Dove eravamo rimasti?
Il potere del pensiero
– Samu sembra svenuto, non lo so! Non risponde e non si muove!
Mario si rende conto di avere nuovamente gli occhi sbarrati e se ne accorge dal bruciore intenso che avverte. Sbatte più volte gli occhi per cacciare questa fastidiosa sensazione.
– Ehi, sei ancora lì? Ti prego, ci sei?
La ragazza ha cambiato completamente tono. Prima la sua voce era come un gatto appena sveglio che si stiracchiava infastidito, adesso assomiglia ad un coniglio tremolante che ha fiutato il suo assassino.
– Si, io… sono qua.
– Ho provato a scuoterlo un sacco di volte ma nulla! Senti, non è che puoi venire qua? Io non lo so, non so che fare, ti prego!
Mario non è abituato ad essere pregato, figuriamoci due volte. Che fare? Il primo impulso è attaccare il telefono e dimenticarsi di tutto. Certo, la ragazza potrebbe richiamare ma lui potrebbe anche non rispondere e finirla lì. Che pensiero da cagasotto. Oppure può salire sul motorino e raggiungere in poco tempo la casa di Samuel. Si, forse si può fare.
– Scusa, ma dove sei? Cioè, dove abita Samuel?
– Cazzo, non mi ricordo mai la via, figurati ora che non capisco nulla! Mi ricordo solo che il numero è il 32.
– Ma dove si trova più o meno questa casa?
– Non lo so! No, aspetta! Sta accanto ad un grosso supermercato, non mi ricordo il nome ma è aperto anche di notte, lo conosci?
– Forse ho capito, ma è quella strada che ha gli alberi in mezzo?
– Si, si! Bravo, esattamente quella, allora, vieni?
– Si ma senti, non sarebbe meglio chiamare il 118 in ogni caso?
– Il 118?? Non voglio chiamarli, quelli poi registrano la telefonata, insomma, non mi va!
Forse la ragazza ha qualcosa da nascondere. Il coraggioso proposito di Mario vacilla per un attimo. Se questo fosse una sorta di rito di passaggio? Forse, pensa, solo l’aver deciso di tatuarsi aveva già innescato un meccanismo a suo favore, forse, solo la vicinanza allo studio di tatuaggi l’aveva già reso più forte. Più duro. Figuriamoci quando l’avrebbe avuto disegnato sulla schiena. Questo pensiero provoca un leggero sorriso sul suo volto e gli regala nuovo vigore. Basta, andrà da Samu e poi vedrà.
– Ok, va bene, senti, allora vengo subito. Dovrei stare lì in una decina di minuti.
– Va bene, ti aspetto. Ah, senti, io sono Paola. Ti prego, sbrigati.
E siamo a tre preghiere. Mario è ancora più fermo nella sua decisione.
Chiude la telefonata e si precipita verso il motorino abbozzando un cenno rapido di saluto alla signora che, ancora, pulisce i vetri ormai splendenti nella speranza, forse, di cogliere qualche notizia interessante. Salta in sella e parte a manetta. Via Mantegna, la strada alberata, non è troppo distante e può tagliare da via Deledda. Adesso sembra decisamente più freddo. Mentre affronta il fastidioso vento invernale mille pensieri affollano la sua mente. E se Samuel fosse morto? E se fosse una trappola per prenderlo in ostaggio? Scarta subito l’idea, quale imbecille sceglierebbe lui come bersaglio considerando anche lo stipendio del padre? E se, peggio ancora, fosse un sofisticato scherzo del Cappelletti? In fin dei conti è un vero stronzo e più di una volta gli ha reso la vita impossibile. L’anno prima aveva organizzato un finto appuntamento con Laura, la ragazza che piaceva a Mario, per poi saltare improvvisamente fuori da un cespuglio vicino e riprenderlo con il telefonino commentando ciò che stava accadendo tra risate convulse, rivelando al mondo intero la figura estremamente patetica di Mario seduto, speranzoso, sulla panchina del parco degli innamorati. Mario era scappato come un lurido verme ed aveva finto una pestilenziale influenza intestinale di una settimana per evitare le risate e gli scherni collettivi nei corridoi dell’istituto. Questo ricordo gli fa bruciare le guance già arrossate dal vento tagliente. Decide che non gli importa niente. Se anche fosse, questa volta, non scapperà ed anzi, darà un pugno a quel bastardo. O almeno ci proverà. Adesso ha il pensiero del tatuaggio che lo rende potente.
