Dove eravamo rimasti?
Arrivo sulla Readm-coh
Il suo compito tutto sommato era semplice: arrivare davanti al portellone della Readm-coh denominato 01, appoggiare la mano sopra la tastiera digitale che avrebbe trovato proprio sotto il grande numero e aspettare una risposta.
Questo era quanto le era stato detto dal comandante Agnes e questo era quanto aveva fatto, anche se ormai erano passati parecchi minuti e nulla sembrava accadere.
-Quando hai appoggiato la mano hai visto cambiare i colori dei led della tastiera?-
-Sì, da verdi a rossi per un attimo, poi sono tornati verdi.-
Secondi di silenzio.
-Siete sicuri che devo fare solo questo? Io non…-
-Siamo sicuri.- tagliò corto dall’altro lato della comunicazione il comandante Agnes. -Così facendo hai avvertito della tua presenza il ponte di volo, dovrebbe esserci un’icona lampeggiante sul loro computer di bordo in questo momento.-
-Che non ci sia nessuno?- chiese debolmente Diane.
-E’ improbabile; il nostro schianto dovrebbe aver attirato la loro attenzione, inoltre si aspettano sicuramente una squadra di supporto, sarebbero degli sciocchi se non stessero a guardare fuori continuamente.-
“Sarà…” pensò Diane, “ma sono dieci minuti buoni che sono qui in mezzo al nulla e nessuno mi risponde.”
Seguirono altri attimi di silenzio, in cui nessuno dalla Discovery propose idee sul cosa fare e Diane di suo non osava dire nulla.
-Possiamo provare a farti arrivare all’ingresso laterale 06, però è parecchio lontano da te.- questa volta a parlare fu Lillian, che trasmetteva dallo stesso canale audio del comandante.
-Quanto lontano?-
-Lo puoi vedere tu stessa se ti allontani leggermente, spostando lo sguardo verso la coda della nave.-
Diane indietreggiò con il jetpack di un po’, poi guardò nella direzione indicata. Il portellone numero 06 a cui si riferiva Lillian era ad almeno trecento metri da lei, un po’ meno della metà della lunghezza totale della Readm-coh.
-Dovrei andare fino a là??- chiese stupita Diane. -E perchè? Cosa cambia da qua?-
-Posso provare a farti inserire un codice di sblocco ma non sono sicura che funzioni.- rispose perplessa Lillian.
-E perchè?-
-Perchè è un codice di sicurezza che viene inserito di default nel sistema della nave, molti comandanti lo rimuovono per precauzione. Davanti allo 01 non è neanche inseribile, gli unici ingressi su cui potrebbe funzionare sono quelli laterali.-
Altri attimi di silenzio.
-Se è l’unica idea che ci viene in mente, proviamola.- concluse il comandate Agnes con il suo solito tono impassibile.
“Per la miseria, mi spediscono da un punto all’altro della nave come se ci fossero loro qua fuori. Ma perchè fra tutte le tute che sono volate via non poteva esserci anche la mia? Dovrebbe essere uno di quegli stupidi militari a fare queste cose, non io” borbottò fra sé e sé Diane mentre si avviava al portellone 06.
Una volta arrivata si girò in direzione della Discovery e si rese conto che ora, più che mai, era veramente lontana dal suo piccolo e confortevole ambulatorio.
-Ok sono arrivata, e ora?-
-Sul lato del portellone dovresti trovarti una tastiera digitale simile a quella dello 01, solo più grande. La vedi?-
-Sì, ci sono davanti. Cosa digito?-
Lillian rispose con una serie di quattro codici separati da una pausa, abbastanza lentamente da permettere alla dottoressa di digitarli come sotto dettatura.
-Si apre!- esclamò vedendo che il portellone pian piano scompariva nella fiancata della nave. -Ma tu come facevi a conoscere questo codice?-
-Perchè l’ho creato io il sistema di comunicazione di quella nave, ricordi che ti ho detto di aver già lavorato lì?-
-Giusto!- rispose Diane con un gran sorriso in volto. Entrò nella camera di decompressione chiudendosi il portellone alle spalle, poi fece partire la procedura di riempimento d’aria togliendosi quanto più velocemente possibile l’involucro esterno della tuta. Si sentiva veramente soddisfatta di sé: ce l’aveva fatta! Era arrivata sana e salva sulla Readm-coh e presto si sarebbe risolto tutto.
