Dove eravamo rimasti?
Leopazzotti
Milano ci accoglie sotto una leggera pioggia fastidiosa. Le pozzanghere con cui ci divertivamo a bagnare le persone qualche notte fa sono ancora presenti ma, questa volta, dovremmo accontentarci di passargli accanto senza poter innaffiare nessuno.
“Signore, secondo il navigatore saremo a destinazione tra una ventina di minuti. Traffico permettendo”, mi aggiorna l’autista.
“Lasci stare il navigatore, al semaforo giri a sinistra e prosegua sulla stradina stretta che troverà subito a destra. Salteremo il traffico”, mi permetto di suggerire.
La faccia dell’autista, una volta notato l’ammasso d’immondizia lungo la strada, mi rievoca la vergogna che provavo quando un compagno di scuola veniva a casa con me a giocare alla playstation oppure quando i genitori degli amici mi riaccompagnavano dopo un compleanno in serata, notando tutto quello schifo. Erano chiarissimi segnali di quanto il mio quartiere fosse da sempre un ghetto che pretendeva di sembrare soltanto una semplice zona di periferia ma, nonostante tutto, ancora oggi, non riesco a restare indifferente alla stretta che sento al cuore quando mi riavvicino a casa, quella in cui sono nato e cresciuto.
Una volta a destinazione, salutati l’autista e il solito gentile signore, papà si rende conto che chilometro dopo chilometro, follia dopo follia, litigio dopo litigio, siamo arrivati alla fine di una fuga sensazionale.
“Guaglio’”, mi sento chiamare mentre mi avvio verso il citofono di casa, “E così stamm ‘n ata vota ‘cca”.
“Eh, e dove saremmo dovuti essere?” Rispondo ironicamente, cercando di smorzare il clima.
“E ja, nun fa’ o strunz!”, mi rimprovera offeso, “Ci sono tante cose di cui dovevamo parlare, sai? Sì, lo sai. Che te lo dico a fare. Alla fine ci siamo scornati come due ciucci e abbiamo buttato nel cesso l’ultimo giorno assieme”.
Comprendo bene. D’altronde ci siamo riavvicinati dopo una vita, abbiamo fatto la fatica necessaria per cercare di farci vedere per quello che siamo diventati, e poi ci siamo tolti le maschere, lanciandoci addosso, l’uno con l’altro, un forziere pieno di affermazioni pesanti accantonate negli anni.
Hai ragione.
“Seguimi” lo invito, fingendo che le sue parole non mi abbiano toccato.
Arriviamo davanti ad un vecchio palazzo a poche centinaia di metri dal nostro condominio, mi fermo davanti ad un box e lancio un’occhiata a papà.
“Che dobbiamo fare, guaglio’?” Mi domanda confuso.
“Niente di preoccupante. Promettimi di non sfottermi però, eh!” Chiarisco, sollevando lentamente la saracinesca.
Non appena la mia piccola spider rossa compare davanti a noi papà mi dà una pacca sulla spalla. “Azz, alla fine l’hai comprata la macchina degli scemi, eh!” Mi schernisce.
“E dai! Lo sapevo che l’avresti detto! Non è bellissima?! Sali dai, ti faccio ricredere. Se smette di piovere apriamo la capote!”
“Ohe, non è che mi fai addormentare e domani mi risveglio a Budapest?” Esclama divertito, sedendosi al posto guida.
***
Parcheggiati sotto casa, dopo aver fatto guidare a papà la macchina, non capisco chi tra i due non abbia il coraggio di porre fine alla nostra vacanza.
“Vabbuò, senti un po’… Ma come l’hai conosciuta tua moglie?” Domanda papà, lasciandosi andare dopo aver trattenuto a lungo le curiosità del caso.
“A Roma, ad un convegno sull’editoria”
“E che ci facevi ad un convegno sull’editoria? Non mi dire che…”
“No”, lo interrompo, “Non ho pubblicato alcun libro. Avevi ragione tu quando dicevi che d’inchiostro non si vive. Ho lasciato perdere… Ero lì per mia moglie”, sospiro.
“Ma se non era ancora tua moglie come facevi ad essere lì per tua moglie?!” Papà mi guarda perplesso.
“Ha pubblicato diversi saggi. È un magistrato molto conosciuto in Italia ed io, che mi trovavo nei paraggi, ho pensato di assistere al convegno”
“Un magistrato. Ah”
Non mi dire niente, per favore.
“Adesso capisco perché mi hai ucciso per finta” mi sento provocare.
Una telefonata improvvisa mi solleva dall’arduo incarico di dovergli rispondere senza dare corda alla sua istigazione.
“Pronto, Leopazzo’!” La voce di mia moglie rimbomba per tutto l’abitacolo, “Dove sei?”
Mannaggia a me e il bluetooth sempre attivo.
“Sotto casa dei miei, in macchina. Mo’ saluto mio padre e mi avvio verso Roma”
“D’accordo, a più tardi!” Conclude.
Sei troppo accondiscendente per i miei gusti.
“E mo chi è sto Leopazzo’?” Papà mi interroga curioso.
“Ehm… Diciamo che ad un certo punto mia moglie si è resa conto che alternavo momenti di solitudine e depressione, come quella volta che mi ritrovò seduto su un trespolo a pensare, ad altri in cui la tramortivo con frasi poeticamente zuccherose. “Un po’ Leopardi e un po’ Ramazzotti. Leopazzotti!” Mi ha preso in giro un giorno, battezzandomi” rispondo, lievemente imbarazzato.
“Maro’, vuje nun stat bbuon!” Urla, disperato.
“Starà bene lei!” Interviene una voce familiare da fuori l’automobile.
Uh, mamma mia.
Papà si affaccia con la testa fuori dal finestrino aperto, guarda a destra, poi a sinistra e con un enorme sorriso sdentato esclama: “Piacere di conoscerla, Vostro Onore”.
Vabeh, se Maometto non va alla montagna... Che succede nel penultimo capitolo?
- La moglie, provata dal passato del suocero, preferisce sbrigare le formalità del caso, recuperare il marito, e tornare a Roma. (0%)
- Il papà non è proprio felice del fatto che la moglie di suo figlio sia un magistrato (visti i trascorsi) e si limita a proporre un caffè. (15%)
- Il papà muore dalla voglia di conoscere la signora, invita entrambi a cena a casa. (85%)

02/05/2017 at 16:12
Ciao Veners,
E scusa per il ritardo mostruoso con cui commento il tuo racconto.
E, quindi, se non ho capito male, è stato tutto frutto dell’immaginazione del protagonista, un sogno di riconciliazione ad occhi aperti che però si è scontrato contro la dura realtà di una parete bianca, orfana di fotografie più recenti? Eppure questo padre era così vivido, così verace, lo hai descritto che pareva fosse lì a dare dello “strunz” anche a noi 😉
E’ venuto il magone anche a me, però non posso dirti se non BRAVO! Scritto proprio in grande, come grande è stata la tua capacità di accompagnarci in un viaggio fatto di sentimenti, incontri/scontri/malinconia. A volte viviamo senza renderci conto che le nostre azioni hanno un peso, che ogni giorno seminiamo un semino piccino che darà i suoi frutti, che facciamo scelte che ci portano in una direzione piuttosto che in un’altra. I rimpianti sono una brutta cosa accidenti!!!
Veners, spero che tornerai a scrivere presto su questa piattaforma, perchè ho ancora voglia di leggerti.
Un saluto,
Cinzia
02/05/2017 at 20:11
Buonasera Cinzia,
Cavolo che bel commento! Ti ringrazio tantissimo per queste belle parole e per aver letto la storia. Come dico sempre, senza voi non riuscirei a migliorarmi e quindi siete una risorsa molto preziosa 🙂
Ebbene sì, hai capito bene… Era tutta una fantasia scaturita dal fatto che, quando l’orgoglio maledetto prevale, tante volte le spese si pagano talmente tardi che rischiano di diventare un macigno. E non si può più spostare…
Che dire: vorrei ringraziarti ancora perché sei stata molto gentile e mi ha fatto molto piacere averti come lettrice, sarò felice di continuare ad averti qui è a leggere le tue storie 🙂
Buona serata, a presto!
01/05/2017 at 21:20
Eccomi. Mi hai incuriosito con il tuo commento “a babbo morto” e ho pensato di leggere qualcosa di tuo. E bene ho fatto. Ho scoperto un autore bravo, con una bella fluidità e leggibilità della scrittura, e interessante per la sensibilità e per il tema trattato.
Ti seguo in attesa di un tuo nuovo racconto.
02/05/2017 at 20:03
Buonasera Napo,
Apprezzo molto che tu abbia letto la storia e anche le cose che mi hai scritto. Detto da un autore di cui apprezzo molto la scrittura (tra l’altro mi troverai a spizzare le tue altre storie in questi giorni) mi fa molto felice e lo prenderò come un plus per provare a migliorare nei prossimi racconti.
Grazie per essere passato!
Alla prossima, ciao 🙂
01/05/2017 at 12:27
bellissimo e delicatissimo questo finale. Mi è piaciuto molto!
02/05/2017 at 19:56
Ciao Al West,
Grazie per essere passata a leggere il finale e per il complimento 🙂 Spero di fare meglio in futuro grazie al vostro supporto.
Ci vediamo da te durante la tua storia, alla prossima
01/05/2017 at 01:39
Scusami per il ritardo, Veners!!
wow. Molto sensibile il finale di questa storia. Realistica, forse a tratti cinica, altri profonda. Hai tratteggiato con maestria uno spaccato di vita che incarna un pensiero comune. Sono solidale. Complimenti.
