Lui vende parole
Cara S.,
lascia che ti racconti una storia. Lascia che te ne racconti tante, che così me le ricordo anch’io e non le perdo in giro, tra lo zaino le penne i libri le pancette delle B e i ricci delle R. Non si sa mai dove possano andare a finire, le malandrine.
Saranno brevi racconti di persone, o saranno brevi persone raccontate lungamente e con sprazzi di fantasia. Brevi persone non perché poco importanti – figurati! Al contrario – ma solo perché trovate nello spazio fugace di un viaggio sulla strada, o sulle rotaie; comunque, in movimento.
Se ascolterai con attenzione e poi ti guarderai intorno, quando salirai su un treno, le troverai anche tu. Le storie, intendo, non le stesse persone. Magari mi scriverai di loro anche tu, nella prossima lettera.
È buio in questi tardi pomeriggi di novembre e ogni volta ho l’impressione di tornare a casa ad un orario improponibile. Mi sistemo nella carrozza di testa di questo treno modernissimo. Devono aver riorganizzato tutto per l’Expo e, quando finirà, potranno ricominciare a correre i treni marroni e scassati del dopoguerra (ma il primo, forse) – quelli che sono stati, sono e saranno perennemente in ritardo.
Per adesso, godiamoci i sedili puliti e comodi, le luci che non ronzano, gli altoparlanti che funzionano e i condizionatori che non sputano aria gelida senza controllo. Insomma, noi viaggiatori riceviamo un trattamento principesco, ultimamente.
Mi dispongo ad una lettura tranquilla, magari a un po’ di studio, finché non sarò arrivata.
Lo sento arrivare da lontano, mentre gira per i vagoni in cerca di qualcuno che gli dica sì. Il mio è quello estremo, l’ultima spiaggia.
Ascolto più attentamente e confermo: sta passando ancora il ragazzo del treno. Una volta l’ho visto provare a vendere un disegno e un’altra l’ho sentito provare a vendere una poesia. Vendere parole attaccate a un bigliettino stropicciato.
Mi incuriosiva il suo perseverare, il suo voler essere apprezzato e pagato per la sua “arte”. Non è in fondo quello che vuole ogni scrittore, che ricerca ogni pittore?
Sta passando di nuovo, e questa volta non mi faccio cogliere dal timore né dal pensiero di fare qualcosa di sbagliato. Sono seduta all’ultimo posto dell’ultima carrozza; chi mai mi giudicherà?
Al massimo perderò quei pochi euro che da qualche settimana ho intenzione di dargli, mentre lui avrà qualcuno ad ascoltarlo. Tutto sommato, mi sembra che sia il momento giusto per parlargli.
Quando arriva da me, in fondo in fondo, dopo che nessuno lo ha degnato di una parola, lo guardo. Ha la pelle scura, del bellissimo marrone caldo delle castagne, ma io non sono mai stata brava a indovinare il paese di provenienza di una persona e comunque lui parla un italiano perfetto. So solo che ogni volta sale alla stazione di *** e che percorre il treno dall’inizio alla fine. Poi cambia.
Quanta frustrazione, quanta solitudine e quanta tristezza.
Lo guardo e gli dico: “Tu qualche tempo fa vendevi anche tuoi quadri e disegni, vero?”.
Annuisce, nemmeno crede che stia parlando con lui.
“Allora sei un artista”. Gli sorrido. Voglio davvero che si senta tale, per una volta.
“Siediti un momento”, lo invito. Ci sono posti vuoti di fronte a me.
Il ragazzo del treno si siede un po’ impacciato e va subito agli “affari”, chiedendomi che cosa voglio che mi legga, “Una rima o un verso libero?”.
“Quello che vuoi tu”.
Tira fuori un pezzettino di carta strappato da un foglio a righe, tutto sgualcito e con una scritta lievemente sbiadita. Non riesco a capire se sia in italiano o no, perché i caratteri mi paiono un po’ obliqui, e piccoli. Ma arabo non è, indiano neppure. E la voce di questo ragazzo mi legge parole nella mia lingua. Sono brevi frasi che parlano di profondità, di luce e di buio e che non ricordo.
È come cercare di afferrare le formule magiche di un incantesimo: puoi coglierne il senso, ma non ricordare le parole stesse.
Due ragazze, sedute dall’altra parte del corridoietto, ascoltano. Credo pensino che mi sono fatta fregare alla grande.
No, mie care. Con un pizzico della superbia e della baldanza che una buona giornata regala, voglio provare ad essere un sorriso, una voce amica che si ascolta volentieri dopo tanti “Non ho niente per te”.
Nemmeno io ho molto, è vero; non giro mai con tanti soldi. Però…
Tempo. Gli regalo un minuto del mio percorso sul treno.
E la sai una cosa, mia carissima S.? La sua poesia è bella, misteriosa ed evocativa, e lui è capace di leggerla come deve essere letta.
“Sei bravo davvero”, affermo infatti, quando finisce. “Grazie”. Gli allungo dei soldi e poi, vinta dalla curiosità, chiedo: “E che cosa fai?”.
Prende le monete mentre si alza e mi risponde senza pensare: “Scrivo poesie e giro per i treni a farmi ignorare dal 90% delle persone”.
A questo punto mi saluta augurandomi buona serata, e non mi ringrazia. Meglio: è stato lui a fare un piacere a me.
La prossima volta, gli chiederò una nuova poesia. E gli domanderò anche il permesso di trascriverla.
Arrivederci, ragazzo del treno. Al prossimo incontro, magari ti darò un nome.
La prossima volta...
- Una ragazza che non si piace (o forse due?) (40%)
- Una coppia bizzarra (50%)
- Dei bambini tedeschi (10%)

27/09/2018 at 23:37
Chiara!
Solo rileggendoti ho avuto la piena consapevolezza di quanto tu mi sia mancata 😀
Sono felice che ti sia fatta viva!
Ciao, a presto
19/09/2018 at 12:05
Mi mancavano molto le tue emozioni scritte.
Un delizioso finale, dallo spirito pendolare, l’ho apprezzato pienamente, nonostante la mia avversione per il duo Battisti-Mogol.
Spero di rileggerti, in ogni caso, ti auguro un mondo di cose belle 🙂
17/09/2018 at 06:46
Ciao Chiara.
Felice di leggere il tuo ritorno. Stiamo tornando in tanti.
Ho letto finalmente la tua risposta al mio vecchio commento e gli ultimi due episodi. Spero che questo significhi che inizierai presto un nuovo racconto?
Mi è piaciuto il nono episodio. Anche il decimo. L’unica cosa che ti faccio notare è l’assenza di una trama: che non è detto che sia un male.
Grazie e alla prossima.
13/09/2017 at 22:38
Ciao, Chiara!
Che capitolo meraviglioso! Ora capisco perché sentivo tanto la mancanza delle tue storie. Riesci ad esprimere i pensieri con dolcezza e ogni volta lanci messaggi profondi. Complimenti! ^__^
Anche se in minoranza, voto “energia e rock” e ti propongo una canzone che adoro di uno dei miei gruppi preferiti: “Highway to hell” degli AC/DC.
Un abbraccio. A presto! 🙂
31/08/2017 at 13:14
Ciao Chiara, mi dispiace tanto di essere arrivata solo ora, ma da un lato leggere tutti i capitoli in una volta mi è piaciuto molto, perché mi hai fatto immergere in un’atmosfera meravigliosa, fatta di sguardi e sorrisi.
Sai essere profonda e leggera al tempo stesso, e ogni tuo capitolo è pieno di significato.
Ho apprezzato moltissimo molti dei messaggi che hai dato, in particolare con questo capitolo 9 e con quello del bimbo meraviglioso.
Ero molto indecisa sulla scelta finale, ma mi ha fatto sorridere il POPolare, e ho optato per quello, seppure non mi venga in mente una particolare canzone da consigliarti e penso lascerò la scelta a te…☺️
Una frase che mi è piaciuta moltissimo è questa:
“le parole non possono uscire a comando e, a volte, dobbiamo ascoltare le nostre dita e seguirle fin dove ci conducono. Loro sanno quali sono i binari giusti.”
Davvero stupenda, mi ha fatto riflettere tanto.
Anche quando hai descritto le giornate sì e quelle no, nel capitolo del bimbo, mi hai colpito, perché a volte è proprio così.
Buona giornata, non vedo l’ora di leggere il finale!?
24/08/2017 at 22:58
Ciao Chiara, era da tempo che volevo leggere la tua storia e finalmente eccomi qui.
Mi piace tanto l’idea di proporre un frammento di vita quotidiana in ogni capitolo, brava davvero. Aspetto il finale 🙂
Ps: il mio preferito è stato il settimo capitolo, ma in ogni episodio ho trovato qualcosa di familiare.
A presto!
01/06/2017 at 03:48
Sono arrivato un pò tardi, al nono capitolo, ma complimenti sinceri! L’ho letto tutto di fila! e non posso far altro che concludere con ENERGIA E ROCK!
08/05/2017 at 19:33
Semplicità, quindi POPolare italiano 😉
Ciao Chiara, felice che tu abbia ripreso a scrivere questo racconto e, nel caso non l’avessi fatto, complimenti per la copertina.
Un abbraccio
12/03/2017 at 14:54
Avrei detto qualcosa di POPolare, ma anche la musica classica va bene. 🙂
11/03/2017 at 23:51
Ciao,
capacità descrittiva e immersiva notevole, dopo questi capitoli mi sembra di aver viaggiato pure io negli ultimi 30 minuti hahaha.
energia e rock, ma vedo che sono in minoranza purtroppo.
a presto,
Istinto
15/03/2017 at 09:41
Ciao,
Che meraviglia avere un nuovo lettore, grazie! E grazie soprattutto perché è molto raro che qui qualcuno decida di spararsi le storie che sono già avanzate di più di 4 capitoli. E poi ti ringrazio anche per le tue parole, perché sembra che il mio obiettivo sia stato raggiunto, se sei riuscito a viaggiare con me 🙂
Chissà che non vinca comunque la tua opzione.
A presto!
07/03/2017 at 12:51
Temo di non avere speranza perchè mi sono buttata sul popolare italiano….
sono contenta che tu sia tornata, anche se per poco, ma conto di leggerti ancora, Chiara. Perchè è un piacere leggere buone penne e privarsene è sempre un piccolo dolore. In quanto a questo viaggio devo ammettere che è stato bellissimo, come gli altri viaggi fatti episodio dopo episodio, certo, ma stavolta con una coscienza diversa, ancora più toccante.
Al gran finale! 😉
10/03/2017 at 11:01
La speranza è l’ultima a morire… E perché mai dovrebbe essere scarsa col popolare italiano? 😉
Grazie mille, AmoMarta. Mi hai fatto un complimento enorme dandomi – proprio tu! – della “buona penna” e dicendomi che hai apprezzato questo episodio. Grazie grazie.
Al gran finale! 😀
06/03/2017 at 15:29
Ciao! 😀
Bentornata, Chiara! Accidenti, che bello questo racconto! Poche battute, un incontro tra mondi diversi, un piccolo gesto che va dritto al cuore del lettore. Complimenti! ^-^
Per l’ultimo capitolo voto eleganza e musica classica.
Alla prossima!
10/03/2017 at 10:59
Ciao Mika!! 😀 Grazie, e bentornata qui anche a te. Sei in fase di scrittura, vero? Aspetto il prossimo episodio… Ci avviciniamo alla fine di entrambi i nostri racconti.
A presto!
26/04/2017 at 09:42
Mi sono resa conto che nessuno di voi ha specificato una traccia in particolare, e a me servirebbe tantissimo un po’ di ispirazione musicale per questo ultimo capitolo. Quindi, visto anche che il tuo capitolo 8 era finito con la scelta fra tre tracce, ti chiedo che cosa vorresti sentire 🙂
E poi… Mika, dove sei finita?! “Il Sigillo del Demone” attende :*
06/03/2017 at 08:23
Ciao Chiara
in poche righe, sei riuscita i a catturare un momento di vita, carico di sentimento e emozioni.
Brava.
PS curiosa l’immagina capovolta del profilo, alla maniera “Baselitziana”.
10/03/2017 at 10:50
Maria, ti ringrazio moltissimo per essere passata pur dopo la mia lunga assenza, e per le tue parole! 🙂
Per il PS, quella è l’immagine che ho avuto fin dall’inizio dell’iscrizione sul sito. In realtà Baselitz non è stato la mia fonte d’ispirazione, semplicemente perché quella foto è stata scattata davvero al contrario 😀 E in uno dei posti che più ho amato al mondo.
04/03/2017 at 20:27
Ero così presa dal racconto che dimenticavo di votare: semplicità, ho pensato a “La storia siamo noi” di De Gregori, perché la storia è fatta dagli atti di ognuno, giorno dopo giorno come i viaggi in treno sono fatti dei visi e delle storie che si incrociano. Questa volta ti saluto per davvero ^^
04/03/2017 at 19:22
Chiara, più leggo parole tue e più penso che devi essere davvero una bella persona, un’anima bella si diceva una volta. Che se ci fossero più persone come te o se solo alzassero un po’ più la voce, ci sarebbe meno bisogno di cercarla, questa umanità per trovarla (per parafrasarti).
Il finale è straordinariamente bello, a metà strada tra prosa e poesia.
P.S. Sai che nei miei ricordi di treni presi dalla Danimarca alla Norvegia ritrovo invece vagoni echeggianti di voci suoni e risate? Tranne uno preso la mattina prestissimo, in cui il silenzio assonnato dei passeggeri era la perfetta colonna sonora dell’alba nordica che si stagliava fuori dai finestrini 🙂
04/03/2017 at 20:09
Marezia! Che meraviglia ritrovare subito te e JAW qui con me e i miei personaggi. Ti ringrazio tantissimo per le tue parole, e spero che siano vere. Ad ogni modo, dette da te hanno molta importanza, grazie.
E per il tuo PS: davvero?! L’esperienza di cui parlavo è stata surreale: nemmeno i bambini facevano rumore. Magari il treno / l’orario / il periodo hanno influito, ma dopo essere stata anche alla silenziosissima biblioteca di Copenhagen mi sono convinta che i danesi debbano aver sviluppato una capacità speciale 😀
04/03/2017 at 20:19
Verissime, giuro, che motivo avrei di dirtele se non le pensassi?
La biblioteca non l’ho mai visitata, io il grande nord l’ho visitato un mese d’agosto forse per quello ho dei danesi un ricordo di gente altissima, sempre intenta a ridere rumorosamente, a fare sport (ho visto una partitella di hockey improvvisata in un parcheggio come da noi si gioca a calcetto) e parlare. Però ho percorso in treno soprattutto la Norvegia e le li ricordo piuttosto vivi e animati, quei vagoni… bé non come un Roma-Napoli, certo 🙂
04/03/2017 at 21:12
No, certo, mi sono spiegata male. Intendevo dire: spero / mi auguro / voglio credere (?) di avere veramente quell’anima bella di cui parli. Spesso vedo tanti di quei difetti odiosi e insopportabili che ne dubito; però sono felice di trasmettere qualcosa almeno con quello che scrivo! 🙂 Grazie ancora e scusa se non mi sono fatta capire.
Probabilmente allora è stato il periodo: freddo inverno, treno poco frequentato. Davvero spettrale, ci sembrava di disturbare solo respirando!
05/03/2017 at 09:17
Le belle persone si concentrano sui propri difetti, quelle meno belle sui difetti degli altri, le persone senza difetti…non esistono 😉
04/03/2017 at 18:15
Energia e Rock, è anche un augurio per te.
Bentornata, Chiara.
Hai scritto qualcosa che risuona con me, ti assicuro che mi hai toccato nel profondo.
Ce ne fossero, di letture così, forse il mondo sarebbe un po’ migliore.
Ciao, a presto
04/03/2017 at 20:05
Ti ringrazio, JAW. È stato bellissimo leggere un tuo commento, dopo così tanto tempo, e sei stato il primo a tornare. Grazie davvero, anche per l’augurio. L’energia non manca, solo che si incanala in molte altre cose 🙂
Sono veramente felice anche di essere riuscita ad arrivare a te, con quello che ho scritto. Grazie grazie grazie di essere stato qui e di aver letto – capendo.
14/02/2017 at 22:23
Cioè! Ma quindi?
Stavo qui con Limite Invalicabile e ho fatto finire il mondo prima ancora che tu finissi questa storia! Tra l’altro pure bella… ma che aspetti???? 😉
21/02/2017 at 08:52
Ciao, AmoMarta! Un tuo commento è una gioia per gli occhi, grazie. Ma niente, non riesco a scrivere. Prometto che ci proverò di nuovo a breve.
14/12/2016 at 16:27
Ciao Chiara.
Di rossetto, mascara e altre sciocchezze.
Ho letto otto episodi tutti insieme. Ho viaggiato moltissimo in treno e ho presente molte delle situazioni che hai descritto; sei riuscita a tirarmi fuori tanti ricordi. Alcuni tuoi esperimenti mi sono piaciuti molto (per esempio il periodo senza punteggiatura di questo episodio). Attendo di leggere gli ultimi capitoli.
Ti ringrazio per avermi fatto viaggiare. Alla prossima.
04/03/2017 at 12:47
Ciao Achillu!
Innanzitutto chiedo scusa per arrivare a rispondere solamente adesso, e ti ringrazio per aver avuto fiducia e aver letto tutto insieme (molto spesso le storie in stato già avanzato spaventano e non attirano nuovi lettori).
Mi dispiace di aver fatto aspettare così tanto per il capitolo 9, ma finalmente eccolo qui!
Grazie di cuore e buon viaggio!
