Dove eravamo rimasti?
Riflessione più che felicità
Treno. Viaggio di ritorno.
Isabelle era da tanto che non prendeva un treno per un viaggio così lungo, ma questa volta, vuoi per sconti e vuoi per comodità aveva optato per questo mezzo. Fu così che si ritrovò seduta a fissare un finestrino e a lasciare la sua mente vagare. Ad un tratto sentì un bambino piangere e si ricordò di quel viaggio in treno fatto con Simon moltissimo tempo prima.
Poi si ritrovò a vagare nella loro storia.
I due all’inizio erano felici, sicuramente. Entrambi stavano vivendo la loro prima storia importante ed entrambi riuscivano a farsi sentire al meglio. Lui era esattamente quello che lei voleva. C’erano cose di lui che non aveva mai capito, ma sempre tollerato. Per esempio ci aveva fatto il callo che ogni volta che uscivano con le amiche di Isabelle in qualche bar affollato lui non riusciva proprio a divertirsi e lei lo guardava sempre da lontano chiedendosi come mai… Eppure quando c’erano poche persone era così vivace e solare!
Quando lui andò a studiare in un’altra città i due sperimentarono per la prima volta cosa voleva dire la distanza. Ogni anno lei doveva stare all’estero per almeno un mese dai suoi genitori, ma era diverso. Lì non si potevano vedere, invece quando lui andava via e stava lontano per solo pochi giorni lì lei percepiva la mancanza di Simon e l’immenso desiderio di vederlo.
Comunque i due erano felici.
Si vedevano ogni weekend, parlavano , chiacchieravano per tutta la notte ed erano contenti. Lei era felice che lui avesse trovato dei nuovi amici e lui era felice per lei.
Non erano una coppia complicata, non litigavano quasi mai, ma non era un problema.
Finite le scuole era giunto il momento di decidere che università fare e la ragazza aveva colto l’opportunità di studiare all’estero dai suoi genitori ed era una possibilità troppo ghiotta da cogliere. Dopo averne parlato con Simon per tutta un’estate i due decisero che sarebbero riusciti sicuramente a mantenere una relazione a distanza. Le loro radici erano abbastanza profonde, sarebbero riusciti a resistere a tutto. Si amavano e questo bastava.
Poi arrivò novembre. Iniziò Isabelle a nutrire dubbi. Erano felici, ma… Era esattamente quello che voleva? Era lui quello che desiderava? Erano ancora felici come un tempo? La risposta che si diede fu no. Lo lasciò per seguire questa sua risposta.
Poi però i due si rimisero assieme e al di là di tutto.
Comunque i due erano felici.
Lei aveva finalmente capito di amarlo più che mai. Era lui quello che voleva e avrebbe combattuto per la loro felicità.
Dopo questo momento di felicità arrivò un mese giugno.
Lui la chiamò dicendole che aveva conosciuto un’altra e fu lì che Isabelle venne ferita da Simon per la prima e ultima volta. Non era riuscita a capire che il cuore del suo ragazzo non si era ancora rimarginato e aveva lasciato che la sua individualità prevalesse sulla felicità della coppia. Non pensava di aver sbagliato, quello no, ma non capiva. Lei sapeva per certo che lui l’amava, che era successo?
Alla fine però superarono anche quello.
Comunque i due erano felici.
Poi venne il compleanno di lui. Il terzo compleanno festeggiato da Simon da quando si conoscevano. Il terzo compleanno che la ragazza non festeggiava con lui perché faceva altro. Quella volta aveva deciso di fare un regalo speciale, un viaggio che potesse riunirli ancora di più . Un viaggio che avesse potuto renderli ancora più felici.
Comunque lei era felice. Lui no. Era stressato, in difficoltà con un brutto periodo della vita in cui non vedeva un futuro. In cui un’ombra da tanto dimenticata si era rifatta presente.
«Forse ci sarebbe stato ancora spazio per lottare?» sussurrò Isabelle facendo condensare l’aria davanti a lei sul finestrino. No non c’era. Il loro rapporto era finito. Lei non approvava più Simon per quel che era diventato. Lui sarebbe stato felice per conto suo e lei anche.
Non sarebbero stati più felici assieme, ma lo erano stati molto e ne era valsa la pena.
«Però le cose cambiano» disse un signore affianco a lei al telefono.
ultimo capitolo
- quotidianità (100%)
- una lettera (0%)
- il Viandante trova la Regina (0%)

04/02/2017 at 01:54
Ho letto solo il primo cap, che c’ho gli occhi bordaux per il sonno.
Se quello che scrivi è quello che pensi, bravissimo. Non le richiamare mai.