Arriva, finalmente, al 32 di via Mantegna. Sembra che Samu abiti in una piccola villetta. Parcheggia il motorino davanti l’abitazione ed entra nel cancelletto scrostato. Appena si trova davanti al portone di legno scuro cerca un campanello. Per un attimo gli sembra tutto irreale però si fa coraggio e continua a cercare. Poi, con la coda dell’occhio, si accorge che il portone è solo accostato. Sicuramente Paola l’ha lasciato aperto per lui. Apre lentamente e dice con voce roca:
– Paola? Sono Mario, dove sei?
Nessuna risposta. Decide allora di avventurarsi nell’ingresso buio. Si vede solo una luce fioca arrivare da una stanza che sta in fondo al corridoio sulla sua sinistra.
– Sono, ehm, Mario, Paola! Sei di là?
Ancora niente. Prosegue, cauto, nel corridoio stringendo, d’istinto, il casco al fianco destro. Quando, finalmente, arriva davanti alla stanza tutto il suo corpo si irrigidisce di colpo. Di Paola nessuna traccia. Un violento rumore improvviso squarcia il silenzio della casa. E’ il casco di Mario che lui ha lasciato cadere per terra.
Adesso dobbiamo decidere davvero la strada che il racconto e Mario devono prendere. Cosa vede Mario nella stanza?
- Samuel cosciente (e vestito) in piedi accanto ad un lettino foderato di pelle con la macchinetta per i tatuaggi in mano (0%)
- La stanza è completamente vuota, appeso alla parete davanti a Mario solo un enorme quadro raffigurante una tigre del Bengala (14%)
- Samuel incosciente, nudo e legato al letto con delle corde ai polsi ed alle caviglie (86%)

25/09/2016 at 09:20
Beh, per lasciare cadere il casco come minimo lo deve trovare nudo e legato!
16/08/2016 at 12:45
Ho votato con la maggioranza: Samu legato.
L’episodio non è male, un filino poco realistico in alcuni dettagli, come ad esempio i dialoghi.
Per il resto hai alzato la tensione e ciò è buono.
15/08/2016 at 10:01
Buono anche il terzo. Bel crescendo di tensione, ben gestito senza snaturare il personaggio di Mario. Non ti attende un compito facile nel prossimo capitolo; l’imbranato non può trasformarsi di colpo in un tipo risoluto. Ho votato l’opzione preferita finora dalla maggioranza perché la nudità di Samu è un’ulteriore prova a handicap per uno come Mario. Sono curioso di vedere come la gestirai.
14/08/2016 at 19:14
Ciao, secondo me la stanza è vuota e c’è un quadro con una tigre del Bengala 🙂 ma questo non toglie che può succedere anche qualcosa a Samuel per “complicare” la storia 😉
14/08/2016 at 10:09
Samuel nudo incosciente e legato. Spiegherebbe perché Paola non voleva chiamare il 118 ed è scappata. Il capitolo mi è piaciuto davvero molto, forse più di tutti. nella seconda parte però avresti dovuto andare un po’ più spesso a capo, nonostante la frenesia di Mario.
Alla prossima
14/08/2016 at 08:45
Samuel incosciente, in ogni caso voglio che cominci un’avventura che farà crescere il povero Mario e se non trovasse nessuno la dovrebbe cominciare solo, non va bene.
