Corso Belgio 43

Dove eravamo rimasti?

Qual è la meta della vacanza (e se avete suggerimenti sulle intenzioni di Matteo non esitate a scriverle nei commenti)? La magica "Praha" (73%)

Missione Praga

Linda e Giovanni passeggiavano mano nella mano lungo Ponte Carlo, accanto a loro Davide si sbizzarriva a fotografare tutto ciò che lo colpiva. Da poco il ragazzo aveva scoperto la passione per la fotografia; correva in avanti per fotografare i due innamorati da una prospettiva più lontana, poi si sporgeva dal ponte per immortalare la Moldava,poi ancora fotografava la folla di turisti sconosciuti. L’aria era pungente, il freddo penetrava fin nelle ossa, ma i tre ragazzi erano più intenti ad osservare le meraviglie intorno a loro piuttosto che fermarsi a farsi consumare dal gelo.

Una decina di minuti dopo si ritrovarono inPiazza della città vecchia.

“Beviamoci un caffè.” Propose Linda.

“Qua ci spennano ragazzi.”

“Ma Davide siamo in vacanza! Possiamo spendere qualche soldo per il cibo. A proposito domani dovete assolutamente portarmi a mangiare il gulash.” Finì sempre la ragazza.

Dopo il caffè, effettivamente non proprio economico vista la location, i tre si incamminarono verso il centro della piazza.

“Sono le sette, sbrighiamoci o ci perderemo l’animazione della Torre dell’orologio”. Linda afferrò le mani ai ragazzi e corse in mezzo alla folla per farsi strada e non perdersi lo spettacolo.

Nel frattempo i primi fiocchi di neve iniziavano a cadere leggeri sulla città.

***

“Ciao Tanja, Linda e alcuni nostri amici hanno prenotato qualche giorno fa una vacanza e io sto decidendo se raggiungerli o no. Cosa mi consigli?”

“Matteo io ti consiglio di seguirli, Praga è la mia città preferita e non perderei l’occasione di trascorrerci quattro giorni con i miei amici.”

Un lampo di rabbia guizzò negli occhi di lui.

***

Rientrati in ostello i ragazzi decisero che quella sera non sarebbero usciti,

il giorno dopo infatti sarebbe stato l’ultimo pieno della vacanza e volevano goderselo al massimo alzandosi presto al mattino.

“Cosa stai facendo tesoro?”

“Scrivo una cartolina per Chiara. Si è raccomandata di mandargliene una molto colorata e che ritraesse anche il fiume.”

“Salutala anche da parte mia” Dopo un bacio sulla fronte Linda si infilò nella doccia per rinfrescarsi.

“Amico allora fate sul serio?” Sussurrò Davide per non farsi sentire.

“Pare proprio di sì. Mi piace molto, è così dolce e credo di poterla aiutare a superare del tutto l’ultimo brutto periodo. Poi la nonna cucina così bene.” Risero di gusto alla battuta.

***

Matteo era indeciso, e furioso. Praga era la città di cui più volte aveva parlato con Linda negli anni precedenti, quante volte lei gli aveva confidato che desiderava passeggiare nella città illuminata dalle luci di Natale tenendolo per mano. Non aveva perso l’occasione per andarci con quello li, il suo rimpiazzo. Non ci poteva credere, era accecato dalla rabbia e ora era più deciso che mai a seguire il suo piano; solo che non aveva ancora chiaro in mente come realizzarlo.

“Mirko ho bisogno di aiuto, vieni qui subito”. Un ragazzo alto e robusto, vestito sciatto e con i capelli unti dal gel che creavano una cresta che alla fine della giornata ormai pendeva verso sinistra, lo raggiunse in cucina. Il fratello era lì ad attenderlo con sguardo severo.

“Potrei andare a casa di quello sfigato e spaccargli qualche mobile, oppure potrei partire anche io per Praga e fargli un’imboscata, magari rubargli il portafoglio cosa ne dici?”

Silenzio. Mirko aveva due anni più di Matteo, ma nonostante questo era quest’ultimo ad essere il leader. Mirko era il classico bonaccione, che cercava di seguire le orme del fratello che vedeva come invincibile nonostante il suo animo alla fine fosse buono.

“Mi sto scervellando da tutto il pomeriggio e non riesco a trovare una soluzione, mi sembrano entrambe valide opzioni.” Dopo pochi attimi di silenzio Matteo proseguì.

