Silenzio
A che ora sono andato a letto? Le 5, Le 6? Troppo tardi, e troppa vodka, ne sento ancora il sapore in gola, troppo fumo anche: ho la bocca impastata. Con Gip si esagera sempre, è convinto che per divertirsi bisogna strafare, e sa essere molto persuasivo. È il giorno dopo che rimpiangi gli eccessi.
E ora è tardi, stamattina devo consegnare l’ultimo capitolo al prof, e poi è il compleanno di Katia, non ho nemmeno un regalo. Devo alzarmi, tra un po’ mia madre comincerà a tempestare la mia porta: «Alzati, forza, va a finire che arrivi ancora in ritardo».
Mia madre! Dovrebbe già essere qui, strano, perché non l’ho ancora sentita? Il silenzio è totale, dov’è mia madre? Che silenzio. Troppo silenzio.
Adesso sono sveglio davvero, il silenzio ha dissipato gli ultimi sprazzi di sogno: mia madre non c’è più, né Gip, né Katia. Non c’è più nessuno, più nessuno di quelli che conoscevo. Sopravvivono testardi solo nei miei sogni. A volte vorrei non svegliarmi mai. Nei sogni ho ancora degli amici, una famiglia, delle passioni, degli obiettivi. Da sveglio non ho più nulla, il mio solo obiettivo è sopravvivere. Da sveglio ricordo, da sveglio penso. Da sveglio ascolto il silenzio. Lo odio questo silenzio, anche se so che vuol dire che sono al sicuro, per ora. Al sicuro, ma solo.
Ricordo ancora il giorno in cui tutto è cominciato. Scendendo dal treno mi sono detto che c’era poca gente in stazione, per essere venerdì sera. Meglio così, ho pensato.
Ho recuperato la bici legata con doppia catena a un lampione, il mio preferito. La città sembrava stranamente vuota, come un pomeriggio d’agosto; ma eravamo in ottobre. «Devo chiedere a mamma se è una ricorrenza speciale e me la sono persa: sono tutti partiti in ferie? Un ponte che mi è sfuggito?». Ma arrivato a casa non ho mai avuto l’occasione di formulare la domanda. Risalendo dal garage l’ho vista di spalle: assorta, fissava qualcosa in strada, nascosta dietro la spessa tenda della finestra. «Mamma, che fai, la ficcanaso? Che guardi così di soppiatto? – la sfottevo – la vicina organizza un’orgia con postino e idraulico?». Ma arrivato al suo fianco ho smesso di ridere. Non ho mai più ricominciato.
Di fronte a noi Gladis, la nostra dirimpettaia da sempre, la farmacista del quartiere, era accovacciata, le chiappe posate sui talloni, in mezzo alla strada, e stava letteralmente sbranando quello che restava di sua figlia Milly; mia compagna di banco dalla prima alla terza elementare. La stava letteralmente sbranando, come si vedono fare i leoni con le gazzelle, nei documentari alla tv. Solo che lì il leone era Gladis et la gazzella la sua adorata figlia unica. Intorno a loro altri corpi di vicini, ed altri vicini intenti a divorarli. Non capivo. Ho chiesto spiegazioni a mia madre, ma nei suoi occhi sbarrati c’era il mio stesso orrore, lo stesso stupore sconvolto. L’ho presa per le spalle, l’ho distolta dalla finestra. Siamo andati in cucina, è sempre lì che si finisce quando si cerca riconforto.
Abbiamo acceso la tv: la scena apocalittica che si era appena svolta davanti ai nostri occhi, nella strada in cui vivevamo da sempre, si ripeteva identica in altre strade, in altre città, in altri paesi: gente che divorava altra gente. Un giornalista, agitato, spiegava che le autorità incitavano la popolazione a rinchiudersi in casa; a barricare porte e finestre.
Secondo voci ufficiose e non confermate il paziente zero era un passeggero del treno Milano-Napoli delle 20 della sera prima. I sopravvissuti dicevano l’aver visto assopirsi quando il treno aveva da poco lasciato Roma Termini. Sembrava sofferente, sudava leggermente, si agitava nel sonno, tremava. Poi si era calmato.
Quando aveva riaperto gli occhi, gli ultimi passeggeri stavano scendendo dal treno, a Napoli. L’uomo era trasformato, lo sguardo allucinato, il colorito pallidissimo, quasi grigio, cercava di azzannare chiunque arrivasse alla sua portata. Un’ondata di panico pervase immediatamente la stazione. Soprattutto quando fu chiaro che chiunque riuscisse a sopravvivere alle ferite, si trasformava a sua volta in mostro affamato di carne umana. Il panico e il folle contagio si impadronirono della città, e presto ne superarono i confini. 23 ore più tardi aveva già varcato i confini nazionali.
Un virus, una pandemia a contagio irreversibile, forse un attacco chimico sconosciuto, sferrato da chissà quale nemico. O allora un virus nuovo, chissà, un modo per la natura di liberarsi dell’ospite umano. Questa specie animale diventata troppo ingombrante e nociva per il pianeta stesso. Non c’erano risposte per ora. La sola cosa certa era che il contagio avanzava ad una velocità impressionante, e l’unico consiglio era quello di barricarsi in casa.
Guardavamo ancora le immagini quando sentimmo la porta del salotto aprirsi di scatto: erano mesi che chiudeva male, dovevamo farla riparare, ma rimandavamo sempre, il numero di telefono del fabbro era appiccicato alla porta del frigo da un’eternità, inutilmente. E ora qualcuno era entrato in casa.
E ora qualcuno era entrato in casa. Chi?
- Nessuno. Il vento ha fatto sbattere la porta chiusa male, ma la suggestione gioca brutti scherzi. (8%)
- Un bambino. (75%)
- Erano in quattro. (17%)

23/05/2016 at 19:41
Madonna come scrivi bene.
Ora, a parte questo, 😀
alla fine dell’ottavo episodio, alla constatazione che forse la natura di fondo di noi umani non è mai stata diversa da quella dei cosiddetti Predatori, avevo immaginato un finale: per ritrovare Katia (risparmiata non per caso dall’ultimo “uomo ragionevole”) Lele avrebbe architettato un modo per farsi mordere e fuggire, diventando uno di loro. E scoprendo magari che non sono stupidi, che quel virus era l’ultima trovata della natura (forse persino della natura umana stessa) per difendersi dall’autodistruzione innescata con la nostra specie, resa così nuovamente in grado di apprezzare un mondo primitivo.
Pensaci, Bella ha deciso di passare dalla parte dei “mostri” facendosi contagiare da Edward, e la serie ha avuto un lungo successo 😛
23/05/2016 at 20:08
Leggendo il primo 1/3 del tuo commento ero davvero lusingata, leggendo il secondo 1/3 ero ammirata della sagacità e sensibilità della tua mente per elaborare una tale teoria, leggendo l’ultimo 1/3, in cui paragoni il mio racconto a Twilght, ho deciso di non rivolgerti mai più la parola! ;-p
In ogni caso la tua versione del virus come sistema per l’uomo di sopravvivere a sé stesso è molto più “ottimista” della ipotesi Gaia dei romanzi di Maxime Chattam, mi piace!
