Ancora una mezzanotte

Dove eravamo rimasti?

E alla fine lo strappo è stato ricucito. Che succede ora? Il papà sarà curioso di conoscere questa misteriosa moglie, no? (88%)

Leopazzotti

Milano ci accoglie sotto una leggera pioggia fastidiosa. Le pozzanghere con cui ci divertivamo a bagnare le persone qualche notte fa sono ancora presenti ma, questa volta, dovremmo accontentarci di passargli accanto senza poter innaffiare nessuno.

“Signore, secondo il navigatore saremo a destinazione tra una ventina di minuti. Traffico permettendo”, mi aggiorna l’autista.

“Lasci stare il navigatore, al semaforo giri a sinistra e prosegua sulla stradina stretta che troverà subito a destra. Salteremo il traffico”, mi permetto di suggerire.

La faccia dell’autista, una volta notato l’ammasso d’immondizia lungo la strada, mi rievoca la vergogna che provavo quando un compagno di scuola veniva a casa con me a giocare alla playstation oppure quando i genitori degli amici mi riaccompagnavano dopo un compleanno in serata, notando tutto quello schifo. Erano chiarissimi segnali di quanto il mio quartiere fosse da sempre un ghetto che pretendeva di sembrare soltanto una semplice zona di periferia ma, nonostante tutto, ancora oggi, non riesco a restare indifferente alla stretta che sento al cuore quando mi riavvicino a casa, quella in cui sono nato e cresciuto.

Una volta a destinazione, salutati l’autista e il solito gentile signore, papà si rende conto che chilometro dopo chilometro, follia dopo follia, litigio dopo litigio, siamo arrivati alla fine di una fuga sensazionale.

“Guaglio’”, mi sento chiamare mentre mi avvio verso il citofono di casa, “E così stamm ‘n ata vota ‘cca”.

“Eh, e dove saremmo dovuti essere?” Rispondo ironicamente, cercando di smorzare il clima.

“E ja, nun fa’ o strunz!”, mi rimprovera offeso, “Ci sono tante cose di cui dovevamo parlare, sai? Sì, lo sai. Che te lo dico a fare. Alla fine ci siamo scornati come due ciucci e abbiamo buttato nel cesso l’ultimo giorno assieme”.

Comprendo bene. D’altronde ci siamo riavvicinati dopo una vita, abbiamo fatto la fatica necessaria per cercare di farci vedere per quello che siamo diventati, e poi ci siamo tolti le maschere, lanciandoci addosso, l’uno con l’altro, un forziere pieno di affermazioni pesanti accantonate negli anni.

Hai ragione.

“Seguimi” lo invito, fingendo che le sue parole non mi abbiano toccato.

Arriviamo davanti ad un vecchio palazzo a poche centinaia di metri dal nostro condominio, mi fermo davanti ad un box e lancio un’occhiata a papà.

“Che dobbiamo fare, guaglio’?” Mi domanda confuso.

“Niente di preoccupante. Promettimi di non sfottermi però, eh!” Chiarisco, sollevando lentamente la saracinesca.

Non appena la mia piccola spider rossa compare davanti a noi papà mi dà una pacca sulla spalla. “Azz, alla fine l’hai comprata la macchina degli scemi, eh!” Mi schernisce.

“E dai! Lo sapevo che l’avresti detto! Non è bellissima?! Sali dai, ti faccio ricredere. Se smette di piovere apriamo la capote!”

“Ohe, non è che mi fai addormentare e domani mi risveglio a Budapest?” Esclama divertito, sedendosi al posto guida.

 

***

Parcheggiati sotto casa, dopo aver fatto guidare a papà la macchina, non capisco chi tra i due non abbia il coraggio di porre fine alla nostra vacanza.

“Vabbuò, senti un po’… Ma come l’hai conosciuta tua moglie?” Domanda papà, lasciandosi andare dopo aver trattenuto a lungo le curiosità del caso.

“A Roma, ad un convegno sull’editoria”

“E che ci facevi ad un convegno sull’editoria? Non mi dire che…”

“No”, lo interrompo, “Non ho pubblicato alcun libro. Avevi ragione tu quando dicevi che d’inchiostro non si vive. Ho lasciato perdere… Ero lì per mia moglie”, sospiro.

“Ma se non era ancora tua moglie come facevi ad essere lì per tua moglie?!” Papà mi guarda perplesso.

“Ha pubblicato diversi saggi. È un magistrato molto conosciuto in Italia ed io, che mi trovavo nei paraggi, ho pensato di assistere al convegno”

“Un magistrato. Ah”

Non mi dire niente, per favore.

“Adesso capisco perché mi hai ucciso per finta” mi sento provocare.

Una telefonata improvvisa mi solleva dall’arduo incarico di dovergli rispondere senza dare corda alla sua istigazione.

“Pronto, Leopazzo’!” La voce di mia moglie rimbomba per tutto l’abitacolo, “Dove sei?”

Mannaggia a me e il bluetooth sempre attivo.

“Sotto casa dei miei, in macchina. Mo’ saluto mio padre e mi avvio verso Roma”

“D’accordo, a più tardi!” Conclude.

Sei troppo accondiscendente per i miei gusti.

“E mo chi è sto Leopazzo’?” Papà mi interroga curioso.

“Ehm… Diciamo che ad un certo punto mia moglie si è resa conto che alternavo momenti di solitudine e depressione, come quella volta che mi ritrovò seduto su un trespolo a pensare, ad altri in cui la tramortivo con frasi poeticamente zuccherose. “Un po’ Leopardi e un po’ Ramazzotti. Leopazzotti!” Mi ha preso in giro un giorno, battezzandomi” rispondo, lievemente imbarazzato.

“Maro’, vuje nun stat bbuon!” Urla, disperato.

“Starà bene lei!” Interviene una voce familiare da fuori l’automobile.

Uh, mamma mia.

Papà si affaccia con la testa fuori dal finestrino aperto, guarda a destra, poi a sinistra e con un enorme sorriso sdentato esclama: “Piacere di conoscerla, Vostro Onore”.

 

Vabeh, se Maometto non va alla montagna... Che succede nel penultimo capitolo?

