi in piedi. La luce delle fiamme gli conferiva un aspetto quasi sinistro. Il cappuccio copriva parzialmente il suo viso, gli occhi erano completamente neri e solo l’iride dorata risaltava in quell’oscurità.

Il ragazzino alzò le braccia e decine di spiriti si materializzarono nella radura. Sagome scure e senza volto si avvicinarono a lui, pronte ad obbedire ad ogni suo comando.

«Come fa a controllarne così tanti?» domandò Cale ad un Damian stupito quanto lui.

Heian spostò lentamente le mani, rivolgendo i palmi verso i suoi avversari. Le anime fluttuarono e si unirono davanti a lui, mutando forma e creando una sfera nera di pura energia. Lampi viola la attraversarono e la terra cominciò a tremare.

Steiner e Harles riuscirono ad intuire appena in tempo ciò che stava per accadere.

La sfera venne scagliata contro di loro. Le fiamme si spensero e gli alberi vennero spazzati via, così come gli esorcisti che non ebbero la forza di opporsi a quel potere devastante. Solo i due comandanti, ansimanti e in ginocchio, erano riusciti a proteggersi grazie alle loro armi incantate.

Damian si avvicinò ad Heian. Il fratellino era pallido e tremava. Senza pensare, lo abbracciò forte.

«Heian!» urlò, stringendolo ancora di più a sé, «torna in te!»

Il giovane sbatté le palpebre: gli occhi erano tornati castani.

«Damian» sussurrò con un filo di voce «scappiamo!»

Il negromante non se lo fece ripetere due volte. Prese in braccio il ragazzino, avvisò i compagni e si lanciò nel bosco insieme a loro.

Harles si alzò in piedi, «credo che avremo un sacco di cose da raccontare al Sommo panzone» commentò, rinfoderando le spade.

Steiner non rispose. Gli occhi azzurri continuavano a fissare il punto in cui erano fuggiti i suoi nemici.

Tirò un pugno per terra, finendo per sbucciarsi le nocche, mentre le labbra sibilarono una promessa: «te lo giuro, Sefer, mi prenderò la vita dei tuoi figli, costi quel che costi!»

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305 Commenti

  • Una storia molto avvincente, ho apprezzato molto il ribaltamento dei ruoli di negromanti ed esorcisti, che solitamente hanno allineamenti inversi rispetto a quelli di questa storia. 😀 Leggerò la seconda parte appena potrò, non vedo l’ora di scoprire come continua il racconto! Ancora complimenti! 🙂

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