Ciao valecaramelo!
Mi sono piaciuti questi tre capitoli, soprattutto il terzo. La storia è originale e ben scritta, più che altro, soprattutto nel primo capitolo, ho trovato la formattazione un po’ pesante (sarei andata a capo ogni tanto) e i periodi un po’ lunghi.
È anche interessante come la storia sembri accelerare con gli eventi: all’inizio la descrizione è lenta, si sofferma in particolari evitabili e ‘noiosi’, insiste nel caratterizzare negativamente il personaggio, facendoci provare disagio per lui. Poi, quando comincia ad accadere qualcosa, sciogli le briglie.
Mi hai incuriosita. Ti seguo.
Ciao ciao
13/08/2016 at 20:24
Samuel incosciente, nudo e legato al letto con delle corde ai polsi ed alle caviglie.
Darebbe un tocco noir e perverso al racconto che non guasta mai, pur senza sfociare nel volgare.
Ottimo capitolo, al prossimo 🙂
10/08/2016 at 19:37
Ciao, bel capitolo, forse più del primo. Ben descritta la reazione di mario quando rispondono al telefono e lui non se l’aspettava. Ho votato la più particolare a mio avviso, qualcuno è entrato in casa della ragazza 🙂
11/08/2016 at 17:06
Grazie, Giulia, per il tuo commento! Mi fa molto piacere che sia “venuta bene” la scena della telefonata 🙂
10/08/2016 at 19:03
Brava. Sei riuscita a portare avanti due capitoli con uno stile scorrevole e dinamico nonostante i pochi dialoghi, senza eccedere in descrizioni ma mostrando attraverso le sensazioni del protagonista. Hai studiato tecniche di scrittura? L’esperimento di descrivere le caratteristiche fisiche del protagonista per come egli stesso si vede nel riflesso del vetro è da scrittrice consumata.
Se Samu non risponde e non si muove, Mario come può reagire? È l’occasione (per te) per lavorare sul suo (probabile) disturbo schizoide. Se ne soffre, rimarrà elusivo e freddo scatenando la reazione violenta della ragazza. Potrebbe essere il primo momento di svolta del racconto.
11/08/2016 at 17:03
Grazie mille per i complimenti e per la tua analisi. Non ho mai studiato tecniche di scrittura, mi è venuto spontaneo descrivere il riflesso di Mario, mentre scrivevo l’ho immaginato farlo. Mi auguro di continuare ad interessare chi legge 🙂
10/08/2016 at 13:23
Un tatuaggio non è tutta nella vita ma è sicuramente per sempre.
Interessante la trama e come hai svolto il primo capitolo..
Per un momento mi sono rivisto coi miei 20 anni.. in una cameretta assieme ad altri ragazzi di leva…. indeciso su cosa farmi tatuare.. se un serpente o un pugnale, alla fine non mi fece tatuare niente o quasi.
E cmq a differenza di Mario non dovevo “rapprentarmi” in nessuno, penso che già all’epoca avevo le idee chiare di come girava il mondo….
E sicuramente non poteva esser un tatuaggio a risolevere magicamente i miei problemi e le mie ambizioni.
Detto questo, trovo il tuo incipit intressante e ben scritto.
Complimenti.
Seguo e Voto per la prima opzione,.
11/08/2016 at 15:03
Ciao Alex, grazie per il tuo commento, mi fa piacere aver risvegliato vecchi ricordi. In effetti Mario, a differenza tua, ha moltissime esitazioni e pochi punti fermi.
10/08/2016 at 10:52
Sinceramente non saprei, potrebbe essere successo di tutto, quindi votiamo per quella più rocambolesca, ovvero delle persone sono entrate in casa della ragazza, anche se forse Samu è li nei dintorni visto che lo stava andando a chiamare…
10/08/2016 at 12:01
Si, in questo momento della storia ci sono tante vie aperte e tutte papabili. Nel prossimo episodio ci sarà da fare una scelta più forte per la trama. Grazie!
