Dove eravamo rimasti?
ULTIME ORE DEL REDENTORE
…ad Ankara e una Cìtroen Chromo del 1983 bìanca a bande rossa e blu è ìn corsa dìsperata da Parìgì e che cì fa un armeno a Smìrne? San Gìorgìo e la sua Legìone, San Marco e ì suoì turìstì e ì fuochì del Redentore. Mì sto facendo dì venezìa ìn vena. Sono ìn vena dì storìa serenìssìma e mì domando chì sarà stavolta ìl Bragadìn che propìzìerà una seconda Lepanto; ìo, nìpote dì una dìscendente dìretta del Marcantonìo, son fuorì gìoco, posso suggerìre, ma non agìre. Pero’ ìl mìo “doppìo” Carpanìnì…Fabrìzìo fìglìo del Gìorgìo che sì oppose all’Amery, antìcomuunìsta fìno allo sfascìsmo per amore dì Jeanìne Barde, morente per polmonìte a Mìlano nelle ultìme ore del Duce repubblìchìno, tenuta per mano da John, destìnato al boìa, da una parte e dalle due Anthos, la Colombo e la Comondo dall’altra, la Sìpì e la non Sìpì, che ìl fìglìo avuto dal pìttore deglì arlecchìnì sempre chìamo’ maman, a dìfferenza dell’altro, generato con un prìncìpe rìtrattìsta, ìl quale maì le sì rìvolse se non col soprannome…ìl mìo “doppìo” Carpanìnì puo’ accorrere al Redentore e correre sul ponte effìmero della festa dì luglìo … Breakìng news: KE BAB STA succedendo ìn Turchìa? … corre ìl Carpanìnì a Venezìa, corre sulla sua Cìtroen da polìzìotta chìc Margot Maìgret verso MonteCarlo, corrono tuttì, corre Leone Palearì e non corre Leon Pauly, che trascorre le ultìme ore del Redentore a raccontare…raccontando L’AUTOSTOP A GESU’… Il camioncino rallentò: diminuendo la già scarsa velocità di marcia, il motore si spense. Già che c’era, il guidatore fece salire a bordo il tizio dal dito alzato. Sotto lo specchietto retrovisore, rotto, un adesivo recitava un motto: diceva più o meno così, io sono l’autista ma è Cristo che guida.
– Tu ci credi? – chiese le sconosciuto.
L’altro si preoccupava di rimettere in moto, per non fare una figuraccia con l’autostoppista. Si giustificò.
– Mica è mia la carretta, me l’hanno prestata –
– Se permetti, amico, mi ci metto io al volante -.
Perplessità. Poi, un’altra scusa.
– Aspetta. Bisogna aspettare che si raffredda per riaccenderlo questo catorcio -.
Disse proprio qualcosa di analogo a “catorcio”. L’altro non gli badò. Lo scostò bruscamente, come certi fratacchioni ruvidi muscolari ma fondamentalmente buoni. Il camioncino si rimise subito in moto. Procedettero in silenzio. Da una parte, palme deferenti, dall’altra mare aperto e gabbiani, che gracchiavano messaggi in codice. Al primo villaggio, l’autista soppiantato alla guida osò.
– Una birretta? Offro io -.
L’altro neppure gli badò. E tirò dritto. Da un lato, i precipizi delle carcasse di corriere e cavalli, dall’altro la cordigliera sdentata. Non meno sdentato, il guidatore sostituito osò ancora.
– Dove stiamo andando? -. Domanda stupida: la strada era unica, la direzione obbligata.
Sul ciglio della strada: un asinello. In groppa all’asinello: una giovane donna con un neonato tra le braccia. Dietro al quadrupede, un uomo.
– Attento, stai un po’ attento…non voglio grane…perché l’hai fatto? -.
il driver aveva appena puntato il gruppo, per scansarlo in extremis: il conduttore dell’asino s’era buttato in un fosso, la donna col bambino agitava il pugno.
– Questioni di famiglia: non immischiarti, amico –
– La carretta non è mia, te l’ho già detto –
– Chiudi il becco, ti spiace? -. Io sono l’autista ma è Gesù che guida.
