Sensi di colpa come chiodi sull’asfalto
Walt aveva deciso, sarebbe andato fino in fondo. La glock era carica nel porta-oggetti, gli serviva solo un posto migliore di Reno, Nevada.
Viaggiava sulla highway 50 diretto verso il deserto, dove nessuno potesse trovarlo. Le rifiniture cromate della Camaro risplendevano accecanti sotto il cielo estivo.
-Ce la facciamo questa volta piccolo Walt?
L’uomo si voltò verso il sedile del passeggero, -È tutta colpa tua Susan.
La ragazzina allungò i piedi nudi sul cruscotto e il vestito nero scivolò scoprendole le gambe, -Sembra quasi sia tu quello…
-È stato un incidente! Lo sai tu, lo sa la polizia…
-Da cui non sei andato però- controbatté lei passandosi una mano pallida tra i capelli.
-Non c’era motivo, e poi…
-…e poi non potevi certo dirgli che ti scopavi…
Walt diede un pugno al volante facendo sbandare l’auto, -Basta! O giuro che…
-Cosa vuoi fare… ammazzarmi?- lo schernì Susan.
Lui reagì premendo con forza sull’acceleratore.
La città fantasma di Austin comparve all’improvviso. Sfilò veloce attraverso gli edifici diventati meta di turisti dell’occulto. Non voleva morire lì e rischiare che qualche stronzo venisse a infastidirlo anche nell’aldilá.
Si spinse più a fondo nel ventre del deserto.
La distesa arida che accompagnava la strada da ambo i lati proseguiva monotona fino all’orizzonte, indulgendo ogni tanto in depressioni che ne celavano ampie parti. Cercava la strada per una delle miniere abbandonate della zona, gli sembrava un buon posto per suicidarsi.
Un bagliore attirò la sua attenzione. Intuì la sagoma di un pick-up sbucare da un punto imprecisato alla sua sinistra e imboccare la 50 correndogli incontro. Rallentò. L’altro veicolo, al contrario, aumentò l’andatura. Quando fu abbastanza vicino da riconoscerne lo stemma sulla griglia anteriore, due forti boati in successione indussero Walt a premere il pedale del freno fino in fondo.
Il Toyota bianco iniziò a spargere scintille da tutte e quattro le ruote; uscì di strada e dopo un breve tratto si inclinò su un lato, prima di ribaltarsi un paio di volte sollevando terra, pietre e Salsola.
-Cosa cazzo…
-Ehi! Ci baci tua mamma con quella bocca? Ah no!- esclamò la ragazzina colpendosi la fronte con il palmo della mano, -tu preferisci baciare le minorenni.
La ignorò, accelerando per raggiungere il tratto nel quale l’altro veicolo era uscito di strada.
-Dovresti vedere se hanno bisogno di aiuto- sussurrò Susan.
Walt si voltò. Lei era sdraiata sul sedile posteriore in shorts e maglietta, che copriva appena il seno acerbo. Indugiò su quella visione.
-Vai, tanto io non scappo- disse lei sorridendo.
Uscì dall’auto dirigendosi verso le striature incise sull’asfalto e le percorse a ritroso. Una striscia chiodata di quelle usate dalla polizia era stesa per terra occupando solo la carreggiata percorsa dal Toyota, ora a testa in giù nel deserto con la polvere che si rapprendeva attorno.
Annusò l’aria, puzzava di metallo fuso e gomma bruciata. Nel punto dove il pick-up si era immenso sull’autostrada, notò una sagoma a forma di freccia inchiodata su di un palo. Puntava nella direzione dalla quale proveniva una stretta lingua grigia che spariva dopo un paio di miglia dentro una depressione del terreno. Riuscì ad interpretare solo le prime tre lettere della parola scritta su quel cartello stradale improvvisato, “Red”.
Annaspava tra le congetture. La gola già provata dal caldo divenne secca. Deglutì per non soffocare.
Incamminandosi verso la sua automobile sentì una voce: -Aiuto.
-Merda!- esclamò Walt senza fermarsi.
-‘Non ho sentito quella donna’, sarà questa la scusa?- domandò Susan sdraiata sul cofano della Camaro in bikini. La ragazza si tolse gli occhiali da sole e lo fissò negli occhi, -Non fraintendermi non sto dicendo di non ammazzarti, dico solo di rinviare… magari rimedi anche una sveltina di gratitudine. Sbrigati però, o forse ti piacciano le tipe fredde?!- disse ridacchiando prima di adagiarsi nuovamente sul cofano verde.
Walt raggiunse il pick-up sottosopra solo per non sentire più la voce di Susan tormentarlo.
L’uomo al volante aveva un frammento di vetro triangolare conficcato nella gola, dal quale il sangue colava a filo alimentando la pozza sul tetto dell’abitacolo. Si spostò sull’altro lato. Ruppe con il piede gli ultimi rimasugli del finestrino e dopo essersi inginocchiato si infilò all’interno. Sganciò la cintura di sicurezza sorreggendo la donna e la trascinò fuori.
Riprese fiato sedendosi accanto a lei. Doveva avere vent’anni, indossava dei jeans a vita bassa e una t-shirt scurita dal sangue, un rivolo del quale scendeva dalla tempia e le accarezzava lo zigomo gonfio.
Walt le appoggiò l’indice e il medio della mano destra sul collo.
La donna è ...
- ...morta. Walt si suicida. Fine della storia. (9%)
- ...viva e arriva qualcuno. (27%)
- ...viva. (64%)

12/10/2017 at 11:24
Ciao Gabriele,
dopo aver letto parte del nuovo racconto, non potevo non leggere quello concluso.
Bello, davvero. Ben scritto, ben articolato. Una struttura solida, con dialoghi credibili e descrizioni intense che rimandano alla mente immagini vivide di quello che sta accadendo.
Bravo. La situazione iniziale, con Susan sul sedile del passeggero, mi ricorda GHOST STORY di Peter Straub. Ma è solo frutto di un’associazione di idee, perché quella è tutta un’altra storia.
30/09/2016 at 18:57
Wow, ottimo finale a degna conclusione di un gran bel racconto, Gabriele! Hai saputo mescolare bene le carte fino all’ultimo. Mi piace tantissimo soprattutto la scena finale con Mary alla “come se non fosse successo nulla”. Certo, un finale un po’ pugno allo stomaco ma uno di quelli interessanti, dati con stile. Il setting e le atmosfere mi ricordano vagamente le prime iterazioni di Alan Wake’s American Nightmare, in stile perfettamente white trash con una presenza soprannaturale inquietante che nessuno sembra riuscire a fermare se non all’ultimo (e senza un vero lieto fine). Complimenti 🙂
01/10/2016 at 10:08
Non ci avevo mai pensato ad Alan Wake…ci ho anche giocato anni fa 🙂
Un lieto fine c’è stato…a suo modo 😉
Grazie dei complimenti e di aver letto fino alla fine!!
29/09/2016 at 20:47
Un finale che era già nel titolo: Walt ha trovato la sua Redemption. A volte ho pensato che ci stessi raccontando un sogno a occhi aperti. Belle atmosfere, personaggi di forte impatto. Bravo Gabriele (e buon onomastico).
29/09/2016 at 22:40
La catarsi drammatica è arrivata alla fine 😉
Napo, grazie per aver seguito fin qui, nonostante il genere e gli effetti speciali… e grazie mille anche per gli auguri!!
P.s.
Arrivare alla fine e dire “è stato tutto un sogno” penso sia un po’ come barare 🙂
29/09/2016 at 20:14
Bravo Gabriele. Alla fine Walt ha trovato un buon motivo per morire.
Questo racconto è di quelli che restano dentro.
29/09/2016 at 22:35
“doveva essere un suicidio colpevole ed è diventato un suicidio sacrificio…” per usare le parole di un’amica…
Grazie cap!! Che bel complimento!!
29/09/2016 at 10:42
Complimenti veramente un bel finale. Complimenti! 🙂
Avrei giurato che Mary non sarebbe ritornata giovane alla fine del racconto, ma vabbè meglio così. Adesso avrà una vita da vivere in piena libertà. Mi è piaciuto anche il percorso intrapreso da Walt, perché salvando Mary è come se avesse “rimediato” con Sue (almeno questa è l’impressione che ho avuto).
29/09/2016 at 19:39
Sì, Walt ha rimediato con Sue, ma sopratutto con se stesso 😉
Grazie dei complimenti Danica!
27/09/2016 at 16:19
Ciao Zeta 😉
Sto continuando a leggere la tua storia e lo stile mi ricorda un sacco Bukowski.
Veloce, senza pietà per qualsiasi aspetto della natura umana.
Non so se sia l’effetto che volevi dare, ma si fa fatica a staccare gli occhi.
So che devo ancora finire di leggerla, ma spero già vivamente che ti dedicherai a un’altra storia, dopo questa 😉
29/09/2016 at 19:36
Nessuno mi aveva ancora dato del Bukowski 🙂
Però il cognome del protagonista è un riferimento ad uno dei miei autori preferiti 😉
26/09/2016 at 12:21
Beh… le ultime righe sono state emozionanti, devo dirtelo. Bravo davvero.
Posso muovere una critica strutturale… l’unica critica che mi sento di fare a questo bel racconto. Per strutturale intendo che Walt ha iniziato questo suo viaggio con l’idea di suicidarsi e alla fine si è suicidato. Ecco questo è un errore di struttura. Per il resto devo dire che il deserto e la camaro mi mancheranno 😉
Torna presto!!
26/09/2016 at 17:33
Le ultime righe erano l’unica cosa che nelle riscritture è rimasta. Hai ragione su Walt, sarebbero serviti un altro paio d’ occhi 😉
Grazie Alessandra!!
26/09/2016 at 09:18
Perfetto questo cerchio che si chiude: Walt che si uccide come voleva fin dall’inizio e riesce a placare la maledizione, tutti possono compiere qualcosa di buono.
Ma la tranquillità è quella ritrovata di Redemption, perché dubito che Mary possa mai vivere tranquilla con un tale passivo alle spalle.