Presa dall’emozione saltò fuori dalla camera non appena ebbe l’ok ma il primo impatto con la nave fu decisamente peggiore di come lo aveva immaginato.
Il lunghissimo tunnel, che si perdeva quasi a vista d’occhio sia alla sua destra che alla sua sinistra, era illuminato a mo’ di emergenza da luci rotanti di colore rosso intenso. La luce che andava e veniva continuamente dava al tunnel un aspetto sinistro che spense immediatamente l’entusiasmo di Diane, la quale si guardò attorno per cercare di capire quale fosse il problema.
La scoperta però non le portò sollievo: a neanche un centinaio di metri da lei c’erano un mucchio di corpi per terra, ammassati uno sopra l’altro come una pila di cadaveri. Si precipitò in quel punto e notò che la persona che stava sopra tutte le altre si lamentava muovendosi a malapena.
Diane si avvicinò immediatamente per prestargli soccorso, notando che portava al petto un cartellino d’identificazione con scritto “Dottor Basil Laface” sporco di sangue.
-Dottore?! Riesce a sentirmi?-
Il dottor Laface è in fin di vita, ma cosa lo ha ridotto così?
- Ha una profonda ferita al fianco che sembra un morso d'animale. (40%)
- Problemi al cuore: ha visto qualcosa che lo ha terrorizzato. (20%)
- E' stato contagiato da un virus che ha respirato. (40%)

21/02/2017 at 16:51
Che “pappa molle” Diane 🙂 ok che è un medico ma ha deciso di imbarcarsi su una navicella spaziale, doveva sospettare che si sarebbero state occasioni fisicamente più ardue invece di pensare alle lesbicate 🙂
Comunque io dico un morso d’animale, entriamo nel vivo della storia!
22/02/2017 at 15:22
Ahaha ma tu sei tremenda con la mia protagonista! Cercherò di renderla più coraggiosa nei prossimi capitoli, promesso ^_^
13/02/2017 at 23:03
Ero dannatamente indeciso: votando a caso ho votato il virus.
Diamo inizio alle danze? 😉
Ciao 🙂
22/02/2017 at 15:23
Si deve! Anche perchè “è già tardi” come si dice nel parlato comune 😉
13/02/2017 at 22:12
Ciao MarcoG! Voto “il morso di un animale”, così la storia diventa più esaltante! Scarto vivamente la possibilità del virus, è un cliché da fantascienza, passami il termine, troppo munto.
Leggendo questo capitolo mi immaginavo alcune scene del film “punto di non ritorno”, non so’ perché, forse l’atmosfera del relitto spaziale o forse una sensazione inquietante…;-)
22/02/2017 at 15:27
E’ un film che ho visto proprio pochi giorni prima di iniziare a scrivere la storia 😉 si “vede” che mi ha influenzato più di quanto pensassi! (qua però non si parla di inferno, lo giuro :))
13/02/2017 at 20:09
Una dura scelta.
Penso che opterò per l’infarto.
D’altra parte chi nello spazio può sentirti urlare?
Si lo so era scontata ma dovevo dirla 🙂
Bene così.
22/02/2017 at 15:28
Ci sta sempre bene quando si parla di fantascienza 😀
06/02/2017 at 13:10
Un dottore (olografico 😛 ). In realtà sarebbe più logico un manutentore, ma io ho visto troppi Star Trek e quindi o un dottore o un ufficiale. E voto il dottore per metterla un po’ più a suo agio 😉
Nulla di dire sul capitolo: mi è piaciuto ^_^
Ciao 🙂
PS: se la situazione ti sfuggisse di mano, fai come me e vai ad un seguito 😉
06/02/2017 at 23:57
Grazie! Facendo un seguito temo però che avrei il problema opposto: 20 capitoli in totale sono tanti…capirò meglio come sto messo fra un paio di capitoli ^_^
06/02/2017 at 12:56
Ciao MarcoG. Voto un dottore, io apprezzo i dottori, MA NON i dottori in medicina…insomma quegli altri con un dottorato 😀
Il gioco di battute funziona molto bene, pian piano si procede avanti con la storia!
A presto!
06/02/2017 at 23:58
Ciao! Niente dottori in medicina allora, cercherò di ricordarmene 😀
06/02/2017 at 12:24
Un dottore.
