Dove eravamo rimasti?
MALCOM E LADY
Il gatto socchiude gli occhi, ha sentito qualcosa macchinare all’interno della serratura e sa che tra poco Marta varcherà la porta, allora saranno coccole e il piacere che quelle mani fanno sulla schiena e sulla pancia. Allora si allunga, prima le zampe anteriori, poi quelle posteriori stirando bene la coda abbandonandone una ad un residuale brivido dell’onirico riposo quotidiano, poi un balzo e una gincana tra i suoi stivali attentando al suo equilibrio.
“Buonasera Malcom, dormito bene?”
Un miagolio gutturale e tremolante di risposta, qualcosa di più simile a un disappunto da fame, tipo “Hai preparato il caffè? Guarda che altrimenti mi rigiro e torno a dormire…”
Marta appende il giaccone di panno, poi si accovaccia tendendo la mano. Malcom le abbandona la testa tra i palmi e si allunga a raccogliere tutto quel freddo rimasto tra le dita e sente l’odore di milioni di persone che corrono in un metrò, sente la passione di un lavoro fatto bene che ha cambiato il futuro prossimo a venire, sente l’aroma del caffè e della pioggia e il vibrare di corde metalliche sulla cassa armonica della chitarra di Alessandro.
Malcom si ingelosisce e apre un poco la bocca e mordicchia proprio in punta il pollice dove l’odore del caffè è più pungente.
Marta lo afferra: “Hey gattuccio! Chiudi subito quella boccuccia sai! È così che si tratta la propria ragazza quando torna dopo una giornata di lavoro?”
Si divincola e si dirige fiero verso la ciotola allungando un miagolio deciso, si volta e la guarda da dietro i suoi occhi gialli ed il pensiero è qualcosa come “Sì, sopratutto se vai in giro a flirtare con altri meno pelosi e morbidi di me, ed ora dammi da mangiare che ho fame.”
Marta riempie la ciotola e poi apre il frigo nella speranza di trovarci ancora qualcosa di commestibile.
La chitarra riposa sul suo piedistallo, il giubbotto di pelle veglia accanto a lei dall’alto del suo attaccapanni, il caffè sta salendo ed inizia a gorgogliare nella moka ma al quadro rassicurante delle routine manca ancora qualcosa.
Youtube snocciola canzoni a ripetizione credendo d’imbroccare i gusti dell’utente collegato. Alessandro aggiusta il tiro cercando sulla lista dei suggeriti qualcosa che assomigli a un blues, la trova lì in fondo in una compilation di Johon Lee Hooker che lascia rotolare a riempire gli spazi vuoti del salotto.
Dallo sportellino della finestra della cucina lei fa il suo ingresso, richiamata dai pizzichi sulle corde. La coda dritta verso il cielo, ondeggiante come alghe mosse dalla corrente dei fondali, il pelo bianco come latte con una nota appena grigiastra intorno agli occhi azzurri e sul nasino rosa. Si annuncia con un miagolio acuto, in perfetto accordo minore con il pezzo che gira: una perfetta Lady del blues. Quattro saltelli sul piano della cucina invaso di barattoli, utensili e elettrodomestici, evitandoli sinuosa come se camminasse su un cuscino d’aria fino a fermarsi sull’angolo accovacciata come una sfinge e miagolando il suo arrivo.
“Ciao Lady!”
Alessandro si alza dal divano e si dirige verso di lei, tende la mano e Lady ci accoccola il muso alzandosi sulle quattro zampe, ma avverte qualcosa la micia. Qualcosa si nasconde tra le callosità dei polpastrelli che tasteggiano le corde, qualcosa tra l’emozione e il sospiro. Lady sente tutto il dolore del bimbo investito, la preoccupazione della madre sulla spalla della quale la mano di Alessandro le ha sottolineato la speranza del futuro, sente la nota blu in minore delle scale di Robert Johnson e la dolce malinconia cantata sopra, poi sente il tocco di un incontro. Scrolla la testa in un gesto di stizza, salta giù dal piano della cucina e si rifugia sul divano.
Malcom ha la pancia piena ora, Marta è distesa sul divano con gli occhi puntati sullo schermo della televisione e la testa tra i successi della giornata e negli occhi scuri di Alessandro. Adesso Malcom può annusarla meglio, non è più emozionato dal suo arrivo, non sente più la gelosia. Elegantemente le balza ai piedi facendola trasalire:
“Malcom! …ero sovra pensiero, mi hai fatto spaventare!”.