“Ma certo, dobbiamo fare entrambe le cose. Tu vai a casa dello sfigato mentre io vado a Praga. Se mi sbrigo riesco ancora a prenotare l’aereo. Mi basterà un’andata e ritorno in giornata, dovrò essere rapido. Tanja è stata così ingenua da dirmi addirittura dove alloggiano, mi ha semplificato di molto il lavoro”.

***

“Mi ha rubato il portafoglio! Polizia! Fermatelo!”

I furti in città turistiche come Praga erano all’ordine del giorno, per fortuna tra tutti e tre riuscirono a mettere insieme un discorso sensato in inglese e denunciarono il fatto alle autorità.

Persero più di due ore per formalizzare la denuncia poi andarono a pranzare, l’umore di Giovanni era scuro come il colore della carne che avevano nel piatto. In tarda serata rientrarono nell’ostello e appena varcata la soglia, come il preannuncio di una maledizione, suonò il cellulare di Giovanni.

“Sì sono io.”

“…”

“Com’è possibile? Ci sono stati danni consistenti?”

“…”

“Domani alle 11.15 ho il volo di ritorno, sarò da lei il prima possibile”

Una volta riattaccato, gli occhi del giovane si riempirono di lacrime. Qualcuno era entrato in casa sua e gli aveva distrutto il televisore e messo a soqquadro tutta la casa.

Quella era di certo una delle giornate peggiori della sua vita.

Giovanni trova a casa il portafoglio rubato con un messaggio all'interno, fa due più due e capisce che si tratta di Matteo, e ora?

  • E' Matteo a farsi vivo (50%)
    50
  • Prima lo va a cercare poi lo denuncia alla polizia (10%)
    10
  • Lo denuncia alla polizia e attende (40%)
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141 Commenti

  • Prima dalla polizia e poi da Matteo.
    “il giorno dopo infatti sarebbe stato l’ultimo pieno della vacanza”. Non è messa giù benissimo questa frase, credo che tu scriva un po’ troppo come parli. Tu sai che, nei miei intenti, le critiche che muovo sono sempre costruttive. Se io scrivessi come parlo, lo farei in dialetto veneto. Quindi ti esorto a cambiare registro quando scrivi.
    Per esempio avresti potuto scrivere: “l’indomani sarebbe stato l’ultimo giorno pieno della vacanza”.
    Ora che ho fatto la parte del cattivo, proseguo facendoti i complimenti per la trama che si sta evolvendo in maniera lineare e apprezzabile.
    Brava.

    • Grazie Tom, era una frase abbastanza inutile, però ci tenevo ad inserirla per far vedere che Matteo arriva l’ultimo giorno della loro vacanza e non proprio il primo (così la vacanza è “rovinata solo a metà”) però ho avuto difficoltà a scriverla in modo comprensibile 😉

  • Ciao! 😀
    Andrò controcorrente, ma voto che sia Matteo a farsi vivo. Uno che compra un (costoso) biglietto aereo per andare fino a Praga a rubare un portafoglio, mentre manda suo fratello a devastare la casa della sua “vittima”, non resisterà alla tentazione di confrontarla di persona.
    A presto!

  • Lo denuncia, ho scelto quello che gli consiglierei di fare 🙂
    La situazione si complica!
    I dettagli di atteggiamenti e ‘outfit’ dei due fratelli contribuiscono a rendere credibile la storia. Aspetto la resa dei conti tra i due ‘galletti’.
    Ciao GIulia, a presto

  • Secondo me lo denuncia.
    Però ho un dubbio: se un fratello saccheggiava l’appartamento mentre l’altro andava a Praga rubare il portafogli, come può il portafogli trovarsi a casa di Giovanni quando lui rientra?
    L’umore scuro come la carne nel piatto è davvero una frase efficace, mi piace molto.
    Ciao

  • Ciao! 😀
    Voto Praga.
    Più che rovinare la vacanza ai nostri amici, penso che abbia più senso per Matteo approfittare del fatto che la casa di Linda sia sgombra per fare irruzione e spaccare/rubare quello che c’è (può sorvegliare il posto e agire quando la nonna se ne sarà andata, se non vuoi scendere in particolari troppo macabri e/o violenti). Così potresti spezzare il prossimo capitolo tra la felicità e la spensieratezza dei ragazzi in vacanza e un duro e spiacevole “ritorno alla realtà”. Sarebbe una vendetta migliore: perchè seguirli chissà dove, quando c’è l’opportunità di ferirli in modi meno complicati (e più economici… credo che un biglietto per Praga o Parigi costi parecchio! 😉 )?
    Naturalmente questa è solo la mia opinione, quindi sei libera di ignorarla, in favore di ciò che reputi giusto ci sia nella tua storia. Non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo!
    A presto!