  • La moglie, provata dal passato del suocero, preferisce sbrigare le formalità del caso, recuperare il marito, e tornare a Roma. (0%)
    0
  • Il papà non è proprio felice del fatto che la moglie di suo figlio sia un magistrato (visti i trascorsi) e si limita a proporre un caffè. (15%)
    15
  • Il papà muore dalla voglia di conoscere la signora, invita entrambi a cena a casa. (85%)
    85
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168 Commenti

  • Ciao Veners,
    E scusa per il ritardo mostruoso con cui commento il tuo racconto.
    E, quindi, se non ho capito male, è stato tutto frutto dell’immaginazione del protagonista, un sogno di riconciliazione ad occhi aperti che però si è scontrato contro la dura realtà di una parete bianca, orfana di fotografie più recenti? Eppure questo padre era così vivido, così verace, lo hai descritto che pareva fosse lì a dare dello “strunz” anche a noi 😉
    E’ venuto il magone anche a me, però non posso dirti se non BRAVO! Scritto proprio in grande, come grande è stata la tua capacità di accompagnarci in un viaggio fatto di sentimenti, incontri/scontri/malinconia. A volte viviamo senza renderci conto che le nostre azioni hanno un peso, che ogni giorno seminiamo un semino piccino che darà i suoi frutti, che facciamo scelte che ci portano in una direzione piuttosto che in un’altra. I rimpianti sono una brutta cosa accidenti!!!
    Veners, spero che tornerai a scrivere presto su questa piattaforma, perchè ho ancora voglia di leggerti.
    Un saluto,
    Cinzia

    • Buonasera Cinzia,
      Cavolo che bel commento! Ti ringrazio tantissimo per queste belle parole e per aver letto la storia. Come dico sempre, senza voi non riuscirei a migliorarmi e quindi siete una risorsa molto preziosa 🙂
      Ebbene sì, hai capito bene… Era tutta una fantasia scaturita dal fatto che, quando l’orgoglio maledetto prevale, tante volte le spese si pagano talmente tardi che rischiano di diventare un macigno. E non si può più spostare…
      Che dire: vorrei ringraziarti ancora perché sei stata molto gentile e mi ha fatto molto piacere averti come lettrice, sarò felice di continuare ad averti qui è a leggere le tue storie 🙂

      Buona serata, a presto!

  • Eccomi. Mi hai incuriosito con il tuo commento “a babbo morto” e ho pensato di leggere qualcosa di tuo. E bene ho fatto. Ho scoperto un autore bravo, con una bella fluidità e leggibilità della scrittura, e interessante per la sensibilità e per il tema trattato.
    Ti seguo in attesa di un tuo nuovo racconto.

    • Buonasera Napo,
      Apprezzo molto che tu abbia letto la storia e anche le cose che mi hai scritto. Detto da un autore di cui apprezzo molto la scrittura (tra l’altro mi troverai a spizzare le tue altre storie in questi giorni) mi fa molto felice e lo prenderò come un plus per provare a migliorare nei prossimi racconti.
      Grazie per essere passato!

      Alla prossima, ciao 🙂

  • Scusami per il ritardo, Veners!!
    wow. Molto sensibile il finale di questa storia. Realistica, forse a tratti cinica, altri profonda. Hai tratteggiato con maestria uno spaccato di vita che incarna un pensiero comune. Sono solidale. Complimenti.
    (sono Amomarta)

    • Ciao AmoMarta/Alessandra 🙂
      Figurati, nessun ritardo, anzi… Grazie per essere passata!
      Mi fa piacere che la storia ti sia piaciuta. È stato molto piacevole averti come lettrice e ti ringrazio per la fiducia datami quando hai letto i primi capitoli.
      Sperando di leggere presto qualcosa di tuo (Come Alessandra o AmoMarta?! 🙂 ) Ti auguro buona serata!

      Ciao, alla prossima

  • Mi hai sconvolto con questo finale: in senso buono, ma sapere che in realtà il riappacificarsi con papà e col passato, il ricucire i rapporti, il dirsi “ti voglio bene” sia rimasto solo una velleità mai realizzata, un rimpianto perenne mi ha sorpreso, non me lo aspettavo, e fatto venire il magone.
    È vero che più il tempo passa e più le sole cose che non si possono relativizzare sono i rimpianti. Dire sempre l’amore che si prova per gli altri, quando se ne ha il tempo.
    Sarà per quello che mi sforzo di telefonare ai miei vecchietti ogni settimana, anche quando non ho nulla di interessante da raccontare loro?
    Credo che il tuo racconto dipinga bene una verità, tra le altre: siamo sempre figli, anche quando i genitori non sono più. È una condizione permanente.
    Ciao, Veners, a presto

    • Buonasera Befana,
      diciamo che ho cercato di mantenere il più possibile un profilo che mi permettesse di non far capire come sarebbero andate le cose alla fine.
      Ebbene sì, era tutto quello che il protagonista teneva dentro sè sapendo bene che non sarebbe mai potuto succedere.
      Sì, hai ragione: il tempo passo ed i rimpianti restano qualcosa di insuperabile. Per questo, come dici bene, bisogna aprirsi fin quando se ne ha il tempo. Questo è quello che ho immaginato, e mi ha fatto stare male.
      Spero che il racconto ti sia piaciuto e ti ringrazio molto per avermi dato fiducia, per avermi seguito ed aver espresso sempre il tuo parere onesto ed interessato. Sono contento di averti avuta come lettrice e mi farebbe piacere che fossi ancora presente 🙂
      Aspettando una tua nuova opera (date le tue indubbie e apprezzatissime qualità di scrittrice) ti auguro buona serata.

      A presto

    • Buonasera FueGod,
      Grazie per avermi supportato dal principio, per tutta la storia. Sempre presente e sempre gentile ed onesto.
      Se c’è una cosa di cui vado fiero è il ricevere commenti da lettori come te ed altri, su questa piattaforma, di cui apprezzo molto la presenza ed anche il talento nella scrittura.
      Sono contento che il finale ti sia piaciuto e che li abbia trovato commovente. Se la trama è stata ben strutturata lo devo a voi che avete contribuito con la vostra presenza e le vostre decisioni, quindi ancora… Grazie.

      Ci vediamo dai Tre Cancelli per ridere ancora come un povero matto 🙂

      A presto

  • Amaro. E bello.
    Ciao Veners.
    Avevo gioito per la riconciliazione tra i due, vado matto per i ‘lieto fine’.
    Non mi aspettavo questo ultimo capitolo ma lo trovo profondo e poetico.
    Ho visto pochi giorni fa un film che mi è piaciuto tantissimo, si intitola ‘Vita di Pi’. I motivi per cui mi è piaciuto sono simili a quelli per cui mi è piaciuto il tuo racconto e questo epilogo, ma non sto a raccontarteli perché non vorrei spoilerare un film che a mio parere merita di essere visto.
    Ti dirò soltanto che trovo un tratto molto umano l’amarezza del tuo protagonista. Spesso compiamo delle scelte che anche in prospettiva ci paiono, se non giuste, quasi inevitabili. Ma queste scelte qualche volta ci conducono così lontano che non riusciamo a tornare indietro. Amarezza per una realtà che non vedremmo mai, per il semplice fatto che non era tra le realtà possibili. Era solo tra quelle immaginabili. Ultimo rifugio e consolazione.
    Una curiosità: mio nonno si chiamava Massimino, io Massim… no, non Massimo, Massimiliano.
    Coincidenze 🙂
    Ciao, spero di rileggerti presto.

