“Spiega a un ipotetico alieno che cosa è successo qui”
Caro ipotetico alieno,
nell’aprile 2024 sembrava che l’ultimo avanzo di Guerra Fredda stesse per sparire.
Tra i maggiori funzionari della Corea del Nord era ormai diffuso lo scetticismo verso il Partito. Mentre il resto del mondo aveva sempre più l’aspetto di un’unica società, collegata dal web e dai voli low cost, i figli della classe dirigente nordcoreana erano confinati su un altro pianeta, angusto, arretrato e ridicolo. E qualcuno aveva cominciato a fare qualcosa.
Gli hacker erano sempre più aggressivi, sia dall’interno che dall’estero, e i social network sudcoreani avevano aperto brecce nel pensiero unico dei vicini. Le voci si diffondevano anche tra la popolazione più umile, e nel 2024 la Corea del Nord era ormai come l’URSS degli anni ’80: alla pravda non credeva più nessuno.
Il mondo comunque si stupì quando a Pyongyang prese forma la prima, enorme nonché ultima contestazione politica nordcoreana. USA e Giappone riproposero il modello delle due Germanie offrendo sostegno economico a una riunificazione-annessione con Seul, ma Cina e Russia minacciarono guerra: non avrebbero mai tollerato un avvicinamento delle basi missilistiche americane. Intanto però le truppe di Pechino, sempre più numerose presso il confine, procuravano a Washington gli stessi timori: se la superpotenza asiatica credeva di poter sconfinare impunemente aveva capito male, quali che fossero le eventuali richieste di aiuto dal governo di Pyongyang.
Governo che aveva preso tuttavia ben altre decisioni. La capitale e i manifestanti furono annientati da un’esplosione nucleare. Nelle intenzioni del dittatore e dei suoi fedeli ciò avrebbe dovuto annichilire sia le velleità dei dissidenti residui che quelle delle potenze straniere, ma non andò così. Anzi le conseguenze di quell’esplosione furono le stesse dell’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando, con la differenza che ai suoi tempi l’umanità non aveva ancora l’attrezzatura adatta al suicidio collettivo.
Non ci arrivammo neppure centodieci anni dopo, altrimenti non sarei qui a raccontarlo nel 2826. Sono un essere umano, o almeno un discendente di quella razza: un Homo insipiens asper, come ci chiamiamo adesso. Homo insipiens è come abbiamo ribattezzato l’Homo sapiens, senza asper fino alla Catastrofe, che rese il mondo duro e selvaggio come mai prima di allora. Dal punto di vista storiografico, chiamiamo anteriori gli insipiens pre-Catastrofe, mentre noi ci definiamo posteriori. A sua volta l’età posteriore ha varie suddivisioni, ci tornerò se avrò tempo.
Dopo la distruzione di Pyongyang i governi di tutti i paesi sparirono in chissà quali bunker, dirigendo le operazioni da lì. In quell’epoca di iperconnessione era facile. Con le presidenziali americane a novembre, per il partito alla Casa Bianca (disabitata, volendo puntualizzare) non era il momento di apparire debole in politica estera. Ma soprattutto, sia il blocco filo-americano che quello capeggiato dalla Cina vedevano nei fatti coreani un irripetibile casus belli. Da sfruttare per ridisegnare il mondo a proprio favore.
Stavolta la nostra specie mancò di un nulla l’estinzione. In circa cent’anni da una popolazione di otto miliardi raggiungemmo il minimo storico di due milioni di individui, una cifra da preistoria. Preistoria che un po’ tutti dovettero di nuovo attraversare. E ancora oggi, memori di essa e delle capacità di sopravvivenza perdute dall’uomo nel tempo, capacità che abbiamo dovuto riacquistare e che vogliamo mantenere, conserviamo norme di selezione giovanile che gli anteriori definirebbero disumane. Ricordano vagamente quelle dell’antica Sparta, ma le nostre sono molto più ferine, anche per metterci in testa che siamo animali come gli altri. Ecco una delle principali differenze tra gli anteriori e noi posteriori: noi veniamo allenati a non pensare alla morte. Dai due ai tredici anni passiamo buona parte del tempo a uccidere nostri coetanei e e bestie selvatiche, a difenderci da loro e dalle bestie selvatiche. A quell’età è routine per noi non sapere se arriveremo al giorno successivo. Non sperimentiamo nessun’altra mentalità prima che questa diventi automatica.