03/12/2016 at 11:52
Questo episodio di Bianca e il bambino è stavo veramente bello, specialmente il modo in cui hai saputo raccontarlo. 🙂
Ho votato per S(treni)eri, anche se anch’io avevo votato per la trousse contro il mondo. Come sempre rendi difficile scegliere tra le tre opzioni. Perché a me andrebbero bene tutte e tre. 😉
04/03/2017 at 12:45
Arrivo a risponderti tre mesi dopo – !! – il tuo commento e ti ringrazio moltissimo per le tue parole gentili 🙂
Chissà che i personaggi esclusi dalle votazioni non trovino il modo di tornare ugualmente… 😉 Intanto, eccoti il racconto per cui avevi votato.
20/11/2016 at 10:51
D’accordo… Senza remore ti dico che questo è in assoluto l’episodio più bello. Di una dolcezza e di una delicatezza infinita e, come sempre, scritto in una maniera strepitosa. Forse perché mi ci sono immedesimato più del solito… Non saprei dirti con certezza. So solo che mi è piaciuto tantissimo.
Non mi dilungo sul messaggio trapelato e se fosse voluto o meno, ma mi è giunto. Eccome.
Che altro dire se non “Complimenti”, che comunque nel mio caso è sempre una superflua parola.
Mi ispira “Tre personaggi”, chissà cosa ci riserverai!
P.S: come sempre, chiedo scusa per il ritardo ^^”
04/03/2017 at 12:43
20 novembre?! Santo cielo, non scrivo davvero da troppo tempo – e il tuo “ritardo” diventa davvero irrisorio in confronto al mio. Ho letto il tuo commento probabilmente nella stessa settimana che l’hai scritto, ma mi ritrovo a marzo a risponderti.
Grazie, “Alan”, per aver letto qualcosa di così diverso dal tuo genere e per avermi fatto sapere che l’hai apprezzato 🙂
16/11/2016 at 19:43
Ciao bella storia e copertina complimenti! Io dico per il rossetto, passa dalla mia principessa se ti va alla prossima ciao!
31/10/2016 at 15:07
Bello!
19/10/2016 at 19:13
Rimango sul gioco di parole: strenieri.
Poetico.
Il finale, che equipara il gioco ad un racconto ripetuto mille volte. Mi è piaciuto e mi ha fatto riflettere. Arrugginita? Non direi.
… Ciao ciao (eh, sì, ora ogni volta che scriverò il mio solito saluto mi verrà in mente un bimbo)
24/10/2016 at 14:28
“Coazione a ripetere” (credo), roba tipica dei bambini ma in fondo anche di noi un po’ più cresciutelli. Coazione a ripetere, ma intesa in accezione più positiva possibile; come quando un bambino guarda un cartone e per quattro giorni vuole vedere solo quello. O come quando ti chiede di rileggergli la stessa storia ancora e ancora e ancora… La ripetizione è rassicurante, perché si sa già che cosa succederà dopo, e che anche se adesso non mi guardi, dopo mi guarderai e mi farai ridere.
Ciao ciao! 🙂
16/10/2016 at 17:05
Ciao. Strenieri!!! Mi ha incuriosito questa. A presto. 🙂
Complimenti per la copertina!!! 🙂
24/10/2016 at 14:25
Ciao Mari79, grazie mille!
La copertina c’era già da un po’, ma siccome poi sono sparita probabilmente non l’avevate ancora vista. Grazie ancora!
16/10/2016 at 13:51
Ciao Chiaretta!
Che meraviglia questo capitolo! Dolce e delicato, ho apprezzato particolarmente i colori. C’è la pioggia, il freddo, il grigiore di un momento triste, e poi ci sono quelle “castagne”, occhi caldi e profondi, che da soli riescono a riportare la luce in una giornata spenta.
Bravissima! Sei tornata con un capitolo stupendo! Complimenti.
Per il nono episodio voto “Di rossetto, mascara e di altre schiocchezze …”
A presto! 🙂
24/10/2016 at 14:24
Ciao Tia!! 😀
Grazie per essere tornata su questi treni, sempre in ritardo per colpa mia, e per averli tirati a lucido con le tue parole gentili e dolci. Veramente grazie!
15/10/2016 at 23:26
Scelgo Rossetto Marsala e Aci Trezza, perché in genere le cose che si ripropongono sono le più gustose, vedi peperonata e fonduta.
Ciao Chiara, bentornata.
Questo capitolo, più che arruginito, mi pare d’avanguardia, sperimentale. Noto una scelta di stile personale, con diverse trovate linguistico/compositive che non mi sembrano messe lì per caso. Mi sbaglio?
Insomma, mi pare che tu sia tornata in grande stile.
Ciao a presto
24/10/2016 at 14:22
Poi c’è JAW che non delude mai, ed è sempre qui a leggere. Grazie per la tua presenza anche dopo così tanto tempo 🙂
No, non ti sbagli. Non sono una scrittrice né lo sarò mai, non ho uno stile ben definito che sia tutto mio e inconfondibile, però ogni tanto ci provo. E visto che adesso voglio crogiolarmi nell’autocelebrazione, una delle scelte te la spiego pure (ma spero che si sia vista).
È stata nel lungo periodo di descrizione della giornata terribile: ogni principale è collegata per asindeto, senza nessun segno di punteggiatura, e quindi nessuna pausa; fino al momento in cui “finalmente” c’è un sospiro di sollievo e tutta la tensione si scioglie in un inciso fatto per riprendere fiato.
“Aveva passato un’ora sul bus in fila, perché la strada era bloccata da una frana – aveva piovuto talmente tanto che pure la montagna se n’era stufata – aveva perso il treno era arrivata in ritardo non aveva trovato posto si era seduta per terra e per terra era bagnato perché pioveva aveva mangiato le solite schifezze e in quel momento era crollata, finalmente, sul treno del ritorno”.
Uno scrive e pensa sempre: “Mah. Chissà se qualcuno vedrà questa cosa e capirà che cosa ho pensato di fare qui”.
Se hai visto questo ed altro, grazie ancora di più 🙂
14/10/2016 at 17:19
Nessun ruggine.
Molto bello questo capitolo.
Mi è venuto in mente una frase di Paulo Coelho: “Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto: a essere contento senza motivo, a essere sempre occupato con qualche cosa, e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera”.
S(treni)ieri… perché strano!
ciao
24/10/2016 at 14:17
Ciao! Grazie mille, sono contenta di non essere diventata noiosa o ruvida nel (lungo) periodo di pausa.
E grazie per questa citazione, perché quando l’ho letta, ormai una settimana fa, mi è piaciuta davvero molto 🙂
A presto!
14/10/2016 at 16:57
Ciao!! 😀
Andiamo di rossetto, mascara e altre sciocchezze! 😉 Io direi che sei tornata alla grande e non trovo per nulla arrugginita la tua capacità di emozionare con un breve, anzi brevissimo, racconto! Questo scambio di sguardi, sorrisi e giochi è stato molto carino! ^-^
A presto!
24/10/2016 at 14:15
Ciao Mika, scusami il ritardo di questa risposta (sembra che ormai il ritardo sia diventato il mio stile di vita, perciò…).
Grazie mille veramente, ero abbastanza in ansia per questo “ritorno”. Ho anche fatto un pochino di fatica a ricordarmi che i caratteri avevano un numero predefinito e non potevo strafare 😀
A presto!
14/10/2016 at 13:31
Bentornata. Stavolta sei tornata davvero e con la tua prosa poetica per niente arrugginita.
Insomma questa trousse prima o poi deve uscire fuori, visto che ce la riproponi sempre.
Al prossimo giro in treno.
14/10/2016 at 14:09
Ti aspettavo, Napo, ma non speravo così presto. Grazie di aver letto. Spero davvero di non aver perso troppo la mano, visto che solo oggi ho avuto la piacevole sensazione di poter scrivere qualcosa, dopo mesi.
Le storie sono tante, ma visto che nella votazione bubusettete e la trousse erano una al 35 e una al 34%, ho pensato di dovervela per forza riproporre e darle un’ultima possibilità.
Ci vediamo in stazione!
14/10/2016 at 13:08
S(treni)eri.
Delizioso: è capitato a tutti ma come lo racconti tu sembra una favola magica, straordinaria e irripetibile. Se quando passi troppo tempo a fissare una pagina bianca questo è quello che viene fuori, continua a fissarla ogni giorno! 🙂
14/10/2016 at 14:04
Ciao! Che bello bellissimo che tu mi legga (te l’ho già detto ultimamente che adoro il modo in cui racconti? Se te lo fossi scordata…). Grazie mille per il tuo commento, sono veramente felice che la pensi così.
14/10/2016 at 11:13
Bentornata Chiara (sono Sognatrice75), che piacere leggerti di nuovo. Quanta dolcezza in questo episodio, non ti smentisci mai con la ricchezza e delicatezza del tuo stile. Spero di rileggerti presto, un grande abbraccio.
14/10/2016 at 14:02
Ciao Sognatrice!!! Nuovo account con storie tue o di Antonio? Grazie mille di essere qui 🙂 Ancora.
14/10/2016 at 10:59
S(treni)eri.
Bellissimo episodio, complimenti, non sei affatto arrugginita, sei tornata alla grande. Anche a me è capitato sull’autobus di giocare col bimbo tra le braccia di una madre occupata a fare altro. Davvero ben mostrato e sensibile lo scenario che ci hai regalato. Brava.
14/10/2016 at 14:01
Mi ero dimenticata di quanto pochi fossero i caratteri, e quindi non sono riuscita a inserire tutto quello che avrei voluto. Nel complesso, sono arrugginita 😛 Ma felice di leggere un tuo commento positivo. Grazie!
14/10/2016 at 10:57
Ciao, rossetto mascara e altre sciocchezze 😉 Bentornata
14/10/2016 at 13:59
Ciao Giulia, e grazie! 🙂 Scusate l’attesa.
14/10/2016 at 10:37
Tre personaggi…
Un capitolo che si apre con la grigia monotonia di una giornata qualunque per poi colorarsi con il sorriso di un bambino. Chi di noi non ha mai giocato a bubu-settete, con i propri figli, con quelli di amici e parenti e, perché no, anche con un bimbo incontrato per caso sul treno? Ai bambini basta davvero poco per sorridere ed essere felici, dimenticano in fretta “una brutta giornata”, dovremmo imparare da loro 😉
Bentornata Chiara e, se non l’ho già fatto, complimenti per la copertina.
14/10/2016 at 13:58
Ciao Anna! Che bello vedere che dopo cosi tanto tempo voi ci siete ancora 🙂 Hai perfettamente ragione, dovremmo tutti giocare coi bambini più spesso e ricaricarci di sorrisi. Grazie per essere qui.
30/09/2016 at 09:37
Cari tutti,
vi chiedo scusa perché non ho risposto ai vostri commenti, non sto leggendo con assiduità le vostre storie e nemmeno sto scrivendo. È stato un periodo davvero ricchissimo di impegni, inizi, confusione, nervosismo, tensione, e purtroppo non ho avuto modo di trovare quel ritaglio di tempo per me stessa. Devo ritrovare anche la magia dell’ispirazione, perché ogni volta che provo a pensare a cosa scrivere, fisso una pagina vuota per qualche minuto, poi la smetto e torno ai miei impegni più “urgenti”.
Quindi mi scuso e spero di tornare presto.
17/09/2016 at 13:09
Inizio con il domandarti umilmente perdono per l’infinito ritardo di questo mio commento, promesso e ripromesso, ma giunto solo ora. Davvero, perdonami.
Partiamo però con il vero commento, quello che ad uno/a scrittore/scrittrice interessa di più. Lo stile: sei riuscita a farmi piacere, e ti giuro ci hanno provato in molti, la narrazione in contemporanea. A parte il quinto episodio che beh… Quello è una cosa strana e a se. La scrittura procede fluida, senza intoppi, o comunque, non sono troppo marcati. Uno stile che trasuda una sensibilità marcata, da ogni singola parola. Ma sopratutto, ed è qui che sta il tuo grande potenziale e merito, sei riuscita a farmi interessare e a piacere un tipo di storia che non è esattamente il mio tipo. Ho sempre evitato questo “genere” di storie , che a dire il vero non saprei esattamente come catalogare. Più nel particolare, sei riuscita a rendere interessante la quotidianità, e non è affatto cosa da poco. Perciò concludo con tanti complimenti, continua così.
P.S: ho votato la seconda opzione, potrebbe rivelarsi più particolare di quanto ci si aspetti.
14/10/2016 at 11:32
Ciao Alan! Immagino che questa roba non sia esattamente la tua “cup of tea”, quindi apprezzo veramente il fatto che tu sia venuto qui a leggere le mie parole strane e, come dici tu, non classificabili in un genere preciso se non quello del titolo Storie su ruote. Grazie per aver provato a leggere qualcosa di non tuo!
10/09/2016 at 23:14
Volevo informarti che ho iniziato la seconda parte di “Dengel”.
https://theincipit.com/2016/09/dengel-run-from-past-drago/
28/08/2016 at 12:53
Ti ho tolto dall’impasse
24/08/2016 at 22:01
Ciao, ho letto i sette episodi incuriosita dalla trama, anche io anni fa scrissi un piccolo incipit il cui titolo era “Un treno pieno di storie” e anche io quando mi trovo nei mezzi pubblici (soprattutto in treno) fantastico e mi chiedo quale possa essere la storia di tutti quelli che sono con me 😀
Mi piace molto come scrivi e anche se in ritardo ti seguirò con piacere negli episodi che mancano. Ho votato per “Una trousse contro il mondo”, mi piace questo titolo.
Alla prossima! Brava!
24/10/2016 at 14:12
Ciao! Ti ringrazio per essere passata e per le tue parole 🙂 Spero di continuare a farti fantasticare.
A presto!
23/08/2016 at 16:19
Non so perché, ma mi sembrava che in questi 7 episodi della tua storia avessi avuto lo stesso punteggio che io ho avuto nei 10 episodi di questa:
https://theincipit.com/2015/10/lost-into-the-wood-il-cacciatore-e-nel-bosco-drago/
Per mia “fortuna”, ti mancano 10 punti (e 3 episodi) per raggiungerla.
Nel caso tu te lo stia chiedendo, sì, è il primo racconto d’avventura che ho scritto ed è anche il primo con protagonista una ragazza.
07/08/2016 at 19:30
Il treno, è l’opzione che mi appare più misteriosa.
Ciao Chiara.
L’episodio mi ricorda un racconto brevissimo che lessi, in cui lui e lei si parlano facendo osservare uno all’altra i rispettivi desideri insoddisfatti, assolutamente complementari. Insomma, parlando dimostrano chiaramente che si potrebbero incastrare perfettamente.
Entrambi concludono però senza ‘riconoscersi’, osservando quanto sarebbe bello che qualcuno corrispondesse ai loro sogni.
È una storia agrodolce, io l’ho interpretata come una declinazione dell’attuale incomunicabilità tra persone, un bell’ossimoro, nell’Era Informatica.
Brava.
Ciao ciao
05/08/2016 at 15:47
Un treno per Helsingor, un bel viaggetto in Danimarca è quello che ci vuole per rinfrescare queste afose giornate d’agosto 😉
In molti punti mi è sembrato di leggere una poesia d’amore, e ci sono frasi che ho adorato, una fra tutte: ” È come avere un compagno di viaggio, silenzioso ma sempre presente. Rassicurante, nel modo in cui lo sono le abitudini e le cose morbide e calde quando fuori piove”, bellissima.
14/10/2016 at 11:29
Grazie mille, Writer! 🙂 Anche a me piaceva quella frase e sono contenta che qualcuno noti anche la forma, oltre al contenuto, visto che comunque ci si lavora.
05/08/2016 at 11:38
Una trousse contro il mondo… ma vanno benissimo anche le altre, incuriosiscono parecchio!
Molto romantico e poetico questo amore silenzioso, riesci a cogliere sfumature profonde in gesti quotidiani e pensieri spontanei, a farmi esclamare: “E’ vero, è proprio così! Quante volte l’avrò pensato o fatto anch’io!” Sei un’attenta e sensibile osservatrice, una dote essenziale per una scrittrice. Bravissima!
03/08/2016 at 16:33
Ho votato per la trousse contro il mondo, ma come sempre anche le altre opzioni sono altrettanto interessanti.
Questo episodio mi è piaciuto moltissimo, per come hai saputo combinare i due punti di vista e renderlo (ai miei occhi) romantico “all’ennesima potenza”. 😀
14/10/2016 at 11:28
E il “romantico all’ennesima potenza” è l’ultima cosa che di solito mi caratterizza. Ma se davvero pensi che io ci sia riuscita, è una vittoria 🙂
01/08/2016 at 18:17
Treno per Helsingør, non ho la più pallida idea di che roba sia! 😀
Garbata, così tanto da farmi dubitare che una simile ‘corrispondenza’ silenziosa sia avvenuta in questo millennio.
Ciao, a presto!
14/10/2016 at 11:27
Helsingør / Elsinore… Così forse fa suonare un campanello? 🙂
A Helsingør, in Danimarca, c’è quello che si dice essere il castello di Amleto. Ma sembra che non visiteremo il treno che porta là, questa volta. Magari un altro giorno…
01/08/2016 at 09:26
Bubu-settete è irresistibile, anche perché non riesco proprio ad immaginare cosa tu possa inventarti. 🙂 Mi è piaciuto questo capitolo, raffinato e delicato. Questo timore di avvicinarsi, di parlare, di scambiare due parole e non passare per il “piacione” di turno e, poi, dal punto di vista di un uomo. Inoltre, ci sta bene il riferimento alla pagina Spotted… Più in generale, si potrebbe anche pensare ad un capitolo sulla mancanza attuale di comunicazione. Brava brava!!! 🙂
14/10/2016 at 11:25
Pink, torna da noi!! Le Maschere ha bisogno delle tue dita.
