Surreal word- L’avventura ha inizio

Cambiamenti

Il mondo è distorto, i pensieri confusi. Il mondo reale appariva così lontano da essere intangibile. Niente riusciva a raggiungerlo, non le voci dei suoi amici, non la confusione dell’ambiente circostante, nemmeno il lontano fruscio del vento e lo stormire degli uccelli, nulla era reale o raggiungibile in quel momento.
– Josh? – Sentiva quel richiamo lontano provenire da tutte le direzioni anche se non era sicuro che le direzioni esistessero, non era sicuro di niente.
– Josh? – La voce continuava ad essere distorta in un mondo che continuava a volteggiare senza senso, in un mondo che gli faceva mettere in dubbio la consistenza stessa della realtà. Le parole i suoni non avevano importanza in quei luoghi in cui adesso si trovava. Lui stesso non aveva importanza. Le cose astratte divenivano reali e le cose reali astratte e sempre più lontane.
– Mitchell! – Josh sussultò sul suo banco e strizzò gli occhi per riuscire a riaprirli, per tornare alla realtà.
Voleva sembrare il più innocente possibile ma non ci riuscì per niente. Il professor Emerson l’aveva sorpreso in flagrante a dormire in classe e il professore di biologia non era noto per la sua bontà d’animo. 
– Professore non è come sembra… – Non c’era verso, il professore lo stava già guardandolo con il suo sguardo più duro e minaccioso, sapeva già cosa sarebbe successo. 
– Adesso devo continuare la spiegazione ma dopo la lezione andrai in presidenza ed io insisterò perché tu frequenti tutti i corsi possibili e inimmaginabili di biologia. Perché so che tu adori questa materia – Con un sorriso beffardo il professore tornò alla cattedra e continuò tranquillamente la spiegazione.
Josh si voltò verso il suo compagno di banco, nonché il suo migliore amico, Jacob Karson, con uno sguardo accusatore.
Jacob alzò le mani come per dire sono innocente – Guarda che io ho provato a svegliarti ma tu non hai voluto sentir ragione di svegliarti –
Josh odiava la biologia e passò l’ora nella speranza che il professore cambiasse idea o che almeno il preside non accettasse la sua proposta. 

Ovviamente le sue speranze furono disattese, il preside Milton accettò di buon grado la proposta del duro professore di biologia e Josh sarebbe stato costretto a vita a frequentare corsi di biologia o almeno fino ai suoi diciotto anni. Si prospettavano tre anni d’inferno.

La strada verso casa dopo la scuola era lunga, impiegava sempre un quarto d’ora circa per percorrerla ma quel giorno sembra ancora più lunga. Ogni passo era una tortura, era pesante e fatico come se la paura del suo futuro scolastico lo appesantissero e gli impedissero di annusare la sua libertà. Si sentiva incatenato dai vincoli della realtà ma quello era l’unico mondo che conosceva.
Questi pensieri gli aveva impedito di far caso a tutta la gente che gli stava intorno questo almeno fino a quando non ha sentito una dolorosa fitta al cuore come avesse smesso di sbattere per qualche istante. La cosa lo spaventò a morte ma la cosa che lo spaventò di più fu lo sfavillare di blu del mondo e il suo rallentare fino a fermarsi. In quegli istanti non riuscì a non far caso alle persone immobili intorno a lui, bloccati ognuno di loro in un istante preciso della loro vita, i bambini bloccati mentre giocavano ad acchiapparello, gli anziani che conversavano seduti su delle panchine e gli adulti in giacca e cravatta impegnati con il cellulare probabilmente per lavoro. Credette di morire, per fortuna tornò tutto normale in fretta e proseguì il suo percorso con ipotesi sull’avvenuti che lo terrorizzavano. L’ipotesi più quotata era quella di un piccolo infarto.
Per fortuna Jacob sbucò all’improvviso dietro di lui – Ciao! – esclamò euforico.
Josh però non lo aveva visto per niente arrivare e quindi si spaventò.
– Che ci fai qui? – gli chiese.
Jacob abitava da tutt’altra parte della città, e per tornare a casa non doveva passare per di lì, quindi era strano vederlo in quella zona. 
– Mio padre deve fare una commissione di lavoro da queste parti e quando ti ho visto in strada mi sono fatto fermare qui. Chi c’ha voglia di seguirlo a lavoro –
Josh era felicissimo, vedeva in lui il modo migliore per riprendersi dallo spavento.
Vibrò il suo cellulare e lo estrasse dalla tasca del pantalone.
– Chi è? – Jacob era tra le persone più curiose che Josh conosceva, forse guadagnava la prima posizione ma in realtà non era un messaggio.
Lo schermo del cellulare si era riempita di una sequenza numerica senza senso, almeno apparentemente – Qualcuno mi è  entrato nel cellulare e me lo ha bloccato – rispose convinto di quello che diceva –
– Allora dobbiamo andare dalla polizia a denunciarlo e poi farlo aggiustare – L’amico aveva appena cominciato a preoccuparsi.
Josh lo guarda come per dire ma ti ricordi come sono fatto? – Caro amico mio, ti ricordi che io sono un maniaco del controllo? Se andassi dalla polizia non avrei il controllo e poi so aggiustarlo da solo –
Si sedette su una panchina e cominciò a trafficare con il cellulare.
 Jacob sospirò rassegnato e si sedette a sua volta. 

Cosa faranno Josh e Jacob?

  • Josh risolverà il problema da solo scoprendo che però è solo l'inizio dei suoi problemi. (86%)
    86
  • Chiederanno aiuto ad un amico informatico. (0%)
    0
  • Jacob riuscirà a convincere Josh ad andare alla polizia. (14%)
    14
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16 Commenti

  • Ciao caro amico, ti confesso che in questo capitolo ho fatto, nella prima parte, una fatica per capire chi parlava e a chi. Ho riletto più volte, forse è colpa mia ma credo che dovresti rileggere e metterti nei panni di chi legge. Se la lettura è faticosa, e non si capisce bene chi parla ci si stufa, e si lascia perdere. Vedrai che è perfino divertente mettersi lì a chiarire mantenendo uno stile… Aspetto il prossimo e voto la città. Ciao?

  • Indaghiamo sulla città!

    Devo dire che questo capitolo mi è piaciuto molto: come sei riuscito a rendere la tristezza di Josh, i suoi dubbi e la sua determinazione. Aaron fa da cigliegina sulla torta 🙂

    Ciao 🙂
    PS: segnalo qualche femminile al posto del maschile e viceversa.

  • …uhm, facciamo che se la prende con la ragazza.
    Buongiorno, siamo alla fuga sulla neve, come nel più comune degli incubi le gambe non rispondono e il nemico e molto più forte di noi. Ora che almeno loro hanno portato la pelle a casa litigheranno di sicuro!
    Aspetto il prossimo, ti seguo, ciao!??

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