Rosso di luna

Dove eravamo rimasti?

Cosa faranno ora? Interrogano la Sentinella lì nella caverna (67%)

Oro di grano

Erano riusciti a calmare Myra, che era stata presa da violenti spasmi. Le avevano tappato la bocca per evitare che la sentissero e dolcemente Jyl l’aveva accompagnata nel sonno con i suoi poteri. Aveva tre graffi sull’ala, profondi, ma non sanguinavano: erano come cicatrizzati dal fuoco.

La Sentinella li fissava socchiudendo gli occhi in una minaccia dal fondo della caverna e solo Kas aveva osato guardarla per tutto il tempo, stupendosi anche, perché era la creatura più simile ai Sauber che avesse mai visto in tutta la sua vita. Le ali però erano quelle dei pipistrelli, con tre artigli a coronarle, al momento macchiati di sangue. Invece di piume sul volto e sul corpo aveva squame nere dalle sfumature della notte e gli occhi erano quelli di un felino feroce in attesa di ucciderli, di un color ghiaccio così penetrante che non riusciva neanche a fissarli per più di un istante.

Quando Myra si fu addormentata, Len scattò in piedi, andò di fronte al prigioniero e gli tirò un pugno in pieno volto. Poche volte l’avevano visto così infuriato ed era sempre stato quando Myra era stata ferita da qualcuno. Quella notte però Len era così fuori di sé da non riuscire a far altro che colpire ancora e ancora, finché le nocche non gli si furono rovinate per le squame impenetrabili e sul prigioniero non c’era altro che un sorriso di scherno.

A quel punto Kas decise di fermarlo. Provò a chiedere qualcosa alla Sentinella, ma quella non faceva altro che rispondere con quelle grida agghiaccianti che da quasi quindici anni popolavano i suoi incubi.

– Credo sia il loro linguaggio – azzardò dopo un po’ Jyl, frustrata.

Myra avrebbe trovato una soluzione, come sempre, ma ora era completamente fuori gioco e quella ferita non poteva che preoccuparla. Non poteva guarirla, non aveva idea di come fosse possibile, ma c’era una specie di barriera che glielo impediva. Inoltre in quel momento stava sudando, come se fosse preda della febbre, anche se la loro razza non poteva ammalarsi.

Kas iniziò ad urlare alla Sentinella di parlargli normalmente, ma quello rispose con una sorta di grido derisorio, come se stesse ridendo di lui e della sua stupidità e Len reagì con una scarica di calci che almeno gli fecero assumere delle smorfie di dolore.

– Fermatevi! Non stiamo ottenendo nulla!

Len e Kas si voltarono per guardarla dapprima inferociti, poi le loro espressioni lentamente mutarono in sorpresa e, quando decise di seguire il loro sguardo, trovò Myra intenta ad alzarsi. I suoi occhi erano fissi in quelli della Sentinella, ma la cosa assurda era che erano diventati dorati.

– Sta dicendo che stiamo per morire.

Len le corse incontro per sorreggerla, con una maschera di preoccupazione invece di quella d’odio che aveva indossato fino a quel momento.

– Lo sento nella mia testa – accennò massaggiandosi le tempie. – Qualcosa sta per arrivare. Ma abbiamo ancora del tempo. – Scattò verso quello e iniziò a tempestarlo di domande: avete un re? Dov’è? Cos’è la sua corona? Chi l’ha rubata?

Nella sua mente si crearono delle immagini, sparpagliate, come pezzi di puzzle di ricordi che non volevano saperne di incastrarsi a dovere. Una Sentinella con un pezzo di ferro intorno alla testa, un trono vuoto, una montagna, delle piume di falco.

Scosse il capo. – No, no, così non capisco nulla.

E poi arrivò quel grido che sapeva sarebbe arrivato.

– Non ancora – mormorò sconfitta.

– Dobbiamo scappare – annunciò Len.

Kas prese per il braccio la Sentinella e la strattonò verso l’uscita. – Dobbiamo portarlo con noi.

Jyl sgranò incredula gli occhi. – E se si liberasse?

– Mi serve! – replicò Myra. Iniziò a dire che l’avrebbe portato lei, così fece per aprire le ali e una le rispose, mentre l’altra reagì con una scarica di dolore che la fece accartocciare su se stessa.

Len la prese in braccio, l’avvolse dentro delle coperte, fece cenno agli altri due di coprire le ali della Sentinella e scappò fuori, strisciando attaccato alle pareti di ghiaccio, mentre sopra di loro ombre nere attraversavano il cielo e grida inferocite riempivano l’aria. Tapparono la bocca alla Sentinella per evitare che chiamasse aiuto e quasi furono morsi con piccoli canini che sarebbero stati capaci di strappargli la mano.

Arrivò in un’altra grotta, più piccola ma meglio nascosta e lasciò Myra che non aveva fatto altro che borbottare sotto voce che non ci capiva nulla, che le serviva più tempo. Quando fu a terra, lei si rialzò senza attendere un istante, andò di fronte alla Sentinella e ripeté la sua sfilza di domande, una alla volta, attendendo qualcosa che solo lei poteva vedere

Len notò i tre graffi risplendere dorati insieme ai suoi occhi.

– È a casa – mormorò Myra.

La guardarono confusi, mentre lei si voltò raggiante. – L’ha rapito un Sauber, per questo ci attaccano: possono vedere i ricordi di chi marchiano.

– Ci hanno massacrati per qualcosa che potevano chiedere?! – insorse Kas.