31/07/2016 at 16:54
Bubu-settete 🙂
Brividi, tanti brividi e pelle d’oca (ma va’! che novità eh? 😀 )
Mi sono totalmente rivisto nel tuo personaggio, (e che ridere sul “palesati” di spotted, lo fanno anche con quello di Bologna :D).
A volte anche io mi sento così, quindi questo episodio l’ho proprio fatto mio e sentito dentro. Leggere le ultime righe, poi, mi han dato la pelle d’oca (appunto, sono i miei desideri quando mi capita di “innamorarmi” così alla cieca 🙂 Sapere che quella ragazza sta pensando le stesse cose è come l’avverarsi di un sogno).
Adesso ripiombo nella triste e cinica realtà! 😀
Brava C.
14/10/2016 at 11:25
Devo ammettere che ogni tanto cedo alla tentazione di farmi un giro tra gli “spotted”, e ho incontrato spesso pateticità e assurdità, nonché volgarità, ma ogni tanto anche una discreta e silenziosa personcina che dice “Ciao, probabilmente non mi hai visto e mai mi vedrai. Per questo scrivo”. Che poi, è quello che facciamo tutti noi 🙂
30/07/2016 at 23:51
IN qualche modo, nemmeno troppo sottile da capire, il tuo racconto episodico rispecchia questi nostri disperati tempi moderni. I tuoi personaggi non interagiscono, si osservano, immaginano, sognano, ma restano al loro posto. Almeno fino a dove il nostro sguardo può arrivare…. Chi legge un giornale, chi chatta, chi sta col cellulare, chi con le cuffie nelle orecchie. Poi planano su sentimenti che richiederebbero impegno e sacrificio reali per essere consumati e condivisi e che non basta immaginare per assaporare. Tutto molto pittoresco, al limite del magico, ma mai tangibile. Tutto come sta accadendo oggi ai dieci/venti/trentenni, quelli che non toccano con mano e che non rischiano in prima persona, quelli che tutto è un gioco o un sogno perchè fare sul serio è pericoloso/inutile/impegnativo…
Insomma sei iperrealista pur sembrando poetica. Ognuno vive nel suo guscio. Shakespeare nell’atto secondo scena seconda dell’Amleto afferma: “potrei vivere nel guscio di una noce e credermi re di uno spazio infinito.” IN verità Amleto era esaurito al punto da fingersi pazzo, e davvero non aveva bisogno della vicinanza di nessuno, lui bastava a se stesso, lui parlava coi morti, coi fantasmi addirittura. Gli altri erano d’intralcio. Gli altri, quelli in carne e ossa. Oggi trovo che il male delle nuove generazioni sia lo stesso. Tutti convinti di poter vivere in una noce. Mi piacerebbe che su quel treno accadesse qualcosa di tangibile, che gli occhi che osservano fin dal primo episodio iniziassero a vivere… per questo voto bubusettete…
14/10/2016 at 11:23
Carissima, ho letto il tuo commento tre o quattro volte da quando l’hai scritto ma non ti ho mai risposto. E tutto quello che mi sento di dire, per adesso, è grazie per aver scovato significati nascosti e profondi in quella che potrebbe tranquillamente essere letta come una sciocca storiella. L’impegno reale, fisico, di sudore delle relazioni quasi non c’è più, ma dovrebbe esserci; e i personaggi di questo racconto vogliono mettersi in gioco per davvero, smettere di osservarsi e cominciare a conoscersi oltre gli occhi e le orecchie. Oltre la noce.
E grazie per aver citato Shakespeare, che solleva l’anima.
30/07/2016 at 20:10
Quanto avrei voluto che questa storia durasse di più!!! Molto bella, semplice, di vita quotidiana, di aspettative e fantasticherie romantiche. Peccato sia stata solo per un capitolo. 😉 Nel frattempo attendo Un treno per Helsingør. Anche se sarei stata molto curiosa di scoprire una trousse contro il mondo! Chissà cosa accadrebbe.
14/10/2016 at 11:20
Sono veramente stupita dal fatto che questo racconto vi sia piaciuto tanto, visto che non sono mai stata brava nel descrivere l’amore. Ma, beh, in fondo questa storia non faceva altro che mettere in scena quello che c’è in tutte le Storie su ruote: un incontro.
A presto Cate 🙂
17/10/2016 at 13:52
E invece sei stata molto brava con quel brano precedente, sull’amore. A me è arrivato dritto, pulito, sincero e intenso. Bentornata. Attendo il prossimo episodio e i prossimi incontri, curiosa di quel che ci proporrai. 🙂
30/07/2016 at 17:08
Ciao Chiara!
Bellissima anche questa storia! ^__^ Credo che sia una delle più belle.
Hai descritto benissimo questi due ragazzi, come si osservavano e le loro sensazioni.
Complimenti!
Per il prossimo capitolo, dico Bubu-settete!
A presto! 😀
14/10/2016 at 11:19
E Bubu-settete è stato. Eccomi qui e scusami per le mie letture interrotte. Torno presto e recupero tutto il prima possibile 🙂
30/07/2016 at 12:56
C’è poco da dire, è un gran bel capitolo. Mi è piaciuto molto, sicuramente il mio preferito per ora.
Per il prossimo ho votato “Un treno per Helsingør”, ed è quasi impossibile che vinca.
14/10/2016 at 11:18
Addirittura il tuo preferito? Strano, perché non sono una molto “romanticosa” e di solito non riesco a scrivere bene di sentimenti & co.
Ma sono contenta che ti sia piaciuto. A presto! 🙂
30/07/2016 at 12:21
Eccomi, come sempre riesci a catturarmi e a portarmi in un mondo bellissimo fatto di delicatezza e sensibilità. Senza accorgermeno ho votato come la maggioranza. A presto cara.
14/10/2016 at 11:17
Sognatrice mia, ti chiedo davvero scusa. Ho recuperato tutto e non vedo l’ora di leggere altro. La tua descrizione dei sentimenti è sempre veritiera e toccante.
30/07/2016 at 10:48
Delizioso. E perfetto. Non c’è altro da dire.
Ritorna la trousse, così sia.
Non ho capito l’introduzione alle opzioni, quel “Chiedo scusa…”
28/08/2016 at 14:35
Chiedevo scusa perché non sono riuscita a leggere i racconti di nessuno, nell’ultimo mese almeno. Forse non è qualcosa di cui chiedere scusa, ma mi piace tenermi al passo e stare al gioco (votando, commentando).
Beh, spero di tornare presto con la trousse!
06/09/2016 at 16:44
…invece è passato più di un mese.
Forza, riprenditi il posto che ti spetta.
14/09/2016 at 07:37
Il periodo non è proprio dei migliori, purtroppo, tra impegni poco graditi e crisi esistenziali, ma la settimana prossima tornerò davvero. Attendetemi ancora un po’!
30/09/2016 at 13:02
Le buone intenzioni ci sono, giuro. L’ispirazione invece no.
Tra l’altro, sembra che ora “Bubu-settete” abbia superato la trousse, e quindi il lavoro mentale che avevo cominciato non vale già più.
30/07/2016 at 10:39
Ciao!! 😀
Molto bello questo capitolo! Mi è piaciuto tanto come queste due persone, che non si sono mai parlate, abbiano notato le piccole cose che le contraddistinguono: davvero ben fatto!
Voto “una trousse contro il mondo”! 😉
Alla prossima!
28/08/2016 at 14:33
Grazie mille Mika, e scusa per il ritardo nella lettura e nella risposta e nello scrivere… Insomma, non ho avuto molto tempo 😛
Credo che sarai accontentata e che vedremo presto la trousse.
30/07/2016 at 09:28
Davvero bello questo capitolo. Sai rendere benissimo, e con grande poesia, la gente che si osserva, le avventure nel non detto. Bello.
Scelta scontata: ho visto bubusettete e il dito ha cliccato da solo!
28/08/2016 at 14:32
Batticuore se ci sono commenti postivi di befana profana!
30/07/2016 at 07:21
Bel capitolo, simile a quello delle due ragazze che si osservano in silenzio 🙂 ho votato per bubi settete
28/08/2016 at 14:23
Ciao Giulia e piacere di trovarti qui! Ti rispondo qua non perché io voglia ignorare il tuo precedente commento ma perché sono rimasta molto indietro (non leggo e non scrivo da un po’ troppo) e quindi ecco 🙂 Grazie di aver cominciato a leggere questa storia anche se era già – come dire? – inoltrata (?), e spero che continui a piacerti quello che scrivo.
A presto e grazie ancora!
30/07/2016 at 00:14
Bene, preparati ad un commento molto lungo.
Seguo e leggo da un po’, ma per problemi di tempo non ho potuto commentare quanto avrei voluto.
La tua idea merita, meriterebbe di essere letta per molto più di dieci episodi. Certo , sempre che tu riesca a mantenere questo estro narrativo. Nel complesso lo stile mi piace, il rimando al mondo poetico mi affascina e la varietà di personaggi ed il loro realismo mi ha fatto innamorare di questa carrellata di storie.
Mi ero appuntato le prime impressioni su ogni episodio, per quando sarei stato in grado di organizzarle e postarle organicamente qui. Di seguito le puoi leggere:
1) La ragazza padrona della situazione mi piaceva così tanto come personaggio, ha oscurato tutto il resto, mi è quasi dispiaciuto abbandonarla. Ma è così con le storie da viaggio.
2) La struttura è più complessa e meno godibile, vittima dei caratteri, in compenso la tematica è fresca, lo stile fedele a se stesso. Toccante il momento dell’abbraccio. Per l’analisi della poesia ci vorrebbe un commento a parte, notevole. È tua vero?
3)Qualche errore di punteggiatura iniziale, qualche ripetizione iniziale. Bella la parte finale, nel complesso però l’ho trovato l’episodio meno efficace finora.
4)Sto apprezzando solo ora le continue trovate stilistiche a pieno, quella dei messaggi su questo format è ottima. L’episodio è profondo, vivido nella lettura, fluido. La chiamata con la madre la cosa che ho preferito.
5) HO ADORATO QUESTO EPISODIO, riletto quattro volte di fila. Non so perché mi sia piaciuto tanto. Nulla da dire, il discorso regge tutto bene, ti fa assaggiare la vergogna ma anche le sue motivazioni. Forse non mi suona il tomba-tombino, ma in un ragionamento del genere…
6)Il finale ha descritto il concetto di “personaggio”, inteso come essere umano diverso dal coro, che riempie il vagone. Signora e signore lo sono entrambi a modo loro. Mi sono chiesto se qualcuno li avrebbe notati, con la metro piena. Mi hai lasciato una bella emozione. Complimenti.
7)Una vena di malinconia che non guasta. Ragazza con l’ombrello giallo? Scusa ho pensato a Ted Mosby a quel punto, e ho perso il filo. Ricomincio! ahaha
Che dire, lo stile migliora ad ogni episodio e qui raggiungi un nuovo apice, sarà perché una storia del genere l’ho vissuta e mi immedesimo, chissà. Rinnovo i complimenti! 😀
Per fortuna non è venuto lungo come pensavo, ahaha 😀
Non sono un professionista, ho solo avuto queste impressioni e te le comunico qui, da semplice lettore che aspetta il prossimo episodio. Che peccato quando finiranno.
Ciao e alla prossima! 🙂
P.s.: voto la trousse contro il mondo, voglio vedere come affronti quella tematica – se ho capito bene a cosa alludi – e mi incuriosisce il tuo punto di vista femminile.
28/08/2016 at 14:31
Ivan, aiuto!! Quando ho letto questo commento per la prima volta, lo stavo facendo con il telefono e continuavo a scorrere in giù, in giù, in giù… Non finiva mai, ma ero felicissima che qualcuno si fosse preso la briga di scrivere così tanto per commentare questi racconti. Quindi, per prima cosa, grazie davvero per avermi dedicato un po’ del tuo tempo; lo apprezzo molto.
Ti ringrazio adesso per i complimenti, ancor di più per gli appunti che mi hai lasciato: ogni parere è prezioso per migliorare, credo (e il tuo per me è importante, visto che sei stato il primo autore che ho letto qui su TI, e uno di quelli che mi piacciono di più).
La tua trousse ha vinto, tra parentesi 🙂 A presto!
29/07/2016 at 23:16
Un pezzo di romanticismo dolce e rassicurante con quell’ipotesi di trasferimento finale che lascia con il fiato sospeso e la curiosità di sapere come andrà a finire. O con quel malinconico dubbio del “chissà cosa sarebbe successo se…”. Comunque un finale sagace.
E il prossimo? Bubu settete è troppo curioso per non essere letto.
Brava Chiara.
28/08/2016 at 14:27
Sagace addirittura? Beh, grazie mille per tutti questi complimenti 🙂
Purtroppo bubu settete non ha vinto, ma credo che sarà inserito ugualmente nella prossima “triade” di possibilità.
A presto, Francesco, e grazie di leggere sempre!
29/07/2016 at 21:49
Voto una trousse contro il mondo.
Questo ultimo capitolo mi ha molto colpito, facendomi pensare e anche sorridere. È bello pensare che certe cose possano accadere realmente, a quante barriere mentali ci facciamo perdendo un attimo che ci porterebbe a passare dei bei momenti con qualcuno. Bella anche la doppia conclusione, a lieto fine e non, dipende come la di vuole vedere. Curioso di leggere la prossima storia 🙂
28/08/2016 at 14:25
Ciao alecsdee (Ale? Alex? Beh, sempre un piacere!) 🙂 Sono davvero felice di trovarti qui e mi scuso ancora per il mio ritardo nella lettura del tuo racconto e per la lentezza con cui scrivo questo.
Lieta che il racconto ti sia piaciuto, e spero che sarà così anche con il prossimo. A presto prestissimo!
29/07/2016 at 19:42
Ciao, inizio a seguirti solo ora, mi piace il fatto che i punti di vista sono sempre differenti, probabilmente il capitolo che più mi è piaciuto è stato quello delle due ragazze. Ho votato gli scippatori perchè sono curiosa di vedere da che punto di vista lo scriverai. Buona giornata
22/07/2016 at 14:44
Da quanto tempo non mandavo qualcuno in parità. 🙂 Ma ho scelto gli scippatori. Certo che metti sempre delle opzioni interessanti e sceglierne solo una diventa ingiusto.
L’episodio della “signora in rosso” mi è piaciuto. Un po’ meno quella del matto. Più che altro perché, immaginandomi che le parole maiuscole erano quelle sentite dai chi gli era presente, non è che abbiano capito molto i tormenti del matto. Scusa in questo momento sta parlando il mio lato impiccione … persino degli affari di un matto. 🙂
Non credo di averti fatto i complimenti per la copertina. Complimenti! 😀
23/07/2016 at 09:06
Ciao Danica, grazie di leggere 🙂 A me invece non piace particolarmente quello della signora in rosso, per come l’ho scritto, mentre sono soddisfatta di quello del matto. Il punto, e il tormento, è proprio che nessuno lo capisce perché nessuno sa. La gente che lo guarda male, lo disprezza e pensa che sia solo un vecchio volgare non si ferma a pensare a che cosa ci sia dietro.
Grazie mille! Vedremo se qualcuno sbloccherà la parità prima che io pubblichi oppure se dovrò scegliere io stessa.
22/07/2016 at 10:20
Perdonate la mia assenza, tanto di scrittrice quanto – e soprattutto – di lettrice. Non ho ancora finito gli esami e sono molto impegnata ultimamente, ma tornerò il prima possibile.
Buona scrittura a tutti!
17/07/2016 at 13:58
Sonno perché vado matto per i sogni.
Il ragazzo ha tutta la mia simpatia e la lettrice ha tutta la mia comprensione!!
Ho letto il capitolo in questa chiave: due mondi molto diversi, che corrono paralleli, ma entrambi interessanti.
Ciao a presto!
17/07/2016 at 19:05
Il “ragazzo” aveva almeno quarant’anni 😉 Bravo. A me piace è stupisce sempre vedere persone così diverse compiere azioni simili, incrociarsi, scambiarsi uno sguardo per poi tornare a vivere le proprie diversissime vite. Ho sempre pensato che la diversità sia la prova del fatto che esiste un’anima.
15/07/2016 at 08:39
Ciao. Io dico scippatori. 🙂
13/07/2016 at 12:05
Scippatori… sono cattiva?
Ciao Chiara,
Ma questo capitolo è cronaca! Ah ah!
Tra l’altro quando scrivo il commento sotto è quello di MrsRiso, come avatar una scarpa rossa col tacco… inevitabilmente penso a lei in metropolitana! (scusa MrsRiso se ti coinvolgo).
Ho annotato ‘i i titoli dei libri che riposano tra le mani delle persone’… chiedendomi cosa intendessi: mi ha fatto pensare a quando mio padre si addormentava insieme a me dopo avermi letto la fiaba della buonanotte, risvegliandosi dopo ore. Insomma, il libro, dopo una breve lettura del proprietario, ne concilia il riposo e si riposa a sua volta. Immagino che non sia quello che intendi, ma l’immagine mi ha fatto sorridere.
Ciao Ciao
15/07/2016 at 15:45
Ciao Moneta! Cattiva? No, perché mai? È tra le opzioni, puoi scegliere quello che vuoi!
Questo capitolo è una noiosa cronaca, temo, sì. È uscito male.
