Dove eravamo rimasti?
Partenza
Simon quel giorno si svegliò alle undici. Non gli piaceva più dormire come un tempo, ma ogni tanto si prendeva una giornata per ritornare il suo vecchio sé stesso. Guardando il cellulare notò che aveva due messaggi non letti e men che meno sentiti. Entrambi avevano come orario le nove di mattina e uno era ancora scritto da Isabelle e l’altro suo amico Jonathan.
Da: Isabelle Lightwood
a: Simon Frayvis
“Non capisco perché tu ti voglia ancora ostinare a non rispondermi. Capisco la tua posizione senza approvarla minimamente, però è importante, ho bisogno di vederti e non te ne posso parlare per messaggio. Per favore rispondimi”
A questo messaggio non sarebbe arrivata una risposta per ora. Anche se il ragazzo sapeva che prima o poi avrebbe ceduto e le avrebbe risposto, ma non oggi .Quindi passò alla più “utile” conversazione con il suo migliore amico.
Da: Jonathan Nachtstern
a: Simon Fravis
“Non sono riuscito a resistere. Le ho scritto. Non posso rimanere senza di lei. Ho bisogno di lei… Quando arrivi vieni direttamente da me che parliamo, ho visto tua sorella in stazione oggi e le ho detto che eri invitato a cena a casa mia quindi non preoccuparti”
Neanche a lui rispose, in fondo con l’amico ci avrebbe parlato anche dopo. L’unica cosa che fece fu dire al suo cellulare «Vedi quanto è stupido il corpo umano? Bastano poche sostanza e funziona come vuole lui. Ah… Tanto valeva fare biochimica, altroché ingegneria!»
***
Dopo essersi preparato uscì dall’appartamento con la borsa in spalla e conscio che non avrebbe visto i suoi simpatici coinquilini per un po’ di tempo, in fondo ritornava a casa per l “adorabile” natale con la famiglia! Peccato, gli sarebbe piaciuto rivedere Maya. Stava per uscire dal condominio quando sentì una voce che riconobbe subito alle sue spalle: «Ehi Simon , dove vai con quella borsa? Torni a casa per le feste e non mi saluti neanche? non sei proprio un gentiluomo!» Solo a sentire la voce della ragazza Simon sorrise per un istante. Nel suo grigio mondo non capiva come una persona conosciuta così a caso potesse fargli quell’effetto. Fu proprio in quell’istante che per la prima volta dopo tanto tempo il ragazzo decise che valesse la pena rimettersi in gioco. Magari sarebbe andata male, magari no , ma in qualsiasi caso grazie ad Isabelle ora lui non sarebbe più riscosso nel baratro.
«Beh ovvio che non sono un gentiluomo, io sono un cavaliere errante! Tra l’altro stavo giusto giusto pensando di invitarti a bere una cosa quando torno, ci stai?»
La ragazza ci pensò un attimo.
In quell’attimo a Simon, vuoi per la stanchezza, vuoi per l’enorme fantasia, parve di vedere un’ombra femminile, con le forme di Isabelle, alle spalle della ragazza scuotere la testa.
«Eh non so, penso sarò molto impegnata con lo studio e tante altre cose. Sentiamoci comunque durante il Natale piuttosto!»
Simon sorrise e salutò la ragazza e nascose il suo solito cinico sorriso sotto la sciarpa mentre camminava per la strada che lo avrebbe portato alla metro.
Doveva esserne ancora più convinto. Chimica, solo chimica. Cosa gli serviva sognare se poi tutto era mosso solo da stupidi bisogni?
***
«Ehi John, sono appena arrivato in stazione e ho un leggero problemino per stasera» disse il ragazzo all’amico. Infatti aveva ricevuto una telefonata dal padre in cui gli veniva chiesto se si potessero vedere per parlare per cena. John sapendo della difficile situazione che l’amico aveva con la propria famiglia non disse niente.
«… Però a detta sua non dovremmo metterci tantissimo. Mi deve parlare di un paio di spese che vuole fare e vorrebbe che partecipassi anche io e che soprattutto lo dicessi alla mamma. Lo sai com’è ormai da me su queste cose. I soldi vengono prima di tutto purtroppo. Quindi rilancio il tuo piano. Che ne dici se dopo invece che a casa tua ci si becca per una birra? Tanto mia madre mi ha lasciato la macchina visto che è in giro con mia sorella per tutta la sera. Quindi appena finisco con mio padre ti chiamo e ti passo a prendere. Va bene?»
«Ok» Fu la monosillabica risposta di Jonathan. Dal tono della voce Simon capì immediatamente che l’amico aveva appena ricevuto un altro messaggio da Clarissa. Evidentemente quella giornata era tutto un grattacapo di sfortunate coincidenze che avrebbe fatto scappare chiunque, ma non il ragazzo. Nel suo mondo le coincidenze erano avvenimenti come gli altri. Anzi quasi per lui erano come delle scorciatoie. Se qualcosa avveniva come se fosse stata causata dal destino voleva dire che poteva rimanere a sguazzare nel grigio a valutarla per giù tempo.
Nel prossimo episodio i due amici litigheranno per colpa di Clarissa e Isabelle cosa sarà?
- persona grigia contro persona con idee (0%)
- cinico contro illuso (0%)
- cinico contro sognatore (100%)

04/02/2017 at 01:54
Ho letto solo il primo cap, che c’ho gli occhi bordaux per il sonno.
Se quello che scrivi è quello che pensi, bravissimo. Non le richiamare mai.