Tutto perfetto, mi resta solo un dubbio, se era la magia del Windigo a respingere gli effetti del tempo su Mary, non avrebbe dovuto conservare le fattezze di una bambina piuttosto che di giovane donna?
Ribadisco la mia idea, questo racconto lo vedrei benissimo diventare un romanzo breve a fumetti. Bianco e nero a colori come preferisci.
E fregatene degli incipoints: non servono a nulla e non sono un’unità di misura imparziale, ci sono testi che ne hanno accumulati più dei tuoi e sinceramente non valgono nulla dal punto di vista narrativo o letterario. Va a simpatia, visibilità, pubblico presente.
Non che la mia opinione valga molto di più, ma penso davvero che tu scriva benissimo e sappia inventare storie interessanti, avvincenti e coerenti. Già separate queste due capacità non si trovano facilmente, riunite in un asola penna, poi.
Ciao
26/09/2016 at 17:30
Il Windigo preferiva la Mary ventenne, è l’unica spiegazione che ho 🙂
Rimango sempre stupito a leggere commenti di questo genere… grazie per il supporto Marie!!
25/09/2016 at 09:28
Bel finale per una bella storia.
Ciao Gabriele,
Come sai, esprimo sempre le mie opinioni, altro non so fare perché non ne ho la preparazione. Quindi cerco di non parlare di ‘narratori onniscienti’, ‘quarte pareti’, ‘mostrar is megl’ che descriv’ ‘ eccetera. Quindi la mia è un’impressione che va oltre le tue capacità ‘tecniche’. È probabile che su questa piattaforma ci siano autori più preparati di te (di me di sicuro), ma personalmente mi impressionano meno di quanto riesci a fare tu. In te vedo capacità, fantasia, instancabile laboriosità. Percepisco la tua passione nel narrare. In una parola, giurerei che il tuo è talento. Il colonnello Kurtz (no, non Wurz, proprio quello di Apocalypse now, il mio sosia) direbbe ‘chiaro, limpido, cristallino’.
Tutto qui, tenevo a fartelo sapere.
Alla fine, parliamoci chiaro, questa piattaforma può essere considerato un ‘caffè letterario’, non certo un posto dove i lettori incontrano gli autori, perché tutti i lettori sono autori (ah, no, una volta ho avuto un commento di un lettore-lettore!). Questo, a mio parere, ci dà un’impressione distorta del gradimento che i nostri racconti potrebbero avere di fronte a un pubblico più ampio.
Io, per quanto vale, ho detto la mia, mi sembra giusto, quando incontro qualcuno che ritengo molto bravo, dirglielo a chiare lettere. Soprattutto se non sembra esserne cosciente.
Ciao a presto
25/09/2016 at 19:52
Jaw, non scriverò una lunga risposta perché mi hai lasciato senza parole…grazie…ormai sta diventando riduttiva come risposta. Scrivere per lettori come te è gratificante!!
P.s.
Ho letto il tuo racconto per un contest da un’altra parte… complimenti!!
25/09/2016 at 20:56
Grazie Gabriele, ho visto che ci sei anche tu da quelle parti.
Se è ‘Un piccolo Universo’, sono orgoglioso di informarti che ha vinto e che ieri è stato pubblicato su La tigre di carta, un magazine con ampia diffusione dal civico 13 al 15 di via McMahon a Milano. Ah ah, il mio primo racconto pubblicato, che ridere. Pagato con un abbonamento annuale al cartaceo della rivista e con la tessera di un’associazione culturale, che peraltro non ho ancora visto.
Se è l’altro, be’, spero che vinca!!!!
Ciao a presto
25/09/2016 at 21:04
Sì, era quello… meritava di vincere, un bellissimo racconto. Hai comunque vinto un contest… all’unico che ho partecipato sono stato fatto fuori subito 🙂
Ciao!
25/09/2016 at 07:48
Un gran finale. Forse un tantinello affrettato (l’incubo di chi scrive su questa piattoforma) ma efficace sia nel rendere l’atmosfera claustrofobica della miniera che nell’epilogo con la.fuga di Mary da Redemption che chiude.il.cerchio. Probabilmente avresti avuto bisogno di più caratteri per gestirlo meglio (una buona ragione per.provare ad ampliarlo e farne qualcosa.di più di un racconto lungo). Complimenti.ancora.
25/09/2016 at 20:12
Mi avanzavano ancora 500 caratteri ma credo di aver detto tutto quello che volevo. Lo riscritto tante volte e sarei potuto andare avanti all’infinito, questa versione mi sembrava la più concisa ed efficace, ma non sei il solo a cui è sembrato affrettato come finale.
Grazie Lou!!
24/09/2016 at 20:36
Che dire, Gabriele. Un finale che ha tenuto testa a tutto il resto del racconto, bravo davvero.
Per ciò che ha detto Moneta, qua sotto, devo dire di essere d’accordo. Molti autori si esaltano o demoralizzano a seconda degli incipoint che prendono o meno. Da esordiente ci sono cascato anch’io e lo trovo perfettamente normale, ma col passare del tempo ho capito che non serviva a nulla.
Detto questo, e senza farti alcuna fretta, spero di rivederti presto su questi schermi, ciao.
25/09/2016 at 20:05
Danio, grazie per il supporto costante!! “Da esordiente ci sono cascato anch’io e lo trovo perfettamente normale, ma col passare del tempo ho capito che non serviva a nulla.”…l’esordiente ringrazia 😉
24/09/2016 at 17:25
Ciao! Questo è il primo racconto di cui leggo il finale “in diretta”. Mi dispiace di non poter votare oltre, ma è giusto così, c’è sempre il momento in cui si arriva all’ultima pagina 😉 Hai avuto la grande capacità di mantenere alto il livello di tensione in ciascun episodio.
Ti dirò che la tua storia mi è piaciuta, ora voglio rileggerla tutta dall’inizio per gustarla senza interruzioni!
Spero di ritrovarti presto con un nuovo racconto, a presto!!!!
24/09/2016 at 19:37
Grazie Athelas!!
Sono particolarmente contento di aver tenuto alta la tensione, era uno degli obbiettivi…
Spero che il racconto funzioni anche senza interruzioni 🙂
24/09/2016 at 11:22
Affascinante epilogo di un racconto condotto con sapienza, come sempre.
Un bravo è troppo poco. Per come scrivi, ho più volte avuto l’impressione che per lavoro facessi lo sceneggiatore di fumetti. I tuoi mi danno l’impressione proprio di ‘racconti per immagini’. Se non fosse chiaro, è un complimento. Ultimamente mi sei sembrato un po’ demotivato, ho notato molte tue risposte in cui ti sottovaluti. Liberissimo di sottovalutarti, ma non usare gli incipoints come metro. Guarda il mio racconto: ha molti punti, ma è cominciato due settimane prima del tuo ed è ancora a metà. Ti assicuro che vorrei essere più veloce ma ultimamente non ci sto riuscendo. Far sedimentare le storie è deleterio per il lettore, ma dà i suoi frutti. Insomma: raccatti qua e là il punticino dell’esordiente che vuole (comprensibilmente) farsi notare. Poi magari non ti segue più. Quanti sono i veri lettori? Io e tu ne abbiamo più o meno lo stesso numero (e sono gli stessi) ed è questo quello che conta. E in ogni caso sono troppo pochi per esaltarsi o deprimersi.
Quindi, coraggio, sii cosciente dei tuoi grandi poteri e accetta le grandi responsabilità che ne derivano, ossia scrivere un altro delizioso racconto per sollazzare una decina di scrocconi che qualche volta manco ti danno il punto!
Ciao ciao, mi auguro a presto
24/09/2016 at 19:32
Ciao Moneta, un bellissimo commento, incoraggiante e lusinghiero!!
Avrei un lungo discorso da fare su punti e affini, ma sorvolo e mi limito a ringraziarti per le belle parole (compresa la citazione uomoragnesca 😉 )
17/09/2016 at 18:59
Entrambi.
Non è così strano, conoscendomi, che fossi convinto di averti già votato.
L’episodio mi è piaciuto, ma tu sei una garanzia. Poi al decimo parliamo un po’ degli incipoints…
Ciao, aspetto il gran finale, non so se commenterò subito ma commenterò sicuramente.
18/09/2016 at 08:23
Fai con calma Jaw, i racconti non scappano 🙂
Attendo la chiacchierata sugli incipoints e ti ringrazio per i complimenti.
Una garanzia? Sì, forse… una di quelle però con tante clausole che alla fine non coprono niente 🙂 😀
16/09/2016 at 21:49
Serenità?
Anche a me è piaciuta la rievocazione della morte della quindicenne Sue.
Sì, voto serenità, ma non so come potrai incastrarla in questa storia dai toni tanto tosti! Buona scrittura 🙂
17/09/2016 at 09:08
Grazie Athelas mi piace quella scena, metà flashback metà confessione…
La serenità la si può ottenere in molti modi 🙂
13/09/2016 at 19:48
Bella copertina! Complimenti davvero!
Io auspico un po’ di serenità, almeno lo spero 😉
13/09/2016 at 20:18
Grazie Danio, questa copertina sta spopolando!
Sembra ci sarà quella… e non solo 😉
13/09/2016 at 17:14
Confesso di non conoscere quali ormoni e affini si producano ridendo ma li ho prodotti tutti quando ho compreso il titolo. Lacrime di origine emozionale, attenzione, non lacrime da reazione fisica o altri. Sei un genio.
Le tue opzioni mi lasciano davvero perplessa: io non ci vedrei nulla di tutto ciò, nel finale di un horror. Diciamo serenità, la si può trovare anche trapassando in fondo, anzi soprattutto così.
Ma quindi Walt l’ha lasciata annegarsi in piena coscienza? Non poteva più sopportare di fare uhm uhm (evito di finire in moderazione) con una quindicenne ma non di guardarla annegare senza fare nulla? Strano senso morale a volte la gente. O allora il telo era davvero vivo?