I libri che riposano, come se le mani che li sostengono siano coperte. Un po’ perché coprono i titoli, un po’ perché proteggono i libri, li accarezzano distrattamente. E un po’, se vuoi, come se ci fosse questo rilassamento che passa dalla carta alla pelle e dalla pelle alla carta.
12/07/2016 at 14:21
Ho trovato il tuo racconto per la copertina e ti faccio i miei complimenti per questa. Arrivo al sesto episodio e leggendo il racconto della signora in rosso, sono rimasta colpita dalle descrizioni accurate che permettono di percepire il disagio che prova e poi la tranquillità alla fine. Spero che non me ne vorrai se invece di iniziare dal primo sono andata ritroso, in tutti ritrovo una caratterizzazione dei personaggi formidabile, che accentra le attenzioni.
I sentimenti e le sensazioni sono al centro dei tuoi racconti.
Rimango fino alla fine, infondo anche io sono una pendolare!!
Brava, dimeticavo scippatori… a pelle 😉 con la metro ci stavano
15/07/2016 at 15:39
Caratterizzazione dei personaggi. Piaciuta davvero? Grazie mille, penso che sia una cosa molto difficile da ottenere e sapere che secondo qualcuno ci sono riuscita è un sollievo 🙂
Purtroppo con la metro ci stanno, sì.
12/07/2016 at 13:29
Ciao Chiara bella, voto amore silenzioso e sono felice sia in maggioranza, perchè non vedo l’ora di veder trattare un argomento simile da una penna creativa e talentuosa come la tua! A presto, ti seguo.
15/07/2016 at 15:29
Grazie mille! Spero di non deludere le aspettative.
11/07/2016 at 14:35
Momenti di vita ben descritti. Sei un’attenta osservatrice dei moti delle anime che ti navigano in torno. E sai trasmettere bene le emozioni provate. Ricorda è un dono. Non sottovalutarlo. Brava, ma ora ho un po’… sonno!
15/07/2016 at 15:28
Osservare non basta, se poi non si sa riportare. Questo episodio rivela quanto io sia noiosa e non in grado di raccontare aneddoti divertenti. Non mi è piaciuto, ed è un peccato, perché invece l’incontro era stato molto buffo, inaspettato e sicuramente inusuale.
Grazie, comunque, Francesco! 🙂
10/07/2016 at 17:37
Complimenti, idea molto interessante quella di raccontare la vita “da pendolari”. Non ti nascondo che, anche io, più volte ho pensato di raccontare le strane persone e situazioni che si possono osservare in treno, ma tu stai facendo un lavoro egregio di capitolo in capitolo. Complimenti ancora e via di “scippatori”. 😉
11/07/2016 at 07:56
Ciao e benvenuto 🙂 Ti ringrazio moltissimo per questi complimenti, e spero di andare avanti ancora bene.
09/07/2016 at 11:37
Neanche il tempo di rimettermi in pari, ed ecco un nuovo episodio 😀
“Sulla metro semivuota ci si può sedere accanto alla signora cinese di via Paolo Sarpi e sentirla parlare velocissima al telefono nella sua lingua”
Questa frase è stupenda, sembri un film che inizia con un racconto del protagonista stesso da vecchio, che ricorda le cose e quindi sa i dettagli di cui il suo io giovane non è ancora venuto a conoscenza!
Bel modo di colorare il capitolo, insisto sempre su questo punto, i colori sono fondamentali 🙂
Brava!
Voto per lo scippo!
11/07/2016 at 07:50
Bella la tua interpretazione dell’inizio, grazie! 🙂 Che bello che tu sia tornato. Forza, che so che hai mille e mille storie da raccontare 😉
08/07/2016 at 16:32
Ciao!! 😀
Bellissimo anche questo episodio: sono riuscita a sentire il disagio della donna col vestito rosso e potevo vedere gli sguardi divertiti degli altri passeggeri come se fossi lì! Hai descritto veramente bene la scena!
Voto “amore silenzioso”!
Alla prossima!!
Ps. Complimenti per la copertina!! *w*
11/07/2016 at 07:49
Ciao Mika, grazie! 😀 Meno male che sono riuscita a trasmetterlo, perché lì si percepiva proprio nell’aria, povera donna ahahah
Grazie!
08/07/2016 at 14:49
Ho votato per “amore silenzioso”.
Molto bella la primissima parte, quella in cui descrivi la metro semivuota. E ho trovato molto affascinante “seta rossa”.
11/07/2016 at 07:47
Quella primissima parte è l’unica che piace davvero anche a me 🙂
08/07/2016 at 12:19
Insisto con l’amore silenzioso e questa volta il voto non è andato perduto 😉
“si diverte ad osservare la gente che legge, sforzandosi di sbirciare le copertine per poi segnarsi i titoli dei libri che riposano tra le mani delle persone” è una cosa che faccio anch’io, sai scattare delle istantanee di vita straordinarie, brava.
11/07/2016 at 07:43
Non pensavo ci fosse qualcuno di pazzo come me che si segnasse i libri! Non ho una gran collezione, in realtà, ma mi piace osservare.
Non sono molto soddisfatta di questo capitolo, ma sono felice se a qualcuno è piaciuto 🙂 Grazie!
08/07/2016 at 09:16
Mi è piaciuta molto la parafrasi della frase sulle famiglie felici e infelici di Anna Karenina versione metropolitana. E mi è piaciuto molto lo stile del capitolo: i personaggi erano nitidi e reali, tutti ne abbiamo viste di scene così; però non ho visto la storia. C’erano le ruote, ma non la storia stavolta. Mi aspettavo davvero che succedesse qualcosa, legato all’uno, all’altro o all’incontro dei due, invece no, era solo uno spaccato di quotidianità in metropolitana. Non so, mi mancava qualcosa.
Poi, per essere coerente, scelgo il sonno che è sicuramente l’opzione meno propensa a suscitare una storia! 🙂
Ma per me il sonno è una parte integrante dei viaggi, soprattutto in treno
Alla prossima
08/07/2016 at 13:28
befana, sono molto d’accordo con te. Anche a me non è piaciuto del tutto questo capitolo. Come ho già scritto in un altro commento, “È come quando tenti di raccontare un aneddoto che ti aveva fatto ridere da morire e, proprio raccontandolo, perde tutto il divertimento. Ecco, non sono riuscita a rendere, mi sembra”.
Le storie che ci sono qui sono semplici storie di incontri, di scambi di sguardi e spesso niente di più. Quindi diciamo che il racconto è anche in linea con la raccolta, ma anche a me non piace granché come è venuto fuori.
07/07/2016 at 23:08
Ciao Chiara!!! 🙂
Bello anche questo capitolo. Mi sembrava di essere lì, di vedere la scena, di sentire le fermate. Hai descritto tutto molto bene, dagli abiti alle reazioni dei vari personaggi, brava!
Ti faccio tantissimi complimenti anche per la Copertina! Veramente bella!!! 😀
Per il prossimo capitolo voto “Amore silenzioso”.
Bravissima! A presto! ^__^
08/07/2016 at 08:06
Molto più “classico” di quello del matto. Grazie mille Tia 😀 Anche a me piace molto questa copertina.
07/07/2016 at 22:40
Ciao Chiara,mi è piaciuto anche questo,solo una curiosità,perchè se siamo a Milano commenti le fermare in inglese?
Voto ancora Amore
07/07/2016 at 22:48
Sulla metro e sui treni ormai le voci sono tutte sia in italiano sia in inglese, tantopiù in una città turistica come Milano. Nei treni provenienti dalla Svizzera, per esempio, sono in italiano, inglese e tedesco. L’era dei poliglotti!
07/07/2016 at 18:07
Amore silenzioso…
Capitolo originalissimo, ritmo incalzante e ben scandito dalle fermate mi è sembrato di essere là, sulla metro, tra i tuoi personaggi/persone che ci hanno regalato un altro spaccato di “vera” quotidianità. Bravabravabrava! Complimentissimi per la copertina, ampiamente meritata 😉
07/07/2016 at 22:46
Grazie mille, Anna! 🙂
A me non piace granché questo capitolo, però invece l’episodio – accaduto veramente, come tutti – mi aveva lasciato un sorrisetto per tutta la giornata. È come quando tenti di raccontare un aneddoto che ti aveva fatto ridere da morire e, proprio raccontandolo, perde tutto il divertimento. Ecco, non sono riuscita a rendere, mi sembra.
Grazie invece per i complimenti della copertina: sono stati bravissimi 😀
07/07/2016 at 17:53
amore silenzioso.
perchè hai scandito i minuti con le fermate? non è una cattiva idea, anzi… ti fa entrare in metro insieme a loro ( chi di noi non ha mai ascoltato quel disco?), però dopo un po’ pesava… Ottima descrizione della signora, attima descrizione del darkettone macchia di nero indistinta; peccato per il libro…. se citi addirittura autore e titolo devi dirci qualcosa in più su chi lo legge, è una tecnica di scrittura. Altrimenti non si cita e si resta nel dubbio;)
devo dire che per me questo episodio è stato finora il migliore.
07/07/2016 at 21:27
Sì, dimenticavo, bellissima copertina!!
07/07/2016 at 22:43
Ciao AmoMarta!
Perché ho scandito così, che è tanto pesante? Perché è pesante anche nella realtà. Se riesci a non farci caso, potresti addirittura perdere la fermata; se invece, per dire, è la prima volta che prendi la metro, rimani teso ad ascoltare tutte le fermate. In un modo o nell’altro, quella voce meccanica viene sentita da tutti, è onnipresente. Come nel testo.
In realtà pensavo al contrario: citando il libro sto dicendo qualcosa in più della signora; se uno è curioso, va a vedere di che cosa parla questo libro e scopre qualcosa della donna in rosso. Era una briciola di Pollicino lasciata lì, per chi la vuole.
Il migliore? Davvero? E dire che a me non piace per niente! È proprio vero che non siamo buoni giudici di noi stessi.
07/07/2016 at 16:19
Lo stile è notevole, leggero e felpato, muovendoti con straordinaria sensibilità tra la moltitudine, raccontando storie differenti in maniera sempre originale . Però la storia sinceramente non mi è stata molto chiara. 🙁 🙁 Voto gli scippatori perché secondo me ne verrebbero fuori delle belle con la tua originalità. 😉
Un abbraccio
07/07/2016 at 16:31
In effetti questa volta non c’era una vera e propria storia, né un dialogo, né niente. Solo un piccolo episodio d’incontro tra la diversità più assoluta, che mi aveva colpito e che ho voluto riportare 🙂
Grazie, vediamo gli scippatori 😀
Ricambio l’abbraccio e a prestissimo!
07/07/2016 at 15:47
Il tuo racconto possiede un’ originalità non indifferente. Delicato e piacevole il linguaggio. Voto per amore silenzioso.
07/07/2016 at 16:30
Grazie mille e benvenuti (siete due, vero?).
07/07/2016 at 16:51
Grazie per l’accoglienza, si siamo due amici, un uomo e una donna. Ci farebbe davvero piacere ricevere una tua lettura e un tuo commento! A presto.
07/07/2016 at 09:38
L’episodio del pendolare mi ha fatto venire i brividi durante le ultime righe, mi è piaciuto come l’uomo decide di prendere in mano il proprio destino, compiendo qualcosa al di fuori dei suoi schemi!
Non conosco la personalità di quest’uomo, ma se è vagamente come me (molto “ingegneristicamente” inquadrato), compiere un passo simile deve avergli dato molta, molta soddisfazione di sè!
Per quello successivo avrei scelto “una ragazza che non si piace, o forse sono due? O nessuna?”, perchè era la scelta che avevo fatto nel capitolo precedente, quindi ero curioso di sapere a cosa ti riferissi con questo “due? o nessuna?”. Qualcuna bipolare?
***
No, non sono pazzo, non ho letto tutti i capitoli rimanenti e poi ho scritto i commenti 😀
Leggo un capitolo, apro Word e scrivo il commento relativo, poi leggo il successivo.
Quindi nessuna ragazza bipolare, solamente due ragazze che non si piacciono e basta, che si fanno forza (o almeno, una c’è riuscita, l’altra non ha avuto la prontezza per farlo) a vicenda. Molte ragazze sono belle proprio per le imperfezioni che hanno. Una ragazza perfetta sembra finta, fatta con il cartongesso (o il silicone). Viva le imperfezioni, quindi XD Per il successivo avrei votato “I sorrisi di un bambino”, perchè era quella che più mi dava la speranza di riuscire ad avere la pelle d’oca alla fine dell’episodio!
***
Questo capitolo sul matto è sensazionale, la punteggiatura (quasi assente) e il maiuscolo sono messi a regola d’arte per far entrare il lettore nel flusso senza fine dei pensieri del matto. E i cambi d’argomento repentini? Credo che con questo capitolo tu ti sia definitivamente superata 😀 Brava C.!
Per il prossimo voto “Amore silenzioso!”
A presto!!
07/07/2016 at 14:50
Ciaaaao, e bentornato 😀 Che commentone lungo! Sono felicissima di rivederti, di poterti leggere e di vederti qui di nuovo, sui treni.
Quando ho letto dell’ipotesi della ragazza bipolare ho strabuzzato gli occhi perché non ci avrei mai pensato, ma capisco che la domanda finale potesse creare confusione 😛 E niente, quindi sì, erano solo due ragazze normali – normalissime, anzi, come tutte. Viva le imperfezioni, un grido che si sente troppo poco spesso.
I sorrisi di un bambino torneranno e potrai votarli 🙂
Per finire, sono contenta che ti sia piaciuto questo capitolo sul matto che, alla fine, è il mio preferito 🙂
A presto (che bello)!
05/07/2016 at 18:55
Eccoci Chiara!
Ti ho lasciato da un po’ ma scopro per fortuna di non essere rimasto indietro. In compenso tu sei andata avanti con una bella copertina! Complimenti!
Il pazzo è un folle, il capitolo è da matti! Molto bello e direi ‘sperimentale’, mi piacciono queste avventure estreme con il linguaggio e con i punti di vista non comuni. Brava.
Voto trenta trucchi nella trousse sul treno per trento.
Ciao, a presto
07/07/2016 at 13:10
Sto scrivendo molto poco, quindi non c’è mai fretta di venire a leggere 🙂 Grazie mille, sono stati bravissimi a rendere la copertina come mi sarebbe piaciuta.
È stato un capitolo complesso ma, devo dire, anche uno di quelli che ho avuto meno difficoltà a stendere. Grazie di nuovo!
A presto.
04/07/2016 at 11:33
Bellissima e merita copertina! *__*
04/07/2016 at 12:23
Grazie, pink!! *-* 😀
04/07/2016 at 08:25
Ciao. Amore silenzioso. In effetti rispetto agli altri è scritto in modo diverso. Però va bene. È giusto provare qualcosa di nuovo ogni tanto. 🙂
Complimenti per la copertina. 🙂
04/07/2016 at 09:50
Ciao! Diverso sì, ma funzionale al personaggio rappresentato. Spero siate riusciti tutti a leggerlo ugualmente e a comprendere tutto quello che volevo inserire in un testo così particolare.
Grazie 🙂
03/07/2016 at 11:49
Ciao,sono un tuo nuovo lettore,ho iniziato oggi e li ho letti di seguito.Ho cominciato a farlo dopo aver letto un tuo commento che mi è piaciuto molto,poi perchè ti chiami Chiara come mia figlia,che perdipiù prende tutti i giorni il treno per andare al lavoro a Milano,toppe combinazioni per non farlo. E sono contento, tutti molto belli,l’ultimo in effetti è un pò difficile da leggere. Voto per amore silenzioso,sono curioso per come potresti dipingere qualcosa di così intimo,ma non so se sarà il prescelto.
Alla prossima e buona domenica
04/07/2016 at 09:49
Ivano, salve e benvenuto! Sono curiosa di sapere grazie a quale commento mi abbia trovato, e sono anche stupita dalle coincidenze.
Grazie davvero per i complimenti e vedremo quale sarà il prossimo episodio.
04/07/2016 at 16:19
Ciao Chiara,ho cominciato a leggerti per il commento che hai lasciato ad Anna Civile per L’innocenza Violata,poi per le coincidenze,ma anche perchè mi piace quello che scrivi. In ultimo anche perchè hai fatto un appunto come Correttrice di Bozze,e ho pensato che magari andavi a leggere anche il mio e mi commentavi da esperta. Ma questo solo se leggendo qualcosa ti piacerà,io continuerò a seguirti.
Un caro saluto
01/07/2016 at 13:03
Eccomi Chiara, sono in minoranza ma non potevo non scegliere “amore silenzioso”, lo sai che sono una romanticona! Ancora una volta un bellissimo episodio, nonostante il difficoltoso esperimento sei stata brava come sempre! Un baciotto e a presto.
01/07/2016 at 13:46
Ciao Monica, e grazie di cuore! Nulla di male nell’essere “ancora” romantici: perché dovrebbe esserci un momento dopo il quale non lo si è più? 🙂
01/07/2016 at 11:45
Ciao Chiara!
Voto pelle nera e seta rossa.
Intenso e particolare questo capitolo! Devo dire che mi è piaciuto molto.
Bravissima. Questa prova non era semplice e l’hai superata alla grande.
Sono curiosa di vedere cosa ci proporrai nel prossimo episodio.
Complimenti! A presto! 🙂
01/07/2016 at 13:44
Riscuote successo, nonostante sia molto strano e non semplice da leggere. Se siete riusciti ugualmente, vi ringrazio il quadruplo questa volta 🙂
30/06/2016 at 22:30
Gran bel pezzo!! Temo di essermi perso qualche corsa ma adesso lo vedo lì questo povero matto con tutta la sua tragedia sul groppo, balbettante e delirante, abbandonato su una banchina senza tombini.