    • Buonasera​ Jaw,
      Grazie per esserci stato ed avermi dato fiducia. Ho apprezzato molto il tuo supporto, come già ti ho accennato sono consapevole di parlare con un lettore attento ed onesto, e a dirla tutta in alcune circostanze mi sei stato anche d’aiuto 😉 Magari non te ne sei accorto! La tua analisi dei capitoli spesso mi ha sorpreso in positivo perché riesci ad andare davvero a fondo, riuscendo a cogliere dettagli è sfumature che non sempre un lettore arriva a percepire. Anche per questo ricevere un tuo commento è sempre molto piacevole.
      Finale amaro, sì. Ho sofferto quando è giunto il momento di fare dissolvere l’immagine del papà. Sapevo che di lì in poi sarebbe fuoriuscita la sofferenza del personaggio e… È sempre pesante. Purtroppo, ormai, nella mia testa questa storia poteva avere solo questo finale e non ti nego che avevo paura di far storcere il naso a qualche lettore per l’aspetto malinconico. Sono contento che ti sia piaciuto lo stesso 🙂
      Vita di Pí è un film meraviglioso, visto al cinema quando è uscito.
      Massimo per me ha una valenza importante, in qualche modo. Massimi’ come vogliamo vederlo? Ad ognuno la propria interpretazione 🙂 Quindi ho beccato le sfumature dei nomi di famiglia?! Anche io mi chiamo come mio nonno! 🙂
      Spero di tornare a leggere qualcosa di tuo il prima possibile!,

      Grazie ancora, a presto.

  • Rieccoci; Veners.
    Il finale mi ha profondamente toccato. Mi è piaciuto, molto, e mi ha fatto commosso.
    La semplicità con cui descrivi situazioni molto empatiche è un tratto della tua scrittura che apprezzo tantissimo. Una cosa che mi rammarica un po’ è che la tua storia è rimasta troppo in disparte, avrebbe meritato sicuramente un maggior seguito. Così rimane una perla nascosta. Io posso dire di averla potuta ammirare. Peggio per chi non c’è.
    Complimenti, spero sinceramente di poter leggere altro di tuo.
    Ciao, buona giornata.

    • Buona sera Erri,
      Ti ringrazio tanto per le belle parole spese, le apprezzo tantissimo. Leggere quello che hai scritto credo sia quanto di più bello possa capitare quando si vuole lasciare qualcosa al lettore, e se sono riuscito a toccare la tua sensibilità, una delle caratteristiche che si notano molto nella tua scrittura, sono molto contento.
      Nonostante il poco seguito della storia sono profondamente soddisfatto di aver avuto dei lettori come te e spero di essere, in futuro, in grado di intrattenerti al meglio.
      Grazie ancora, davvero.

      Buona serata 🙂

    • Buonasera Maria,
      Ti ringrazio per avermi dato fiducia fino al termine della storia e per aver sempre commentato con sincerità i capitoli. Sono felice che la storia ti sia piaciuta e se vorrai seguirmi ancora mi farà molto piacere.

      Ci vediamo dalla cicala 🙂
      A presto!

  • Arrivato alla fine di questo mio primo racconto ringrazio tutti per avermi dato fiducia, avermi seguito, supportato ed aiutato. Il confronto diretto con voi è stato fondamentale per cercare di migliorarmi e per riscrivere con la fantasia una storia che aveva una trama generica nella mia testa ma che aveva bisogno delle vostre scelte per avere una forma, un contenuto e un filo da seguire.
    Ho scoperto una bella realtà che avrò piacere di continuare a frequentare ancora 🙂
    Sperando che la storia vi sia piaciuta, vi saluto e vi auguro buona serata 🙂

    Veners

  • Fotografia.
    wow, davvero fico, episodio che mi è piaciuto molto, davvero. soprattutto la parte in cui il protagonista cambia, si avverte il suo coambiamento. L’arco del personaggio, il viaggio dell’eroe, ognuno lo chiama come preferisce. Io dico solo: bravo.

  • “dove il mio passato avrebbe potuto abbracciare il mio presente dando, finalmente, una forma al mio mondo.”
    Una fotografia, quindi, il passato che resiste nel presente. Lo leggo con molto ritardo, ma il capitolo mi è piaciuto molto. È la riconciliazione di due mondi, direi, ma sancisce anche la piena maturità del protagonista, il quale riesce finalmente ad apprezzare situazioni che prima neppure sopportava. È un po’ la storia infinita di padri e figli, no? A parte specifiche avventure o sventure personali.
    Un capitolo che mi è piaciuto molto. Pensavo a un certo finale, ora non so cosa aspettarmi.
    Ciao a presto

    • Ciao Jaw,
      Grazie per essere passato, è sempre un grande piacere ritrovarti e ricevere tuoi commenti. Apprezzo molto e mi fa molto piacere che il capitolo ti sia piaciuto e, non te lo nego, ho voluto bene a quella frase che hai citato dal momento in cui è nata 🙂
      L’idea dal principio era proprio cercare di far crescere il figlio dal punto di vista caratteriale, sotto il pesante ed invasivo carisma del padre che gli ruba involontariamente la scena di protagonista, fino a farli coesistere raggiungendo una riappacificazione.
      Il finale sarà disponibile tra una settimana circa, e spero di riuscire a fare in modo che sia poco prevedibile 🙂
      Grazie ancora.

      Auguri di buona Pasqua, a presto

  • Ciao Veners,
    la frittata di maccheroni mi sta facendo venire l’acquolina in bocca, data l’ora 😉
    E quindi, davanti ad una tavola imbandita, la divergenze sono acqua passata?
    Logico…
    Bello anche questo capitolo, peccato sia quasi tutto finito ;-(
    Io voto foto: le vecchie foto sono come il film della nostra vita, il momento immortalato riprende vita (ops scusa la ripetizione!) per un attimo…
    A presto!

    • Ciao Cinzia,
      Pensa che me ne mangerei una pure adesso. Sì, ok, probabilmente farei fatica a dormire… 😉
      Grazie per essere passata e per il commento, mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto. Siamo arrivati entrambi alla fine, a quanto pare! Spero di renderti gradevole anche l’ultimo capitolo 🙂
      Foto? Probabilmente sì!

      Ci rivediamo da te per il finale, ciao!

  • Grande la mamma! E grande anche il padre quando cerca di spiegare che gli omosessuali non gli danno fastidio però….
    Da buon amante della musica, per l’ultimo capitolo ho votato proprio per quella. Non c’è nulla di più bello che ricordare momenti di vita vissuta attraverso una canzone, sia quelli piacevoli ma anche quelli magari dolorosi.
    Complimenti e buon finale 😉

    • Ciao Danio,
      Una volta, da qualche parte, lessi che la musica, nel bene o nel male, è una maledizione da portare dentro con sé per tutta la vita. Comprendo quello intendi 🙂
      Grazie per essere passato, sono contento che la mamma ti sia piaciuta. Il padre… Beh, che dire. Ormai di lui non mi stupisco più! Gli escono fuori certe uscite…!