Le cammina addosso assaporando gli indizi che le salgono dalle gambe, dal tronco e dalle spalle e proprio lì si accuccia meglio avvertendo qualcosa che Lady ha lasciato sulla fronte di Alessandro che per un attimo al caffè scherzosamente aveva appoggiato alla spalla di lei. Si abbandona a pancia in su, si allunga spalmandosi su suo petto inebriato da una lacrima di gatta, pronto a ricevere le carezze che Marta non sa rifiutargli.
Alessandro siede accanto a Lady con la tazza del caffè fumante in mano, lei lo snobba ancora un po’ seccata arrampicandosi sulla spalliera del divano e accucciandosi sopra la sua testa dove lo avverte forte. Sente il bacio di Malcom sulla spalla di Marta, un piccolo gesto scherzoso tra sconosciuti e due anime feline distanti si incontrano. Lady scende passando dalle spalle e si accoccola in grembo: “OK, ti perdono… ma adesso strapazzami di coccole.”
Scusate il ritardo... Non vi sarete mica dimenticati di me vero? Cosa volete che ricorra nel prossimo episodio?
- Il mare? (44%)
- le maschere (11%)
- l'autunno (44%)

16/07/2017 at 21:08
Mi sa che nessuno a parte me ha scelto le maschere. Attendo il prossimo episodio. Ciao
04/07/2017 at 20:07
Ciao Francesco, ti faccio i miei complimenti! Il racconto è bellissimo, le atmosfere vivide ed in quest’ultimo capitolo mi sono sentita coccolata proprio come Lady…
Ero indecisa sul cosa votare. Il mare, magari d’inverno, è sempre uno sfondo bellissimo ma, alla fine, ho scelto l’autunno ed i suoi meravigliosi colori: immagino che saprai rendere al massimo ogni sfumatura di questa meravigliosa stagione!
27/06/2017 at 21:32
Scrivi bene. Una tessitura densa ma agevole.
Ti ho scoperto per caso. Ti seguo.
22/06/2017 at 11:20
Abbiamo un incontro a distanza tra gatti 😀
Francamente mi ricordo poco di quello che è successo precedentemente, ma il capitolo scorre comunque bene.
Visto che è estate, voto il mare 🙂
Ciao 🙂
21/06/2017 at 14:10
Il mare, non è mai banale.
No, non mi sono dimenticato di te.
Mi sembra di intuire che tu abbia un debole per i gatti. 😀
Ciao, a presto, spero.
21/06/2017 at 09:52
Come ho detto mesi or sono, la mia stagione preferita è l’autunno, quindi ribadisco il mio voto.
Fortunatamente ho buona memoria, quindi sono rientrato subito nella storia nonostante la lunga attesa.
Scherzo, è che questo racconto mi piace. Altrimenti l’avrei rimosso.
21/06/2017 at 09:38
Senza nemmeno pensarci, l’autunno. È la mia stagione preferita e può essere piena di quella poesia che tu sai estrarre dalle cose.
Dimenticarci di te? E come potremmo! Eravamo qui ad aspettarti 🙂 A me sei anche mancato molto, e mi sono mancati i tuoi personaggi. È stato magico, adesso, ritrovarvi tutti a ritmo di blues e di coccole. Questo racconto di un incontro (i racconti di incontri sono i migliori sempre, perché sono così veri…) quasi onirico è veramente bello, e spero che lo continuerai presto.
20/02/2017 at 06:34
Sensualità.
Belle immagini.
15/02/2017 at 17:45
Un po di sensualità non guasta mai, e sono sicuro che saprai narrarla egregiamente.
ciao e al prossimo 😉
14/02/2017 at 22:39
Gatto, sempre gatto. In questo periodo mi sono “gattizzato”.
È passato tanto tempo dalla pubblicazione del precedente capitolo a questo e la cosa la si nota anche nell’elaborazione dell’episodio. Sembra più un riassunto degli eventi (conditi alla vaniglia) che un proseguio.
Vediamo come va avanti ^_^
Ciao 🙂
14/02/2017 at 20:03
Questo è un testo di canzone, è un’attimo descritto, è una momento rubato è bello, ma…
Il ma lo lascio in sospeso, perchè ho il dubbio che esuli dal resto, non ricordo deve ammettere i precendenti (colpa tua 🙂 ), ma li rileggerò per un parere migliore.