Vide che alle Sentinelle non interessava nulla degli altri: volevano il loro re e l’avrebbero riottenuto a qualunque costo.

– Dobbiamo trovarlo noi.

Myra dà un ordine alla Sentinella, quale?

  • Torna a casa, fingi che non sia successo nulla e dimenticaci (0%)
    0
  • Vieni con noi e aiutaci a trovare il tuo re (100%)
    100
  • Torna a casa e dì a tutti di non cercare più (0%)
    0
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35 Commenti

  • Ciao Sixi!
    Sono rimasta colpita dallo stile veloce e deciso, che ben rappresenta di fatto Myra e la freddezza che sembra trasparire da lei, con contorno l’angoscia della fuga e la disperazione nel cercare una soluzione. Decisamente scritta bene la parte delle azioni e delle vicissitudini, che mi hanno messo nell’ottica giusta nei momenti giusti (l’ansia della scoperta dell’assenza di Priat, per poi ritrovare le tracce inequivocabili; la rabbia nel vedere un compagno che non collabora e sentirsi il peso delle scelte addosso da sola, l’angoscia e il terrore del momento in cui ha fatto da esca…)

    Ho molto apprezzato i dialoghi, per niente banali e molto ben integrati nella “struttura” del racconto, senza pesantezze in stile “lui disse – lei rispose”, che fra l’altro sono serviti molto per intravedere il carattere dei personaggi (Jyl un po’ più timorosa, Kas che non pensa troppo e prende le cose un po’ in disparte – bisogna ancora conoscerlo meglio, Len che si preoccupa ma che commette anche errori nel tentare di pensare per tutti dato il suo carattere in contrapposizione con quello di Myra, e poi lei, che è ingegnosa e cerca di prendere le cose con distacco, senza far trasparire emozioni, quando comunque è preoccupata ed impaurita come tutti, ma deve prendere delle decisioni che Kas e Jyl non potrebbero mai, e se necessario andando contro a Len).

    Bella anche la Lore che comincia a delinearsi, di questo mondo di foreste e lande fantastiche popolate da razze di creature volanti.
    Ma se dovessi trovare dei difetti, mi sbilancerei proprio su questa parte: io apprezzo moltissimo il voler dare descrizioni e informazioni “a singhiozzi”, lo trovo più realistico, più immersivo ma, soprattutto, meno noioso e meno pesante. Tuttavia a volte è quasi poco… Ad esempio si evince che il rapporto fra Len e Myra cela qualcosa di più, che dietro quei continui scontri non c’è solo un’ideologia diversa, però la cosa rimane nell’Etere. Non dico che debba essere descritta di colpo e completamente, ma qualche frase per “indirizzare” il lettore verso quello che è il loro background sarebbe più carino e aiuterebbe ad immergersi meglio nella storia. Stessa cosa può valere per la storia dei personaggi – iniziare a dare qualche riga in più dell’individuo, per capirlo meglio – e per la storia della terra. Ad esempio, quando Myra dice a Jyl che può usare la magia per proteggerla, io sono un po’ caduta dal pero, perché il resto della Lore non aveva fatto trasparire neanche per un secondo che quel mondo fosse anche magico, quindi sarebbe carino approfondire questa parte. Mi rendo conto che il format del sito non permette di dare tutto e subito, ma secondo me andando in questa direzione verrebbe fuori una storia senza se e senza ma. Il resto c’è già tutto Un’altra cosa è che a volte la focalizzazione su Myra si perde, passando magari al punto di vista di un altro personaggio (ad esempio quando lei sta facendo da esca e nelle righe successive si parla di Kas e Jyl che vedono Myra e poi la sentono urlare); secondo me non va mai persa la focalizzazione scelta perché altrimenti il lettore si confonde.

    E niente, cos’altro dire? Vocabolario per diversificato e per niente cacofonico, e dall’altro lato nemmeno banale o tempestato di termini comuni. Sintassi ben costruite e ricche sempre di similitudini, nulla da ridire nemmeno dal punta di vista grammaticale. Semplicemente “bello”, “bello da leggere”, letteralmente.
    Aggiungi presto il quarto episodio!
    Serenity

    • Ciao, wo! Grazie mille per la recensione! Allora per il rapporto di Myra e Len, sì, hai intuito giusto che c’è qualcosa ed era un mio obiettivo lasciarla lì nell’aria, giusto per non presentarli subito come la classica coppia dentro un racconto fantasy, almeno così mi sono potuta concentrare di più su Myra 😀
      Per la focalizzazione… mmm, è che mi piaceva di più l’idea di far “vedere” quello che succedeva, però ho capito un sacco quello che vuoi dire!
      Grazie un sacco! 🙂

  • Cercano tracce di Priat ma alla fine trovano il suo corpo… è l’opzione che intriga di più. Un buon incipit. Un mondo popolato da creature.alate e una storia che si prospetta piena di azione… Mi piace. Seguo volentieri. Solo un appunto: vai a capo più spesso, facilita la lettura. E cerca di fare un buon lavoro di worldbuilding anche perché mi sembra di capire che si tratti di una storia in movimento. Costruisci una mappa dei luoghi e fai delle schede delle razze che lo popolano. E anche scrivere una breve storia del tuo mondo dalle origini fino ai giorni in cui si svolge la vicenda aiuterebbe. In un mondo completamente inventato hai bisogno di riferimenti altrimenti rischi di perderti. Ciao

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