Una piccola cellula nascosta

Elettrodi e gabbiette

Quando Lara mi tolse la benda dagli occhi, ero già immobilizzato su una lettiga da ospedale.

“Scommetto che anche tu hai, o hai avuto l’impressione di essere manipolato da qualcuno.”

Disse mentre si assicurava che le cinghie che mi stringevano fossero ben salde.

“Tu che dici? Non credo proprio che il fatto di trovarmi sdraiato e legato su una barella sia il frutto del mio arbitrio. Per cui sì, posso rispondere affermativamente alla tua domanda.”

Risposi mentre cercavo di capire cosa stesse succedendo.

“Ah ah sei sempre il solito.” disse spostandosi da qualche parte alle mie spalle. “Riesci a mantenere la calma e il sarcasmo anche quando sei immobilizzato contro la tua volontà. Se anche gli altri fossero stati come te, forse le cose sarebbero andate diversamente.”

“Gli altri? Chi sono gli altri?”

“Ma che ti stai agitando per caso? Eppure dal tuo profilo sembravi il soggetto adatto…”

“Tu che dici? Dieci minuti fa eravamo nel tuo salone, e ora sono qui…a proposito, dove siamo?”

“Nel mio garage.”

Cercai di guardarmi intorno, ma i miei movimenti erano limitati dalle cinghie che mi tenevano legato. Soffitto e pareti erano bianche. Sulla mia destra erano allineate diverse gabbie per animali.

“Non ha l’aspetto di un garage.” Osservai.

“Non lo è più da molto tempo…ascolta Pier, tu ti trovi qui adesso contro la tua volontà perché non avendo voluto fare una scelta hai deciso di farla ugualmente, capisci?”

Era vero, mi trovavo in quella situazione contro la mia volontà e come al solito stavo accettando senza problemi quello che mi succedeva. Ho sempre pensato che mi comportassi in quel modo perché ero debole, senza carattere. Almeno era quello che dicevano i miei genitori. Dopo diversi anni di psicoterapia però ero arrivato a una conclusione: semplicemente non m’importava nulla. Non era però un comportamento accidioso il mio. E non ero neanche un tipo che si piangeva addosso. Adesso, se dovessi spiegarlo a qualcuno direi che fino a quel periodo provavo effettivamente delle emozioni, ma erano lontane e soffocate. Come se fossero state nascoste all’interno di un enorme batuffolo di ovatta.

“Non capisco, quale scelta non avrei voluto fare? Ti riferisci a quello che ci siamo detti Domenica sera? Ha per caso a che fare con  tutto questo?”

“Hai ragione, ti devo delle spiegazioni.” Si giustificò Lara. “Purtroppo però adesso non posso risponderti, devo rimanere concentrata.”

Sospirai rassegnato e tornai a osservare le gabbie. Quattro erano di dimensioni molto piccole, adatte per lo più a criceti. Un paio erano di medie dimensioni, forse della grandezza di un gatto o di un cane di piccola taglia. Erano tutte vuote.

“Perché ci sono delle gabbie? Hai degli animali?”

“Li avevamo, una volta.”

“Li avevate?”

“Si. Io e Fausto, il mio ex.”

“Quello con cui ti sei lasciata quest’estate?”

“No, quello è Diego. Con Fausto è finita più di un anno fa. Adesso però cerca di stare fermo, altrimenti non riesco a posizionare l’elettrodo.”

“Elettrodo? Vuoi friggermi il cervello?”

“No scemo, devo solo fare un elettroencefalogramma. Lo farò per tutto il tempo dell’operazione. Avrei voluto fare anche un elettrocardiogramma, ma l’unico apparecchio che sono riuscita a trovare era rotto. Anche questa macchina per elettroencefalogramma non è che funzioni benissimo, ma non credo che potrei far venire l’assistenza nel garage di casa.”

“Lara, perché vuoi operarmi? Tu non sei neanche un chirurgo.”

