#1
La prima volta che baciai Rita fu la volta in cui disse che la nostra storia doveva finire. Sua madre sospettava, vedersi era diventato rischioso.
Disse questo, con la mia mano ancora sul suo seno, con lei che premeva forte la mia mano, come se mente e corpo lottassero ai lati opposti dell’universo.
Scivolai sul sedile, la pelle del sedile che si incollava alla mia guancia sudata. Lì, nell’auto in cui lei mi aveva chiesto di fuggire, fissai gli occhi di Rita. Freddi, azzurri, ma capaci di sciogliere anche un petto duro come il mio. Le sue labbra rosse.
Nell’autoradio, la voce di ferro del cronista raccontava di un Vietnam lontano, ma anche incredibilmente vicino. Ebbi un’immagine fugace e violenta: Denny, mio fratello, lui e il suo fucile che crollavano in silenzio, con lentezza, in un campo di riso in una giornata di sole.
Rita era bella, la più bella di tutte.
La brezza penetrava nell’abitacolo. La campagna era un forno di paure, eravamo nel pieno dell’estate. L’aria raccolse ogni nostra certezza e si mise a spargerla per il mondo.
Rita tolse la mia mano dalla camicetta, delicatamente, alzò la testa, guardò il proprio riflesso nello specchietto. Si aggiustò i capelli, si bloccò.
Scoppiò a piangere, la mano davanti alla bocca.
Nota:
Buongiorno a tutti.
Questa non è una storia in classico stile THe iNCIPIT.
Non è mai stata pubblicata, ok, ma ho già scritto tutti e 10 i capitoli.
Proprio perché sono 10, e proprio perché non faccio un giro quaggiù da una vita, la uso come scusa per farvi un saluto.
E poi, le vostre eventuali correzioni credo mi saranno utili.
Se la cosa in qualche modo vi offende o non vi sta bene, non siete obbligati a leggere, e nemmeno a votare.
E i vecchiardi di TI, che mi raccontano?
MAt
Se un albero cade in una foresta ma nessuno è presente, fa rumore?
- Ah! È un tranello, non ci casco: gli alberi non cadono mai. (17%)
- No (0%)
- Sì (83%)

20/03/2016 at 23:25
Decisamente bravo, lo spiazzamento finale spiazza davvero! 🙂
E dà anche un senso a tutto il racconto che, ti confesso, fino a quel momento mi aveva lasciato un senso di già sentito.
Molto elegante anche la scrittura, che riporta efficacemente l’atmosfera del ricordo, anche se, personalmente, avrei spezzettato meno cercando un po’ più di fluidità.
21/03/2016 at 11:48
Grazie Michel, credo che nella prossima stesura, infatti, tenterò di inserire qualcosa di più interessante anche nei capitoli iniziali. Anche Napo mi aveva detto che erano un po’ un cliché 😉
18/03/2016 at 13:25
Bello, fare da spettatrice alla tua storia.
La tua maestria nel celare particolari fondamentali e assolutamente non trascurabili mi ha conquistata. A quando la tua prossima storia e, domanda molto più lecita, dove la compro?
È stato un piacere.
18/03/2016 at 15:38
Piacere mio.
Be’, comprarla, non l’ho ancora pubblicata! Ahah, ma grazie della fiducia.
17/03/2016 at 23:24
Che dire?
Racconto interessante, rapido, non interattivo, direi “off label”.
Ciao
Al prossimo.
🙂
17/03/2016 at 23:38
Ciao Maria, alla prossima.
17/03/2016 at 21:52
Ma lo sai che, svolazzando di qua svolazzando di là, ho scoperto che qui in giro c’è chi non sa chi è Guy Ritchie o chi è Tom Selleck…?!
Lo sai che molti esordienti usano a sproposito il gerundio e ficcano le virgole sempre al posto sbagliato?
Lo sai che domenica prossima/prossima è Pasqua?
Lo sai che stasera per cena mi sono fatta un big mac artigianale?
Ma l’analisi finale la vuoi qui o in mail? ( perchè è lunghina …..) magari l’accorcio… fammi sapere………….
17/03/2016 at 23:41
“Lo sai che molti esordienti usano a sproposito il gerundio e ficcano le virgole sempre al posto sbagliato?”