A bientôt, cher Déjà-vu 🙂
25/05/2016 at 23:08
Ma veramente la teoria l’hai elaborata tu (forse con l’aiuto di questo Maxime Chattam), io non avevo scritto nulla proprio per non rischiare di spoilerare, e alla fine ho letto che tra le varie ipotesi di Lele, le meno pessimiste comprendono qualcosa del genere. Io non so se ci sarei arrivato in assenza del parallelo con Twilight 🙂 mescolato all’ampio filone catastrofista della natura che si ribella.
Non ho letto di questa ipotesi Gaia, googlando mi par di capire che si tratta della medesima idea (la natura come organismo che scatena i suoi anticorpi contro la nostra civiltà), non avendo letto i libri non so se ritenerla ottimista o pessimista: sopravvive qualcuno? 🙂
26/05/2016 at 07:44
Chattam alla base scrive nerissimi polizieschi con serial killer decisamente iperattivi e dai modi orribilissimi. Ti lascio immaginare che sono più i caduti che i sopravvissuti! 🙂
L’ipotesi Gaia la usa come sfondo: l’aumento della violenza nella società e del numero di serial killer sarebbe “Voluta” dalla Terra per estinguerci (un po’ come il meteorite per i dinosauri).
Ciao. E smettila con sto Twilight !! 😉
19/05/2016 at 14:04
Finale degno di tutti gli altri capitoli, e anche meglio.
Confermo: brava Befana!
19/05/2016 at 19:35
Cavoli, grazie, Sandro,
sei troppo gentile. In ogni caso era proprio il finale che avevo in mente quando ho pensato l’inizio.
(L’idea mi è venuta pensando a un magnifico racconto di Lovecraft, ma non dirlo a nessuno…XD)
18/05/2016 at 22:56
Dopo aver letto la tua ultima pubblicazione, di un genere completamente diverso, ho deciso di provare a leggere anche questa tua storia horror, nonostante fosse già terminata e quindi non più giocabile in un certo senso. Devo dire che mi è piaciuta molto, confermo quanto detto sul tuo stile, molto diretto e senza giri di parole eccessivi, che rende la lettura molto scorrevole e godibile. Di storie di “zombie” ce ne sono moltissime ed essere originali non è facile, ma ci sei riuscita concentrandoti sui sentimenti, su temi diversi, cercando di cambiare un po’ il classico punto di vista di questo genere. Finale perfettamente in linea, coerente, triste, ma perfetto direi. Complimenti per questo tuo racconto e continua così! Spero di leggere presto l’aggiornamento della tua nuova storia 🙂
19/05/2016 at 10:36
Grazie. Io non ho ancora osato leggere i 10 capitoli di seguito, temo di trovare troppe incoerenze e ripetizioni. Certo, era un horror un po’ in “salsa rosa”, la cosa che più mi soddisfa è essere riuscita a finirlo.
Mi sono resa conto che l’altra sera ho letto in fretta il tuo episodio 2 ma non sono ancora passata per votare, rimedio subito.
Ciao
17/05/2016 at 17:58
La porta…. Bellissimo finale, concordo con gli altri dicendo che ha lasciato un po’ d’amaro, però credo che un finale “roseo” non sarebbe stato in linea con tutto il racconto. 🙂 Vedo che hai pubblicato, corro!
17/05/2016 at 20:30
Grazie, grazie, grazie
17/05/2016 at 16:32
Ciao!! 😀
Un gran bel finale davvero! Hai reso veramente bene le emozioni di tutti i personaggi e ce le hai trasmesse in modo magistrale! Complimenti! ^-^
A presto!!
17/05/2016 at 20:29
Accidenti, magistrale mi sembra eccessivo, ma i complimenti si ricevono sempre volentieri, anche immeritati.
Grazie, Mika, alla prossima
17/05/2016 at 15:29
Gran bel finale, complimenti!
Una storia emozionante e ben scritta dall’inizio alla fine!
Presto farò un salto a leggere il nuovo racconto! 😉
17/05/2016 at 16:14
Grazie, Tia, per aver seguito Lele fino alla fine.
Ciao.
16/05/2016 at 18:54
Finale drammatico ma originale e poi, forse, inevitabile. Brava. Non è facile lasciare con l’amaro in bocca. Più semplice è far sorridere o soddisfare un lettore spesso ingordo di buone notizie e finali magari anche poco aderenti alla realtà ma positivi, ma tu sei stata coerente. Complimenti.
17/05/2016 at 16:12
Sì, credo proprio che un finale roseo era difficile da immaginare, dato il tono del racconto. Grazie per aver letto fino alla fine.
15/05/2016 at 15:18
Un finale amaro ma del tutto verosimile.
Lasci una porta aperta ai lettori, a quello che potrebbe essere o forse tutto il contrario. Fossi io l’autore, penserei a un seguito, i presupposti ci sono tutti. Complimenti e al prossimo 🙂
16/05/2016 at 10:33
Grazie. Sì, non sono andata oltre la porta, ma non so quante possibilità diverse si possano immaginare. È più o meno in un vicolo cieco.
Contenta che ti sia piaciuto, ma non penso di farne un secondo.
Alla prossima.
15/05/2016 at 11:03
Un finale che m’ha lasciato n’angoscia. La storia delle foto, l’abbandono del corpo di Alfredo, lui che sceglie la porta.
Brava davvero!
Nella versione estesa dedica un paio di capitoli ad Alfredo e alla sua storia 😉
16/05/2016 at 10:35
A dir la verità, m’ha messo un po’ d’angoscia pure a me scriverlo; ma era il finale che avevo in mente e sono contenta di esser riuscita ad arrivare lì.
La versione estesa per ora è ancora ferma in cucina a guardare l’inizio del caos in tv, non procede molto spedita!
Ciao e grazie.
14/05/2016 at 11:46
Ciao, voto attacco di predatori, come è iniziato così dovrà finire.
E brava befana, sei riuscita a far stare una storia di sentimenti in mezzo a zombi scervellati. Possiamo aspettarci qualche altra scena pulp?
Ciao a presto
14/05/2016 at 11:55
I don’t Thinck So. 🙂
E chi ha detto che i miei Zombies siano scervellati?!!
🙂
13/05/2016 at 21:44
E’ sempre difficile scrivere una recensione che riesca a radunare ogni emozione che mi ha fatto provare un racconto. L’unica parola che mi viene in mente è : ”Ansia”. L’ansia che mi hai fatto provare ad ogni singolo capito e la voglia di scoprire quale destino hai serbato per i protagonisti era troppo forte, così forte che avrei voluto avere un altro capitolo se questo non significasse anche concludere il racconto. Intendi davvero chiudere la storia al decimo capitolo oppure vorresti fare un sequel?
Un’idea buona eseguita magnificamente, compliment
[ Ho votato ” un attacco di predatori”].
13/05/2016 at 22:44
Bé, grazie. Non avrei mai creduto di poter essere felice di sentirmi dire che metto ansia, ma in questo caso proprio sì. Grazie.
No, non ci saranno sequel. Quando l’ide ami è venuta sono venute insieme l’inizio e la fine. Quello che c’era in mezzo è venuto dopo.
Il capitolo X è scritto. Devo ancora accorciarlo limarlo e ritoccarlo, ma nel complesso è fatto. E a proposito di ansia, ho avuto un leggero senso di restringimento alla bocca dello stomaco scrivendo la fine.