Sono impaziente di leggere questo finale che si preannuncia sereno e/o tranquillo 😉
Ciao
13/09/2016 at 20:14
Bravissima, lacrime emozionali doveva essere il titolo, poi non ho resistito alla parola Adrenocorticotropo sembrava uno scioglilingua 🙂
Il telo vivo lo escluderei, anche se potrebbe essere una soluzione interessante, ma l’idea iniziale è che Walt sia un pessimo essere umano, mentre, spero, durante il racconto il suo vittimismo gli abbia fatto guadagnare qualche simpatia. Come dice Mary, che conosce Walt da più o meno lo stesso tempo dei lettori, “mi hai salvata”, non ha compiuto azioni negative fino ad ora… quindi è buono o cattivo, merita la redenzione o no?
Sul fatto del perché non l’abbia aiutata ci sono possibili soluzioni: dal non sapeva nuotare all’aver paura che lei parlasse… ma non è quello il punto per Walt, credo sarà più chiaro nel finale.
Walt un po’ mi ricorda uno degli amici di Pietro, quello a cui piaceva la figlia dell’amico e che tutti hanno giustamente demonizzato, mi domando perché con Walt non sia successo…
Termino il papiro ringraziandoti, è un piacere avere un lettrice così attenta!
13/09/2016 at 12:19
Mi ha fatto troppo ridere la battuta di Lou “fossi in te mi ci farei un poster”… in effetti sono d’accordo!!
L’episodio mi è piaciuto molto ma ti consiglio di non aver fretta di pubblicare, vogliamo goderci la tua copertina e la suspance ancora un po’ prima che questa bellissima storia volga al finale… 😉
Entrambi.
13/09/2016 at 19:49
Agli ordini capo!! 🙂 Anch’io voglio godermi la copertina… e quando mi ricapita!! 😀
Ti ho già detto grazie? 😉 Beh mi ripeto, grazie Ale!
13/09/2016 at 08:10
Ho votato serenità. Anche su questo nono capitolo poco o niente da dire. Mi.piace molto il tuo.modo di scrivere. E’ magnetico. Ti tiene incollato alle pagine come carta moschicida. Mi è piaciuta molto la rievocazione della morte di Susan. Un po’ meno il modo in cui Mary rivela a Walt di avere il potere di.comunicare con lo.spirito dei defunti, mi è sembrato un po’ affrettato ma credo.dipenda.dal fatto.che sei al.nono ormai e.ti resta.poco spazio a.disposizione.
La copertina è.bellissima. Fossi in te.mi ci farei un poster. Complimenti ancora.
13/09/2016 at 19:44
Inizio con il problema della confessione di Mary affrettata: hai ragione! È un mio difetto arrivare lungo sul finale, ho preferito dare spazio a Walt e alla sua confessione ritenendola più importante… quello di Mary è Mumbo Jumbo 🙂
Grazie davvero Lou! Leggere commenti così ripaga del tempo speso…
13/09/2016 at 08:05
Entrambi, anche se sereno e tranquillo è pure il cimitero 🙂
Bell’episodio, mi sa che Mary ha un ruolo un po’ più importante di quanto avessimo sospettato finora.
Ciao ciao
P.S.: ma titolarlo ‘Lacrime’ era troppo semplice? 😀
13/09/2016 at 19:34
I principali componenti delle “lacrime emotive”… ma sei un medico dopotutto 🙂
Non è che voglio essere complicato, mi piace usare termini tecnici… di qualsiasi settore… 😀
Penso ormai si sia capito chi è Mary.. e che non ha raccontato proprio tutta la verità 😉
Grazie di esserci, Moneta!
13/09/2016 at 07:02
Suspense al punto giusto, per il resto lineare, reso bene, scritto bene. Il titolo dell’episodio è criptico con quei termini farmaco-analitici, non ho capito il nesso. Anche le opzioni sono abbastanza criptiche e per me inattese: non mi aspettavo né serenità né tranquillità nel finale, semmai una tragica catarsi.
Tranquillità, se proprio deve essere.
13/09/2016 at 19:28
Il titolo è un riferimento alle lacrime, che abbondano nel capitolo che manco un teen-drama 🙂
Un po’ di catarsi c’è già stata, ma sopratutto mi piaceva il contrasto delle opzioni con quello che è successo prima… inoltre tranquillità e serenità sono citati “di sponda” nell’episodio 😉
Grazie Napo!
13/09/2016 at 00:15
Eccoci che finalmente i nodi vengono al pettine. Ammetto che non e stato facile leggere il titolo ma superato quello e scivolato giu tutto di un fiato.Complimenti per il racconto e ora aspetto solo il finale
13/09/2016 at 19:20
Si il titolo è complicato, almeno il primo ormone :)… sono contento invece che il resto sia scorrevole.
Grazie Fray!
12/09/2016 at 15:28
Ehi, sto leggendo la tua storia e fino ad ora mi piace molto. Voterò dopo aver letto l’intera storia 🙂 Sono nuova e vorrei chiederti di dare un’occhiata alla mia storia che si chiama “il miracolo di Beatrice”. Grazie dell’attenzione 🙂
ps. come hai fatto ad inserire la copertina?
12/09/2016 at 16:53
Grazie luzencita, non sono un amante di rosa ma passerò sicuramente a leggere il tuo racconto 🙂
La copertina non può essere inserita dagli autori, viene assegnata da The Incipit come premio…
12/09/2016 at 16:56
Grazie 😀 come si fa ad ottenere il premio? 🙂
12/09/2016 at 17:05
All’inizio pensavo fosse in base ai punti, ma ho scoperto che non è così… non saprei…
12/09/2016 at 17:20
Va bene grazie lo stesso! 🙂
11/09/2016 at 11:13
La copertina è bellissima ma la Camaro doveva essere nera!! 😉
11/09/2016 at 13:02
Doveva anche essere d’epoca, ma non l’ho specificato quando mi hanno chiesto cosa volevo per la copertina… ma non mi dispiace, anzi, quel giallo si fa notare… 😉
11/09/2016 at 10:03
A questo punto dico che Walt non sarà l’unico a confessare. Un po’ perché vorrei anche sapere che cosa ha detto Mary a Walt. 🙂
Complimenti per la copertina, molto bella. La Camaro gialla ricorda Bumblebee. 😀
11/09/2016 at 12:55
Ho dovuto cercare su google “Bumblebee”… è lui! 🙂
Spoilero il finale: la Camaro si trasforma e affronta il Windigo…
11/09/2016 at 12:57
Preso dall’euforia non ti ho ringraziato per i complimenti, che rigiro all’autore della copertina… 😉
10/09/2016 at 17:50
COPERTINA STRAORDINARIA!!!!
10/09/2016 at 19:08
GRAZIE!
Cosa dici, sono servite le letture recenti? 😉
10/09/2016 at 16:20
Copertina! Complimenti Gabriele.
10/09/2016 at 16:44
Grazie Napo!
Complimenti anche a te, mi piace la tua copertina che sfuma dal bianco/nero al colore…
07/09/2016 at 10:15
Confessioni multiple.
Bello, bello, che ti devo dire, io decoro, non trovo altro. O forse solo questo: la dinamica dello scontro coi coyote non mi è apparsa chiara, nel senso che mi sembrava che si schiantassero come bacherozzi sulla Camaro ferma.
Ciao ciao
08/09/2016 at 16:40
Grazie, grazie!
La scena è quella: Walt all’inizio è fermo e i coyote vanno contro il loro istinto di sopravvivenza… come bacherozzi… 🙂
08/09/2016 at 17:13
Ah, be’, allora non ho proprio nessuna osservazione. Un altro ‘bravo’ 🙂
04/09/2016 at 07:47
Molto bravo, davvero. Walt non è l’unico a confessare, sto con la maggioranza!
Che bel ritmo questo episodio! Complimenti!
04/09/2016 at 17:59
Sì, la doppia confessione ha riscontrato molto successo… 😉
Grazie dei complimenti Athelas!
03/09/2016 at 11:51
Non è l’unico a confessare.
Accidenti, Gabri, bellissimo episodio, scritto molto bene, vivido, quasi palpabile…
03/09/2016 at 18:57
Grazie Alessandra, sempre gentilissima 😉
02/09/2016 at 07:51
Walt non è l’unico a confessare, spero che non ti metta in difficoltà con i caratteri 🙂
Ciao Gabriele,
Ho letto due capitoli insieme, alla fine sono riuscito a farmene scappare uno.
Bravo. Ho preferito quest’ultimo, non so bene perché, forse ho trovato la scena raccapricciante del settimo trattata un po’ superficialmente (lo so, sono noioso, so benissimo che i caratteri sono pochi eccetera, hai tutte le ragioni del mondo), ma sai, se davanti a te uccidono uno in quel modo immagino che la cosa ti scuota un po’.
Del resto in questo ottavo mi sono piaciute molto alcune frasi, tipo ‘Due parole qualsiasi, perché sentisse un suono diverso…’ o l’apprensione materna di Walt verso la sua piccolina a benzina.
(Tra l’altro ho un dubbio sul dio delle trasmissioni, c’è un gioco di parole con AT&T che mi è sembrato un po’ stiracchiato. Ma forse ho capito male).
Complimenti, come al solito.
Ciao a presto
02/09/2016 at 12:18
Per il settimo hai perfettamente ragione, ho preferito tagliare per non arrivare corto sul finale… e spero di farci stare tutto 🙂
Sono curioso di sapere quel gioco di parole… la verità e che Walt calpestando le vetrate in frantumi si riferisce alla sua frase nel terzo capitolo, dove vedendo la croce in cima al campanile pensa: Cristiani 1 AT&T zero.
Grazie Jaw.
02/09/2016 at 12:25
Ah ah, no, perfetto: pensavo dio delle trasmissioni (riferito alla piccolina a 8 cilindri) e per traslazione impersonato dalla AT&T che di ‘trasmissioni’ si occupa… che mente bacata la mia, da farci un trattato di psichiatria. E dire che dovrei sapere che si chiamano ‘telecomunicazioni’. Perdona, avevo proprio dimenticato… 🙂
01/09/2016 at 18:07
Walt non è l’unico a confessare…Bello. Mi è piaciuto tutto, ritmo, dialoghi, descrizioni. Su tutte “… mentre germogli di lacrime spuntavano…”, che figata!