E il guidatore subentrato scaraventò fuori dal pick up l’altro, il poverocristo, in corsa. E via via via, pigiando a tavoletta, tutto euforico. Però in un amen forò e non c’era ruota di scorta e mica si poteva improvvisare là per là un miracolo di così modesta portata. Perciò: di nuovo autostop. Dopo un’attesa che si prolungò, a voler esagerare, per un’eternità, dalla polvere emerse un cabriolet antiquato: alla guida, una giovanissima che non pareva neppure in età da patente. Contro ogni regola di sicurezza, la ragazzina sola si fermò a raccogliere il postulante, maschio e dall’aspetto non proprio rassicurante.
– Io sono Sha’ori. Tu come ti chiami? –
– Il mio nome è Nessuno – e giù a ridere.
– Dove ti porto, Nessuno? –
– Ubi Caia, ibi Caio –
– Non conosco la località – con un sorriso limpido. Sha’ori ricevette in cambio un bel bacio in bocca, fino in fondo al suo sorriso. Poi s’arrestò ad una stazione di servizio. Lì scese a prendere due lattine di birra, mentre il serbatoio veniva riempito di benzina. Il passeggero ammirò la falcata di Sha’ori, che bilanciava ad ogni passo le natiche del suo culetto stretto nei pantaloncini come dadi scossi dalle mani di uno scommettitore fiducioso. Fu dunque con rammarico che lo sconosciuto sgommò via, lasciando attonito l’addetto con la pompa in mano. E qui la storìa sì spezza e la Storìa s’ ìncrìna d’ una crepa che va dal passato prossìmo al futuro remoto. Non possìamo farcì nìente: la vìta è un’opera aperta.
25/07/2016 at 07:20
Buon finale di una gran bella storia, molto particolare. È stato divertente seguirla sin dall’inizio ed è stato un piacere seguirti.
24/07/2016 at 22:32
wow… sei un mito!!!!!
torna, torna, torna!!!! voglio leggerti ancora!!! mi dai la carica 😉
25/07/2016 at 09:36
E tu daì la carìca A ME! Torno presto…
19/07/2016 at 16:44
Ecco perchè avevo votato Monaco e non Nizza, era prevedibile che scrivessi dell’attentato.
Ora ho votato “a Lepanto”.
ps.
ma Leon sta leggendo “limite invalicabile” di AmoMarta?! Grande!
19/07/2016 at 10:41
Marco Polo…
Mi hai davvero colpita e affondata, stavolta.
Il carretto passava e quell’uomo gridava gelati…. non una ragnatela abbastanza grande per contenere …. la tua immensa bravura.
19/07/2016 at 15:45
Marco Polo went east….1000grz: amo Marta!
18/07/2016 at 11:10
Scusa per averti portato il punteggio in parità ma io – sarà che ce l’ho in testa in questo periodo – dico Nizza.
Sei il solito genio, episodio da applauso.
18/07/2016 at 14:59
Vedraì’ che con la parìtà haì azzeccato ìn pìeno…ìl genìo rìngrazìa!
17/07/2016 at 17:06
Si sta precipitando a “Montecarlo”, il mio voto.
“Pantegane travestìte da pantegane e zoccole mascherate da puttane mìsero ìn atto un perfetto golpe sessuale”. Don Basilio aka Erdogan?
Spero che Leon Pauly continui con il suo racconto.
18/07/2016 at 15:00
Leon Pauly sta x accontentartì!
13/07/2016 at 11:20
Satanita, bissano….
wow!! 😉
12/07/2016 at 17:20
Ho votato “Margot è a letto con..”.
“Cerca dì pennellare un racconto che, se non glì dìtta dentro, quasì glì detta ìl suo pc.” Fantastico!
02/07/2016 at 15:27
Ho votato “Margot”.
Purtroppo non sono riuscito ad apprezzare (comprendere) la canzone del Paleari. Molto bella la parte in cui parla del modo in cui si “sgretola la vita”.
02/07/2016 at 13:09
Rivelandosi come Margot!!
wow… tra rime e poetica mi hai davvero sfidata, stavolta 😉
alla prossima!!
27/06/2016 at 16:32
Di questi tempi io scelgo Monte Carlo.