09/08/2016 at 21:35
È svenuto. E adesso Mario che fa, gli va in casa a rianimarlo? Lo obbliga a tatuarlo comunque? Bel 2 episodio.
09/08/2016 at 23:06
Sarebbe un bel “colpo di testa” per Mario prendere un’iniziativa così forte. Vedremo 🙂
Grazie per il commento!
08/08/2016 at 20:35
Ciao,ho votato per Samu che la manda a cagare. Sono curioso di vedere come si sitemano due tipi così. Anche perchè credo che da come lo hai descritto Mario sia un tipo già segnato. Non si può affidare ad un tatuaggio di darti tutto quello che non hai avuto nella vita, e da come hai scritto abbiamo un ragazzo quasi incapace di socializzare.
A presto
08/08/2016 at 20:52
Complimenti per la scelta! Capisco bene ciò che vuoi dire, sicuramente Mario è segnato nel profondo da anni di scherni continui. Bisognerà vedere quanto questo periodo “buio” sia entrato in lui e l’abbia cambiato. Spero tu continui a seguire la storia per scoprirlo 🙂
08/08/2016 at 16:51
È svenuto. Molto buono questo secondo capitolo. Direi migliore del primo. Hai descritto e reso bene lo stato d’animo e le azioni di Mario. Mi auguro che ci sia da sguazzare nel torbido nel prossimo episodio.
08/08/2016 at 20:45
Grazie per il tuo commento! Mi fa molto piacere che ti sia piaciuto anche più del primo, in effetti dal secondo episodio si ha la sensazione di fare sul serio. Mi auguro di accontentarti nel terzo 🙂
08/08/2016 at 15:17
Episodio scorrevole, descritto bene le stato d’animo di Mario – gatto che si vede leone riflesso nel vetro.
Samu se è un tipo puntuale come affermato nel primo episodio, deve avere una ragione di forza maggiore per non aprire il negozio.
… Sembra svenuto..
Ciao
🙂
08/08/2016 at 16:08
Ciao Maria, mi piace molto la tua descrizione “gatto che si vede leone riflesso nel vetro”, sicuramente è così! Grazie per il tuo commento
08/08/2016 at 14:14
Samu è svenuto.
Mi sembra in simbiosi con le parole della ragazza.
Ciao e a presto.
08/08/2016 at 16:05
Ciao! Grazie per il tuo voto 🙂
08/08/2016 at 11:51
Leggendo la tua storia, molto interessante e particolareggiata, e visto che Mario è ostinato e preciso, non si arrenderà facilmente…il mistero e l’ignoto affascina sempre nelle storie…continua così…
08/08/2016 at 13:24
Grazie Teresa, spero di continuare sulla buona strada!
07/08/2016 at 15:54
Ciao,bell’inizio, chissà come gli nasce questa convinzione del tatuaggio che aiuta, non può essere solo un articolo. Magari film, o simili. Io non credo di aver voglia di farmene uno, anche perchè adesso se ne vedono molti, non sarebbe una cosa distintiva. Quelli piccoli possono essere carini, troppo grandi li apprezzo meno. Ma tornando alla storia ho votato per il telefono, con la decisione irrevocabile che ha preso non credo abbia voglia di aspettare un giorno, e se ha scelto quello di tatuatore sarà per qualche motivo logico.
Ti auguro una buona serata, e brava, vediamo come continui.