02/09/2016 at 00:02
Wow, che commento! 😉
Grazie davvero Lou, i complimenti di un autore che in due capitoli fa quasi i miei punti sono confortanti…
02/09/2016 at 09:22
Faccio così tanti punti perché rompo le palle a tutti per sapere cosa ne pensano delle cose che scrivo. E lo faccio perché voglio migliorarmi. Punti, classifica, copertina non valgono quanto un’opinione…
02/09/2016 at 12:05
Non credo che punti e copertine definiscano il valore del racconto a prescindere, ma indubbiamente dimostrano l’interesse (commenti, opinioni) ricevuto dalla storia, … che è un po’ il senso del pubblicare qualcosa che hai scritto.
Visto che le opinioni contano, lasciami dire che fai tanti punti (ne meriteresti di più) perché sei bravo, altro che rompere le palle! 😉
01/09/2016 at 17:31
Walt non è l’unico a confessare.
Non quando mancano due capitoli alla fine. Alla miniera allora, e vediamo che accade 😉
01/09/2016 at 23:56
Grazie Danio, spero di non deludere nel finale 😉
01/09/2016 at 09:05
Walt non è l’unico a confessare.
Quello che preferisco sono il titolo e la prima frase.
Forse sono lenta io ma l’ho travato meno facile da leggere questo capitolo. Ci sono frasi che ho dovuto leggere due volte per capire cosa significassero tipo “Due parole qualsiasi, perché sentisse un suono diverso dalle urla in presa diretta del filmato di Hurt, che la mente di lei ne era sicuro, proiettava in loop senza scovarne un senso. Mentre i germogli crescevano.”
A parte questo, confessa: questo capitolo serve solo a motivare il fatto che Walt non possa lasciare la città. 🙂
Voglio delle confessioni spettacolari nel prossimo XD
Ciao
P.S. Citate tanto questo Desperation e il suo libro gemello diverso che mi toccherà leggerli. E io che credevo di avere una notevole cultura kinghiana! 😉
01/09/2016 at 16:18
Ma confessioni spettacolari tipo Mary che dice a Walt “Sono tuo padre!” 🙂 😀
Se tu sei lenta io sono fermo Marie, detto questo, spero che dopo la seconda volta le frasi abbiano assunto un senso… adesso che me lo fai notare, credo che il problema della frase citata stia nel collegamento non immediato tra il filmato e l’uccisione di Hurt.
Walt doveva provare ad andarsene perché nonostante quello che ha visto la sua anima miscredente non lo abbandona (cfr. mumbo-jumbo) e non poteva riuscirci… 😉
Grazie di esserci!
P.s.
Non ricordo molto della trama di Desparation… ma quell’atmosfera desertica dove tutto è possibile mi ha catturato ai tempi… e tutt’ora… forse Eva ha ancora una copia 😀
02/09/2016 at 08:45
Quella sarebbe una confessione spettacolare, ma non proprio originale! 😉
Volevo solo dire che spero che conto sul fatto che il prossimo capitolo sia davvero importante nella trama perché in questo abbiamo solo visto che non possono scappare.
Quanto al libro, le librerie di Bologna sono a qualche 600 km da casa mia, quanto a quelle fantomatiche… meglio che mi serve di un banale ebookstore! XD
Aloha
31/08/2016 at 23:03
Un racconto davvero esemplare. Mi hanno colpito la sintassi, la narrazione e i personaggi tormentati. A tal proposito spero proprio che anche Mary abbia qualcosa di interessante da confessare, e che Walt non sia l’unico ad avere un passato tanto burrascoso. Complimenti e buona fortuna per i due ultimi capitoli.
01/09/2016 at 16:31
Quanti complimenti… grazie Fray!
Sulla sintassi ci sto lavorando… specialmente nelle frasi complesse 🙂
Per ora la doppia confessione è in vantaggio… in effetti e la più interessante…
31/08/2016 at 20:32
Walt non è l’unico a confessare.
Hai preso tempo anche stavolta: sappiamo qualcosa in più su Mary, ma nulla ancora sul misterioso Walt.
01/09/2016 at 16:38
Grazie del commento, Napo!
Non ho capito se è una cosa positiva il procastinare su Walt… al prossimo ci siamo comunque 🙂
Se hai qualche critica… sono sempre gradite 😉
31/08/2016 at 12:19
Ciao, ho cominciato a leggere adesso la tua storia e intendo leggerla tutta non appena avrò tempo. Il primo capitolo ricorda leggermente “Desperation” di Stephen King, e questa cosa mi piace davvero tanto, essendo King il mio scrittore preferito. L’atmosfera generale è simile a quella del mio racconto, quindi mi ha praticamente incollata allo schermo! Complimenti! 🙂
31/08/2016 at 19:37
Ciao Erika, sono felice di trovare un’altra lettrice di Desperation e di King in generale 😉
Ho voluto usare quella cornice perché è uno dei miei romanzi preferiti di King e si prestava bene al racconto.
Grazie dei complimenti e a presto!
29/08/2016 at 22:21
Ciao, ho appena letto tutti i tuoi capitoli….. e adesso chi dorme? 🙂 visto che mi hai messo paura, bravo! Obiettivo raggiunto!
30/08/2016 at 12:08
Spero tu sia riuscita a chiudere occhio stanotte 😉
Ciao Athelas e grazie!
29/08/2016 at 11:04
Ossequi Gabriele Zeta! Mi affaccio solo adesso alla lettura della vostra opera! Le devo confessare che purtroppo non sono un grande appassionato del genere letterario in questione (preferisco di gran lunga le pellicole, che non disdegno affatto ;)) però devo riconoscere che anche nella lettura del primo capitolo ho sentito il phatos tipico di queste trame! Pian piano arriverò a leggerlo fino alla fine, i miei complimenti comunque, eccellente narrativa!
Le auguro buon proseguimento di scrittura!
30/08/2016 at 12:04
Ossequi Dantius!
Grazie di essere passato e dei complimenti!
Non c’è fretta… se di va di leggerlo, non è scritto così bene da meritarsi una lettura ‘forzata’ 😉 🙂
26/08/2016 at 16:14
Ciao Gabriele. Ho letto tutti i sette capitoli. E mi sono divertito molto. La trama mi ha ricordato molto la doppia fatica kinghiana Desperation/I vendicatori che forse avrai letto. Sei molto bravo, specie nell’evocare luoghi e personaggi. Mentre leggevo mi tornavano in mente tutta una serie di sequenze cinematografiche girate in quei luoghi. Alcune scene le ho trovate un po’ scontate, almeno per il genere (la mano che esce al petto è un cliché ormai). Ce ne sono tanti di modi per ammazzate le persone. E se splatter deve essere che almeno sia originale. Ti prego di non volermene per queste osservazioni ma sono un amante del genere e non posso esimirmi dal fartele notare. Per il resto: bravissimo!!!
26/08/2016 at 19:17
Grande Lou!
Desperation/I Vendicatori… King e Bachman 😉 … parte tutto da lì… volevo usare quelle atmosfere per raccontare un altro tipo di storia, il titolo è un omaggio appunto a Desperation, che lessi anni fa.
Grazie davvero per i complimenti e per aver letto ben 7 capitoli di fila, ma di più per le critiche… apprezzatissime!
26/08/2016 at 08:48
Naturalmente ho votato “Shit!”, What else?
Sono sempre più convinta che sarebbe un romanzo grafico coi fiocchi. Non conosco le tue capacità di disegnatore, ma se conosci un illustratore valido, pensaci.
E stavolta, nel “andare verso il pericolo non è un buon piano, scappare dal pericolo è un buon piano” ho trovato persino Groucho.
Visto che non mi esimo mai da trovare un appunto, il primo paragrafo sui coyote non mi ha garbato nello stile, troppo schematico, spezzettato, secondo me avresti potuto riformularlo in modo più non dico poetico ma narrativo.
Ma che gli capita ancora a Walt, in fin dei conti il suicidio era forse la soluzione più lieta
26/08/2016 at 12:16
Spero tu non ti (esima?) mai dagli appunti 😉
Mi piacerebbe sapere cosa ti fa pensare ad un romanzo grafico: le scene, come è raccontata la storia, i temi… sarebbe molto utile.
Grazie Marie… anche per avermi strappato una risata facendomi pensare a Clooney con la tazzina del caffè che dice: Shit, What else?
26/08/2016 at 12:33
Ahah, io non lo avevo pensato Clooney ma è vero che fa ridere.
Tutto mi fa pensare al romanzo grafico: i colori del deserto e i coyote all’inizio, la camaro nera, il “fantasma” vestito da liceale/teenager, poi la città, la prigione, le vetrate della chiesa, ancora di più quando esplodono. La scena nel bagno, la mano del mostro che esce dal torace dello sceriffo, quest’ultimo dialogo: mi immagino lei che si ferma a cavalcioni della rete, poi nel disegno successivo è per terra e guarda Walt attraverso la rete…Tutto direi mi appare molto “visivo”.
E diverse frasi nei dialoghi, tra le altere quella del ho capito come funziona, e andare verso il pericolo non è una buona idea, mi sembrano proprio frasi lapidarie che stanno bene in un romanzo grafico.
Ciao ciao
26/08/2016 at 12:51
Proprio tutto 😉
Grazie mille!
25/08/2016 at 21:55
Ovviamente “merda!”, è l’esclamazione d’obbligo in questi casi 😉 Bellissimo capitolo, le cose si fanno più concitate e alcuni pezzi iniziano ad incastrarsi. Mi chiedo però se il Windigo sia solo il cattivo di turno o qualcosa di più…
26/08/2016 at 12:20
Grazie Massimo, spero si incastri tutto 😉 … il Windigo è uno spirito… qualunque cosa voglia dire 🙂
25/08/2016 at 17:06
“Avrebbe potuto raccogliere le chiavi e andarsene da quella location horror a basso costo, invece rimase lì.”
Solo questa frase vale il prezzo del biglietto 😉
Comunque esclamerà: merda! e vediamo che accade, ciao.
25/08/2016 at 19:27
Grazie mille Danio!