  • Ero indeciso se votare Napoli o Praga. Parigi è troppo scontato.
    Alla fine ho pensato che Praga fosse più esotica, se mi passi il termine. Anche di mio andrei a Napoli, visto che non l’ho mai visitata.
    Veniamo al commento. Ho riguardo a farne perché qualcuno ha detto che incuto addirittura paura, per il mio eccessivo rigore.
    Basta però capire che io esprimo le mie idee che possono essere spunti di riflessione. Non voglio assolutamente dare l’impressione del saccente. Io non ho titoli per correggere nessuno né tantomeno per giudicare.
    In ogni caso, c’è ancora qualche incertezza sulla punteggiatura. Ribadisco che non lo faccio per puro formalismo, ma se vogliamo che la lettura, magari ad alta voce, del racconto funzioni per chiunque sia il lettore, la punteggiatura va curata e deve avere delle regole precise.
    Un secondo appunto è che hai la tendenza, come tutti gli scrittori giovani e di talento, a “dire” troppe cose. Se riesci a censurarti ogni tanto e a far lavorare l’immaginazione del lettore invece che spiattellargli la realtà in faccia, lo stesso lettore sarà incuriosito nell’andare avanti, per sapere se ha indovinato o meno.
    La cosa mi è balzata all’occhio nell’ultimo periodo: “Matteo aveva capito, dai colori della busta regalo, che si trattava dell’agenzia viaggi situata proprio sotto casa sua, ora doveva solo più capire dove sarebbero andati in vacanza e ovviamente rovinargliela. ”
    Tralascio il dialettismo piemontese del “solo più” che, a un orecchio che non conosce l’idioma, suona male (io lo trovo un abbellimento carino), io avrei chiuso dopo la parola “andati”. Lasciamo che sia il lettore a immaginare cosa Matteo vuole fare.
    Ora che ti ho stordito di chiacchiere, ti dico che continuo a seguirti non interesse, perché la trama mi piace e mi piacciono molto i personaggi che hai creato.
    Ah, se non l’hai già visto, ho pubblicato il finale del mio racconto. Una tua opinione mi farebbe piacere.
    Ciao e scusa.

    • Grazie per avermi avvisato dell’ultimo capitolo che ogni tanto sfugge….
      non avevo mai ragionato sul fatto che “solo più” fosse un dialettismo, grazie…
      Grazie come sempre del commento e delle dritte, ci provo a tagliare ogni tanto nelle descrizioni troppo minuziose, ma ho “paura” passami il termine…dovrei osare un pò di più…me lo dicono sempre e quindi è di sicuro adatto anche nella scrittura.
      Invece per la punteggiatura ho provato a rileggere, ma non trovo in che cosa non vada bene….ho sempre pensato di usarla nel modo giusto invece è già il secondo commento che mi fai relativo a questo, forse perchè ne uso troppa?
      Grazie ancora

      • “La via scintillava di colori e come sempre, sotto il periodo delle feste, era animata da centinaia di persone”
        Secondo me è più corretta se scritta: “La via scintillava di colori e, come sempre sotto il periodo delle feste, era animata da centinaia di persone”.

        “Giovanni, quella sera, ne aveva molta di fretta; era arrivato da appena due ore dall’aeroporto,”. Sempre secondo me, il punto e virgola lì in mezzo non ci sta. Al limite potrebbe essere: “Giovanni, quella sera, ne aveva molta di fretta: era arrivato da appena due ore dall’aeroporto,”

        “Che bel regalo! Aveva subito pensato ironicamente…” A parte l’uso dei tre puntini alla fine, che, a parer mio, non è adeguato (i puntini sottintendono una sospensione che in questa frase non c’è), I pensieri e il discorso indiretto vogliono una punteggiatura per delimitarli. Si corre il rischio, altrimenti, che il lettore non capisca che si tratta di una frase pensata o detta da qualcuno. Tu usi le virgolette alte per il discorso diretto, potresti usare il trattino per i pensieri: ” -Che bel regalo! -, aveva subito pensato ironicamente.”

