Dove eravamo rimasti?
Metropolitana di Milano – ZARA (Linea M3) – ORE 06.53.
Mi alzo di scatto.
Corro verso il sedile di fianco alla new-age-woman poco prima che il treno si fermi a Zara. Approfitto della frenata per accomodarmi con fastidioso vigore. Lei apre gli occhi e mi guarda con fare interrogativo, come a dire: “Ma ti sembra il modo?” Non aspettavo altro.
“Mi scusi, l’ho per caso spaventata?” fingo sincero interesse verso quella specie di biscotto appena tirato fuori da una tazza di ego liquido. Nel frattempo entra in scena un rompicoglioni-con-bicicletta che per poco non rovina le mie preziose scarpe di vernice nera. Cristo, si sono dati tutti appuntamento oggi? Quale entità può aver organizzato con tal perizia una congiura contro la mia pazienza?!
“Sì, in verità stavo facendo i miei esercizi…” risponde lei. Il timbro della sua voce è ancora più irritante della pressione della ruota sulla mia scarpa. Non posso farla parlare oltre. È giunto il momento di smontare le sue convinzioni e metterla a tacere per sempre (o, perlomeno, fino a quando io non scendo da questa cazzo di metro).
“Sì, i suoi esercizi, certo. Lasci che le dia un consiglio. Sa, sono un Thetan Operante, quindi esperto in materia. Ecco, non si è mai chiesta se queste pratiche mattutine non la stiano imprigionando in una routine dalla quale non riesce più a sfuggire perché ormai ne è psicologicamente dipendente? Non crede che questi riti quotidiani siano un palliativo per non affrontare realmente ciò che l’affligge dentro?” La fisso negli occhi. “Ci pensi, perché dovrebbe farli proprio qui, davanti a tutti? Deve dimostrare qualcosa agli altri? Oppure a se stessa?” Mi guarda perplessa. Fa per dire qualcosa, ma decido di darle il colpo di grazia. “Tenga questo, qui potrà trovare tutte le risposte.” Le rifilo un volantino consegnatomi in via Torino da qualche mitomane affiliato a Scientology. Come adoro queste cose! E adesso come la mettiamo, cocca? Cosa dice la Loreena McKennitt dei noi altri, ora che si è ritrovata di fianco un pazzo che vuole fare proselitismo proprio con LEI?
“Grazie… ecco, ora devo scendere. Buona giornata.” Prende il volantino e corre verso le porte del vagone come se qualcuno avesse fatto partire un missile dentro il suo intestino crasso. Brava, scendi e risparmiaci la tua presenza. Tiro un sospiro di sollievo e di compiacimento per aver ottenuto l’obiettivo prefissato. Rimetto gli auricolari alle orecchie e rovisto nella valigetta in cerca del mio libro del mese: “Screw Work Break Free” di John Williams; nel frattempo il treno sta rallentando verso una fermata che sta alla linea M3 come il Molise sta all’Italia: la fermata di Sondrio. Finalmente posso godermi il resto del viaggio in tranquillità. La puzzona è fuori dal mio raggio olfattivo, la figlia di Osho sta portando il suo fastidioso mantra verso lidi lontani e il ciclista urbano ha capito che è meglio levarsi di torno. Aveva proprio ragione Epicuro: “La giustizia non esiste di per sé, ma solo nei rapporti reciproci, e in quei luoghi nei quali si sia stretto un patto circa il non recare né ricevere danno.” Un modo educato per dire che non è mai il caso di rompere le palle al prossimo.
Il treno si ferma, le porte si aprono. La musica, per fortuna, mi risparmia il suono del via-vai tipico dei passeggeri che scendono e salgono. Sono nella mia bolla di pace, il libro già aperto fra le mani. Questo è un capitolo cruciale: va letto con molta attenzione. Non faccio in tempo a immergermi nel primo paragrafo, che un oggetto duro mi colpisce con forza sul collo. Stacco gli occhi dalle poche parole che ho avuto modo di leggere e guardo davanti a me: un tizio stempiato, con grandi borse sotto gli occhi, la camicia a quadretti lercia e un fazzoletto che fuoriesce per metà da una tasca dei pantaloni, scuote con la mano sinistra una specie di badge legato al collo, mentre con l’altra muove un bastone verso qualcosa che dovrebbe trovarsi sopra la mia testa.
Non è che la tipa di prima mi ha lanciato una “maledizione new-age”?
Chi è il signore dalla bastonata facile?
- Una persona che finge di appartenere a una delle categorie precedenti per potersi sedere. (47%)
- Un ex dipendente ATM; (16%)
- Un invalido; (37%)

21/11/2016 at 16:00
Continua! Fammi assaporare qualche altra deliziosa stravaganza/disgrazia “di routine” 😉
(Ps. passa per il mio Frank Ssolini e le sue storie singolari se ti va ;))
13/10/2016 at 13:53
Sarà perché la metropolitana l’ho presa per anni, sarà perché in certi atteggiamenti dell’impiegato mi ci rivedo molto, ma devo dire che il tuo racconto mi ha colpito molto. Riesco proprio a immaginarmi questo povero ometto che tenta di andare a lavorare affrontando l’umanità varia della grande città. Apprezzo molto il tuo umorismo graffiante, non molto politically correct ma per questo più vero. Il rischio del tuo racconto, forse, è quello di essere difficile da portare a compimento, ma confido nella tua capacità di creare sempre nuove macchiette che allieteranno il viaggio del nostro impiegato. Continua a lavorare sul tuo stile e sulla tua personalità di scrittore e vedrai che la tua storia riuscirà bene!
14/10/2016 at 10:46
Ciao Elena,
grazie del tuo feedback.
Il nostro caro impiegato ha un destino decisamente avverso! L’obiettivo di questi 10 episodi, in realtà, è quello di fare arrivare il nostro impiegato alla fermata Duomo. Man mano che pubblico gli episodi guardo i feedback e li revisiono in un unico file che andrà a formare quello che dovrebbe essere il primo capitolo di un romanzo simpatico. E’ un piccolo progetto personale su cui voglio lavorare con serenità e passione 🙂 Grazie della fiducia che hai riposto in me con questo commento, cercherò di non deludere nessuno!
07/10/2016 at 15:02
Ciao ho iniziato a seguirti solo ora…anche io l’altr’anno prendevo i mezzi tutti i giorni a Torino e ne trovavo di tutti i colori….quest’anno infatti ho scelto di girare in bici 😉 Proprio buffo il viaggio del protagonista che effettivamente potrebbe rispecchiare quello di chiunque salga su un mezzo in una grande città…Ho votato per un uomo che finge di essere un invalido o un dipendente
14/10/2016 at 10:39
Ciao Giulia, grazie del tuo feedbak! 🙂
Finalmente la storia ha un’opzione chiara su cui proseguire, quindi credo che nel weekend mi adopererò al meglio per vedere che cosa succederà al nostro caro impiegato! 🙂
A presto!