      Ci vediamo da Jack, buona serata!

  • “In cui ho lasciato più cuore di quanto pensassi” è bellissimo.
    Tutto il capitolo è molto bello, ho una predilezione per la mamma che parla da “simme Napulé paisà” in onore della nuora. Forse avrebbe potuto osare riavvicinare passato e presente della sua vita un po’ prima. Ma meglio tardi che mai, no?
    Opto per la fotografia perché sono fatta all’antica per me riunione di famiglia si associa alle vecchie foto, e anche nuove.

    • Buonasera Befana,
      Grazie per essere passata.
      Guarda, io sono un controsenso vivente: non mi piace scattare foto eppure sono molto sensibile nel rivederne alcune in determinate fasi della vita. Inutile sottolineare che quelle di famiglia, come fossero un piccolo riassunto sparso del proprio trascorso, mi toccano molto ed immagino che questo valga un po’ per tutti. Probabile siano all’antica tutti e due 🙂
      Sono molto felice che il capitolo e quelle frase nello specifico ti sia piaciuti. Apprezzo 🙂

      Buona serata, ci vediamo da Ulisse!

  • Rieccomi, Veners. Che bel capitolo. Percepisco la serenità, l’aria di casa. Comportamenti che si fanno universali senza per questo essere stereotipati. Sarà che ho vissuto situazioni molto simili e ho avuto pensieri molto simili. Molto bello, complimenti.
    Ho votato ‘una canzone’, non so, mi pareva quello che più si accordava al clima delicato e poetico di questo racconto.
    Ciao, ti auguro una buona giornata.

    • Buonasera Erri,
      Grazie per essere passato e per il bel commento. Sono felice di essere riuscito a trasmettere la sensazione di serenità conviviale di cui parlava il personaggio.
      Momenti in cui hai l’impressione di poter comprendere cosa sia la pace interiore, per un istante 🙂
      Grazie ancora.

      Buona serata e al tuo prossimo capitolo!

    • Buonasera Maria,
      Grazie per essere passata!
      Il papà è un personaggio particolare, ho cercato di calibrarlo in modo che il suo carattere esuberante provasse a sopperire alle sue mancanze e agli errori passati. Contento di esserci riuscito. O forse nel prossimo capitolo cambieranno le cose?! 😉

      Buona serata!

      PS: ho letto il tuo nuovo capitolo, ho commentato eppure il commento non è stato pubblicato. Dopo ripasserò 🙂

  • Invito a cena!
    Ciao veners, non mi è chiara una cosa: ma se sono a casa del padre, perché il figlio ha un box con dentro una spider? Vicino a casa dei suoi? Ma non abita a Roma?
    A parte questo, capitolo è delicato e profondo, direi che rispetta lo stile di questo racconto, mi è piaciuto.
    Ciao, a presto

    • Ciao Jaw,
      Grazie per essere passato! Che sia un segnale circa l’ultimo capitolo di “Difetto fatale”? 🙂
      Interessante il tuo intervento, ho pensato anche a questo e non ti nego che non avrei chiarito la cosa nei prossimi capitoli. La dinamica, nella mia testa, è stata questa: per poter partire con il padre è arrivato da lontano con la sua macchina, che ha parcheggiato in un box che avrebbe potuto essere suo per diversi motivi… Lo ha comprato quando era abbastanza adulto da poterselo permettere mentre suo padre era “in ferie”; l’ha preso in affitto giusto qualche giorno appositamente per tornare dal padre e fargli la sorpresa dimostrandogli di essere riuscito a comprare una macchina desiderata da sempre 🙂
      Grazie per il commento, è sempre un piacere notare che leggi davvero con attenzione gli episodi che pubblichiamo e questo mi fa molto, molto piacere!

      Alla prossima, ciao 🙂

      • Ma grazie a te per il chiarimento 🙂
        Il capitolo con cui, penso, Moneta ci lascerà per sempre è praticamente pronto, ma con questa storia della ‘diffida’ a pubblicare fino al 26 per l’aggiornamento del sito, slitterà di qualche giorno.
        Ciao, buona serata

  • Ciao Veners,
    ogni volta è un vero piacere leggere un nuovo capitolo della tua avventura…di questo mi hanno fatto tanto ridere “la macchina degli scemi” e “adesso capisco perché mi hai ucciso” 😀
    Io direi che un invito a cena ci sta tutto, che la vogliamo finire qui?!?
    A presto!

    • Ciao Cinzia,
      Piacere di sentirti 🙂 Grazie per il bel commento, sono felice che la lettura ti sembri piacevole e che riesca a farti divertire. Spero di riuscire a fare lo stesso anche nei prossimi due capitoli!
      Beh, la cena ormai sta spopolando… Ipotizzo andrà così 🙂 Ma mai dire mai!
      Grazie ancora 🙂

      Ciao, alla prossima

  • Ciao Veners,
    ho iniziato a leggerti da qua. Mi piace, sia lo stile sia la storia.
    Io ho optato per un caffè, sempre piacevole conoscere qualcuno, ma senza troppo impegno. Bello che si capisca che non corre buon sangue tra i due, anche se non ho letto i capitoli precedenti. Posso intuire alcune cose e questo mi piace moltissimo.

    Buona serata,
    Al West

  • Se è venuta fino a lì, immagino che possa interessarle anche fermarsi a cena e conoscere i suoceri.
    Sarò strana, ma a me sto soprannome di Leopazzotti fa ridere e mi ha già reso più simpatica la moglie, diciamo che la sfuriata di prima era dovuta solo all’ansia e alla preoccupazione.
    Pure la spider rossa, quest’uomo ha davvero dei grossi problemi di adolescenza posticipata! 😉 Speriamo non si ostini a dare ancora e sempre tutte le colpe solo al padre
    Ciao

    • Ciao Befana,
      Grazie per essere passata 🙂
      Dai, che bello, sono riuscito a farla tornare sulla retta via dopo quella sfuriata antipatica! Lieto che che il soprannome ti piaccia, io rido ogni volta che ci penso 🙂
      Anche io inizialmente ho ipotizzato che il suo viaggio fino a lì sarebbe potuto essere premiato solo con una cena ma, poi, ho pensato che qualcuno avrebbe potuto immaginare che l’intento era solo quello di dare un paio di ceffoni al marito! 🙂
      La spider rossa… Eh, che vogliano fare… Questi uomini capricciosi…!

      Ciao, alla prossima!