        E così via.
        Spero di non essere pedante. Se lo sono, ti prego, dimmelo.

          • Tutti facciamo errori di punteggiatura. Io per primo. Ci sono delle regole certe e altre più flessibili. L’importante è riuscire a dare al lettore la giusta intonazione, le giuste pause.
            Una virgola al posto di un punto è un peccato veniale, omettere certi segni grafici che aiutano a capire meglio il testo è un po’ più grave.
            Tu non usi male la punteggiatura, ho solo voluto farti notare alcune cose, giusto per migliorare una buona base di partenza. Sei giovane ed è per questo che ho piacere a confrontarmi con te: magari ti posso dare degli spunti che, alla tua età, renderanno la tua scrittura ancora più efficace.

  • Praga.
    Mhmmm… Matteo li seguirà o rovinerà loro i piani?
    Potrebbe incontrare Gio a sorpresa per metterlo in guardia prima della partenza, oppure far del male a Davide per lanciare un avvertimento a Linda e Giovanni.
    Mi è piaciuta la scena di Matteo che li spia, brava.

  • Ciao Giulia, ho votato Parigi,non per l’eleganza, ma perchè la conosco un pochino,al contrario delle altre due. Un solo appunto, e lo dico proprio per la mia esperienza di essere andato via dalle mie radici. Mi sembra troppo felice e avere troppa fretta nel tagliare i legami con le sue origini. Queste esperienze lasciano sempre un pò di malinconia, almeno con me ha funzionato così. Beh,cosa può fare Matteo? L’ Agenzia è sotto casa sua,sicuramente conosce i titolari, per cui sarà facile scoprire dove vanno, comprare un biglietto e anticiparli o seguirli a ruota, non li farei partire insieme, la sorpresa deve essere là,nella città delle vacanze natalizie, per rovinargliele meglio.
    Lo odio matteo
    Finiti i commenti pubblico il mio.
    Ti auguro una buona domenica.

  • Paris.
    Forse perché è sempre stato un mio sogno andarvi e non ci sono ancora riuscito 🙂
    Per ciò che riguarda Matteo, i modi per rovinare la vacanza potrebbero essere molti. Dalla mera violenza fisica, a qualcosa di più astuto e subdolo, c’è solo l’imbarazzo della scelta che, essendo tu l’autrice, ti lascio volentieri.
    Ciao e al prossimo.

  • Ciao Giulia,quando Linda lascia Matteo mi ha fatto tornare in mente un mio fatto analogo di tantissimi anni fa. Lasciai una ragazza,e da allora questo è rimasto ancora un mio cruccio,come una cosa ancora sospesa, non terminata. Trovo bello come descrivi i sentomenti dei ragazzi. Ho votato vacanza, perchè a questo punto una cena romantica si risolverebbe per essere solo quello, una cena, essendo i due sicuri della continuazione del loro rapporto. I genitori lasciamoli ancora da parte.
    Ti auguro una buona domenica

  • Vuole invitarli a conoscere la madre.
    Ti faccio i miei complimenti: lo stile ha fatto notevoli progressi.
    A volte ci sono ancora dei termini molto colloquiali che non mi piacciono, ma è un problema mio: hai scelto il tuo stile e lo devi portare avanti.
    Un altro consiglio che mi sento di darti, da lettore s’intende, non certo da insegnante di scrittura quale io non sono assolutamente, è che dovresti tagliare ancora certe frasi di “specificazione” che tendi a inserire. Per esempio: “c’erano due macchie marroni circolari lasciate asciugare senza essere pulite.” Se ci sono le macchie è evidente che non sono state pulite. Scrivi soltanto: “c’erano due macchie secche marroni e circolari.”.
    È la mia opinione, naturalmente, prendila per quel che vale: nulla.
    Buona continuazione.