Con la fine della nona classe finisce la selezione e comincia una vita tranquilla. Molto meno eccitante, a giudicare da come mi sono sentito quest’anno.
«Ciao Tess, che ho scritto di interessante?» Torno a casa dalla partita di calcio e vedo che mia sorella maggiore ha aperto la scatola della mia carriera scolastica. È assorta nella lettura di qualcosa.
«Il tuo tema di ammissione all’undicesima classe. È ancora così deludente il confronto tra quella vita e questa?»
«No, mi sono quasi abituato. Sono in tredicesima, ho scritto quel tema quasi tre anni fa. L’adrenalina della selezione mi mancherà sempre, ma ho anche scoperto il bello di tutto il resto. Uno studio molto meno superficiale. Lo sport, che in decima è limitato per il rischio violenza. Le cheerleader. Il futuro: non pensare mai al futuro era rilassante, ma pensarci è qualcosa di meglio»
Mia sorella:
- Lavora alla luce del sole per il governo (e forse in segreto per un movimento antigovernativo) (67%)
- Lavora in segreto per il governo (17%)
- Lavora in segreto per un movimento antigovernativo (17%)

19/03/2017 at 19:13
Ciao e bentornato. Ho dato una rilettura ai capitoli precedenti, prima di leggere l’ultimo. Scrivi proprio bene e in modo molto scorrevole e questo facilita la lattura per questo racconto così pieno di informazioni. Secondo me il tizio nell’armadio è stato inviato per spiare 😉
A presto.
10/03/2017 at 15:24
Ciao dejavu.
Mi sono imbattuto solo adesso nelle tua storia e, dopo un’occhiata all’incipit del “mondo post-apocalittico”, non ho perso tempo e ho iniziato subito a recuperare gli ultimi 5 episodi.
Il primo mi è piaciuto davvero molto! Trovo davvero apprezzabili le cronache ben studiate e dettagliate, hai fatto un’ottimo lavoro di analisi e di astrazione storico-politica, i miei complimenti!
Gli altri episodi mi intrigano…a tratti pensavo di leggere qualcosa di un mondo alla “Horizon ZD”, ad altri più verso “il pianeta delle scimmie” o Hunger games. Comunque sia, mi è piaciuto 😉 Voto “Il tizio è stato mandato a spiare”
Attendo con ottimismo il prossimo episodio!
05/03/2017 at 17:57
È stato mandato.
Ho perso un po’ il filo, lo ammetto.
Ho impressioni contrastanti: il capitolo è scritto bene e scorrevole, ma ho l’impressione che rimandi ancora lo svolgimento vero e proprio dell’azione. Insomma, sembra ancora informativo, preparatorio a qualcosa che ha sempre meno spazio per svilupparsi.
Boh, poi questa è la mia impressione, è sempre difficile commentare le storie quando sono ancora in corso.
Ciao!
05/03/2017 at 18:09
Ecco,mentre rispondevo a Befana è arrivato il tuo commento, credo che lì ci sia anche la risposta al tuo. Sostanzialmente sì, la tua impressione è giusta. Ciao ciao
04/03/2017 at 20:37
Ciao Dejavu,
hai mantenuto la parola.
È passato solo un mese e mezzo dall’ultimo episodio non due come avevo pronosticato.
Un tizio nell’armadio ha sempre il suo perché, ma in genere non è una spia. Almeno secondo me.
a presto?
04/03/2017 at 12:00
È passato tantissimo tempo!
Voto nessuna delle due.