Ho cominciato una versione lunga, per mettere tutto ciò che non entrava nei 50000 caratteri. Non so, non ho mai scritto nulla di lungo.
Grande soddisfazione essere letti e apprezzati da chi scrive bene quanto te.
Ciao
12/05/2016 at 11:14
Ciao, voto un attacco di predatori.
Splendido capitolo, commovente, triste. Lascia il lettore incredulo, lo spinge a domandarsi “Ma l’hanno fatto davvero?”
Eppure si, è così, è l’ineluttabilità delle cose.
La disperazione serpeggia!
brava!
12/05/2016 at 11:25
Direi che hai trovato il verbo perfetto: la tristezza, la disperazione, la depressione, il disgusto di sè, l’angoscia di vivere, sono tutti i volti di una creatura strisciante che si annida e si aggira tra le gambe della gente, per poi attaccare all’improvviso. Serpeggia insomma. Per me era l’impossibilità di accettare di aver ucciso a spingere N et N al suicidio. Ma come sempre non c’era spazio per le spiegazioni.
Ciao e grazie
10/05/2016 at 18:08
Attacco dei predatori!
In una versione estesa, la riflessione sul genere umano avrebbe più “respiro”, per come l’hai strutturato si possono inserire un sacco di storie, dagli approvvigionamenti alla vita dei singoli personaggi.
Ma Lele sarà poi veramente solo? 😉
10/05/2016 at 20:50
Soprattutto in questo capitolo, mi sono detta che era troppo forzato, troppo rapido, il cambiamento dei personaggi, senza spazio per seguire una modificazione graduale, una sofferenza interna dovuta al fatto di aver affrontato la violenza e il male, quello degli altri, ma soprattutto la propria. Ma era la linea di sviluppo che avevo in mente, l’ho seguita lo stesso. Vedremo se la versione estesa riuscirà ad andare oltre il primo capitolo. 🙂
10/05/2016 at 17:42
Ciao!! 😀
Voto per l’attacco dei predatori!
Emozionante anche questo capitolo! Non vedo l’ora di leggere il finale!!
Alla prossima!!
10/05/2016 at 20:44
Per ora il finale è ancora molto nebuloso, non avere troppa fretta. 🙂
Grazie, ci vediamo a pagina 10
10/05/2016 at 14:39
Io direi un attacco di predatori.
Sempre molto scorrevole, peccato siamo all’ultimo atto.
Buon finale.
10/05/2016 at 16:08
Sono felice che lo trovi scorrevole, lo rileggo e correggo alla nausea e lo trovo sempre un po’ forzato, spezzettato. Scrivendo si impara 🙂
Grazie della tua assiduità
10/05/2016 at 14:28
Ooops scusa, ho fatto pareggiare l’attacco di predatori!
Ciao befana,
Beh, no, lite proprio no, sono arrivati sin lì insieme e devono mettersi a litigare ora? L’ultimo scontro con i sopravvissuti ha devastato la psiche dei due poveracci, non è il caso. Un gran finale con le strane creature e qualche sorpresa è quello che mi aspetto.
Ciao ciao e brava!
10/05/2016 at 16:07
Bé, sai, in situazioni di estrema tensione e paura non è insolito farsi saltare i nervi.
Non sono sicura che troverai le sorprese che cerchi, speriamo tu non sia delusa dal finale.
Ciao
10/05/2016 at 11:30
Lite. Probabilmente è l’aggettivo meno consono e adatto ad un horror, però questo capitolo per me è stato struggente… Come hai descritto ogni situazione, la scelta di N&N… Brava, davvero!
10/05/2016 at 16:05
Credo che sia questo il punto (debole?): ho indicato genere horror per l’ambientazione apocalittica e il pericolo immanente dei mostri cannibali, ma in realtà ho scritto più una specie di storia/riflessione sulla natura umana e il suo attaccamento alla vita e agli altri, in situazioni estreme di orrore e disumanità. Bé, diciamo che ci ho provato, non so se è quello che sono riuscita a fare.
Se ti è piaciuto, ne sono molto contenta.
10/05/2016 at 10:30
Non so perchè ma sono destinata al pareggio… scusa per il 50 e 50 ma io dico Lite… e mi dispiace che questa storia volga al termine….
10/05/2016 at 16:02
I voti non sono ancora chiusi, e al massimo farò come per questo capitolo, includerò le due opzioni al 50% e sti poveracci si ritroveranno a litigare durante un attacco di mostri cannibali!
Che finisca dispiace anche a me, ho iniziato un abbozzo di versione lunga, per includere tutto quello che avevo immaginato e non è entrato qui. Vedremo, non ho mai scritto niente di più di 15 pagine (se si esclude la tesi, naturalmente).
10/05/2016 at 10:21
Accidenti! Siamo già alla fine!
Per il gran finale voto un attacco di Predatori!
Brava. Alla prossima!
10/05/2016 at 15:58
Così finirebbe come è cominciata. Vedremo, alla prossima.
10/05/2016 at 09:07
Una lite.
Purtroppo sono mancato per un po’ ma ora sto recuperando i capitoli.
Sempre scorrevoli e intriganti.
10/05/2016 at 15:54
Intriganti? Io mi dicevo che diventavano sempre più deprimenti.
Grazie comunque
11/05/2016 at 17:42
Manno! Non ti buttare giù. 🙂
Che tipo che sei!:)
06/05/2016 at 17:41
In genere il cuore della notte mi affascina di più, qualunque argomento si tratti.
Il solito mix perfetto di azione e riflessione il tuo, mantieni un equilibrio invidiabile 🙂
06/05/2016 at 18:04
Accipicchia, sei troppo gentile. Grazie mille. Speriamo che i due ultimi capitoli vi soddisfino.
06/05/2016 at 11:39
Ciao,
Voto al tramonto, alla fine mi sembra in sintonia con un ‘tramonto di civiltà’ che ormai sta contagiando tutti. Scena cruenta, descritta molto bene. Ehi ehi, ti ‘autospoileri’ la storia nei commenti??? Alfredo non è ancora morto, vediamo di salvarlo!
Ciao a presto!
06/05/2016 at 12:43
Io non ho mai scritto che Alfredo è morto, ma nei commenti lo danno tutti per scontato, ho solo risposto in sintonia. E poi, lascia anche a me un po’ di potere di vita e di morte sui miei personaggi! 😉
03/05/2016 at 09:21
Direi nel cuore della notte 🙂
L’ambientazione iniziale mi ha ricordato un po’ le prime stagioni di the walking dead, quando ancora era una Serie con la S maiuscola! Inoltre trovo che il modo in cui hai descritto la lotta, specialmente la rabbia a il furore del tuo personaggio che continua a picchiare ancora e ancora il tizio morto, è senz’altro fenomenale. Non solo la descrizione, ma anche il modo in cui questa fa trasparire rabbia e frustrazione!
Complimenti!!
03/05/2016 at 10:53
Grazie, Luca.
L’influenza WD immagino sia inevitabile: anni e anni di “Walkers” guardati, aspettati, commentati, lasciano il segno.