  • Io propendo per la cena romantica, perché ho l’impressione che si creerà qualche attrito.
    Ciao Giulia.
    Bel capitolo, delicato e tutto sommato sereno. Mi è sembrata un po’ forzata la lucida analisi con cui Linda si congeda da Matteo. Ok che ha finito la fase adolescenziale, ma già esserne cosciente e soprattutto esplicitarlo a qualcun altro è forse poco comune.
    Ciao ciao

  • Cerchiamo di conoscere la mamma.
    la storia è davvero graziosa e i personaggi sono teneri, ci si affeziona, secondo me dovresti però cercare di rendere più “narrativo” il testo. Voglio dire, soprattutto in questo capitolo, il testo è fatto di una serie di frasi che descrivono le azioni, i sentimenti, come in una redazione scolastica o in un diario intimo. Anche i dialoghi sono un po’ neutri: tutti i personaggi parlano nello stesso modo. Credo che dovresti cercare il modo di mostrare le azioni e i personaggi in modo più diretto, meno descrittivo. Non so se mi sono spiegata e so bene che non è facile, ma secondo me aumenterebbe il fascino della storia che racconti.
    Mi è piaciuto molto il passaggio sul bivio tra passato e presente.
    Ciao

    • Ciao, grazie ci sto lavorando penso già di aver cambiato qualcosa in positivo sullo stile rispetto al primo capitolo…avresti voglia di farmi un esempio di “cercare il modo di mostrare le azioni e i personaggi in modo più diretto, meno descrittivo”?
      Grazie in anticipo

      • Innanzitutto, penso che ci siano troppe “didascalie”: sale, scende, si siede, sia la, pensa, prende il tram, chiede, si frema. Capisco che vuoi dare molti dettagli, ma spesso non serve: l’azione è implicita, scriverla appesantisce solo il testo.
        Visto che me lo hai chiesto, ho cercato di modificare un paio di tuoi paragrafi a titolo d’esempio, ma non voglio dire che sono scritti bene, è solo per chiarire cosa intendo per meno descrittivo.

        Al risveglio, Linda non poteva smettere di pensare a quel primo bacio scambiato con Giovanni. Felice scese in cucina, dove la aspettavano un toast e una spremuta: nonna aveva sempre ritenuto che una colazione salata fosse più sana.
        Seduta al tavolo, ne approfittò per chiedere spiegazioni: “Nonna…”

        A casa di Matteo:
        Seduta sul divano lercio, si sorprese ad osservare le macchie scure che ne costellavano il tessuto. Forse caffè, come…
        Rifiutando il caffè che Matteo le offriva, si ritrovò ad ammirarlo…

        Sono scritti in fretta e si può sicuramente fare meglio, ma era solo per dare un esempio di come le azioni possano essere suggerite, per fare il testo un po’ meno didascalico.
        non voglio fare ola maestra, ma secondo me quando rileggi devi chiederti quali frasi sono superflue.
        Dimmi che ne pensi, hai tutto il diritto di non esser d’accordo 🙂
        ciao

  • Ti ho messo in parità votando conoscere sia madre.
    Ho pensato che Linda potrebbe sentirsi tanto serena, grazie a Giovanni, da aver voglia di condividere la sua famiglia mezzo segreta.
    Matteo però non me la conta giusta, mhmm.
    Attenta alla punteggiatura 😉

  • Direi Linda senz’altro.
    Non avevo capito (o avevo dimenticato) che la sorella fosse così giovane. Che bellini, comunque, io che sono abituata ad una esteriorità quasi ostile tra fratelli (sai, le scemenzine per cui si litiga sempre, nonostante il profondo attaccamento e rispetto) mi fermo a guardarli incantata.
    Storia delicata, da fiaba metropolitana.
    Ciao ciao

  • Davide, per sentire un’altra campana.
    Appoggio il commento di Napo. Ci sono dei momenti in cui sembra di leggere una lista della spesa (non me ne volere) tipo quando parli del cibo acquistato per mangiare assieme; ma la storia è interessante, c’è anche una buona dose di mistero che a me piace sempre, e i personaggi sono tratteggiati bene. Alla prossima 🙂

  • Linda.
    Hai degli spunti interessanti, ma continui con questo stile da raccontino che sarebbe più adatto a una fiaba. Continua a scrivere e a leggere. Leggi in maniera critica, badando anche alla struttura dei testi che leggi.
    A presto.

