Dove eravamo rimasti?
Ragazzo mio
“Cosa c’è che non va con la tua casa, ragazzo?”
“C’era tutto distrutto… il lampadario, i capelli della zia… i macellatori.”
“Cosa sono i macell…”
“Non lo so, forse persone del paese.”
“Oh, il paese…”
Non mi crede, quest’uomo. Sembra amichevole, ma mi tratta come se fossi pazzo.
“Possiamo andare all’ospedale adesso”, gli dico.
“No, adesso guardiamo la casa”, risponde e poi rimane in silenzio.
Non ho molta scelta che guardare com’è ridotta la mia vecchia dimora. Ci mettiamo ad esplorare il piano terra.
Il divano è intatto, con il telecomando sul cuscino e la televisione spenta, come dovrebbe essere. La schiena mi brucia e le gambe fanno un male pazzesco, ma camminiamo. Mi sembra di sentire il profumo di Danny e della mamma e papà, di quando non erano ancora arrosto. Di quando erano casa mia.
Nella camera degli ospiti è tutto a posto, e la finestra è aperta.
“Ha visto?”
“C’è la finestra aperta. Lo vedo.”
“Andiamo di sopra?” mi domanda.
Io ho paura adesso, ma non ho più nulla da perdere.
“Cosa vuole vedere di sopra?”
“Se c’è qualcuno, qui.”
“Mi proteggerà?” gli chiedo.
“Forse sarai tu a farlo…”
Non capisco molto, ma ci dirigiamo verso il piano di sopra. Lui mi segue come un’ombra, facendo scricchiolare leggermente il pavimento sotto i suoi passi, sincronizzati con i miei.
“Come mai sei in casa da solo, ragazzo?”
“Non ero da solo! C’era Danny… e la zia!”
“E i tuoi?”
“Gliel’ho detto.”
“E ora dove sono tutti?”
all’inferno
“Erano dentro… la fabbrica.”
“E cosa ci facevano là dentro?”
“Il rito.”
“Ah… il rito… giusto.”
Mi cammina sempre alle spalle, guido io questa esplorazione, ma la sua presenza non mi conforta più… certo, è meglio che bruciare tra le fiamme e vedere i miei leccare prosciutti conditi con petrolio, ma ora sono solo. E qualcosa non mi torna.
“Dov’è camera tua?”
“Camera mia è laggiù.”
“Andiamo.”
“Non lo so…”
“Ho detto andiamo.”
Saliamo e la porta è chiusa. Non so perché… forse l’abbiamo fatto per non farci beccare dalla zia. Apro la porta, piano… Vedo i due letti. Guardo il letto di Danny e per mezzo secondo ho il magone. Mi passa subito.
Mi manca Danny, l’ho condannato a morte, forse. O forse lo hanno fatto i miei. Cosa sarà della mia vita senza di loro?
Nel mio letto c’è qualcosa.
“Cosa c’è su quel letto, ragazzo?”
“Non lo so!”
“Guardiamo.”
Sento un clic alle mie spalle ma non guardo. Mi dirigo verso il mio cuscino, dove qualcosa è appoggiato, nascosto dalla coperta.
Piano, con cautela la sposto e vedo cosa c’è sotto: una bottiglia, con una lettera.
“La leggiamo, ragazzo?”
“Ok.”
Ciao. Sono papà. Lo so che sei arrabbiato con noi e Danny ce lo dice che vorresti tanto abbracciarci, ma è difficile comunicare, con te che non ci parli mai. Noi abbiamo tentato di spiegarti che quel paese non è reale e che la fabbrica è solo un posto abbandonato, ma la tua creatività va oltre ogni aspettativa. E poi non ci hai mai creduto. Se solo… Sei un talento, piccolo mio, e vorrei poterti aiutare più di come faccio. Questa bottiglia sarà buona quando sarai grande, quando forse noi avremo fallito.
La mamma una sola cosa ti ha concesso, quello stupido rito che però non riusciamo a toglierti dalla testa. Per favore, provalo, ma poi cerca di liberarti da quell’ossessione. Gli uomini sono così: fragili e unici. L’amore li può unire, non serve che li si unisca nel corpo. Ma so che un giorno capirai, forse.
Qui, dalla zia, il tempo è bellissimo e ci dispiace doverti lasciare lì, da solo, ma sei diventato troppo pericoloso e nessuno si vuole prendere cura della tua situazione. Abbiamo provato a mandare un nostro amico a parlarti, ma non l’abbiamo mai visto tornare.
Noi ci proveremo, te lo prometto. Fosse l’ultima cosa che facciamo. Ma, per favore: liberati di quel rito.
Ti voglio bene, papà.
Rimango a guardare quelle parole confuso. Non capisco di cosa si tratti. Penso a papà e a quanto non mi ha mai capito e a quella stupida della mamma per avermi lasci… ma non importa, forse è bello solo sapere che Danny bruciava, bruciava, anche prima delle fiamme. Questo vino sarà il vino del peccato, quello che mi permetterà di completare il ri..
“Ragazzo.”
il rito che non sono riuscito a compl…
“Ragazzo!”
Respiro forte, quasi tutti i dolori se ne sono andati, ma sento il bruciore sulla pelle e il taglio nella gamba. Danny, brucia!