(sono Amomarta)
02/05/2017 at 19:55
Ciao AmoMarta/Alessandra 🙂
Figurati, nessun ritardo, anzi… Grazie per essere passata!
Mi fa piacere che la storia ti sia piaciuta. È stato molto piacevole averti come lettrice e ti ringrazio per la fiducia datami quando hai letto i primi capitoli.
Sperando di leggere presto qualcosa di tuo (Come Alessandra o AmoMarta?! 🙂 ) Ti auguro buona serata!
Ciao, alla prossima
25/04/2017 at 14:50
Mi hai sconvolto con questo finale: in senso buono, ma sapere che in realtà il riappacificarsi con papà e col passato, il ricucire i rapporti, il dirsi “ti voglio bene” sia rimasto solo una velleità mai realizzata, un rimpianto perenne mi ha sorpreso, non me lo aspettavo, e fatto venire il magone.
È vero che più il tempo passa e più le sole cose che non si possono relativizzare sono i rimpianti. Dire sempre l’amore che si prova per gli altri, quando se ne ha il tempo.
Sarà per quello che mi sforzo di telefonare ai miei vecchietti ogni settimana, anche quando non ho nulla di interessante da raccontare loro?
Credo che il tuo racconto dipinga bene una verità, tra le altre: siamo sempre figli, anche quando i genitori non sono più. È una condizione permanente.
Ciao, Veners, a presto
25/04/2017 at 19:13
Buonasera Befana,
diciamo che ho cercato di mantenere il più possibile un profilo che mi permettesse di non far capire come sarebbero andate le cose alla fine.
Ebbene sì, era tutto quello che il protagonista teneva dentro sè sapendo bene che non sarebbe mai potuto succedere.
Sì, hai ragione: il tempo passo ed i rimpianti restano qualcosa di insuperabile. Per questo, come dici bene, bisogna aprirsi fin quando se ne ha il tempo. Questo è quello che ho immaginato, e mi ha fatto stare male.
Spero che il racconto ti sia piaciuto e ti ringrazio molto per avermi dato fiducia, per avermi seguito ed aver espresso sempre il tuo parere onesto ed interessato. Sono contento di averti avuta come lettrice e mi farebbe piacere che fossi ancora presente 🙂
Aspettando una tua nuova opera (date le tue indubbie e apprezzatissime qualità di scrittrice) ti auguro buona serata.
A presto
24/04/2017 at 19:53
Ciao Veners,
Molto commovente questo finale. Anzi, tutto il racconto lo è in realtà. Sei riuscito a far vivere le situazioni al lettore, cosa affatto non facile.
Questo è il degno epilogo di una storia profonda e ben strutturata. Sono contento di averla seguita nella sua interezza e di aver contribuito alla sua stesura.
Spero di leggerti presto.
24/04/2017 at 21:25
Buonasera FueGod,
Grazie per avermi supportato dal principio, per tutta la storia. Sempre presente e sempre gentile ed onesto.
Se c’è una cosa di cui vado fiero è il ricevere commenti da lettori come te ed altri, su questa piattaforma, di cui apprezzo molto la presenza ed anche il talento nella scrittura.
Sono contento che il finale ti sia piaciuto e che li abbia trovato commovente. Se la trama è stata ben strutturata lo devo a voi che avete contribuito con la vostra presenza e le vostre decisioni, quindi ancora… Grazie.
Ci vediamo dai Tre Cancelli per ridere ancora come un povero matto 🙂
A presto
24/04/2017 at 14:28
Amaro. E bello.
Ciao Veners.
Avevo gioito per la riconciliazione tra i due, vado matto per i ‘lieto fine’.
Non mi aspettavo questo ultimo capitolo ma lo trovo profondo e poetico.
Ho visto pochi giorni fa un film che mi è piaciuto tantissimo, si intitola ‘Vita di Pi’. I motivi per cui mi è piaciuto sono simili a quelli per cui mi è piaciuto il tuo racconto e questo epilogo, ma non sto a raccontarteli perché non vorrei spoilerare un film che a mio parere merita di essere visto.
Ti dirò soltanto che trovo un tratto molto umano l’amarezza del tuo protagonista. Spesso compiamo delle scelte che anche in prospettiva ci paiono, se non giuste, quasi inevitabili. Ma queste scelte qualche volta ci conducono così lontano che non riusciamo a tornare indietro. Amarezza per una realtà che non vedremmo mai, per il semplice fatto che non era tra le realtà possibili. Era solo tra quelle immaginabili. Ultimo rifugio e consolazione.
Una curiosità: mio nonno si chiamava Massimino, io Massim… no, non Massimo, Massimiliano.
Coincidenze 🙂
Ciao, spero di rileggerti presto.
24/04/2017 at 21:02
Buonasera Jaw,
Grazie per esserci stato ed avermi dato fiducia. Ho apprezzato molto il tuo supporto, come già ti ho accennato sono consapevole di parlare con un lettore attento ed onesto, e a dirla tutta in alcune circostanze mi sei stato anche d’aiuto 😉 Magari non te ne sei accorto! La tua analisi dei capitoli spesso mi ha sorpreso in positivo perché riesci ad andare davvero a fondo, riuscendo a cogliere dettagli è sfumature che non sempre un lettore arriva a percepire. Anche per questo ricevere un tuo commento è sempre molto piacevole.
Finale amaro, sì. Ho sofferto quando è giunto il momento di fare dissolvere l’immagine del papà. Sapevo che di lì in poi sarebbe fuoriuscita la sofferenza del personaggio e… È sempre pesante. Purtroppo, ormai, nella mia testa questa storia poteva avere solo questo finale e non ti nego che avevo paura di far storcere il naso a qualche lettore per l’aspetto malinconico. Sono contento che ti sia piaciuto lo stesso 🙂
Vita di Pí è un film meraviglioso, visto al cinema quando è uscito.
Massimo per me ha una valenza importante, in qualche modo. Massimi’ come vogliamo vederlo? Ad ognuno la propria interpretazione 🙂 Quindi ho beccato le sfumature dei nomi di famiglia?! Anche io mi chiamo come mio nonno! 🙂
Spero di tornare a leggere qualcosa di tuo il prima possibile!,
Grazie ancora, a presto.
24/04/2017 at 10:50
Rieccoci; Veners.
Il finale mi ha profondamente toccato. Mi è piaciuto, molto, e mi ha fatto commosso.
La semplicità con cui descrivi situazioni molto empatiche è un tratto della tua scrittura che apprezzo tantissimo. Una cosa che mi rammarica un po’ è che la tua storia è rimasta troppo in disparte, avrebbe meritato sicuramente un maggior seguito. Così rimane una perla nascosta. Io posso dire di averla potuta ammirare. Peggio per chi non c’è.
Complimenti, spero sinceramente di poter leggere altro di tuo.
Ciao, buona giornata.
24/04/2017 at 20:39
Buona sera Erri,
Ti ringrazio tanto per le belle parole spese, le apprezzo tantissimo. Leggere quello che hai scritto credo sia quanto di più bello possa capitare quando si vuole lasciare qualcosa al lettore, e se sono riuscito a toccare la tua sensibilità, una delle caratteristiche che si notano molto nella tua scrittura, sono molto contento.
Nonostante il poco seguito della storia sono profondamente soddisfatto di aver avuto dei lettori come te e spero di essere, in futuro, in grado di intrattenerti al meglio.
Grazie ancora, davvero.
Buona serata 🙂
24/04/2017 at 06:33
Buongiorno Veners
Un bel finale.
Hai reso bene la sensazione di magone, che accompagna il ricordo di qualcuno a cui si voleva molto bene e non c’è più.
Mi sono piaciute le righe finali…nella vita spesso le cose sono le stesse, cambiano i protagonisti.
Bravo. A rileggerti
24/04/2017 at 20:29
Buonasera Maria,
Ti ringrazio per avermi dato fiducia fino al termine della storia e per aver sempre commentato con sincerità i capitoli. Sono felice che la storia ti sia piaciuta e se vorrai seguirmi ancora mi farà molto piacere.
Ci vediamo dalla cicala 🙂
A presto!
23/04/2017 at 22:38
Arrivato alla fine di questo mio primo racconto ringrazio tutti per avermi dato fiducia, avermi seguito, supportato ed aiutato. Il confronto diretto con voi è stato fondamentale per cercare di migliorarmi e per riscrivere con la fantasia una storia che aveva una trama generica nella mia testa ma che aveva bisogno delle vostre scelte per avere una forma, un contenuto e un filo da seguire.
Ho scoperto una bella realtà che avrò piacere di continuare a frequentare ancora 🙂
Sperando che la storia vi sia piaciuta, vi saluto e vi auguro buona serata 🙂
Veners
20/04/2017 at 18:35
Fotografia.
wow, davvero fico, episodio che mi è piaciuto molto, davvero. soprattutto la parte in cui il protagonista cambia, si avverte il suo coambiamento. L’arco del personaggio, il viaggio dell’eroe, ognuno lo chiama come preferisce. Io dico solo: bravo.
22/04/2017 at 08:45
Ciao AmoMarta,
Grazie per la lettura e per il complimento 🙂
La fotografia mi sembra aver prevalso, quindi credo proprio che parleremo di lei.
Spero ti piaccia il finale, lo pubblicherò tra qualche giorno!
Buon fine settimana, ciao!