Qualcosa dentro di me iniziò ad agitarsi. Non avevo paura di morire. In realtà non ne avevo mai avuto il timore. Non che avessi istinti suicidi, ma la mia indifferenza verso tutto e tutti mi faceva guardare la morte in maniera quasi asettica. Neanche il fatto che sarei potuto mancare a qualcuno mi dava da pensare troppo. Forse sarei rimasto seccato dal fatto che se fossi morto improvvisamente avrei lasciato dei lavori incompleti. Odio quando qualcuno lascia le cose a metà. Anche se la morte sarebbe stata una giustificazione più che valida, non sarei comunque stato a mio agio nel sapere che non avrei portato a termine un impegno.

“Ah ma stai tranquillo. Non è un’operazione difficile.” disse posizionandosi sul mio fianco sinistro, all’altezza del bacino. “Farà un po’ male, questo è vero. Farò delle piccole incisioni ed paio di piccoli buchi. Roba da un paio di punti, non di più. Purtroppo non posso farti l’anestesia perché comprometterebbe il processo di estrapolazione e rimodellamento dell’io.”

Non avevo la benché minima idea di cosa stesse parlando.

“Se l’operazione non è difficile, allora perché gli altri sono morti?”

Alle mie parole Lara si immobilizzò.

“Chi ti ha detto che sono morti?”

In effetti non l’aveva detto.

“Hai detto che se anche gli altri fossero stati come me  le cose sarebbero andate diversamente.”

“Infatti, ti basti sapere questo.” Disse riprendendo ad armeggiare con degli strumenti posti su un tavolino lì vicino. Dopo un po’ però si fermò nuovamente e sospirando disse:

“Pier, ti prometto che ti spiegherò tutto. Ma non ora. Adesso devi avere pazienza.”

Semplicemente, cosa succede adesso?

  • Pier convince Lara a non portare a termine l’operazione. (0%)
    0
  • L’operazione viene interrotta perché qualcuno bussa alla porta del garage. (43%)
    43
  • Lara porta a termine il processo di estrapolazione. (57%)
    57
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99 Commenti

  • Di tanto in tanto gironzolo tra le storie già concluse… ed ecco che mi ritrovo questo racconto… un vero peccato non averlo seguito ” in diretta”.
    Bravo FueGod! Mi è piaciuta molto l’idea della cellula nascosta, ma anche la realtà che vive Pier-Fausto… è stata una sorpresa, non mi aspettavo che la storia potesse prendere una piega del genere. Non deve essere stato facile pilotare una trama così e mantenerne la coerenza, seguendo le scelte dei lettori che a volte, si sa, possono trascinarti lontano.
    Complimenti, a presto 🙂

    • Ehilà, sei arrivata fino a quaggiù (sì beh, per qualche motivo immagino lo scorrere del tempo in verticale).
      Questa è stata la prima storia che sono riuscito a terminare. Se ce l’ho fatta è stato solo grazie alla formula delle votazioni (che ha poi portato al finale psichedelico).
      Se dovessi riprenderla in mano, forse la butterei più sul fantascientifico e continuerei la storia della cellula nascosta. O forse no, dovrei scrivere per capirlo.
      In ogni caso sono contento che tu l’abbia letta 🙂
      Ciao Athelas, ci vediamo qua in giro

      a presto

  • Il finale è lineare e hai cercato ( e in gran parte riuscito) di dare coerenza a tutto l’insieme.
    Io preferivo la prima metà del racconto, quando bagnava in atmosfere fantascientifiche. Questa cosa della piccola cellula nascosta ma fondamentale da estrapolare mi affascinava molto, più che lo sdoppiamento di personalità dovuto a un trauma. È un soggetto che apprezzo ma che è decisamente strautilizzato in narrativa e cinema.
    Il che non toglie che il racconto è riuscito e che scrivi davvero bene, aspetto il prossimo.
    Ciao

    P.S. Se ti piace il tema dello sdoppiamento di identità, ti consiglio “La ragazza corvo” trilogia di Erik Axel Sund, sul tema, è uno dei più bei romanzi (o insieme di romanzi) noir che abbia letto negli ultimi anni. Non so se la mia passione per i polizieschi scandinavi influenzi il mio giudizio. 🙂