08/08/2016 at 13:24
Grazie per il tuo commento! Sicuramente si presuppone che, dopo lunghe giornate chiuso in casa a riflettere su come diventare “grande e grosso” abbia avuto una specie di epifania vedendo, per strada, un tipo abbastanza “duro” – almeno secondo Mario – ricoperto di tatuaggi. Al che si è tuffato sul web alla disperata ricerca di informazioni e di idee in merito. Dopo lungo peregrinare si è imbattuto nella recensione di un famoso evento legato ai tatuaggi di tale Mike Davis di Detroit. Quello scritto ha acceso in lui una lampadina, si è improvvisamente visualizzato un grande uomo tatuato, una sorta di visione del suo futuro. Ha scoperto, successivamente, che il tipo di Detroit teneva una sorta di editoriale su una rivista non molto conosciuta in Italia, “Tu sei forte!”. Non serve immaginare Mario precipitarsi in edicola ad acquistare il giornale che legge, poi, per la ventesima volta, sul letto poco prima di uscire per andare allo Studio Tattoo.
04/08/2016 at 12:47
Buono come inizio e ben scritto.
Bravo.
04/08/2016 at 19:34
Grazie mille! Sono femmina 🙂
04/08/2016 at 21:49
Scusa. Brava!
05/08/2016 at 08:58
Ma figurati, il nickname trae in inganno 🙂
04/08/2016 at 12:24
Mi piace come è scritto e la storia è molto interessante. Probabilmente vista l’urgenza sentita dal ragazzo la cosa più sensata per lui sarebbe di chiamare ma personalmente tornerei il giorno seguente quindi opterò per questa via. (Anche se personalmente non farei mai un tatuaggio, perché per me sono come gli elefanti, belli ma non ne vorrei mai uno mio)
04/08/2016 at 19:33
Il tuo commento vale doppio allora per via del tatuaggio, grazie 🙂
04/08/2016 at 09:58
L’incipit è decisamente coinvolgente e ben scritto, e questo ragazzino mingherlino che pensa di risolvere ogni complesso con un tatuaggio fa tenerezza e un po’ paura. mi piace molto.
Ma la scelta delle opzioni è scontata: telefona.
Ciao
04/08/2016 at 12:59
Grazie per il tuo commento ed anche per aver colto un filo di “altro” 🙂 Immaginavo un po’ che le scelte, alla fine, si indirizzassero per la prima opzione però ci ho provato, sono proprio alle prime armi 🙂
03/08/2016 at 21:52
Ciao, incipit originale, complimenti! Voto come la maggioranza perchè mi sembra la cosa più logica da fare.
04/08/2016 at 07:56
Grazie mille! In effetti sembra quasi un plebiscito 🙂
03/08/2016 at 20:21
Bell’inizio è bel modo di scrivere appassionante e scorrevole.
Ho votato il telefono, di certo questa è un’emergenza.
04/08/2016 at 07:55
Mi fa molto piacere di aver trasmesso una certa fluidità nel racconto, grazie per il tuo commento!
03/08/2016 at 19:01
Beh, vista la voglia e l’agitazione per questo tatuaggio, credo proprio che chiamerà il numero di emergenza.
Incipit interessante, seguo.
04/08/2016 at 07:54
Grazie!
03/08/2016 at 18:05
Ciao, bell’incipit e anche originale il tema 🙂 Ho votato perchè chiami il numero, a quanto pare per lui è davvero un’emergenza 🙂
03/08/2016 at 21:14
Grazie mille!
03/08/2016 at 17:08
Ciao Vale, chiama il cellulare riservato alle emergenze, perchè proprio è impaziente e non ci sta a perdere l’acconto tanto sudato! Incipit scorrevole e scritto molto bene. A ttendo il continuo curiosa. A presto.
04/08/2016 at 07:54
Grazie! In effetti speravo proprio di trasmettere impazienza, a breve il continuo 🙂
03/08/2016 at 16:43
Ciao e benvenuta.
Timido, convinto che “avere” significhi finalmente “essere”, Mario ha investito un’energia sovrumana decidendo di tatuarsi, e aspettare un altro giorno o perdere dei soldi “sudati” sarebbe massacrante…
Mario si fa coraggio e prova a chiamare il cell.
Vediamo dove ci vuoi portare.
🙂 🙂
03/08/2016 at 21:13
Grazie per fiducia 🙂