Se lo tiro fuori dalla narrazione e lo prendo così com’è, posso solo dire stupendo!!
Ovvio, mare d’inverno cos’altro??? Per me non c’è niente di meglio!! 🙂
14/02/2017 at 18:50
Prosa poetica.
Eh si… La musica e suonare la chitarra sono due potenti scacciapensieri.
C’è un alone di profumata malinconia in questo capitolo.
Avrei preferito … Mare d’inverno ma vedo che sono in minoranza 🙁
PS sono all’inizio di una nuova storia. Se ti piacciono le fiabe…
Ciaooo
14/02/2017 at 16:34
Mare d’inverno perché il racconto è ancora lungo e per il passo da pantera c’è tempo (anche se l’inverno non è la nostra stagione preferita 🙂 )
Mi è mancato leggervi, tutti quanti. Ma credo che forse tu mi sei mancato particolarmente. Lirico, sì, è vero che questo è un buon aggettivo per questo capitolo; ma, per parte mia, lo considero totalmente positivo!
14/02/2017 at 16:35
Mamma mia, qui devo correggermi da sola: “credo che forse tu mi SIA mancato”. I congiuntivi…
14/02/2017 at 16:18
Concordo con Moneta per quanto riguarda la densità del capitolo. Però, almeno dal mio punto di vista, non si perde l’immediatezza del messaggio.
Per questo vorrei continuare ad essere morbido come l’autunno. Che tra l’altro è la mia stagione preferita.
A presto
14/02/2017 at 16:08
Caro Francesco,
Avevo già votato quando ho ricevuto la notifica della tua risposta al mio commento precedente.
Il terzo capitolo è molto poetico… lirico (si dice così, no?).
Per questo, non volermene, l’ho personalmente trovato meno godibile degli altri due.
Le immagini sono belle, la costruzione è fantasiosa, complessa e efficace come al solito. Solo che io l’ho trovata troppo… densa, non saprei in che altro modo scriverlo: il lavoro che c’è dietro è percepibile, ti vedo lì cesellare ogni frase, ogni parola. Però è come se questo estremo controllo facesse perdere l’immediatezza del messaggio.
Parere personalissimo, ovviamente, è sicuro che questo capitolo a molti piacerà anche più degli altri.
Un’altra cosa; ho l’impressione che continui a sfuggirti di me un dettaglio importante, per cui ti invito a leggere il mio profilo, aggiornato forse da un paio di mesi.
😉
Ciao!
14/02/2017 at 16:16
lo so, non esisti, sei qualcosa di aleatorio e evanescente…
forse è per questo che sei un bel personaggio?
11/02/2017 at 10:28
Qualcosa di malinconico come l’Autunno, che è la mia stagione preferita e che mi manca già.
Ciao Francesco!
Ormai non ti ricorderai nemmeno più di me, visto che non ho scritto per mesi e non ho letto le vostre storie per altrettanto tempo; però sono qui e voglio davvero – davvero tanto – leggere questo racconto 😀
Il secondo capitolo è un sogno ad occhi aperti, un incontro casuale surreale, ma che sa di vero. Non so come. Forse perché riesci sempre a creare dei personaggi particolari (come questo infermiere suonatore di strada) ma che sembra di aver già incontrato, da qualche parte. Se nella vita o nei sogni, non saprei dire.
14/02/2017 at 16:12
Ciao Chiara!
La mia revisora di bozze!!! E come faccio a dimenticarmi di te?
Io credo che quell’Alessandro lo hai incrociato su qualche treno… lo scopriremo nel prossimo capitolo, un racconto alla vaniglia. E tranquilla… l’autunno arriva sempre (anche la mia stagione preferita).
Alla prossima!
05/01/2017 at 11:34
Dolce come la vaniglia.
Ero comunque indeciso con sexy come i gatti.
Ciao Francesco.
Episodio strano, direi quasi irreale. Però ben descritto, ci dà un quadro dinamico di Marta e di questo incontro estemporaneo con Alessandro. Viene voglia di leggere il seguito.
Buon anno e a rileggerti presto.
14/02/2017 at 16:09
Grazie Achillu!
Ti accontenterò per metà, una metà alla vaniglia!
Per quanto riguarda il resto… da febbraio inoltrato un buon 2017 anche a te!
30/12/2016 at 19:04
Mi è piaciuto molto questo capitolo.