16/04/2017 at 09:24
“dove il mio passato avrebbe potuto abbracciare il mio presente dando, finalmente, una forma al mio mondo.”
Una fotografia, quindi, il passato che resiste nel presente. Lo leggo con molto ritardo, ma il capitolo mi è piaciuto molto. È la riconciliazione di due mondi, direi, ma sancisce anche la piena maturità del protagonista, il quale riesce finalmente ad apprezzare situazioni che prima neppure sopportava. È un po’ la storia infinita di padri e figli, no? A parte specifiche avventure o sventure personali.
Un capitolo che mi è piaciuto molto. Pensavo a un certo finale, ora non so cosa aspettarmi.
Ciao a presto
16/04/2017 at 10:52
Ciao Jaw,
Grazie per essere passato, è sempre un grande piacere ritrovarti e ricevere tuoi commenti. Apprezzo molto e mi fa molto piacere che il capitolo ti sia piaciuto e, non te lo nego, ho voluto bene a quella frase che hai citato dal momento in cui è nata 🙂
L’idea dal principio era proprio cercare di far crescere il figlio dal punto di vista caratteriale, sotto il pesante ed invasivo carisma del padre che gli ruba involontariamente la scena di protagonista, fino a farli coesistere raggiungendo una riappacificazione.
Il finale sarà disponibile tra una settimana circa, e spero di riuscire a fare in modo che sia poco prevedibile 🙂
Grazie ancora.
Auguri di buona Pasqua, a presto
13/04/2017 at 23:31
Sono per la canzone. Cosa vuoi, da buoni italiani, oltre alla cucina, siamo apprezzati per il bel canto! Ciao
14/04/2017 at 16:04
Ciao,
Vero, tecnicamente sì! Vediamo cosa ne verrà fuori 🙂
Grazie per essere passata e per il commento!
Alla prossima
12/04/2017 at 19:31
Ciao Veners,
la frittata di maccheroni mi sta facendo venire l’acquolina in bocca, data l’ora 😉
E quindi, davanti ad una tavola imbandita, la divergenze sono acqua passata?
Logico…
Bello anche questo capitolo, peccato sia quasi tutto finito ;-(
Io voto foto: le vecchie foto sono come il film della nostra vita, il momento immortalato riprende vita (ops scusa la ripetizione!) per un attimo…
A presto!
13/04/2017 at 00:52
Ciao Cinzia,
Pensa che me ne mangerei una pure adesso. Sì, ok, probabilmente farei fatica a dormire… 😉
Grazie per essere passata e per il commento, mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto. Siamo arrivati entrambi alla fine, a quanto pare! Spero di renderti gradevole anche l’ultimo capitolo 🙂
Foto? Probabilmente sì!
Ci rivediamo da te per il finale, ciao!
12/04/2017 at 18:24
Ciao Veners,
manca ancora un capitolo, ma già mi manca papaà-ninja… Sicuramente uno dei personaggi più simpatici che mi è capitato di trovare su The Incipit.
Ciao, a presto 🙂
12/04/2017 at 18:59
Ciao Christian,
Grazie per essere passato.
Grazie, il vecchio pazzo apprezza questo tuo commento 🙂 Mancherà anche a me, ma ormai… Cercherò di salutarlo nel migliore dei modi. O forse no!
Buona serata, alla prossima!
12/04/2017 at 17:42
Grande la mamma! E grande anche il padre quando cerca di spiegare che gli omosessuali non gli danno fastidio però….
Da buon amante della musica, per l’ultimo capitolo ho votato proprio per quella. Non c’è nulla di più bello che ricordare momenti di vita vissuta attraverso una canzone, sia quelli piacevoli ma anche quelli magari dolorosi.
Complimenti e buon finale 😉
12/04/2017 at 18:57
Ciao Danio,
Una volta, da qualche parte, lessi che la musica, nel bene o nel male, è una maledizione da portare dentro con sé per tutta la vita. Comprendo quello intendi 🙂
Grazie per essere passato, sono contento che la mamma ti sia piaciuta. Il padre… Beh, che dire. Ormai di lui non mi stupisco più! Gli escono fuori certe uscite…!
Ci vediamo da Jack, buona serata!
12/04/2017 at 15:04
“In cui ho lasciato più cuore di quanto pensassi” è bellissimo.
Tutto il capitolo è molto bello, ho una predilezione per la mamma che parla da “simme Napulé paisà” in onore della nuora. Forse avrebbe potuto osare riavvicinare passato e presente della sua vita un po’ prima. Ma meglio tardi che mai, no?
Opto per la fotografia perché sono fatta all’antica per me riunione di famiglia si associa alle vecchie foto, e anche nuove.
12/04/2017 at 18:54
Buonasera Befana,
Grazie per essere passata.
Guarda, io sono un controsenso vivente: non mi piace scattare foto eppure sono molto sensibile nel rivederne alcune in determinate fasi della vita. Inutile sottolineare che quelle di famiglia, come fossero un piccolo riassunto sparso del proprio trascorso, mi toccano molto ed immagino che questo valga un po’ per tutti. Probabile siano all’antica tutti e due 🙂
Sono molto felice che il capitolo e quelle frase nello specifico ti sia piaciuti. Apprezzo 🙂
Buona serata, ci vediamo da Ulisse!
12/04/2017 at 09:24
Rieccomi, Veners. Che bel capitolo. Percepisco la serenità, l’aria di casa. Comportamenti che si fanno universali senza per questo essere stereotipati. Sarà che ho vissuto situazioni molto simili e ho avuto pensieri molto simili. Molto bello, complimenti.
Ho votato ‘una canzone’, non so, mi pareva quello che più si accordava al clima delicato e poetico di questo racconto.
Ciao, ti auguro una buona giornata.
12/04/2017 at 18:46
Buonasera Erri,
Grazie per essere passato e per il bel commento. Sono felice di essere riuscito a trasmettere la sensazione di serenità conviviale di cui parlava il personaggio.
Momenti in cui hai l’impressione di poter comprendere cosa sia la pace interiore, per un istante 🙂
Grazie ancora.
Buona serata e al tuo prossimo capitolo!
12/04/2017 at 09:00
Buongiorno Veners,
Per questo finale mi aspetto un frase/citazione.
La frittata di maccheroni è anche un mio ricordo d’infanzia, quindi non posso che approvare tale calorica pietanza. 🙂
A questo punto non resta che attendere l’epilogo.
a presto
12/04/2017 at 18:42
La frittata di maccheroni dovrebbe essere patrimonio alimentare dell’UNESCO! 🙂
Ciao FueGod, grazie per la lettura. Spero che il finale sarà di tuo gradimento 🙂
A presto
12/04/2017 at 08:24
Buongiorno Veners
Che sia presente o assente, è molto “impegnativo” – forse troppo – questo padre.
Tuttavia, si fa perdonare, perché ha un non so che di carismatico e risulta quasi simpatico (sia la madre che il figlio ne danno la prova).
Chiudiamo con una fotografia 🙂
12/04/2017 at 18:41
Buonasera Maria,
Grazie per essere passata!
Il papà è un personaggio particolare, ho cercato di calibrarlo in modo che il suo carattere esuberante provasse a sopperire alle sue mancanze e agli errori passati. Contento di esserci riuscito. O forse nel prossimo capitolo cambieranno le cose?! 😉
Buona serata!
PS: ho letto il tuo nuovo capitolo, ho commentato eppure il commento non è stato pubblicato. Dopo ripasserò 🙂
30/03/2017 at 14:16
Ciao Veners,
siamo solo all’ottavo capitolo è già so che mi mancherà il papà-ninja… Ora voglio assistere a una cena imbarazzante però!
Ciao, a presto! 🙂
30/03/2017 at 18:14
Ciao Christian,
grazie per la lettura 🙂
Mancherà anche a me il vecchio ninja pazzo, ma per fortuna potremo vedere che altro avrà da inventarsi in questi capitoli conclusivi!
Ciao, alla prossima
28/03/2017 at 18:25
beh dai, facciamoci una cena tutti insieme e conosciamoci meglio… 😉
bello, questo “percorso”…
30/03/2017 at 18:12
Ciao AmoMarta,
Grazie per essere passata!
E cena sia 🙂 Speriamo di concluderlo al meglio questo percorso!
Ciao, alla prossima
24/03/2017 at 20:00
Invito a cena!
Ciao veners, non mi è chiara una cosa: ma se sono a casa del padre, perché il figlio ha un box con dentro una spider? Vicino a casa dei suoi? Ma non abita a Roma?
A parte questo, capitolo è delicato e profondo, direi che rispetta lo stile di questo racconto, mi è piaciuto.
Ciao, a presto
24/03/2017 at 20:13
Ciao Jaw,
Grazie per essere passato! Che sia un segnale circa l’ultimo capitolo di “Difetto fatale”? 🙂
Interessante il tuo intervento, ho pensato anche a questo e non ti nego che non avrei chiarito la cosa nei prossimi capitoli. La dinamica, nella mia testa, è stata questa: per poter partire con il padre è arrivato da lontano con la sua macchina, che ha parcheggiato in un box che avrebbe potuto essere suo per diversi motivi… Lo ha comprato quando era abbastanza adulto da poterselo permettere mentre suo padre era “in ferie”; l’ha preso in affitto giusto qualche giorno appositamente per tornare dal padre e fargli la sorpresa dimostrandogli di essere riuscito a comprare una macchina desiderata da sempre 🙂
Grazie per il commento, è sempre un piacere notare che leggi davvero con attenzione gli episodi che pubblichiamo e questo mi fa molto, molto piacere!