Mi conforta se la scena di Lele che massacra un uomo funziona: l’ho pensata e modificata un sacco di volte, ho chiesto “consulenze”, perché cercare su Google “come uccidere uno spaccandogli la faccia” mi metteva in difficoltà; ma continuava a lasciarmi perplessa. Anche se ho cercato di non entrare troppo nei dettagli.
Rabbia e frustrazione, due malattie croniche e pericolose.
Ciao
02/05/2016 at 19:05
La bussola si è rotta. 🙁
Non pensavo ad una reazione così feroce per l’uccisione di Alfredo.
Alla fine il problema sono sempre gli uomini, più che i mostri.
Al tramonto, con quella luce orizzontale.
02/05/2016 at 20:27
Temo che non sia solo la bussola ad essersi rotta.
Inizialmente avevo pensato dedicare un capitolo ad Alfredo. Ma l’asse del racconto si è spostato sul gruppo, e siamo quasi alla fine, lo spazio per la biografia di Alfredo è mancato.
Il tramonto piaceva anche a me, ma a quanto pare siamo solo in due.
02/05/2016 at 16:30
Ciao! ^-^
Accidenti! Povero Alfredo! 🙁
Dico anch’io all’alba!
A presto!
02/05/2016 at 17:54
E per i poveri “aggressori sterminati”, nessuna pietà? 😉
Ma che c’avrete tutti con quest’alba.
Ciao
02/05/2016 at 16:17
Bello! Mi è piaciuto molto questo episodio! Brava!! 😀
Io dico nel cuore della notte, perchè fa molto atmosfera, ma sono in minoranza! 😉
Alla prossima!
02/05/2016 at 17:53
Grazie! Non ero sicura che il mio omicidio rabbioso funzionasse (non è proprio un tema di cui sia esperta, XD), se l’azione regge, meglio così.
Siete solo in 2 a preferire la notte, per ora. Vedremo
Ciao
02/05/2016 at 16:16
All’alba, visto che stai stravolgendo la linea narrativa che una ‘storia di zombi’ dovrebbe avere, penso che tramonto e notte non vadano bene. L’alba invece, il momento in cui i protagonisti superstiti pensano di averla scampata…
Horror vero, comunque: ho provato un brivido riconoscendo che quasi approvavo la frenesia violentissima del protagonista. Mi piace molto.
Ciao Ciao
02/05/2016 at 17:50
Dici che ho messo troppo in secondo piano gli”zombi”? Ma in fondo ij tutte le storie di zombi e mostri più in generale, va sempre a finire che il vero problema non sono tanto loro quanto gli umani “normali”. Si può sopravvivere a tanti orrori, ma come gestire l’orrore che è si ha dentro, quello di cui siamo capaci?
Molto contenta che ti sia piaciuto.
Bye
02/05/2016 at 14:17
Nel cuore della notte…
Tutto accade nel cuore della notte…
Al prossimo
02/05/2016 at 17:44
Per ora sembra vincere l’alba, ma in fondo alla fine di ogni notte arriva l’alba. 🙂
Ciao e grazie
02/05/2016 at 11:20
Per me sempre all’alba! 😉
bell’azione, io e te siamo proprio in sintonia 😉
02/05/2016 at 12:22
Grazie, per il momento aspettiamo l’alba. 🙂
02/05/2016 at 10:50
“Orfana delle file di auto dirette in ufficio, la tangenziale si snodava, nella luce rosata, come un nastro di asfalto grigio e vuoto. Carcasse d’auto sui bordi e chiazze scure sul selciato, a rammentarci l’orrore di cui era stata teatro. Caso mai lo avessimo dimenticato.” Questa è una delle frasi che mi ha colpito maggiormente dell’episodio…Ricordare… Il peso, la forza del ricordo. Alba, decisamente. 🙂
02/05/2016 at 12:21
Contenta che ti sia piaciuta. Non ti dico quante volte l’ho modificata, rigirata, accorciata, quella frase, per non sforare le 5000 battute.
Alba?
02/05/2016 at 13:57
All’alba. 😀 Noi, poveri mortali a cui piace scrivere dobbiamo prima imparare l’arte del tagli e cuci per rientrare sempre nelle 5000 terrificanti battute. 😀
02/05/2016 at 17:58
Sì, e in effetti l’idea che mi restino solo 10000 battute per arrivare alla conclusione comincia a mettermi ansia. Difficile scremare tra tutto ciò che vorrei metterci e quello che potrei anche omettere. Ho fatto un primo abbozzo di versione “extended” per scrivere tutto ciò che mi è venuto in mente e non ha trovato spazio. Vedremo se andrà mai oltre la fase dell’abbozzo!
Ciao Pink, alla prossima.
29/04/2016 at 14:57
La doccia, non sapevo sarebbe stata l’ultima. Vediamo come lo affronti! Ciao
01/05/2016 at 16:11
Sembra prevalere il “nessuno lo aveva previsto”, e diciamo che resta così perchè il capitolo è praticamente pronto. Mancano “solo” la domanda e le 3 opzioni. Sigh.
28/04/2016 at 11:15
Ciao,
Voto per l’imprevisto, l’ultima doccia, oddio no! e la cucina che dà l’allarme in questo contesto mi suscita brividi di raccapriccio, tipo che Pia prende a cucinare polpacci con lenticchie o simili. Tra l’altro conosco una bravissima cuoca Pia. Cucina per i bambini, occhio al ‘per’.
Avevo perso qualche capitolo e li ho letti tutti ora. La storia ha preso respiro, è diventata molto più di un horror, quasi una metafora dell’esistenza, della necessità di affrontare insieme i pericoli. Mi sta piacendo molto.
Ah: la scuola serve, sempre e comunque, capisco che il tuo eroe sbarbatello possa farsi di queste domande, ma deve capirlo in fretta. Magari gli servirà a sopravvivere fino al decimo capitolo! 🙂
Brava e a presto!
28/04/2016 at 14:43
Bé, come ho già detto forse in un altro commento, in realtà che siano la doccia la cucina o l’imprevisto, a dare l’allarme, il cuore del capitolo sarà lo stesso, l’avevo deciso da quando ho concepito l’inizio. E non avevo mai pensato a salsicce di carne umana tipo “Delikatessen”, giuro!
E, sicuramente, l’aspetto metafisico è sempre quello che più mi intriga nelle storie de paura, sicuramente più dello splatter. Tipo:” ma se sei l’ultimo sporavvissuto in un deserto postatomico popolato solo di zombies mutanti, ma che sopravvivi a fà!” XD.
E per difendere il mio sbarbatello, io che lo conosco bene ;-), è ben conscio dell’importanza del sapere. Il suo dubbio è soprattutto sull’utilità di far scuola ai bambini, quando le loro prospettive di futuro si limitano a finire probabilmente nelle fauci d’un mostro cannibale.
Mamma, più che una replica è un pamphlet, e non dei più brevi. Sarò più breve la prossima volta!!
26/04/2016 at 09:23
Buongiorno Befana. Un po’ di ironia sul sindaco? Eheheh. Questo capitolo mi è piaciuto molto, alcuni passaggi sono veramente di effetto e, poi, la biblioteca, luogo dell’anima. Anche la chiusura del capitolo m’è piaciuta, cercare di ignorare, di ostinarsi a vivere. Io voto doccia, ma al momento è indietro.