    • Ciao Bef,
      grazie per avermi seguito fin dall’inizio e per tutti i commenti costruttivi che hai lasciato.
      Non nego in parte di essermi leggermente pentito della deriva “psichedelica”. Avevo in testa tre possibii strade da seguire, ma vabbè, è andata così.
      Non leggo in genere polizeschi, però se mi capita tra le mani lo leggerò di sicuro.
      Il prossimo arriverà a breve (e spero anche il tuo) 🙂

      A presto

  • Ciao Fue,
    i primi capitoli mi sembrarono veramente assurdi… Così assurdi che scelsi di continuare a leggere. Sono contento di averlo fatto. La spiegazione finale, anche se infilata nel contesto un po’ a forza, è stata davvero illuminante. Mi dispiace che, visto il poco spazio a disposizione, non ci sia stato modo di contestualizzarla meglio.
    Il tuo racconto potrebbe essere benissimo il seguito del mio 😀 Magari scopriremo più avanti che Timmy ha un fratellino 😉
    Ciao, a presto 🙂

    • Ciao Line,
      Grazie di avermi seguito per tutta la storia. Sono contento che nel complesso tu abbia apprezzato.
      Per quanto riguarda il finale, purtroppo ho calcolato male i tempi di scrittura e di evoluzione. Forse con un paio di capitoli in più avrei risolto meglio la situazione. O forse no. Comunque sia ormai è finita. 🙂
      A breve scriverò qualcos’altro, però non posso dare garanzie per quanto riguarda il livello di assurdità 🙂

      A presto

  • Ciao FueGod

    Ciò che penso te l’ho già scritto nei commenti precedenti. Il finale sa un po’ di ‘spiegone’, ma forse lo capisco: ho avuto l’impressione che tu abbia deviato molto dall’idea originale e mi pare di poter dire che dai un grande valore alla coerenza. Hai perciò voluto riannodare tutti i fili per toglierci tutti i dubbi. Mi sbaglio? Tendo a farlo anch’io, ma non è detto che sia necessario.
    Spero di rileggerti presto in una nuova storia. Non credo che ti commenterò con questo nick, ma ci sarò.

    Ciao

    • Ciao Moneta,
      non ti sbagli affatto. L’evolversi della trama è stato dettato esclusivamente dalle scelte che ho messo a disposizione nel corso della storia, per cui la direzione che ha preso non è praticamente stata pianificata. Incluso il capitolo finale. Probabilmente questo ha creato un certo grado di confusione che non sono riuscito totalmente a risolvere. Avrei potuto non riannodare tutti i fili, però io stesso volevo capirci qualcosa, dato che non avevo idea di come sarebbe finita. Diciamo che ho scritto per il gusto di scrivere.
      La prossima storia magari sarà più lineare, ma cercherò di pianificare comunque il meno possibile, anche perché credo che in questo modo si sviluppi meglio sia la tecnica che la creatività narrativa.
      Sono contento se continuerai a seguirmi, i tuoi consigli sono sempre stati utili 🙂

      A presto

  • Continua a non tornarmi esattamente… nulla! Ma forse le risposte mancanti completeranno il quadro… forse…

    Rieccomi di ritorno dopo che la febbre mi ha tenuto lontano dal PC; se devo essere sincero, la svolta che ha preso il racconto non mi piace affatto, ma essendo alla fine (manca un capitolo) voglio vedere come finisce 😉

    Ciao 🙂

  • Il quaderno magari era più esplicito; ma dato che lo abbiamo già usato, andiamo di canfora. All’ospedale?
    Il colpo di scena “da pazzi” non solo non lo avevo proprio ma immaginato, ma soprattutto ricontestualizza tutto questo lasciarsi trattare da inetto, frignone, imbelle, inutile, passivo di Pier. Fa tutto lui, lui che si detesta, lui che si strapazza, lui che si tratta da inetto.
    Tutto deriva dal processo di estrapolazione o anche quella era solo nella(e) sua(e) testa(e)?
    Aspetto il seguito col fiato sospeso.
    A presto

  • Odore di canfora, perché mi affascina l’associazione profonda tra odori e ricordi.
    Non posso fare altro che confermare il mio commento precedente. In più aggiungo che il capitolo e il colpo di scena mi sono piaciuti molto.
    Complimenti.

