Quello che mi porto dentro

Dove eravamo rimasti?

Cos'è successo a Celeste? Celeste inizia il suo racconto spiegando chi è e come ha conosciuto Antonio (100%)

Ricordi

Ero stata sempre allergica alle storie serie.

Sarà che non mi reputavo mai abbastanza per gli standard degli altri. Appena un ragazzo s’interessava a me, credevo di toccare il cielo con un dito. All’improvviso però, quell’euforia scemava ed io avevo bisogno di fuggire. Quella costrizione chiamata coppia, non faceva per me!

Saltavo da un ragazzo all’altro come un’ape in fiore. Mai nessuno tuttavia aveva colto il mio nettare. Agli occhi della gente ero vista come una poco di buono e forse la colpa era anche un po’ mia. In fondo la Sicilia non era cambiata molto in confronto al Medio Evo.

Molti miei concittadini additavano la lussuria come una tragedia. Il vizio capitale dal quale tenersi distanti anni luce. Ed ero cresciuta così incastrata tra la mentalità vivace e ribelle del nord e l’austera moralità del sud. Questa, reputava indegna una ragazza solo perché non era fidanzata, aveva un figlio senza marito o se faceva sesso con più uomini.

Non mi ero mai posta il problema anzi, continuavo a vivere la mia esistenza come uno spettatore. Restavo lì ferma a osservare la gente affaccendarsi per guadagnarsi il rispetto della gente. Ma spesso non c’erano buone azioni a bastare. Si finiva nella lista dei marci molto facilmente, senza un perché. Un giorno, riaccompagnavo la signora Carmela a casa. Si ostinava a uscire da sola e a caricarsi come un mulo. Le avevo ripetuto centomila volte che l’avrei accompagnata volentieri se me lo avesse chiesto. Quella donna era una testa dura. Chissà quante volte da giovane aveva fatto disperare il suo Angelo.

Davanti alla porta incontrammo un bel ragazzone moro ad accoglierci.

«Quante volte ti ha ripetuto la mamma che devi aspettare me per uscire?» le chiese apprensivo.

«Gioia di nonna! Toglieresti le buste da mano a questa figliola? Sai, pesano!» sussurrò affettuosa la mia vicina di casa.

Carmela Basile era un’arzilla vedova sulla settantina. Nonostante la sua età, riusciva a giudicare le persone senza lasciarsi influenzare dai pettegolezzi. Mi aveva vista nascere, crescere eppure non mi ricordavo di suo nipote!

«Cara, ti ricordi di Antonio?» domandò divertita facendomi segno di entrare.

Antonio, mi tolse le buste dalle mani e sorridendo mi sussurrò all’orecchio: «Grazie. La nonna parla sempre di te»

Arrossii come una cretina, era la prima volta che mi succedeva.

«Tu caro, ti ricordi di lei?» mormorò divertita la nonna porgendogli un caffè.

«E come dimenticarla! È stata sempre un tipetto imprevedibile. Era molto audace da bambina, ora che è diventata una signorina mi sembra un po’ timida!» ammise sogghignando divertito.

Oddio! A cosa alludeva?

«Lui è il figlio di Ada, il fratello maggiore di Salvatore.»

In quel momento mi cadde la tazzina dalle mani. Santo Cielo! Avevo avuto una cotta stratosferica, per questo strafigo molti anni prima!

«Ecco nonna, credo gli sia tornata la memoria alla piccola Celestina!»

Quel nomignolo lo odiavo… mi aveva sempre chiamato così. Era un modo per mettere le distanze, come per dire tu sei una mocciosa ed io un adulto. La cosa buffa? Avevamo solo cinque anni di differenza.

«Sono cresciuta Tonio. Ormai ho vent’anni potresti anche chiamarmi Celeste!» risposi piccata.

La signora Carmela si recò in cucina a posare gli ortaggi. Antonio si avvicinò e scompigliandomi i capelli mi disse: «Me ne sono reso conto. Sei diventata davvero bella, ma continuerò a chiamarti Celestina, mi piace di più!»

La nonna ritornò in salone e rimproverò suo nipote con lo sguardo.

«Non fare il furbacchione con lei, altrimenti ti sparo con il fucile di tuo nonno buon’anima!»