26/04/2016 at 10:37
Sui sindaci no, sui vegani!
Mi sono immaginata un vegano puro e duro trasformato in mangiatore di carne…umana. Ma con affetto, li ammiro i vegani, anche se ancora non so rinunciare al prosciutto. Ahahaha.
A quanto pare la doccia è in rimonta. Vedremo, so cosa vorrei raccontare nel prossimo capitolo ma per ora non so ancora come raccontarlo.
Ciao
26/04/2016 at 10:38
stesso problema tuo… prosciutto e salsiccia!
26/04/2016 at 11:52
E il salame allora? XD
26/04/2016 at 00:21
O forse avevamo voluto fare finta di niente.
Chissà se questa storia può ancora finire con un briciolo di speranza per il protagonista o almeno per l’umanità 🙂
26/04/2016 at 07:43
La speranza è sempre l’ultima a morire, no? Grazie di essere passato/a.
25/04/2016 at 22:09
Nessuno l’aveva previsto.
Anche questo gran bel capitolo bello pieno. Certo sarebbe valsa la pena approfondire più punti, ma non si può…
26/04/2016 at 07:41
Forse. Ma arrivati alle soglie della fine del mondo (e a 3 capitoli dalla fine) potremmo perdure tempo in approfondimenti? 🙂
25/04/2016 at 19:22
Un bel capitolo, un’intesa panoramica del rifugio, ma adesso voglio sapere se il vegano è diventato cacciatore o preda! 🙂
Ricordo perfettamente l’ultima doccia… perché da un’idea di quotidiano interrotto.
25/04/2016 at 20:59
Ah, saperlo! Questo è il vegano mistero!
Ciao e grazie
25/04/2016 at 18:30
Io dico “nessuno l’aveva previsto!”
Bellissimo anche questo capitolo!
Molto bello il pezzo sui bambini e su Tolkien! Brava!
Alla prossima!
25/04/2016 at 21:00
Grazie TiaShe. Sono contenta che ti sia piaciuto.
25/04/2016 at 17:40
Nessuno l’aveva previsto… che succederà? 🙂
Attendo il prossimo capitolo, bell’introspezione ci hai proposto in questo episodio, peccato solo che il limite di 10 episodi e 5000 caratteri ti abbiano forzata (?) a far volare un paio di mesi in poche righe, sarebbe stato bello approfondire la routine delle missioni alla ricerca di cibo, o altro!
Pensi di continuare con una seconda parte, una volta terminata questa?
25/04/2016 at 18:26
Grazie. In realtà credo di aver fatto troppi capitoli sui primi 2-3 giorni. dato che il ricordo-racconto comincia che Lele è rimasto solo, dovevo far passare un po’ di tempo. Non è che potevo far scomparire tutto il gruppo in dieci minuti alla fine. All’inizio avevo tutto un capitolo su una missione, poi è finito nel cestino!
Una parte II è esclusa. Avevo pensato a uno spin-off: l’apocalisse vista da un altro personaggio: Katia, Alfredo. Perché nella mia testa ho inventato una biografia per ogni personaggio (dici che è una forma di psicosi la mia? ;-)).
25/04/2016 at 18:31
Ahahah no sei al sicuro, non sei psicotica, tranquilla 😛
25/04/2016 at 17:38
Bravissima. Complimenti. Episodio eccellente. ogni scena, ogni atmosfera è vivida, ben data, trasmette tutte le emozioni che volevi dare. Questa storia dovresti ampliarla e pubblicarla in versione estesa altrove , poi farmi sapere dove e invitarmi a leggerla per esteso 😉
Persino la domanda finale che poni è molto originale, io non avevo mai pensato di chiedere una scelta tra tre possibilità di apertura dell’episodio successivo, posso capiarti l’idea?
Doccia, mi sembra un inizio bellissimo, una ottima riflessione d’apertura. Sono molto contenta di averti scoperta.
25/04/2016 at 18:35
Grazie. Il tuo commento mi ha davvero riempito di gioia. All’inizio il capitolo misurava sui 7000 caratteri, ho un po’ scremato!
Ampliare la storia, non penso. Dovrei poi inserire scene e descrizioni davvero in stile horror e non so se ne sono capace. Forse uno spin-off, come dicevo sopra.
Poi ho un altro racconto in mente, che non c’entra nulla, ma mi tiene molto a cuore.
La domanda di chiusura, in realtà è un po’ un modo di barare. So di cosa voglio parlare nel prossimo capitolo, e non potevo permettermi una domanda con opzioni troppo aperte che fuorviassero totalmente dalla mia idea.
Spero di riuscire ad andare verso il finale che ho in mente. E vedremo chi riconosce il racconto d’autore che mi ha ispirato l’idea.
Ciao
P.S. Ieri ho letto “Innamorati”: mi è piaciuto un sacco. (E corrisponde ampiamente all’idea che mi ero fatta delle riunioni di creazione delle fiction televisive! )
25/04/2016 at 10:59
Ciao! 😀
Bellissimo il modo in cui hai descritto il conforto che danno i libri e i loro personaggi a queste vittime che cercano una via per sopravvivere e non arrendersi! *w*
Voto “Nessuno l’aveva previsto…”
Alla prossima!
25/04/2016 at 16:17
Sono felice che ti sia piaciuto. Non so gli altri, io in caso di apocalisse, zombie o no, credo che reagirei dicendo “ehi, aspetta, non ho ancora finito di leggere il mio libro!”
Chissà, potrebbe aiutare?
Ciao
25/04/2016 at 10:24
Fu la cucina a dare l’allarme.
Avanti così 🙂
25/04/2016 at 16:20
Avanti così, io o i sopravvissuti? 🙂
Alla prossima
21/04/2016 at 14:44
Ho votato palestra.
Brava, continua così.
22/04/2016 at 08:09
Così la palestra avrà avuto almeno un voto; se no si intristiva :-).
Grazie
21/04/2016 at 14:16
Spero non ti dispiaccia, ma per la biblioteca è il luogo ideale!
Sempre ottimo! 😉
22/04/2016 at 08:11
Dispiacermi? Io non vedo dove altro potrei rinchiudermi, se mi trovassi nel bel mezzo della fine del mondo.
Grazie.
19/04/2016 at 11:19
Hum, hum, io intendevo: le linee telefoniche non funzionano più perché sovraccariche e più nessun operatore è disponibile per rimediare, ma la 4g o il Wi-fi funzionano ancora. Non sono sicura sia possibile, se non lo è, chiedo venia.
In ogni caso SPOILER (Risata): internet è il prossimo comfort moderno a scomparire, nel prossimo capitolo.
Grazie, mi fa piacere, ti sia piaciuto, ho cercato di render “vivo, e realistico” l’amore tra Lele e Katia.
Ciao
19/04/2016 at 10:40
Vado con la biblioteca 🙂
Mi è piaciuto tantissimo il modo in cui hai descritto il rapporto tra Katia e il tuo protagonista, quando sono arrivato al momento clou ho percepito la tristezza per la sorte della ragazza, grazie a come hai dipinto il loro rapporto.
Una precisazione, le linee telefoniche non erano andate giù? C’è ancora internet?
18/04/2016 at 20:22
Refettorio-cucina.
Facciamo una cosa casereccia.