Be’, potrei essere io, anche se credo di aver detto di no al gerundio da un pezzo, a parte in rari casi. Forse sbagliati. Però so chi è Ritchie e quel bell’uomo di Selleck… “uomo”, poi…
Ci sentiamo via mail, ma senza pressure, non ho fretta di demoralizzarmi.
17/03/2016 at 14:14
bravo…o brava? ciao 😉
17/03/2016 at 19:00
pregO!
17/03/2016 at 19:00
Cioè, grazie. Sono suonatO!
16/03/2016 at 22:13
“Papà è seduto davanti al garage, si alza non appena mi vede. La Fury che aggredisce le curve della collina.” Il padre vede lui o la Fury? O vuoi lasciare intendere che lui e la Fury sono un tutt’uno ormai?
16/03/2016 at 23:17
Sta tornando a casa in macchina, scende dalla collina in macchina.
“Lui” chi? 🙂
16/03/2016 at 17:11
vabbè dai, questa è ovvia!!!
16/03/2016 at 17:19
Dipende. Io ho messo entrambe però.
16/03/2016 at 17:25
No, un momento! Appena ho letto Durden e saponaio non ci ho pensato un attimo…. non ho nemmeno guardato l’opzione “entrambe”…. uffa! dovevo premere più lentamente, troppo entusiasmo! ahahahah
16/03/2016 at 17:33
Vabbè, ti passerò anche questa.
16/03/2016 at 17:03
Da “The Snatch”.
«Sai come sono. Ci infilano sempre
un cane, negli affari.»
(gli zingari)
16/03/2016 at 16:49
Un alberello… ahahahahahahah
( si avvicina l’arringa finale!!! Preparati a implodere sotto la mia ira funesta 😉 )
16/03/2016 at 16:49
Un alberello.
Ti ricordo un film: “The Snatch”.
Fregata.
16/03/2016 at 17:08
Daiii!!! Pensa che Pitt pugile rom mi era pure venuto in mente – conoscendo le tue domande/movie color!
16/03/2016 at 15:13
Un coltello, cos’altro?
16/03/2016 at 16:49
Vedremo!
16/03/2016 at 09:04
Un coltello?! Si portano dietro di tutto ma ancora non li ho visti con alberi e cani.
Mi è sembrato che colorato e vuoto fosse un abbinamento stonato. Era meglio in originale.
Molto sottile il passaggio dal passato al presente tramite il ruggito della Fury. A me è piaciuto.
16/03/2016 at 12:04
Grazie del suggerimento 🙂
Te ne darò uno anche io (riguardo agli zingari).
Presto.
16/03/2016 at 15:32
Aspetto il tuo consiglio allora. Sugli zingari, dico.
16/03/2016 at 16:48
Ovvio. Io aspetto di sapere cosa risponde la Startari, prima. Voglio proprio vedere se la sa.
16/03/2016 at 22:11
Non perde mai un colpo, Alessandra. E quando lo fa si difende così bene che nessuno se ne accorge.
Pensare che l’ho anche rivisto di recente quel film.
16/03/2016 at 23:18
Ehm…
16/03/2016 at 08:39
Mi viene solo un dubbio per quel “colorato”, non vorrei avesse un che di psichedelico. In origine era “grigio”.
15/03/2016 at 19:46
D’accordo, sarò garbato stavolta. Ho notato già nelle pillole precedenti che ami alternare il passato remoto con il presente indicativo: assolutamente lecito, imho, quando se ne fa un uso discreto. Qui mi sembra che tu abbia esagerato, alternando più volte i tempi verbali anche quando non sembra necessario ai fini della narrazione.
16/03/2016 at 08:30
Ok, mi segno di darci un occhio alla prossima revisione.
15/03/2016 at 17:57
Ci risiamo con questo 50 e 50! Possibile? Ogni volta che voto io!
Direi che la DC Comics con Dr Manhattan ha davvero fatto l’impossibile, non ha neanche l’allergia alla criptonite – unico punto debole di Superman, oltre allo spiccato senso di umanità che manca a Manhattan. Per cui direi che M. è talmente tutto e più di tutto che manco Superman può superarlo, figuriamoci Goku. Non a caso nel film “Batman v Superman” si sono ben guardati dallo scritturarlo 😉
15/03/2016 at 18:06
Anche io credo che il Dr. Manhattan sia un gradino sotto a Dio.