Temo che Walt si ritroverà in altri guai…
25/08/2016 at 13:55
E horror sia, anche se personalmente – l’ho sempre dichiarato – non amo l’horror, specialmente se sconfina nello splatter (vedi mano che sbuca dal torace dello sceriffo).
Apprezzo comunque la costruzione di questo episodio, la tensione che riesci a trasmettere e il senso di sospensione in una situazione irreale.
Ti ho mandato, per ora in parità, con un “Ascolta” che sempre il preludio di una confessione. Chissà.
25/08/2016 at 15:37
Ti ringrazio per la lettura e i complimenti… credo che i commenti di chi non ama il genere possano dare una prospettiva più ampia del racconto.
Stavo proprio pensando ad un momento di catarsi…
25/08/2016 at 11:38
Fosse stato per me avrei fuso tutte e tre le opzioni insieme: “Ascolta! Ho un piano … merda!” Ma alla fine ho optato per quest’ultima. Un po’ perché penso che qualcosa (o qualcuno) arriverà a rovinare quel momento a due tra Walt e Mary. E ironia della sorte ti ho mandato in parità con un piano. 😀
25/08/2016 at 15:24
Non male come idea, ne uscirebbe una frase interessante 🙂
Grazie del commento!
25/08/2016 at 10:55
Merda era fantastico ma voto “ho un piano”, porta avanti l’azione lascata in sospeso alla fine di questo bellissimo episodio di dibattito… 😉
25/08/2016 at 15:21
Troppi dialoghi, hai ragione… Grazie Alessandra!
24/08/2016 at 10:03
Walt e Susan si affrontano ululando alla luna.
Rimane per me un mistero come riesca in poche parole a descrivere così bene gli ambienti in cui si trovano i tuoi personaggi. Più che Caravaggio mi fai pensare a van Gogh: pennellate grosse che in pochi tratti creano un’immagine che vedi comporsi sotto i tuoi occhi lasciandoti stupefatto. Quello che manca alle pennellate è esattamente quello che tu puoi immaginare completando il quadro che diventa un po’ anche tuo.
Ciao a presto
24/08/2016 at 14:27
Spero di non fare la fine di Van Gogh… non è tanto per l’orecchio, quanto per la fama postuma 🙂 😀
Ti ringrazio del complimento, fatto da un autore che descrive dei fantastici paesaggi fantascientifici vale doppio.
24/08/2016 at 09:41
Solo e incolume… Walt si è lasciato suggestionare dalla leggenda?
Sto lavorando ad un romanzo e avevo in mente di iniziarlo con un requiem… posso rubarti la descrizione iniziale? Sarebbe perfetta 😉
Scherzi a parte, “La lampada da campeggio ai loro piedi generava una caravaggesca illuminazione low-key, trasformando Mary in uno stupefacente chiaroscuro”, questa sì che te la ruberei e senza neanche chiederti il permesso 😀
Magistrale, as always.
24/08/2016 at 14:15
Adoro quella frase perché è un’istantanea scattata con il filtro “Walt”
Tu puoi rubare quello che vuoi, ma sei sicura di voler rovinare un capolavoro? 🙂
P.s.
Non ti avrò contagiato con la mia anglofonia 😉
24/08/2016 at 08:06
Non credo molto all’autolesionismo (scusa Napo): ho verificato che mordersi una spalla non è molto facile 🙂
No, non lo trova da solo, credo a Susan, ha ottenuto un corpo fisico. Quindi si affrontano, magari lui e un coyote posseduto.
Se ci facciamo troppi problemi di ‘spiegoni’, che poi non lo sono, la finiamo a raccontare la Storia di vacca vittoria, e scusa se questa mia citazione ti pare troppo sofisticata. Episodio bello, direi adeguato agli alti standard a cui ci hai abituato.
L’unica punto in cui ho un po’ balbettato è la frase delle panche di legno, forse l’avrei spezzata. Dettagli
Ciao a presto
24/08/2016 at 14:05
Ciao Moneta, apprezzo le critiche/suggerimenti, anche sui dettagli… sai che non mi offendo… e puoi continuare a darmi del tu 😉 (scusa ma ho appena letto uno scambio di battute tra te e un’ altra utente… e non ho resistito 🙂 )
24/08/2016 at 14:14
Oddio!
Ti prego non ricordarmelo.
O meglio:
Ti, prego non: ricordarmelo,
24/08/2016 at 14:18
A me ha fatto ridere l’astio che serpeggiava nella replica mascherato da educazione di circostanza… 🙂 e il tuo non era nemmeno un commento cattivo!
22/08/2016 at 13:45
Giuro che avevo già letto e commentato questo episodio, ma siccome più di uno di voi ha avuto la pessima idea di pubblicare a cavallo di Ferragosto quando il mio wi-fi ha fatto le bizze (ebbene sì, vivo in una città turistica), non trovo più niente… Ero passato di nuovo qui per capire come mai non avevi replicato.
Lo spiegone non è poi tanto spiegone. Per me Susan rimane un’allucinazione di Walt, quindi Mary lo trova da solo dopo un atto di autolesionismo.
Tutto il resto che avevo scritto, prima che altri commentassero, lo hanno già detto Alessandra e Befana Profana. E siccome in passato ho osato dire a Befana Profana che ripeteva i concetti altrui, mi guardo bene dal cadere in questa trappola.
22/08/2016 at 16:08
Non c’è bisogno di giurare Napo… mi fido 😉
Nel caso vincesse ferito, l’opzione autolesionista sarebbe la migliore, ma dovrei invetarmi qualcosa… Walt non ha armi nelle vicinanze…
21/08/2016 at 10:34
Mary trova Walt da solo e ferito. Se sia stata “realmente” Susan o si sia ferito da solo, decidi tu, naturalmente.
Davvero ben fatto questo episodio. “ho capito come funziona, non il bagno” e il picchetto d’onore costituito dalle figure delle vetrate sono le mie frasi preferite (devo essere stata contaminata dalla malattia di mio figlio che ti chiede “qual è il tuo preferito de” per qualsiasi cosa, dal piede con cui uscire dal letto al colore delle tende allo scivolo acquatico.. XD)
Ma per risuscitare Susan non gli servirebbe il di lei corpo al Windigo? Io dico che è ancora un’allucinazione di Walt che si sente in colpa perché flirta con Mary.
Ciao
21/08/2016 at 19:32
Piace anche a me il picchetto d’onore… quasi fosse il matrimonio di Walt e Mary, e sono contento di non essere l’unico ad apprezzare l’ironia di Sue 😉
Ottima osservazione quella del corpo, una soluzione l’hai suggerita tu (si ferisce da solo), per l’altra sto discutendo con il Windigo 😀
20/08/2016 at 19:13
Walt e Susan si affrontano! E viste le altre opzioni, direi che il confronto può svolgersi su un piano puramente onirico/spirituale per dare pathos. Davvero una bel capitolo, mi incuriosisce la figura del Wendigo 😉
21/08/2016 at 19:29
Un Wendigo particolare 😉
Ho piegato un po’ la leggenda ai bisogni della storia, spero non me ne vorrano i nativi…
20/08/2016 at 05:01
Mary entra e trova Walt da solo e incolume.
E senza spalla maciullata e senza Susan. Lavati di nuovo la faccia e torna da Mary…amico 😉
21/08/2016 at 19:24
Ottimo consiglio… per Walt, non so per Mary 😉
19/08/2016 at 20:27
Trova Walt incolume, era già ferita lei all’inizio, non replichiamo gli eventi.
Questo bellissimo episodio mi ha stranito. Ricordi quando ti scrissi che ti avrei fatto leggere una cosa sulla Redenzione che avevo scritto io…? Ecco… qui davvero ci sono gli spiriti… oppure io e te siamo collegati.
Baci
21/08/2016 at 19:23
Certo che mi ricordo… e non credo agli spiriti… 😉
19/08/2016 at 08:54
“Chiuse gli occhi, concentrandosi sul ronzio familiare delle lampade”, questa frase mi ha spinta ha scegliere “riflessioni”. Secondo la leggenda, il Wendigo dona il potere di far tornare in vita i morti… magari potrebbe tornare utile a Walt, che non dovrebbe più suicidarsi per mettere a tacere il suo senso di colpa 😉
Un capitolo profondamente noir, mi è piaciuto. Bravo.
19/08/2016 at 10:09
Qualcuno ha studiato 😉
Il prossimo capitolo è centrato su quello, ma che te lo dico a fare… hai già capito tutto! 🙂 (ho preferito Windigo per non confonderlo con quello della Marvel)
Grazie Anna!
19/08/2016 at 11:01
Ops… ho spoilerato????
*a scegliere, me ne sono accorta dopo aver letto il tuo commento di risposta e solo un gentleman come te non fa notare l’errore 😉
Grazie.
18/08/2016 at 19:00
Ossessioni,
Mi piace quando il quadro si complica, quando l’indeterminatezza regna sovrana. Walt non capisce più nulla, ma se non altro ha per il momento accantonato i propositi suicidi. Si sta trovando qualcosa da fare. Dalle mie parti si dice: chi non ha nulla da fare gratta il cu… Beh, le chiappe al cane. Insomma, pensieri inutili e dannosi possono essere spazzati via da un po’ di azione. E vai di redenzione!
Ciao a presto
19/08/2016 at 10:01
La confusione aumenterà per il povero Walt… Grazie del commento!
“Insomma, pensieri inutili e dannosi possono essere spazzati via da un po’ di azione.” Per questo c’è carenza di psicologi freudiani in Sud Sudan…
18/08/2016 at 11:14
Voto entrambi. Perché mi immagino una fusione tra le ossessioni di Walt e le riflessioni di Mary. 🙂
19/08/2016 at 10:00
È l’idea del sesto capitolo, almeno spero che sia così 😉 Grazie!
17/08/2016 at 15:57
Complichiamo: Entrambi.
Ciao Gabriele,
A un certo punto mi sono ritrovata ad aver paura di continuare a leggere, pensando che il capitolo prendesse una piega splatter. In genere non sono schifiltosa, evidentemente mi hai trascinato dentro il racconto… pure troppo.