Così la mettiamo a suo agio.
Decine di navi pirate schiantate perché non sanno riuscire in un attracco manuale.
Che corsari inetti.
Capitan Harlock non approverebbe.
06/02/2017 at 23:55
Ahah lui no, ma mica tutti sono come Harlock 😉
05/02/2017 at 20:35
Ciao MarcoG, ho recuperato la tua storia solo al terzo capitolo, arrivo sempre in ritardo 😉 … mi hanno incuriosito le sorti della Discovery e del suo equipaggio e sarebbe bello scoprire i personaggi più a fondo.
Io direi “atteggiamento severo”, anche perchè la dottoressa in effetti mi sembra un po’ svampita 🙂
seguo…
05/02/2017 at 21:47
Ciao Silvia e grazie per il tuo commento! Approfondire di più i personaggi “secondari” sarebbe bello ma purtroppo temo di non avere capitoli a sufficienza:( sto commettendo lo stesso errore del racconto precedente ovvero dilungarmi troppo nei primi capitoli per poi dover correre negli ultimi 🙁
In ogni modo farò il possibile per dare loro quanto più “spessore” possibile, ti ringrazio per il suggerimento!
01/02/2017 at 18:25
Mi sembra ovvio: atteggiamento severo. Non sono appassionato per il fantasy, ma la storia merita.
02/02/2017 at 16:46
Grazie Samuel di essere passato! Continuo a pensare che il tuo racconto sia fra i migliori (se non il migliore) di tutto il sito quindi per me è un onore averti qua fra i commenti 🙂 Se riuscirò a fare bene anche solo la metà di quanto stai facendo tu mi riterrò più che soddisfatto 😀
31/01/2017 at 21:16
Sempre interessante anche questo nuovo capitolo. Voto per l’atteggiamento severo mi sembra il più realistico vista l’attuale situazione.
02/02/2017 at 16:48
Sì probabilmente avrei dovuto cercare altre due opzioni più valide visto che in tanti mi state facendo notare il fattore “coerenza” :-/ cercherò di migliorare nelle prossime scelte 😉
30/01/2017 at 13:17
Ciao MarcoG! Voto: la sua priorità è la Discovery. Bel capitolo! Sembra sempre più una space opera stile Hollywoodiano, mi diverte! 😀
Povera Diane! Spero trovi comunque fiducia in se stessa 😉
A presto!
Zaion.
30/01/2017 at 17:46
Grazie! Sicuramente Diane non sarà la tipica protagonista “spacca-tutto” di un film americano ma per il resto sì, mi sono lasciato influenzare parecchio dalla loro fantascienza 😀
30/01/2017 at 13:05
Atteggiamento severo: siamo in una situazione di emergenza; effettuate le cure mediche di urgenza, mentre gli altri vedono cosa fare per sistemare la Discovery, la dottoressa dovrà dare il massimo. Oltre a ciò, però, farei che le dà un piccolo incoraggiamento, altrimenti rischia di “cadere in depressione” e non riuscire a fare quello che deve fare 😉
Questo è quello che mi sono immaginato io 😛
Il capitolo è molto bello e, come immaginavo, sei riuscito a trasformare un’opzione in apparenza innocua, in uno stato di emergenza, senza bisogno di “distruggere tutto” (mi piace quando le cose funzionano in questo modo, tutt’altro che banale 😉 ).
Ciao 🙂
30/01/2017 at 17:45
Grazie, se vince quell’opzione cercherò di metterci dentro qualche piccolo incoraggiamento come dici 😉
30/01/2017 at 12:59
Lo farà fare a qualcun’altro.
Non può fare troppo affidamento alla dottoressa e quindi si dedica alla nave.
Vediamo che succede.
A presto
29/01/2017 at 11:57
Sarà che queste ambientazioni mi piacciono ma il racconto è davvero coinvolgente. Voto per la distruzione quasi totale, vediamo cosa ti inventi.
Aspetto il seguito!
Se vuoi passare a dare un occhiata anche al mio racconto (anche se è tutt’altro genere) ti ringrazio.
29/01/2017 at 19:13
Ho commentato il tuo racconto ancora prima che tu passassi di qua 😉 per il genere non c’è problema, a parte l'”Eros” leggo tutto purchè sia scritto bene! A risentirci!