Mi hai ricondotta col pensiero a Claretta… sono stata sulla sua barca, sai? Quella delle loro fughe d’amore… 😉
sempre bravissimo e poetico…
30/06/2016 at 18:59
Grz, per Monte-Carlo aspetta la 7a puntata…
27/06/2016 at 08:37
Ho votato “a cena al Don Lisander di via Manzoni”.
“Quantì sognì avrà deposto sull’altra faccìa del guancìale, dove ha allunato nottetempo le sue ìllusìonì perdute?”
Bellissima riflessione questa, complimenti.
27/06/2016 at 10:13
Grz, Jay! E cena al Don Lìsander sarà – anche.
16/06/2016 at 09:27
Anche io ho votato “sì e no”.
Quindi la prossima tappa sarà Milano, penso allora che sia più un incontro “non casuale” che “casuale” questo: Margot ci nasconde qualcosa, a noi e a Lambert (pardon al duchino).
15/06/2016 at 22:34
Sì e no…
egregio. Che lo ripeto a fare…
15/06/2016 at 15:15
Solo una cena…
scusa, ho portato in parità il verdetto… ma puoi sempre sbloccarlo tu col tuo voto. 😉
Splendide descrizioni … dovresti smettere di seguirmi in silenzio e lasciarmi un commento dei tuoi, per come scrivi sarei curiosa di scoprire come interpreti una scrittura così povera rispetto alla tua… cioè la mia 🙂
14/06/2016 at 18:00
Ho votato “sarà il Duchino ad avere un problema.”
Duchino quindi è nerazzurro? E già mi è simpatico allora.
“Come capìta sempre con glì Azzurrì, all’ìnìzìo del match seì tentato dì parteggìare per glì avversarì: forza Belgìo , che ì “nostrì” son solo deì gobbaccì ìn Nazìonale, a partìre dal Buffon; poì, pero’, al prìmo passaggìo azzeccato, ìl tìfo sì accede dì patrìottìca emozìone e ìl 2 a zero rìfìlato aì fìammìngo-vallonì scateno’ la commozìone che cì fa tuttì Mamelì.”
Qui hai colto proprio nel segno!
14/06/2016 at 18:27
Duchìno è nerazzurro come ìl suo autore, che ìn un gìorno lontano ma sempre vìcìno entro’ a San Sìro tenuto per mano da Helenìo Herrera, della cuì vedova sarebbe poì dìventato amìco a Venezìa…
15/06/2016 at 08:19
Stima incondizionata per te allora! Wow!
*Duchino è nerazzurro come il suo autore e come un suo lettore 🙂
13/06/2016 at 18:03
Leon, pittore.
Incredibile talento.
14/06/2016 at 16:51
Grz!!! Seguì Leon al Florìan e poì…
12/06/2016 at 08:58
Ho votato per “entrambi: Paleari e Pauly”.
Cocktaìl con l’assenzìo, ci trattiamo bene!
12/06/2016 at 14:52
Well, let’s drìnk toghter!
11/06/2016 at 12:57
Leon Pauly. Mi piace davvero il modo in cui scrivi, è un barocchismo intriso di una leggera punta di narcisimo e tanto gioco della scrittura. Uso il termine barocchismo nella sua accezione più positiva, è un complimento cribbio ! Per me vuol dire che c’è la giusta armonia di gioco e talento =)
12/06/2016 at 14:58
Grz! A Roma son barocco, a Venezìa dìvento mannìan-vìscontìamo: ìl gìoco contìnua! Contìnua a gìocare!
09/06/2016 at 09:28
Ho votato “a teatro”.
È abbastanza “tosto” il tuo stile (passami il termine), non è facile leggerti: si nota che c’è una grande ricercatezza, è molto curata la scelta delle parole,
Io ci sono, seguo la tua storia.
11/06/2016 at 12:04
Grz, allora “beccatì” la nuova puntata! (Roma non è forse un gran teatro?)
05/06/2016 at 21:36
A Roma, Fab.
Ma… … sei di una risma lontana da questi lidi…. 😉
ti seguo. 😉
06/06/2016 at 08:46
Grz, anch’ìo tì seguo, ìn questo laboratorìo davvero utìle nell’era della scrìttura globale