Alla prossima, ciao 🙂
24/03/2017 at 20:44
Ma grazie a te per il chiarimento 🙂
Il capitolo con cui, penso, Moneta ci lascerà per sempre è praticamente pronto, ma con questa storia della ‘diffida’ a pubblicare fino al 26 per l’aggiornamento del sito, slitterà di qualche giorno.
Ciao, buona serata
24/03/2017 at 13:35
…cena, allarghiamoci un po’, dai, un po’ di sano calore partenopeo. Ciao
24/03/2017 at 20:16
Ciao Conversanoelvira (posso chiamarti Elvira?!),
Piacere di conoscerti. Grazie per essere passata e per aver letto la storia.
Beh, vediamo se il calore partenopeo riuscirà a fuoriuscire 🙂
Alla prossima, ciao!
24/03/2017 at 09:09
Ciao Veners,
ogni volta è un vero piacere leggere un nuovo capitolo della tua avventura…di questo mi hanno fatto tanto ridere “la macchina degli scemi” e “adesso capisco perché mi hai ucciso” 😀
Io direi che un invito a cena ci sta tutto, che la vogliamo finire qui?!?
A presto!
24/03/2017 at 12:03
Ciao Cinzia,
Piacere di sentirti 🙂 Grazie per il bel commento, sono felice che la lettura ti sembri piacevole e che riesca a farti divertire. Spero di riuscire a fare lo stesso anche nei prossimi due capitoli!
Beh, la cena ormai sta spopolando… Ipotizzo andrà così 🙂 Ma mai dire mai!
Grazie ancora 🙂
Ciao, alla prossima
23/03/2017 at 20:02
Ciao Veners,
ho iniziato a leggerti da qua. Mi piace, sia lo stile sia la storia.
Io ho optato per un caffè, sempre piacevole conoscere qualcuno, ma senza troppo impegno. Bello che si capisca che non corre buon sangue tra i due, anche se non ho letto i capitoli precedenti. Posso intuire alcune cose e questo mi piace moltissimo.
Buona serata,
Al West
23/03/2017 at 20:42
Ciao Al West,
Grazie per la lettura e per il commento. Sono contento che la storia ti abbia suscitato interesse e ti abbia fatto intuire alcune cose nonostante sia iniziata già da parecchio. Lo prendo come un buon segno 🙂
Buona serata, ciao!
22/03/2017 at 14:37
Rieccomi Veners. Ho votato per la curiosità, non solo del padre, direi, ma di entrambi, vista la sorpresa che ‘Vostro Onore’ ha organizzato. Molti dettagli, compreso il soprannome così improbabile, rendono ai miei occhi la storia più ‘vera’ e interessante.
Complimenti, di nuovo buona serata.
22/03/2017 at 22:40
Ciao Erri,
Grazie per essere passato e per il commento. Felice di essere riuscito a rendere la storia credibile attraverso i dettagli, è uno degli aspetti su cui sto cercando di lavorare di più per migliorare 🙂
Grazie ancora, a presto!
22/03/2017 at 09:28
Se è venuta fino a lì, immagino che possa interessarle anche fermarsi a cena e conoscere i suoceri.
Sarò strana, ma a me sto soprannome di Leopazzotti fa ridere e mi ha già reso più simpatica la moglie, diciamo che la sfuriata di prima era dovuta solo all’ansia e alla preoccupazione.
Pure la spider rossa, quest’uomo ha davvero dei grossi problemi di adolescenza posticipata! 😉 Speriamo non si ostini a dare ancora e sempre tutte le colpe solo al padre
Ciao
22/03/2017 at 10:12
Ciao Befana,
Grazie per essere passata 🙂
Dai, che bello, sono riuscito a farla tornare sulla retta via dopo quella sfuriata antipatica! Lieto che che il soprannome ti piaccia, io rido ogni volta che ci penso 🙂
Anche io inizialmente ho ipotizzato che il suo viaggio fino a lì sarebbe potuto essere premiato solo con una cena ma, poi, ho pensato che qualcuno avrebbe potuto immaginare che l’intento era solo quello di dare un paio di ceffoni al marito! 🙂
La spider rossa… Eh, che vogliano fare… Questi uomini capricciosi…!
Ciao, alla prossima!
22/03/2017 at 09:08
Ciao Veners
La moglie magistrato mi ha lasciato un po’ perplessa, perché il suo linguaggio e modo di fare mi sembrano un po’ in contraddizione con “il physique du role” 😀
il papà propone un caffè…
22/03/2017 at 10:03
Ciao Maria,
Diciamo che, pur essendo d’accordo con te ed avendo valutato la questione, ho preferito immaginare che all’interno della sfera familiare i toni potessero essere quelli autentici e distaccati dalla formalità lavorativa.
Grazie per il tuo punto di vista e per l’onestà, apprezzo sempre. E grazie per essere passata 🙂
A presto, ciao 🙂
21/03/2017 at 17:29
Ecco perché era così accondiscendente, si trovava già li!
Comunque ho votato per una bella cena, chissà che il. É bio pazzo non ne inventi un’altra delle sue 😉
ps: la spider rossa ha fatto guadagnare dei punti al figlio
21/03/2017 at 17:31
“Vecchio pazzo” naturalmente, maledetto cell!!
21/03/2017 at 19:41
Ciao Danio,
effettivamente il bio pazzo mi turbava come cosa! Ahaha 🙂
La spider rossa ci voleva, mica può essere un povero scemacchiotto in tutto questo figlio!
Grazie per essere passato e per il commento.
Alla prossima 🙂
21/03/2017 at 16:29
Veners,
la moglie magistrato ha perfettamente senso.
Così come ha senso l’urlo disperato del padre in seguito alla scoperta del soprannome del figlio. Avrei urlato anche io disperato 😀
Sebbene tutte le opzioni siano perfettamente compatibili, io credo che dovremmo andare tutti a cena a casa sua.
a presto
21/03/2017 at 19:39
Ahahahah, che cattivo 🙂
Ciao FueGod, grazie per essere passato e per il commento. Per il momento l’opzione casa sembra guadagnare punti, vediamo 🙂
Che dici, non è che magari ci troviamo improvvisamente nei casini ed interviene a risolvere la questione il mio amico Signor Nano?! 🙂
Ciao, alla prossima!
14/03/2017 at 13:30
Ciao Veners,
strano modo di fare pace. Io non sarei capace di perdonare una persona dopo certe parole… Ma il nostro papà-ninja evidentemente si 🙂
Mi piacerebbe vedere come si relazione alla moglie 🙂
Ciao, a presto! 🙂
16/03/2017 at 12:05
Ciao Christian,
Probabilmente nemmeno io. Non sono nemmeno sicuro che si siano perdonati a vicenda, però probabilmente sono abbastanza maturi (d’altronde uno dei due è un ottantenne) da ingoiare il rancore. D’altronde non si sono visti per una vita e sarebbe brutto dover tornare a fare così.
Grazie per essere passato e per il commento.
A presto 🙂
13/03/2017 at 16:00
Ciao Veners, come va? episodio di rimproveri e colpe! Comunque penso che sarà curioso di conoscere questa misteriosa moglie, eh! 😉
16/03/2017 at 12:02
Ciao AmoMarta,
Si tira avanti 🙂
Episodio di scornate a vicenda e, a questo punto, immagino che prossimamente conosceremo la moglie!
Grazie per essere passata.
Ciao 🙂
11/03/2017 at 00:48
Il papà sarà curioso e la moglie altrettanto. Una frase: “Un po’ come quando i botti senza colore rimbombano nel cielo a segnalare la fine dei fuochi d’artificio.”
La trovo perfetta. Questa e tutto il periodo in cui fai il parallelo tra sfogo e rabbia del padre evocando un’emozione infantile. Fuochi, fascino e paura, ma paura dei botti ‘ciechi’ o paura del vuoto e del buio che lascia la fine dello spettacolo?
Sì, vaneggio, ma mi piace molto quel pezzo, lo trovo suggestivo, mi evoca un sacco di immagini e di pensieri.
Questo capitolo è uno di quelli che mi è piaciuto di più.
Ciao, complimenti, a presto
11/03/2017 at 14:52
Ciao Jaw,
Grazie, davvero. Per essere passato, per il commento, e per questa cosa che mi hai scritto. Sapere di averti evocato, in qualche modo, delle immagini o dei pensieri in quel passaggio mi rende molto felice. Soprattutto perché sei arrivato davvero molto vicino a quello che avevo dentro, nella testa e non solo. Apprezzo molto 🙂
Lieto che il capitolo ti sia piaciuto. Speriamo di continuare a fare meglio!
A presto, ciao 🙂
10/03/2017 at 22:03
Non siamo alla fine ma quasi, io direi di tornare a casa.
Esilarante questo “litigio” sotto vetro 😉
Ciao e al prossimo.
11/03/2017 at 11:14
Ciao Danio,
Grazie per essere passato. Per ora sembra che il nostro amico non dovrà rientrare a casa ma, effettivamente, siamo vicini al capolinea e, quindi, potrei pensare di fare in modo di mettere troppa carne al fuoco. Vediamo cosa ne esce 🙂
Grazie ancora, ciao 🙂
10/03/2017 at 19:58
Ciao Veners,
che dire di questo capitolo se non bello, bello, bello?!
Uno scambio di battute, e di vedute, davvero fenomenale… .merda! Ma così per dire eh!!!
Ah ah ah…bravissimo!
