L’Ultimo Negromante – I. Il Risveglio dell’Erede

Dove eravamo rimasti?

Cosa succederà al giovane Heian? cade nel fiume, sbatte la testa contro una roccia e perde i sensi (89%)

Padre

Faceva freddo, terribilmente freddo. Gli abiti sembravano pesare sulla pelle come macigni, mentre la testa continuava a pulsare in modo atroce.

L’odore intenso dell’erba bagnata riempiva le narici e lo scorrere incessante del fiume era l’unico suono che osava sfidare il silenzio.

Solo in quel momento, mentre i sensi riprendevano lentamente a funzionare, Heian si rese conto di essere fuori dall’acqua.

Aprì gli occhi, si mise a sedere e sbatté le palpebre un paio di volte. Il sole stava tramontando, mentre l’oscurità avanzava implacabile, divorando ogni cosa.

Il giovane si trovava sulla riva del fiume, bagnato dalla testa ai piedi e con così tanti acciacchi da far invidia a un novantenne. Se non era morto congelato, lo doveva unicamente al mantello che aveva addosso.

“Un momento!” pensò Heian, stupito, “di chi è questo mantello? Cos’è successo?”

Si portò una mano alla fronte, tentando di ricordare, e notò che era fasciata.

Non appena le dita sfiorarono quella stoffa, nella sua mente rivide ciò che era accaduto: i tre ragazzini nel bosco, lo spintone e la caduta. Ricordò l’acqua gelida che lo intrappolava in una morsa, la corrente forte, un dolore atroce alla testa e poi, prima di perdere i sensi, una mano che lo afferrava e un uomo con la maschera.

Nonostante si sforzasse, non riusciva a rammentare altro.

“Meglio che torni a casa” si disse, scosso dai brividi. Era inutile continuare a rimuginare in quel posto; non vedeva l’ora di farsi un bagno caldo e mettersi qualcosa di asciutto.

Conosceva perfettamente quei luoghi e ritrovò velocemente la strada di casa.

Heian si aspettava una bella lavata di capo dalla signora Gina e si stupì di non trovarla dall’ingresso a sputare fiamme, con lo scopettone in mano.

Aprì il portone in legno scuro ed entrò nell’abitazione.

Un silenzio innaturale regnava nell’enorme villa. Non si sentiva nulla. Né il rumore delle stoviglie e dei carrelli stracolmi di pietanze né il vociare dei domestici indaffarati per preparare il pasto. Niente.

«Signora Gina!» urlò Heian, in un misto di timore e preoccupazione. Non ebbe alcuna risposta, così provò di nuovo.

«Signor Krayes!» Neanche il maggiordomo rispose.

Decise di rinunciare e si diresse verso la sala da pranzo. Era una stanza dalle pareti bianche, coperte da numerosi dipinti, e il pavimento nero.

Un grande lampadario di cristallo si trovava sopra ad un tavolo rettangolare perfettamente apparecchiato per la cena.

Vi erano anche tre finestre che davano sul giardino e dalle quali si poteva osservare che era ormai calata la sera.

Il ragazzo fece un passo in avanti, poi, stabilendo come priorità quella di cambiarsi e mettersi qualcosa di asciutto, si voltò per uscire.

«Heian!» una voce profonda lo bloccò sul posto. Quella voce.

Sentì il cuore martellare nel petto: quando aveva cominciato ad avere così tanta paura di suo padre?

Si girò nuovamente e, dall’altra parte della sala, vide lui: August Steiner. Elegante e affascinante come sempre, indossava una tunica blu, con ricami in oro, e pantaloni scuri. I capelli brizzolati erano tirati indietro e solo un ciuffo solitario gli cadeva sulla fronte.

«Padre!» esclamò il giovane, cercando di non balbettare, «siete tornato a casa!»

L’uomo sorrise e si avvicinò lentamente «certo! Sai che odio stare troppo lontano da casa e… da te» gli confidò, accorciando la distanza che li separava.

Heian tentò di rimanere impassibile «mi fa piacere che siate tornato» mentì «dove sono tutti i domestici?»

«Ho concesso loro un po’ di riposo. È giusto che abbiano delle serate libere ogni tanto. E poi…» aggiunse, appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo, «volevo stare un po’ da solo con te.»

“Per fare il padre?” commentò Heian tra sé e sé “probabilmente è lui quello che ha preso una botta in testa!”

«Come mai sei tutto bagnato?» continuò, notando gli abiti del figlio.

«Mi hanno spi… cioè, volevo dire, sono caduto nel fiume» mentì di nuovo.

«E questo mantello?» chiese l’uomo, sfiorando la stoffa nera.

«L’ho trovato nel bosco.»

Gli occhi azzurri del padre lo trafissero come lame di ghiaccio «sicuro?» domandò, scrutandolo attentamente. Il ragazzo annuì.

Si avvicinò ancora «Non è che, per caso, sei stato spinto nel fiume e un uomo con la maschera ti ha salvato, vero?» sibilò all’orecchio del giovane.

Questa volta, Heian non riuscì a nascondere un’espressione sorpresa.

L’uomo si scostò leggermente, afferrò il viso del  giovane con una mano e lo obbligò ad indietreggiare finché il muro non lo bloccò.

«Hai fatto un ottimo lavoro, moccioso!» si complimentò lui, mentre un ghigno spietato si disegnava sul suo viso «grazie a te, i tuoi amichetti sono usciti allo scoperto!»

Cominciò a stringere la presa e il ragazzo afferrò il suo braccio, cercando inutilmente di liberarsi.

«Mi dispiace, Heian, ma non posso proprio lasciarti andare!»

Appena pronunciò quelle parole, le finestre della sala andarono in frantumi e una nebbia nera cominciò ad avvolgere ogni cosa.

Steiner sorrise divertito «Sono arrivati!»

Cosa accadrà?

  • Heian viene rapito (44%)
    44
  • Heian cerca di scappare, ma il padre lo blocca (33%)
    33
  • Heian approfitta di un momento di distrazione del padre e scappa, trovando rifugio da un'amica (22%)
    22
Loading ... Loading ...
Categorie

Lascia un commento

305 Commenti

  • Una storia molto avvincente, ho apprezzato molto il ribaltamento dei ruoli di negromanti ed esorcisti, che solitamente hanno allineamenti inversi rispetto a quelli di questa storia. 😀 Leggerò la seconda parte appena potrò, non vedo l’ora di scoprire come continua il racconto! Ancora complimenti! 🙂

  • Questo sito usa i cookies per migliorare l'esperienza utente. Cliccando su Accetto acconsenti all'utilizzo di cookie tecnici e obbligatori e all'invio di statistiche anonime sull'uso del sito maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi