Dove eravamo rimasti?
un acquazzone improvviso
In fondo al cassetto, in mezzo ad altre cianfrusaglie, Melita notò una fotografia. Doveva essere stata buttata lì dentro in gran fretta, tutta logora e stropicciata com’era. Incuriosita posò i panni ed estrasse l’immagine dal suo insolito nascondiglio. Vi era raffigurata una sedia metallica su un piedistallo in legno. A tutta prima sembrava uno strumento di tortura, uno di quegli arnesi che nei secoli moderni erano impiegati per estorcere confessioni di colpevolezza ai delinquenti o presunti tali. Aguzzando la vista, però, vide uno strano dettaglio. Al centro della sedia, in corrispondenza dello spazio destinato ad appoggiare le natiche, compariva una fessura, lunga non più di qualche centimetro, dalla quale faceva capolino una specie di bastone, intagliato e modellato di modo da sembrare un grosso fallo. Poco sotto era visibile un complicato groviglio ingranaggi che doveva probabilmente servire a far muovere il fallo artificiale in su e in giù. “Un vibratore ante litteram” pensò Melita con un curioso senso di divertimento. La ragazza girò la foto e lesse un messaggio, vergato con un scrittura ampia e svolazzante, che diceva: “un ricordo del nostro incontro al museo dell’erotismo!”. Nessuna firma accompagnava il messaggio.
Melita rimase qualche istante con la foto in mano. Per un verso sentiva una forte repulsione verso il proprietario del suo appartamento (al quale la foto senz’altro apparteneva): che razza di maiale doveva essere quell’uomo? Dall’altra parte invece avvertiva un senso di curiosità. Conosceva i principali luoghi d’interesse di Barcellona, ma non aveva mai sentito parlare di un museo del erotismo. Si sedette al tavolo dell’esiguo salotto, dove il computer era rimasto acceso, e fece una rapida ricerca su google. Il museo effettivamente esisteva e per giunta si trovava a pochi passa dall’appartamento. Considerò l’ora: le tre. Aveva tutto il tempo per visitarlo, tornare a casa e riprendere le sue faccende prima che Tania ritornasse. Come trasportata da un oscuro desiderio di trasgressione, spense il pc, balzò in piedi e in un attimo fu pronta per uscire. Tanta fu la fretta con cui prese le scale, che solo quando varcò la soglia del portone a pianterreno s’accorse di come il tempo fosse in procinto di cambiare. Il sole era sparito dietro pesanti nuvoloni grigi, e la piacevole brezza di prima aveva lasciato il posto a minacciose raffiche di vento. Melita alzò lo sguardo. Da qualche parte provenne il frastuono di una persiana sbattuta; poi un fulmine illuminò il cielo, seguito dal brontolio sommesso del tuono. Per un attimo pensò di risalire a recuperare un ombrello, ma poi si rese conto che, con quel vento, anche se l’avesse avuto non sarebbe stata in grado d’aprirlo. Decise quindi di dirigersi senz’altro verso il museo. “Se faccio in fretta”, pensava, “forse eviterò di bagnarmi”. Prese a camminare spedita fra una fiumana di gente, spostandosi dal marciapiede alla strada per evitare chi procedeva più adagio di lei. Una volta raggiunta la Rambla, dove un incessante andirivieni creava una confusione incredibile, arrestò la sua corsa per cercare il museo, e finalmente le fu possibile vederlo dall’altra parte della strada. Ma proprio mentre stava attraversando, alcune pesanti gocce cominciarono a stamparsi sull’asfalto: un attimo dopo diluviava. Sgomitando fra la folla che si muoveva in disordine alla ricerca di un riparo, raggiunse la sua destinazione. Ormai era completamente fradicia.
Melita sta per entrare nel museo...
- s'imbatte in Carlos e Tania (75%)
- è chiuso (0%)
- è aperto e visitabile (25%)

03/07/2017 at 16:50
Ciao, il tuo racconto mi piace, è interessante e si lascia leggere davvero bene!
Complimenti!
30/06/2017 at 20:18
ho votato la cinquina per movimentare la storia. attendo un erotismo più audace.
14/03/2017 at 22:42
Questo Carlos ispira … ma perché dovrebbe essere un erotico ?
Sì, carino e … si fa leggere! 🙂 Ma sinceramente a parte questa sorta di vibratore mediaevale, nulla mi suggerisce un erotico 🙂
Comunque ti seguo dai.
29/01/2017 at 20:58
Ho votato per una foto. Mi chiedo perché nessuno segua questa storia. Non è niente male. Se ti piace l’horror passa dalle mie parti.
20/12/2016 at 23:18
Ciao, ho letto il tuo capitolo. Scritto molto bene. Anche la storia, da quello che trapela dalla trama e dal primo capitolo, promette bene. Anch’io ho scritto il mio primo racconto, anch’esso genere eros, su questo sito. Ho pubblicato due capitoli per ora essendo nuova anche io e sto sperimentando pure io con una prima storia per la prima volta. Buon proseguimento
21/12/2016 at 13:29
Grazie! Spero di andar avanti bene con quello che ho in mente