Curioso, ma ha evocato nella mia memoria qualche immagine/associazione di idee…
Marta/Alessandro/caffè… Interessante il riferimento alla canzone di J.
chissà cos’hai in mente…
Voto “i gatti” (sempre per associazione d’idee e perché mi piacciono) anche se non capisco ma presuntuosamente intuisco, l’inizio di questa opzione “Qualcosa di sexy ecc”.
ciaoooo
29/12/2016 at 20:32
E bravo!! Vada per lo strimpellatore, accattone e infermiere. Vada per il fatto che conosce una per la strada e vanno insieme a bere un caffè, vada per l’atmosfera per creano le tue parole, dolce e frizzante come una spumante, vada per la pioggia, ma permettimi la vaniglia e una critica.
La dico piano ed è se vogliamo il pelo nell’uovo, ma mi scappa vista la perfezione del pezzo.
“Ancora il rumore della suola sulla pietra ma stavolta accompagnato dallo strusciare della suola di gomma di un paio di vecchie clark strascicate.” Periodo fantastico se a mio avviso evitavi la ripetizione di suola e il resto della descrizione, inutile e capace di sviare l’attenzione. Dove vuoi che lo lasci lo strumento un suonatore di strada? 🙂
Ovviamente solo l’osservazione di una lettrice criticona… 🙂
14/02/2017 at 16:06
…Che poi sono le lettrici più preziose!!!
Un racconto alla vaniglia in arrivo.
Rileggere! Rileggere! Rileggere!
Promesso!
🙂
29/12/2016 at 18:20
Davvero strano trovare un infermiere che, per hobby, finito il turno va in giro a strimpellare 🙂
Però il capitolo mi è piaciuto molto. Usi espressioni e frasi veramente efficaci, tanto che a volte mi chiedo: perché non ci ho pensato anch’io?
Ho votato per i gatti, che adoro, vediamo cosa ne viene fuori.
Ciao e a presto 😉
14/02/2017 at 16:01
Grazie Danio!
C’è un po’ di autobiografia in questo capitolo (un segreto… Io faccio l’infermiere e suono in una band!!!) Per ora faremo qualcosa al gusto di vaniglia ma i gatti resteranno sempre in agguato.
Alla prossima!
29/12/2016 at 13:56
Ho votato per qualcosa di dolce, tipo la vaniglia.
Devo dire, sempre nella speranza che tu non ti offenda, che questo secondo capitolo mi è sembrato scritto meno bene del primo, a livello tecnico.
C’è un errore di discordanza tra soggetto e verbo proprio all’inizio (… punta… sfiorano), oppure semplicemente non sei riuscito a rendere che il soggetto sono gli scarponcini invece della punta degli stessi.
La punteggiatura è carente in più punti: mancano le virgole e la lettura, soprattutto ad alta voce, ne risente.
Mi associo a Moneta dicendo che c’è sempre un po’ “troppo”. Aggettivi e spiegazioni superflue appesantiscono una prosa altrimenti fluida e godibile.
Ora che ho dato i miei spunti, sui quali spero tu possa riflettere senza sentirti giudicato, parliamo dei bellissimi personaggi e delle immagini vivide che sai evocare.
I sentimenti e le sensazioni affiorano delineati con sapiena e la trama scorre interessante.
Aspetto con ansia il prossimo.
14/02/2017 at 15:58
Grazie Tom! Io prendo sempre appunti… 😉
L’uso (lo ammetto, talvolta abuso) degli aggettivi è il solito vecchio trucco per cercare di rendere al meglio le immagini che ho intenzione di evocare. Forse nasce da un’insicurezza di base, ho sempre la sensazione di non aver reso bene l’idea…
Ci proverò!
29/12/2016 at 10:06
Gatti no, ma non perché non mi piacciano, al contrario mi piacciono molto, ma hai già dato loro un ruolo importante nel racconto precedente. La ‘saudade’ l’hai già usata un po’ qui.
Vediamo la vaniglia.