Scoppiai in una fragorosa risata mentre lui divertivo alzò le mani.

«Tranquilla nonna, starò buono! Ciao Celestina, è stato un piacere rivederti!»

Andò via così, accompagnato dalla lieve brezza di maggio.

Un mese dopo quell’incontro, mi ritrovai a scavare tra le cose di qualche anno prima. Avevo diari con miliardi di lettere e scritte a caratteri cubitali: ANTONIO TI AMO! 

Oddio che vergogna! Chissà quante volte mi aveva presa in giro con i suoi amici. Richiusi il tutto e sospirai guardando fuori dalla finestra.

Palermo era bellissima in questa stagione. Il profumo degli aranci e dei limoni solleticava il mio olfatto mentre la tenera brezza di fine stagione mi scompigliava i capelli. Adoravo sedermi sul davanzale di camera mia e perdermi con lo sguardo oltre il golfo di Palermo. Quell’immensa distesa d’acqua cristallina che sfociava nel Tirreno. Quando ero triste amavo fissarlo. Il movimento ipnotico delle onde era capace di alleviare tutti i miei dispiaceri. Ero stata un’adolescente davvero peperina, ed ora da giovane donna non ero da meno. Non mi ero mai interessata profondamente a qualcuno, ma la vista di Antonio mi aveva sconvolto in tutti i sensi. Anche il mio corpo reagiva al suo ricordo. Il solo pensiero mi regalava forti fitte al basso ventre. Che fosse questo il desiderio carnale? All’improvviso la suoneria del mio telefonino mi distrasse. Mi recai a rovistare nella borsa, dov’era quel cavolo di affare quando serviva?

Cosa succederà tra Antonio e Celeste?

  • finiscono a letto insieme e antonio sbotta quando si accorge che Celeste è vergine (50%)
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  • si finge esperta e presa dalla curiosità ci va a letto (50%)
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  • fanno petting e lei scappa terrorizzata (0%)
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16 Commenti

  • Ho votato rapporto serio, morboso e pieno di ombre. Le scene di sesso sono fantastiche, spinte all’estremo ma vissute e narrate con un gusto tutto femminile che non riuscirei a imitare. E anche quando non fa sesso la ragazza irradia sensualità da tutti i pori. Ma sinceramente la trama non mi prende, intendo proprio come genere: mi sembra un “rosa” con tanto tanto sesso.
    Se dovessi indicare la principale differenza tra il tuo racconto e il mio, direi che nel mio il desiderio sessuale è il protagonista (almeno per ora), pur essendoci coprotagonisti importanti, mentre nel tuo il sesso è un coprotagonista importante, ma il punto focale è la storia d’amore. Ciao

  • Ciao Eleanor, voto ancora Antonio, voglio vedere come reagisce lei.
    Riporto alcune tue frasi molto belle:

    Da quella sera evitai Antonio come la peste. Le sue parole offensive erano penetrate nella mia anima, scavando una voragine. Ma non mi sarei abbattuta a causa sua, avevo deciso di prendere la vita di petto, questi erano imprevisti che ti aiutavano a crescere. –

    Per una volta che decidevo di impegnarmi corpo e anima avevo ricevuto quella
    cantonata. – Quant’è vero!

    Pochi attimi dopo eravamo avvinghiati giù al molo. C’eravamo nascosti in una cabina e li avevamo dato inizio a una travolgente danza fatta di gemiti e di sospiri. Le sue mani scoprivano il mio corpo eccitato con maestria, le sue dita scivolarono nella mia intimità già eccitata costringendomi a inarcare la schiena per amplificare quel piacere che mi stava regalando – Che bella descrizione!
    Non lo sapevo ma sospirai pensando che per un po’ di tempo avrei avuto molti ricordi su cui fantasticare per appagare i miei sensi. – Bel finale e bell’inizio.
    Reale, sincero e travolgente. Brava.

  • Ciao, non male come incipit.

    Solitamente le storie erotiche partono in maniera differente, mentre la tua decisione di partire con la protagonista già incinta mi piace molto.

    Ho trovato particolarmente azzeccate anche le emozioni psicologiche della ragazza, hai delineato molto bene le varie ansie/paura della protagonista, per cui…

    Seguo!

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