Davvero toccante Chiara. Brava!
Non perderò il prossimo treno di pelle nera e seta rossa. Promesso.
30/06/2016 at 22:29
Gran bel pezzo!! Temo di essermi perso qualche corsa ma adesso lo vedo lì questo povero matto con tutta la sua tragedia sul groppo, balbettante e delirante, abbandonato su una banchina senza tombini.
Davvero toccante Chiara. Brava!
Non perderò il prossimo treno di pelle nera e seta rossa. Promesso.
01/07/2016 at 13:43
Ma i treni passano più volte, non ti preoccupare. Sempre in tempo a salirci sopra 🙂
Grazie mille. È bellissimo vederti di nuovo qui.
29/06/2016 at 20:18
Amore silenzioso, anche se penso di aver buttato via il mio voto, essendo in minoranza ma non deluderai, qualunque opzione vinca. L’hai appena dimostrato con questo flusso di coscienza 😉
01/07/2016 at 13:42
C’è tempo per decidere le sorti del prossimo episodio, non disperare! Grazie, perché è un grande complimento e un’attestazione di fiducia 🙂
29/06/2016 at 19:38
Pelle nera e seta rossa. 🙂 Dici che è stato un esperimento e secondo me ben riuscito. ne è venuto fuori un capitolo musicale e originale, dove si sottolinea con estrema delicatezza la sofferenza che si intuisce nelle parole del “matto”, perché i matti sono loro o siamo noi??? E gli occhi fan più male di uno schiaffo. ebbene sì.
Bravisssssima!
01/07/2016 at 13:41
Musicale non saprei, ma originale sì e anche difficile. I matti sono anche quelli che non lo ascoltano e non lo guardano, o che storcono il naso alle sue parolacce. Grazie pink! 🙂
29/06/2016 at 18:31
Tru-cchi nella trou-sse, mi hanno divertito le assonanze del matto e il prosieguo più degno mi pare questo.
Ciao Chiara,
Beh, esperimento riuscito, visto che non ricordando le opzioni di voto mi sono detta ‘ma questo è matto!’.
Vado matta per gli esperimenti e questo mi ha divertito. Mi ha divertito la musicalità che hai sotteso qua e là, nascondendola nel discorso incoerente. Mi è piaciuto scoprire scampoli di vita dello sfortunato, immaginare come episodi drammatici appena accennati abbiano potuto influire sulla sua condizione attuale.
Ciao ciao
01/07/2016 at 13:39
Ciao Moneta! Proprio matto questo matto, niente da dire. Anche a me è piaciuto immaginare la sua testa e la sua vita che, spero, almeno per un po’ è stata felice. Lieta che ti sia piaciuto!
29/06/2016 at 17:16
Ciao!! 😀
Ops! Votando trucchi nella trousse ho mandato in parità due opzioni… A dire il vero, mi piacciono tutte e tre, quindi mi andrà bene qualunque avrà la maggioranza! 😉
Hai ragione, il capitolo è molto difficile da leggere, specie essendo abituati al tuo stile fluido e scorrevole, ma è un esperimento che è senz’altro riuscito! Hai adattato il testo ai pensieri che frullano nella testa di una persona “matta” e che l’attraversano come un fiume in piena: è confuso e non facile da comprendere, ma è giusto così, perchè ci hai scagliati nella mente di un individuo e capire gli altri non è semplice. Tutta questa pappardella per dire che mi è piaciuto davvero tanto e non mi aspettavo che ci proponessi un episodio così! XD
Bravissima!!
Alla prossima!!
29/06/2016 at 17:19
Mika 🙂 🙂 Tutta l’intera storia è un esperimento e un miscuglio di stili, e questo racconto in particolare vuole essere un esperimento nell’esperimento. Se secondo te sono riuscita a rappresentare decentemente questi pensieri, ne sono felice! Così come anche di averti sorpresa con qualcosa di strano. Grazie davvero!
29/06/2016 at 17:06
“Pelle nera e seta rossa” il mio voto.
Interessante come episodio, e non mi pento di aver scelto proprio il “matto” nell’ep precedente: mi ha ricordato un po’ Joyce, forse perchè è stata una delle mie ultime letture. Bene, ma anche benissimo.
29/06/2016 at 17:17
Joyce che si può odiare o amare o far finta di apprezzare… L’idea del flusso di coscienza c’è anche qui, ma chi mai può arrivare ai livelli di Molly Bloom? Complimenti per le tue letture per nulla facili.
A presto e grazie!
29/06/2016 at 17:00
Pelle nera e seta rossa… sono davvero curiosa di capire cosa si nasconde dietro questa opzione e ti chiedo, se puoi, di dirmelo qualora non sarà la più votata 🙂
“E che vuole questa adesso che mi guarda così come la Gio guardava la Michi per sgridarla con gli occhi che gli occhi fanno più male dello schiaffo”, questo pensiero a mio avviso racchiude ciò che prova chi viene considerato “matto”, sentirsi addosso quello sguardo di pena fa molto più male di uno schiaffo, concordo. La difficoltà nella lettura l’ho avuta solo all’inizio, poi però mi sono resa conto che volevi immedesimare il lettore nel personaggio e devo dire che ci sei riuscita benissimo. La chiusa poi è meravigliosamente malinconica, bravissima Chiara.
29/06/2016 at 17:15
Anna… Grazie! Per quello che hai votato, che piace anche a me, per il complimento sulla chiusa e per la tua riflessione sullo sguardo-schiaffo. Non ho idea di come ci si possa sentire se si viene ignorati dalla maggior parte delle persone e guardati male dalla parte restante, ma forse è proprio come uno schiaffo.
A presto!
29/06/2016 at 16:35
Be’ sì, hai ragione, indubbiamente il capitolo è difficile da leggere, ma ha un suo perché. La quasi totale assenza di punteggiatura mi ha portato ad accelerare il ritmo della lettura. come un fiume in piena che non accetta barriere e travolge tutto. Questo è l’effetto che volevi dare al testo, ritengo. Guarda, ti passo anche l’uso del tutto maiuscolo che normalmente detesto perché è un errore e non è solo estetica.
Trucchi nella trousse, perché ne può venir fuori di tutto.
29/06/2016 at 17:12
Sì, voleva essere una specie di flusso di coscienza, quindi l’immagine del fiume è perfettamente calzante. Anche io detesto il maiuscolo, di solito, ma qui mi serviva per spezzare il testo (già abbastanza continuo di suo) e per cercare di riprodurre visivamente il tono di voce altissimo del personaggio.
29/06/2016 at 15:11
Secondo me il capitolo è riuscito benissimo. Sì è molto lucido e razionale, ma è una rappresentazione davvero realistica secondo me. Ho rivisto e risentito persone reali, in un contesto reale, con deliri verosimili e profondamente tristi. A me è piaciuto tanto. Complimenti. E spero di leggere presto di un Amore silenzioso. 😉 Grazie per queste storie. Mi fai rivivere un po’ l’esperienza da pendolare anche quando sono lontana dalle stazioni.
29/06/2016 at 15:39
Grazie Cate, che bello vedere che hai apprezzato un testo così complicato da leggere. Avete appena iniziato a votare, perciò vedremo che cosa ci riserverà il prossimo racconto 🙂 Comunque, penso che anche gli altri personaggi torneranno tra le opzioni prima o poi.
29/06/2016 at 14:25
Ho scelto trucchi nella trousse perchè mi piacciono le allitterazioni. 🙂
Io lo trovo riuscito e anche abbastanza realistico (detto dall’alto della mia esperienza di matti, allucinati, barboni e affini incontrati su una banchina 🙂 ) Ma sì, temo non sia facile da leggere.
Però questo “matto” purtroppo per lui è parecchio lucido. Davvero triste. Ma il titolo è una risposta implicita a chi?
29/06/2016 at 14:32
Il titolo è una risposta a me stessa, ma anche a Luca Giovagnola, che aveva votato “perché è il titolo di una canzone di Guccini”. Questo matto, però, non riesce a trasformare in commedia la sua tragedia né a prendere la vita da giullare ed è, come dici tu, fin troppo lucido e consapevole. Ho scritto senza informarmi, al contrario di te che sei sempre così precisa e attenta, solo immaginando che cosa potevano significare le frasi che il matto personale della nostra linea urla ogni tanto. Chissà che pasticcio ho combinato con la sua testa!
29/06/2016 at 14:47
Ma come avresti potuto informarti sulla sua vita?
In ogni caso la storia che delinei somiglia, purtroppo, alla vita di diversi homeless, matti o anche solo alcolisti che hanno incrociato la mia strada. Ed erano tutti molto tristi. Tranne uno, che è riuscito ad abbandonare l’alcool e la strada per creare una associazione di aiuto ai senzatetto.
À me è piaciuto molto il tuo matto.
P.S. Grazie, ma mi sopravvaluti sono molto spesso né précisa né attenta. Ciao
29/06/2016 at 15:37
No, beh, non sulla sua vita. Ho pensato che potesse essere meglio trovare e leggere racconti appunti di alcolisti o senzatetto, ma poi mi sono lasciata guidare solo dall’istinto.
Ti ritengo precisa e attenta perché so che per il tuo racconto hai letto e raccolto informazioni 🙂
29/06/2016 at 14:09
Ho provato a cliccarle tutte e tre ma non me le dava! ahahahaha, mi piacciono un casino tutte!!! alla fine ho scelto pelle nera e seta rossa… ma riproponile, perchè sceglierò anche le altre.
In quanto all’episodio, sì, da vero matto!!! non so come tu sia riuscita a impostarlo in quel modo singolare, tanto da farci sentire la sua pazzia ma… ok!! 😉
29/06/2016 at 14:14
Le riproporrò sicuramente perché le mie opzioni non sono infinite. Sono contenta che ti siano piaciute e spero di non deludere le aspettative 🙂 L’episodio quindi è venuto bene?, ha sortito il suo effetto?
27/06/2016 at 16:14
I sorrisi di un bambino. Chiedi la motivazione? Ai bambini basta poco per sorridere e lo fanno in modo sincero, non c’è finzione, non c’è ipocrisia. E’ un dono per chi lo riceve.
Peccato che sia in minoranza.
29/06/2016 at 11:30
Prima o poi questo bimbo adorabile ci sarà comunque, credo. Vedremo. Grazie! 🙂
24/06/2016 at 11:21
Ah ecco… Tu sei quella che ha definito la sua scrittura “immatura e bambina”. Se la freschezza, lo sguardo incantato, la poesia delle piccole cose si possono condensare nella definizione di scrittura “immatura e bambina”, allora sono d’accordo con te. Magari riuscissimo tutti a rimanere immaturi e bambini in questo modo.
Comunque, a parte i complimenti che meriti (non ho letto i commenti degli altri lettori, ma immagino…), a tratti qualche passaggio acerbo c’è, qualche piccola pecca nella leggibilità del testo che, come accade spesso a molti, è dovuta alla difficoltà dell’autore di rivedere il testo con gli occhi del lettore. Scrivi, lascia passare almeno un giorno e “leggi” il testo senza ripassarlo a memoria. L’unica controindicazione a questo modo di agire è se sei ipercritica nei tuoi stessi confronti. In questo caso – come capita a me – potresti trovare troppe cose da editare e innescare una serie infinita di riscritture.
Sei brava, Chiara, e sarai più brava domani.
29/06/2016 at 11:30
È una scrittura immatura e bambina, continuo a sostenerlo. Può essere più negativo, proprio nel senso di quell'”acerbo” che anche tu hai trovato e che io intendevo quando te l’ho detto, oppure più positivo, perché è incentrato tutto sulla speranza e sulla visione leggera delle cose. Il mondo appare però idealizzato nella bellezza, come attraverso gli occhi di un bambino, perché gli episodi non sono mai traumatici, crudi o secchi; il tutto sembra quindi sfumato e falso. Ogni tanto mi capita di pensare così.
Grazie davvero. Spero di migliorare.
20/06/2016 at 17:57
Ancora una volta rimango incantata dal tuo modo di scrivere, hai una padronanza che affascina ed è sorprendente come riesci ad arricchire e far sembrare particolare una semplice scena di vita quotidiana! Ho scelto il matto perchè provo sempre molta tenerezza per loro, mi chiedo sempre cosa possa esser successo nella loro vita da arrivare a quel punto, oppure se lo sono sempre stati dalla nascita … mi faccio mille domande e provo pena, il guaio di essere sensibile! Un bacio grande…
24/06/2016 at 09:52
Grazie di cuore, davvero. Gli apprezzamenti sulla mia scrittura che hai espresso qui e in privato mi hanno fatto molto molto piacere.
Per la padronanza, proprio non saprei; invece, hai colto la quotidianità che è la vera protagonista dei racconti, insieme ai pensieri. Grazie ancora! 🙂
20/06/2016 at 11:39
Sono proprio contenta di aver trovato questo racconto, anzi questi racconti, di cui il mio preferito é quello sul pendolare, ho provato davvero tanta tenerezza per lui. Voto per il bambino, penso che ne verrebbe fuori un capitolo commovente, chi può resistere ai sorrisi di un bambino?
Alla prossima 🙂
23/06/2016 at 16:33
Ciao, benvenuta e grazie! 🙂 Sono felice che ti sia piaciuto il racconto sul pendolare, davvero molto. Alla prossima!
19/06/2016 at 16:55
Avrei detto un distinto signore, sarei stata curiosa di vedere che cosa si nascondeva dietro quell’apparenza. Ma a dire il vero anche le altre opzioni mi stavano bene.
Molto bello questo episodio delle due ragazze. Mi è piaciuto come hai saputo alternare i due punti di vista e di conseguenza il loro pensieri. 🙂
23/06/2016 at 16:32
L’alternanza di punti di vista può anche disturbare, quindi sono contenta che tu non l’abbia trovato pesante. Grazie mille, e vedremo cosa ci riserverà il prossimo racconto!
17/06/2016 at 23:39
Ciao 🙂
mi ha fatto molto piacere vedere come giochi con la descrizioni e con le personalità delle persone. Questa ragazza sembra essere una di quelle che sta sempre zitta zitta ad osservare, che si fa una idea delle persone senza effettivamente conoscerle. Mi piace molto come l’hai impostato ed è divertente ascoltare la voce interiore un po’ paranoica di chi narra.
Ma come se la caverà con un matto al suo cospetto?
Incrocio le dita. A presto 🙂
23/06/2016 at 16:30
Ciao e grazie! L’osservazione da sola di sicuro non permette di conoscere le persone approfonditamente, e spessissimo ci si può fare un’idea del tutto sbagliata. Nei racconti provo a scoprire la gente, ma si tratta solo di ipotesi, chiaramente 🙂
16/06/2016 at 15:44
Il matto…
Ma quando hai pubblicato? A volte non mi arrivano le notifiche 🙁
Mi è piaciuto molto questo episodio, la metafora delle gambe come due grossi salami incastrati nello spago poi è molto simpatica, anche se immagino non lo sia per la protagonista che ha la vista annebbiata dall’insicurezza. Brava.
A presto.
17/06/2016 at 18:12
Mah, chi lo sa! Ogni tanto capita che non arrivino le notifiche, non saprei dire come mai. Comunque, sei qui e io ti ringrazio molto per aver letto e anche apprezzato 🙂 Purtroppo, a Sabrina non piace altrettanto vedere le sue gambe in quel modo. È una metafora usata comunemente, ad ogni modo, nulla che io abbia inventato.
Grazie grazie e a presto! 🙂
15/06/2016 at 14:09
Ciao Chiara. Ma come fai a scrivere tratti di vita così garbati (come queste ragazze e tutti i personaggi dei precedenti capitoli) mentre sei in treno? Anch’io scrivo durante i miei viaggi quotidiani (in metro) e mi viene proprio un altro genere… Più fumetto isterico. Ecco. Un saluto. Un signore anch’io…
17/06/2016 at 18:10
Non scrivo mentre sono in treno. Il treno è solo il mio punto di partenza, il luogo di incontro per tutte le persone e le loro storie. Scrivo solo qualche appunto, che sviluppo una volta seduta comodamente davanti al computer di casa mia.
In metro, diventerei pazza cercando di scrivere! Non riesco a produrre una riga sensata neppure se mio fratello si piazza dietro di me, figuriamoci con persone sconosciute di fianco, dietro, davanti, che buttano l’occhio su quel che scrivo. No, no, sarei a disagio!
17/06/2016 at 18:15
Ahahah invece io scrivo, riscrivo, vi leggo e commento sempre in mezzo al mondo! Al prossimo viaggio…
18/06/2016 at 15:20
Ti ammiro, allora, perché non riuscirei a essere così tranquilla nello scrivere, se circondata da persone.
Alla prossima!
15/06/2016 at 11:45
Ciao. I sorrisi di un bambino. Il perché non lo so di preciso. Mi fa pensare a una storia più positiva. 🙂
17/06/2016 at 18:08
Beh, dai: il finale di questa è positivo, almeno 🙂 Grazie mille e a presto!
14/06/2016 at 11:10
Voto un distinto signore.
Ciao,
Le due facce della medaglia, come vedere il bicchiere mezzo vuoto a prescindere.
Molto carino, sono certamente influenzato dal conoscere il contesto, ma mi è piaciuto immaginare una terza persona, la voce narrante, che rimbalza con lo sguardo tra l’una e l’altra, immaginando cosa si dicono o ascoltandole discreto.
Ciao a presto!
17/06/2016 at 18:07
So di non essere profonda come te, ma purtroppo 5000 caratteri sono davvero pochi, quando si hanno solo questi per delineare un personaggio e concludere la sua storia in un solo capitolo.
