Nigeria
Ewan sta per perdere i sensi, e la vita le passa davanti agli occhi. Soprattutto rivede gli ultimi mesi, da quando suo fratello Osagie le aveva presentato quello straniero: «È un brav’uomo, ti porterà via da tutta questa povertà».
Le aveva portato in regalo un paio di scarpe mai viste; erano bellissime! Chiese a suo fratello, che faceva da interprete: «Posso indossarle subito?»
Le dissero di sì. Ringraziò tantissimo lo straniero e imparò subito il suo nome: Alberto. Quel giorno mangiarono riso con carne e pesce; tanta carne e tanto pesce, che ne portarono a casa in abbondanza.
Alberto e Osagie parlarono con i suoi genitori, discorsi per uomini a cui Ewan non poteva partecipare. Ma lei immaginava bene di cosa si trattasse; infatti non avrebbe potuto lasciare il villaggio senza il loro benestare. Stavano trattando le condizioni per la sua partenza e, con tutto quel ben di Dio che avevano portato a casa, il consenso arrivò senza problemi.
Fecero una grande festa in onore di quello straniero; invitarono i parenti più stretti per condividere il cibo e ballarono fino al tramonto. Lei preparò la valigia con le sue poche cose, e in mezzo ci nascose qualche decina di migliaia di Naira, che erano tutti i suoi risparmi.
Alla mattina Ewan salutò i genitori, triste ed eccitata nello stesso momento, e partì per Abuja con Osagie e Alberto. Fu un viaggio di alcune ore su strade sconnesse, ma per fortuna lo straniero aveva un fuoristrada. Durante il tragitto Alberto le descrisse l’Italia e lei provò a immaginarla: con le colline, ma senza la foresta, le strade illuminate, l’inverno freddo, ma freddo davvero, campi coltivati dappertutto e alberi da frutto, città piccole, tanti villaggi molto vicini.
Arrivarono alla capitale. Abuja le sembrò grande e caotica, più grande e più caotica di come appariva nei film che aveva visto a casa degli amici che avevano il televisore. Si sistemarono in un grande appartamento, dove c’erano altri giovani come loro.
Alberto era molto gentile; comprava sempre tante cose da mangiare ed Ewan si gustava la gallina, il pescegatto, la mucca… tutte prelibatezze di cui spesso conosceva solo gli ossi, la testa o le zampe. La portò al mercato, dove trovarono un abito bellissimo; e tante mutande, e i reggiseni! E un altro paio di scarpe. Nel frattempo il fratello aveva già preparato i documenti per il passaporto e per il visto.
Osagie le disse: «Alberto ti vuole sposare, una volta arrivata in Italia». Ewan arrossì, non le sembrava vero di poter sposare un uomo così gentile e ricco. Il fratello continuò: «Mi ha già dato centomila Naira da spedire ai nostri genitori». Non ci poteva credere, era felicissima! Accettò di dormire con Alberto e facevano l’amore ogni notte con tantissima passione!
Poi arrivò la notizia che la rattristò: il passaporto era pronto, ma l’ambasciata italiana non aveva concesso il visto.
«Non ti preoccupare,» le disse Osagie; «ti facciamo arrivare in Italia lo stesso, con la nave».
«Ma io ho paura del mare, non so nuotare!»
«Non ti preoccupare, Ewan; andrà tutto bene!»
«Ma tu vieni con me?»
«Non posso; io devo restare ad Abuja».
«Per favore…» quasi si metteva a piangere; si abbracciarono.
Alla mattina successiva c’erano alcune corriere pronte a partire per la Libia; si riempirono di uomini, donne e bambini, bagagli e cibo. C’era gente Igbo e Yoruba, ma la maggior parte era gente Edo come lei. Ewan aveva paura perché non conosceva nessuno, ma non voleva mostrarsi debole con Alberto. Lo abbracciò e lui la salutò nel suo dialetto; forse erano le uniche parole che conosceva di lingua edo, ma le bastarono per farsi forza.
Durante il viaggio nel deserto Ewan conoscerà una persona in particolare. Di chi si tratta?
- Un uomo. (14%)
- Una donna un po' più vecchia di lei. (7%)
- Una giovane donna come lei. (79%)

03/10/2018 at 19:58
Ciao Achillu, beato te che sei giunto in porto e con molto onore! Bello anche che tu abbia voglia di ricominciare subito. Il mio voto per il tuo sondaggio è: Polesine. Questo perchè immagino che tu possa essere legato a questi luoghi, che fra tutti i luoghi italiani, hai citato. Però anche l’Universo… fantascienza? Polesine, fantascienza, sarebbe ottimo. A presto.
04/10/2018 at 12:01
Ciao Cactus.
Grazie per aver letto e per l’incoraggiamento. Ma sai che ho già scritto un racconto di fantascienza ambientato in Polesine? Più o meno l’anno scorso, in questo periodo. Non so se THe iNCIPIT mi permette di mettere il link, ci provo:
https://scrittoripersempre.forumfree.it/?t=76046524
Grazie per aver partecipato al sondaggio. Ormai la maggioranza è ben delineata; ho già un’idea, per adesso sto scalettando. 🙂 Alla prossima.
28/09/2018 at 09:22
Contentissimo del finale 🙂 non frequento più the incipit da anni ormai ma sono tornato con piacere a leggere gli ultimi capitoli di questa storia. Considerando la struttura di questo sito che spinge a tanti capitoli brevi devo dire che hai fatto un ottimo lavoro riuscendo al contrario a creare una storia “corposa” e ben sviluppata.
I miei complimenti 🙂
28/09/2018 at 20:08
Ciao MarcoG.
Beh, non è tantissimo: solo un anno e mezzo. Praticamente non frequenti più la piattaforma da quando l’ho lasciata anch’io. Direi che è il momento di tornare, che dici? 😉
Grazie mille per essere tornato per terminare di leggere il mio racconto, mi hai fatto un bellissimo regalo. Sono sinceramente commosso.
In stile THe iNCIPIT, provo a fare un sondaggio. Il mio prossimo racconto dove vorresti che fosse ambientato:
In Polesine/Veneto
Nel resto d’Italia/d’Europa
Nel resto del mondo/dell’Universo
Spero che tu voglia partecipare. Alla prossima, spero 🙂
28/09/2018 at 00:00
Ciao, Ewan.
Un finale positivo, di certo. Forse pure troppo, per i miei gusti.
Adesso che hai terminato, l’impressione è che la storia abbia patito un po’ le pause e sia risultata poco organica, con variazioni marcate di stile dalla parte iniziale a quella finale. Io comunque preferisco l’impostazione che hai dato all’ultima parte, i primi capitoli, te l’avevo scritto, mi parevano troppo asettici. È una mia limitazione sulla quale dovrò indagare quella di non sopportare i cliché sui carabinieri. A parte che un discorso simile, di auto-scherno, penso che sia decisamente improbabile nella bocca di un maresciallo. No, quella parte non mi è piaciuta, mi pare alla stregua di una barzelletta triviale.
Anche l’happy end non è troppo nelle mie corde, in parte perché si catapulta da un capitolo all’altro senza che possiamo apprezzare alcuna evoluzione da un lavoro precario e umile fino a un lavoro di prestigio, il culmine di un percorso di integrazione di cui non sappiamo nulla! A quel punto, dato il poco spazio, avrei considerato di far solo intuire o immaginare un radioso futuro.
In ogni caso, complimenti e auguri per la fatica terminata.
Ciao, a presto.
28/09/2018 at 00:01
Ewan -> Achillu 😀
… sarà l’ora tarda 😀 😀
28/09/2018 at 20:05
Opperbacco… sono diventato un mio personaggio… 😉
28/09/2018 at 20:04
Ciao Jaw.
Grazie mille per avermi seguito fin qui, nonostante le pause. In realtà non volevo sfruttare nessun cliché sui carabinieri, ma solo sottolineare il fatto che i verbali vengono redatti con un linguaggio troppo aulico. Quanto al finale, ho voluto lasciare spazio per un eventuale “inquel” (neologismo che ho appena coniato, per indicare non un sequel né un prequel ma un pezzo di racconto che si infila in mezzo a uno già esistente). Non domani, però. A parte i carabinieri, forse ti sembrerà strano ma mi trovi d’accordo su tutto.
In stile THe iNCIPIT provo a fare un sondaggio. Il mio prossimo racconto dove vorresti che fosse ambientato:
In Polesine/Veneto
Nel resto d’Italia/d’Europa
Nel resto del mondo/dell’Universo
Spero che tu voglia partecipare. Alla prossima.
29/09/2018 at 10:33
Be’, JAW non può che rispondere “nel resto dell’universo” 😉
Ciao, a presto
30/09/2018 at 20:47
Ovviamente 😀
Grazie e a presto.
26/09/2018 at 17:13
Ciao Achillu.
Per me, il bilancio del tuo racconto è positivo.
Mi ha dato l’impressione che tu avessi ancora tante cose da dire, ma per ragioni di spazio, l’hai zappato un po’, era inevitabile.
Bravo e al prossimo
26/09/2018 at 19:19
Ciao Louise.
Grazie mille. Alcune cose mi sono rimaste “inevase” negli episodi precedenti perché il racconto ha preso una piega inaspettata rispetto alla versione precedente. Anche in questo finale, 100% originale scritto apposta per THe iNCIPIT, avevo in mente altre cose ma ho preferito tagliare per stare nei 5000 caratteri senza appesantire l’epilogo.