Brava.
18/04/2016 at 21:41
Per ora la biblioteca è in vantaggio, ma chissà. Grazie, ciao.
18/04/2016 at 20:11
Biblioteca.
Alfredo eletto a bussola morale con la frase sullo scegliere, merita una parte tutta per lui.
18/04/2016 at 21:42
E cosa farà una bussola morale in biblioteca? 🙂
Ciao
18/04/2016 at 18:28
Ciao! 😀
Accidenti! Mi spiace per Katia! 🙁
Molto bella la narrazione di questo capitolo!
Mi aggrego alla maggioranza: biblioteca!
Alla prossima! ^-^
18/04/2016 at 21:44
Sì, povera Katia, ma chissà, forse la mutazione in predatori rende felici! 😉
Sì, dai, biblioteca, biblioteca….
Ciao
18/04/2016 at 17:42
Io avrei scritto avessi mai incontrato, non abbia. 😛 Biblioteca, comunque! 🙂
18/04/2016 at 17:53
No, ci ho riflettuto al tempo di quel verbo: il coniuntivo presente indica che è tutt’ora la tipa più divertente che lui abbia mai incontrato. Non la più divertente che avesse incontrato fino ad allora. Le mie reminiscenze da Liceo Classico sono lontane ma credo che il mio ragionamento tenga! Se mi portate le prove che mi sbaglio, farò ammenda. 😉
La biblioteca è anche la mia scelta preferita. Ma mi va bene tutto.
18/04/2016 at 18:15
Nel commento io ho scritto avrei, non mi sono di certo elevata a linguista. Per quanto riguarda le reminiscenze, io sono tifosa delle concordanze temporali. 🙂 Poiché ad oggi è la tipa più simpatica, non si poteva usare il presente?
Sì, ma il mio adesso mica sembra un commento polemico? 😀
Rivolgiamo l’appello ai giovincelli freschi di grammatica. 😉
18/04/2016 at 18:24
Per me è “era”, perché lui sa che è morta (il racconto è tutto nel ricordo), ma “abbia” perché resta comunque la persona più buffa che lui abbia mai incontrato. Non penso che in questo caso la concordanza sia sbagliata. Io non l’ho presa come una polemica, e la mia non lo è, spiego solo la mia scelta. Ma sono una grandissima maniaca (c’è anche chi preferisce il termine “pallosa pignola”) dell’italiano corretto. Aspetto i pareri dei giovincelli. Ciao, Pink 🙂
18/04/2016 at 16:29
Accidenti! Lo immaginavo, ma mi dispiace molto per Katia! 🙁
Amo la biblioteca, perciò voto quella! 😉
Brava! Alla prossima!
18/04/2016 at 17:54
Anche io amo le biblioteche. Tanto.
18/04/2016 at 14:15
In cucina, la dove si ridiventa tutti umani. Bisogna pur mangiare, per continuare a vivere.
18/04/2016 at 17:56
Hai perfettamente ragione. Anche se ho scritto cuicina, mannaggia, credevo aver riletto.
17/04/2016 at 19:13
Ciao, godibile questa rivisitazione con zombi finalmente italiani. Solo che con tutti i cervelli già fuggiti, rischiano di morire di fame! 😀
Laggiù ho un amico che si chiama Lele, sai dirmi qualcosa?
17/04/2016 at 21:47
Sarà per quello che i miei non son difficili e ma guano tutti, belli e brut ti, diplomati e no. XD
Grazie per essere passata, ma non dovevi mica sentirti obbligata, Ciao
17/04/2016 at 21:50
Mangiano, brutti. Managgia, il correttore dell’iPad impostato in francese rema sempre contro!
18/04/2016 at 11:26
Ame fa CA sino puré in taglia no. 😀 😀 😀
Che obbligata, scherzi?? Sono appena arrivata e mi guardo intorno, quando trovo qualcosa che mi piace commento.
Ciao Ciao
16/04/2016 at 23:32
Sarò banale, ma voto sopravvissuti.
Non è facile affrontare un racconto con l’Io narrante in prima persona, ma tu sembri esserci riuscita egregiamente. E quando la resa è questa, in prima persona si può rendere davvero molto.
Brava, capitoli costruiti con maestria.
Amo riportare le frasi che mi hanno colpita maggiormente, e questa è soltanto una, perchè se no l’elenco sarebbe troppo lungo:
Ricordo l’atmosfera irreale del tragitto fino al supermercato attraverso strade deserte.
17/04/2016 at 11:55
Grazie. Cerco di portare il racconto all’esito che ho in mente, ma non so se e come ce la farò. 🙂
16/04/2016 at 16:12
Bello! Voto i sopravvissuti.
16/04/2016 at 18:22
Grazie! Per ora vincono i sopravvissuti.
16/04/2016 at 14:37
Vedo che sul genere e sul “catastrofismo” io e te siamo decisamente in linea! 😉 lascia stare che abbiamo scelto percorsi diversi, io la definisco un’avventura, tu un horror – come a dire che qualcosa di catastrofico alla fine può essere drammatico ma anche terribile – però mi piace la tua idea.
Alfredo…
16/04/2016 at 18:21
ottimisti astenersi 😉 Ma la mia non sembra proprio una ipotesi credibile di conseguenza del riscaldamento climatico. Almeno spero XD. Volevo provare a giocare sul lato psicologico ed emotivo di una situazione apocalittica. Non so se ci sto riuscendo ma per ora mi diverto. Grazie di essere passata
14/04/2016 at 18:07
Ciao! 😀
Mi piacerebbe scoprire qualcosa di più su Alfredo, ma sono in minoranza… 🙁
Bel capitolo! Brava!
Alla prossima! 😀
14/04/2016 at 20:34
Già, siamo in minoranza, ma Alfredo è talmente in gamba che troverà modo di distinguersi comunque, prima o poi. ;-p ciao
14/04/2016 at 11:56
Scopriamo qualcosa su questo Allfredo! 😉
14/04/2016 at 13:41
Piacerebbe anche a me ma al momento il gruppo sembra più in voga 😉
14/04/2016 at 09:31
Il gruppo dei sopravvissuti 🙂
Direi che te la sei cavata benissimo in questo capitolo difficile sulle strategie del bunker, riuscendo a creare anche una buona atmosfera in cui i sopravvissuti vorrebbero essere presi dal panico ma cercano con tutte le forze di resistere!
Brava!
14/04/2016 at 13:39
Grazie. È stato sicuramente il capitolo più difficile, da scrivere è da ritoccare. Ciao
13/04/2016 at 20:37
Sempre più brava, trovo questo quinto episodio il migliore finora, pur essendo quello con meno azione. La vita di quella comunità improvvisata nell’emergenza, il clima che si respira, è tutto così realistico.
14/04/2016 at 13:37
Grazie, troppo buono
13/04/2016 at 16:00
Complimenti per la tensione sempre alta, anche se in questo capitolo non ci sono stati attacchi.
Al prossimo 🙂
13/04/2016 at 17:38
Inizialmente avevo fatto un morto anche nella spedizione al market, poi ho avuto paura che uno scannamento a episodio stroppiasse 😉 Cercavo di dare un’idea della “normalità” in una situazione più che anormale. Ma temo ci saranno altri morti a breve.