Quanto a Superman vs. Goku, sono in totale crisi. Superman è di acciaio, ma Goku distrugge mondi interi con un dito (e quindi anche l’acciaio).
Detto questo, il podio per me è:
– Dr. Manhattan
– Goku (che sempre alieno è)
– Superman
Sempre che Superman non colpisca Goku per primo alle spalle.
15/03/2016 at 19:39
In ogni caso, una battaglia tra certi supereroi la vedrei bene con questo brano – anche se sta più che bene dove sta, comunque – 😉
https://www.youtube.com/watch?v=kVaULsemCjo
16/03/2016 at 08:29
Sì, ha la giusta carica.
15/03/2016 at 13:55
Superman 😉
15/03/2016 at 14:09
Io avrei detto Dr. Manhattan.
14/03/2016 at 20:33
Ammazza! 50 e 50 !?…. ma finiva pari!!!!!
( il resto alla fine 😉 )
14/03/2016 at 23:27
Alessandra da te non me l’aspettavo. Vince Apollo 🙂
14/03/2016 at 23:56
No! Sei pure uno scritore!! Non hai colto il senso dell’epilogo? 😉 Apollo mantiene il titolo, ma per il pubblico e per il mondo la vittoria è di Rocky: ergo: pari.
15/03/2016 at 00:09
Vostro onore, io avevo scritto “Chi vince l’incontro”… 🙂
In ogni caso, sapevo che lo sapevi, e infatti mi ero stupito.
Sto tirando un respiro di sollievo.
15/03/2016 at 00:15
Beh, sì, se proprio vogliamo essere razional-pignoli, ha vinto Apollo…. ma è chiaro che la vittoria è di Rocky… 😉 😉 per questo li davo pari…. 🙂
15/03/2016 at 00:17
Infondo – come disse Searle – siamo solo polvere di stelle.
15/03/2016 at 00:18
In fondo
(dio mio)
15/03/2016 at 00:22
Ma tu quando scirvi infondi. Quindi ci sta.
14/03/2016 at 20:09
Leggo tre episodi di seguito: 4, 5 e 6. Il quarto e il quinto mi piacciono e comincio a pensare che leggerli tre di fila sia l’ideale per avere una migliore visione d’insieme del testo. Poi arrivo al sesto e… no, non capisco: perché queste immagini forzate, a raffica, una dopo l’altra? Le nuvole grigie come cotone che soffocano il mondo con grida di pioggia e di luce? Ma per favore…
14/03/2016 at 23:27
Non c’è bisogno di essere scortesi.
Piuttosto aiutami a migliorarlo.
14/03/2016 at 19:52
Ho qualche perplessità cromatica e non solo.
Occhi spenti in un volto che sorride? Andava aggiunta qualche parola in più, per fare capire l’apparente contraddizione.
Nuvole grigie come cottone… per me, il cotone evoca il bianco a meno che…
Cieli azzurri e crudeli? Mah! L’azzurro da solo, è un colore e basta, né buono né cattivo. Può però suscitare emozioni. Scrivendo anche “crudeli”, ci voleva una spiegazione altrimenti non si capisce.
ciao
🙂
14/03/2016 at 23:50
Cara Maria, premetto che non ho intenzione di giustificarmi. Provo comunque a spiegare, nella speranza che capendo le mie intenzioni tu possa suggerire un qualche miglioramento.
Andiamo per ordine:
1) Sorriso a occhi spenti: un po’ di esempi a me vengono in mente, per casi come questi, e potrei cercarli propro sul giornale, non mi va di dire dove. Certo, conoscendo “certe cose”, è un tipo di senso che gli trasemtto io.
2) Qui ho un problema: l’ossimoro vive sul “come cotone si abbattono”, non su “grigie come cotone”, però, effettivamente, rileggendo, viene da intenderla come dici tu. Che fare? Se hai idee sono tutto orecchi.
3) Again, “azzurri e crudeli”. Dici bene, l’azzurro non è nè buono nè cattivo. Ma se ripenso a un cielo azzurro e crudele nel mio passato, forse vuol dire che nonostante il bel tempo qualcosa di cattivo è successo. Credo di aver dimostrato che l’infanzia del protagonista non è il massimo, e ovviamente qualcosa lo devo ancora dimostrare. Comunque: una persona impopolare, una madre scomparsa (forse scappata), un fratello morto in guerra, problemi a scuola, un amore che per certi versi non è possibile. Be’, un pochino l’ho maltrattato, dai 🙂
Scherzi a parte, se dici che non è sufficiente e che non si capisce, io prendo la tua osservazione e ne faccio tesoro. Però mi giuri che hai letto bene la prima parte? 😉
Voglio raccontarti da dove viene questo accostamento, a me molto caro. Così, come curiosità, sempre perchè è bello discutere di scrittura.