Qui ci vuole l’incontro con la moglie…la ricucitura dello strappo magari è al primo punto, però siamo sulla buona strada 🙂
A presto!
11/03/2017 at 11:12
Ciao Cinzia,
Grazie mille, troppo buona 🙂 Sono molto felice che il capitolo ti sia piaciuto.
A questo punto immagino che la moglie sia diventata un’ipotesi abbastanza plausibile… Probabilmente la conosceremo presto!
Grazie per essere passata 🙂
Ciao, alla prossima!
10/03/2017 at 18:06
Oddio, “lo strappo è ricucito” mi sembra un po’ precipitato. Credo che la rabbia e il “tappo” di rancore siano passati, ma penso che ci siano ancora un sacco di cose da tirare fuori e da appianare tra i due.
Secondo me, per addomesticarlo un po’ porta padre a conoscere sua moglie. Poi, i due sembrano avere entrambi caratteri esplosivi, magari si intenderanno bene o allora proprio no e ci sarà un nuovo fuoco d’artificio.
E questo protagonista sempre trattenuto, sempre razionale e riflessivo prima o poi esploderà per davvero, al di là di un “mer..” buttato là. 🙂
ciao
10/03/2017 at 18:22
Ciao Befana,
Sì, dai… Diciamo più coperto con una toppa che ricucito 🙂
Sono entrambi vulcanici e pieni di nervi accantonati, potrebbe succedere ancora di tutto ma speriamo che nessuno dei due dia occasione all’altro di esplodere nuovamente. Chissà!
Vediamo se il vecchietto avrà modo di conoscere la moglie 🙂
Grazie mille per essere passata e per i tuoi commenti sempre molto intelligenti e costruttivi 🙂
Ciao, a presto!
10/03/2017 at 16:14
Rieccomi Veners. Mi ha molto disturbato, da padre, l’attacco al figlio: è aberrante, ho pensato, nessun padre ha il diritto di rinfacciare al proprio figlio certe cose. Poi, continuando a leggere, ho capito: i ruoli sono mischiati, non si tratta di padre o di figlio ma di due adulti che cercano un punto di equilibrio. La mancanza di comportamenti formali tra loro si configura infine come un segno di rispetto. Rispetto non perché è dovuto da legami familiari, ma perché ci si comprende, finalmente.
O almeno io la leggo così. Mi è piaciuto molto.
Ciao, buona serata
10/03/2017 at 16:56
Ciao Erri,
Mi piace la tua analisi della situazione.
È stato abbastanza sconfortante da scrivere lo sfogo del padre. Effettivamente le parole usate sono piuttosto dure e mai augurerei a nessuno di sentirsele dire ma, nonostante ciò, ho paura che esistano situazioni più complesse di questa dove l’odio diventa davvero un sentimento di famiglia. Fortunatamente non è questo il caso.
Grazie per la lettura e per il commento. Come hai scritto anche tu nel tuo spazio, non farti problemi a condividere con me commenti costruttivi su quello che può sembrarti fuori luogo o comunque “poco bene uscito” 🙂
Ciao, a presto!
10/03/2017 at 14:08
Ciao Veners,
bel capitolo intenso questo.
Mi è piaciuto molto. Sei riuscito anche a mantere dei toni ironici nonostnte la drammaticità della situaizone. Bravo.
Ho optato per la moglie.
a presto
10/03/2017 at 16:49
Ciao FueGod,
Lieto che il capitolo ti sia piaciuto. Sto cercando di mantenere il giusto equilibrio tra ironia e drammaticità.
Grazie mille per la lettura e per il commento.
A presto
05/03/2017 at 21:15
Ciao
Il capitolo mi è piaciuto. Il linguaggio ottocentesco, “fine e ricercato” della moglie è in perfetta sintonia con l’immagine che il protagonista figlio ha di sé, in quanto si definisce un fantoccio ecc… 🙁
Padre e figlio continuano il litigio (dialettico spero), credo che abbiano ancora cose da chiarire e angoli da smussare.
A presto
06/03/2017 at 01:20
Ciao Maria,
Grazie per essere passata e per il commento. Sono contento che il capitolo ti sia piaciuto 🙂 Sicuramente il prossimo capitolo sarà il prosieguo del litigio.
Ci sentiamo presto dalle tue parti, ho visto che hai pubblicato un nuovo episodio 🙂
Ciao
27/02/2017 at 20:05
Proseguirei con il litigio.
Il rapporto si delinea, immagino qualcosa di più su questo padre forzatamente assente.
‘Enorme sensibilità’ quella specie di leviatano che devasta di improperi il povero ragazzo??? 😀 😀
No, scherzo, ho trovato anche quello scambio molto naturale, come tutto il capitolo del resto. Due persone che si amano che litigano. Anzi, due litigi diversi di tre persone che, a due a due, si amano in modo diverso 🙂
Sono molto curioso di sapere qualcosa di più dei due.
Cioè, il realtà non so se voglio conoscere il passato del padre, perché ci hai già scritto ciò che ci serve: si tratta di ricucire un rapporto che è stato interrotto. Questo, grazie alla bravura con cui hai delineato sentimenti e atteggiamenti reciproci, ci può, o mi può, bastare.
Ciao a presto!
27/02/2017 at 23:08
“Quella specie di leviatano” Ahahahahahah! Favoloso! 🙂
Ciao Jaw, che piacere sentirti 🙂
Grazie per il commento, hai toccato alcuni argomenti che mi stanno molto a cuore e che cerco di esprimere al meglio. Siccome so che sei un lettore onesto (qualità apprezzatissima) queste tue osservazioni mi fanno ancora più felice. Qualche mezza idea su come chiarire certi aspetti del passato senza doverlo fare in modo “esplicito” ce l’ho, vediamo se riesco a farlo 🙂
Grazie tante, di nuovo.
Ci sentiamo presto, qualcuno sembra aver pubblicato un nuovo episodio! 🙂
27/02/2017 at 19:36
Proseguiamo con il litigio.
Ero rimasta indietro, ma ho recuperato. Belli entrambi i capitoli.
Il sesto è stato molto emozionante.
Bravo!
Ciao! Alla prossima! 🙂
27/02/2017 at 23:01
Ciao TiaShe,
Grazie per essere passata 🙂 Sono felice che i capitoli ti siano piaciuti. A breve leggerò anche io il tuo nuovo episodio.
Ciao, a presto 🙂
26/02/2017 at 19:19
Ciao Veners,
ti faccio i miei complimenti, il capitolo è davvero bello, molto vivo e reale.
Ci stai regalando un rapporto padre-figlio ricco di sfumature, con un pizzico di mistero sul passato del padre che tiene ancora più viva la curiosità 🙂
Continuo a seguirti con grande interesse, mi piace molto la tua capacità narrativa.
Alla prossima!
Cinzia
ps: proseguiamo con il litigio…è uno scontro/incontro liberatorio mi pare, e può fare bene ad entrambi 🙂
27/02/2017 at 01:02
Ciao Cinzia,
Grazie tante. Apprezzo tantissimo le tue parole e spero di riuscire a mantenere alta la tua curiosità nei prossimi capitoli. Sono contento che il rapporto tra i due stia riuscendo abbastanza!
Il litigio ormai ha scavalcato le gerarchie, probabilmente avremo un continuo 🙂 Ne uscirà qualcosa di buono?!
Grazie ancora.
A presto!
26/02/2017 at 12:43
bé, certo, procediamo con il litigio, mica vogliamo interromperlo così.
Dotata di grande sensibilità questa supposta moglie ma di una delicatezza di toni e di approccio dell’altro decisamente carente 🙂
Ma le ha chiesto una mano per cosa?
Curiosa di scoprire tutti gli scheletri nascosti
26/02/2017 at 13:00
Ciao Befana,
Piacere di sentirti 🙂 Visto che inno alla finezza? Ahahahahah! Diciamo che la signora era poco poco risentita… D’altronde ha scoperto di avere un suocero che credeva morto!
Piano piano uscirà tutto fuori, farò in modo di rispondere alla tua curiosità 🙂
Grazie per essere passata e per il commento!
A presto
25/02/2017 at 16:52
ummmm, non lo so, ci devo pensare, intanto proseguiamo con il litigio…
dialoghi davvero realistici, mi sembrava di vederli in video, bravo.
25/02/2017 at 20:53
Ciao AmoMarta,
Piano piano il litigio sta recuperando terreno… Vediamo 🙂
Grazie per essere passata, e grazie per il complimento. Non hai idea di quanto lo apprezzi.
Spero di migliorare nei prossimi episodi.
A presto 🙂
25/02/2017 at 13:38
Rieccomi Veners,
Ho votato ‘proseguiamo con il litigio’, perché i chiarimenti cominciano spesso come litigi (e viceversa).
È una bella storia quella che ho letto sin qui: tratteggiata in modo delicato e molto intimo, con una sensibilità non comune. Il rapporto tra padre e figlio si va delineando nella sua complessità, intuiamo che il vecchio ha qualcosa da farsi perdonare e probabilmente non è stato sempre un bonario scorbutico. Per non essere da meno, ora anche il figlio deve farsi perdonare da lui 🙂
Una bella storia, ripeto, profonda e per niente banale. Complimenti!
Ciao, buon weekend
25/02/2017 at 16:00
Ciao Erri,
Che sorpresa! Ti ringrazio per esserti interessato alla storia anche se già oltre la metà 🙂 Apprezzo moltissimo così come apprezzo tanto quello che mi hai scritto. Il fatto che la storia, così come il rapporto tra i due, non ti stiano sembrando banali per me è davvero molto importante.
Spero di continuare a rendere la storia gradevole 🙂
Grazie ancora.
A presto!
25/02/2017 at 13:06
Veners,
sono d’accordo con Danio.
Bel capitolo, scorrevole e intenso.
Con addirittura un piccolo pizzico di ironia che non guasta mai.
Bravo
25/02/2017 at 15:47
Ciao FueGod,
Grazie per essere passato e per il commento! Qualche pizzico di ironia ci casca sempre, probabilmente fa parte del DNA di ambo i personaggi 🙂 Convengo con te quando dici che non guasta mai! Spero di continuare a mantenere vivo il tuo interesse.
A presto
25/02/2017 at 11:23
Lo perdonerà, non può finire così.
Episodio intenso e, senza togliere nulla agli altri, quello che mi è piaciuto di più.
La promessa potrà essere difficile da digerire, ma il figlio la farà, ne sono certo.
Ottimo, al prossimo 😉
25/02/2017 at 11:41
Ciao Danio,
Grazie per essere passato e per il commento. Apprezzo moltissimo e mi fa molto piacere quello che mi hai scritto sul capitolo. Spero di continuare migliorando!
Lo perdonerà? Vedremo! 🙂
A presto, buona giornata!
25/02/2017 at 11:00
Ciao Veners,
caspita, non me lo aspettavo. Padre e figlio sembravano così legati…. Chissà cos’è successo in passato per arrivare a questo punto.
Ciao, a presto 🙂
25/02/2017 at 11:39
Ciao Christian, i pezzettini si ricomporranno tutti. Qualcosa si può desumere dal capitolo scorso dove, però, ho creato diversi fraintendimenti (da quanto mi hanno detto quasi tutti nei commenti).
Grazie mille per essere passato e per aver commentato!
Ciao, a presto!
20/02/2017 at 21:27
Ciao Veners,
chiedo venia ma anche io non ho capito che si trattava di un flashback…infatti, arrivata alla fine del capitolo, mi sono chiesta mentalmente:”Ma il flashback dov’è”?!?
E dire che mi sono soffermata sul particolare dei capelli neri, però non l’ho proprio preso in tutto il suo significato!!!
Al di là di questo ho trovato il capitolo molto piacevole: mi piace davvero la tua capacità di narratore, e questo padre dalle mille sfumature mi è sempre più simpatico.
Comunque anch’io voglio sapere che fine ha fatto il furgone!!!
Alla prossima!
ps: devo ringraziarti perchè nel mio prossimo episodio avevo scritto Uagliò anziché Guagliò…sono andata subito a correggere!!
20/02/2017 at 21:42
Ciao Cinzia,
Lieto di esserti stato utile 🙂
Ebbene, credo di aver raccolto abbastanza prova che confermano il fallimento dell’esperinento. Senza il vostro aiuto e la vostra apprezzatissima onestà non avrei potuto fare i conti con la chiarezza effettiva del flashback. Speravo di poterlo rendere meglio 🙂
Grazie, apprezzo molto il commento in generale.
Ci sentiamo presto da don Peppiniello 🙂
20/02/2017 at 16:29
Un litigio.
Col caratterino del padre non posso aspettarmi che questo 🙂
Mi è piaciuta molto la tua considerazione sulla sofferenza, molto profonda e anche condivisibile.
Ottimo, avanti così e al prossimo 😉
20/02/2017 at 18:12
Ciao Danio,
Grazie mille per avermi letto e per il supporto di sempre! Spero di migliorare nei prossimi episodi:)
Grazie per il complimento sulla sofferenza, felice che abbia apprezzato.
Alla prossima
20/02/2017 at 16:21
A pelle, un litigio, dato che babbo sembra uno che prende fuoco velocemente.
Ho ben compreso che volevi un flashback sfumato nel racconto, non separato e netto, ma è vero che non è evidentissimo da cogliere, ci se ne accorge a ricordo inoltrato, si deve rileggere indietro per capire dove è cominciato. forse un indizio in più al suo innesco non sarebbe di troppo. Almeno secondo me.
Invidio molto il tuo protagonista, capace di piangere e soffrire in modo discreto e quasi impercettibile.
20/02/2017 at 18:11
Ciao Befana,
Purtroppo è riuscito male, speravo fosse molto più comprensibile e mi sono fatto convincere dalla rilettura che lo fosse davvero. Nonostante ciò sono contento di averci provato e di avere qui tantissime persone come voi che mi aiutano a capire cosa si può migliorare, quindi grazie mille per il supporto e per la lettura.
Per il protagonista… Ho voluto far capire anche qualcosa di lui visto che la storia si è quasi sempre incentrata sull’imprevedibilità del padre.
Grazie.
A presto!
20/02/2017 at 15:30
Ciao Veners.
Perdonami, ma ho capito che si trattava di un flashback solo dopo aver letto il commento di JAW. Così ho riletto di nuovo il capitolo e ho comunque fatto un po’ di fatica.
A parte questo, l’episodio ha un bel contenuto che ci fa capire da cosa potrebbe derivare il carattere arzillo del padre (e quello più remissivo del figlio).
Vorrei sapere…ma il furgone?
20/02/2017 at 15:50
Ciao FueGod,
Grazie per essere passato.
Sì, dopo che sia tu che Jaw me l’avete fatto notare comprendo che l’esperimento non sia riuscito granché 🙂 Probabilmente, da coinvolto, ho pensato che dare qualche input (sottolineare che i capelli del padre sono neri e non bianchi, dire che il figlio deve crescere più in fretta del dovuto) potesse mitigare la sfumatura quasi impercettibile tra il presente e il passato, introdotto dal tetto panoramico come punto di contatto.
Ti ringrazio molto, l’onestà di chi legge è il primo passo per migliorarsi 🙂
Attendendo di sapere che fine ha fatto il mio carissimo Signor Nano, ti saluto!
A presto
20/02/2017 at 13:52
Scusa… ti ho portato in parità… ma dicevo furgone 🙁
hai un’immaginazione incredibile, tutto quel cielo, quelle nuvole, quei voli… un po’ veri un po’ pindarici… complimenti.
20/02/2017 at 15:42
Ciao AmoMarta,
Grazie mille per essere passata e per il bel commento. Apprezzo molto e spero di fare in modo che la storia continui ad interessarti.
A presto 🙂
19/02/2017 at 19:38
Ciao Veners,
ma che cavolo ha combinato questo papà per essere in guai così grossi? Per far preoccupare uno col suo carattere ce ne vuole…
Non mi resta che attendere l’uscita dei prossimi capitoli.
Ciao, a presto 🙂
20/02/2017 at 12:23
Ciao Christian,
Grazie per essere passato!
Questo papà ha avuto qualche “problemino” in passato a quanto pare… Povero! Vediamo 🙂
Ciao, ci vediamo a breve nel tuo spazio, vedo che è uscito il nuovo episodio 🙂
19/02/2017 at 15:51
Il capitolo scorre veloce e leggero, nonostante l’alone di velata malinconia. 🙂
Questo papà ha la sua storia da raccontare, ma per ora abbiamo contenuti vaghi, solo accennati…
Un litigio.
19/02/2017 at 16:16
Ciao Maria,
Grazie per essere passata. Cercherò di dare qualche altra pillola sulla storia del papà, ma il focus, forse, sarà incentrato prevalentemente sullo sviluppo futuro 🙂
Grazie!
A presto
19/02/2017 at 15:28
Un litigio, ma senza convinzione, mi attraevano anche le altre opzioni.
Ciao Veners,
Chiariamo subito che il capitolo mi è piaciuto molto, sia per la forma che per i contenuti (questo papà ha una storia più complessa di quanto immaginassi). Personalmente ho trovato i contorni del flashback molto sfumati, insomma, non ho capito subito che eravamo passati ad un ricordo. La narrazione al presente di certo non aiuta, aggiungici la mia ottusità e distrazione perenne 😀
Bello, mi piace questo sviluppo per quanto mi riguarda del tutto inatteso. A questo punto, mi aspetto qualunque cosa.
Ciao a presto!
19/02/2017 at 16:14
Ciao JAW,
Grazie molte per essere passato.
Sono felice che in linea generale il capitolo ti sia piaciuto.
Come sempre apprezzo moltissimo che mi venga fatto notare qualcosa che può essere stato poco chiaro o confuso. A tal proposito ci tengo a sottolineare che ho voluto sperimentare un flashback meno standard. La scelta di mantenere il tempo presente e di sfumare attraverso un punto di contatto tra presente e passato senza uno stacco concreto l’ho valutata a lungo ma, in qualche modo, ho voluto provare a vedere cosa ne veniva fuori.
Grazie per tutto.
A presto! 🙂
09/02/2017 at 16:55
Stavolta dico Flashback, non li amo, no, proprio no ma non mai. A volte servono. Qui ci starebbe bene, vediamo che succede 😉
11/02/2017 at 11:26
Ciao AmoMarta,
Vuoi il mio parere onesto? Non piacciono molto neanche a me… Ahahahah 🙂 A volte possono essere utili, come dici tu. Vediamo cosa ne esce fuori 🙂
Grazie per essere passata.
A presto!
07/02/2017 at 20:11
Ciao Veners,
il “tuo” papà è proprio una forza, mi ricorda un po’ mia mamma, che a 76 anni salta ancora quando è col nipote, mentre il resto del tempo viaggia col bastone 😉
Sarà forse il sangue partenopeo che li accomuna?!?!?