Ciao e grazie
13/04/2016 at 14:40
Io mi soffermerei sui sopravvissuti…come lo costruiresti? soffermandoti ad analizzare i vari componenti o magari scoprendo qualcosa di “strano”? 🙂
13/04/2016 at 17:33
Questa è una bella domanda. Infatti ho una idea precisa di Lele è di Alfredo ma il gruppo è ancora una nebulosa al momento. Se vince lui sarà una bella sfida. 🙂
13/04/2016 at 13:45
Ciao 🙂
Ho votato il gruppo dei sopravvissuti.
Brava! Alla prossima! 😉
13/04/2016 at 17:33
Molto gentile grazie
06/04/2016 at 14:28
Ciao!! 😀
Partiamo alla ricerca di Katia! Come Lele, sono curiosa di sapere cosa le è successo!
Alla prossima! 😀
06/04/2016 at 17:48
Io una mezza idea di cosa le sia successo ce l’ho, ma non so se lo vedremo nel prossimo capitolo. 😉
Ciao
06/04/2016 at 10:50
Ciao,
Cerchiamo Katia, Lele non può permettersi di arrivare tardi un’altra volta.
06/04/2016 at 17:47
Ciao, non sempre si ha la scelta di cosa ci si può permettere. 😉 Ciao
06/04/2016 at 09:30
Si parte alla ricerca di Katia, l’unica cosa che gli ricorda la vita di prima dopo la perdita della madre.
Ma credo non succederà nel prossimo episodio 🙂
06/04/2016 at 17:46
Per il momento siamo fifty fifty, ed è già stato complicato scrivere l’episodio 4 con due opzioni in pareggio, spero sinceramente che stavolta la bilancia penda da un lato o dall’altro. Aspettiamo
05/04/2016 at 19:33
Pur in minoranza, partirei alla ricerca di Katia.
05/04/2016 at 21:38
Tu sì che sei un prode cavaliere senza macchia e senza paura! 🙂
05/04/2016 at 18:38
Andiamo con l’organizzazione e la logistica nel rifugio, mi piace quando si comincia a parlare di strategie 😉
Bel capitolo, siamo arrivati in un posto sicuro in cui poter riprendere fiato, ma temo che non lo farai durare molto, quindi approfittiamo di questo momento di calma 😀
Alla prossima!
05/04/2016 at 18:51
Organizzazione, logistica, strategie, tutte cose in cui sono ferratissima 😉 . Non mi state rendendo la vista facile, eh? Per fortuna siamo solo all’inizio della votazione….
05/04/2016 at 17:49
Nel prossimo capitolo occupiamoci del bunker. 😉 e poi si prosegue…
05/04/2016 at 18:49
Occupiamocene. O no? 🙂
05/04/2016 at 15:38
Molto bello!
Prima di andare da Katia, vediamo com’è la vita “nel bunker”.
Alla prossima! 😉
05/04/2016 at 18:48
Grazie
04/04/2016 at 13:16
Mi è bastata qualche riga del tuo incipit per rendermi conto che sei una scrittrice di quelle che piacciono a me, una di quelle che riesce a catapultare il lettore nella scena che descrive come in un film. Mentre leggevo il tuo testo, lo schermo è sparito, e mi sono ritrovata lì con i tuoi personaggi, a lottare per la sopravvivenza. Il tuo testo mi ha colpito davvero molto. Hai un ottimo stile di scrittura, una grande capacità descrittiva e riesci a caratterizzare come si deve i tuoi personaggi. Il mio consiglio? Di non fermarti, di cercare di migliorare sempre, anche quando il livello è già alto. Continua così! Ti seguo!
17/04/2016 at 11:58
Mi sono resa conto che non ti avevo risposto.
Grazie, commenti così fanno bene al morale. Io cerco sempre di migliorare, in tutto ciò che faccio. Se ci riesca, questo è un altro paio di maniche. In ogni caso, il tuo apprezzamento mi ha resa davvero felice.
30/03/2016 at 22:17
Avrei votato “incontra qualcuno”, ma dato che per Katia mi sembra davvero troppo presto, scelgo il “voto utile” 😀 quindi il rifugio
30/03/2016 at 17:32
Corre verso un rifugio relativamente sicuro!
Molto avvincente questo capitolo, adrenalina a palla, si nota anche dallo stile in cui hai scritto (soprattutto la prima parte), traspaiono ansia e paura!
Complimenti!
30/03/2016 at 19:35
Grazie! Per ora vince l’amore ma il rifugio è in rimonta 🙂 Staremo a vedere
30/03/2016 at 02:30
Io sono una fifona,lo metto in salvo!
30/03/2016 at 13:24
Direi che al posto suo vorremmo tutti metterci in salvo 🙂
29/03/2016 at 23:03
Voto per l’incontro, ha bisogno di alleati.
Bel capitolo, adrenalinico e spietato.
30/03/2016 at 13:24
Grazie! Sì, direi che una mano non gli farebbe male.
29/03/2016 at 19:32
Bel racconto, scorre fluido; anche l’umorismo che spunta qua e là stempera la tensione dando ritmo.
Corre e incontra qualcuno… e seguo 🙂
29/03/2016 at 22:01
Grazie, mi fa molto piacere il tuo commento. Mi sforzo di renderlo scorrevole, di non appesantire troppo la narrazione, ma non sono sempre sicura di riuscire. Spero che continuerà a piacerti. Ciao
29/03/2016 at 19:02
Corre, corre e corre ancora, fino ad arrivare ad un rifugio relativamente sicuro.
Per Katia c’è ancora tempo 🙂
29/03/2016 at 22:04
Dato che ha cominciato la storia dicendo che non c’è più nessuno dei suoi cari, di tempo rischia di non essercene tantissimo, ma apprezzo sempre l’ottimismo. 🙂 Vedremo l’esito del voto
30/03/2016 at 22:02
😛
30/03/2016 at 22:07
No aspetta mi è partita quella faccina per sbaglio 🙁
Ma quindi l’inizio di questo racconto è proprio la fine?
30/03/2016 at 22:23
Io ho un finale in mente da quando ho concepito l’incipit, però da adesso alla pagina 10 ne possono succedere di cose ;-). E no, l’inizio non è la fine. È il preludio della fine….oddio mi sto incartando. XD
29/03/2016 at 17:18
Bello questo capitolo! Mi spiace per la mamma del protagonista! 🙁
Vediamo adesso discoprire cos’è successo a Katia!
Alla prossima! 😀
29/03/2016 at 22:09
Sì, povera mamma, ma hai visto che sacrificio eroico? Una wondermom. E poi il titolo è “solo” mica “solo con mamma”. 😉 Felice che il capitolo ti sia piaciuto, anche à me è piaciuto scriverlo
29/03/2016 at 17:16
Accidenti! Brava! 🙂 Molto intenso questo capitolo!
Ho votato che corre e riesce ad avere notizie/vedere Katia!
Alla prossima!