“Dormiva poco e male. Sognò di passeggiare in un bosco fiorito con gli uccelli che volavano davanti a loro, a lui e al bambino, e il cielo era di un azzurro doloroso, ma ormai stava imparando a ridestarsi da quei mondi ingannevoli.”
Trovo sia bellissimo, e anche nel caso di McCarthy capisci il significato di “doloroso” leggendo tutto il libro nella parte precedente: il cielo è azzurro e doloroso perché i personaggi vagano all’inferno, che è il tempo presente, quindi quello è un “bel ricordo che fa male”, perché non avverrà più di trovare un cielo così.
Splendido. Magari l’avessi inventato io.
15/03/2016 at 00:33
In McCarthy è molto forte, mi piace di più ovviamente, proprio perché il doloroso è riferito all’azzurro stesso, un colore che evoca un ricordo doloroso.
Mentre la mia è molto meno efficace, perché c’è un passaggio semantico in più…
Basta vado a letto.
15/03/2016 at 09:09
Forse trattasi, in fondo, di una questione di prospettiva: tu sei dalla parte di chi scrive ed io dalla parte di chi legge. Ma quando mandi la tua storia nell’Etere qualche rischio c’è che, da questa parte dello schermo, possa non passare tutto quello che l’autore “sa” sulla vita dei suoi personaggi e/o quello che ha in mente per lo sviluppo della storia. 🙂
Le metafore, i paragoni, anche gli “ossimori” devono risultare – se non di immediata comprensione per il lettore, almeno logicamente comprensibili – (tanto più che qui le storie scompaiono dallo schermo in un nanosecondo), altrimenti perdono la loro forza espressiva.
Ciao
🙂
PS mi chiedo se tagliando tagliando il testo, non arriverai al 10° con un Haiku! (ah! ah!, sarebbe anche carino, chi lo sa?)
15/03/2016 at 10:32
Ti ringrazio per il tuo tempo.
Quello che dici è sacrosanto, e temo in questo caso, come hai sottolineato tu, qui le cose vadano un po’ troppo velocemente.
Terrò a mente il tuo prezioso parere, comunque, ho capito il messaggio.
Per l’Haiku, non sono portato. Almeno, non ho mai provato.
Alla prossima 😉
Mattia
14/03/2016 at 18:03
sai che non ricordo?
e guardare su internet non è corretto.
per cui…
apollo…
14/03/2016 at 23:26
Bravo.
12/03/2016 at 21:02
Mi è piaciuto anche questo episodio.
Quando il racconto sarà completo – immagino dopodomani al massimo – se vorrai sarò più dettagliata, per ora ” mi è piaciuto” sembra sufficiente. Che poi, come ti ho detto, alcuni passaggi del primo non mi sono piaciuti, ma da lì in poi non ho avuto perplessità… anzi…
12/03/2016 at 21:22
Ovviamente, conoscendoti, so apprezzare il valore di quel “mi è piaciuto”.
Tuttavia, non capisco cosa aspetti a correggere la prima parte, come se io non fossi qui per questo.
Non te lo chiederò una terza volta.
(bella gnocca)
12/03/2016 at 22:39
Come vuoi.
“La prima volta che baciai Rita fu la volta in cui disse che la nostra storia doveva finire.…”
La prima fu la volta, No. Ma lasciando perdere la forma, e per passare al contenuto:
In questo caso la notizia è che il primo bacio avviene nello stesso momento in cui lui è mollato. (per adesso ci sembra così) Ora: cosa è più importante mostrare? Che si sono baciati per la prima volta o che si sono mollati? se il nostro intento è quello di caratterizzare il protagonista e non di fare uno scoop, la notizia fondamentale è che lui è riuscito per la prima a baciarla proprio quando – e questo ce lo comunica un istante dopo – è troppo tardi, perché la madre sospetta di loro. In considerazione del fatto che protagonista dell’incipit è il desiderio dei due e non il sospetto della madre che spinge lei a mollarlo, direi che iniziare col bacio e chiudere con la rottura è sbagliato. Si doveva fare il contrario e, questo avrebbe dato più senso al seguito in cui, frettolosamente, scopriamo che lei lo invita però a fuggire insieme.
