Dove eravamo rimasti?
espiazione
Ore 21.58
Odore del tempo.
La casa, non più cascina, mai diventata villa ne è satura.
Altri fantasmi adesso. Spettri in carne e ossa fra altri spettri. i veri abitanti di quel luogo in mezzo al nulla.
Sono rimasti in tre. Tre spettri soltanto.
Un quarto, quello con le scarpe buone Tom Ford se ne è appena andato.
Uno degli spettri indossa una divisa. Polizia di stato. Anfibi ai piedi, pantaloni e giacca azzurri. Cinturone bianco. Pistola nero antracite. Solo che la pistola non è più dove dovrebbe essere. Adesso è semplicemente appoggiata su un tavolinetto rotondo a tre gambe che un tempo serviva per le tazze del the.
Lo spettro in divisa è una donna. Capelli corti, zigomi sporgenti. labbra affilate. Corpo tonico. Alta, almeno un metro e settantacinque occhio e croce.
Dorme lo spettro in divisa. Afflosciata come un sacco inerte su una sedia imbottita di velluto logoro. Non un sonno naturale. Sonno farmaceutico. Propofol, latte buono per tutti coloro che non vogliono collaborare. O non vogliono capire.
Lei forse non avrebbe collaborato. Di sicuro avrebbe capito.
Lei era qui per questo. Doveva capire. Capire il male che ha fatto.
Comprendere e guadagnarsi la redenzione dai peccati.
Esiste davvero la redenzione?
Forse Dio, se qualche dio esiste può avere la risposta.
Sicuramente esiste l’espiazione.
Gli altri due spettri, l’uomo in Armani e la donna in tacchi bassi e tailleur sono in piedi.
Anche per loro le stesse domande. Anche per loro gli stessi dubbi.
– Giulio… – non lo ha mai chiamato per nome. Per lei è sempre stato il dottor Vanzetti.
China la testa l’uomo. Si arrende, resa totale e incondizionata alla realtà.
Ma la realtà adesso ha contorni netti e affilati. Come bisturi?
– Si Rita, ci sono. Aiutami, portiamola di là.
“Balla balla ballerino, tutta la notte al mattino, non pensare alla pistola che hai puntata contro, balla alla luce di mille sigarette e di una luna…che ti illumina a giorno”
Lucio Dalla . Marazzi ama Dalla. L’uomo dalle scarpe Tom Ford canta mentre guida nelle nebbie della provincia di Pavia. Canta ai suoi novantamila. E’ euforico.
Novantamila facili e puliti. Per pagare debiti, e alimentare di nuovo l’illusione di una tris a San Siro che non arriverà mai.
Solo che questa volta non sono puliti. Sono sporchi. Grondanti. Sangue?
Farebbe differenza saperlo? Non per l’uomo con le scarpe Tom Ford. Non per un uomo al limite come lui. Alla fine anche lui è soltanto un altro spettro in una commedia dell’incubo.
Quello che non sa, Marazzi, è che tra pochi istanti, dietro l’ennesima curva affogata in un sudario di nebbia come cemento liquido la ‘luna che ti illumina a giorno’ saranno i fanali di un quattro assi Scania da 25 tonnellate che… – merda! – frenata, asfalto viscido, impatto. Lamiere accartocciate come una lattina di birra. Dalla non canta più. E tanti saluti alla prossima tris.
Adesso i novantamila sono davvero grondanti sangue…
Ore 22.07
Stringhe di anfibi si sciolgono. Fibbia di cinturone si slaccia. Cerniera lampo di giacca si apre. Bottoni sbottonati. Pantaloni, calzettoni sotto gli anfibi, camicia, t-shirt sotto la camicia, reggiseno, perizoma.
La divisa, l’intera divisa, l’ultima barriera fra peccato e redenzione è caduta.
C’è luce, molta luce. Anche in assenza di finestre. Ma non farebbe differenza a quell’ora della sera, con quella nebbia lì fuori.
Teli di plastica adesso al posto delle lenzuola. Sul pavimento. Anche i fantasmi forse sono al passo con i tempi. Siamo nell’era della plastica giusto?
Sbagliato. Siamo nell’era del cuoio e del metallo.
Come i quattro bracciali che, uno alla volta si chiudono intorno a polsi e caviglie. Come i cavi collegati ai bracciali che lentamente si mettono in movimento, azionati da altrettante manovelle. Piccoli arganelli. Roba da edilizia sottocosto. Adatti fino a carichi da 150 chilogrammi. Più che sufficienti per un corpo umano da 50 chili.
Ore 22.37
Fastidio.
Solletico forse. Sì, è sicuramente solletico. Sotto le piante dei piedi.
Altro fastidio. No questo non è fastidio. E’ qualcosa di più. E’ dolore. Articolazioni, tendini, legamenti. Qualcuno, qualcosa? mi sta tirando gambe e braccia. Verso quattro direzioni opposte. Tira forte, troppo forte.
– Paola…svegliati Paola…
Sento il mio nome. Qualcuno che mi chiama. Non è più un sogno. Lo sento davvero. E adesso lo vedo anche. Li vedo.
L’uomo in Armani e la donna in tailleur. E’ lui che mi sta facendo il solletico sotto i piedi.
– Bentornata fra noi, troia – la voce della donna.