Poi comunque il sapiente taglio ci ha portato in acque relativamente più tranquille, anche se misteriose.
Complimenti,
Ciao ciao
19/08/2016 at 09:57
Qualche scena splatter c’è già stata… e ci sarà 😉 Un capolavoro horror per me è “the toxic avenger” quindi…
Grazie dei complimenti, Moneta!
14/08/2016 at 10:16
Il capitolo mi è piaciuto davvero moltissimo, e non solo per merito di Chet Baker!
Forse ho pure più dubbi di prima su chi siano le allucinazioni/visioni/spiriti e chi i personaggi reali, ma la cosa non mi disturba affatto. Voto per le riflessioni, ma ero molto indecisa, anche un altro po’ do ossessioni non ci starebbero male.
Bravissimo Gabriele, davvero. Il giorno che pubblichi un libro lo compro subito, giuro.
Ciao
16/08/2016 at 14:57
Non so se sono più felice del commento in sé o che a farlo sia un’autrice più brava e che apprezzo! 😉
Dirti grazie è riduttivo, Marie… but it’s the only thing i have… so… grazie!
13/08/2016 at 20:16
Forse è tempo di riflettere, e sedendosi Walt lo confermerebbe. Ciao e al prossimo 😉
16/08/2016 at 14:38
Ciao Danio, no ci avevo pensato ma in effetti il gesto di Walt è uno che ha bisogno di riflettere… o almeno di un oki 🙂
Grazie del commento
13/08/2016 at 18:18
Io dico entrambi…
bellissima canzone, bellissimo il testo di questa canzone. Bellissimo l’episodio. Mi sei davvero piaciuto. Continua su questa linea 😉
16/08/2016 at 14:36
Bellissimo il pezzo di Chet con la tromba tra le due strofe… io ci provo… it’s a thin line… grazie Ale!
13/08/2016 at 11:19
Riflessioni. Serviranno a noi lettori e a te a dipanare una matassa che sta diventando troppo intricata. Arrivato a metà percorso è tempo per qualche chiarimento.
16/08/2016 at 14:29
Ci saranno sicuramente delle riflessioni, (nettamente in vantaggio) spero davvero di chiarire la faccenda.
Grazie!
08/08/2016 at 14:21
Letto tutto e ho votato per Walt e Hurt che affrontano Doc … ma quando quest’ultimo sarebbe entrato nel centro medico.
Devo dire che ho fatto un po’ fatica e seguirti. Fino ad ora ho capito che ci sono due storie. Una è quella di Walt e Susan, dove lei è un’allucinazione del primo. Poi c’è Walt, Mary e una città Redemption che sembra uno scenario post-apocalittico con tanto di mostri (vedi il gigante con i coyote e poi Doc che sembra essere diventato uno zombie). Ma adesso il tutto mi porta a chiedere come combinerai queste due trame. Se ho frainteso qualcosa chiedo scusa.
12/08/2016 at 22:17
Ciao Danica e grazie del commento, sono io a dovermi scusare, se il racconto è confuso la colpa è sempre di chi scrive 😉
Più o meno la storia è quella che hai descritto, c’è un punto di convergenza, spero di spiegarlo già nel prossimo capitolo.
07/08/2016 at 18:56
Hurt affronta Doc.
Ma stesse diventando una storia di zombie?
Simpatico il gioco di parole del titolo, del capitolo che vuoi che ti dica? Sei sempre tu, per fortuna.
Ciao ciao
12/08/2016 at 21:59
Storia di zombie no… ho smesso di vedere anche the walking dead 🙂
“Sei sempre tu”… ci vogliono dei punti fermi in questo pazzo mondo! 😀 🙂
Grazie Moneta
07/08/2016 at 12:39
Doc crolla a terra, così, perché credo allo sceriffo, e se il morto lo ha ucciso preferisco che rimanga tale.
Affascinante come al solito,
Ciao a presto
12/08/2016 at 21:54
Ciao Jaw e grazie come al solito 😉
06/08/2016 at 10:54
Mandiamo Walt da Mary….
mi è piaciuto questo episodio e stavolta mi sa che ho pure capito… 😉 , voglio sperare che a Redemption l’anima di un avo, magari l’indiano, sia in grado di prendere possesso di un coyote così come di un topo e via dicendo, perchè questo mi spiegherebbe come mai siamo stati nel pov di quegli animali. In tal caso l’idea è affascinante. Spiriti in una cittafina dimenticata da Dio per trovare redenzione… ; ma se invece non ho capito niente, ti prego perdonami. Fa caldo… sarà il caldo 😉
12/08/2016 at 21:52
Grazie Alessandra, e no, non è il caldo, è l’autore che fa casino 😉 ma hai capito (quasi) tutto.
05/08/2016 at 11:43
Want e Hurt affrontano Doc.
L’horror è arrivato, l’atmosfera è sempre più da fumetto, anzi no ora si dice romanzo grafico!
Mi è piaciuta davvero molto la scena con Grande Capo.. Doug in cella.
Vedo che qua tutti parlano di Dylan Dog, (ma allora dov’è Groucho?), ma a me sembra che Walt ricordi più il Dwight di Sin City, in una città che miscela le scenografie di Dylan Dog e quelle di Tex Willer, in una storia che sembra ispirata ai classicissimi di Stephen King. No, scherzo, lo stile è tutto tuo e mi piace molto.
Ma vorrei capire la sequenza temporale tra la trasmissione tv del primo paragrafo e gli eventi di Walt.
Ciao
05/08/2016 at 17:17
Walt dice di Kevin, “era andato a chiamare il dottore poche ore prima”, cioè quando lui è arrivato con Mary, ed era quasi tramontato il sole. Poco dopo c’è l’inizio della trasmissione e infine il salto temporale di notte con Walt in cella… mi chiederai e “io come facevo a saperlo?”… ottima domanda! 😉
Mi piace mescolare, non shakerare :), tanti idee differenti.. un collage di scene splatter e riflessioni scontate su Dio e la vita, con qualche citazione qua e là.
Grazie mille Marie!
P.S.
Walt condividerebbe la massima di Groucho: «Io non vorrei mai appartenere a nessun club che contasse tra i suoi membri uno come me»
05/08/2016 at 09:35
Walt da Mary… è la figlia della bimba rapita e poi salvata?
La storia per certi aspetti mi ricorda Kill Bill (la bimba che assiste al massacro dei genitori, ecc.); la scena di Kevin che si regge le viscere con le mani è molto cinematografica, per non parlare di quella in prigione con il nativo. Mi chiedo, se il nativo è uno spirito, perché non era nella cella con Walt? Forse per marcare il sospetto di una allucinazione?
Bravo Quentin 😉
05/08/2016 at 17:02
“è la figlia della bimba rapita e poi salvata?” Potrebbe, l’idea è che la storia si svolga in questo secolo… però non ho dato molti elementi storici, Walt non ha nemmeno controllato il cellulare… 😉
“Mi chiedo, se il nativo è uno spirito, perché non era nella cella con Walt? Forse per marcare il sospetto di una allucinazione?”
Susan direbbe che in due stavano già stretti 🙂 Mi piaceva l’ambiguità spirito-allucinazione… strano che Mary sia ancora con l’uniforme 😉
Grazie per il supporto Anna!
05/08/2016 at 04:45
Hurt affronta Doc e manda Walt da Mary.
Quel che si dice “prendere tempo” 😉
05/08/2016 at 16:53
È ora che Mary torni in scena… forse conosce meglio la storia 🙂
Grazie di essere passato Danio.
04/08/2016 at 23:27
Infodump intendevi? Se è così, non mi pare che ci sia poi tutto questo infodump…
anzi ci sono tante info che ancora mancano (e forse per ora è giusto così).
Doc crolla a terra… e vediamo cosa succede.
05/08/2016 at 16:51
Sì, quello 🙂 (il calembour nel titolo era voluto). Tutte quelle informazioni una di fila all’altra, tutte nei dialoghi… e ho dovuto aggiungere altre due comparse… mi è sembrato un po’ “dumb”
Grazie del commento Napo.
P.S.
Ho letto “A Parma…”, non ne hai bisogno, ma complimenti, davvero un bel racconto!
05/08/2016 at 20:34
Incredibile che tu sia andato a ripescare un mio vecchio racconto! Grazie 🙂
04/08/2016 at 20:46
Dietro ciascuna opzione c’è sempre una spiegazione, pertanto scelgo “sbarre” dietro le quali vedremo Walt… e Sue, naturalmente 😉
Due aspetti sono onnipresenti in questo racconto: la tua spudorata adorazione per la cultura americana e un’inquietante pratica dell’occulto. Anche se preferirei che i simboli di sale sul terreno avessero a che fare con Walt e sul rimpianto del suo passato, la sua costante indecisione che lo imprigiona in una sorta di stasi mentale, più che con i demoni ma si tratta di un horror…
“Il paraurti in metallo gli tranciò la testa facendola rotolare nella sabbia, lasciando una pollockiana macchia rossa… lo spremette come un tubetto di colore ad olio cremisi” bella metafora.
04/08/2016 at 21:20
Ciao Anna!
“Spudorata adorazione per la cultura americana”… beccato 🙂 sono un esterofilo, ma ero un autarchico 😉
Sì, il sale sarà legato più all’horror, ma legarlo anche a Walt sarebbe interessante… magari di striscio.
Penso che quella metafora sia la cosa migliore fino a qui, grazie!
01/08/2016 at 18:45
Spiegazioni
Gabriele, ti stimo!
Lo strano intreccio tra animali e un gigante misterioso ed esoterico, la descrizione dei luoghi e l’interazione tra personaggi. Il pdv di topo e coyote (sì, si capiva, o almeno, io l’ho capito e mi è piaciuto molto). Qualcuno nel racconto precedente ha visto atmosfere alla ‘Dylan Dog’. Figurati ora che il genere è horror, mi pare di scorrere le pagine del fumetto. Complimenti. Non te ne faccio troppi perché poi per i prossimi cap. sarei a corto di argomenti.
Ciao a presto.
02/08/2016 at 16:25
La stima è reciproca, Jaw!