Sono tornato sulla piattaforma per rimanerci, grazie per il pensiero. Anzi, in stile THe iNCIPIT, provo a fare un sondaggio. Il mio prossimo racconto dove vorresti che fosse ambientato:
In Polesine/Veneto
Nel resto d’Italia/d’Europa
Nel resto del mondo/dell’Universo
Spero che tu voglia partecipare. Alla prossima.
26/09/2018 at 19:25
Non posso che scegliere la prima ipotesi (veneto), perché è l’unica ben specifica. Mi fa pensare che una traccia si stia delineando nel tuo pensiero.
Ciao
26/09/2018 at 21:30
Grazie mille. Ciao.
26/09/2018 at 14:53
Un bel finale, Achillu,
Ewan ha trovato la serenità e una vita appagante. Mi è piaciuto, forse alleggerirei certi passaggi un po’ pomposi. Ad esempio, invece di “non può evitare che gli occhi le brillino”, semplificherei in “gli occhi le luccicano (o si inumidiscono, o tremano, o quel che vuoi) al pensiero”. E anche “In quelle poche parole nasconde la consapevolezza della legge italiana, che obbligherà” lo alleggerirei tipo “Ewan sa già che l’iter obbligherà, o che la ragazza sarà obbligata a subire…”
Ben arrivato in porto! 🙂
26/09/2018 at 19:14
Ciao Befana.
Ti ringrazio per l’editing, graditissimo. Avevo sentito anch’io la pesantezza di queste frasi ma non riuscivo a tirar fuori qualcosa di alternativo e decente, come invece sei riuscita a trovare tu.
Sono arrivato in porto e ho già voglia di salpare per altri lidi. Visto che siamo su THe iNCIPIT provo a fare un sondaggio. Il mio prossimo racconto dove vorresti che fosse ambientato:
In Polesine/Veneto
Nel resto d’Italia/d’Europa
Nel resto del mondo/dell’Universo
Spero che tu voglia partecipare. Alla prossima.
26/09/2018 at 20:56
Veneto: scrivi di quello che conosci bene resta sempre una regola utile ?
26/09/2018 at 21:27
Ok. Mi segno la risposta e pure la regola 🙂 Grazie.
24/09/2018 at 17:25
Il finale non mi ha deluso anzi, è lei! Solo lei! Ciò che voleva lei!
Bello.
25/09/2018 at 11:13
Ciao MrsRiso.
Grazie mille. Felice che ti sia piaciuto.
Posso farti una domanda in stile THe iNCIPIT? Il mio prossimo racconto dove vorresti che fosse ambientato:
In Polesine/Veneto
Nel resto d’Italia/d’Europa
Nel resto del mondo/dell’Universo
Spero che tu voglia partecipare al sondaggio. Alla prossima.
25/09/2018 at 12:16
Io rispondo Polesine/Venerto, è una zona italiana che conosco poco.
Magari potrei prendere spunti per un prossimo viaggio! 🙂
25/09/2018 at 20:12
Ok, grazie mille.
22/09/2018 at 08:51
Single e senza figli.
Perchè vorrei che trovasse un suo equilibrio prima di innondarla di responsabilità.
Bravo, aspetto il finale!
23/09/2018 at 03:47
Ciao MrsRiso.
Grazie. Leggendo i commenti, anche il tuo, mi rendo conto che il mio modo di immaginare il finale è diverso da quello atteso. Dietro al tuo commento in particolare trovo un’intuizione su ciò che avevo pensato, come epilogo, dietro a questa opzione. Quindi mi sa che un po’ ti deluderò e un po’ ti accontenterò 🙂
Ho visto che è arrivato il tuo nuovo episodio. Vengo a leggere tra poco.
Alla prossima.
18/09/2018 at 08:24
Ciao Achillu, dopo aver votato, ho constatato con sorpresa. che tutti, proprio tutti hanno optato per una Ewan single
Felicemente single, immagino. Un segno dei tempi
I miei coplimenti per aver rappresentato molto bene il mondo femminile e il suo punto di vista molto peculiare. Aspetto un tuo nuovo racconto
21/09/2018 at 05:00
Ciao Cactus.
Benvenuta e grazie per essere passata. Grazie anche per aver letto ben nove episodi tutti di fila. Non mi aspettavo il complimento che mi hai fatto e mi fa immensamente piacere. Mi inchino, come fa l’autore di teatro alla fine della rappresentazione insieme al cast, e ti ringrazio per la terza volta.
Ho “abilmente nascosto” tre diversi finali dietro ognuna delle domande. Sono un po’ in ritardo nella stesura, per imprevisti impegni di lavoro. C’è un’altra cosa che mi ha stupito, più del fatto della scelta di “Ewan single”, cioè che in tanti (per lo meno: chi è rimasto a leggere fino alla fine) avete fortemente voluto un lieto fine per la storia.
Per il prossimo racconto forse passerò a un protagonista maschile. Spero di non deludere le tue aspettative.
Ciao e ala prossima.
14/09/2018 at 17:04
Sola, che rifletta e progetti un po’ la sua vita, invece di farsi sballottare di qui e di là.
Il capitolo è piacevole, finalmente un po’ di serenità e normalità per questa povera ragazza, l’unica cosa che non ho capito è come faccia prendere l’appuntamento con le coinquiline se ha cestinato il biglietto con il loro numero. Mi sono persa qualcosa.
Ciao
14/09/2018 at 17:39
Ciao Befana.
Ewan cestina il numero di Ange e Carine perché ha già preso appuntamento con Neila e le sue compagne d’appartamento. Non mi erano rimasti molti caratteri per approfondire la cosa, purtroppo. Un modo per far capire che Ewan, per l’appunto, è stanca di farsi sballottare di qui e di là e vuole prendere davvero in mano la propria vita.
Grazie per aver apprezzato.
Alla prossima.
13/09/2018 at 19:13
Pensavo non fosse facile trovare il lavoro, invece… fatto!
single
ciao
14/09/2018 at 09:34
Ciao Louise.
Avevo tre possibilità, a seconda della scelta della maggioranza.
La mia preferita sarebbe stata “Ha trovato un altro lavoro per conto suo”; avrei interpretato questa scelta come un desiderio, da parte del pubblico, di vedere Ewan attiva e non più passiva nello scorrere degli eventi.
La maggioranza invece ha scelto il biglietto da visita, anche questo piombato casualmente nella vita di Ewan senza che lei avesse fatto nulla per trovarlo. Quindi ho dato un taglio più basso nella stesura di questo episodio, interpretando la scelta come “mi va bene che Ewan sia fortunata”.
Grazie e alla prossima.
13/09/2018 at 14:20
Da sola.
Senza dubbio il capitolo che mi è piaciuto di più
Ciao a presto
14/09/2018 at 09:28
Ciao Jaw.
Wow, grazie.
Alla prossima.
09/09/2018 at 09:30
Buongiorno Achillu
sono arrivata forse un po’ tardi al tuo racconto. La tematica è molto attuale.
voto che sta andando all’avventura, ma non si può mai escludere una svolta.
09/09/2018 at 13:53
Ciao Louise.
Grazie per essere passata e per aver votato.
Alla prossima.
07/09/2018 at 19:05
Ciao Achille,
ammetto di non conoscere il carattere di Ewan, ma ti esprimo il mio dubbio comunque: con tutto quello che le è successo, i colpi bassi che ha subito da gente di cui si fidava, mi sembra strano che lasci tranquillamente una sconosciuta (che dice di essere giornalista, ma chi lo può giurare?) registrare il suo racconto così. Io al posto suo un po’ di diffidenza l’avrei, anche un bel po’.
Ho scelto l’opzione “telefonata” del biglietto da visita 😉
08/09/2018 at 01:08
Ciao Bef.
Ma sai che non hai tutti i torti? In effetti il ragionamento fila. Diciamo che il fatto che sia stata aiutata da Benedetta a superare il momento di difficoltà può aver influito positivamente sul suo lasciarsi andare.
Ah, nella mia testa il documento che Benedetta fa vedere al capotreno è il tesserino di giornalista. Potrebbe benissimo averlo mostrato anche a Ewan.
Grazie mille e alla prossima.
07/09/2018 at 15:46
Ciao Achillu
Il capitolo scorre bene.
l’opzione del lavoro non mi convince: cosa farà? era la domanda, “ha trovato un lavoro” non può essere la risposta poiché abbiamo seguito le sue vicende fin qui…
Telefona…
07/09/2018 at 16:29
Ciao Maria.
Una telefonata l’ha già fatta, prima di partire, a meno che non vinca “sta andando all’avventura”. Questo è ciò che la mia mente bacata ha pensato. Poi, se non sono riuscito a comunicarlo, purtroppo è colpa mia.
Grazie e alla prossima.
06/09/2018 at 14:17
Alla fine una donna c’era e mi sembra che abbia avuto anche un suo spazio nelle scene.
Visto che Ewan vuole prendere in mano la sua vita, artefice del proprio destino dico: Ha trovato un altro lavoro…
06/09/2018 at 14:45
Ciao Mrs. Riso.