    • Ciao Maria,
      Diciamo che, pur essendo d’accordo con te ed avendo valutato la questione, ho preferito immaginare che all’interno della sfera familiare i toni potessero essere quelli autentici e distaccati dalla formalità lavorativa.
      Grazie per il tuo punto di vista e per l’onestà, apprezzo sempre. E grazie per essere passata 🙂

      A presto, ciao 🙂

    • Ahahahah, che cattivo 🙂
      Ciao FueGod, grazie per essere passato e per il commento. Per il momento l’opzione casa sembra guadagnare punti, vediamo 🙂
      Che dici, non è che magari ci troviamo improvvisamente nei casini ed interviene a risolvere la questione il mio amico Signor Nano?! 🙂

      Ciao, alla prossima!

    • Ciao Christian,
      Probabilmente nemmeno io. Non sono nemmeno sicuro che si siano perdonati a vicenda, però probabilmente sono abbastanza maturi (d’altronde uno dei due è un ottantenne) da ingoiare il rancore. D’altronde non si sono visti per una vita e sarebbe brutto dover tornare a fare così.
      Grazie per essere passato e per il commento.

      A presto 🙂

  • Il papà sarà curioso e la moglie altrettanto. Una frase: “Un po’ come quando i botti senza colore rimbombano nel cielo a segnalare la fine dei fuochi d’artificio.”
    La trovo perfetta. Questa e tutto il periodo in cui fai il parallelo tra sfogo e rabbia del padre evocando un’emozione infantile. Fuochi, fascino e paura, ma paura dei botti ‘ciechi’ o paura del vuoto e del buio che lascia la fine dello spettacolo?
    Sì, vaneggio, ma mi piace molto quel pezzo, lo trovo suggestivo, mi evoca un sacco di immagini e di pensieri.
    Questo capitolo è uno di quelli che mi è piaciuto di più.
    Ciao, complimenti, a presto

    • Ciao Jaw,
      Grazie, davvero. Per essere passato, per il commento, e per questa cosa che mi hai scritto. Sapere di averti evocato, in qualche modo, delle immagini o dei pensieri in quel passaggio mi rende molto felice. Soprattutto perché sei arrivato davvero molto vicino a quello che avevo dentro, nella testa e non solo. Apprezzo molto 🙂
      Lieto che il capitolo ti sia piaciuto. Speriamo di continuare a fare meglio!

      A presto, ciao 🙂

    • Ciao Danio,
      Grazie per essere passato. Per ora sembra che il nostro amico non dovrà rientrare a casa ma, effettivamente, siamo vicini al capolinea e, quindi, potrei pensare di fare in modo di mettere troppa carne al fuoco. Vediamo cosa ne esce 🙂

      Grazie ancora, ciao 🙂

  • Ciao Veners,
    che dire di questo capitolo se non bello, bello, bello?!
    Uno scambio di battute, e di vedute, davvero fenomenale… .merda! Ma così per dire eh!!!
    Ah ah ah…bravissimo!
    Qui ci vuole l’incontro con la moglie…la ricucitura dello strappo magari è al primo punto, però siamo sulla buona strada 🙂
    A presto!

    • Ciao Cinzia,
      Grazie mille, troppo buona 🙂 Sono molto felice che il capitolo ti sia piaciuto.
      A questo punto immagino che la moglie sia diventata un’ipotesi abbastanza plausibile​… Probabilmente la conosceremo presto!
      Grazie per essere passata 🙂

      Ciao, alla prossima!

  • Oddio, “lo strappo è ricucito” mi sembra un po’ precipitato. Credo che la rabbia e il “tappo” di rancore siano passati, ma penso che ci siano ancora un sacco di cose da tirare fuori e da appianare tra i due.
    Secondo me, per addomesticarlo un po’ porta padre a conoscere sua moglie. Poi, i due sembrano avere entrambi caratteri esplosivi, magari si intenderanno bene o allora proprio no e ci sarà un nuovo fuoco d’artificio.
    E questo protagonista sempre trattenuto, sempre razionale e riflessivo prima o poi esploderà per davvero, al di là di un “mer..” buttato là. 🙂
    ciao

    • Ciao Befana,
      Sì, dai… Diciamo più coperto con una toppa che ricucito 🙂
      Sono entrambi vulcanici e pieni di nervi accantonati, potrebbe succedere ancora di tutto ma speriamo che nessuno dei due dia occasione all’altro di esplodere nuovamente. Chissà!
      Vediamo se il vecchietto avrà modo di conoscere la moglie 🙂
      Grazie mille per essere passata e per i tuoi commenti sempre molto intelligenti e costruttivi 🙂

      Ciao, a presto!

  • Rieccomi Veners. Mi ha molto disturbato, da padre, l’attacco al figlio: è aberrante, ho pensato, nessun padre ha il diritto di rinfacciare al proprio figlio certe cose. Poi, continuando a leggere, ho capito: i ruoli sono mischiati, non si tratta di padre o di figlio ma di due adulti che cercano un punto di equilibrio. La mancanza di comportamenti formali tra loro si configura infine come un segno di rispetto. Rispetto non perché è dovuto da legami familiari, ma perché ci si comprende, finalmente.
    O almeno io la leggo così. Mi è piaciuto molto.
    Ciao, buona serata

    • Ciao Erri,
      Mi piace la tua analisi della situazione.
      È stato abbastanza sconfortante da scrivere lo sfogo del padre. Effettivamente le parole usate sono piuttosto dure e mai augurerei a nessuno di sentirsele dire ma, nonostante ciò, ho paura che esistano situazioni più complesse di questa dove l’odio diventa davvero un sentimento di famiglia. Fortunatamente non è questo il caso.
      Grazie per la lettura e per il commento. Come hai scritto anche tu nel tuo spazio, non farti problemi a condividere con me commenti costruttivi su quello che può sembrarti fuori luogo o comunque “poco bene uscito” 🙂

      Ciao, a presto!

  • Ciao
    Il capitolo mi è piaciuto. Il linguaggio ottocentesco, “fine e ricercato” della moglie è in perfetta sintonia con l’immagine che il protagonista figlio ha di sé, in quanto si definisce un fantoccio ecc… 🙁
    Padre e figlio continuano il litigio (dialettico spero), credo che abbiano ancora cose da chiarire e angoli da smussare.
    A presto

    • Ciao Maria,
      Grazie per essere passata e per il commento. Sono contento che il capitolo ti sia piaciuto 🙂 Sicuramente il prossimo capitolo sarà il prosieguo del litigio.
      Ci sentiamo presto dalle tue parti, ho visto che hai pubblicato un nuovo episodio 🙂

      Ciao

  • Proseguirei con il litigio.
    Il rapporto si delinea, immagino qualcosa di più su questo padre forzatamente assente.
    ‘Enorme sensibilità’ quella specie di leviatano che devasta di improperi il povero ragazzo??? 😀 😀
    No, scherzo, ho trovato anche quello scambio molto naturale, come tutto il capitolo del resto. Due persone che si amano che litigano. Anzi, due litigi diversi di tre persone che, a due a due, si amano in modo diverso 🙂
    Sono molto curioso di sapere qualcosa di più dei due.
    Cioè, il realtà non so se voglio conoscere il passato del padre, perché ci hai già scritto ciò che ci serve: si tratta di ricucire un rapporto che è stato interrotto. Questo, grazie alla bravura con cui hai delineato sentimenti e atteggiamenti reciproci, ci può, o mi può, bastare.