24/01/2017 at 23:41
Voto poco, magari dopo una manovra di emergenza.
Non so perché ma questo capitolo mi è piaciuto parecchio!
Faccio notare però un errore:
“…che anche il sistema di attracco manuale è collegato a quello comunicativo, che sappiamo tutti non essere funzionante”
Forse volevi dire automatico, visto le frasi dopo 😉
Ciao 🙂
25/01/2017 at 16:43
Sì hai ragione mi riferivo a quello automatico…spero che gli ideatori di questo sito introducano presto la possibilità di “editare” i propri scritti, è un peccato accorgersi degli errori e doverli lasciare per forza lì 🙁
24/01/2017 at 23:17
Ecco appunto, ma non avevo dubbi sul fatto che sarebbe successo qualcosa di più nel capitolo dopo.
Diane mi ricorda una persona che conosco…questo mi spaventa un pochino.
“Non troppi danni”, altrimenti diventa un thriller e ci sale a tutti la pressione per mancanza di ossigeno 😉
Ribatto i bei personaggi comunque (anche se leggermente stronzi ;))
25/01/2017 at 16:40
Ehehe sì i tre militari sono stati creati proprio con quell’idea: essere il più insopportabili possibili 🙂 mi compiaccio del fatto che anche il lettore la veda in questo modo 😉
24/01/2017 at 23:11
Ti segnalo “Dovessi vedere quant’è grande!” e poi la ripetizione di “grande” subito dopo. “mezzo giorno” scritto staccato. “Lillian alzò dal testa dal suo tablet”.
Abbastanza.
Ciao Marco.
In questo episodio noto la separazione dei generi: i militari maschi e l’equipaggio femmine. Questo è il guizzo di novità. Per il resto, è un po’ un deja vu di tanta fantascienza. Tra Lilian e Diane per ora niente scintille. Vedremo in futuro come si evolveranno, soprattutto le novità.
Alla prossima.
25/01/2017 at 16:38
Azz quanti errori 🙁 grazie di avermeli fatti notare, la prossima volta starò più attento (e soprattutto rileggerò un’altra volta prima di pubblicare ^_^)
Per quanto riguarda l’incipit poco originale in un certo senso hai ragione; avevo pensato di far partire la storia già a “schianto avvenuto” descrivendo poi tutto il resto, cosa che sarebbe stata sicuramente più originale. Il problema è -come al solito- i 5000 caratteri a capitolo: sarebbe stato impossibile condensare tutte queste informazioni nell’incipit e avrei finito comunque per fare “una pausa” forzata per descrivere gli antefatti. Alla fine credo che questa sia stata la scelta migliore…forse 😉
24/01/2017 at 17:36
Ho incontrato adesso questo racconto. Mi piace, sembra praticamente di leggere un film sci-fi che si scrive da se. Mi intriga molto il nome dell’astronave; ti sei ispirato all’omonimo shuttle, vero? Mi piacciono questi particolari, ottima mossa.
Voto uno schianto leggero, non mi piaciono le cose che vanno a pezzi alle prime difficoltà.
Attendo con buone aspettative il nuovo sviluppo della storia.
A presto.
Zaion.
24/01/2017 at 20:19
Grazie del tuo commento! Sì il nome è ispirato allo shuttle e anche per la Readm-coh mi sono basato sul russo dove la parola “coh” vuol dire “sogno” 🙂 per ora questa tematica non è ancora presente nella storia ma lo sarà presto 😉
24/01/2017 at 17:35
Io dico che si distrugge tutto.
Cosa saranno quesi cosi?
Sono curioso.
Dici che asteroidi di dieci metri non esistono? Non me ne intendo molto ma sono perplesso.
24/01/2017 at 20:15
Non me ne intendo molto neanche io (l’astrofisica non mi appassiona particolarmente ^_^) però cercando in internet avevo trovato come definizione “sono corpi rocciosi delle dimensioni comprese tra qualche centinaio di metri e 900 chilometri.” In ogni modo diciamo che mi riferivo alla grandezza “media” che di solito hanno 🙂
24/01/2017 at 13:17
Ci ha lavorato. Facile semplice, pulito.
Ciao, primo capitolo un pò come dire, scarno di eventi, ma probabilmente è giusto così.