La situazione sembra più ingarbugliata di quello che appariva 😉
Ciao 🙂
05/03/2017 at 18:20
Nella mia mente è molto più ingarbugliata di come sembra adesso ed è già a metà…
grazie del commento, ciao 🙂
04/03/2017 at 09:59
Nessuna delle due.
Ho trovato il capitolo particolarmente ben scritto, begli spunti: il governo, le comunità religiose o simili, il “libero” arbitrio, anche il finale a sorpresa. Ma lo mènerai alla rivolta aperta il tuo protagonista?
Però con mesi tra un episodio e l’altro è troppo difficile ricordare dove si era arrivati e nero più per i dettagli.
Ciao
P.S. Ma il racconto dell”anonimo è un’auto citazione ?
05/03/2017 at 17:59
Grazie dei complimenti e della puntuale presenza :). Non ho mai pensato di farne un racconto bene-contro-male, stile Hunger Games e mille altri che si scrivono dalla notte dei tempi (quindi non vorrei fare del protagonista un banale rivoltoso), ma non riuscendo a imporre un’altra trama l’inerzia va in quella direzione. L’idea che ho dall’inizio è molto “speculativa”(?), già ho paura di annoiare parlando di sistemi politici, figuriamoci di strambe ispirazioni neuro-meta-psico-fisiche :D. Quindi la introduco a piccole dosi, ma ci sono pur sempre i 5000 caratteri, certo potrei scrivere una seconda parte, il problema è che mi sto già stancando di questa…
Comunque sì, l’anonimo è il mio alter ego Pisolo ;). Ho abbandonato la sua storia perché quella porno aveva un maggior successo di pubblico, immagina scriverne due simultaneamente con i miei tempi 😀
P.S. “e nero più per i dettagli” ??
05/03/2017 at 19:30
Peccato, perché io preferivo il racconto di Pisolo, diciamo che almeno ora so dove voleva andare a parare la trama 🙂
Hai mai pensato che se non facessi passare mesi tra un capitolo e l’altro le tue storie non ti annoierebbero prima di arrivare a metà? O forse sì, chissà 🙂
Per il “nero più…” non so quale fosse il termine esatto, il senso era a maggior ragione, ancor più per i dettagli. Ma il t9 ha deciso altrimenti, nero più per i dettagli può avere il suo fascino, a discapito di avere un senso.
Ciao
31/01/2017 at 12:19
Ciao! ^_^ Perdona il ritardo!
Voto che vengono interrotti da una visita inaspettata!
Bravo, capitolo scorrevole. Quando ho letto di Chuck Norris ho riso tantissimo!
Alla prossima! 🙂
23/01/2017 at 12:56
Ritardissimo, dejavu, scusa!
Qualcuno riesce a calmare gli animi.
Il capitolo mi è piaciuto molto, mi sembra raccontato benissimo, molto espressivo e fantasioso. Mea culpa che avevo dimenticato di leggerti prima (visto? Non ho coniugato niente al femminile! 😀 )
Dalle mie parti Sanna è un cognome assai diffuso.
Ciao, alla prossima
24/01/2017 at 01:06
Ma non avevi detto che il vostro Onnipotente Creatore ha perso il controllo su di voi? Hai mangiato il frutto della conoscenza e adesso conosci il tuo lato femminile? Magari partorirai pure con dolore? 😀 Per me puoi anche restare Moneta. Anche perché avete modi diversi di commentare, perciò se commenti in qualità di Moneta… 🙂
20/01/2017 at 22:55
Qualcuno del gruppo calma gli animi.
Non ho capito se il protagonista vuole menar le mani perché ha nostalgia dell’epoca della selezione o cerca di arrivare allo scontro perché non sopporta l’ordine imperante. Forse un po’ entrambe le cose.
Le furie xxxl dovrebbero essere motivo di inquietudine? Nuovi sconvolgimenti ambientali in vista?