Avevo scritto la prima versione dell’episodio pensando che avrebbe vinto “una donna”, invece… però non ho voluto rinunciare a Benedetta; anzi, come dicevo a Jaw, mi piace quasi di più l’episodio così com’è venuto fuori dal voto della maggioranza (scusami… so che avevi votato per “una donna”).
Grazie e alla prossima.
06/09/2018 at 16:35
Ciao, Achillu. Scusa se mi permetto, però il gioco è anche questo: adeguarsi alla scelta della maggioranza. Tu l’hai fatta arrivare direttamente a Milano, opzione vincente, e poi le hai fatto conoscere una donna, opzione perdente. A mio parere avresti almeno dovuto aspettare al prossimo capitolo, se volevi ripescare un’opzione che non aveva vinto. Ma lo scrivo non tanto per noi lettori, a noi cambia poco, quanto per la possibilità che hai tu, autore, di metterti alla prova, anche riscrivendo un intero capitolo. In genere scrivo un capitolo alla volta, in pochi casi ne ho scritto più di uno e quasi sempre ho dovuto riscrivere completamente i capitoli successivi, per via di scelte che sono andate in una direzione che non mi aspettavo. In un caso, per errore, ho aggiunto un’opzione perdente insieme a quella vincente e me ne sono scusato. Le opzioni, a meno di pareggi, sono esclusive, spetta all’autore scriverle in modo tale che sia in grado di gestirle, qualunque sia quella vincente.
Biglietto da visita, ma sono un po’ deluso 🙁
Ciao, a presto
06/09/2018 at 21:58
Ciao Jaw.
Mi dispiace molto quando qualcuno si sente deluso per qualcosa che ho fatto e quindi spero sempre che si tratti di un equivoco.
Io mi sono sempre adeguato alla scelta della maggioranza e per farlo mi sono trovato a riscrivere gli episodi per adattarli alla scelta del pubblico. Per esempio, l’episodio precedente avevo iniziato a scriverlo con Ewan che telefona al fratello il giorno dopo e non la sera stessa (mi sembrava troppa roba per una sola giornata). Però la maggioranza ha deciso che dopo la telefonata Ewan si sarebbe fermata dagli Imomoh, per cui me la sono dovuta cavare così com’è venuto fuori.
Lo stesso per questo episodio: avevo iniziato a scrivere con Ewan avrebbe incontrato Benedetta (o Riccardo) sul treno per Milano, invece la maggioranza ha scelto diversamente, per cui ho dovuto scambiare le due scene. E ribadisco: meno male che la maggioranza ha scelto diversamente, così ho dato un ruolo diverso a Benedetta e anche al libro di Buchi Emecheta. E ho scelto Benedetta perché è stata la seconda opzione più votata; se fosse stata “un uomo” avrei scelto Riccardo. Inoltre, lo scambio delle scene mi ha dato l’idea finale per l’ultima domanda (con la prima stesura non avevo idea di cosa scrivere come opzioni).
Con questo spero di aver dissipato i tuoi dubbi. Se c’è ancora qualcosa che non ti è chiaro chiedi pure e provo a risponderti.
Grazie e alla prossima.
06/09/2018 at 22:26
Ho l’impressione di non essermi spiegato bene io. Ci provo: diciamo che le scelte sono Rosso o Giallo o Verde, io inizio a scrivere il capitolo mettendoci “Rosso” perché sono convinto che vinca. Poi però vince “Giallo”. A quel punto, “Rosso” *non deve* esserci nel capitolo, quindi lo riscrivo daccapo, mettendoci solo “Giallo”. Questo perché le opzioni sono mutuamente esclusive, altrimenti potrei mettercene sempre due o addirittura tutte e tre. Nulla ti vieta di mettere “Rosso” e “Verde” nel capitolo seguente, avendo cura di non metterli come opzioni esclusive nella nuova votazione. Non so, io interpreto le opzioni in questo modo, poi magari mi sbaglio. Però… un “OR” non è un “AND” 😉
Poi ci sono i modi per semplificarsi la vita, ad esempio, metti le tre opzioni “Bianco”, “Nero” e “Bianco *AND* Nero”, così sei certo che non avrai un pareggio. Io qualche volta l’ho fatto 😉
Ciao, a presto
07/09/2018 at 09:31
Aaaaaah! (Stupore, non spavento)
Ok, ho capito male io, scusami.
Sì, ho fatto una cosa simile a quello che dici tu anch’io nei primi episodi, però ora non ho molti altri episodi a disposizione per cui ho pensato di dare spazio non solo all’opzione vincente ma anche alla seconda classificata.
Non pensavo che fosse un problema. Nella mia testa immaginavo che il pubblico decidesse l’ordine delle scene, non le immaginavo mutuamente esclusive. Comunque per il prossimo episodio mi sembra evidente la mutua esclusività.
Grazie e alla prossima.
05/09/2018 at 12:50
Sono tornata da poco, mi incuriosce il tuo racconto per il tema che tratti. Ho letto le scene infila, per me questo è in vantaggio, si comprendono meglio le scene e i personaggi. Vorrei lasciarei ancora un po’ di spazio a Ewan e farle incontrare una donna.
Magari una perfetta sconosciuta dal passato dejavù…..ma questo è solo una mia idea, tu vai pure avantie se non ti dispiace io seguo!
06/09/2018 at 01:10
Ciao MrsRiso.
Bentornata e grazie per essere passata dal mio racconto.
Ho visto che anche tu sei rimasta assente per un anno, proprio come me. Saranno contenti i gestori di questa piattaforma? Tra le cose da fare mi ero già segnato di leggere il tuo racconto e lo farò al più presto.
Ti anticipo che la donna sarebbe una sconosciuta, ma nell’economia del racconto non ha un passato. Non aggiungo altro.
Alla prossima.
03/09/2018 at 23:12
Subito a Milano, anche perché, personalmente, preferirei focalizzare gli ultimi capitoli su un numero limitato di eventi, insomma, a parer mio, rallenterei un po’ la narrazione e la renderei più in presa diretta.
Ciao, a presto
04/09/2018 at 06:07
Ciao Jaw.
Grazie per essere passato.
Ti confesso che ho già scritto il prossimo episodio, la scelta del pubblico stabilirà in che ordine presenterò le scene 🙂 Così come è avvenuto per questo episodio, del resto.
Anzi, vi ringrazio perché le vostre scelte (e tu hai sempre votato con la maggioranza) in questi ultimi episodi sono state diverse dalle mie e devo dire che il racconto mi piace di più così di come l’avevo pensato io.
Alla prossima.
01/09/2018 at 13:22
Solo io sono rimasto sorpreso quando si è scoperto che Alberto non era chi diceva di essere?
02/09/2018 at 02:58
Ciao Drago.
Grazie per essere passato.
Diciamo che un italiano come Alberto dovrebbe sapere che attraversare il deserto e il Mediterraneo per arrivare in Italia da clandestini è una cosa assurda e pericolosa. Se avesse amato veramente Ewan non credo proprio che gliel’avrebbe fatta fare. O no?
Alla prossima.
31/08/2018 at 08:39
Ciao Achillu,
andiamo a Milano direttamente e vediamo lì cosa succede. Certo che ne ha avuto di sfortuna qusta ragazza. L’unica cosa che ho trovato un po’ … Stereotipata, il fatto che gli Imomoh vivano in un magazzino fatiscente, con scaffali instabili e in condizioni di semi-povertà. Insomma, hanno un negozio, lavorano perchè mai non potrebero avere una casa dignitosa?
Cmq il racconto scorre ben, ovviamente non hai problemi con la prosa e la punteggiatura 😉
Aspeto il nuovo episodio “milanese” e vediamo dove ci porterà la storia di questa ragazza sfortunata.
Alla prossima!
31/08/2018 at 12:09
Ciao Allegra.
Urca… addirittura ho dato l’impressione che sia fatiscente? L’idea che volevo dare è che fosse un bilocale sottano pieno zeppo di roba. È la quantità di roba a dare l’impressione di instabilità, ma in realtà non cadrebbe nulla (a meno di terremoti, ma questa è un’altra storia). Gli Imomoh nella mia testa abitano in un condominio ex signorile (infatti aveva una portineria, che poi è stata adattata a sottano). Evidentemente questa immagine è rimasta nella mia testa.
Grazie per essere passata.
Alla prossima.
30/08/2018 at 20:43
Ciao Achillu e ben tornato.
andiamo direttamente a Milano.
31/08/2018 at 12:01
Ciao Maria.
Grazie a te per essere tornata a leggere la mia storia.
Tu hai nuovi progetti in cantiere per The Incipit?
31/08/2018 at 13:04
Per ora no, Più avanti spero ritorni l’ispirazione.
Nel frattempo, se hai tempo e voglia per il mio ultimo “rosa atipico”…
ciao
Ps avevo anche letto e votato l’episodio precedente, senza commentare.
29/08/2018 at 16:24
Resterà a Firenze, anche se forse è pericoloso, ma credo che sia felice di sentirsi in qualche modo in famiglia.
Forse perché è passata un’infinità di tempo e n on ho riletto tutto, ma non ricordo in che tempo si svolge il racconto: questo è il presente e prima era tutto ricordo? E non ho capito quanto tempo passi tra l’aggressione di Mercy e la fuga. Sono immediatamente successive? O è passato del tempo? E il fratello è in combutta con il finto fidanzato o si è fatto ingannare anche lui? No, quest’ultima domanda credo che troverà risposta nel prosieguo.