Ma tornando all’inizio,
“ Disse questo, con la mia mano ancora sul suo seno, con lei che premeva forte la mia mano, come se mente e corpo lottassero ai lati opposti dell’universo. “
Con la mia mano, … con lei che premeva forte la mia mano… roar! È come la prima volta fu la volta…
( Questo ora lo scopriamo in macchina) L’autore non intendeva che il protagonista è stato mollato, intendeva che poteva esserlo, se non avesse accettato di fuggire con Rita. Tuttavia il protagonista ripensa a suo fratello ascoltando del Vietnam nell’autoradio. E quasi si distrae dal prendere una decisione e ci distrae dal capirci qualcosa.
Io questo inizio lo ripenserei, a meno che una guerra e una perdita non abbiamo qualcosa di strettamente tematico legato a questo acerbo amore sui sedili di una bella macchina. Ma non è una cosa che posso stabilire ora.
“L’aria raccolse ogni nostra certezza e si mise a spargerla per il mondo.”
È un’immagine che non riesco a visualizzare. Può significare tutto e niente. Nel caso di un personaggio che ancora non conosco è troppo pretenziosa, pretende di essere indagata e non ha ancora la forza per avere questa pretesa. Potresti spostarla verso la fine del racconto, quando il rapporto tra i due sarà capito, il protagonista ci sarà famigliare e anche le certezze del lettore saranno abbastanza da potersi spargere.
Perché per adesso a pronunciare questa frase non è stato il personaggio ma – certamente – l’autore.
Ma questo e il resto non posso stabilirlo finché non ho davanti il racconto completo, perciò – dicevo – commenterò alla fine e non all’inizio. Però su questo tu hai insistito…
Ed è solo il mio poco importante parere.
13/03/2016 at 09:46
Grazie. Ho copiato tutto negli appunti e ci rifletterò su molto bene.
12/03/2016 at 18:13
Fino adesso mi è piaciuto il tuo testo. Una specie di “finger food” per gli occhi.
Leggendo le opzioni dei 4 episodi, mi sono sentita sollevata… Ho capito che non sono io che ho difficoltà’ a comprenderle, sono le domande che forse sono mal poste! (Ah!Ah!)
Ciao
🙂
12/03/2016 at 21:20
Finger food. Oh, che bel commento. Grazie, il finger food mi piace molto, e poi è sempre qualcosa di sfizioso, nonostante finisca subito.
Sì, non farti troppe paturnie: le domande sono schifosamente casuali.
Però, come forse avrai notato, si può imparare qualcosa anche da quelle.
Ad esempio, quante lune ha Giove.
E io che ero convinto ne avesse molte di più Saturno.
Stai bene.
12/03/2016 at 17:21
Francesi…gente comune…
ciao…
12/03/2016 at 21:17
Ciao.
12/03/2016 at 12:48
Concordo con tutto ciò che ha detto Napo. Io non ti conosco così bene come lui, eppure ho notato la stessa diversità tra i primi due capitoli e questo.
È stato strano strano scoprire l’età dei personaggi e il contesto in cui la storia si svolge. Allo stesso tempo, però, hai disseminato in #3 dei piccoli indizi che lasciano comprendere perché i due ragazzi provano una tale complessità di sentimenti che li fa sembrare adulti. Questa caratteristica mi ha intrigata non poco.
12/03/2016 at 14:47
Grazie Trix.
E ti avverto: attenta, a dar troppo ragione a Napo.
È una tigre in gabbia.
Le prime volte fa le fusa, poi però quando allunghi la vera bistecca…
ROAR.
12/03/2016 at 14:53
Abbiamo messo in palio un paio di bistecche qualche tempo fa, io e lui.
La maggior parte le ha mangiate lui ma una volta sono riuscita a mangiarla anch’io.
#4? Di già? E #4 sia.
12/03/2016 at 16:19
Sì, che senso ha attendere? 🙂
12/03/2016 at 12:01
Giove ha lune?
12/03/2016 at 14:46
Più o meno 67, sì.