Non posso escludere che ci fosse una terza persona, ad ascoltare tutto e a provare a comprendere i sentimenti delle due ragazze 🙂
19/06/2016 at 13:00
Ciao Chiara,
Ti ringrazio per il complimento che mi fai tra l’altro qui in trasferta 🙂
Non so cosa dire, mi sento quasi investito da un ruolo che non sento di meritare: Quello Profondo! 🙂
No, i nostri racconti sono completamente diversi e diverso è il nostro stile. La cifra stilistica del tuo è la serena e nostalgica riflessione e mi pare che tu stia riuscendo benissimo a declinarla. Nel mio racconto era necessario un dramma profondo, anche se spero di poter proseguire in modo molto più leggero. La leggerezza è preziosa ed altrettanto difficile.
Ciao, a presto!
13/06/2016 at 10:43
L’episodio mi è piaciuto.
Voto controcorrente un distinto signore, perché di matti ce ne sono tanti in giro – fino quasi alla nausea – ma di “Signori” e per lo più “distinti” non credo…
ciao
🙂
17/06/2016 at 18:05
Grazie mille, come sempre, di leggere e seguire. Vedremo chi sarà il prossimo protagonista!
11/06/2016 at 12:47
Il matto, perchè? bhè perchè è il titolo di una canzone di guccini =) Comunque rispetto alle altre volte questo racconto mi è piaciuto tantissuimo, lo trovo perfetto, perchè il fatto di gestire piccole parti di testo ti ha permesso di gestire meglio la pagina e di far vedere che vali davvero come autore. Ciò nonostante, i buchi nella narazione non influenzano il significato del testo, ma credo sarebbe difficilie reggerli per cià di cinque pagine.
A la bonne chance =)
17/06/2016 at 18:05
Attendevo il tuo commento con trepidazione, dopo l’ultima volta, e sono rimasta davvero sorpresa di esserti piaciuta. Spero di continuare così, allora!
Hai ragione: i buchi diventano insopportabili dopo un po’, ma il vantaggio di scrivere episodi brevi è che si possono sperimentare stili diversi senza che diventino eccessivamente particolari.
Grazie!
11/06/2016 at 11:32
Come immaginavo mi è piaciuto tanto questo episodio. Le insicurezze, le giornate storte, le gare con tutte le altre donne che alla fine perdiamo sempre, almeno per noi. Grazie per queste parole e per il finale. Adesso aspetto curiosissima il prossimo viaggio 😉
17/06/2016 at 18:03
Grazie mille, Smistalettere (mi incuriosisce un sacco il tuo nickname: si può conoscerne il motivo?) 😀
Sono veramente felice che ti sia piaciuto l’episodio e anche ti averti convinta a leggere anche il prossimo. Spero di non deluderti!
10/06/2016 at 23:26
Tenerissima la dolce Sabrina che si porta in volto due pezzi di cielo e non se ne rende conto…
Forse sarò retorico ma sono un papà… i sorrisi di bimbo mi riempiono il cuore.
17/06/2016 at 18:02
Grazie di cuore perché continui a seguirmi e hai sempre una buona parola per me 🙂
10/06/2016 at 16:35
Ho votato “il matto” anche io. Non c’è gara, almeno per me.
15/06/2016 at 11:28
Grazie di aver letto 🙂
10/06/2016 at 14:13
Il matto, perché me ne è capitato uno esilarante in metro, la sua cortesia oscillava così ampiamente e così velocemente da trasformarsi in pochi secondi in odio profondo per poi tornare indietro.
Ciao,
Ok che Sabrina ha comunque svoltato la giornata, ma avrebbe meritato che la facessi esitare un secondo per ascoltare qualche parola carina di Alice.
O forse stai solo riportando dei fatti. 😀
Ciao Ciao
15/06/2016 at 11:28
Riporto fatti “romanzati”, come al solito. Purtroppo non c’è stato il tempo per uno scambio più approfondito. Anche Sabrina si sarebbe meritata di sapere quanto fosse bella, ma comunque ha avuto la soddisfazione di parlare senza tenersi per sé quell’osservazione (tanto banale quanto fondamentale).
Ciao e grazie di leggere!
10/06/2016 at 09:52
Ciao Chiara!
Bello, bello! Mi è piaciuto molto questo capitolo! ^^
Voto il matto!!
Sono proprio curiosa! 😉 Bravissima! Alla prossima! 🙂
10/06/2016 at 11:55
Matto al 200%. Qui tutti votano lui! 🙂 Grazie mille di essere passata, Tia
10/06/2016 at 08:25
questa opzione delle ragazze che non si piacciono, che non mi ispirava, ha dato vita ad un capitolo davvero bello. e molto universale, credo non sia solo tipico delle ragazze: abbiamo tutti tendenza a esagerare i nostri difetti e idealizzare le qualità altrui (bé, tranne i narcisisti patologici).
Mi è piaciuto molto il finale, anche se nella realtà capita di rado, bisognerebbe più spesso superare pudori e ritrosie per consolare o rassicurare o semplicemente manifestare un apprezzamento agli altri, anche agli sconosciuti. Credo che il mondo andrebbe meglio.
Mi è piaciuto così tanto il capitolo che avevo dimenticato di guardare le opzioni!
Il matto, perché… “I matti non hanno più niente,intorno a loro più nessuna città,
anche se strillano chi li sente,
anche se strillano che fa.
I matti vanno contenti,
sull’orlo della normalità,
come stelle cadenti,
nel mare della Tranquillità.
Trasportando grosse buste di plastica del peso totale del cuore,
piene di spazzatura e di silenzio,
piene di freddo e rumore”
Ciao
10/06/2016 at 11:53
Francesco De Gregori! Potrei farmi ispirare, grazie. Non ci avevo pensato.
Sono veramente felice di essere riuscita a farti piacere un episodio che, dell’opzione, non ti convinceva. E, come dico sempre ma evidentemente non abbastanza spesso, tutti i racconti si basano su avvenimenti reali. Sabrina esiste da qualche parte, si vede grassa ma non lo è come crede lei, ed è stata così gentile con “Alice” da consolarla, quella mattina. Più o meno così, con qualcosa di “romanzato”. Fortuna che ci sono persone come Sabrina!
09/06/2016 at 18:17
Con estrema semplicità hai descritto il tormento che perseguita noi umani, soprattutto donne… Poi, non so come se la passano gli uomini… 🙂 Per il prossimo dico il matto, mi piacerebbe capire come lui vede il mondo, cosa sente, cosa prova e come guarda noi cosiddetti “normali”!
Bravissima Chiara! *_*
09/06/2016 at 22:05
Spero che l’estrema semplicità non sia troppo estrema 😉 Ho dovuto rivedere parecchio l’episodio, perché i caratteri non erano mai giusti e le frasi che volevo dire nemmeno. Non so se sono del tutto soddisfatta, ma va bene così 🙂
Grazie davvero, pinkerella: ci sei sempre!
09/06/2016 at 16:56
Ciao!! 😀
Bellissimo! *w* Questo episodio è meraviglioso! è semplice, ma d’impatto: mi piace! ^-^ Davvero brava!
Voto il matto! In treno ce ne sono tanti… ma sono curiosa di vedere cosa ci proporrai! 😉
Alla prossima!!
09/06/2016 at 22:07
Ciao Mika! 😀 Ti ringrazio di essere sempre qui, a vedere i miei alti e bassi (o forse solo un piattume mediocre, ma spero di no). Hai ragione: ce ne sono di matti, sui treni. Questo è il nostro, personale! Vedremo. Per ora, ha l’interesse di tutti 🙂
Grazie davvero e a presto!
09/06/2016 at 16:33
Il matto. Sarebbe interessante vederlo con occhi esterni ma anche guardare il mondo con i suoi, un mondo distorto – magari – o addirittura migliore di quello che vedono Sabrina e Alice. Ah proposito: brava. Hai raccontato due sguardi uno sull’altro e lo sbaglio che entrambe fanno a pari merito. Mi sei piaciuta.
09/06/2016 at 22:09
Quella del matto sarà una bella sfida, e probabilmente non avrò tempo né testa per affrontarla per un bel po’. Ma intriga anche me 🙂
Se mi dici che ti sono piaciuta, è un complimento enorme, o almeno lo reputo tale. Grazie, quindi, e ne sono felice!
09/06/2016 at 15:14
Eccomi, voto una ragazza e un bambino e anche io mi scopro in minoranza nelle scelte sul tuo “bellissimo racconto”! Sono rimasta colpita dal tuo modo di scrivere, soprattutto il primo racconto mi ha fatto toccare con mano la tua profonda sensibilità d’animo! Una ragazza e un bambino per narrare la condizione di nascosta emarginazione che può trovarsi a vivere una ragazza madre, spesso esposta al feroce giudizio della gente ignorante. Questo ho immaginato io…chissà…un bacio!!
09/06/2016 at 16:04
Leggo solamente adesso, non avevo proprio visto! Grazie mille, Sognatrice, per essere venuta a curiosare un po’ qui! 🙂 Grazie anche e soprattutto per le tue parole gentilissime, che mi hanno fatto molto piacere, e infine per il tuo voto che però, purtroppo, è rimasto in minoranza.
Quindi ecco a te e a tutti una ragazza che non si piace.
06/06/2016 at 10:56
L’ambientazione sul treno mi intriga: complimenti!
09/06/2016 at 16:04
Grazie mille!
05/06/2016 at 15:43
Avrei detto la signora del trucco, per vedere che racconto ne avresti tirato fuori. Avrei detto descrittivo, come quello sulla coppia. Che ho trovato simpatico.
Mentre quello dell’uomo che pensa alla sua famiglia è stato tenero. Non ho capito solo una cosa. In un punto sei passata dalla terza persona alla prima, non ho capito se è voluto oppure no. “Avrebbe bisogno di una pausa, di un caffè o almeno di un bicchiere d’acqua; ma quest’e-mail è troppo importante LA finisco subito solo un momento poi mi fermo giuro.”
06/06/2016 at 09:17
La signora del trucco! Vedremo, potrebbe essere interessante.
Quel passaggio è voluto, è un semplice discorso indiretto libero (tra l’altro senza virgole, come se fosse tutto un pensiero unico).
03/06/2016 at 13:40
Signora del trucco mi incuriosisce. Ciao e brava!
04/06/2016 at 13:28
Grazie mille e benvenuto (con il presupposto che “Guy” sia un nickname maschile) a bordo 🙂
28/05/2016 at 15:44
Torno a commentare di già, per rispondere alla tua domanda. Devo motivare la mia scelta. Io ho preferito la ragazza che non si piace. Perché potrei essere io. Perché le ragazze che non si piacciono sono tante, forse, e probabilmente sono anche quelle che in fondo si vogliono molto bene, anche se non sempre lo sanno.
E poi quelle domande che hai aggiunto mi hanno incuriosito. “O forse sono due? O nessuna?” Mi viene da chiedermi: perché? Di chi stiamo parlando? Di cosa? 🙂 E aspetto curiosa il prossimo episodio sorridendo, sì, so che mi piacerà!
03/06/2016 at 17:59
Grazie anche per la fiducia, visto che concludi sicura che il prossimo episodio ti piacerà. Sono qui che ancora non so come scriverlo, questo prossimo episodio, ma spero davvero tanto di non deluderti 🙂
Grazie, infine, per la motivazione, che mi sembra ben pensata. E sì, hai ragione, siamo un po’ tutte ragazze che non si piacciono.
03/06/2016 at 19:42
Grazie! Ti capisco, anche io non so come proseguire il mio prossimi episodio. Sarà una scoperta anche per me. Sono però certa che ritroverò le emozioni. E che sarà un piacere. Perché i primi 3 non mi hanno deluso 😉 Alla prossima.
28/05/2016 at 15:33
Il secondo capitolo è una meraviglia. E quella poesia alla fine, un gioiello di magia e di amore. “Non siamo altro che foglietti piegati troppe volte, tu ed io, come questa muraglia che va già fuggendo.” Grazie per queste emozioni! Seguo con piacere questi viaggi in treno. Che poi io li adoro: mi piace scoprire e guardare le persone, mi piace immaginare le loro storie e fantasticare tra un’attesa e l’altra.
03/06/2016 at 17:57
Ti ringrazio tantissimo, i complimenti fanno sempre piacere. E mi dici anche “grazie”, ma le emozioni sono solo per chi vuole coglierle, per chi legge attentamente e non tutto di fretta. Quindi grazie a te, che hai saputo ascoltare.
28/05/2016 at 10:30
Leggo un po’ in ritardo, purtroppo.
Ciao,
Molto toccanti tutti e tre i capitoli. Ho preferito il secondo, la figura dell’uomo piccolo grande uomo che protegge silenziosamente la moglie. Dal piccolo grande passi al Grande Gigante, nel quarto penso che parlerai di Godzilla! 🙂
Scherzo! Veramente piacevole leggerti, veramente difficile rendere affascinante una situazione che noi tutti abbiamo osservato mille volte rimanendo muti.
Ciao, a presto!
28/05/2016 at 13:49
Ritardo? Non c’è fretta, qui: tutti sanno che i treni sono sempre in ritardo. Altrimenti la tradizione ne verrebbe sconvolta!
Perché no?, passiamo a Godzilla 😀
Grazie davvero. Ci provo ma, come sempre, non è facile parlare di qualcosa di vero. Ecco perché mi buttavo sul fantasy: un misto di emozioni vere e immaginazione su tutto il resto rendeva più semplice il mio scrivere.
28/05/2016 at 08:53
Ciao. La signora del trucco. Il motivo mi fa venire in mente un personaggio misterioso. 🙂
28/05/2016 at 08:53
Ciao. La signora del trucco. Il motivo mi fa venire in mente un personaggio misterioso. 🙂
28/05/2016 at 13:23
Grazie! 🙂 Vedremo, vedremo…
26/05/2016 at 11:26
La signora col trucco, giusto per cambiare, perché l’episodio non m’è piaciuto. Questo episodio è molto ben scritto, ma mi ha lasciato in bocca il sapore di amaro perché è verosimile ma non è vero, io non obbligo nessuno a scrivere in maniera aderente alla realtà, io stesso non lo faccio, ma questa modalità di scrittura, nella sua verosomiglianza con la realtà, prende dei pregiudizi e li assume come vera e propria realtà, il che rende il racconto piacevole a molti perché è consolatorio e conferma ciò che molti credono e magari non è vero. Ad esempio, in stazione molte delle persone eleganti che ci sono in ufficio o dove lavorano non hanno un lavoro particolarmente importante, sono più impiegati sottopagati e sfruttati, devono apparire importanti, ma non lo sono. Chi lavora con le statistiche è bene che non le mostri in pubblico, perché queste hanno un valore basato sulla loro riservatezza. Se proprio devi lavorarci lo fai per disperazione, e devi farlo in breve tempo. Ascoltare la musica mentre fai certi lavori è fattibile ma non consigliabile, specie se sei stanco, e in tanti posti basta una svista e ti licenziano. Inoltre oggi si usano programmi online per i grafici perché è più facile condividere il lavoro con gli altri membri del team, per cui il treno su cui sta viaggiando deve avere una connessione davvero molto potente, oppure le frecce in Italia hanno deciso di mettere su dei router personalizzati, oppure quello non è un orario di punta e sta su una freccia il cui router sta girando bene. Come dicevo questo modo di ragionare è molto consolatorio, ma non è reale, e per evitare un commento troppo lungo lascio a chi mi risponderà il compito d’immaginare un racconto con queste correzioni. L’inganno che ciò porta è che alla fine quello che si legge diventa banale e scontato, stesse scene situazioni, perché a forza di leggere storie uguali (Mamma televisione c’ha cresciuto a tutti) sai già come va a finire, inizi a capire cosa accadrà poi, e tutto ciò che resta d’interessante sono i profondi drammi esistenziali del protagonista, che oggi tutti hanno il disagio, per cui è bello e giusto vomitare questa roba sui social. Come ho detto la scrittura è perfetta un unico appunto sul citare la musica: immagini toccanti più musica è figo, ma in realtà la lunghezza del testo citato tira fuori altri significati che non ci sono nel racconto, che magari hanno significato per te ma non per chi legge. Concludo aggiungendo che sei una delle poche che ho letto che ha saputo gestire questo “stile” in maniera sensata e dignitosa. Pace e amore.
26/05/2016 at 17:30
Salve Luca e benvenuto. Ti ringrazio per aver espresso sinceramente il tuo parere, che ho trovato davvero molto interessante. Una voce fuori dal coro dei “brava”!
Ebbene, mi dispiace deluderti ma (come pensavo si fosse capito) la storia è assolutamente vera ed è quella della mia famiglia. Perciò non ci sono stereotipi, robaccia comune, “vomitata sui social”, cose sentite alla televisione, ma pura e semplice vita vera. Mi dispiace che una vita risulti banale e noiosa o, appunto, stereotipata, ma è quella di mio padre.
Non volevo condire tutto con falsi sentimenti, ma cercavo di immaginarmi un suo ritorno a casa e i suoi pensieri, con il sottofondo di una canzone che entrambi apprezziamo.
Hai ragione sulla connessione Internet e sulle modalità di lavoro, probabilmente, ma non erano certo la cosa più importante del mio scritto. Volevo provare a “sentire” mio padre, ascoltarlo e augurargli buona fortuna.