  • Ciao. Ho deciso di leggere e commentare il tuo racconto, visto che tu hai letto e commentato il mio.
    Ho volato per la sorella che viene a trovarlo, anche se le tre opzioni non sono in linea con quanto mi aspettavo.
    Che dire? La trama c’è e mi incuriosisce.
    Su come è scritto, invece, avrei qualcosa da ridire. Non voglio però sembrarti “cattivo” o scortese o, peggio ancora, saccente.
    Però, con la massima umiltà e con lo spirito di migliorare una trama già buona, ti elenco le cose su cui, se fossi in te, lavorerei. Di seguito alcuni insignificanti esempi:
    – grammatica: se Chiara vuole bene a Giovanni, Chiara “gli” vuole bene, non “le” vuole bene;
    – coerenza dei tempi: “Una persona passa per Torino e “trova” sempre qualcosa di interessante, non “troverà”. Lascia stare che sia un modo di dire usato nel parlato (per quanto tempo ci lavori, troverai sempre qualcosa che non va), che poi, da ignorantone come sono anch’io, credo che quel “lavori” sia un congiuntivo. Se usi il presente indicativo devi continuare col presente;
    – coerenza nei personaggi: a un certo punto Giovanni diventa Davide. Se non è così, allora comunque era poco chiaro chi ha trovato lavoro in bar;
    – non spiegare troppo. Non dare tutte le informazioni di un personaggio, dosale nel corso della storia. La lettura diventa più interessante. Come dicono gli inglesi: “Less is more”;
    – coerenza di ambientazione. Se l’aria di Torino è già pungente e, passato aualche giorno, Giovanni Porta Linda a casa, come fa ad esserci afa nella sua stanza?
    Di positivo ti dico invece che i personaggi e il background che hai ideato per loro mi piacciono molto. Ottima fantasia.
    Ti chiedo umilmente perdono se mi sono permesso di farti alcuni rilievi, spero che non ti sia offesa. Il mio desiderio è aiutarti perché meriti. E merita la tua storia.
    Ancora mille scuse e aspetto con ansia il prossimo episodio.

    • Ciao, grazie mille di aver letto e commentato 🙂
      Sono sempre felice quando qualcuno mi scrive commenti di questo tipo, se con gentilezza ovviamente, anche se io non sono una che commenta molto perchè non ho molta esperienza.
      Purtroppo troppo spesso ci si fa influenzare dal parlato anche quando si scrive e pur rileggendo risulta difficile trovare gli errori perchè si è soliti parlare in questo modo.
      Sul fatto di Giovanni e Davide nel primo capitolo mi sono accorda di aver sbagliato solo dopo aver pubblicato, comunque è Giovanni a lavorare 🙂
      Anche sul fatto di spiegar troppo hai ragione, vorrei far percepire i personaggi come li penso io, ma credo che alla fine anche descrivendoli molto ognuno se li immagina comunque come vuole 😉
      Cerco sempre di “copiare” da chi ha più esperienza di me il modo di scrivere, non solo descrivendo, ma anche trasmettendo sensazioni, però non è facile…ci vuole tanto allenamento 🙂
      Grazie ancora buona giornata

  • Ciao,sono mancato per tre settimane, un impegno di lavoro. Esporre alla Fiera Homi a Milano. Piuttosto gravoso e che prende tutto il tempo. Adesso ricomincio, qualche giorno a leggere gli altri, poi vado avanti col mio.
    Ho votato che Linda non torna a casa, m’interessa più l’intrigo, con la sorella va tutto bene, almeno per adesso, o vorrai incasinare anche le cose tra loro?
    Un saluto e a presto

  • Viene la sorella.
    Tinte noir e gialle! Ma non è che la nonna diventa una specie di miss Marple??
    Scherzo, scusa. Episodio ben narrato. A me intenerisce sempre il rapporto tra fratello e sorella. Come disse il biondo ‘C’è aria di casa in quella foto…’

    Ciao ciao

  • Guarda, ero indeciso proprio tra le opzioni in parità, poi ho fatto la mia scelta in base alla consecutio: dici che mentre si prepara la cena ancora non sa della notizia, ma se dovesse aspettare tre giorni, direi che potrebbe mangiare tranquillo.
    Quindi arriva la sorella.
    All’intreccio sentimentale si aggiunge li’intrigo e le cose si fanno sempre più interessanti.
    Ciao a presto

  • Mi piacerebbe che subentrasse Chiara perché Gíovanni potrebbe ragionare con lei sulla faccenda di Linda.
    Questo episodio mi ha ricordato Il Diario di Maya, un romanzo di Isabel Allende, perché la protagonista che prende una brutta strada ha appunto una nonna che la aiuta sino alla fine.

