Dove eravamo rimasti?
La minaccia
Ariadne odiava il dislocamento di quel dato dipartimento, si trattava di una stanza per lo più vuota se non per quell’enorme tavolo in mogano e quel divanetto pretenzioso in tessuto dorato e ricamato e per il resto erano tutte finestre sbarrate e glaciali muri dipinti di cobalto. Eppure odiava maggiormente il suo delegato militare, infatti solitamente non si rivolgeva direttamente a lui ma ai suoi sottomessi delle sottosezioni della forza militare che si occupavano degli armamenti e della ricerca. Il suo delegato, Marc, era un presuntuoso figlio di buona donna. Un soldato semplice durante la guerra, diventato generale dopo la morte della prima imperatrice.
Qualcuno si potrebbe chiedere il perché dell’esistenza di una forza militare in un impero unificato e dichiarato pacifico, ebbene, sin dalla morte di Ariadne I vi erano state le prime proteste contro l’ovvia scelta dell’imperatrice di incoronare sua figlia. La popolazione aveva dubitato della forza d’animo della giovane e si era creata un’intera fazione antimperialista, controllata, ma pur sempre pericolosa nel nuovo ordine mondiale. Perciò il compito della forza militare era quello di proteggere l’imperatrice e allo stesso tempo di impedire una rivoluzione. Marc era a capo di ogni operazione militare ed inoltre era considerato una presenza importante durante le riunioni fra le varie delegazioni dell’impero, la sua opinione era sempre tenuta in considerazione.
Ariadne, da parte sua, aveva ricevuto un intenso allenamento fisico dall’età di otto anni, le era stata affidata la sua personale armatura e la sua personale arma e da allora aveva imparato a destreggiarsi sul campo di battaglia. Effettivamente l’imperatrice era una delle combattenti più forti del impero, nonché anche una fra le donne più istruite nel campo strategico/militare. La sua cultura violenta le impediva di guardare al suo delegato come ad un uomo di reale importanza, da sé aveva sempre mantenuto salde le redini del suo dominio e l’aiuto di uno scaltro fante non le sarebbe servito a molto, secondo la sua opinione. Marc, inoltre, non mostrava molto rispetto nei confronti dell’imperatrice, spesso preferiva utilizzare un tono colloquiale con lei quasi fossero buoni amici.
“mi dica” annunciò Ariadne
Il delegato non si voltò neanche “cosa le dovrei dire?”
Era certamente ovvia la ragione per la quale l’Imperatrice stesse visitando le stanze ma il delegato doveva proprio chiederlo nell’incertezza. Ariadne si fece più chiara “il ciambellano mi ha parlato delle vostre preoccupazioni”
Il delegato scese i piedi al suolo e si alzò dalla poltrona, posò il soldatino sul tavolo su cui era stesa un’enorme mappa e si avvicinò alla sovrana e le baciò lentamente la mano per poi sorriderle sornione ed infine risponderle “si figuri sua altezza, gestirò la situazione senza che lei se ne debba preoccupare.”
Ariadne allontanò la mano per poi sfregarla contro il lato del suo vestito, lo riprese per il suo solito tono altezzoso “Marc, l’imperatrice ti sta chiedendo di spiegarle la situazione, quale credi sia una giusta risposta?”
Marc roteò gli occhi e circumnavigò il lungo tavolo per poi ingobbirsi sulle carte dispiegate su di esso, il suo tono si fece finalmente serio “il nostro problema sono gli Intollerati, mia sovrana”.
Ariadne sospirò, già stanca della conversazione, si sedé al posto precedentemente occupato dal delegato, poggiò i gomiti sulle ginocchia ed intrecciò le dita “credevo che il nostro problema fossero I Battaglioni”
Marc sorrise, probabilmente per prendersi gioco dell’imperatrice “si dimentichi I Battaglioni, un branco di ragazzini in cerca di attenzioni, ma sua altezza, diligente sovrana, legittima imperatrice …”
Ariadne lo sgridò immediatamente per la sua codardia “dimmi immediatamente cosa sta succedendo!”
Marc lasciò cadere il suo capo quasi contro il suo petto, nella penombra appariva quasi appassito, vinto, l’espressione sul suo volto diventò illeggibile e proferì soltanto “hanno invaso l’Italia e si stanno inoltrando in Germania”.