    Ciao ciao

  • Se lo chiedi a me è Fantascienza di sicuro (almeno tra queste tre opzioni) 😉

    A me continuano a suonarmi strano gli a-capo a mezzo frase; per il resto il capitolo è interessante…
    spero non vada a finire come sembra, perché sarebbe banale…

    Ciao 🙂

  • Dopo un po’ di indecisione ho scelto psichedelia, anche perché penso che sia l’opzione che ti permette più libertà d’azione.
    Il capitolo mi è piaciuto, mi sono piaciuti i dialoghi, resi in modo realistico, mi è piaciuto il modo in cui emergono pensieri e personalità dei due. A proposito della forma, nel senso di impaginazione, avevo qualche dubbio sulla scelta che hai fatto di andare a capo durante una stessa battuta. Ci ho riflettuto un po’ e… tutto sommato mi convince. Aggiunge libertà espressiva, ti permette di fatto di ritmare meglio il parlato. E non mi pare che si perda di leggibilità. Non escludo di adottare anch’io qualcosa di simile.
    Aspetto il seguito e ti dico bravo.

    Ciao ciao

  • Vuole aiutare Pier, lui e Lara si sono messi nei guai da soli, diciamo che non vuole inguaiare altra gente.
    Bel capitolo, spiega, fa paura, inscena azione, riflessione, urgenza.
    Mi è sorta spontanea una domanda: ma Pier lo avevi immaginato dall’inizio “inetto, una persona insulsa. Insulsa e priva di carattere. E indifferente al mondo esterno” o le poco gentili osservazioni dei lettori nei suoi confronti hanno contribuito a dipingerne una tale immagine?
    Continua piacermi molto, anzi forse anche un po’ di più, ora.

    P.S. Leggendo pensavo, ma questi curano la febbre colla birra? e poi è arrivato “altro che tachipirina”. Lol, come dicono i giovani (ma lo dicono ancora?)

  • Be’, se non è diviso Fausto, manco Due Facce, o per rimanere ad esempi nostrani, neanche il Visconte dimezzato. 😀
    Il capitolo mi è piaciuto particolarmente. Azione, evoluzione della trama, informazioni fornite attraverso i dialoghi in modo plausibile e naturale. Mi spiace un po’ per Pier, lo ha demolito, poveraccio.

    Ciao ciao

  • Fausto inc… quieto.
    Porca miseria, le cavie umane sono alla stregua dei gatti: due. O anche di più? 🙂
    Immaginavo qualcosa di simile, mi rimane un po’ oscura la questione della richiesta sessuale e del pianto successivo… mi sa che Pier dovrebbe preoccuparsi 😀 😀
    Ciao ciao

  • L’arrivo di Fausto. Preoccupato ma tutto sommato calmo. Lo facciamo poi “sbottare” improvvisamente? 😉

    Trovo il capitolo molto interessante. Ancora non si capisce perché Pier sia stato coinvolto (ok, è il soggetto più adatto però c’è sempre qualcosa che mi suona storto), ma almeno ne sappiamo qualcosa di più su chi ci è dietro.

    Ciao 🙂

  • Sembra di stare in un episodio di “Ai confini della realtà”, oddio, questo rivela che sono proprio vecchia!
    Sempre più curiosa, il particolare della balbuzie scomparsa poi.
    Secondo me sta andando tutto troppo liscio: facciamogli avere un malore.
    Ma perché non hai scelto la categoria fantascienza? Ci siamo perfettamente dentro.
    Ciao

  • Bo, secondo me Lara torna accompagnata.
    La storia si dipana e si intrica.
    Vorrei farti notare una cosa che mi ha leggermente ostacolato la lettura. Due punti in particolare:
    “D’accordo. Ne dovrei avere qualcuna a casa.”
    Dissi rimettendomi le scarpe.

    “Aspetta ti aiuto”
    Avevo detto sollevando il bagaglio al posto suo.