12/03/2016 at 10:20
La terza pillola mi ha ricordato il boostwriter prima maniera per l’apparente incongruenza con le due pillole precedenti. Mi ero fatto l’idea, nella seconda pillola, che Weiges e Rita fossero due adulti, invece qui scopro che sono ancora due adolescenti. Questo è il boost di sempre, che ti fa immaginare una cosa e poi te ne mostra un’altra: una cifra personale che non ho mai capito fino in fondo se è voluta o se è frutto di incoerenza, ma che a me piace.
Ora però aspetta lunedì per pubblicare la quarta pillola, riposa almeno la domenica. Ci sono precedenti illustri.
12/03/2016 at 14:43
Vedi, che devo pubblicare in fretta?
Dopo ti dimentichi dei particolari, tipo quello del capitolo 1 dove dice che “la madre sospettava”, non certo una premura da adulto 🙂
Scherzo, però per ripicca pubblico subito il prossimo.
Così.
12/03/2016 at 09:33
Stai seminando bricioline come Pollicino…. 🙂
Aspetto anche qualche capitolo (o forse tutti) e poi ti dico la mia.
12/03/2016 at 14:41
Whenever you want. Non aspetto altro.
12/03/2016 at 06:16
Servo?
avanti…
12/03/2016 at 08:41
🙂
11/03/2016 at 22:43
Appurato che è inutile votare, per me non è di molto aiuto neanche commentare. Non essendo io parte del gruppo delle vecchie guardie sono consapevole di intromettermi in qualcosa di cui non faccio parte.
Eppure sono testardamente qui a fare entrambe le cose.
A me è piaciuto come tu sia riuscito a dare a così poche righe tanta intensità. L’unica pecca è che vorrei saperne di più ma non posso. O almeno non finché non arriva #3.
12/03/2016 at 08:42
A me è d’aiuto il commento, il voto invece vale zero.
Il mondo di TI è delle giovani guardie.
Grazie di essere passata.
12/03/2016 at 10:52
Giovani guardie? Mi sembra che ti stiano seguendo per ora solo le vecchie glorie.
12/03/2016 at 14:45
Glorie. Modesto.
11/03/2016 at 20:56
A me piace votare, quindi l’ho fatto… eheheheheheh, mi fa sentire ancora parte del gioco 😉
comunque, questa scena mi è piaciuta, vivida, intensa, sì, mi è piaciuta. Poi? che succede?
11/03/2016 at 18:06
Eh, ma mica posso tornare qui ogni giorno per leggere pillole di Boostwriter!
Non sembri più tu nella scrittura e ciò compromette il mio giudizio, almeno per ora. Magari dopo quattro o cinque pillole potrò farmene un’idea.
Rita potrebbe piacermi come personaggio. Vedremo. Per ora l’hai descritta ancora con poche pennellate (da manierista, però).
11/03/2016 at 20:57
Perchè non sembra più lui nella sua scrittura?
12/03/2016 at 08:43
Man mano che correggo i capitoli, pubblico. Mica aspetto. Quindi sì, più o meno ogni giorno.
12/03/2016 at 10:42
Alessandra, Mattia è diventato molto più strutturato nella scrittura. È cambiato il ritmo, la scansione delle frasi: ora è più omogeneo. Usa più immagini e metafore, “mostra” di più e “racconta” di meno, ma spesso mostra attraverso cliché (la cascata di riccioli rossi, il collo del piede affusolato, gli occhi freddi e duri come il marmo). Il vecchio boost era destrutturato anche nella punteggiatura. Tante volte ci siamo azzuffati affettuosamente sull’uso della punteggiatura: io lo accusavo di usare le virgole a sproposito, lui trovava eccessivo il mio uso dei segni grafici. Ora il suo uso della punteggiatura nei dialoghi [«Weiges», dice, «lo sanno tutti che tuo fratello era un mezzo ritardato». Alle sue spalle, altri due ragazzi della squadra. «Come ha fatto a farsi arruolare, eh?».] è, ironia della sorte, lo stesso che usavo io nel primo racconto su TI – che ho fatto cancellare – e che avevo usato nel mio romanzo pubblicato da GeMS in ebook. Ebbene, il mio editor me l’ha cambiata tutta, definendola pesante. Si sa, ogni editore ha un suo standard, ma quello che usavo io e che ora usa boost – me ne sono convinto – è decisamente ridondante, troppo ricercato.
12/03/2016 at 14:45
Vallo a dire alla Garzanti, è loro.