Ciao
29/08/2018 at 16:55
Ciao Befana.
Grazie per essere tornata.
Riassunto delle puntate precedenti: non avendo mai scritto un racconto a puntate, ho fatto diversi errori. Il primo è stato creare un flashback che, a conti fatti, è inutile. Quindi cinque episodi e mezzo fino agli asterischi sono il flashback, dopo gli asterischi si torna al tempo presente. Il flashback è “la vita che passa davanti agli occhi di Ewan quando sviene”. Rinviene poco dopo l’aggressione e riesce a fuggire.
Il resto nel prosieguo.
Grazie e alla prossima.
27/08/2018 at 00:59
Resterà a Firenze?
Bentornato Achillu. Apprezzo la tua volontà di terminare la storia, e per la coerenza nello stile non si direbbe che è passato così tanto tempo dal penultimo capitolo. Però… non volermene se te lo scrivo – non so se è la fretta di terminare o la necessità di ripartire, ma avverto un “effetto riassunto” che non mi piace: liquidi delle vicissitudini importanti e piuttosto improbabili (come definire altrimenti scoprire un cugino a migliaia di chilometri di distanza?) con troppo poche parole. In cinquemila caratteri succedono un sacco di cose, troppe per i miei gusti. Quanta roba vuoi scrivere, nei prossimi quattro capitoli? Te lo chiedo perché immagino che i dieci capitoli si sarebbero potuti riempire con il lieto fine che ci hai appena raccontato, con la differenza che avresti avuto un po’ più di caratteri per rendercelo in modo più convincente e coinvolgente. Insomma, ottimo finire la storia, ma domandati anche quanta parte di storia di Ewan puoi raccontarci in così poco spazio e fai delle scelte.
Ciao, a presto
27/08/2018 at 10:50
Ciao Jaw.
Trovare un cugino a migliaia di km di distanza è effettivamente improbabile, ho approfittato del fatto che… è successo davvero! Quando ci siamo trasferiti a Rovigo mia moglie è andata ovviamente a visitare tutti gli Africa Market della città e uno di questi, ha scoperto subito, è gestito da un cugino di sua mamma! Diciamo che è improbabile che una cosa del genere capiti nelle prime settimane d un nigeriano in Italia, e infatti mia moglie ci ha messo 15 anni circa per “inciampare” in un’eventualità del genere.
L’effetto riassunto temo che sia la conseguenza del fatto che ho dovuto mettere insieme le due opzioni che avevano ricevuto più voti nell’episodio precedente: non potendo mandare Ewan contemporaneamente a Firenze e a Milano, come via di mezzo l’ho fatta andare a Firenze e le ho fatto trovare il numero di suo fratello.
La scarsità di dialoghi aumenta, purtroppo, l’effetto riassunto. Soprattutto avevo fretta di terminare il flashback (ricominciassi oggi a scrivere il racconto per The Incipit, lo farei in modo diverso!)
Le avventure di Ewan in Italia sono appena cominciate… sono stato forse troppo cattivo con lei? Può darsi 🙁
Grazie e alla prossima.
25/08/2018 at 22:27
Ciao Achillu,
Eccomi. Il tuo racconto crudo, del viaggio orrendo a cui la povera Ewan é stata costretta, mi ha lasciato una sensazione di tristezza, significa che il resoconto appare al lettore molto realistico.
È evidente che non hai problemi con la punteggiatura e la sintassi, lo stile é lineare, senza fronzoli. Efficace.
Io sono un amante delle figure retoriche e ne faccio largo uso nelle mie storie, ma a volte può risultare noioso. Il tuo stile, invece, non annoia mai. Bravo.
Aspetto il nuovo episodio e spero che
A ragazza si sposti a Milano, per evitare gli scagnozzi di Mercy, che potrebbero decidere di ucciderla oltre che metterla sulla strada.
Ti auguro una buona domenica.
Alla prossima!
25/08/2018 at 22:46
Ciao Allegra.
Grazie per essere passata e per il riscontro. E anche per esserti fatta mezzo film riguardo al prossimo episodio.
In effetti non uso figure retoriche né metafore (mi ha fatto passare la voglia il mio prof d’italiano delle superiori, a suon di 4). Però non penso che il tuo stile sia noioso, anzi.
Alla prossima.
23/08/2018 at 12:02
Riprendo dopo un anno e quattro mesi… finalmente termina il lungo flashback (davvero non ne potevo più) e inizia la narrazione al presente.
Si conclude anche la parte “già scritta” di questo mio racconto, quella che è stata pubblicata nell’antologia Castelli di Parole Vol. 1. Da qui in avanti è tutta “roba nuova”, scritta in esclusiva per voi, lettori di The Incipit 🙂
Perdonatemi per la lunga attesa e grazie per essere tornati a leggere.
04/07/2017 at 18:29
Mi sento vicina alle protagoniste di questo racconto…sarà perché da poco nella mia città è sorto un CAS, sarà perché ho seguito le loro vicende dal vivo, sarà perché è molto in tema con le ultime vicende…
In ogni caso voto Firenze e quindi Mercy
22/08/2018 at 15:40
Ciao NorahEmme.
Grazie per il riscontro.
Con il tuo voto, adesso abbiamo 50% Firenze e 50% Milano, vediamo se riesco a mettere insieme le due opzioni?
Alla prossima.
07/04/2017 at 10:38
Firenze, dove vorrebbe andare lei.
Mi è piaciuta molto la parte sul delirio, sull’orrore della deriva. Anche dopo, i sentimenti e pensieri di Ewan sono ben presenti ma senza eccessi di pathos strappalacrime.
Bentornato 🙂
07/04/2017 at 17:45
Ciao Mare.
Grazie a te per essere tornata a leggere il mio racconto.
Grazie anche per i complimenti. Dovrò comunque fare un serio lavoro di editing al termine del decimo episodio, ma quella sarà un’altra storia. Intanto continuo su questo binario e vediamo cosa deciderà il popolo degli incipittini.
Alla prossima.
06/04/2017 at 15:20
Vicino a Milano.
Bentornato, Achillu.
Il capitolo è, a mio parere, strutturato bene, a tratti toccante, a tratti ironico. Ho però sensazioni contrastanti riguardo alla forma, in particolare ai tempi verbali scelti (se te l’ho già scritto, perdonami): hanno un effetto ‘empatico’, perché pare di essere lì ad ascoltare il racconto dalla viva voce dei protagonisti, senza ulteriori mediatori, reporter, editor, eccetera 🙂 Forse è questo uno dei tuoi obiettivi. Però… non so, con me hanno anche l’effetto opposto, mi causano un certo distacco. Mi sto contraddicendo, forse, ma provo a spiegarmi: da un lato c’è il racconto discorsivo che mi avvicina alla protagonista, mi fa ‘salire sul barcone’. Dall’altro però rimane un distacco della voce narrante, anche quando racconta cose molto dolorose.
E allora mi viene da chiedermi: su chi è focalizzata la narrazione? Su Ewan? O su un cronista tutto sommato distaccato?
Per quanto vale, è una mia opinione, te l’ho voluta scrivere solo perché anch’io sto cercando di capire bene a cosa è dovuta questa sensazione.
Ciao, a presto.
06/04/2017 at 16:39
Ciao Jaw.
Grazie per essere tornato a leggere il mio racconto.
Il distacco è (purtroppo?) il mio “marchio di fabbrica”, è ciò che mi viene più spesso contestato dei miei racconti. Devo riuscire a incanalare questa mia caratteristica in modo che sia funzionale al racconto, ho ancora tante pagine da scrivere prima di imparare!
Grazie mille per il commento.
Alla prossima.
05/04/2017 at 11:14
Ciao Achillu, mi fa piacere ritrovarti anche perché come sempre ci presenti un bellissimo episodio, io ho optato per Milano. Alla prossima! 🙂
05/04/2017 at 16:13
Ciao Ilaria.
Grazie per il complimento e soprattutto per essere tornata a leggere il mio racconto.
Alla prossima.
04/04/2017 at 15:34
Seguiamo il consiglio di Alberto e andiamo a Firenze!
Bentornato Achillu!
05/04/2017 at 16:12
Ciao Marco.
Grazie a te per essere tornato a leggere il mio racconto.
04/04/2017 at 07:30
Buongiorno Achillu e ben tornato
spero che tu ti sia ripreso.
il capitolo scorre e la storia pure.
Milano…
a presto
04/04/2017 at 13:19
Ciao Maria.
Grazie mille per essere ancora qui a leggere il mio racconto.
A presto!
07/04/2017 at 18:16
Quando hai tempo, passerai da me?
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi 🙂
07/04/2017 at 18:38
Certo Maria.
Piano piano sto recuperando tutto 🙂 Ho terminato ora l’ultima storia di Moneta, la prossima sarà Pinocchio 2.0 e poi toccherà alla tua 🙂
A presto.
27/01/2017 at 17:49
Ciao a tutti.
Scusatemi se sono assente. La salute non mi sta aiutando, niente di che: ma è da un mese che alterno una settimana con virus/batteri e una settimana di recupero.
Dopodiché la maggioranza ha deciso per la deriva interminabile, mentre il racconto originale prevedeva il naufragio, quindi dovrò scrivere l’episodio da zero.
Appena possibile (questa settimana sono in fase bronchite) riprendo in mano la storia e… non vi anticipo nulla.
