Dove eravamo rimasti?
Francesca, in cima alla montagna
Esistono davvero poche cose che possono soddisfare pienamente e spiritualmente un essere umano. Questo perché, in quanto creatura fondamentalmente complessa, esso ha bisogno di particolari stimoli.
Uno tra questi è sicuramente il viaggiare. C’è chi dice che la cosa più bella sia viaggiare in compagnia. Come dargli torto? ” Condividere i dolori e moltiplicare le gioie” su questo si basa l’ “idilliaca” società umana.
Eppure la verità è che non è sempre il modo giusto per viaggiare. Alle volte sarebbe meglio partire da soli. Solo da soli si possono apprezzare certe cose e solo da soli la propria mente seguirà le giuste rotaie.
Ecco perché Francesca era lì quel giorno ad aspettare un treno. Non sapeva dove sarebbe andata, aveva solo preso il primo treno verso una stazione che avesse il nome più interessante. L’unica cosa che sapeva era che sarebbe stata in giro un mese. Quello che sarebbe successo lì non erano affari suoi, o meglio, non rientrava nei suoi piani.
Il treno stava per arrivare, controllò per l’ultima volta di avere tutto e poi compì l’ultimo gesto che si era prefissata. Prese in mano il cellulare, rimosse e cambiò la sim e buttò via quell’altra. Aveva infatti deciso che non voleva essere assolutamente disturbata. Il nuovo numero lo aveva dato a pochissime persone e alla sua migliore amica Laura, con la solenne promessa che avrebbe usato quel nuovo numero solo in caso di assoluta necessità e a malincuore l’amica aveva accettato. Francesca era sempre stata sicura di avere in lei una stupenda amica e questo le dava la conferma a dispetto di quello che potevano dire certe persone.
Poi respirò a pieni polmoni, ora era libera. Aveva finito tutto quello che doveva fare e si era lasciata con il suo ragazzo. Non aveva più nessun “ostacolo” davanti a sé, poteva tranquillamente cercare la sua strada e sperava che questo viaggio l’avrebbe portata più vicina alla meta.
Al solo pensare al suo ex le venne da abbozzare un sorriso. Un sorriso quasi maligno seguito subito dopo da un pensiero altrettanto crudele, quanto veritiero: “Tutto sommato ho fatto bene, non provavo più niente per lui. Era inutile continuare un rapporto finito”.
Fu così che arrivò e partì il primo treno verso una città qualsiasi, con a bordo una ragazza che voleva cercare la propria strada alla fine si era fatta portatrice di una delle frasi standard del suo ex :
***
“I tuoi sogni nascono dai cadaveri di quelli altrui”.
L’Osservatore non poteva fare a meno di sorridere di fronte alle persone che si fregiavano con quella frase. Le distinguevi assolutamente dalle altre nel bene e nel male. Se ci rimanevi sotto poi eri senza speranza. Non avrebbero mai capito le cose in un modo diverso dal loro. Il mondo per quanto lo negassero funzionava con le loro regole. Questo non era necessariamente una cosa cattiva, bensì un pensiero quasi adorabile anziché arrogante. Infatti quella ragazza sicuramente non pensava di essere così e di pensarla così e se lo avesse mai realizzato avrebbe provato con tutta sé stessa a negare. Era troppo buona per accettarlo. Quando lo avrebbe fatto, solo lì si sarebbe scoperto sa del bozzolo sarebbe uscito il più bel angelo o il più crudele diavolo. Solo il tempo avrebbe potuto dirlo.
Quando la ragazza salì sul treno l’Osservatore si mise a ridere. Attaccato allo zaino che si portava dietro aveva una collana. Non sembrava sicuramente sua, poteva essere solo di una persona. Un memento di un tempo passato che non se ne sarebbe andato così facilmente come pensava lei. Era sempre così alla fine, i coltelli della vita sono fatti di ghiaccio, feriscono in entrambi i sensi.
Ora era tempo di osservare qualcun altro
chi verrà osservato ora?
- la famiglia (100%)
- la coppia che litiga (0%)
- la coppia felice (0%)

05/11/2016 at 09:01
Ciao Francesco
Ho letto i tuoi due capitoli.
L’idea dell’incipit mi sembra buona, osservare gli altri oltre a farci conoscere il diverso da noi, spesso porta ad una riflessione importante su se stesso. Diciamo che gli altri ci fanno da specchio, in senso positivo s’intende. Meglio ancora se nel descriverli usi “Show, don’t tell”.
Tuttavia, se permetti un suggerimento, alcuni aspetti andrebbero più curati: refusi vari, termini che si ripetono appesantendo il testo, rendendolo poco scorrevole (ad es. interessante, persona/persone/oramai).
Ciaooooo .-)
PS voto la ragazza