Questa avventura mi piace molto, e mi è piaciuto soprattutto il motto “..Ti rendi conto che ormai è troppo tardi e che ti sei lasciato raccontare dai tuoi sogni la vita che avresti voluto vivere, inerme.” Molto bello e molto vero!!
Ti faccio i miei complimenti per ora e voto per un flashback: ci darà forse un assaggio di cosa il papà ha combinato quando era giovane?!?!?
Saluti,
Cinzia
07/02/2017 at 22:12
Ciao Cinzia,
Grazie molte per aver letto la storia e per il commento molto gentile. Beh, probabilmente il sangue partenopeo influisce sull’esplosività della mamma 🙂
Sono molto felice se quella frase ti piaccia e che in qualche modo ne condivida il significato.
Che dire? Come hai detto giustamente tu questa cosa dell’interazione è molto bella e utile per poter migliorare e crescere con il supporto dei lettori.
Grazie ancora, sperando di saperti intrattenere anche nei prossimi episodi!
Ci vediamo da Peppiniello 🙂
A presto
05/02/2017 at 17:11
Ciao Veners,
che bello il papà ninja 😀 a mio avviso il personaggio migliora di capitolo in capitolo 🙂
l’unica cosa che non capisco è perché non ha voluto chiamare la polizia…
Ciao, a presto! 🙂
05/02/2017 at 23:41
Ciao Christian,
Grazie, il fatto che stia riuscendo a far crescere il personaggio capitolo dopo capitolo mi fa molto felice.
Spero di continuare a fare in modo che la storia ti interessi 🙂
Per la polizia… Beh, diciamo che qualche situazione l’abbiamo lasciata (per ora?) sommersa.
Grazie per essere passato.
A presto
05/02/2017 at 15:10
Ciao!
Un altro capitolo divertente, che scivola veloce e strappa un sorriso.
Adoro questi due personaggi e il papà ninja è stato meraviglioso.
Voto la verità, perché credo che in un rapporto sia la cosa più importante.
Bravo! 🙂 Alla prossima!
05/02/2017 at 23:38
Ciao TiaShe,
Sono felice che i personaggi e la storia ti stiano piacendo. Il papà Ninja è nato così, a caso, e mi faceva ridere a pensarci 🙂
Grazie per essere passata, apprezzo molto.
A presto
05/02/2017 at 13:46
Un flashback, il papà è ninja, mica fesso: vuoi che non l’abbia capito come è arrivato? 😀
La complessità del rapporto tra i due diviene sempre più chiara.
Ciao a presto
05/02/2017 at 14:25
Ciao Jaw,
Dici che l’ha capito davvero? 🙂
Diciamo che sto provando a ricomporre il mosaico del loro rapporto.
Grazie per essere passato.
Ciao, a presto!
05/02/2017 at 12:41
Anche io voto per la verità.
Continua a essre scorrevole, divertente e a tratti meditativo.
Bene.
05/02/2017 at 13:12
Ciao FueGod,
Sembrs che la verità stia avendo la meglio, per ora.
Grazie per essere passato. Spero che la storia continui ad interessarti!
A presto
05/02/2017 at 09:21
Quando lessi il tuo incipit lo trovai davvero carino ma mi chiedevo come potessi proseguirlo in una storia: ormai mi hai tolto tutti i dubbi. La telenovela col papà ninjapoletano è davvero bella: te lo vedi.
Come il fatto che quando si è adulti e ci si abitua a vedere i genitori anziani a volte si dimentica come erano quando erano il nostro punto di riferimento. Divertente e profondo il tuo racconto, che vuoi di più? 🙂
Scelgo la verità: questo figlio non mi sembra fatto per gestire le bugie.
Ciao
P.S. biografico: io lo feci un fine settimana a Amsterdam in furgone: il ritorno fu un’odissea causa nebbia che raddoppiò la durata del tragitto mangiandosi la notte di sonno. Rincasati alle sei, alle otto al lavoro. Quindici anni fa, forse più: guarda cosa mi fai venire in mente! 🙂
05/02/2017 at 13:10
Ciao Befana,
Apprezzo moltissimo questo tuo commento. Ti ringrazio per essere passata e per le belle parole che hai speso.
Il papà “Ninjapoletano” è top! Ahahahah 🙂
Sì, credo che sia proprio così: si diventa adulti e per un certo verso si dimentica che i nostri genitori sono stati ragazzi, giovani adulti, figli e tante altre cose ben prima di noi!
Hai fatto davvero una follia del genere? Allora sei un idolo! Ahahahah! Felice di averti rievocato un’esperienza divertente:) Amsterdam l’ho visitata diverse volte e l’ho apprezzata molto soprattutto per aspetti diversi dai soliti luoghi comuni!
Grazie ancora 🙂
A presto!
05/02/2017 at 14:40
Non idolatrarmi troppo: me lo proposero accettai e mi divertii. Non presi nemmeno il volante. Una decina di pazzi, un furgone e un camper, roba da ventenni.
Anche io ho visto Amsterdam più di una volta e mi piacque ogni volta. Ora vorrei tornare e portarci i miei bambini. Ma non in furgone! 😉 Alla prossima
05/02/2017 at 08:08
Ciao Veners
Ritmo e, qua e là, qualche pennellata d’ironia che va sempre bene, alleggerisce il racconto, rende ancora più scorrevole la lettura.:-)
Flashback
05/02/2017 at 08:52
Ciao Maria,
L’intento è esattamente quello e mi fa piacere che lo abbia notato:)
Grazie per essere passata, mi fa molto piacere!
Alla prossima
05/02/2017 at 10:20
Non ti ho mai visto da me. Se vuoi… mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi. 🙂
ciao
05/02/2017 at 13:05
Ciao Maria,
Lo farò con grande piacere. Sono mancato per un po’ di tempo, tornando solo da un paio di giorni e ho notato che hai iniziato una nuova storia 🙂
Ci sentiamo presto!
05/02/2017 at 08:03
Io direi di conoscere la verità. Quell’uomo non può essere apparso dal nulla, e i nostri due eroi credo pretendano di sapere la verità.
Ottimo capitolo, avanti così 😉
05/02/2017 at 08:51
Ciao Danio,
Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto. Grazie per essere passato 🙂
Spero di migliorare nei prossimi!
Alla prossima
31/01/2017 at 21:02
Ciao! 🙂
Ho letto questi tre capitoli tutti d’un fiato! Mi piace tantissimo la tua storia! *__*
Hai uno stile fluido e scorrevole. Ogni volta che arrivavo a fine episodio dicevo “ma come? Già finito?” MI sembrava incredibile che fossero già terminate le 5000 battute.
Hai tratteggiato molto bene il carattere dei personaggi, mi piacciono tanto i dialoghi e il rapporto tra i due.
Bravissimo!!! A questo punto, direi che qualcuno porta via il furgone!
Alla prossima! 😀
31/01/2017 at 22:51
Ciao TiaShe,
Troppo buona:) Grazie davvero per le belle parole e la bella recensione. Sono contento che la storia e i due pazzoidi ti piacciano. Spero di continuare a mantenere alto il tuo interesse nei prossimi capitoli:)
Ci risentiamo presto, grazie ancora!
23/01/2017 at 16:41
Brava. Dialoghi molto credibili, il dialetto ben calibrato e usato in misura equilibrata. Storia interessante, almeno finora. Vediamo che succede dopo. Sono tornata ieri e leggere di nuovo questi racconti mi avvince. Ti ho trovata per caso, e non ne sono pentita. 😉
Un incidente.
23/01/2017 at 21:20
Ciao AmoMarta,
Ti ringrazio per aver letto e per essere passata a commentare. Mi fa piacere che la storia ti stia piacendo, spero di continuare a mantenere vivo il tuo interesse e di fare meglio nei prossimi episodi.
Ah, comunque sono un lui 🙂
Grazie ancora e buona serata 🙂
21/01/2017 at 17:52
Ciao Veners,
ero assolutamente convinto che dalla busta avrebbe estratto tutt’altra cosa 😀
Il personaggio del padre si fa sempre più simpatico 🙂 mi lascia ancora perplesso la distanza della meta però: andare a Amsterdam in furgone è un’impresa titanica…
Mi rendo anche conto che, ai fini della trama, Amsterdam era la città perfetta per il nostro duo 🙂
Ciao, a presto 🙂
21/01/2017 at 18:01
Ciao Christian,
Grazie per essere passato!
Sai, quello è pazzo… Una busta con lui può diventare di tutto! Io sono ancora d’accordo con te circa la distanza titanica e quindi piuttosto anomala ma… Resto dell’idea che finchè si tratta di qualcosa di folle ma non oggettivamente impossibile, perchè non farlo?! 🙂
Comunque vedrai che tutto sembrerà essere più normale a tempo debito.
Attendo di iniziare la tua prossima opera, eh!
Ciao, grazie ancora e a presto
19/01/2017 at 16:54
Furgone rubato, e vediamo come se la cavano adesso i due nostri eroi;)
Il padre mi sta proprio simpatico, un grande 🙂
19/01/2017 at 18:36
Ciao Danio!
Per ora il furgone rubato sta avendo la meglio… Dovranno inventarsi qualcosa!
Il papà è proprio tutto pazzo, non c’è che dire 🙂
Grazie per essere passato!
A presto
19/01/2017 at 10:16
Furgone sparito,
Bel capitolo.
Tra le altre cose, la metafora del semaforo mi è piaciuta proprio.
Ciao
19/01/2017 at 13:42
Ciao Moneta,
Grazie per la lettura; mi fa molto piacere che ti sia piaciuta la metafora.