Perdonatemi. Vi voglio bene.
Grazie per la pazienza.
Achillu.
08/01/2017 at 12:21
Voto la deriva.
Ciao, Achillu!
Devo dire che questo capitolo mi ha scossa particolarmente. Ci sono uomini, ma soprattutto donne, che tutti i giorni provano paura, umiliazione e dolore, lontani dalla loro casa e dalle persone che amano, ed è una cosa terribile.
Il capitolo è scritto bene e fa riflettere. Bravo.
Alla prossima!
27/01/2017 at 17:53
Ciao TiaShe.
Mi ero perso la notifica del tuo commento, scusa il ritardo.
Grazie per aver commentato e aver apprezzato l’episodio. Per me non è stato facile scriverlo e il tuo commento mi ripaga della fatica.
Alla prossima.
06/01/2017 at 17:56
La deriva, non mi sento di imporre loro anche le altre due opzioni dopo il calvario già subito.
Mi vengono solo delle osservazioni veramente poco significative, ho trovato troppi “e, poi, che, così” che secondo me non erano necessari, ma è veramente questione di gusti, l’unico che ti faccio notare è il “così” della fine. Secondo me senza il periodo fila meglio e ha un impatto maggiore. “..ha capito che erano rimasti soli in mezzo al mare; ha cominciato ad aver paura di nuovo.” Opinione personale, obviously.
Ciao
P.S. Non trovo nulla di sbagliato nell’uso di “sconforto” direi anzi che si addice bene
07/01/2017 at 21:05
Ciao Marezia.
Grazie per il voto e i suggerimenti.
La prima parte è passata indenne attraverso due editor e mi stupisce un po’ che non mi abbiano fatto notare la cosa. Di sicuro farò più attenzione in futuro.
Alla prossima.
05/01/2017 at 19:01
Ciao Achillu
Sono d’accordo con gli altri riguardo al fatto che non c’è retorica, il capitolo è secco e lo stile asciutto.
Mi ha spiacevolmente stupito, invece, la frase: Imade piangeva e non riusciva più a parlare per lo “sconforto”. Ma come si può dire SCONFORTO dopo uno stupro????
05/01/2017 at 20:35
Ciao Maria.
Secondo il vocabolario Treccani, lo sconforto è uno stato di grave avvilimento, di profondo abbattimento morale, conseguente a evento spiacevole, a insuccessi, a gravi preoccupazioni, a stati di depressione psichica. Mi sembrava una parola adatta a descrivere lo stato emotivo di Imade. Probabilmente non è la parola migliore che potessi usare. Ti ringrazio per avermi tirato le orecchie e ti chiedo di perdonarmi.
05/01/2017 at 20:49
Dai… Per favore… Addirittura tiri fuori Trecani!
Le parole acquisiscono significato dentro uno specifico contesto e, in questo caso, quella che hai usato non è assolutamente appropriata per drescrivere il dolore del corpo e dell’anima provocato dalla violenza.
Ovviamente sei perdonato 🙂
05/01/2017 at 18:11
Bel capitolo… anche se, dato l’argomento, forse non è il termine più corretto…
Lo stile asciutto rende tutto più “duro”, reale… ho apprezzato di più anche il passato prossimo.
Non c’è una parola di troppo ma sopratutto non c’è retorica, bravo.
Deriva interminabile….
06/01/2017 at 16:02
Ciao Gabriele.
Grazie per aver apprezzato, mi sono sforzato di scrivere proprio con questi obiettivi. Non è stato facile perché mi sono affezionato ai miei personaggi e ho dovuto far loro del male.
Grazie per il voto e alla prossima.
05/01/2017 at 17:55
Ecco, leggendo com’è andata forse era meglio votare per farla scappare :-/ non mi ero proprio immaginato che potesse andare in questo modo.
Per quanto riguarda questo capitolo invece ho votato “deriva interminabile”, mi sembra la più plausibile.
06/01/2017 at 15:57
Ciao Marco.
Non è stato facile per me scrivere questo episodio, perché sono molto affezionato ai miei personaggi e ho dovuto far loro del male.
Ma avrei dovuto comunque trovare il modo per stuprare Imade, anche se fossero scappate. Scritta così è brutta, lo so. Ma quando ho iniziato questa storia avevo purtroppo già deciso alcuni punti fissi.
Altri me li avete suggeriti voi e vi ringrazio.
Alla prossima.
05/01/2017 at 17:38
Credo che il naufragio sia la soluzione più probabile.
Capitolo intenso e scritto bene, al prossimo 😉
06/01/2017 at 15:50
Ciao Danio.
Grazie per il voto e per avere apprezzato ciò che ho scritto.
Alla prossima.
05/01/2017 at 16:10
Bel capitolo. Secco, efficace, molto coinvolgente.
Mi è piaciuta particolarmente questa frase:
‘Dalle casse si sentiva una musica allegra e vivace che batteva in controtempo con il suo cuore.’
Bravo e alla prossima.
Ciao
06/01/2017 at 15:49
Ciao Jaw.
Grazie. Non è stato facile e infatti mi sono preso diverse settimane di tempo per scrivere l’episodio. Sono molto affezionato ai miei personaggi e ho dovuto far loro del male, questa volta sul serio.
La frase che citi è una delle mie preferite, sono contento che sia piaciuta anche a te.
16/12/2016 at 11:35
Ciao Achillu 🙂
Io voto che resisterà.
Molto bello anche questo capitolo, forse più degli altri due. Riesco a sentire chiaramente le emozioni di Ewan, la sua stanchezza, l’affetto che prova per l’amica e il desiderio incrollabile di un futuro migliore. Bravo.
Alla prossima!
16/12/2016 at 17:23
Grazie TiaShe.
Alla prossima. Spero presto.
11/12/2016 at 16:15
Sono indeciso tra le opzioni perché sono tre strade percorribili. Anche la ribellione agli uomini armati, almeno intesa come ‘tentativo’, visto che fino a questo momento sono stati trattati in modo tutto sommato umano. Una lamentela, insomma.
Alla fine voto resisterà: è già molto lontana da casa, dove andrebbe cercando di fuggire.
Succede molto in questo capitolo e la realtà comincia a mostrarsi negli aspetti più duri. La parte che mi ha sorpreso di più: l’emancipazione sessuale delle due amiche, non me l’aspettavo.
Ciao a presto
11/12/2016 at 20:33
Ciao Jaw.
In Nigeria si scopa. Poi se una donna o una ragazza resta incinta e non è sposata sta nelle mani del futuro padre, che può anche rifiutarsi di mantenere lei è il figlio. Anche le donne sposate possono essere lasciate se il marito decide di mantenere un’altra donna se l’ha messa incinta. È assolutamente normale per una donna avere un paio di figli con un uomo e poi farsi mettere incinta da un altro uomo per farsi mantenere e dar da mangiare ai figli, se il primo uomo l’ha lasciata. Non so se per te questa è emancipazione sessuale 😉
Diciamo che non esiste il concetto di “compromissione” come ce l’abbiamo o l’avevamo in Europa. Ho provato a far trapelare qualcosa: ci sono bambini e mamme. E i padri? Probabilmente non c’erano. Se ce n’erano alcuni, i più anziani sono partiti con la prima carovana e i più giovani col minibus. Le mamme si arrangeranno a uscire dall’ospedale da campo.
Grazie per aver puntualizzato la cosa, mi ha fatto piacere tirar fuori un po’ di cultura familiare nigeriana. Alla prossima.
11/12/2016 at 14:19
Io penso che nonostante tutto re(si)sterà in attesa di ulteriori sviluppi. Per quanto terrorizzata dal rifugio e dalle guardie/aguzzini, scappare sola, di notte, nel caos libico non mi sembra preferibile. Mi piace il fatto che paura, speranza, ansia, incomprensione, disperazione traspirino in controluce delle azioni, senza bisogno di metafore o passaggi sentimentali da Libro Cuore.
Ciao
11/12/2016 at 20:12
Ciao Marezia.
Grazie mille, gentilissima. Diciamo che non pensavo di farla fuggire subito dopo, di notte, nel caso in cui dovesse vincere l’opzione. Non credo comunque che lei sia consapevole del caos che c’è fuori. Non spoilero altro.
Alla prossima.
11/12/2016 at 03:38
Complimenti, il terzo mi piace molto più degli altri due: gli imprevisti si susseguono a un ritmo incalzante e credo che anche questo aiuti a far emergere le emozioni di Ewan, in cui ora riesco a identificarmi meglio.
Chiedendo cosa farà la protagonista ci chiedi anche, almeno parzialmente, di decidere quanto debba essere spaventoso il racconto delle compagne: nella generale ignoranza di quasi tutto ciò che la circonda, ha pochi elementi utili a presumere quale sia l’opzione meno pericolosa, e quello è uno dei pochi. Io dico che prova a fuggire, magari con la sua amica.
Ciao, alla prossima
11/12/2016 at 20:00
Ciao Dejavu.
Grazie mille. Credo che i primi due episodi mi siano serviti per carburare. I vostri consigli, anche il tuo, mi stanno facendo rivedere il mio piano. Sto rielaborando la trama, vediamo cosa verrà fuori.
Alla prossima.
10/12/2016 at 13:41
Ciao Achillu,
complimenti per la scelta di affrontare un tema così complesso.