  • Va a cercare gli amici? Penso di sì, poi dopo torna da lei e sa che domande farle.
    Entriamo nel vivo, in una vita ‘vera’ c’è sempre qualche aspetto non idiliiaco, qualche problama da affrontare. Se lo si affronta insieme è meno dura.
    Ciao ciao

  • Ciao! 😀
    Mi è piaciuto molto questo aspetto della personalità di Linda. Per vederci chiaro, Giovanni si rivolgerà alla nonna (anche se, così facendo potrebbe mettere Linda nei guai, o provocare dolore alla donna, se è all’oscuro di tutto).
    Alla prossima!

  • Per un tipo come Giovanni, la nonna è rassicurante.
    Un po’ troppo “raccontino” questo capitolo. Ti raccomando di curare di più la psicologia dei personaggi mostrandoceli attraverso le loro emozioni fatte di gesti, di atteggiamenti, di dettagli.

  • oddio io mi aspettavo una vera ribelle, una che vuol cambiare la società nel profondo, o far saltare tutto, o vivere contro corrente. Bere con gli amici fino a vomitarsi addosso e non saper più dove ci si trova può essere un aneddoto simpatico se capita una volta, un sintomo di malessere psichico o sociale se è un’abitudine. io ne parlerei con Linda, cercherei di capire i suoi problemi. Prima di far intervenire altri e palesare il suo problema è meglio discuterne con lei.
    A presto

  • Onestamente io non associo l’alcol alla ribellione, ma immagino che la cattiva condotta di Linda sia da imputarsi al suo malcontento verso qualcosa che desidera cambiare e a cui appunto di ribella.
    Bella svolta con questo episodio, le cose si fanno complicate.
    Fossi in te curerei la punteggiatura. Ti consiglio di accorciare i periodi e usare qualche punto se no si arriva alla fine senza fiato 🙂

    Si rivolge alla nonna.

    • Grazie Giorgia, sì è vero tendo a creare periodi piuttosto lunghi, cercherò di accorciarli 🙂 Per il fatto della ribellione sono stata molto a riflettere su che argomento trattare lasciando la scelta della ribellione che è ampia…poteva essere droga, alcool, qualcosa legato alla nonna, anticonformista a livello di idee…ho scelto questo perchè forse è più semplice sviluppare una storia meno tirata 🙂 certamente nbel prossimo capitolo ci sarà un approfondimento 🙂
      Grazie del commento

  • Ciao Giulia, quello che mi è saltato all’occhio è la differenza tra Giovanni e Linda, lui a lavorare e pensare alla sorellina, e lei a bere fino ad ubriacarsi. Stavo per votare che andava a trovare gli amici,ma poi mi sono ricordato dell’opzione vincente, Che io non avevo votato, della nonna che si prende cura di loro. E allora ha prevalso di rivolgersi alla nonna.
    Ti auguro buona notte e a presto

  • Ma no: è una ribelle senz’altro.
    La nonna è dolce, ma che p… noia, passarci tutto il giorno.
    Si delinea una delicata storia di sentimenti. L’idea che dai, o almeno, l’idea che ho io leggendoti, è che i tuoi protagonisti siano ‘più giovani’ rispetto alle loro età anagrafiche. O meglio, non è esatto: è come se tu andassi oltre le corazze e le difese che da giovani alle prime armi tutti abbiamo eretto per sembrare forti e indipendenti. Insomma, ce li mostri come sono realmente, piuttosto che come vorrebbero apparire o come vorrebbero essere. Con me ottieni l’effetto che mi sento quasi una confidente di Giovanni, o una che legge il suo diario segreto.
    Brava e a presto
    Ciao ciao

  • Con due ‘bravi ragazzi’ una ribelle ci vuole!
    Ciao Giulia,
    Ho letto insieme i due capitoli, un incipit carico di energia e aspettative, un prosieguo nel quale di comincia ad affrontare il rompicapo della vita ‘da grandi’, senza un rassicurante cordone ombelicale a disposizione immediata. In questo secondo il cambiamento di pdv tra Davide e Giovanni mi ha un po’ disorientato, ma la scrittura rimane scorrevole e piacevole.
    Ciao a presto

  • Una ribelle, se passa tutto il giorno in casa con nonna non vivrà grandi avventure.
    Spero che vivranno spettacolari avventure al Valentino, quel parco è meraviglioso e magico, almeno per me 🙂

    Solo un appunto, scusa, odio fare la “maestrina” ma non posso trattenermi: necessitare in questo senso è transitivo, quindi: il calore DI CUI due cuori necessitano, non che. Sono maniaca, chiedo venia 🙂

  • Ciao!! 😀
    Credo che, se Linda fosse una ribelle, potrebbe movimentare le cose. Magari non passerà tutto il suo tempo con la nonna, ma mi sembra che ci tenga molto a lei. Anche l’ipotesi che non sia davvero interessata all’amicizia dei due ragazzi è interessante, ma quella della ribelle mi ha attirata di più! 😉
    Alla prossima!