Sento due dita bussarmi sulla spalla.
Mi volto e vedo quel viso, quello del sindaco… ma non era bruc…
“Grazie ragazzo per aver fatto fuori quegli stronzi… ma adesso…”
“NO!”
“Adesso è ora di completare il rito.”
Vedo una lama luccicare nell’aria e poi non vedo più nulla.
04/01/2017 at 21:25
Ciao, ho letto solo ora il tuo finale.
Anch’io, come Moneta, ho diversi dubbi d’interpretazione. Mi viene da pensare all’ipotesi del pensiero delirante… del resto il protagonista ci ha raccontato un crescendo di dettagli che hanno trasformato la realtà, o la presunta realtà, in una visione onirica…. Gli oggetti e le persone si sono deformate davanti ai nostri occhi, fondendosi e sparendo per sempre.
Sì, se penso alla mente del protagonista come ad una mente malata tutto invece appare più chiaro, perché il delirio può giustificare l’incertezza e il dubbio.
Ad ogni modo sei riuscito a mantenere alta la tensione fino a qui…. quindi complimenti 🙂
Al prossimo racconto!
16/12/2016 at 07:41
Non mi è ancora tutto chiaro, ma immagino sia inevitabile quando si entra nella mente di una persona malata. Ci lasci il dubbio di cosa sia, nel mondo del padre, quel ‘rito’ che noi abbiamo visto realizzarsi in modo così cruento. Immagino alluda ad uno ‘sposalizio’ giocoso, tra bambini. Boh, forse non è importante. Così come non so bene come interpretare il finale. Ci ho pensato su e ho concluso che alluda solo al fatto che il ragazzo sprofonda nuovamente nella propria allucinazione. Non è detto che abbia ucciso nessuno. Così come non è detto che la sua allucinazione non abbia un fondo di verità. Però, vedi, il problema è che noi lettori dobbiamo avere un punto fermo, qualcosa che dobbiamo considerare ‘realtà’. Se è la lettera, possiamo immaginare che il ‘rito’ sia qualcosa di innocuo che i genitori gli concedono, in cui recitano, per farlo uscire dal delirio. Ok, la interpreto così, facendoti però notare che è un po’ contraddittorio perché i genitori dicono di essersi allontanati. In questa ottica, l’amico del padre che si trasforma nel ‘sindaco’ cattivo fa ripartire il delirio, in cui mi immagino le parti reali rovesciate e un’altra vittima.
Lo ammetto, sono confusa.
Anche perché mi pare altrettanto giustificato un delirio sostanzialmente innocuo, iln cui tutta la morte è solo immaginata.
Del resto, il finale ammicca ad un’interpretazione reale del delirio stesso…
Sì, sono decisamente confusa 🙂
Ciao ciao
16/12/2016 at 10:19
Ti voglio confessare una cosa… vorrei tantissimo andare avanti a scriverla per sapere di più anch’io 🙂
02/12/2016 at 15:09
Vanno all’ospedale… oops, esigua minoranza.
Capitolo che dice molto e fa intuire qualcosa. Forse.
Rimango molto curiosa del finale.
Ciao ciao
16/12/2016 at 00:41
Ok, ce l’ho fatta.
28/11/2016 at 19:30
Esplorano la casa!!!
16/12/2016 at 00:42
Ok, ci sono riuscito
26/11/2016 at 21:06
Si va verso il finale e tutto brucia, esplode, smette di esistere.
Mi ero persa un capitolo perché purtroppo alcune scadenze mi hanno tenuta impegnata altrove. Sai che non riesco a immaginare la conclusione di questa storia? Complimenti per aver mantenuto alta e costante la tensione 😉
Ci si vede per il gran finale, a presto!
16/12/2016 at 00:42
Sono finalmente giunto qui alla fine
23/11/2016 at 00:47
Un mondo infuocato.il protagonista cerca di non bruciarsi. Va verso casa ovviamente. Ciò che gli è rimasto. Se ti va passa da me, ho pubblicato un nuovo capitolo 🙂
26/11/2016 at 11:48
ho visto e votato. Io invece qui ho quasi finito. Ne manca solo uno 🙂
22/11/2016 at 21:34
Ho votato che va verso la figura, sono curiosissimo di scoprire chi sia!
26/11/2016 at 11:46
Adesso, forse, lo scopriamo 🙂
20/11/2016 at 18:29
Ho iniziato ora la lettura e lo sto davvero divorando!
Complimenti!
21/11/2016 at 14:53
Ne sono felicissimo. In questi giorni dovrei riuscire anche a finirlo. Ci sto mettendo un milione di anni ma sto scrivendo troppe cose insieme 🙂
21/11/2016 at 21:12
Ahah Bene! Ti capisco 😉
16/12/2016 at 00:43
sono finalmente riuscito a giungere al termine 🙂
15/11/2016 at 12:08
Verso la figura.
Persone strane, i morti e i vivi 😀
Ciao ciao, a presto, siamo vicini all’epilogo che non riesco a immaginarmi.
17/11/2016 at 20:13
in questi giorni porterò il tutto a una conclusione. Ho persino paura, adesso 🙂