Ho letto nei commenti che conosci la cultura nigeriana, lo si percepisce leggendo, e nell’incipit ho trovato tante informazioni, ma poco Ewan…mentre il secondo e il terzo capitolo mi sono piaciuti di più da questo punto di vista… ma è questione di gusti personali…
Resterà in attesa dello sviluppo degli eventi…
10/12/2016 at 23:56
Ciao Gabriele e benvenuto. C’è anche chi ha trovato più asciutto il secondo episodio, in realtà credo di aver perso l’occasione di descrivere Ewan come una giovane che segue la folla, come se appartenere a un gregge potesse essere d’aiuto per vivere.
Anche tu come tanti altri hai letto “resterà” anziché “resisterà”, la questione mi incuriosisce.
Grazie mille e alla prossima.
10/12/2016 at 11:30
Uhm…se è sera/notte dove potrebbero andare due ragazze da sole in un posto come quello? Credo che la fuga sia da escludere. Voto per rimanere in attesa degli eventi.
Comunque è veramente incredibile come tutto sembra “improvvisato”, quasi come se riuscire a mettere in piedi qualcosa che sia anche solo in piccola parte organizzato sia impossibile. Il racconto è molto bello da leggere, ma pensare che queste situazioni esistono veramente…mi fa passare il sorriso ^_^
10/12/2016 at 23:49
Ciao MarcoG. Come ho scritto a qualcun altro, Ewan è privilegiata per il fatto di avere dei nomi. In molti si muovono senza sapere con chi avranno a che fare. Dalla Nigeria partono le corriere e l’unica informazione che hai è “Libia”, ma in realtà ti mollano ad Agadez e poi ti arrangi.
Trovo interessante che in molti avete letto “resterà” anziché “resisterà”.
Grazie e alla prossima.
10/12/2016 at 10:38
Tenterà di fuggire, mi sembra la scelta più logica.
Certo che questo viaggio è un vero e proprio incubo!
ciao e al prossimo 😉
10/12/2016 at 23:40
Ciao Danio. Il viaggio è un incubo eppure Ewan è privilegiata, abbiamo visto che aveva tutta una lista di nomi da contattare, ma in pochi in realtà ce l’hanno e la maggior parte dei migranti sono al completo sbaraglio e in balia di gente potenzialmente senza scrupoli. Prova a immaginare, se puoi.
Grazie per il commento e alla prossima.
10/12/2016 at 09:20
Episodio molto scorrevole. Si percepisce l’atmosfera di tensione e che nulla è quello che sembra.
Cos’era successo alle donne che piangevano?
Ewan resta in attesa dello sviluppo degli eventi… perché, al momento, da sole e senza armi cosa potranno fare?
ciaoooo 🙂
10/12/2016 at 23:29
Ciao Maria. Spero di aver tirato fuori qualcosa dalla protagonista, questa volta. Ho cercato di focalizzarmi un po’ di più su di lei, visto che avevo spazio in questo episodio di collegamento. Il prossimo capitolo si aprirà con il racconto delle giovani.
Ho notato che in molti leggete “resterà” anziché “resisterà”. Grazie e alla prossima.
09/12/2016 at 16:53
Tenterà di nascosto di fuggire dal dormitorio… penso che Ewan si stia rendendo conto che il viaggio non andrà nel modo sperato e la fuga resta l’unico modo per salvarsi.
“Ewan socchiudeva gli occhi ad ogni “grazie, Signore”; si sentiva in debito con Dio per la vita e per la serenità che le aveva donato”, sentirsi in debito con Dio, per il semplice fatto di essere viva, evidenzia l’animo puro e sensibile di questa ragazza, ma soprattutto del valore che si dà alla vita. Mi è piaciuto, bravo.
A presto.
10/12/2016 at 23:23
Ciao Anna. Grazie per aver apprezzato. I nigeriani cristiani sono quasi tutti protestanti e vivono la religiosità in modo molto viscerale, ogni volta che senti “thank you Lord” lo vedi proprio nascere da dentro. Almeno questa è la mia impressione. Alla prossima.
05/12/2016 at 23:00
Ottimo secondo capitolo e anche le 3 scelte finali sono tutte e tre interessanti. Forse è la prima volta da quando sono su questo sito che vorrei vedere come prosegue la storia in tutte e tre le circostanze ^_^ però sono anche molto curioso di vedere come le cose si evolvono “da sole”, senza ulteriori digressioni, quindi voto “arriveranno alla destinazione prevista”.
Aggiungo infine i soliti complimenti ai dettagli: il fatto di sparpagliare le donne e i bambini è uno di quei piccoli appunti che da “corpo” al testo, quindi bravo bravo bravo.
06/12/2016 at 10:55
Ciao MarcoG. Grazie per aver apprezzato. In questo momento nessuna delle tre opzioni ha superato il 50% per cui sto pensando a un “mashup” delle due opzioni più votate.
Mi hai dato un ottimo consiglio, tra le righe; mescolato con i consigli che mi avete dato tutti, penso di aver individuato lo stile con cui proseguire il racconto. Grazie e alla prossima.
05/12/2016 at 15:35
Dico che sbaglieranno destinazione.
Ho letto un po’ di commenti sotto e, naturalmente, non sono d’accordo 🙂
Sono fermamente convinta che si debba scrivere di quello che almeno un po’ si conosce, ma non c’è nulla di male a scrivere di personaggi diversi da noi. Se no si finisce sempre per fare degli autoritratti.
Non sono d’accordo nemmeno sul lato “fredda cronaca”‘, secondo me dalle frasi asciutte e realistiche (mi piacciono molto i dettagli precisi: il cibo, la poca acqua, la distribuzione di donne e bambini) i pensieri, paure e emozioni di Ewan traspaiono. Soprattutto nell’ultima parte, quando non riesce a staccare gli occhi dai due morti. Secondo me le emozioni appaiono in controluce del tuo racconto, senza bisogno di scrivere panegirici sentimentali da diario segreto.
Mi piace.
05/12/2016 at 23:27
Grazie mille Marezia.
Mi rendo conto anch’io che non posso riempire un racconto di Achilli e Achille. A meno che non si faccia come in Inside Out e riuscire a creare diversi personaggi ma con una caratteristica principale predominante.
Insomma in tanti mi incoraggiate a fare il cronista a modo mio, grazie. Vedremo cosa ne verrà fuori.
Ciao ciao.
05/12/2016 at 08:01
Saranno intercettati.
Ciao Achillu,
Qui su TI, anche se non siamo molti, parliamo molto. Spesso ripetiamo le stesse cose e perdiamo un’occasione per essere più utili all’autore. È uno dei motivi per cui leggo i commenti degli altri, per capire cosa è stato già detto e cosa invece manca o non è abbaatanza sottolineato. Ti dico la mia opinione: in poche parole ci immergi in una situazione a noi estranea e si capisce immediatamente che non è costruita, che rispecchia qualcosa che conosci. Ce la delinei con pochi tratti, ad esempio quando osservi che ‘urlare’ è un po’ una caratteristica dei nigerini. Non è facile e tu ci riesci.
Bravo.
Una parte del capitolo che mi è piaciuta molto è il finale: la tragica scoperta e il gesto di umanità, seppure scarno e secco come i corpi morti, da parte degli autisti. Bello, empatico e inaspettato da gente dipinta genericamente come spietata. Reso con poche parole, forse ‘di cronaca’, certo, ma hai presente Oriana Fallaci? Una cronista che coinvolgeva profondamente 🙂
Complimenti anche per come affronti le critiche, mi piace chi si mette in discussione.
Ciao ciao
05/12/2016 at 23:11
Ciao Moneta.
Sì, ho presente Oriana Fallaci, a volte anche troppo pesante come cronaca ma certamente coinvolgente sotto altri punti di vista e soprattutto quando era ispirata. Potrei effettivamente cercare di ispirarmi a lei come stile, la metto in lista di rilettura.
Grazie per i complimenti. Giusto per precisare: nigerino è l’aggettivo antropico del Niger mentre nigeriano è l’antropico della Nigeria. Forse ho tratteggiato di più Mahamadou che Ewan in questo episodio.
Anche in alcuni dei prossimi episodi Ewan sarà spettatrice. Inconsapevolmente, mi rendo conto ora che forse ho scelto Ewan come scusa per raccontare altro.
Di TI mi piace moltissimo l’interazione tra gli autori. Manca forse un apporto critico da parte di lettori e basta, ma già aiutarsi tra autori secondo me è un valore da non sottovalutare. Ascoltare tutti e poi decidere con la propria testa. Vedrò di utilizzare un prossimo episodio per dare comunque spessore alla protagonista.
04/12/2016 at 18:12
Sbaglieranno destinazione…
La storia, raccontata attraverso gli occhi di Ewan, appare decisamente realistica. I suoi occhi, fissi su quei due uomini morti, hanno ipnotizzato anche me; magari la prima persona sarebbe stata più indicata, avrebbe calato maggiormente il lettore nel racconto, consentendogli di provare le sue stesse emozioni, ma molto dipende anche dal tipo di trama che hai in mente e dall’importanza o meno che attribuirai agli altri personaggi. TI è un ottimo banco di prova, leggiamo e commentiamo per esserci utili a vicenda, quindi non ti demoralizzare.
Alla prossima.