  • Ciao!! 😀
    Molto carino questo incipit di presentazioni (forse leggermente appesantito dai periodi troppo lunghi, ma Napo ti ha già dato consigli in merito): sembra l’inizio di una grande avventura, che non vedo l’ora di vivere insieme ai tuoi personaggi!
    Voto la nonna!
    Alla prossima!

  • Ciao,come detto sono venuto a leggere il tuo primo capitolo. Essendo secondo me l’amicizia sopra ogni cosa credo che mi piacerà molto. Io eviterei la nonna,anche se vincerà,perchè vorrei che se la sbrigassero da soli,senza nessuno che li curi o dispensi consigli. E quindi proprio per questo comincerei con un pò di zizzania e andrei verso la rissa.
    Buona serata e buon fine settimana

  • Non so, le opzioni mi mettono in crisi: amicizia e amore in poche ore sarebbe pretendere troppo, la rissa mi suona male, visto l’ambiente e i personaggi. Direi la nonna che fa da trait d’union a tre ragazzi che si vogliono emancipare, forse è la scelta che preferisco. Incipit interessante è coinvolgente, ho avuto l’impressione che la passione per i numeri di Giovanni avrà un ruolo… beh, se non lo pensavi prendilo come un suggerimento, mi pare di capire che la trama, almeno per ora, sia molto ‘fluida’.
    Ciao ciao!

  • Devo esser stata l’unica a votare la rissa 🙂
    Bello questo incipit e divertente devo dire, grazie alla figura di Davide. Interessante il particolare che Giovanni arrivato a Torino abbia subito trovato lavoro, nella sua terra natia questo non sarebbe successo credo. Sembra il primo passo verso la sua personale ascesa ed è per questo che ho votato la rissa, per metterlo un po’ in difficoltà.
    Brava, ti seguirò.

  • Ciao Giulia, piacere di conoscerti. Io voto la nonna di Linda che si prenderà cura di tutti, perchè Giovanni mi ha fatto tenerezza li da solo, lontano dal suo paese, dev’essere dura ma anche perchè vorrei fosse proprio Linda il suo nuovo amore. La nonna andrà a sostituire la figura materna nelle cure di cui ha bisogno. A presto e ti seguo.

  • Chiedo scusa per l’errore che ho trovato rileggendo, nell’ultima parte è Giovanni che si scusa dicendo di essere impegnato al lavoro, non Davide. E’ stato un errore di distrazione dal momento che all’inizio avevo intenzione di chiamare il protagonista Davide 😉

  • Giulia, posso darti un consiglio? Prima di scrivere il secondo capitolo, fai un esercizio a tuo uso e consumo: prova a riscrivere il primo capitolo lasciando meno spazio al narratore. Lascia che siano le emozioni di Giovanni a mostrare al lettore i fatti, usa più dialoghi, fai ricorso a un flashback per mostrare la scena del distacco dai suoi. Per esempio, invece di descrivere Linda con il colore degli occhi e dei capelli, lascia che Giovanni immagini che fuori dall’aula, lontano dalle luci al neon, quei capelli avrebbero assunto al sole un bel colore castano chiaro, magari con riflessi ramati, eccetera.
    Sia ben chiaro, non sto criticando il tuo incipit che è formalmente corretto. Credo – ma sono uno dei pochi qui – che sia meglio avere consigli (non necessariamente da recepire) che non commenti asettici.
    L’ambientazione torinese fa pensare che l’avventura possa tingersi di mistero, magari per un tocco di esoterismo legato ai numeri 43 e 143. Vedrai tu.
    Nonna forever

    • Ciao Napo, è proprio questi commenti che cerco proprio perchè riconosco di avere ancora diverse carenze, prima fra tutte il fatto di intromettermi troppo come narratrice. Forse è la paura di non riuscire a trasmettere l’immagine che ho in mente, ma allo stesso tempo facendo così rendo la descrizione troppo macchinosa. Grazie mille, spero continuerai a leggermi per commentare con i tuoi suggerimenti, buona giornata 🙂

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