    Li ho letti con la pausa: a casa… … … Dissi eccetera.
    È la cosiddetta ‘frase retta esternamente’ ossia un virgolettato, la battuta di un dialogo e una frase che segue a commento della battuta.
    Il problema è annoso e non sono riuscita a trovare una soluzione univoca.
    Io ho scelto di risolverla in questo modo, seguendo la convenzione di alcuni editori (tra gli altri Feltrinelli, mi pare):

    “D’accordo. Ne dovrei avere qualcuna a casa” dissi rimettendomi le scarpe.
    “Aspetta ti aiuto” avevo detto sollevando il bagaglio al posto suo.

    Nota il punto solo al termine della frase ‘esterna’ e la minuscola.
    Pare un po’ strano, ma è molto usato.
    Di certo il vantaggio è che non si percepiscono pause tra il dialogo e il commento.
    Boh, vedi tu.

    Ciao ciao

  • Il capitolo è molto lineare e perfetto nel suo stile. La guarigione dalla balbuzia ed il fatto che si conoscano da poco ma sembrano conoscersi da tanto, danno qualcosa di speciale.
    Ciò detto, sono assolutamente indeciso se fargli leggere il quaderno o farlo sentir male… tiro a caso… legge il quaderno!

    Ciao 🙂

  • Ho perso il secondo e arrivo in ritardo pure in questo. Mi viene una sola cosa da dirti: continua così! 😀 Scorre troppo bene ed è troppo interessante per mettersi a cercare il pelo nell’uovo, anche la dose di umorismo è perfetta.
    Il sorriso col “ritardo d’innesco” è bellissimo, forse Lara è un robot? 🙂 comunque ho già sentito parlare di qualcosa del genere, persone a cui le emozioni arrivano in ritardo: racconti una barzelletta, uno la capisce ma prima che lo faccia ridere passa un minuto o due XD
    Nel prossimo voglio assolutamente sapere come si sono conosciuti questi due squilibrati 🙂

    • Grazie del commento dejavu. Sono contento che sia interessante e che si legga facilmente. Il pelo nell’uovo però è bene cercarlo sempre in quanto è necessario per aumentare i margini di miglioramento 😀
      Il ritardo d’innesco legato alle barzellette forse è una cosa un po’ diversa dal ritardo emozionale di Lara, ma vedremo come evolverà la storia in questo senso 🙂
      Probabilmente nel prossimo sapremo qualcosa di più su questi strani personaggi.
      A presto!

  • Ciao FueGod,
    ho letto i tre capitoli di fila 🙂 il tuo inizio in medias res mi ha incuriosito e mi ha spinto a continuare la lettura. Hai uno stile che, fatta eccezione per qualche singhiozzo, risulta davvero scorrevole. Mi sembra di cogliere una certa ironia in questo tuo racconto… O almeno io ho interpretato lo scambio di certe battute in modo ironico, altrimenti sarebbe davvero difficile giustificare le reazioni dei due protagonisti.
    Sono curioso di leggere gli sviluppi.
    Saluti e buon proseguimento! 😀

  • Facciamo la digressione.
    Sarà che Lara ha l’aria sincera e convinta, ma secondo me il tuo Pier è strano. Io dopo un’esperienza così, seguita da una spiegazione simile, scappo a gambe levate. Sono in balia di una pazza!
    Scherzi a parte, io personalmente avrei conosciuto gli “altri” (come fa poi a essere sicuro che non sia una setta), ma nelle opzioni non c’era 🙂

    Ciao

    P.S. Ho cercato di trattenermi ma non posso: ” a meno che non fossi andato a infilarmi” non “a meno che non ero”, e non c’è banalità discorsiva che tenga 😉 viva il congiuntivo

    • È facile accusare la mia superficialità grammaticale, ma forse è ancora più facile accusare qualcuno che abbia hackerato il mio profilo e modificato i congiuntivi 😀 😀
      Scherzi a parte, proseguo imbarazzato.

      Gli altri in effetti sarà d’uopo conoscerli. Speriamo di averne la possibilità. Lui è strano forte, ma d’altra parte non si troverebbe in quella situazione se fosse stato normale. Magari alla fine si scopre che lei non è così pazza. Boh. Vedremo.