05/12/2016 at 17:11
Ciao Anna.
Grazie per l’incoraggiamento ^_^
Non me la sono sentita di usare la prima persona. Per diversi motivi, il principale è che sono consapevole del fatto di essere un filtro non indifferente nel raccontare questa storia. Ho provato a scrivere in prima persona femminile, rileggendomi non mi trovo credibile! In prima persona femminile nigeriana men che meno. Quindi niente. Non mi demoralizzo, stringo i denti, cerco di dare un po’ di spessore alla nostra protagonista (che è già magra magra di suo) e faccio tesoro di tutti i suggerimenti. Anche se mi infastidiscono 🙂
Alla prossima.
04/12/2016 at 12:18
Sbagliano destinazione. Condivido le osservazioni di Jaw e aggiungo un ulteriore personale parere 🙂
Mi è stato detto (non qui) che scrivendo parliamo di noi stessi: con enormi margini di deformazione, ma si parte sempre e comunque dal carattere di chi sta scrivendo, e tutti per quanto bravi hanno il loro limite (io sinceramente non mi sforzo granché di trasformarmi, lo trovo faticoso). Una personalità fascio-nazi-stalinista non credo sarebbe molto capace di scrivere racconti con protagonista Socrate. Venendo al punto, non conosco le occasioni passate in cui ti hanno fatto notare questa difficoltà, ma immedesimarti in una donna nigeriana e renderla al pubblico mi sembra davvero complesso. Forse dovresti partire da racconti che ti permettano una più semplice “traduzione” da te stesso al personaggio di cui scrivi.
Precisiamo che è un’impressione da dilettante come chiunque altro, non ho nessuna formazione al riguardo :). Comunque vediamo come prosegue, anche uno stile più da cronaca non compromette il fascino di un racconto, se il contenuto è interessante e l’esposizione è scorrevole 😉
05/12/2016 at 01:01
Ciao Dejavu.
Quindi la risposta che ho dato a Jaw vale anche per te 😉
Mi rendo conto che in alcuni racconti che ho scritto alcuni personaggi sono indistinguibili, non solo perché non riesco a dar loro il giusto spessore, ma anche perché entrambi riflettono molto del mio carattere. Se posso aggiungere una mia riflessione personale, io cerco sempre intorno a me delle persone che assomiglino al personaggio che vorrei tratteggiare. Per Ewan ho pensato proprio a mia moglie, ma non com’è adesso bensì com’era 18 anni fa. La difficoltà grossa è liberarsi dal filtro e cogliere i tratti salienti delle persone che ti circondano, soprattutto quelli che le caratterizzano. Magari caricaturandoli. Ecco, non dico che ci sto riuscendo, però è un obiettivo a cui ambisco.
Grazie per il voto e il commento.
03/12/2016 at 23:59
Ciao!
Una volta mi è capitato di sentire personalmente il racconto di un ragazzo che aveva affrontato un viaggio simile. Attraversare il deserto non è per niente facile. L’acqua è poca e bisogna stare attenti a non cadere. Sono situazioni drammatiche e difficili, esattamente come quelle che hai descritto tu.
Voto che arriveranno alla destinazione prevista. Vediamo come se la caverà la nostra Ewan.
A presto!
05/12/2016 at 00:43
Ciao TiaShe.
Ne ho sentiti abbastanza anch’io e non è un bel sentire, purtroppo. Poi non hai idea di un altro fattore, che coinvolge le persone che restano a casa. Sai quando il tuo parente o amico parte, ma non sai quando arriva. Ti saluta con un messaggio dalla Nigeria e poi passano settimane intere prima che arrivi un messaggio con prefisso della Libia. A noi è sempre arrivato, per fortuna. Ma ho letto da qualche parte che nel deserto del Niger ne sono rimasti tanti quanti ne sono rimasti nel Mediterraneo.
Grazie per il voto e il commento.
03/12/2016 at 18:32
Arrivano a destinazione.
Ciao Achillu.
Appare del tutto evidente che conosci perfettamente ciò di cui scrivi. Leggendo i commenti sotto vedo che in un certo senso hai un punto di osservazione ‘privilegiato’, se si può usare questo termine in un contesto così poco allegro.
Questo secondo capitolo mi ha lasciato un po’ spiazzato: utilizzare il passato prossimo nella narrazione, a mio sindacabilissimo parere, trasforma un po’ il ‘sapore’ di ciò che scrivi, avvicinandolo ad una sorta di cronaca. Non è solo questo, in realtà: anche il modo in cui riporti fatti e situazioni mi pare un po’ asciutto e impersonale. In questo mi sento di condividere il commento di maria: mi riesce difficile immedesimarmi con la protagonista, mi sembra che la sua natura, i suoi pensieri, siano mediati da un cronista che riporta i fatti della sua vita.
Le mie sono ovviamente opinioni personali, giusto quelle mi posso permettere 🙂 , te le manifesto perché ritengo che sia utile confrontarci tra noi, discutere.
Ciao a presto
05/12/2016 at 00:25
Ciao Jaw.
La mancanza di spessore dei miei personaggi purtroppo è una costante. Forse avrei potuto giocarmi meglio alcune frasi, come ho già scritto a Maria.
Consecutio: potevo scegliere tra narrazione principale al passato con flashback al trapassato oppure narrazione al presente con flashback al passato. Ho scelto la seconda strada, e sinceramente il passato remoto non mi convince per il fatto che il flashback terminerà proprio con Ewan che perde i sensi. A questo punto credo che ci vorrebbe l’opinione di un editor professionista.
Mia moglie è nigeriana di etnia Edo e per tratteggiare la figura di Ewan ho pensato a lei, anche se non è una ragazza del villaggio. Ma Benin City nel 1998 era quasi come un villaggio del 2010, solo un po’ più grande. Poi lei è arrivata in Italia con l’aereo. Gli episodi che ho raccolto vengono dalle testimonianze di amici che ce l’hanno fatta. Solo per un paio di episodi mi sono ispirato alla cronaca, cercando di immaginare la reazione della comunità nigeriana che, come puoi immaginare, conosco abbastanza.
Grazie mille per il tuo commento, mi fa molto piacere.
03/12/2016 at 18:14
Movimentiamo un po il racconto e facciamogli incontrare dei guerriglieri.
Ciao e al prossimo.
03/12/2016 at 21:36
Ciao Danio. Niente è scontato, potrebbe essere la possibilità meno movimentata? Chissà. Grazie per essere ripassato.
03/12/2016 at 16:34
Durante il viaggio hanno condiviso le loro storie… Sono rimasta in attesa…
Leggendo questo capitolo ho confermato la sensazione avuta con la lettura dell’incipit ossia, che tu conosca bene l’argomento delicato che descrivi. Quello che manca, opinione personalissima s’intende, è “l’anima” dei protagonisti. Dove sono i sentimenti e le emozioni che danno volume, spessore e profondità alle descrizioni? 🙂
Ciao
03/12/2016 at 20:39
Ciao Maria e bentornata. Non immagini quanto mi infastidisce leggere il tuo commento, ma non perché me l’hai scritto tu! Me lo dicono in tantissimi e mi infastidisce il fatto che, nonostante tutti i miei sforzi per migliorare, continuate in tantissimi a scrivermelo 🙁 Significa che non ho ancora imparato. Forse sono un caso disperato?
Sarebbe forse bastato invertire qualche frase per far capire che Ewan, ragazza del villaggio, si limitava a copiare o adeguarsi a quello che succedeva intorno a lei. Mi dispiace.
Spero di migliorare per il prossimo episodio.
02/12/2016 at 21:45
Una giovane come lei.
Non dici nulla su come Ewan e il fratello abbiano conosciuto Alberto, perciò neppure sul perché lui sia così generoso e voglia sposarla. Aggiungiamo che di certo un italiano sa in che condizioni si raggiunge (o non si raggiunge) clandestinamente l’Italia passando dalla Libia… ma davvero c’è ancora chi intraprende un tale viaggio senza sapere cosa l’aspetta?
03/12/2016 at 07:42
Ciao Dejavu e grazie per il commento.
Il racconto è dal punto di vista di Ewan. Suo fratello gli presenta lo straniero e non sa come si sono conosciuti. Eccetera, probabilmente hai notato anche che Alberto ha manifestato il suo interesse per il matrimonio ad Abuja e non al villaggio.
Quanto alla tua ultima domanda: la risposta è nelle decine di migliaia di persone che purtroppo ancora oggi, ogni anno, affrontano questo viaggio. Ti assicuro che io e mia moglie facciamo veramente fatica a convincere amici e parenti a non attraversare quel maledetto deserto! Con i parenti ci siamo anche riusciti. Un paio di amici purtroppo non ci hanno ascoltati.
Tra l’altro, adesso la situazione è pure peggio di cinque o sei anni fa.
01/12/2016 at 16:50
Una giovane donna come lei…
“Ewan”, il titolo che hai scelto per il tuo racconto è, a mio avviso, un elemento importante, significa che stai puntando tutto sulla protagonista. Affronteremo questo viaggio lungo e pericoloso attraverso i suoi occhi, i suoi pensieri e le sue emozioni. Ti seguo volentieri, a presto.