12/03/2016 at 17:01
Strano, Garzanti fa parte del GeMS. Io ho un contratto editoriale con loro, ma non me ne farò nulla, visto che non scrivo più. Comunque, se vuoi, chiederò se usano ancora questo standard che un editor dello stesso Gruppo ha dichiarato vecchio
11/03/2016 at 15:53
La storia sembra scorrere bene.
Curioso il formato “compresso” dei primi due episodi.
Non capisco le opzioni e perciò non ho votato, fatto comunque irrilevante, immagino, in quanto ci hai detto di avere già scritto la storia.
Ciao
🙂
11/03/2016 at 16:41
Grazie per il tuo commento.
Per il formato compresso, se vuoi un giorno nel parliamo in privato, ci sono questioni pratiche dietro.
10/03/2016 at 20:52
Quindi non sono l’unico che può vantare una lunga latitanza… 🙂
Mi è arrivata una mail che mi preannunciava questo racconto e mi son detto: “Ma sì, vediamo cosa scrive il buon boostwriter…”
E per ora direi che ho fatto bene!
10/03/2016 at 20:59
Adesso piango.
Vecchi che non siete altri, mi mancavate.
10/03/2016 at 20:28
Bentornato, MAt. Bentornato al nuovo Boostwriter, che ha studiato tecniche di scrittura creativa in una famosa scuola che rende tutti un po’ troppo simili, ma che almeno ha imparato a usare la punteggiatura.
I vecchiardi di TI sono quasi tutti spariti, MAt. Quelli che non sono spariti sono ormai geneticamente modificati. La guerra è finita da tempo, tu sei uscito solo ora dalla giungla e troverai un mondo diverso intorno a te.
Ti seguo con affetto.
10/03/2016 at 20:46
Carissimo Napo, immaginavo che qui sarebbe stato come riemergere in una zona rossa, nel deserto di un olocausto stile Mad Max.
Diciamo che ero curioso di prendere un po’ di radiazioni e ho messo fuori il naso.
E confermo i miei sospetti.
Non sono qui per i punti, ti ringrazio e ricambio l’affetto, sono qui per un saluto e per capire chi c’è, per sapere chi può criticarmi un po’.
Buona serata caro.
10/03/2016 at 21:31
Anch’io qualche tempo fa avevo tentato la stessa escursione nel deserto.
Poi altri impegni hanno diluito la mia esposizione alle radiazioni e ne sono uscito più o meno indenne… 😀
10/03/2016 at 18:39
si…sempre.
curioso, non ti conosco ma confesso che mi hai incuriosito, cosa non facile.
seguo…con interesse…spero.
10/03/2016 at 19:07
Bene, grazie Danio 😉
10/03/2016 at 14:24
Matt … maddài! Torni ma alle tue regole? sei proprio incorregibile!
Vabbé ti seguo…. voterò di alberi e di tulipani che nulla avranno a che fare con gli episodi ma ci sarò, dato che ho piena fiducia nella tue capacità.
Però, però… alcuni passaggi di questo incipit non mi hanno convinta…. ( oh!, qualcosa dovevo pur dirla 😉 ) Al prossimo!, che immagino pubblicherai presto, dato che lo hai già scritto! 😉 😉
10/03/2016 at 15:41
Sì, sono qui per farmi smontare, non per giocare (anche se ero certo che il primo a lamentarsi sarebbe stato Napo).
Sono tutto orecchi!
10/03/2016 at 20:29
La cosa che mi fa più piacere è rileggere i commenti di Alessandra.
10/03/2016 at 20:42
Eccolo qui, puntuale come un orologio svizzero.
CVD ahahah
10/03/2016 at 21:18
Squilli di tromba! ( e di sax, va’) Il latitante Napo è tornato a commentare! Anche per me è un piacere poter leggere le mazzate di Napo! 😉 😉 Certo, darle a Boost è difficile… lui ormai è un luminare!!!! 😉 😉
Bei vecchi tempi, eh, quelli dei vecchiardi! Se solo tornassero tutti…. beh, qui ritrovo “vecchie” e graditissime penne. Posso sorridere, stasera.
10/03/2016 at 12:18
Fa rumore, sì.
Ho voglia di leggerla questa storia, anche se l’hai già scritta.
10/03/2016 at 13:14
Grazie Trix 🙂