    Ciao a presto!

    • “Quella specie di leviatano” Ahahahahahah! Favoloso! 🙂
      Ciao Jaw, che piacere sentirti 🙂
      Grazie per il commento, hai toccato alcuni argomenti che mi stanno molto a cuore e che cerco di esprimere al meglio. Siccome so che sei un lettore onesto (qualità apprezzatissima) queste tue osservazioni mi fanno ancora più felice. Qualche mezza idea su come chiarire certi aspetti del passato senza doverlo fare in modo “esplicito” ce l’ho, vediamo se riesco a farlo 🙂
      Grazie tante, di nuovo.

      Ci sentiamo presto, qualcuno sembra aver pubblicato un nuovo episodio! 🙂

  • Ciao Veners,
    ti faccio i miei complimenti, il capitolo è davvero bello, molto vivo e reale.
    Ci stai regalando un rapporto padre-figlio ricco di sfumature, con un pizzico di mistero sul passato del padre che tiene ancora più viva la curiosità 🙂
    Continuo a seguirti con grande interesse, mi piace molto la tua capacità narrativa.
    Alla prossima!
    Cinzia

    ps: proseguiamo con il litigio…è uno scontro/incontro liberatorio mi pare, e può fare bene ad entrambi 🙂

    • Ciao Cinzia,
      Grazie tante. Apprezzo tantissimo le tue parole e spero di riuscire a mantenere alta la tua curiosità nei prossimi capitoli. Sono contento che il rapporto tra i due stia riuscendo abbastanza!
      Il litigio ormai ha scavalcato le gerarchie, probabilmente avremo un continuo 🙂 Ne uscirà qualcosa di buono?!
      Grazie ancora.

      A presto!

  • bé, certo, procediamo con il litigio, mica vogliamo interromperlo così.
    Dotata di grande sensibilità questa supposta moglie ma di una delicatezza di toni e di approccio dell’altro decisamente carente 🙂
    Ma le ha chiesto una mano per cosa?
    Curiosa di scoprire tutti gli scheletri nascosti

    • Ciao Befana,
      Piacere di sentirti 🙂 Visto che inno alla finezza? Ahahahahah! Diciamo che la signora era poco poco risentita… D’altronde ha scoperto di avere un suocero che credeva morto!
      Piano piano uscirà tutto fuori, farò in modo di rispondere alla tua curiosità 🙂
      Grazie per essere passata e per il commento!

      A presto

  • Rieccomi Veners,
    Ho votato ‘proseguiamo con il litigio’, perché i chiarimenti cominciano spesso come litigi (e viceversa).
    È una bella storia quella che ho letto sin qui: tratteggiata in modo delicato e molto intimo, con una sensibilità non comune. Il rapporto tra padre e figlio si va delineando nella sua complessità, intuiamo che il vecchio ha qualcosa da farsi perdonare e probabilmente non è stato sempre un bonario scorbutico. Per non essere da meno, ora anche il figlio deve farsi perdonare da lui 🙂
    Una bella storia, ripeto, profonda e per niente banale. Complimenti!
    Ciao, buon weekend

    • Ciao Erri,
      Che sorpresa! Ti ringrazio per esserti interessato alla storia anche se già oltre la metà 🙂 Apprezzo moltissimo così come apprezzo tanto quello che mi hai scritto. Il fatto che la storia, così come il rapporto tra i due, non ti stiano sembrando banali per me è davvero molto importante.
      Spero di continuare a rendere la storia gradevole 🙂
      Grazie ancora.

      A presto!

    • Ciao FueGod,
      Grazie per essere passato e per il commento! Qualche pizzico di ironia ci casca sempre, probabilmente fa parte del DNA di ambo i personaggi 🙂 Convengo con te quando dici che non guasta mai! Spero di continuare a mantenere vivo il tuo interesse.

      A presto

    • Ciao Christian, i pezzettini si ricomporranno tutti. Qualcosa si può desumere dal capitolo scorso dove, però, ho creato diversi fraintendimenti (da quanto mi hanno detto quasi tutti nei commenti).
      Grazie mille per essere passato e per aver commentato!

      Ciao, a presto!

  • Ciao Veners,
    chiedo venia ma anche io non ho capito che si trattava di un flashback…infatti, arrivata alla fine del capitolo, mi sono chiesta mentalmente:”Ma il flashback dov’è”?!?
    E dire che mi sono soffermata sul particolare dei capelli neri, però non l’ho proprio preso in tutto il suo significato!!!
    Al di là di questo ho trovato il capitolo molto piacevole: mi piace davvero la tua capacità di narratore, e questo padre dalle mille sfumature mi è sempre più simpatico.
    Comunque anch’io voglio sapere che fine ha fatto il furgone!!!
    Alla prossima!
    ps: devo ringraziarti perchè nel mio prossimo episodio avevo scritto Uagliò anziché Guagliò…sono andata subito a correggere!!

    • Ciao Cinzia,
      Lieto di esserti stato utile 🙂
      Ebbene, credo di aver raccolto abbastanza prova che confermano il fallimento dell’esperinento. Senza il vostro aiuto e la vostra apprezzatissima onestà non avrei potuto fare i conti con la chiarezza effettiva del flashback. Speravo di poterlo rendere meglio 🙂
      Grazie, apprezzo molto il commento in generale.

      Ci sentiamo presto da don Peppiniello 🙂

  • A pelle, un litigio, dato che babbo sembra uno che prende fuoco velocemente.
    Ho ben compreso che volevi un flashback sfumato nel racconto, non separato e netto, ma è vero che non è evidentissimo da cogliere, ci se ne accorge a ricordo inoltrato, si deve rileggere indietro per capire dove è cominciato. forse un indizio in più al suo innesco non sarebbe di troppo. Almeno secondo me.
    Invidio molto il tuo protagonista, capace di piangere e soffrire in modo discreto e quasi impercettibile.

    • Ciao Befana,
      Purtroppo è riuscito male, speravo fosse molto più comprensibile e mi sono fatto convincere dalla rilettura che lo fosse davvero. Nonostante ciò sono contento di averci provato e di avere qui tantissime persone come voi che mi aiutano a capire cosa si può migliorare, quindi grazie mille per il supporto e per la lettura.
      Per il protagonista… Ho voluto far capire anche qualcosa di lui visto che la storia si è quasi sempre incentrata sull’imprevedibilità del padre.
      Grazie.

      A presto!