03/12/2016 at 07:28
Grazie mille per il commento, che è anche un suggerimento. Mi sono trovato in un impasse durante lo svolgimento del secondo episodio e ne sono uscito grazie al tuo commento. Chiedo scusa per il ritardo, ma ho avuto bimbe e moglie malate in questi giorni. Avrei voluto pubblicare venerdì, ma arriverò lunedì nel pomeriggio o martedì mattina 🙁
30/11/2016 at 16:53
Sarebbe troppo scontato dire un uomo, per cui ho votato per una giovane donna.
Buon incipit, seguo volentieri, a presto 😉
30/11/2016 at 22:01
Ciao Danio e grazie per aver apprezzato. In realtà nessuna delle tre opzioni è scontata, nella mia traccia ideale. Se vincesse “un uomo” avrei la difficoltà di dargli un nome e un ruolo da guest star per l’episodio. Se vincesse una delle due donne l’uomo comparirebbe lo stesso, ma sarebbe una comparsa senza nome.
Ho già in mente le domande per il prossimo episodio, lì sì che metterò il racconto a rischio di deragliamento! Non anticipo altro. Alla prossima.
27/11/2016 at 08:11
Voto una giovane donna come lei, magari così riuscirà ad aprirsi più facilmente per poter parlare vista la paura del viaggio che sta per affrontare. Dal modo in cui racconti sembra che tu sia preparato sull’argomento, quindi sarà un modo per sapere anche cosa prova chi sta dall’altra parte della barricata. Ti seguo volentieri perché mi piace il tema del racconto
28/11/2016 at 14:14
Ciao Ilariajo. Grazie per la fiducia. Mi sono preparato, spero a sufficienza; ma credo che sia inevitabile il filtro del mio occhio europeo nel raccontare questa storia. Alla prossima.
26/11/2016 at 09:50
Eccomi qua.
Ho scelto una giovane. Penso che sia il tipo di persone con cui le sarebbe più naturale familiarizzarsi.
Solo due appunti: non capisco quel trapassato all’inizio perché quando suo fratello le aveva presentato e non quando le presentò? Io avrei optato per un semplice passato remoto: è un’azione puntuale presentare qualcuno.
Poi le e dopo la virgola, me le hanno troppo spesso rimproverate perché non lo faccia anche con te: è una ridondanza, o la virgola o la e, usarle insieme deve restare un’eccezione.
Sul contenuto: è strano leggere l’incipit di un racconto che si è già letto in stesura completa, ho trovato che l’incipit contiene molte informazioni e molte cose, io lo avrei interrotto prima. Mi sarei soffermata di più sull’incontro, sul piacere di Ewan di tute queste cose nuove di cui può approfittare grazie allo straniero. Ma forse hai deciso di fare continuare la storia ben oltre il finale originale e allora non c’era spazio per restare troppo in Nigeria.
Sarò felice di leggerti, avevo già apprezzato il tuo racconto, personalmente lo avrei selezionato tra i dieci per l’antologia ma comincio a pensare che i miei gusti e quelli delle giurie di M. non concordino 🙂
28/11/2016 at 10:52
Specifichiamo che “giurie di M.” non è una parolaccia, ma è l’iniziale del nome della piattaforma su cui ci siamo conosciuti 😉
Ciao Befana Profana, o posso chiamarti col tuo vero nome? 😉
Allora: in prima stesura il racconto parte al passato (Mentre Ewan soffocava) e poi c’è il flashback. In quel caso avrei dovuto usare il trapassato prossimo per tutto il flashback, ma in realtà ho virato quasi subito al passato remoto – che è sbagliato, forse questo errore ha condizionato la giuria. Confesso che ultimamente ho grossi problemi con la consecutio.
In questa stesura ho preferito partire al presente, ma mi sono già pentito. Intanto mi son dimenticato di correggere il trapassato, grazie per essertene accorta. Ma poi temo che usare il passato remoto per raccontare “gli ultimi mesi” sia un eccesso di zelo. Forse sarebbe stato più indicato il passato prossimo. Non so. Tu hai suggerimenti?
Mi sono fatto la scaletta sui dieci episodi da raccontare, sempre che il gioco di The Incipit non mi faccia deragliare troppo dalla traccia che intendo seguire. Il racconto non dovrebbe terminare al momento in cui termina il flashback, solo che in prima stesura sono stato costretto dalle 9000 battute a farlo terminare lì. Adesso vedrai che il viaggio nel deserto avrà un respiro più ampio, spero che apprezzerai.
29/11/2016 at 15:15
Sì, giuria di M era un’abbreviazione non un’ingiuria! XD
Puoi chiamarmi come vuoi, il mio nome è nel profilo, non un segreto oscuro 🙂
Non so se il passato prossimo sarebbe più corretto, qui rischia di mangiare molti caratteri, secondo me il remoto può andare.
Sul fatto di implementare la possibilità di correggersi, non ci conterei, ma non importa, le correzioni si possono fare nella propria versione finale.
Ciao
25/11/2016 at 23:22
Un uomo.
Ciao Achillu, benvenuto.
Il tuo incipit è scorrevole e molto lineare: dà l’impressione che tu abbia le idee molto chiare su come dovrà svilupparsi la tua storia. Si intuisce un notevole lavoro in background che riesce a rappresentare bene una società e una cultura distante da noi.
Mi permetto un appunto di punteggiatura: in più di un’occasione associ la virgola o il punto ad una successiva ‘e’ congiunzione. A mio parere è preferibile non abusarne. Non so, forse vuoi rendere meglio un tono ‘discorsivo’, ma mi pare inopportuno utilizzarlo per la voce narrante.
Ciao ciao
26/11/2016 at 20:34
Ciao Moneta. Maschio, giusto?
La punteggiatura di solito la correggo successivamente. Spero che The Incipit implementi presto la possibilità di correggere gli episodi anche dopo la pubblicazione, perché è impossibile pubblicare un episodio pulito. Soprattutto tu e gli altri lettori mi fate notare cose che vorrei correggere subito. Ma non posso.
Spero che la lettura continui lineare come l’incipit. Ciao.
28/11/2016 at 10:34
E grazie per il benvenuto e i consigli.
03/12/2016 at 07:13
No, femmina. Scusa, avevo interpretato male un participio passato che hai declinato al maschile riferendoti a te stessa.
25/11/2016 at 21:19
Ciao
Incipit scorrevole, argomento di attualità.
Le tue parole si muovono come in un mare apparentemente calmo, in cui già si intravvedono i segni della burrasca in arrivo.
Staremo a vedere…
26/11/2016 at 17:17
Ciao Maria. Grazie per il commento. Spero di essere altrettanto capace nel muovere le parole anche nella burrasca, come l’hai chiamata tu.
25/11/2016 at 20:35
Un uomo.
Toh! Achillu! Indovina chi sono? 😉
Benvenuto!
Qui l’interazione tra autori è molto stretta, penso che ti piacerà, si ricevono un sacco di ottimi consigli.
Proverò a darti le mie impressioni dal secondo capitolo in poi, sono curioso di vedere come riusciremo a farti deragliare la storia.
Ciao a presto
25/11/2016 at 23:35
Ciao Jaw. Felice di trovarti anche qui. Hai letto la prima versione di Ewan, quindi sai già qualcosa. Credo che la storia avesse bisogno di un respiro più ampio rispetto alle 9000 battute a cui l’avevo costretta. Soprattutto qui riuscirò a darle il finale che avevo immaginato. Attendo di conoscere le tue impressioni.
La piattaforma è davvero interessante. Mi chiedo solo se sia possibile correggere eventuali refusi o errori dopo la pubblicazione.
25/11/2016 at 23:51
Ti tolgo subito il dubbio: NO.
L’unico testo che puoi cambiare liberamente è la biografia, gustosamente paradossale.
Per il resto, gli errori rimangono in eterno. So di casi in cui contattando la redazione viene permesso di modificare qualcosa, ma io non ci ho mai neppure provato, non so quanto siano disponibili e se sono contemplati casi particolari.
Non mi meraviglierei se la storia prendesse una piega che ancora non immagini: appena approdato qui sottovalutavo il potere che hanno i lettori di stimolare nuove idee o fartele cambiare. Le tre opzioni forse non sono neanche lo strumento più importante da questo punto di vista: contano di più le impressioni che ti scrivono.
Ciao a presto
25/11/2016 at 19:37
Immagino ti sia ben documentato a riguardo dell’argomento di cui scrivi, quindi visto che io invece ne so poco ti seguo ben volentieri.
Voto “una giovane donna come lei”, insieme si possono superare meglio eventuali momenti difficili!
25/11/2016 at 23:26
Ciao. Grazie per aver sottolineato il punto. Documentarsi è importante, ma non è come vivere in prima persona i fatti. Ho raccolto testimonianze di prima mano, perché ho un punto di vista privilegiato, frequentando la comunità nigeriana. Ma il racconto sarà filtrato con la mia sensibilità, che è europea e a volte distante dalla cultura che vorrei raccontare. Chi ha già letto le bozze del racconto me l’ha fatto notare. Spero che, nonostante il filtro, la storia di Ewan risulti comunque credibile. Alla prossima.
25/11/2016 at 18:48
Voto “una giovane donna come lei”.
Incipit interessante e ben scritto.
Seguo, curiosa di scoprire altro su Ewan e su questo difficile viaggio che dovrà affrontare.
Alla prossima!
25/11/2016 at 23:06
Ciao e grazie per essere la prima a commentare. Spero di non deludere la tua curiosità.