      Grazie dell’intervento,

      A presto

  • Ho perso un capitolo causa black out di Internet.
    Visto che è la seconda volta che compare, voto Digressione su Lara e Pier, conosciamoli meglio.

    Il capitolo risulta strano, anche se non so il perché, ma interessante. Certo che questi personaggi sono veramente particolari (anche Lara che ha un sorriso sincero ma non spontaneo…).

    Ciao 🙂

  • Irruzione a sorpresa.
    Interessante la spiegazione e l’idea.
    DIversamente dai precedenti, ho trovato forse meno convincente da un punto di vista stilistico questo capitolo. Ad esempio, l’indicativo in ‘Da dove vuoi che comincio’ non mi piace e mi fa storcere il naso anche se il tuo intento è rendere un discorsivo: ho, per mia fortuna, conosciuto bimbi di 5 anni che utilizzavano il congiuntivo sempre e in modo appropriato.
    La costruzione dei discorsi, tipo questo. Lui fa tre domande, la centrale è ‘A chi ti riferisci’ e la risposta di lei è ‘Agli altri’. Il problema, che mi ha fatto rileggere il passaggio, è che dopo ‘A chi ti riferisci’ c’è un’altra domanda ‘Ci sono altre persone?’ e di norma lei dovrebbe rispondere a questa, altrimenti esplicitare il ‘mi riferisco’.
    Sono noiosa, lo so. Ma tutto sommato scrivo queste cose perché penso sia utile avere un feedback da chi legge. Nella nostra testa la nostra voce suona diversa da come la sentono gli altri 🙂
    Nel complesso, questo terzo capitolo mi ha dato l’impressione che sia stato meno ‘curato’. Ma è una mia umile e personalissima opinione.

    Ciao ciao

  • Il tuo (strambo?) protagonista non sembra più curioso di tanto, nonostante sia mezzo nudo legato con delle cinghie e soggetto di uno strano esperimento scientifico in balia di una, seppur seducente squilibrata. Io però vorrei capire che gli sta a fare, quindi lei spiega, almeno in parte.
    Per il momento continui ad essere molto originale e intrigante.
    Ciao

  • Lo spiega subito, sono curiosa.
    Sei riuscito a ricreare un’atmosfera interessante: il tizio subisce un trattamento misterioso e potenzialmente pericoloso ma tutto sommato non se ne preoccupa. E riesci a farci accettare la cosa, del resto fa parte del carattere del tuo protagonista. In un certo senso ‘passivo’, o forse a-patico, nel senso di privo di empatia. Be’, qui ci presenti lei che non è particolarmente diversa, forse, a giudicare dal ‘ritardo nel sorriso’. Ti dilunghi così tanto nella spiegazione di questa caratteristica che non può che essere fondamentale per il prosieguo. Cosa sta cercando? Fior di scienziati hanno cercato e cercano luoghi anatomici improbabili: il punto G, il luogo della coscienza, i sette neuroni della felicità. E lei? Ma la domanda che mi preme davvero è: ma come, mi scegli l’opzione moscia e poi fai ‘sto siparietto con le pudende del tuo Pier tenendo a precisare che, seppur poco significativo nel contingente, è piuttosto reattivo???
    Ma va là! 😀 😀
    Che mi piace come scrivi te l’ho già scritto?

  • Porta a termine il processo.
    Devo ammettere che la sinossi non mi ispirava, ho cominciato a leggere perché ho visto che mi hai commentato e mi piace sapere cosa scrive chi passa a leggermi. Già alle prime righe però sono rimasta davvero intrigata.
    Questo processo di estrapolazione mi interessa davvero. Aspetto il seguito.
    Ciao

  • Porta a termine il processo.
    Incipit proprio intrigante, si accennano alcuni moventi che ancora non sono del tutto palesi. Ti dirò: in lui e in lei rivedo due aspetti distinti presenti entrambi nel ‘mio’ Dodi: lui incerto, apatico, incapace di (o non interessato a) scegliere. Lei che si organizza un laboratorio in garage con chissà quali mire scientifiche.
    Interessante.

    Ciao ciao

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