Alla prossima
P.S. Ma davvero Chuck Norris e tutta la sua iconografia satirica potrebbero essere tramandati nei secoli? Mio Dio, è forse il dettaglio più pessimista di tutto il tuo racconto ^^
24/01/2017 at 00:51
Entrambe le cose più una terza: il protagonista, per quanto ragionevole e democratico, ha un ego smisurato; fare i prepotenti con lui è pericoloso. Avevo in mente Achille che si incazza come una iena perché Agamennone, più alto in grado, crede di potergli fare un torto: apriti cielo, mamma assicurati che Dio in persona lo punisca come merita, o mando a pu***ne il Fato :D.
A me le battute su Chuck Norris piacciono tantissimo, è l’unica nota positiva della sua esistenza. E poi ha catturato tutti i pokemon. Da un telefono fisso 😀
20/01/2017 at 22:03
“Ma se non reagissi a questo pianto raggelante passerei il resto della vita a vergognarmi di vivere.”
Questa frase mi è molto piaciuta, così come il tono generale dell’episodio.
Bentornato:-)
24/01/2017 at 01:27
Grazie! Spero di tornare con tempistiche più decorose, finora non ero andato male 🙂
20/01/2017 at 07:50
Ciao dejavu,
Sbaglio o è passato un po’ dall’ultimo capitolo? Però mi sono ricordato da solo i capitoli precedenti, segno che la storia mi è rimasta impressa.
Opto per la visita inaspettata, mi piacciono i colpi di scena e per il sangue non credo che mancherà occasione più avanti vista la situazione generale.
Basta che lasci in pace i poveri suriconi 🙂
Ci vediamo tra un paio di mesi? 😉
24/01/2017 at 01:30
Chissà, magari anche un paio di settimane. Questa l’ho sparata grossa 😀
Anche a me stanno simpaticissimi i suriconi 😉
19/01/2017 at 22:56
Siamo interrotti da una visita inaspettata. Voglio che la questione si scateni durante la Caccia, non prima: renderà le cose più interessanti 😉
Il protagonista mi è piaciuto molto. Ora voglio capire: Sanna ha 11 anni e volevano fare sesso con lei? Ho capito bene?
Ciao 🙂
20/01/2017 at 05:14
No, veramente dice di averne quasi quindici.
Il protagonista comunque deve “scendere sulla terra”, si comporta come tutti vorremmo saperci comportare, è uno stereotipo vivente, urge andare più a fondo. Anche perché così non risulta monodimensionale solo lui, ogni aspetto della società in cui vive appare bianco o nero, proprio il genere di banalità da cui volevo stare non lontano, lontanissimo.
Immagino che saper trasformare i complimenti in stroncature sia una buona cosa 🙂
Grazie comunque ;). Però, vorresti che le questioni personali esplodessero in piena azione, durante la caccia? Le cose possono ancora mettersi in qualunque modo, ma così riassunto non sembra il massimo per stare lontani dalle banalità (modello film americano, voglio dire). Ciao 🙂
20/01/2017 at 15:01
Dipende da come lo fai. Se litigano per banalità mentre i mostri li stanno assalendo (tipico dei film americani) la cosa è stupida; ma se lo stress della caccia (magari più difficile di quanto pensavano) porta ad esacerbare le questioni… 😉
Ciao 🙂
18/12/2016 at 19:19
Sei veramente bravo 🙂 la storia è coinvolgente e credo che questo interesse che sento sia generato dal fatto che dietro quello che scrivi c’è un mondo che tu hai bene in testa 😉
A presto!
18/12/2016 at 16:11
Ciao, voterò caccia, sono curioso. In ogni caso a me sembra sempre piè che stai scrivendo di Fantascienza, sbaglio? Poi anche io voglio sapere cosa sono gli Irrecuperabili, e perchè sono diventati tali.
Finiti i commenti pubblicherò il primo capitolo della seconda parte del mio, Lo scrittore e il serial killer. Se ne avrai voglia vacci a dare un’occhiata.
A presto.