Dove eravamo rimasti?
La bici
Quella notte sia Simon che isabelle sognarono un evento nel loro rapporto. Qualcuno di esterno a loro potrebbe pensare che di fatto quello stesso evento sia una cavolate, qualcosa di semplice e di quasi quotidiano. Eppure per loro due quello che era successo quel giorno, in Germania aveva un piccolo grande significato innegabile da entrambi.
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Era da tanto che Simon non sognava Isabelle a dire il vero, oramai da prima che partisse per l’erasmus. Quella notte invece si ritrovò in quella città su una bici. Capì immediatamente che era un sogno. Però a differenza di quando faceva sogni lucidi non riusciva a controllarlo. Gli sembrava di essere uno spettatore all’interno del suo corpo. Rivisse quella scena istante per istante. Con tutti i baci, i discorsi, i sorrisi, tutto. Istante per istante. In quel sogno sentiva il suo sé stesso essere felice e contento con quella persona che aveva affianco. Dal suo posto d’onore Simon abbozzò un sorriso. Era sempre bello vedere con che rapidità e causalità le cose cambiavano. Chi lo sa, magari se in quel momento lui fosse stato più presente e meno drogato da Isabelle avrebbe già potuto vedere dei segnali di quello che stava per accadere. O forse no non lo avrebbe mai saputo
Intanto la giornata nel sogno andava avanti e arrivò in quel momento in cui quell’imbranata di una Isabelle riuscì a cadere dalla bici, a causa dei freni ad onor del vero, nel momento peggiore. Cadde con un bus poco distante da loro e sulla sua traiettoria.
Simon non lo ammettete mai, ma in quel momento l’aveva amata così tanto e alla fin fine per chissà quale motivo fu in quell’istante che pensò effettivamente ad un futuro con lei. Anche in quell’istante rivivendo quel pensiero da spettatore le guance oniriche del ragazzo vennero rigate dalle lacrime e un sorriso riapparve sulla sua faccia. Ricordava ancora l’immagine che gli era apparsa nella mente e sapeva che non l’avrebbe mai dimenticata qualsiasi cosa sarebbe successa. L’immagine di fatto era molto semplice.
C’era Simon davanti ad un computer in una spaziosa cucina in mutande che lavorava. Ad un certo punto entrò nella stanza Isabelle vestita con un tailleur nero e degli alti tacchi neri dicendo: «Mi sta davvero bene no? » quel Simon smise di lavorare al pc, si alzò, facendo ciondolare dal suo collo una collana con una fede, la squadrò da cima a fondo e disse: «Stupenda come sempre» ed entrambi si misero a ridere e si baciarono.
Intanto il sogno proseguiva e giungeva alla conclusione, ma in Simon era rimasta quella sensazione che da molto non lo colpiva : “Cosa sarebbe potuto succedere?»
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Il sogno di Isabelle invece fu lievemente diverso. Non sognò quella scena direttamente. Sognò sé stessa scrivere di quella scena. I due infatti si erano lasciati una volta per poi riprendersi. In quel periodo di mezzo quando i due si erano appena lasciati. Un giorno Isabelle aveva ripercorso quella strada di quel giorno in bici e aveva avuto una stretta al cuore. Si era ricordata dello sguardo del ragazzo in quel momento di pericolo. Uno sguardo preoccupato come non mai, ma pieno di amore e di affetto. La stretta al cuore venuta dopo, mentre su quel bus si era accorta di piangere e senza un motivo logico aveva scritto su una cartella Dropbox questa sensazione. Non sapeva neanche lei quel che voleva.
Al contrario di Simon Isabelle si svegliò dal sogno e scoprì di avere il volto rigato di lacrime. Da quando il ragazzo aveva fatto lo stronzo non sentendola per moltissimo tempo si era quasi dimenticata di lui di fatto. Doveva parlargli per dei motivi suoi, ma non pensava più tanto a lui. Eppure si era svegliata piangendo . Per un attimo si ritrovò a pensare alla storia con lui. Oggettivamente non era stata tutta sta gran cosa. Alle volte era stata meglio con uno per due mesi che in quei due anni con lui, ma… «Perché sto ancora piangendo?» disse al nulla Isabelle e si mise una felpa a caso e andò in bagno a pulirsi la faccia. Erano ancora le 3 di mattina, sarebbe ritornata a dormire e se si fosse riuscita ad addormentare presto magari il giorno dopo sarebbe riuscita ad arrivare all’appuntamento con quel tizio conosciuto al bar senza sembrare uno zombie. Ad un certo, quasi per caso, abbassò lo sguardo sulla felpa grigia che stava indossando e pensò solo: «Cosa sarebbe potuto succedere?»
Il prossimo episodio parlerà di un simbolo,quale?
- una stazione con un treno fermo sui binari (0%)
- un divano (100%)
- un motore senza benzina (0%)

04/02/2017 at 01:54
Ho letto solo il primo cap, che c’ho gli occhi bordaux per il sonno.
Se quello che scrivi è quello che pensi, bravissimo. Non le richiamare mai.