Ariadne rimase stizzita, colpita dalla notizia. Si chiedeva come gli Intolleranti avessero conquistato sufficiente potere da invadere un paese. Ariadne aveva un quasi segreto legame con quella terra, un legame che neanche il suo delegato conosceva e per il quale rimase semplicemente in silenzio. Marc gli donò le spalle e sommessamente le disse “cercherò di fare il possibile”.
Ariadne risoluta gli ordinò “voglio delle truppe sul campo, fornisci loro dei chip di rintracciamento, inoltre vorrei parlare con i servizi segreti dell’impero situati in Italia. Tutto questo voglio sia fatto entro stasera e non oltre. Siamo chiari?!”
Marc annuì e Ariadne incalzò “è chiaro generale?!”
Marc rispose infine “certamente”.
Ariadne abbandonò le stanze e si incamminò verso la sala del trono. I suoi impegni non sarebbero svaniti nella prospettiva di una rivolta. Il suo ciambellano la colse nel mezzo del corridoio. Ariadne cedé sulle sue ginocchia e si accovacciò al suolo.
Cosa approfondire?
- la storia del delegato (0%)
- il legame fra l'imperatrice e la terra invasa (100%)
- la storia degli Intollerati (0%)

08/10/2016 at 07:21
Legami dell’imperatrice.
Curiosa distopia fantasy.
Ciao… ciao chi?
La storia sembra originale, anche se la forma non è impeccabile, meriterebbe molta più cura.
Constato che theincipit permette di registrarsi usando come nick… cosa? Uno spazio? Diversi spazi? Caratteri speciali? E constato anche che, probabilmente per questa anomalia, la pagina mi indicava che ti sto seguivo come autore. La cosa, lo ammetto, mi ha indispettito un po’.
Ciao ciao
25/09/2016 at 12:52
Sono tutti e tre interessanti, ma voto il legame tra l’imperatrice e l’Italia 🙂
Ciao 🙂
PS: “scese i piedi” è dialettale 😉
26/09/2016 at 16:55
Si infatti è un’espressione dialettale che mi è scappata, :D. Comunque grazie per l’apprezzamento.
18/09/2016 at 14:32
Levati piccoli errori che ci stanno sempre la figura dell imperatrice continua ad intrigarmi!!! Soprattutto per il suo rapporto con il ciambellano.
26/09/2016 at 16:56
Oops, questi errori, cercherò di farmi perdonare. Comunque grazie ancora per l’interesse 🙂
17/09/2016 at 16:00
“scese i piedi”
AAAAAAARGGHHHH!!!!!!!!!! Mi sanguinano gli occhi, dopo aver letto quest’espressione!
“si sedé al posto” -> “si sedette al posto”
“Ariadne cedé sulle sue ginocchia” -> “Ariadne cedde sulle sue ginocchia”
“era un presuntuoso figlio di buona donna”
Questo passaggio mi è piaciuto, decisamente.
18/09/2016 at 10:01
“Scese i piedi” è stata una bella svista ahahah; i due verbi invece, che io sappia, hanno la doppia forma sedé/sedette e cedé/cedette. Per il resto grazie di aver letto e grazie dell’attenzione, qualcosa scappa sempre 🙂
15/09/2016 at 21:31
Ciao, sono curioso di scoprire come approfondirai questa utopia – ti suggerisco di dedicare un po’ di spazio a descrivere come è riuscita l’imperatrice nella pratica a fare rispettare le sue leggi – e da chi nasce il dissenso che sicuramente non manca nemmeno in questo paradiso.
Partiamo da una rivolta? ^_^
16/09/2016 at 15:28
Nessuna utopia è mai perfetta, quindi credo anch’io che sarà necessaria una rivolta.
14/09/2016 at 17:42
Molto bello come inizio. Nel corso del racconto mi piacerebbe chiarire la figura dell imperatrice che si muove tra malvagia tiranna a benevole dea. Sono curioso di leggere come si evolverà.
14/09/2016 at 17:56
Grazie! Comunque era proprio quello che avevo in mente.
14/09/2016 at 12:54
Carino, un punto di vista interessante.
Vediamo come pensi di proseguire 😉