Non so perché ma immaginavo il tuo voto 🙂 , ma hai già capito tutto, la parola “magica” è esoterico.
Da americanofilo per me Dylan batte la maggior parte dei fumetti, Marvel e DC, a mani basse, quindi grazie davvero!
A presto però te lo dico io… il bastione sta diventanto polveroso 😉
01/08/2016 at 18:39
Complimenti Gabriele, bel capitolo 🙂 Quella dei white trash è stata una vera chicca, rende davvero bene l’ambientazione desolante del racconto. Voto anche io per qualche spiegazione 😉
02/08/2016 at 16:07
Grazie Massimo, sono contento che tu abbia apprezzato la chicca. Tra l’altro esiste un centro medico del genere in un paesino vicino ad Austin, Nevada. 😉
02/08/2016 at 16:10
Un vero paese, ora mi scordo il nome… Rileggendo il messaggio sembrava parlassi di Redemption 🙂
31/07/2016 at 18:23
Massì, un po’ di spiegazioni non guastano. Mi hai lasciato quasi senza parole tranne una: bravo.
Ciao ciao
02/08/2016 at 15:59
Cosa fai, ti limiti a decorare? 😀 😉
Grazie mille Moneta!
31/07/2016 at 15:14
La tua scrittura contiene delle chicche di stile davvero notevoli. Noto solo che hai ancora qualche problema strutturale… soprattutto quando cambi scena e non la capiamo al volo. Succede perchè alla nuova scena che introduci manca l’incipit. Come all’inizio di una storia, anche all’inizio di una nuova scena si scrvono una o due righe d’incipit. Serve a ripondere subito a qualche domanda contestualizzante, tipo: dove, chi, quando… poi se contiene anche come e perchè, meglio….! 😉 ma in questo caso siamo improvvisamente catapultati nel punto di vista di un topo… e non sappiamo perchè mai sia necessario e a cosa ci serva…. soprattutto perchè muore due secondi dopo essere entrato in scena. Non sarà, allora, che il punto di vista giusto in cui entrare per vedere un topo morire doveva essere quello di Bill? che magari sarà ancora tra noi prossimamente…. 😉
Le spiegazioni postume sono bandite per te scrivi con criterio. Per cui facciamo sbarre…
31/07/2016 at 16:41
Nessun POV postumo, è Bill che muore. Pensavo che fosse chiaro, come fai giustamente notare, il punto di vista del topo che muore dopo due secondi è assurda. Non ho proprio pensato a un fraintendimento del genere. Adesso sarei curioso di sapere quanti abbiano pensato la stessa cosa.
31/07/2016 at 16:53
No, colpa mia. Mi era sfuggito il gigante che calpesta il sale e uccide Bill. Forse perchè non capisco chi diavolo sia BILL!
31/07/2016 at 16:55
Non si dovrebbe introdurre un personaggio per farlo morire subito. Non sappiamo nemmeno come si chiama lo sceriffo o il compare che corre a chiamare un medico, però sappiamo il nome di uno che muore immediatamente. Non è coerente.
31/07/2016 at 17:01
Lo sceriffo si chiama Hurt, lo dice lui quando si presenta a Walt. Il tizio grasso non viene chiamato dallo sceriffo per nome(perché c’era solo lui), se sto usando correttamente la terza persona limitata Walt non può sapere il nome del tizio grasso.
Sappiamo invece il nome di Bill perché il topo lo conosceva e il POV era il suo.
31/07/2016 at 17:09
Comunque è incredibile. ‘sta cosa mi capita solo con te. mi perdo sempre i nomi di battesimo dei personaggi… boh… devo indagare…
01/08/2016 at 18:42
Scusate se mi intrometto, anche io ho dovuto rileggere l’ultimo paragrafo un paio di volte per capire chi morisse effettivamente (il topo o l’anziano Bill). Credo comunque che la scena finale dia un bel senso di suspance, ben fatto 😉
30/07/2016 at 09:38
Come con i coyote, quello che ho preferito è il paragrafo finale sull’umano gigantesco.
ammetto che, e riconosco ampiamente i miei limiti: non ho capito tutto dell’accesso topografico a Redemption, ho dovuto cercare su wiki AT&T e Kyle Bush. Sì, la mia cultura americanofila lascia a desiderare.
I due sbirri mi sono sembrati molto caricaturali: probabilmente è voluto, quindi bravo, ci sei riuscito
Immaginavo che Walt avesse ucciso Susan incidentalmente: qui mi hai messo il dubbio che non sia così…uhm uhm, molto intrigante.
Mi è piaciuta la scena del Native fantomatico.
Sembra una seduta di psicanalisi: ti ho espresso le cose che mi son passate per il cervello leggendo, 🙂
Ho votato sbarre: mi son detta che con due sbirri di provincia ben calati nello stereotipo classico l’unico destino immediato di uno straniero dall’aspetto “losco” è la cella.
Ciao
30/07/2016 at 12:47
Freudiana o Junghiana? 🙂
Redemption è al centro di una dolina a fondo piatto, sul bordo di una miniera a cielo aperto… più o meno :D.
La battuta sulle antenne e sulla nascar guardata dai white trash le ho messe perché piacevano a me, però sapevo che erano un po’… “Criptiche” per usare il termine di Napo qui sotto.
Sbarre è quello che preferisco anch’io, ma chi ha detto che l’uomo grasso è un polizziotto? 😉
Grazie per la lettura attenta, con tanto di ricerca su wiki!
30/07/2016 at 12:52
Una zeta di troppo per lo sbirro:)
29/07/2016 at 20:21
Proiettili.
A questo punto dovrebbero saltar fuori!
30/07/2016 at 12:50
Salteranno e voleranno, e gli eventi precipiteranno. 🙂
29/07/2016 at 17:26
Proiettili. Ma perché? Un tentativo di fuga da Resemprion non avrebbe molto senso. Boh, non riesco a immaginare il perché. Criptico il finale del capitolo, anche troppo per i miei gusti. Sono contrario agli spiegoni descrittivi che non lasciano nulla all’immaginazione del lettore, ma sono ugualmente contrario al criptico che non dà modo al lettore di fare una minima congettura.
29/07/2016 at 19:40
Ma l’opzione spiegazioni era lì apposta 🙂 e non sarebbe stato uno “spiegone” cosa che non piace nemmeno a me.
La parte finale del topo da un indizio sul genere di minaccia(disegno con il sale), ma ammetto che forse è troppo criptico.
29/07/2016 at 17:04
Storia intricata, sembrerebbe. Vediamo come si snoda.. diciamo proiettili, non riesco proprio a figurarmeli!
29/07/2016 at 19:28
La storia non vorrebbe essere troppo intricata, mi sto accorgendo di aver detto un po’ poco, spero cominci a dipanarsi nel prossimo capitolo 😉
24/07/2016 at 19:19
Un personaggio, è un mio limite non riuscire a seguirne troppi per cui preferisco introdurne il meno possibile. Molto bella e intensa fin qui la storia. Mi pare ci siano note di sf post-apocalittico, ma forse è troppo presto per dirlo. Del resto: chiodi sull’asfalto, branchi di coyote che non danno tempo ai cadaveri di raffreddarsi… Non sembra esattamente una situazione di tutti i giorni…
Ti seguo.
Ciao ciao
24/07/2016 at 22:05
È un piacere averti come lettrice nuovamente, Moneta.
Il tentativo è di farne un horror, prendendomi una pausa dalla sf post (o era un’allusione al fatto che ricorda un po’ troppo gli altri racconti? 🙂 😀 ).
Grazie e alla prossima.
24/07/2016 at 18:15
Molto interessanti questi primi due capitoli, complimenti! Mi piace molto il tuo stile pulito e diretto, che rende la lettura piacevole e scorrevole. Mi chiedo anche io se Susan sia solamente frutto dell’immaginazione del protagonista o…no? 🙂
24/07/2016 at 21:52
Ciao Massimo, grazie per i complimenti e benvenuto.
Se Susan non fosse un’allucinazione dovrebbe avere una valigia molto capiente 🙂
23/07/2016 at 13:59
Susan non è reale, è solo il frutto della coscienza di Walt. Anche i coyote non sono degli animali e basta. Da qui nascerà l’horror.
Buona la scrittura, buono per ora l’equilibrio tra ciò che dici e ciò che lasci all’immaginazione del lettore. Brutte le opzioni, in particolare del secondo episodio: che significa “un personaggio”, “due personaggi” senza sapere che personaggi sono?
Ti seguo.
23/07/2016 at 17:14
Grazie Napo e benvenuto.
“Susan non è reale” per fortuna questo non è il Sesto Senso o The Fight Club 🙂 credo siano stati i frequenti cambi d’abito a tradirla.
Mi impegnerò con le prossime scelte, anche perché non sei stato l’unico a farmelo notare.
23/07/2016 at 18:22
E no, caro G., Susan non può essere reale: è sul sedile del passeggero in un abitino nero, dopo poco è sul sedile posteriore in shorts e maglietta (e l’auto di Walt non si è mai fermata), poi sdraiata sul cofano in bikini… Senti, ti conviene che la ragazzina sia solo frutto della coscienza di Walt. Credimi.
Non ti ho detto che non ho votato perché non avrei saputo cosa votare, ma a questo punto voto e ti suggerisco un nativo americano del Nevada: un Mamo. I Mamo sono dei leader spirituali che si occupano anche di medicina. Mi pare che ne abbiano bisogno sia la donna ferita, sia Walt.
23/07/2016 at 19:35
Quello che intendevo era appunto che avevo esagerato volutamente con Susan, non mi interessava tanto la questione “è reale o no”, mi piaceva giocare con l’ambiguità. Però Walt è un narratore inaffidabile… quindi… mai dire mai 🙂
Mi piace molto l’idea dei Mamo, anche perché non avevo pensato ai nativi… il bello di TI.
22/07/2016 at 12:02
Giudizio puramente personale (de gustibus non disputandum est, come si dice):
questo capitolo mi piace a metà.
La scena del trasporto della donna in auto, i coyote, la fuga mi piacciono moltissimo; il finale inquietantissimo dei coyote col gigante umano ipnotizzatore, fantastico.