    • Ciao FueGod,
      Grazie per essere passato.
      Sì, dopo che sia tu che Jaw me l’avete fatto notare comprendo che l’esperimento non sia riuscito granché 🙂 Probabilmente, da coinvolto, ho pensato che dare qualche input (sottolineare che i capelli del padre sono neri e non bianchi, dire che il figlio deve crescere più in fretta del dovuto) potesse mitigare la sfumatura quasi impercettibile tra il presente e il passato, introdotto dal tetto panoramico come punto di contatto.
      Ti ringrazio molto, l’onestà di chi legge è il primo passo per migliorarsi 🙂
      Attendendo di sapere che fine ha fatto il mio carissimo Signor Nano, ti saluto!

      A presto

  • Un litigio, ma senza convinzione, mi attraevano anche le altre opzioni.
    Ciao Veners,
    Chiariamo subito che il capitolo mi è piaciuto molto, sia per la forma che per i contenuti (questo papà ha una storia più complessa di quanto immaginassi). Personalmente ho trovato i contorni del flashback molto sfumati, insomma, non ho capito subito che eravamo passati ad un ricordo. La narrazione al presente di certo non aiuta, aggiungici la mia ottusità e distrazione perenne 😀
    Bello, mi piace questo sviluppo per quanto mi riguarda del tutto inatteso. A questo punto, mi aspetto qualunque cosa.
    Ciao a presto!

    • Ciao JAW,
      Grazie molte per essere passato.
      Sono felice che in linea generale il capitolo ti sia piaciuto.
      Come sempre apprezzo moltissimo che mi venga fatto notare qualcosa che può essere stato poco chiaro o confuso. A tal proposito ci tengo a sottolineare che ho voluto sperimentare un flashback meno standard. La scelta di mantenere il tempo presente e di sfumare attraverso un punto di contatto tra presente e passato senza uno stacco concreto l’ho valutata a lungo ma, in qualche modo, ho voluto provare a vedere cosa ne veniva fuori.
      Grazie per tutto.

      A presto! 🙂

  • Ciao Veners,
    il “tuo” papà è proprio una forza, mi ricorda un po’ mia mamma, che a 76 anni salta ancora quando è col nipote, mentre il resto del tempo viaggia col bastone 😉
    Sarà forse il sangue partenopeo che li accomuna?!?!?
    Questa avventura mi piace molto, e mi è piaciuto soprattutto il motto “..Ti rendi conto che ormai è troppo tardi e che ti sei lasciato raccontare dai tuoi sogni la vita che avresti voluto vivere, inerme.” Molto bello e molto vero!!
    Ti faccio i miei complimenti per ora e voto per un flashback: ci darà forse un assaggio di cosa il papà ha combinato quando era giovane?!?!?
    Saluti,
    Cinzia

    • Ciao Cinzia,
      Grazie molte per aver letto la storia e per il commento molto gentile. Beh, probabilmente il sangue partenopeo influisce sull’esplosività della mamma 🙂
      Sono molto felice se quella frase ti piaccia e che in qualche modo ne condivida il significato.
      Che dire? Come hai detto giustamente tu questa cosa dell’interazione è molto bella e utile per poter migliorare e crescere con il supporto dei lettori.
      Grazie ancora, sperando di saperti intrattenere anche nei prossimi episodi!
      Ci vediamo da Peppiniello 🙂

      A presto

    • Ciao Christian,
      Grazie, il fatto che stia riuscendo a far crescere il personaggio capitolo dopo capitolo mi fa molto felice.
      Spero di continuare a fare in modo che la storia ti interessi 🙂
      Per la polizia… Beh, diciamo che qualche situazione l’abbiamo lasciata (per ora?) sommersa.
      Grazie per essere passato.

      A presto

  • Quando lessi il tuo incipit lo trovai davvero carino ma mi chiedevo come potessi proseguirlo in una storia: ormai mi hai tolto tutti i dubbi. La telenovela col papà ninjapoletano è davvero bella: te lo vedi.
    Come il fatto che quando si è adulti e ci si abitua a vedere i genitori anziani a volte si dimentica come erano quando erano il nostro punto di riferimento. Divertente e profondo il tuo racconto, che vuoi di più? 🙂
    Scelgo la verità: questo figlio non mi sembra fatto per gestire le bugie.
    Ciao

    P.S. biografico: io lo feci un fine settimana a Amsterdam in furgone: il ritorno fu un’odissea causa nebbia che raddoppiò la durata del tragitto mangiandosi la notte di sonno. Rincasati alle sei, alle otto al lavoro. Quindici anni fa, forse più: guarda cosa mi fai venire in mente! 🙂

    • Ciao Befana,
      Apprezzo moltissimo questo tuo commento. Ti ringrazio per essere passata e per le belle parole che hai speso.
      Il papà “Ninjapoletano” è top! Ahahahah 🙂
      Sì, credo che sia proprio così: si diventa adulti e per un certo verso si dimentica che i nostri genitori sono stati ragazzi, giovani adulti, figli e tante altre cose ben prima di noi!
      Hai fatto davvero una follia del genere? Allora sei un idolo! Ahahahah! Felice di averti rievocato un’esperienza divertente:) Amsterdam l’ho visitata diverse volte e l’ho apprezzata molto soprattutto per aspetti diversi dai soliti luoghi comuni!
      Grazie ancora 🙂

      A presto!

      • Non idolatrarmi troppo: me lo proposero accettai e mi divertii. Non presi nemmeno il volante. Una decina di pazzi, un furgone e un camper, roba da ventenni.
        Anche io ho visto Amsterdam più di una volta e mi piacque ogni volta. Ora vorrei tornare e portarci i miei bambini. Ma non in furgone! 😉 Alla prossima

  • Ciao! 🙂
    Ho letto questi tre capitoli tutti d’un fiato! Mi piace tantissimo la tua storia! *__*
    Hai uno stile fluido e scorrevole. Ogni volta che arrivavo a fine episodio dicevo “ma come? Già finito?” MI sembrava incredibile che fossero già terminate le 5000 battute.
    Hai tratteggiato molto bene il carattere dei personaggi, mi piacciono tanto i dialoghi e il rapporto tra i due.
    Bravissimo!!! A questo punto, direi che qualcuno porta via il furgone!
    Alla prossima! 😀

  • Brava. Dialoghi molto credibili, il dialetto ben calibrato e usato in misura equilibrata. Storia interessante, almeno finora. Vediamo che succede dopo. Sono tornata ieri e leggere di nuovo questi racconti mi avvince. Ti ho trovata per caso, e non ne sono pentita. 😉
    Un incidente.