26/05/2016 at 20:47
Non è che una storia se è autobigrafica vuol dire che sia vera. Ogni volta che scriviamo montiamo un palcoscenico, eliminiamo fatti per raccontarne altri. Se non fosse frutto della nostra rielaborazione d’idee l’autobigrafia non sarebbe un genere ma un semplice elenco di fatti e dati per essere il più obbiettivi possibili. Il che rende plausibile l’idea che mamma televisione e compagnia che ci trasmettono un certo modo di raccontare. Questo modo di raccontare è banale perchè lo fanno in molti, e come ho già detto non c’è niente di male.Io mi sono sempre riferito a scene del racconto per argomentare riguardo ciò, il mainstream, che ci fosse tuo pade o un piccione la cosa non sarebbe cambiata. La pureza dei tuoi sentimenti non c’entra niente con la tua scrittura. Puoi provare l’amore più bello del mondo e scrivere come un cane, perchè la scrittura è un mezzo attraverso il quale ci esprimiamo, che può essere usato bene o male, ma non è il sentimento stesso, ma è il mezzo attraverso cui lo rendiamo e se accetti di non essere perfetta spero capirai che il discorso mainstrem dello stile e del racconto pone collateralmente tuo padre perchè quello che m’interessava dire erano dei dettagli che lo scrittore \trice poteva cogliere per cambiare punto di vista e raccontare meglio, secondo mia modesta opinione, ammesso e non concesso che sia possibile migliorare, intendo. Magari il mio commento era poco chiaro, ma mi dispiace deluderti riguardo il fatto che teoricamente il fatto di parlare delle emozioni riguardo un familiare non vuo, dire saperlo fare al meglio, o almeno si possono dare dei consigli su come migliorare. A quanto pare è poco fruttuoso per me scrivere questi commenti dal momento che mi si risponda ” Mi dispiace che una vita risulti banale e noiosa o, appunto, stereotipata, ma è quella di mio padre”: Potresti semplicemente cosiderare lidea che un domani tu possa rendere questi sentimenti meglio, il renderebbe la te di adesso un pò peggiore di quella che sarai. Ti faccio le mie scuse per averti suscitato queste emozioni, auguri per la scrittura, io non commenterò più.
27/05/2016 at 08:08
Non avevo compreso del tutto il tuo commento precedente, e per questo chiedo umilmente scusa. Sono certa di non essere tanto brava a scrivere, sono ancor più certa che tutti possano migliorare il proprio stile e non solo. Sono anche perfettamente consapevole del fatto che parlare di esperienze personali e autobiografiche non renda necessariamente l’Alessandro Manzoni del secolo 🙂 Avrei però allora bisogno di aiuto, perché davvero non ho ancora capito come secondo te avrei potuto rendere il tutto meno banale. Se cambiassi idea riguardo al non commentare più, mi farebbe davvero piacere continuare la conversazione e capire.
26/05/2016 at 10:23
Una o due o tante ragazze che non si piacciono.
Vedo qualcosa che mi tocca profondamente in questo terzo episodio.
Solo che il mio GGG non aveva importanti curriculum da inviare a grandi aziende e ha passato una vita vivendo veramente solo nei ritagli di tempo con noi.
Grazie.
Ciao a presto.
26/05/2016 at 17:32
Immagino che possa essere una storia di tutti, anche se è la storia vera di un uomo vero. È interessante vedere che qualcuno, almeno parzialmente, possa ritrovarcisi.
Grazie come sempre, a te e non a me 🙂
25/05/2016 at 09:51
Ciao!! 😀
Io ci riprovo con la ragazza che non si piace! XD Mi intrigano molto le frasi “O forse sono due? o nessuna?” e vorrei saperne di più!
Mi è piaciuto molto questo episodio, forse il più “realistico” tra quelli che ci hai proposto finora (benchè siano belli anche gli altri)! ^-^
Sono curiosa di leggere il prossimo!
A presto!!
26/05/2016 at 17:30
Grazie Mika, davvero tanto 🙂
25/05/2016 at 05:40
Una ragazza che non si piace… sei molto brava con l’introspezione e penso che riuscirai ad indagare in modo profondo nell’anima di una ragazza che ha difficoltà a convivere con una parte di sé che non riesce ad accettare, che vorrebbe cambiare ma qualcosa la trattiene… paura, mancanza di coraggio o… a te la scelta 😉
Quanto all’episodio è quello che più mi è piaciuto (finora), per quanto il lavoro ti possa allontanare dagli affetti non potrà mai sostituirsi a loro. E il protagonista della tua storia penso l’abbia capito in tempo; quando si hanno dei figli si corre il rischio di perdersi i momenti più importanti della loro crescita, le tappe fondamentali che hanno forgiato il loro carattere, indietro non si torna e si ha la sensazione di trovarsi accanto degli estranei.
BRAVA!
26/05/2016 at 08:15
Speriamo davvero che il GGG riesca a tornare. Speratelo tutti.
Grazie di cuore, Anna: un commento molto azzeccato.
24/05/2016 at 19:30
Bello, è l’unica cosa che mi sento di dire.
Per il prossimo ho scelto una ragazza che non si piace. Il motivo?
Ho una figlia e conosco il problema 🙂
ciao…
26/05/2016 at 08:12
Grazie 🙂
Temo sia un problema molto diffuso, e non necessariamente solo tra le ragazze. Vedremo, vedremo!
24/05/2016 at 15:15
Il capitolo lo avevo letto stamattina in un ritaglio di tempo, ma mi sono detta che votare e commentare meritavano riflessione, quindi lo faccio ora che ho tempo.
Capitolo bellissimo, davvero, molto sentito e “sentente” (non penso si usi ma mi piaceva fare bene il binomio tra il sentito da chi lo scrive e il fatto che parli a chi lo legge). E l’immagine della forza di volontà per non farsi travolgere dagli eventi è così terribilmente vera, per chiunque, credo.
Scegliere per me è stato difficile (volevi la motivazione, eseguo), perché nessuna opzione mi parlava davvero, quindi ho scelto le 2/1/0 ragazze che non si piacciono, perché se continui a riproporla, tu devi tenerci a questa opzione. E la storia è tua.
Ciao
26/05/2016 at 08:11
Il GGG sarebbe felice se leggesse che non è solo nella sua lotta tra dovere, volontà e sentimenti. Grazie!
Le storie sono vere e le ho appuntate; è più che altro per questo che queste due ragazze continuano a comparire tra le opzioni. Vedremo se potremo conoscerle questa volta 🙂
24/05/2016 at 14:12
Ciao Chiara!
Bellissimo capitolo! Quando ho letto GGG ho pensato al Grande Gigante Gentile, uno dei miei libri preferiti quando ero piccola. <3
Hai scritto che questo episodio è più vero degli altri e credo di aver percepito qualcosa leggendo, un'emozione diversa e profonda. O forse è stata solo una mia impressione.
Brava! Ho votato di nuovo la ragazza che non si piace. Il motivo? Anch'io non mi piaccio, perciò sono curiosa di scoprire la sua storia! 🙂
Alla prossima!
26/05/2016 at 08:07
Bravissima Tia! Il GGG è proprio il Grande Gigante Gentile (libro davvero meraviglioso e simpatico), ma anche qualcun’altro (vedi il mio cognome…).
Se davvero sono riuscita a trasmettere qualcosa, ne sono felice 😀
24/05/2016 at 12:57
Ben scritto. Ottima osservatrice.
Voto ragazza e bambino, e’ un binomio che esiste e si ripropone dai tempi dei tempi.
🙂
26/05/2016 at 08:06
Grazie mille! “Un binomio che si ripropone dalla notte dei tempi”. Idee?
26/05/2016 at 09:22
Una giovane madre alle prese con un bambino iperattivo.
Ciao
24/05/2016 at 11:59
Ciao Chiara, decisamente delicato e intimo questo episodio… Brava… leggera come una piuma ma profonda. 😀 Così si fa… rivoto la ragazza che non si piace, perché o esteticamente o caratterialmente ognuno di noi si è scontrato con quella fase della vita di non accettazione di sé… Magari scoprire le fragilità dell’animo mi sembra una straordinaria opzione/opportunità . 🙂
26/05/2016 at 08:05
Grazie grazie grazie. Gli apprezzamenti su questo episodio in particolare sono molto graditi 🙂
24/05/2016 at 10:02
Molto bello quest’episodio, direi molto “delicato”. Già prima di leggere quello che hai scritto nella domanda ho capito quanto ci tenessi, e quanto fosse importante (o “vero” come hai scritto).
Per il prossimo ho votato “una ragazza e un bambino” perchè mi piacerebbe una storia con una ragazza madre (anche se non so se hai inteso l’opzione così).
24/05/2016 at 10:28
Ciao Jay, grazie. Sono lieta di vedere che questo racconto vi è piaciuto.
Accidenti, non è una ragazza madre! :/ Non in questo caso, almeno, ma chissà che prima o poi non ne salti fuori una…
24/05/2016 at 09:56
L’episodio è molto profondo, scava nell’animo dell’uomo che si proietta nelle due dimensioni che lo pressano perchè ne scelga una in modo definitivo. Brava.
In quanto alle opzioni, vedo che due di esse le hai già proposte, come mai? Scelgo la terza: una ragazza e un bambino poichè mi piacerebbe essere nel punto di vista di un bambino e so che tu sapresti proporre qualcosa di molto interessante…
24/05/2016 at 10:26
Sono veramente felice che ti sia piaciuto e sorpresa che tu abbia già capito quello che volevo fare nel prossimo.
Le proposte sono le stesse perché ogni storia e ogni persona è vera, non inventata. Ho degli appunti su di loro e, prima o poi, ne parlerò 🙂
18/05/2016 at 15:29
Il pendolare
Ciao,
Molto molto particolare e toccante questa seconda ‘storia’. Catturare un’immagine e mostrare in seguito le parole da esse ispirate. L’uomo che pare fragile che protegge silenziosamente la donna che ama e lascia che sia lei a mostrare al mondo i loro sentimenti.
Bello.
19/05/2016 at 08:56
Ma perché volete tutti questo pendolare? Cioè, è un uomo fantastico, ma perché lo scegliete tutti?
Ti ringrazio del tuo commento, hai centrato il protagonista: quell’uomo piccolino e tanto forte 🙂
17/05/2016 at 20:12
0 o 1 o 2 ragazze che non si piacciono.
E’ da 3 (o 4?) episodi che non leggo un tuo commento sotto il mio racconto. Come mai? Voti senza lasciarli o… ?
18/05/2016 at 11:06
Ciao drago, ti ho risposto nella tua storia. Scusami, hai proprio ragione 🙂
Grazie del voto e vediamo!
13/05/2016 at 22:52
Sono un po’ confuso su cosa comporterebbe l’opzione “nessuna ragazza che non si piace” 😀
15/05/2016 at 13:20
La storia è la stessa. Ma bisogna capire chi sono queste ragazze e cosa davvero pensano di sé 🙂
13/05/2016 at 11:32
L’ultma parte di questo capitolo era così appassionata e focosa, mi ha coinvolta così tanto da farmi quasi arrossire. L’amore è un tema complicato, se trattato con frivolezza può risultare stucchevole a mio parere anche nauseante. Ma tu sei riuscita non solo ad intuirne l’essenza ma a dargli anche una forma tramite le tue parole.
Io ho scelto ” Una donna e il suo trucco”.
Interessante e molto maturo come racconto. Sono curiosa di leggere come si svilupperà.
13/05/2016 at 11:51
Sono io ad arrossire, ora, grazie alle tue parole. Intanto, ti do il benvenuto qui e ti ringrazio molto per aver letto e per il commento così positivo. Spero proprio di continuare a interessarti.
Al prossimo viaggio!
13/05/2016 at 07:53
Che momento di delicatezza. In mezzo allo stress ed alla frenesia dei ritardi ecco spuntare, come un fiore nel cemento, l’amore. Adesso vediamo cosa passa nella testa di un pendolare…
Brava Chiara.
… E buon compleanno!!!!
13/05/2016 at 11:49
È stato molto bello vederlo davvero, in una noiosa giornata da (appunto) pendolare.
Grazie mille! 😀 Sto passando per un traumatico 21.
12/05/2016 at 18:11
Sono d’accordo con Anna, bellissima chiusa scritta tra l’altro molto bene.
Per il seguito, ho scelto un pendolare…stupiscici 🙂
12/05/2016 at 18:42
Non starò a ripetere quello che ho scritto ad Anna, ma sono davvero sorpresa piacevolmente da tutti questi apprezzamenti sulla chiusa (vecchio testo riutilizzato così).
Spero di riuscire a stupirvi, chissà!
Grazie 🙂
12/05/2016 at 17:44
Una ragazza che non si piace…
Non ho parole per descrivere la chiusa di questo episodio, una vera e propria dichiarazione d’amore, di quell’amore che non conosce confini né barriere, che non si lascia devastare dal dolore né dalla morte, che non puoi descrivere se non attraverso i battiti del cuore, i soli che possono testimoniarne l’esistenza. BRAVA.
12/05/2016 at 18:40
La mia chiusa-esperimento sta riscuotendo molto più successo di quanto mi aspettassi. Pensavo di sentirmi dire che era troppo, che lo stile non si addice al contesto (è tale che in effetti non si addice proprio a nessun contesto), che le parole non vanno. Invece piace a tutti voi e, beh, ne sono lusingata.
Questo commento fatto da te, poi, regina del sentimento vero ne “Il riflesso dei miei occhi”, vale oro. Grazie!
12/05/2016 at 14:55
Ciao Chiara!
Voto di nuovo la ragazza che non si piace!
Mi è piaciuto molto questo capitolo. I sorrisi, gli sguardi, i gesti d’amore… veramente emozionanti! Brava! 🙂
Non vedo l’ora di leggere il prossimo episodio! A presto! 🙂
12/05/2016 at 15:28
E spero anche che vinca, questa ragazza che non si piace! 😀
Ti ringrazio tanto per i complimenti: sono sempre felice di piacerti. A presto!
12/05/2016 at 14:07
Voto per “il pendolare”.
Molto bella la chiusa, in relazione anche alla coppia. Significativa.
12/05/2016 at 14:18
La chiusa è assolutamente in relazione alla coppia, non “anche” 😀
Ti ringrazio molto per aver letto, aver commentato e votato. Siete tutti per il pendolare, ma dovrò essere pronta bene per scrivere la sua storia. Vedremo. Grazie Jay!
13/05/2016 at 09:26
No intendevo: bella anche e soprattutto perchè è in relazione alla coppia, e alla storia dei due. È bella per il significato che c’è, appunto perchè riferita alla coppia.
12/05/2016 at 12:51
Ciao Chiara.
Se permetti mi esprimo con una metafora culinaria.:
gli ingredienti sono buoni e ci sono tutti. Forse è mancato qualcosa, tipo peperoncino (leggasi una zoomata su un dettaglio o particolare) a sostenere il tutto.
Secondo me, è mancata la “mantecatura” dell’episodio ossia, legare meglio la prima e la seconda parte del capitolo.
Comunque l’abilità della “cuoca” è fuori questione.
🙂
12/05/2016 at 14:17
Ciao maria, e grazie del commento. Su che particolare avresti voluto attenzione? È quello il problema principale (non aver zoomato) o è il legame mancante tra prima e seconda parte?
Comunque, nel momento in cui lei sale, si sposta la “macchina da presa” – per continuare la metafora – sulla ragazza che è già sul treno. A me sembra legato, non so.
Se vorrai darmi un confronto, ne sarò contenta 🙂
13/05/2016 at 10:36
Ho riletto l’episodio, per essere sicura di non averlo letto prima frettolosamente e in modo superficiale.
Confesso che all’inizio non mi è stato chiaro chi pronunciasse queste parole:Come me ecc… La mia mano corre a sistemare il turbante (?), come sempre da un po’ di tempo; anche lei vuole assicurarsi che sia ben legato in testa.
Riguardo alla chiusa, bene scritta e poetica, l’avrei preferita dalla prospettiva di lei, perché, secondo la mia personalissima opinione, più in linea con il testo precedente.
Ma è una lettera d’amore, e perciò “si perdonano frasi” come Ti guiderò… Alle catene che ti rendono schiava di te stessa, penserò io, Promettimi che non ti ossiderai, che resisterai per mantenere libero ogni centimetro del tuo corpo dal male che potrebbe coglierti.
ciao e a presto.
🙂
15/05/2016 at 13:20
Ovviamente, all’inizio dell’episodio, c’è un po’ di effetto sorpresa. Chiaro che non si capisca chi pensa/pronuncia le parole; chiaro che non si capisca che cos’è il turbante. Mi sembra normale e doverosa la confusione, insomma.
La chiusa è stata scritta dal punto di vista di lui perché non aveva ancora parlato e perché è lei a dover essere aiutata, anche se non vuole. Mi dispiace se alcune frasi sono “troppo”, mi sono resa conto di questo difetto, e chiedo scusa perché non sono capace di scrivere così.
Grazie del riscontro! 😀
12/05/2016 at 11:20
Pendolare, per me, non c’è dubbio.
12/05/2016 at 11:28
Sarei curiosa di sapere il perché di questa sicurezza. Posso chiedere? 🙂
12/05/2016 at 12:29
Non è sicurezza, è solo un senso di familiarità, di nostalgia per i 5 anni da pendolare durante l’università. E poi sono i pendolari il popolo del sistema ferroviario che pertanto si occupa esclusivamente di boostare l’alta velocità ignorando le linee dei pendolari e le loro esigenze. I pendolari sono il treno, insomma. No? 🙂
12/05/2016 at 14:14
Mi dispiace, ma non è un giovane pendolare universitario. Ma sono d’accordo sul fatto che i pendolari siano il treno 🙂
12/05/2016 at 15:19
bé nemmeno io sono più né giovane giovane né pendolare, hihihi. E poi i veri pendolari sono quelli che si fanno una a tre ore di treno ogni giorno per andare al lavoro. Un bellissimo soggetto quello degli spicchi di vita incrociati in un treno, bellissima scelta!