Non molte volte, penso due, ad altri autori ho scritto che secondo me avevano ‘talento’. Ripensandoci non scriverei la stessa cosa, semplicemente perché non voglio più scrivere cose di cui non comprendo appieno il significato, mi sembra un atto di arroganza da parte mia. A te perciò scrivo che sei uno dei pochi autori dei quali mi piacerebbe leggere tutto ciò che scrive. In parte, per quello che ho trovato, l’ho fatto e lo sai. Veniamo al capitolo: non ho molto da dire, mi è piaciuto sicuramente, come e più del primo. Non so, la delicatezza dei sentimenti, come riesci a rendere la spontaneità dei protagonisti, forse la voglia di leggere una ‘favola reale’. Boh, fai tu. Tutto rosa, dunque? Quasi, anche se in questo secondo ho avuto l’impressione di un eccessivo proliferare di aggettivi. Ma è una questione di gusti.
Ciao, aspetterò con ansia e curiosità il prossimo capitolo.
14/02/2017 at 15:51
Monetina mi lusinghi come al solito…
Sappi che la stima è più che ricambiata (su altre piattaforme, quelle di scrittura collaborativa, io e te te insieme ci saremmo davvero divertiti un sacco!!) ed i tuoi commenti sono preziosissimi. Il proliferare di aggettivi è un vecchio trucco per rendere bene le immagini (poveri i miei lettori fantasiosi!!!).
Allora ti invito al prossimo capitolo: lo correggo alla vaniglia?
29/12/2016 at 09:54
Mi è piaciuto molto questo capitolo.
Curioso, ma ha evocato nella mia memoria qualche immagine/associazione di idee…
Marta/Alessandro/caffè… Interessante il riferimento a Jobim.
chissà cos’hai in mente…
Voto “i gatti” (sempre per associazione d’idee e perché mi piacciono) anche se non capisco ma presuntuosamente intuisco, l’inizio di questa opzione “Qualcosa di sexy ecc”.
ciaoooo
14/02/2017 at 15:08
Sincero sincero: che cosa ho in mente non lo so nemmeno io ma mi diverto un sacco!!!
Per i gatti mi sa che li lasciamo ad un altro capitolo anche se potrebbero essere una fucina di riferimenti ricorrenti,
grazie!
29/12/2016 at 01:16
Ho avuto qualche difficoltà a capire chi parlasse durante i discorsi; per il resto il capitolo scorre fluido e leggero.
Anche se non ho capito cosa avrebbero di sexy, a me piacciono i gatti e voto i gatti 🙂
Ciao 🙂
14/02/2017 at 14:54
Forse per quel loro modo di muoversi da piccole inesorabili tigri tascabili o forse per l’idea di melliflua libertà che non riesco ad abbinare ad altro essere vivente… e d’altronde sono quasi una costante nei miei racconti.
Ma credo che stavolta dovremo accontentarci della vaniglia!
Grazie Red!
16/12/2016 at 11:22
Ciao, piacere di conoscerti.
Non ho le competenze giuste per valutare tecnicamente lo scritto, però quest’incipit fluido e coinvolgente mi ha preso da subito. Ho particolarmente apprezzato la descrizione dello spot.
Ho optato per la pioggia.
A presto
18/12/2016 at 23:58
Piacere mio, FueGod, e benvenuto.
Credo che stia per piovere.
14/12/2016 at 18:44
Ciao, piacere di leggere qualcosa di veramente buono.
Ho votato per la pioggia, che adoro forse anche troppo. Marta sa quello che vuole, e hai saputo rendere molto bene la sua personalità.
Seguo volentieri, a presto.
18/12/2016 at 23:54
Grazie Danio,
alla prossima e ricorda di prendere l’ombrello!
14/12/2016 at 17:02
Incipit interessante, mi è piaciuto! Marta mi sta già simpatica…un po’ come mi succede sempre coi protagonisti dotati di vena artistica! Complimenti per le numerosissime frasi a effetto. Non so cosa votare, ma direi vaniglia! Complimenti!
18/12/2016 at 23:53
Grazie Erika, e benvenuta.
Preparati allora, credo che altri artisti passeggeranno da queste parti. 😉
14/12/2016 at 14:21
La vaniglia visto che oggi devo preparare torte.
Bentornato.
Molto bello questo tuo nuovo incipit. Ma non si chiamava Marta anche l’amore perduto di Biagio o ricordo male io?
Se fosse così facile (anche avendo talento) farsi fare un contratto solido i CO.CO.CO. di questo mondo avrebbero meno inquietudini da farsi quanto al proprio futuro, ma lo sappiamo tutti che ti piacciono le fiabe 🙂
Felice di rileggerti, ciao
18/12/2016 at 23:47
Ciao Befanella,
ho scelto il nome Marta perché l’ho promesso ad AmoMarta che spero si faccia viva presto altrimenti mi toccherà mantenere lo stesso nome per tutte le prossime storie! 😉
Per il resto… sì è verissimo se non c’è un po’ di speranza e un pizzichino di lieto fine vado in crisi di astinenza… ma dai, almeno qui, in un mondo fatto di fantasia, poesia e parole perché non credere alle favole.