    • Ciao AmoMarta,
      Ti ringrazio per aver letto e per essere passata a commentare. Mi fa piacere che la storia ti stia piacendo, spero di continuare a mantenere vivo il tuo interesse e di fare meglio nei prossimi episodi.
      Ah, comunque sono un lui 🙂
      Grazie ancora e buona serata 🙂

  • Ciao Veners,
    ero assolutamente convinto che dalla busta avrebbe estratto tutt’altra cosa 😀
    Il personaggio del padre si fa sempre più simpatico 🙂 mi lascia ancora perplesso la distanza della meta però: andare a Amsterdam in furgone è un’impresa titanica…
    Mi rendo anche conto che, ai fini della trama, Amsterdam era la città perfetta per il nostro duo 🙂
    Ciao, a presto 🙂

    • Ciao Christian,
      Grazie per essere passato!
      Sai, quello è pazzo… Una busta con lui può diventare di tutto! Io sono ancora d’accordo con te circa la distanza titanica e quindi piuttosto anomala ma… Resto dell’idea che finchè si tratta di qualcosa di folle ma non oggettivamente impossibile, perchè non farlo?! 🙂
      Comunque vedrai che tutto sembrerà essere più normale a tempo debito.
      Attendo di iniziare la tua prossima opera, eh!

      Ciao, grazie ancora e a presto

  • Boh, Londra, la più lontana e quella che ha fama di maggiore ‘compostezza’.
    Un racconto molto tenero e intimistico. Mi piacciono le descrizioni che fai di un rapporto tra due persone molto diverse che per qualche strano scherzo del destino si ritrovano ad essere parenti 😀
    Ê, in un certo senso, poetico, perché ci vedo riflessa la maggior parte della popolazione mondiale: chi di noi non ha almeno un parente così totalmente agli antipodi da lui, una persona che probabilmente non frequenterebbe mai, se non fosse un suo familiare, ma che comunque ama lo stesso? E quanto si sarebbe perso se non avesse mai approfondito questa conoscenza? Differenza è arricchimento e ho l’impressione che i tuoi due protagonisti si stiano arricchendo a vicenda.
    Una nota di stile: mi piace come scrivi, mi sembri accurato e scorrevole.
    La ripetizione a breve distanza della parola ‘capelli’ appesantisce un po’.
    Questa frase:
    Prendo il cellulare e apro l’interfaccia degli SMS.
    Mi dà da pensare: come mai non hai scritto semplicemente ‘Mando un SMS’?

    Ciao, complimenti e a presto

    • Ciao Moneta,
      Grazie per aver letto la storia e aver lasciato una recensione. Apprezzo molto le parole che hai speso a riguardo ed in particolar modo le note sullo stile: per quanto riguarda i capelli, beh, una ripetizione (terribile) che doveva essere stata corretta e invece… Sigh!
      Circa gli SMS, non ti nego che l’idea originaria era quella di voler dare una chiave di lettura “spiegata”, come se passare direttamente all’invio fosse qualcosa di poco preciso. Devo essere onesto, nel farmelo notare mi rendo conto che questo rende la cosa un po’ artefatta.
      Mi piace come hai interpretato i personaggi e il loro rapporto, condivido sul fatto che alcune persone, a volte, non verrebbero mai frequentate se non fosse per la parentela.
      Nonostante ciò, credo di avere ancora qualche carta da scoprire circa la natura del loro rapporto 🙂
      Grazie ancora per l’apporto (molto apprezzato per migliorare e crescere) e per la partecipazione.

      A presto

  • Ciao Veners
    Il capitolo scorre bene ma…questa frase non l’ho capita: “Uh, caspita” con fare palesemente ironico e in tono nordico di sfottò “Non ci ho pensato!” ulula tra le risate generali.
    Com’è il tono nordico?
    Risate generali: Chi c’era oltre a loro?
    Siamo sicuri che, a insaputa del figlio, questo padre non abbia l’ Alzheimer?

    • Ciao Maria,
      Grazie per essere passata.
      “Con tono nordico”: il papà è palesemente partenopeo (e non è detto che lo sia anche il foglio), utilizza sempre parole o modi di parlare più tipici del meridione. “Uh, Caspita”, per uno come lui, è un linguaggio troppo pulito, più sofisticato rispetto al suo. Inoltre lo pronuncia con un tono che va a richiamare non solo l’accento ma anche la tonalità di voce che utilizzerebbe una persona piú, che so, di Milano? (Non che a Milano siano sofisticati e a Napoli non lo siano, semplicemente quando un meridionale prende in giro un nordico imitandone l’accento ne viene fuori un tono volutamente “snob”).
      Probabilmente non mi è riuscito molto.
      “Tra le risate generali” inteso come quelle di entrambi. Utilizzare altri termini o altri modi per esprimere il concetto mi sembrava ancor più pesante.
      Per quanto riguarda il papà… Probabilmente qualcosa di strano c’è. Che sia l’Alzheimer o altro… Quello lo scopriremo insieme! 🙂
      Grazie per questo confronto, mi fa molto piacere che mi abbia segnalato gli aspetti poco chiari o meno riusciti.
      A presto 🙂

  • Ciao Veners,
    capitolo coerente al precedente: scorrevole e leggero com’è giusto che sia. Mi piace questo papà giovane dentro e un po’ st***zo.
    L’unica cosa che mi lascia perplesso è la decisione di prendere un volo i primi giorni di gennaio. Mi sembra un po’ troppo assurda come idea rispetto allo stampo realista che hai dato al tuo racconto fin’ora. Questa è solo una mia considerazione che mi ha fatto un po’ storcere il naso, però ho preferito esternarla comunque, spero non ti dispiaccia.
    Ti consiglio di far passare qualche giorno in più tra la pubblicazione di un capitolo e l’altro, in questo modo lasci più tempo ai lettori per recuperare il tuo racconto. Indicativamente tra i 5 e i 7 giorni, poi fai tu 🙂
    Ciao, a presto! 🙂

    • Ciao Christian!
      Assolutamente, mi fa piacere che tu abbia letto il secondo capitolo e mi fa ancora più piacere che abbia condiviso una tua considerazione. Lo reputo importante per capire se i miei intenti vengono recepiti e fondamentale per migliorarmi sempre 🙂
      Posso dirti che sono d’accordo con te, potrebbe essere assurdo ma… Vedrai che i nodi torneranno al pettine!
      Accetto volentieri il tuo consiglio sulle tempistiche di pubblicazione… Sai, la foga dopo l’incipit… 🙂
      Grazie e a presto!

  • Ciao V. E benvenuto/a (?)
    Curioso questo figlio cinquantenne “più vecchio” del padre :-).
    Non si sa ancora cosa l’abbia spinto a “sfidare” il lato demenziale del padre.
    Vedremo dove ci porterai…
    Botti di capodanno… Siamo all’inizio del racconto e c’è tutto il tempo per i discorsi padre e figlio.

    • Ciao Maria, grazie per l’accoglienza.
      Vediamo dove ci porterà questo vecchio pazzo…! Ho modo di pensare che ne succederanno di tutti i colori, sia per l’idea sia per l’imprevedibilità che potrebbe scaturire grazie alla vostra collaborazione.
      Ne approfitto per ringraziarti per l’interessamento alla storia!
      Botti di Capodanno? Vediamo, ma ipotizzo che andrà così 🙂
      A presto

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