Una proposta inaspettata
Il professor Ricci, che aveva fatto di tutto per permettere a Melita di andare in Erasmus, non poté trattenere un’esclamazione stupida quando apprese quale meta la ragazza avesse scelto per il suo soggiorno all’estero. «Caspita signorina!» era stata la sua reazione, «lei ha la media del trenta, la possibilità di frequentare i corsi della Goldsmith di Londra, il non plus ultra per gli studi umanistici, e cosa fa? Se ne va a Barcellona? «Lo so professore», aveva risposto Melita con sussiego «ma anche l’università di Barcellona, tutto sommato, non è male, non crede? …» E subito aveva chinato il capo, poco convinta lei stessa di quanto andava dicendo. Sapeva che il professore aveva ragione. La sede inglese era preferibile a quella spagnola, soprattutto per chi, come lei, era intenzionata a rimanere in ambito accademico dopo la laurea. Eppure non ci voleva andare. Allora non se ne rendeva ancora conto, o forse non voleva confessarlo nemmeno a se stessa, ma dopo tanti anni dedicati ai libri e allo studio, sentiva forte il richiamo del divertimento e della trasgressione; e la città catalana, così colorata, allegra, vivace, le ispirava una condotta di vita godereccia, quasi dissoluta, attraendola segretamente. Spinta da queste suggestioni, al principio dell’estate volò a Barcellona. Non le fu possibile trovare un alloggio nei pressi dell’università, come avrebbe preferito. Si stabilì quindi in un piccolo appartamento a pochi passi dal Barri Gotic. Il proprietario che aveva concesso l’affitto doveva essere un tipo piuttosto eclettico. Ovunque erano sparsi libri, cd, apparecchi elettrici e altre cianfrusaglie, forse souvenir di qualche viaggio lontano. C’era un gran disordine che Tania, la turbolenta coinquilina di Melita, non contribuiva certo a limitare, essendo abituata a piantare tutto in giro. Per fortuna un ampio balcone aperto sul carrer de Sant Pau contrastava con l’aspetto negletto delle stanze interne. Si trovavano qui un tavolo rotondo, due sedie e un antiquato divanetto a dondolo, mentre tutt’intorno, sorretta da un sofisticato sistema di graticole e tralicci, cresceva rigogliosa una pianta di Bouganville, in un colorato tripudio di profumi. In questo spazio ombreggiato Melita era solita trascorrere le sue giornate quando non era a lezione. Anche quel pomeriggio caldo e assolato di inizio luglio si era seduta al tavolo, cercando di ripassare i suoi appunti per l’imminente esame di Storia della filosofia medievale; cercando, per l’appunto, dato che Tania non le dava tregua.
«Non ho intenzione di starmene qui a far niente mentre tu ripassi i tuoi filosofi» adagiata sul divanetto a dondolo, Tania distendeva con cura la crema antisolare sulle lunghe gambe bianche. Usava sempre la protezione cinquanta perché aveva la pelle molto delicata. «Perché non metti un po’ in ordine di là?» rispose sarcastica Melita senza alzare lo sguardo dai suoi appunti. «Ma certo, perfettina! Fosse per te dovremmo passare il nostro tempo a rassettare». Trascorse qualche minuto in silenzio. Poi Tania, terminato il suo massaggio, riprese con maggior insistenza, fissando sulla coinquilina due occhi quasi imploranti. «Senti Melita, perché non andiamo a divertirci un po’ io e te invece di restare sempre chiuse qui dentro?» «Ti ho già detto che devo studiare. Non sono venuta qui per far baldoria» «Ah, sì» rispose Tania infervorandosi questa volta «Beh, se proprio la metti così .. peccato sai.. un vero peccato, proprio oggi che Carlos mi aveva chiesto se volevamo uscire con lui». Melita ebbe un tonfo al cuore sentendo pronunciare quel nome. Non conosceva il ragazzo a pianterreno, aveva scambiato con lui solo qualche rapido saluto sulle scale; eppure lo aveva trovato sin da subito molto carino e gentile. Cercando di mascherare il suo turbamento finse indifferenza «Carlos chi?» Tania proruppe in una risata. Non le era sfuggito l’affanno con cui Melita aveva pronunciato queste ultime parole. «Sai benissimo di chi sto parlando, non fare la tonta. Io vado a prepararmi», aggiunse balzando in piedi. «A proposito, andiamo al Parc Guell. Tu fai come vuoi: sappi solo che questa volta me la lego al dito». E infilati i sandali rientrò in casa senza più curarsi di Melita.
Come reagisce Melita alla proposta di Tania?
- Accetta, ma propone a Tania un'altra meta (33%)
- Continua indifferente a studiare (33%)
- accetta di unirsi a lei e a Carlos (33%)

03/07/2017 at 16:50
Ciao, il tuo racconto mi piace, è interessante e si lascia leggere davvero bene!
Complimenti!
30/06/2017 at 20:18
ho votato la cinquina per movimentare la storia. attendo un erotismo più audace.
14/03/2017 at 22:42
Questo Carlos ispira … ma perché dovrebbe essere un erotico ?
Sì, carino e … si fa leggere! 🙂 Ma sinceramente a parte questa sorta di vibratore mediaevale, nulla mi suggerisce un erotico 🙂
Comunque ti seguo dai.
29/01/2017 at 20:58
Ho votato per una foto. Mi chiedo perché nessuno segua questa storia. Non è niente male. Se ti piace l’horror passa dalle mie parti.
20/12/2016 at 23:18
Ciao, ho letto il tuo capitolo. Scritto molto bene. Anche la storia, da quello che trapela dalla trama e dal primo capitolo, promette bene. Anch’io ho scritto il mio primo racconto, anch’esso genere eros, su questo sito. Ho pubblicato due capitoli per ora essendo nuova anche io e sto sperimentando pure io con una prima storia per la prima volta. Buon proseguimento
21/12/2016 at 13:29
Grazie! Spero di andar avanti bene con quello che ho in mente