12/05/2016 at 15:30
Grazie mille. Era da un po’ che avevo in mente di raccontare quello che vedo ogni giorno (da brava pendolare, passo sui mezzi 4 ore), e vedremo se ci riuscirò bene.
12/05/2016 at 11:19
Voto una ragazza che non si piace!
Che cambiamento di stile, C.!
Ho avvertito innanzitutto una malinconia assurda leggendo questo capitolo, ma arrivato alla fine non ho potuto fare a meno di esserne deliziato.
Più che poesia sembra una sorta di “prosa tagliata”, una via di mezzo tra una lettera e una poesia. Senza dubbio bellissima.
Forse dovresti dedicarti più a queste lettere mezze poesie, c’è molto, molto potenziale!
12/05/2016 at 11:24
La chiusa era un vecchio testo che, ripreso e sistemato, mi sembrava perfetto per questo uomo piccolo e grande e la sua fantastica moglie. Sono contenta che ti abbia trasmesso la sensazione principale che mi ha colta scrivendo: la malinconia. Che poi sia assurda o no, non saprei 😀
Forse lo farò, chissà. Magari troverete frammenti simili nei prossimi testi, visto che vi piacciono tanto. Grazie crash, sempre sul pezzo!
12/05/2016 at 10:52
Ciao, opto per un pendolare… anche se poi alla fine, non lo sono tutti? 😉
da quel che leggo, devi essere molto brava a scrivere poesie… dico bene? 😉
12/05/2016 at 11:20
Sì, tutti. Ma questo viene da più lontano… 😉
A dire il vero non scrivo mai poesie. Romanzi, piuttosto, e infatti ho impiegato molto tempo per aggiustare i caratteri (avevo sforato di 1200 ed è stato traumatico tagliare). Avrò scritto tre poesie in tutta la mia vita.
12/05/2016 at 10:35
Ciao. Una donna e il suo trucco. Bene. Continua così. 🙂
12/05/2016 at 10:52
Ciao e grazie di essere passato anche questa volta. Come vado? Prego tutti di dire sempre dove sbaglio 🙂
12/05/2016 at 10:32
Ciao Chiara, secondo me non hai bisogno di migliorarti… Mi piace come hai reso questo capitolo e poi la chiusura straordinaria. *_* guarda mi incuriosisce donna col trucco… 😉 altrimenti avrei detto ragazza. 🙂
12/05/2016 at 10:50
Ciao pink 🙂 Non sia mai! Spero proprio che ognuno di noi abbia sempre margine di miglioramento, altrimenti sarebbe tutto molto noioso 😀
Grazie di aver letto anche questa storia e alla prossima!
12/05/2016 at 11:18
assolutamente sì… ma io intendo un miglioramento personale, per se stessi… non perché qualcuno ci dica di migliorare. Non so se mi sono spiegata. 😉
12/05/2016 at 11:25
Certamente, meglio 🙂 Chiedo però consiglio a voi, “scriventi” come me, per migliorare per me stessa. Se mi criticassi da sola non otterrei lo stesso risultato.
12/05/2016 at 09:35
Ciao!! 😀
Bellissima anche questa storia, soprattutto il finale! *w*
Ritento con la ragazza che non si piace! 😉
Complimenti! Continua così!!
Alla prossima!
12/05/2016 at 10:49
Ti ringrazio, Mika 🙂 Anche il finale, come tutto, era un esperimento.
Vediamo se la prossima volta potrò accontentarti! Grazie mille!
08/05/2016 at 14:21
Le storie di quelle persone a cui nessuno chiede mai niente sono spesso le più interessanti.
Mi è piaciuto come hai raccontato questa.
Al prossimo
Ciao 🙂
10/05/2016 at 07:26
Ciao e benvenuta. Ho visto che hai scritto molte storie e, quando la sessione d’esami sarà finita, verrò a dare un’occhiata 🙂
Grazie mille per essere passata (come mi hai trovato?) e per il complimento. Spero di non deluderti, ma vedremo.
Ciao!
10/05/2016 at 07:37
Prendo spesso il treno… e osservo… molto credibile quello che hai raccontato.
Ti ho trovato “con un clic”, ho letto alcuni dei tuoi commenti.
ciao e buona giornata.
🙂
08/05/2016 at 10:05
Dei bambini tedeschi.
Ciao,
Bell’episodio, mi è piaciuto il parallelo tra l’inusuale condizione confortevole sul treno e la ciliegina sulla torta di un appagamento ‘intellettuale’. Mi ricorda una volta, una passeggiata in bici, in montagna. Voltata una curva, improvvisamente inizio a vedere dei punti di neve sulla macchia mediterranea. Piccoli, bianchissimi, inaspettati. Belli. La bellezza appare quando e dove meno te l’aspetti, ma se hai gli occhi chiusi te la perdi.
Ho visto il personaggio di cui parli. Era su una spiaggia però. A differenza del tuo poeta, lui aveva un’allegria e una serenità per me incredibile.
Forse sulle spiagge si fanno affari migliori. 😀
Ciao Ciao
10/05/2016 at 07:24
Ciao Moneta! Ti ringrazio moltissimo di essere passata e di questo tuo commento, che mi ha fatto visualizzare la scena come se anche io avessi visto apparire la neve dopo la curva 🙂
Temo ci siano tanti personaggi del genere, ma lui mi aveva molto colpito per la sua giovane età (doveva essere più piccolo di me), per la sua poesia e per la sua perseveranza. Di certo non era allegro e sereno, ma non penso neppure si potesse pretendere.
Alla prossima (anche se non ci saranno bimbi biondi tedeschi)!
07/05/2016 at 11:38
Carino come episodio. Così come l’idra di raccontare episodio di vita vera (se non ho capito male la trama). 🙂
Ho votato per la ragazza che non si piace. Ho pensato fosse una di quelle sedute non lontano dalla tua protagonista. Ma va bene anche la coppia bizzarra.
07/05/2016 at 11:41
Chiedo scusa, volevo dire “persone vere” non “episodi di vita vera”.
10/05/2016 at 07:21
Ciao Danica.:) Sì, l’episodio è vero, e il ragazzo anche: il dialogo è stato riportato pari pari. Non è detto che i protagonisti del prossimo racconto siano sempre su questo treno; i viaggi sono tanti e le persone che si incontrano ancora di più!
Grazie di essere passata.
06/05/2016 at 12:06
“Brevi persone non perché poco importanti – figurati! Al contrario – ma solo perché trovate nello spazio fugace di un viaggio sulla strada” Bhe, hai condensato in poche parole l’essenza della vita, meraviglioso! Hai colto il binomio su cui io, da tanto, sto lavorando: essere e tempo, persona e tempo. Quel ragazzo (in cui mi ritrovo molto) comincia ad esistere nel momento in cui qualcuno gli da del tempo, nel momento in cui qualcuno entra in relazione con lui… Ed è per questo che oggi c’è una grande crisi d’identità nel mondo: nessuno è più disposto a concedere qualche minuto PER ESSERE! Bello, bello veramente questo incipit: forse sono andato oltre quello che era il tuo pensiero mentre scrivevi, ma se sei riuscita a dire cose a cui non avevi pensato significa che sei veramente brava, un’abile artigiana di serendipità! Complimenti!
10/05/2016 at 07:14
Ciao Federico e benvenuto! Dovrebbe essere la prima volta che ti vedo in una mia storia. Sono davvero felice che tu abbia apprezzato questo incipit (la cui qualità lascia perplessi molti e me per prima). Concordo con quello che dici, anche se probabilmente nella mia testa c’era solo un terzo di quello che hai scritto nel tuo commento.
Ti ringrazio tanto per i complimenti e spero di vederti ancora. Alla prossima!
06/05/2016 at 11:24
Mi piacciono le storie episodiche che ogni volta indagano una nuova anima vista da fuori, in questo caso durante un viaggio. Si corre solo il rischio di non riuscire in poche battute a indagarlo fino in fondo; anche il ragazzo che vende disegni poteva dirci di più ma capisco che può essere difficile. Sono certa che saprai trovare una soluzione.
La prossima volta una coppia bizzarra 😉
10/05/2016 at 07:12
Ciao! 🙂 Io invece ho sempre preferito i racconti più lunghi che abbiano una conclusione dopo più righe, proprio perché trovo estremamente difficile concentrare tutto in così poco. Sarà un allenamento per me, insieme a voi.
Grazie 🙂
05/05/2016 at 21:16
Ciao Chiara!
Felice di rivederti con un nuovo racconto! 🙂
Questo incipit mi piace tantissimo!!! *__* Mi ricorda un po’ Ferranova di pink. Treni, persone, storie, emozioni…tutti elementi che porteranno sicuramente bellissimi capitoli! *__*
Il tuo stile è sempre meraviglioso e ovviamente ti seguirò in questa nuova avventura!
Anche se in minoranza, voto la ragazza che non si piace! 🙂
Bravissima! Alla prossima! 🙂
06/05/2016 at 08:07
Ciao Tia e grazie 🙂
Sono davvero felice che l’incipit ti piaccia, e spero che continuerai ad apprezzare la storia.
È solo il secondo giorno, potrebbe esserci tempo per ribaltare i voti. Vedremo!
Nel frattempo, grazie mille e alla prossima!
05/05/2016 at 19:36
Non ti smentisci, anche questa storia inizia in modo leggero ma che ti catapulta subito tra le righe. Mi piace l’ idea di queste storie normali e di persone viste o incontrate su un treno. In fondo é quello che faccio io ogni giorno sull’ autobus: osservo.
Ho votato per la coppia bizzarra.
Bravissima, seguo la storia con piacere!
A presto
06/05/2016 at 08:05
Ciao Miky chan (lascio il chan) 🙂 Ti ringrazio molto per questo commento positivo, che mi riporta un po’ a galla e mi fa pensare che possa valer la pena di continuare a scrivere questa/e storia/e.
Penso che si andrà per la coppia bizzarra. Grazie di seguirmi, lo apprezzo moltissimo. A presto!
05/05/2016 at 19:27
Un inizio soft per un tema ormai d’attualità.
Seguo…
12/05/2016 at 11:27
Grazie mille. Vedo solo ora il commento, ma grazie. Spero di non deludere.
05/05/2016 at 18:19
Una coppia bizzarra… quando si viaggia ci s’imbatte spesso in un patchwork di personaggi (apparentemente) bizzarri che colorano la giornata con il loro personale modo di vedere le cose e di affrontare la vita.
Mi piace tutto di questo incipit, dal racconto sottoforma di lettera alla scelta del primo personaggio da presentare in questo episodio.
“Le pancette delle B e i riccioli delle R” e non si dica che siano solo lettere. BRAVA!
06/05/2016 at 07:53
Ciao Anna, lieta di trovarti anche qui, con i tuoi commenti sempre precisi e soddisfacenti! Questo incipit sottoforma di lettera vi sta dividendo tra coloro che lo hanno apprezzato e coloro che lo hanno trovato banale e “blasonato”. Mi confondete, non so più come andare avanti, devo dir la verità.
Ti ringrazio moltissimo! 🙂
05/05/2016 at 17:31
Io lo trovo delizioso questo inizio. In puro stile da Cantastorie, Troubadour, Aedo, scegli tu il termine. E poi mi riporta a tanti begli incontri fatto in treno, in nave, in viaggio.
Se proprio devo fare un appunto, la forma di lettera non mi convince. Ma proprio per faire un appunto. 🙂 Io l’avrei visto come diario, “appunti di viaggio”, non so.
bello, comunque. Coppia bizzarra.
06/05/2016 at 07:52
BUM… CRASH! Colpita e affondata! Rimane solo qualche assicella a dondolare in superficie.
Ho riletto questo commento sei volte prima di essere sicura che fosse per la mia storia e che tu stessi parlando con me. Grazie, grazie, grazie 😀
La forma di lettera non sarà sempre così, come dicevo nella descrizione del racconto; vedremo se la prossima ti sarà più confacente 🙂
05/05/2016 at 14:42
Ciao Chiara.
Amo spostarmi in treno. Il treno è viaggio e il viaggio è sempre avventura. Hai davanti un intreccio infinito di possibilità e sono curioso di conoscerle.
A presto.
06/05/2016 at 07:49
Ciao e benvenuto! Vuoi farmi da correttore di bozze? 🙂
Spero tanto di riuscire ad esprimere tutto quello che vorrei, ma si sta rivelando più difficile di quanto avessi pensato.
05/05/2016 at 12:47
Ciao. Una coppia bizzarra. Ti seguo. Son curioso di leggere gli altri episodi. 🙂
05/05/2016 at 13:44
Grazie mille. Dico anche a te che sono molto più soddisfatta della mia storia precedente, ma ad ogni modo ti do il benvenuto 🙂
A presto!
05/05/2016 at 10:56
Dei bambinen tedeschen!
Ma ciao!! 😛
Bentornata Chiara, è un piacere ricominciare ad avere la pelle d’oca quando raggiungo la fine del tuo episodio (alla faccia tua che dicevi di non essere soddisfattissima di questo racconto)!
Continui a riuscire a spennellare tratti di vita quotidiana rendendoci partecipi dell’umanità dei tuoi personaggi, delle loro sensazioni.
Ti ho già detto che sei brava?
05/05/2016 at 11:01
Sono ancora convinta di non aver scritto granché bene, ma il tuo commento mi dà un po’ di quel qualcosa che mi servirà per scrivere il prossimo capitolo con più sicurezza 🙂
Mmmmm… Sì, mi pare che tu me l’abbia già detto, e continuo a pensare che esageri, ma il mio ego ne esce molto rigonfiato 😛
Grazie!
05/05/2016 at 10:47
Ciao Chiara! 🙂
Ti devo già ringraziare. Fino a qualche mese fa sono stato uno studente universitario, e come molti sono stato pendolare. Il viaggio in treno era davvero un’avventura continua: ogni giorno c’era qualcosa di diverso, qualche storia, qualche occasione persa, qualcuna sfruttata, qualche conoscenza, qualche dispiacere, qualche risata. Di tutto.
Ti ringrazio perchè per un attimo ho ripensato a tutto quello che è stato, e l’ho fatto con una sorta di “nostalgia positiva”.
Seguirò la tua storia, e per il prossimo episodio ho votato per “la ragazza”.
05/05/2016 at 10:59
Ciao Jay! Era da un po’ che pensavo di scrivere qualche “avventura” da pendolare e mi sembrava che dieci capitoli su THe iNCIPIT potessero essere una buona idea. Non ringraziarmi ancora: non ho trovato una forma confacente a quel che ho in testa e potrebbe venire una solenne schifezza! 😉
Grazie mille per essere qui!
05/05/2016 at 09:26
Sei tornata a testa in giù. 🙂
Mah, questa premessa un pò così “blasonata” : lascia che ti racconti ecc..
Sono un pò perplesso.
Cmq, voglio incoraggiarti.. con la possibilità di un’altra opzione sulla coppia bizzarra. 🙂
Allla prossima
05/05/2016 at 09:54
Salve! Non credo di averla mai vista nei commenti alla mia storia precedente, quindi le do il benvenuto. Arriva all’inizio di qualcosa che non convince del tutto nemmeno me, ma voglio provare a fare un esperimento. Vedremo come andrà, soprattutto grazie ai consigli di tutti voi lettori.
Grazie per aver deciso di leggere lo stesso, pur con un incipit che non ispira granché di buono. Spero di migliorare!
05/05/2016 at 10:08
Grazie per il benvenuto..
Se posso permettermi, penso che l’idea di fondo sia ottima e da apprezzare..
Il mio consiglio è quello di cercar di dare maggior profondità ai peinsieri, cercare la giusta atmosfera narrativa.. e mi pare manca..
Altrimenti si rischia di eleborare un compitino scolastico.
In bocca al lupo
05/05/2016 at 11:08
Può permettersi eccome, siamo tutti qui per scoprire come migliorare. La ringrazio e cercherò di fare tesoro delle sue parole.
05/05/2016 at 15:49
Chiara, anche se ho una figlia della tua stessa età, puoi darmi del tu.. 🙂
05/05/2016 at 09:21
Ciao, Chiara!! Bentornata!! 😀
Carina l’idea della raccolta di racconti e, come sempre, ben scritta! 😀
Ti seguirò ovviamente anche qui e non vedo l’ora di leggere le altre avventure e storie di vita che ci proporrai a ogni episodio! Per il prossimo, voto una ragazza che non si piace (ma mi vanno bene anche le altre opzioni)! 😉
A presto!!
05/05/2016 at 09:52
Mika!! 😀 Che piacere trovarti qui! Mi auguro di non deludere e di poter continuare in tempi non biblici. Purtroppo dovrete incoraggiarmi un po’, questa volta, sia perché io non lasci passare mesi, sia perché non sono poi così certa della mia scelta. Ci proverò 🙂
Grazie della presenza!
05/05/2016 at 09:13
Ciao e bentornata! 😉 Prima in assoluto… Tu hai sempre un modo di scrivere accattivante… Vediamo stavolta dove ci condurrai. 🙂 Mmm, le opzioni due in particolare mi piacciono (ragazza e coppia), poi ho votato coppia. 😉
05/05/2016 at 09:49
Ciao pink, grazie di cuore di volermi accompagnare. È tutto un esperimento, e già mi sto pentendo di aver cominciato. Chissà quando avrò tempo di scrivere!
Quelle opzioni sono anche le mie due preferite, vediamo quale prevarrà 🙂