Io odio la neve
«Driin , driin»
«Ehi pronto, cosa vuoi?» Simon si pentì subito di come lo aveva detto, era stato fin troppo burbero. «Scusami, è che ho freddo, che c’è?» Così gli sembrava molto meglio, in fondo dall’altro capo del telefono non c’era una persona a caso, bensì il suo migliore amico.
«Simon da un ora che provo a scriverti mi ha lasciato, non ci credo mi ha lasciato…»
Simon sospirò e lì in quel freddo parco e il suo respiro condensò in una buffa nuvoletta di vapore. Ci pensò un po’ prima di rispondere, tanto sapeva che dall’altro lato l’amico Jonathan avrebbe avuto la pazienza.
«John, non fare stronzate, ti conosco, domani appena torno in città vengo da te e ne parliamo. Fino ad allora ti proibisco di scriverle, chiamarla o avere qualsiasi altro contatto con lei. Fidati di me, lo sai che ho ragione.»
«Sì lo so che hai ragione, farò come dici! O almeno ci proverò. Credevo fossi già tornato, non ti disturbo più ci sentiamo domani allora! Ciao!» disse Alex chiudendo la chiamata senza lasciare neanche il tempo a Simon di salutarlo.
Il ragazzo sapeva già cosa avrebbe fatto l’amico. Lo conosceva da anni in fondo. Avrebbe chiamato Clarissa sicuramente e si sarebbe solo fatto male. Simon sospirò ancora e disse al vuoto: «Alla fine è solo una questione di chimica». Riprendendo a dondolarsi sull’altalena su cui era. Quello si poteva definire il suo posto felice, o, come lo definiva spesso Simon: il posto in cui poteva riflettere meglio. L’aveva sconto oramai da un paio di anni e da quel momento ci passava ore e ora finita l’università. Si metteva lì.
Alle volte leggeva un un libro e altre volte ascoltava musica. Alle volte disegnava e altre volte scriveva.
Quella sera però nevicava. Simon odiava la neve. Lo metteva a disagio.
Ora il ragazzo non si dondolava più. Ora stava fissando il cielo, aspettando che gli occhiali si riempissero di fiocchi di neve. «Alla fine siamo andati a sciare, ma non al mare.» Quando si accorse di quel che aveva detto scoppiò a ridere e disse: «ahahah alla fine è effettivamente tutta questione di chimica, beh ora è tempo di tornare a casa. La borsa non si prepara da sola!»
ridendo ancora saltò giù dall’altalena, si rimise in spalla il suo zaino, le cuffie nelle orecchie, una playlist a caso e…
«E tu chi diamine sei?» borbottò Simon nella sua sciarpa.
Era appena entrato qualcuno nel suo posto felice. Lui di solito andava in quel parco a quell’ora appunto perché non c’era nessuno. MAI. Ora invece era apparsa una ragazza.
«Ehi scusa, mi sono persa, mi sapresti indicare dov’è il numero 102 di questa via?»
La voce non era esattamente la più sexy dell’universo, ma era entrata con violenza nelle sinapsi di Simon. Poi il numero 102 della via…
«Ciao, sì che lo so, è dove abito io, vuoi che ti accompagni?» disse Simon.
«Oh che bello, sei anche tu uno studente universitario? E abiti lì ? Allora ci vedremo ogni giorno! che studi di bello? ». Sotto la sciarpa per un istante Simon sorrise, poi con le mani toccò il suo porta chiavi all’interno della giacca. Il sorriso si spense subito e borbottò: «In fondo è questione di chimica» un po’ troppo a voce alta.
«Cosa scusa? Hai detto che studi chimica? Io studio ingegneria chimica!»
Ah quanto odiava la chimica assieme alla politica Simon… «Ahahah mi dispiace, ma hai capito male, io studio ingegneria, ma non chimica! Ahahaha meno carbonio più silicio è il mio motto!» Rispose il ragazzo togliendosi la sciarpa.
Fu così che il ragazzo tornò a casa. Passeggiando con una vicina e chiacchierando del più del meno. Quando arrivarono davanti alla porta d’entrata dell’appartamento della ragazza , tra l’altro abitava due piani sopra Simon, il ragazzo si accorse di una cosa importantissima. Non le aveva chiesto ancora il nome.
«Ehi “collega”, sai una cosa, non mi sono comportato da gentiluomo, non ti ho chiesto ancora il nome. Mi presento prima io, sono Simon Frayvis.»
La ragazza sfoderò il sorriso più bello che Simon avesse mai visto e disse ridendo: «Il mio nome è Maya Roverts piacere. Te l’hanno mai detto che sei molto simpatico?»
Ora fu il turno di Simon a ridere. «Beh sì me lo dicono in molti, è il fascino dello scrittore!»
«Ahahah mi stai dicendo che scrivi anche? Beh io adoro disegnare un giorno potremmo fare qualcosa assieme, non trovi?»
Simon per un istante ci rimase di sasso e si sollevò la sciarpa per nascondere un sorrisetto e sta volta sottovoce sussurrò «Eh solo chimica è Isabelle?» e poi disse: «Beh ora come ora sto scrivendo dei racconti con sfondo Lovecraft riuscirai a starmi dietro? »
In quel momento entrambi si misero a ridere, poi saluti e la promessa di rivedersi sicuramente o almeno per un caffè per discutere i due ritornarono nei propri appartamenti,
***
Da: Isabelle Darkwood
a: Simon Frayvis
Ehi ciao come va? Tra una settimana torno dall’erasmus ti va se ci vediamo?
Simon si stropicciò gli occhi guardando il messaggio. Guardò l’ora che appariva sulle schermo. «Dannazione, non accade mai niente alle 2 di notte, ma alla fine è solo questione di chimica»
Cosa succederà il giorno dopo?
- riceverà un altra email da questa Isabelle (33%)
- riceverà un altra chiamata dal suo amico (33%)
- Prima di ritornare nella sua città rivedrà Maya in stazione (33%)

04/02/2017 at 01:54
Ho letto solo il primo cap, che c’ho gli occhi bordaux per il sonno.
Se quello che scrivi è quello che pensi, bravissimo. Non le richiamare mai.