Furgone sparito! Sarà! Per ora pare di sì 🙂
A presto
19/01/2017 at 09:25
Puff ! sparito il furgone!
Voglio proprio vedere come se lo gestisce il fattaccio questa strana (ma affiatata) coppia.
ciaoooo
19/01/2017 at 13:40
Ciao Maria,
Grazie per essere passata!
Noto che so tratta dell’opzione più votata, per ora:) Vediamo!
A presto
19/01/2017 at 07:44
Opto per il furto del furgone, creiamo un imprevisto non troppo drammatico.
Ho apprezzato la metafora del semaforo e il suo intorno perché inizia a caratterizzare meglio il rapporto tra i due e a definire meglio il protagonista.
A presto
19/01/2017 at 09:12
Ciao FueGod,
Mi fa piacere che abbia apprezzato la metafora.
Scelta equilibrata, vediamo cosa a che punto arriveremo.
Grazie per essere passato.
A presto
15/01/2017 at 11:56
Boh, Londra, la più lontana e quella che ha fama di maggiore ‘compostezza’.
Un racconto molto tenero e intimistico. Mi piacciono le descrizioni che fai di un rapporto tra due persone molto diverse che per qualche strano scherzo del destino si ritrovano ad essere parenti 😀
Ê, in un certo senso, poetico, perché ci vedo riflessa la maggior parte della popolazione mondiale: chi di noi non ha almeno un parente così totalmente agli antipodi da lui, una persona che probabilmente non frequenterebbe mai, se non fosse un suo familiare, ma che comunque ama lo stesso? E quanto si sarebbe perso se non avesse mai approfondito questa conoscenza? Differenza è arricchimento e ho l’impressione che i tuoi due protagonisti si stiano arricchendo a vicenda.
Una nota di stile: mi piace come scrivi, mi sembri accurato e scorrevole.
La ripetizione a breve distanza della parola ‘capelli’ appesantisce un po’.
Questa frase:
Prendo il cellulare e apro l’interfaccia degli SMS.
Mi dà da pensare: come mai non hai scritto semplicemente ‘Mando un SMS’?
Ciao, complimenti e a presto
15/01/2017 at 23:03
Ciao Moneta,
Grazie per aver letto la storia e aver lasciato una recensione. Apprezzo molto le parole che hai speso a riguardo ed in particolar modo le note sullo stile: per quanto riguarda i capelli, beh, una ripetizione (terribile) che doveva essere stata corretta e invece… Sigh!
Circa gli SMS, non ti nego che l’idea originaria era quella di voler dare una chiave di lettura “spiegata”, come se passare direttamente all’invio fosse qualcosa di poco preciso. Devo essere onesto, nel farmelo notare mi rendo conto che questo rende la cosa un po’ artefatta.
Mi piace come hai interpretato i personaggi e il loro rapporto, condivido sul fatto che alcune persone, a volte, non verrebbero mai frequentate se non fosse per la parentela.
Nonostante ciò, credo di avere ancora qualche carta da scoprire circa la natura del loro rapporto 🙂
Grazie ancora per l’apporto (molto apprezzato per migliorare e crescere) e per la partecipazione.
A presto
12/01/2017 at 15:25
Ho scelto un cliché, Amsterdam.
Un po’ fredde come mete per l’arzillo vecchietto. Speriamo non gli prenda una polmonite.
A presto
12/01/2017 at 17:19
Ciao FueGod,
Ahahah, effettivamente poteva starci un po’ di caldo! Dai, la polmonite la metto tra le prossime opzioni! 🙂
Grazie per la visita e la lettura!
A presto
09/01/2017 at 08:37
Ciao Veners
Il capitolo scorre bene ma…questa frase non l’ho capita: “Uh, caspita” con fare palesemente ironico e in tono nordico di sfottò “Non ci ho pensato!” ulula tra le risate generali.
Com’è il tono nordico?
Risate generali: Chi c’era oltre a loro?
Siamo sicuri che, a insaputa del figlio, questo padre non abbia l’ Alzheimer?
09/01/2017 at 10:27
Ciao Maria,
Grazie per essere passata.
“Con tono nordico”: il papà è palesemente partenopeo (e non è detto che lo sia anche il foglio), utilizza sempre parole o modi di parlare più tipici del meridione. “Uh, Caspita”, per uno come lui, è un linguaggio troppo pulito, più sofisticato rispetto al suo. Inoltre lo pronuncia con un tono che va a richiamare non solo l’accento ma anche la tonalità di voce che utilizzerebbe una persona piú, che so, di Milano? (Non che a Milano siano sofisticati e a Napoli non lo siano, semplicemente quando un meridionale prende in giro un nordico imitandone l’accento ne viene fuori un tono volutamente “snob”).
Probabilmente non mi è riuscito molto.
“Tra le risate generali” inteso come quelle di entrambi. Utilizzare altri termini o altri modi per esprimere il concetto mi sembrava ancor più pesante.
Per quanto riguarda il papà… Probabilmente qualcosa di strano c’è. Che sia l’Alzheimer o altro… Quello lo scopriremo insieme! 🙂
Grazie per questo confronto, mi fa molto piacere che mi abbia segnalato gli aspetti poco chiari o meno riusciti.
A presto 🙂
08/01/2017 at 18:29
Tre destinazioni diverse ma ugualmente affascinanti.
Ho scelto Londra perché è l’unica che ho visitato e mi ha rapito.
Per il capitolo che dire, ottima continuazione del primo e ritmo sempre fluido e godibile. Al prossimo, ciao 😉
09/01/2017 at 02:16
Ciao Danio,
Grazie per avermi seguito in questo seguito! Mi fa molto piacere 🙂
A presto!
08/01/2017 at 18:17
Ciao Veners,
capitolo coerente al precedente: scorrevole e leggero com’è giusto che sia. Mi piace questo papà giovane dentro e un po’ st***zo.
L’unica cosa che mi lascia perplesso è la decisione di prendere un volo i primi giorni di gennaio. Mi sembra un po’ troppo assurda come idea rispetto allo stampo realista che hai dato al tuo racconto fin’ora. Questa è solo una mia considerazione che mi ha fatto un po’ storcere il naso, però ho preferito esternarla comunque, spero non ti dispiaccia.
Ti consiglio di far passare qualche giorno in più tra la pubblicazione di un capitolo e l’altro, in questo modo lasci più tempo ai lettori per recuperare il tuo racconto. Indicativamente tra i 5 e i 7 giorni, poi fai tu 🙂
Ciao, a presto! 🙂
09/01/2017 at 02:14
Ciao Christian!
Assolutamente, mi fa piacere che tu abbia letto il secondo capitolo e mi fa ancora più piacere che abbia condiviso una tua considerazione. Lo reputo importante per capire se i miei intenti vengono recepiti e fondamentale per migliorarmi sempre 🙂
Posso dirti che sono d’accordo con te, potrebbe essere assurdo ma… Vedrai che i nodi torneranno al pettine!
Accetto volentieri il tuo consiglio sulle tempistiche di pubblicazione… Sai, la foga dopo l’incipit… 🙂
Grazie e a presto!
06/01/2017 at 12:08
Che stronzo (il padre)
Che pirla (il figlio)
Bell’incipit, mi è piaciuto molto e lo seguo volentieri.
Ho scelto con i discorsi tra padre e figlio, sino ad ora si è trattato più che altro di una scaramuccia.
Ciao e al prossimo 😉
06/01/2017 at 12:18
Ciao Danio,
padre e stronzo e figlio pirla, bel binomio 🙂
Ti ringrazio molto per l’interesse, apprezzo molto e spero di continuare in positivo grazie al vostro supporto!
Vediamo cosa uscirà dal responso!
A presto 🙂
06/01/2017 at 10:46
Ciao Veners,
Forte questo papà vecchio fuori ma giovane dentro! 😀
Benvenuto su TheIncipit 🙂 mi sembra di intuire che non è la prima volta che scrivi però.. Hai uno stile preciso e pulito.
Ciao, a presto! 🙂
06/01/2017 at 12:12
Ciao Christian,
grazie per aver letto questo inizio 🙂
Per il momento il papà ha un che di frizzante, vediamo fin dove si spingerà!
Grazie per “L’intuizione”, la prendo come una cosa positiva 🙂
A presto!
06/01/2017 at 09:22
Sembra divertente.
Io preferirei cena e discorsi, per i botti magari si fa ancora in tempo dopo.
Aspettiamo il seguito,
A presto
06/01/2017 at 12:08
Ciao FueGod,
grazie per aver letto il mio Incipit.
Spero di continuare a divertirti!
Vediamo che succede 🙂
A presto!
05/01/2017 at 13:55
Ciao V. E benvenuto/a (?)
Curioso questo figlio cinquantenne “più vecchio” del padre :-).
Non si sa ancora cosa l’abbia spinto a “sfidare” il lato demenziale del padre.
Vedremo dove ci porterai…
Botti di capodanno… Siamo all’inizio del racconto e c’è tutto il tempo per i discorsi padre e figlio.
05/01/2017 at 18:34
Ciao Maria, grazie per l’accoglienza.
Vediamo dove ci porterà questo vecchio pazzo…! Ho modo di pensare che ne succederanno di tutti i colori, sia per l’idea sia per l’imprevedibilità che potrebbe scaturire grazie alla vostra collaborazione.
Ne approfitto per ringraziarti per l’interessamento alla storia!
Botti di Capodanno? Vediamo, ma ipotizzo che andrà così 🙂
A presto