Metto a fuoco la situazione. Prima cosa, sono distesa, su qualcosa di duro…un tavolo, un grosso tavolo di marmo. Freddo. Seconda cosa, sento freddo perchè sono nuda. Completamente nuda. Terza cosa…sono legata. Mani e piedi. Da grossi bracciali di cuoio collegati a cavi di acciaio che stirano il mio corpo in direzioni opposte. Ecco perchè il dolore.
Posizione a X. A quattro di spade.
– Abbiamo aspettato che ti svegliassi. Vogliamo che tu sia bella lucida quando inizieremo il lavoro maledetta puttana. – di nuovo la donna.
tempo scaduto?
- tutta la notte (100%)
- due ore (0%)
- un ora (0%)

17/09/2016 at 11:20
Dai ci avevo preso!!!era stato il collega.Mi merito i complimenti?
17/09/2016 at 11:21
Perche tu si 🙂 mi e piaciuta tantissimo il racconto.
14/09/2016 at 20:00
Dai vediamo in una notte di sevizie come può vendicarsi l animo umano :).
13/09/2016 at 10:19
Credo che siamo giunti verso il finale ma….che strage hai in mente??? 😀
13/09/2016 at 13:02
Un bel lieto fine?
13/09/2016 at 13:04
Non ti ci vedo a scrivere un lietofino 🙂 chissà perche…
12/09/2016 at 12:45
Sappi che continuo a leggere in maniera forsennata. Tanto ai tuoi ritmi tra un po sapro tutto.
12/09/2016 at 13:09
Certo, il motore gira bene finché è caldo
11/09/2016 at 13:25
Ti prego dimmi che alla fine non è stato la poliziotta ma Savino. Saresti la mi idola :D.
11/09/2016 at 15:22
tutto però farebbe pensare al contrario…
10/09/2016 at 21:50
Ecco i e ora mi ritrovò a sperare vivamente che la segui…spero che non sia anche lui un corrotto :),
10/09/2016 at 22:35
Ah fray,fray…chi può dirlo…
09/09/2016 at 22:45
Spero lo voglia aiutare :).
08/09/2016 at 10:40
Continua a piacermi, forse avrei optato per un taglio più netto per la demarcazione dei narratori. Davvero complimenti per tutto.
07/09/2016 at 15:08
Ciao. Racconto insolito sotto molti punti di vista.
Il tempo presente è affascinante ma ha dei limiti oggettivi. Potrebbe favorire l’immedesimazione del lettore ma l’effetto sceneggiatura potrebbe anche farlo dubitare che ciò che sta leggendo sia reale.
Un’altra cosa. Scelta coraggiosa quella di alternare le voci narranti ma non trovi che dovrebbero scrivere in modo diverso? Dovresti a mio giudizio lavorare molto su questo aspetto e caratterizzarle meglio, rendendole personali e facilmente identificabili da parte del lettore.
Sctivo anche io gialli se ti va passa a dare un’occhiata. Ciao
07/09/2016 at 18:29
commento interessante Lou. Io amo il tempo presente e l’uso della prima persona. Nel caso specifico ho optato per una scelta forse ancora più insolita. Nel senso che ho voluto raddoppiare le soggettive. Due prime persone narranti. Ora, sicuramente scelta azzardata ai limiti dell’esperimento stilistico. Vediamo cosa ne esce. Sarete voi a giudicare. Limite grosso di questo bellissimo sito interattivo sono i cinquemila caratteri. Davvero pochi. obbligano a tagli veramente impietosi. Forse la mia incapacità di sintesi ma faccio davvero fatica a tagliare credimi.
Per chi volesse sto pubblicando a capitoli il racconto completo anche su altri siti di scrittura online. Giusto se ve ne venisse la curiosità.
ewriters, braviautori, intertwine. Stesso titolo. Grazie a tutti per i vostri sempre utili e graditi commenti.
06/09/2016 at 20:50
Cavolo, non mi aspettavo questi sviluppi. Davvero un racconto forte ed energico già dai primi capitoli. Che come sicuramente avrai capito, mi ha preso molto :),
06/09/2016 at 23:15
Mi può fare soltanto piacere.
04/09/2016 at 07:51
Credo che la poliziotta ricontatti Vanzetti e cerchi un accordo. Se l’uomo è determinato, inevitabile che prosegua nel proposito di denunciare tutto.
Una sola cosa, un consiglio: cerca di curare maggiormente la formattazione e la punteggiatura. La storia risulterà più scorrevole e leggibile, quindi non potrà che trarne vantaggio.
Seguo, a presto.
04/09/2016 at 15:05
Grazie dei tuoi suggerimenti e del tuo voto. Terrò presente i tuoi consigli
04/09/2016 at 00:39
Grazie per l’apprezzamento. Purtroppo come ho detto ho dovuto smussare la versione originale per motivi di spazio. 5000 caratteri sono davvero pochi in effetti e dando spazio ai dialoghi ne hanno risentito alcune descrizioni.
La storia cmq cercherò di svilupparla nel modo più esaustivo possibile. Ma non sarà una storia tenera.
Cmq vada non ci sarà un lieto fine. ..
03/09/2016 at 22:17
Molto bello questo inizio, in cui il bene e il male si mescola proprio come la vita. Per me l’ uomo d affari continuerà con la sua idea, ma una come Paola gliele farà vedere nere. Complimenti.
03/09/2016 at 21:45
Ciao! Ho votato per l’opzione più “dura”: il sig. Vanzetti che rimane fermo sulla sua idea di non pagare più. La storia è interessante, oltretutto l’area di Milano Nord e periferia la conosco. Avanti così!