Felice di ritrovarti.
14/12/2016 at 13:56
Ho votato per la pioggia.
Piacere di commentarti Francesco.
Sensazioni contrastanti per questo incipit.
La storia mi piace, è bella ed è resa molto bene.
Scrivi benissimo, non c’è dubbio.
Lo stile mi lascia un po’ perplesso. Sia chiaro che io non ho titolo alcuno per giudicare gli altri, che non scrivo bene come te e che le mie osservazioni sono volte a esprimere una mia personale visione, la quale potrebbe esserti utile o meno: sta a te farne l’uso che vuoi.
Tornando sullo stile:
– ritmo ottimo;
– punteggiatura e costruzione delle frasi impeccabili;
– lessico, a volte, desueto. Sa di “vecchio” se mi passi il brutto termine e se non ti offendi. Temini come “gracchiare stridulo” o “acciottolato” sono bellissimi, ma nessuno parla più così. Nessuno scrive più così. Credo che il linguaggio debba rispecchiare la storia, la sua ambientazione e i protagonisti. Anche se il narratore è esterno, ho trovato una dissonanza tra il suo lessico e la protagonista.
Ti chiedo umilmente perdono se mi sono permesso di muoverti questa piccola, insignificante, critica e spero davvero che questo non comprometta il nostro rapporto di autore-lettore sul nascere.
Attendo con ansia il secondo capitolo.
18/12/2016 at 23:43
Accidenti Tom!
Conservo ogni critica come un prezioso coniglio nel mio salvadanaio! Sei il benvenuto.
Svecchiare un po’ il lessico dici? Forse hai ragione, del resto nel mio parlato sono molto meno ricercato. Sai che sto sul sinonimi e contrari a spulciare il termine che rende di più? E’ che mi piace proprio cercare di disegnare bene ciò che penso. Sentiti assolutamente libero di esprimere le tue opinioni sui miei scritti.
Alla prossima.
14/12/2016 at 08:38
La pioggia.
Mi è piaciuto. Molto. Non sono molti gli incipit che mi hanno colpito così da quando bazzico da queste parti. Unisci un’ottima scrittura a una notevole immaginazione. Già solo immaginare lo spot è uno sforzo non indifferente. Poi il resto, le osservazioni buttate lì con indifferenza che mi si attaccano addosso e germogliano…
Bentornato!
Ciao ciao
18/12/2016 at 23:36
Ah, Moneta! Quanto vorrei saper leggere tutti quei germogli…
La senti? Credo che stia per piovere…
Felice di ritrovarti.
14/12/2016 at 06:27
Ciao Francesco
Non ti ho mai letto, credo. Mi ha incuriosito titolo e sinossi.
Ritmo giusto, incipit interessante.
Lle tonalità del racconto,bianco, nero, grigio sono rese bene.
I colori che dormono, bell’immagine…mi è piaciuta.
Vediamo dove ci vuoi portare.
arriciaoooo
18/12/2016 at 23:34
Lieto di aver stuzzicato la tua immaginazione, Maria, e benvenuta. Sto frullando un po’ le meningi per trovare un filo conduttore a questo esperimento, a quanto pare le aspettative ci sono, vedrò di adoperarmi per non deludervi…
Ciao.
14/12/2016 at 06:13
Interessante inizio, aspetto a fare commenti, il resto lo tralascio, del fatto che scrivi bene ne avevamo già parlato!! 🙂
Fumo….
18/12/2016 at 23:31
Grazie MrsRiso,
cercherò di mantenere vivo il tuo interesse, è che ho deciso come procederà questo esperimento ma non ho una storia in tasca… vediamo cosa ne uscirà! 🙂
14/12/2016 at 01:52
Primo!
Voto la pioggia.
Di questo capitolo mi è piaciuto l’inizio (che mi ha richiamato la pioggia) e la fine (della serie: come inc..are il capo senza che se ne accorga 😉 ).
Ciao 🙂
18/12/2016 at 23:29
E grazie per esserti precipitato Red!
Felice di ritrovarti!
😉