29/03/2016 at 22:11
Grazie, è stata dura ridurre a 5000 caratteri. Ciao
26/03/2016 at 11:41
Di solito non mi piace il genere horror perché,beh, mi mette paura,ma mi sono sottoposta volentieri a questa lettura ansiogena nella speranza che non mi procuri incubi stanotte
26/03/2016 at 15:09
Sei stata gentile a sottoporti alla mia lettura, ma non eri obbligata, la tua storia è molto intrigante e la seguo con piacere. Ma non è che le tue bimbe “non come le altre” siano poco inquietanti! Ciao 🙂
27/03/2016 at 02:48
Hem,manca la metà del mio commento!
Dove dicevo che comunque era un thril accattivante e nonostante tutto,digeribile dal mio stomaco di mezza sega fifona 😀
Nessuno mi ha obbligata ovviamente, ma mi ha preso!
27/03/2016 at 02:49
Ah e ovviamente da fifona per me prendono armi e bagagli e via!scappare lontano!!
26/03/2016 at 02:36
Voto “si armano come possono e corrono via”, ma ormai pare che siano destinati a trattenersi 😉
Comunque altro che sgabuzzino, come minimo gli avrei dato fuoco 😀
26/03/2016 at 09:45
Ma come sei cattivo! È un bambino malato, non è mica colpa sua. 😉
In ogni caso il fatto che siano trattenuti non vuol dire che non scapperanno via alla fine. Vedremo. Grazie di essere passato.
22/03/2016 at 20:51
Cercano di fuggire ma qualcosa o qualcuno li trattiene.
Sempre più intrigante e bellissimo, avanti così 🙂
23/03/2016 at 15:26
Troppi complimenti, poi mi monto la testa. 😉
Grazie
22/03/2016 at 18:12
Cercano di fuggire, ma qualcosa o qualcuno li trattiene 🙂
Bel finale, non mi aspettavo che fosse contagiato anche il ragazzino!
22/03/2016 at 19:27
Lo volevate nefasto il monello, lo avete avuto. 🙂 Avevo paura che tutto un capitolo su di lui fosse noioso, ho cercato di movimentarlo un po’. Ciao
22/03/2016 at 17:36
Brava! Bello anche questo secondo capitolo! 🙂
Visto che corrono in garage, direi che andranno a prendere la macchina per cercare di scappare e allontanarsi. Tuttavia, qualcuno o qualcosa li tratterrà! 😉
Alla prossima! 😉
22/03/2016 at 19:25
Grazie. La macchina? Ma tu la fai troppo comoda sta fuga 😉 Vedremo. Ciao
22/03/2016 at 17:05
Bellissimo anche il secondo capitolo! *w*
Mi piace molto il protagonista e anche gli altri personaggi sono davvero ben caratterizzati! Complimenti! ^-^
Direi che adesso possono tentare la fuga, ma venire fermati da qualcuno o qualcosa! 😉
Alla prossima!! 😀
22/03/2016 at 19:24
Grazie, sono contenta che ti sia piaciuto. Ciao
20/03/2016 at 07:58
Erano in quattro.
Davvero un inizio horror coi fiocchi.
Seguo… 🙂
20/03/2016 at 09:57
Grazie mille
19/03/2016 at 14:54
Prima di leggere i commenti ammetto di aver voluto votare bambino, la mia teoria perchè è stata scelta da così tanti è perchè è una via di mezzo tra le altre due opzioni, una che porta a pericolo certo e l’altra a un bel nulla, il bambino invece incuriosisce e non si sa cosa aspettarsi, io l’ho pensato come una figura innocente per quanto mi riguarda e non malefica come molti. Alla prossima 🙂
19/03/2016 at 15:12
Io comincio a orientarmi su un bambino dai due aspetti insieme. Vedremo, grazie della lettura
19/03/2016 at 01:13
Ciao,
mi spiace ma questa è una chiara situazione da bambino malefico 😉
Elettrizzante il passaggio improvviso dalla normalità a “madre che sbrana figlia per strada”.
19/03/2016 at 08:31
Un successone sto bambino. Grazie per avermi letto.
18/03/2016 at 22:09
Ciao 🙂
Sono felice di vedere che hai iniziato subito una nuova storia! 🙂
Questo primo capitolo è molto interessante, perciò ti seguirò anche qui 😉
Voto il bambino!
Alla prossima! 😉
18/03/2016 at 22:39
In realtà questa l’avevo cominciata a scrivere in parallelo con l’altra, ma mi sa che, se non c’è presto un capovolgimento nei voti, mi tocca di ripensare tutta la mia idea di capitolo due. Ciao
18/03/2016 at 21:41
Bambino.
Incipit terrificante. In senso buono, eh. Io ti seguo. Spero solo che la malattia non contagi anche me.
18/03/2016 at 22:39
Speriamo. 🙂 Ciao
18/03/2016 at 19:37
Bentornata! 😉 Il bambino è un’opzione abbastanza “inquietante”! 🙂
18/03/2016 at 20:07
Non è che io sia stata via tanto, ma grazie! 😉
È il secondo incipit che inserisco sul sito, e per due volte la mia opzione preferita è quella meno gettonata, cosa vorrà dire? Io il bambino lo vedevo più spaventato e in cerca di rifugio, ma qua lo volete tutti perfido e demoniaco, ci devo riflettere su questa cosa! Ciao.
18/03/2016 at 19:20
Ciao,
Assolutamente bambino, così teneri e insospettabilmente perfidi.
Ahò, ma quanto ritardo aveva ‘sto Milano Napoli per trasformare in quel modo un povero pendolare?
18/03/2016 at 20:03
Bé durante i miei anni universitari, certi treni la voglia di sbranare almeno un controllore me l’hanno data… Ma non so se sta pandemia è tutta colpa di Trenitalia! 😉
Ciao
18/03/2016 at 20:50
A volte, invece, sono perfidamente insopportabili. E ne so qualcosa.
18/03/2016 at 16:22
Voto per il bambino, ci sta proprio nel contesto. Il tuo racconto è riuscito a trasmettermi qualcosa, perchè mi ha trascinato nella storia. Vediamo che succede,
18/03/2016 at 20:02
Sto bambino, decisamente… grazie!
18/03/2016 at 15:47
Bambino! Assolutamente un bambino, di quelli che, se vogliono, sanno essere più inquietanti di un branco di fantasmi impazziti! 😀
Bell’incipit, adoro questo genere, specialmente le storie che parlano di zombie (o simili, non so ancora se il tuo virus sarà collegato a questa branca horror o sarà qualcosa di nuovo)!
In ogni caso, ben scritto, ti seguo!
18/03/2016 at 20:01
Sì, sì, era proprio la storia di zombie che avevo in mente, ho solo modificato un po’ perché col vincolo dei 5000 caratteri tutte le regole del morire per poi trasformarsi, sparare in testa, eccetera, erano un po’ lunghe. Ma l’idea è quella. Grazie per il ben scritto, cercheremo di continuare. 🙂
18/03/2016 at 15:06
Ciao! 😀
La tua storia promette di essere molto interessante già dall’incipit! Chissà cosa si cela dietro a questa strana e macabra epidemia?
Voto che a entrare in casa non è nessuno, ma solo la suggestione dei personaggi, dato quello che hanno appena visto!
Ti seguo!
Alla prossima! ^-^
18/03/2016 at 19:59
Io ero più propensa a concentrare la storia sulla sopravvivenza del protagonista che sulle origini del morbo, ma chissà dove ci porterà il gioco. Grazie dell’interesse. Ciao