La prima parte mi lascia un po’ così: niente di personale, anche leggendo autori celebri rispettati ricchi e con lunghe carriere alle spalle mi capita in certe pagine di pensare “ha voluto buttarci li in mezza paginetta tutta la biografia del protagonista e fa un po’ didascalia appiccicata lì”.
Questo per confermarti che sono una noiosa brontolona che trova sempre qualcosa da ridire 😉
Per l’opzione ho scelto suggerite voi. E ho scelto il sindaco di Redemption. Che va incontro ai nuovi arrivati. Non so, mi è venuto così.
Ciao
22/07/2016 at 17:32
Non sei una noiosa brontolona, anzi. Hai centrato il problema del capitolo, per me almeno. Non volevo usare un flashback, ma non sapevo come introdurre informazioni e usare i dialoghi mi convinceva ancora meno. Alla fine ho lasciato quella parte aggiungendo il “branco” di amiche e le loro risatine, che insieme a “ringhiò Susan” doveva anticipare i coyote.
Il punto di vista del capobranco sul finale piace molto anche a me, e ho risolto il problema della striscia chiodata rimasta sulla strada senza svelare troppo 😉
Non ho mai pensato ad un Sindaco, mi immagino una Town il cui municipio è quello della contea, ma perché no? il genere lascia ampie scelte.
Grazie mille per i complimenti Marie.
21/07/2016 at 23:12
Beh… Gabri… le opzioni sono assurde, ne convieni? ahahahahah comunque due personaggi, và…
Episodio tra il bellissimo e l’inquietante, soprattutto per l’animale tranciato. Però scrittura convincente come mai finora, stai diventando bravo davvero eh… chissà… sarà qualche cosa che hai letto di recente ad aver svegliato lo scrittore che c’è in te? 🙂
22/07/2016 at 17:19
Qualcosa o qualcuno? 😉
“scrittura convincente come mai finora”, sono contento, è forse il primo capitolo che convince fino in fondo anche me.
Grazie Ale!
P.s.
Per le scelte… abbi pazienza :D… una cosa alla volta 🙂
21/07/2016 at 20:03
Una coppia, magari stramba. Magari un duetto di parenti con qualche problema psichico. Tipo.
22/07/2016 at 17:06
Bella idea, ho già qualcosa in mente, anche se non vincerà l’opzione “proponi” qualcuno con un problema psichico ci sarà di sicuro 🙂
21/07/2016 at 15:54
Due è sempre meglio di uno.
A Redemption, allora 😉
22/07/2016 at 17:01
Meglio abbondare 🙂
Ci si vede a Redemption, non ti puoi sbagliare non sono molte le strade che portano lì 😉
17/07/2016 at 14:34
Sai perché voto morta? Perché mi piacerebbe vedere come affronteresti il problema: un flashback, un nuovo protagonista. Uno dei tuoi, a tutto tondo, tormentati e veri.
Ciao a presto
19/07/2016 at 17:17
Ciao Jaw, mi dispiace deluderti ma l’opzione morta prevedeva di saltare direttamente al decimo capitolo con il suicidio di Walt, nessuna Redemption per lui.
Prevedo qualche personaggio bizzarro oltre che tormentato in questo racconto. 🙂
Grazie di essere passato.
17/07/2016 at 07:09
No…no è viva…e Walt… 😉
Ottimo inizio…seguo.
19/07/2016 at 17:11
È viva e Walt… le spara. Ecco questo sarebbe un colpo di scena! 🙂
Grazie Danio e alla prossima.
14/07/2016 at 21:00
La trama mi piace un sacco , voglio che la donna sia ancora viva 🙂 dobbiamo scoprire un po’ di piu’ su tutti i personaggi 🙂 ti seguo a presto 🙂
15/07/2016 at 17:27
Ciao Luxuria, è sempre bello avere nuovi lettori!
Prometto che sapremo di più sui due, grazie e a presto.
14/07/2016 at 20:41
Ciao bel inizio di racconto!
però c’è qualcosa che non funziona nella motivazione del protagonista… perchè vuole suicidarsi? Anche se questa cosa, probabilmente, hai intenzione di spiegarla nella puntata successiva, rischi di disorientare il lettore.
Ci sono dei refusi qui:
“… il pick-up si era immenso sull’autostrada… ”
Poi non capisco questa frase:
“L’uomo al volante aveva un frammento di vetro triangolare conficcato nella gola, dal quale il sangue colava a filo alimentando la pozza sul tetto dell’abitacolo”:
come fa il sangue ad alimentare una pozza che sta sopra, sul tetto dell’abitacolo?
Uno strano fenomeno contrario alle leggi della fluidodinamica!
15/07/2016 at 17:24
Ciao Andrea e grazie per i consigli, e per aver beccato quel refuso.
La fluidodinamica è al sicuro… per adesso 🙂 il pick-up è sottosopra e il tipo è legato al sedile dalla cintura di sicurezza, per questo il sangue cade sul tetto, dovrebbe essere tutto a posto con i fluidi e la gravità… almeno credo.
Alla prossima!
14/07/2016 at 17:56
Inseriamo due nuovi personaggi. La ragazza ancora viva e il nuovo arrivato…L’incipit e la trama già mi piacciono molto, sono incollata allo schermo, popcorn e coca pronti 🙂 Una bella storia americana. Ci sto.
14/07/2016 at 20:21
That’s the mood! 😉
Felice di averti a bordo anche in questa avventura Serena, sarà sicuramente una storia americana… speriamo anche bella 🙂
14/07/2016 at 14:53
Gesù, Gabriele, morta e fine della storia????!!!! Ma sei appena all’inizio e già tenti questa mandria di provocatori che sarebbero capaci di farti chiudere i battenti solo per farsi una risata? ahahaha, non tentare mai i lettori/giocatori di The Incipit, non sempre stanno al gioco 😉
Ti dico due cose: ambientazione, location e atmosfera, odore, polvere, stridìo di ruote, tutto molto ben dato e poi tra i miei scenari preferiti. Quindi…
Ma la seconda cosa è una critica ai dialoghi. Non per come sono articolati, ma per il senso, il sottotesto. Capiamo da subito che c’è attrito tra i due, ma loro non si vedono, ( non li vediamo, non ce li dai) adesso non saprei dirti nemmeno come si chiamano ( lo hai detto? non l’ho notato), mi è rimasto dentro il deserto, i chiodi sulla strada che hanno sbaragliato la Toyota, mi è rimasto dentro il bikini e il fatto che lui vada in cerca di suicidio. Ah, sì, mi è rimasto dentro anche che la ragazza soccorsa sia una ventenne in fin di vita… ma lui chi è ? che rapporto ha con la sua passeggera che pare covare rancore nei suoi confronti?
Ora mi dirai che me lo dici al prossimo episodio ma io ti potrei rispondere ” anche no”. Dovevi dirmelo adesso.
Ti seguo. Tu sei bravo.
Viva.
14/07/2016 at 15:47
AHAHAHAHAH, ok… sì. Walt è la prima parola che hai scritto…. ahahahah
vabbè ma non mi è rimasto impresso!! ahahahaha
14/07/2016 at 20:15
Ale quando fai così mi spaventi… 😀 🙂 ma è bello avere di nuovo i tuoi feed-back. Le informazioni che volevi c’erano, le ho tolte perché pensavo di aver detto già abbastanza dei due. Il POV era di Walt, lui non aveva voglia di parlare, un dialogo con Susan mi sembrava artificioso(lei sa quello che è successo) e introdurlo in altro modo non mi convinceva. Per quanto riguarda l’aspetto dei due sarebbe interessante sapere quanti se lo sono immaginati bianco, nero, asiatico… o che colore dei capelli hanno dato a Susan… il resto te lo dico nel prossimo episodio 🙂
Grazie di esserci!
14/07/2016 at 11:59
Viva e arriva qualcuno… il senso di colpa potrebbe aver assunto l’aspetto di un’allucinazione in bikini, meglio chiedere rinforzi 😉
Bell’incipit, seguo.
14/07/2016 at 20:00
Benvenuto Writer e grazie anche a te.
Le allucinazioni migliori sono sempre quelle in bikini 😀 🙂
14/07/2016 at 11:56
L’uomo finito tormentato dai fantasmi delle proprie colpe, il deserto del Nevada, il Glock e la fantomatica Redemption Town: tutti gli ingredienti del più classico dei noir americani. Sicuro che ne farai un horror?
Ciò che preferisco: la carrozzeria cromata della Camaro che splende ai raggi del sole, lo “spettro” della ragazzina che appare in tutte le pose e i look che lo hanno sedotto, a risvegliargli l’insanabile senso di colpa.
Quello che mi preoccupa: sarà dura essere originale. Buon lavoro.
In ogni caso hai già tutta la mia fiducia di lettrice.
14/07/2016 at 19:57
Ci sarà l’horror…(risata da cattivo 🙂 )
Il racconto è nato proprio dagli elementi che hai detto di preferire, sono contento ti siano piaciuti! Ci sono un bel po’ di “topos”(si dice così?) classici per un’avventura horror,( il noir nella mia testa è più metropolitano), spero di darne un’interpretazione personale, sarebbe un bel traguardo.
Grazie per la fiducia Marezia.
14/07/2016 at 10:59
Apprezzo decisamente la vena dark del racconto, per ora hai fatto un bel lavoro, seguo.
14/07/2016 at 10:59
Apprezzo decisamente la vena dark del racconto, per ora hai fatto un bel lavoro, seguo.
14/07/2016 at 19:50
Benvenuto e grazie, Massimo Dolore (bel nick). Il lavoro si farà più sporco proseguendo.
14/07/2016 at 09:56
Viva… penso che al momento basti Susan a tormentare i suoi pensieri 😉
Bentornato, non mi aspettavo che ti cimentassi con l’horror ma sono sicura sull’esito positivo della storia.
A presto.
14/07/2016 at 19:45
Volevo un po’ di svago e New Pretoria non permetteva certe digressioni (ma conto di tornarci).
Grazie Anna, mi da fiducia sapere che almeno uno di noi due è sicuro dell’esito positivo 😉