L’incipit mi intriga e i personaggi sembrano belli. Seguirò volentieri.
Se ti va ho appena iniziato anche io, attendo commenti malvagi 😉
24/01/2017 at 16:40
Effettivamente è così, ma dopo aver presentato la protagonista e spiegato brevemente l’ambiente in cui si svolge la storia sono rimasto senza caratteri disponibili :-/
Spero che dal secondo capitolo tu possa trovare la storia un po’ più “animata” 😉
22/01/2017 at 22:51
Ciao Marco.
No dai, niente ragazzo. E nemmeno padre. Ci lavorava lei.
Ti seguo e attendo il seguito.
Alla prossima.
23/01/2017 at 16:19
Ciao Achillu grazie di letto e commentato! La mia storia tratta di argomenti ben più banali della tua, spero di riuscire a intrattenerti lo stesso 🙂
23/01/2017 at 22:51
Ho scelto un argomento pesante, ma non significa nulla su ciò che mi piaccia effettivamente leggere. Anzi, sono convinto per esempio che l’Accademy degli Oscar non premi a sufficienza le commedie.
In questo momento sono bloccato dal fatto che il racconto originale prevedeva un’opzione diversa da quella che ha vinto. Quindi devo riscrivere l’episodio da zero. Ma nel frattempo devo scrivere anche una fiaba per un concorso. Niente di più contrastante! Ne verrò fuori.
Attendo il tuo secondo episodio. Ciao.
20/01/2017 at 15:49
Ciao! Ho quasi rischiato di perdermi l’inizio del tuo nuovo racconto, caspita! Anche io ne ho cominciato uno nuovo…ribadisco che la fantascienza non è proprio il mio genere, ma ricordavo troppo bene Mr. 304 per non leggere! I pirati spaziali, idea veramente affascinante, mi chiedo come siano e cosa facciano. Hanno forse una Jolly Roger sulle astronavi?? Pappagalli robot?? No, scommetto di no! 😀 Dico che ha lavorato lì. Bravo e buona continuazione!
20/01/2017 at 23:03
Grazie per essere passata anche da questo racconto! Ricevere un nuovo commento fa piacere, ma riceverlo da una persona che è tanto ammirata e seguita come te è un doppio piacere! Spero di non deluderti 🙂
17/01/2017 at 14:37
Ciao MarcoG,
piacere di conoscerti.
Io ho votato il classico “…il comandante in seconda è suo padre.”
Vediamo come prosegue,
A presto
15/01/2017 at 21:48
Io voto il Comandante in seconda è suo padre.
L’incipit mi ha attirato non poco e ti seguo ^_^
Ciao 🙂
16/01/2017 at 11:37
Grazie di essere passato anche qua!
15/01/2017 at 20:02
Ciao, mi dispiace non aver ancora potuto leggere il tuo racconto precedente, avevo letto la trama e mi aveva attirato parecchio, ma per problemi di studio (Ho un esame fra tre giorni) non posso permettermi di iniziare a leggere un racconto lungo (Quando inizio a leggere qualcosa che mi piace tanto sono tentato a leggerlo tutto d’un fiato e non posso permettermi di perdere troppo tempo in questi giorni ahahah)
Mi sono ritagliato cinque minuti per poter leggere questo tuo racconto, dal momento che lo hai appena scritto e quindi devo fermarmi per forza dove sei arrivato, e non ho altro da leggere.
A dirti la verità è la prima volta che leggo un racconto su questo sito. Ne ho pubblicato uno ieri, ma prima d’ora non avevo mai letto qualcosa scritto da qualcun altro, quindi sei il primo.
A primo impatto, la cosa che più mi piace del modo in cui le storie vengono pubblicate in questo sito è la suddivisione in episodi. Trovo ancora più interessante il fatto che ogni episodio sia limitato a soli 5000 battiture, spazi inclusi. Contemporaneamente è una sa che odio, perché, da scrittore, quando inizio a scrivere mi ci vuole molto per fermarmi, ed ho dovuto frenarmi e tagliare parecchio nel pubblicare il mio primo episodio.
Ritengo però questa limitazione un vantaggio da un certo punto di vista. Questo sito, nello specifico, credo che offra il modo di intuire la bravura dell’autore, che deve riuscire, in sole 5000 battiture, a far piacere quella che in realtà è soltanto una piccola parte della trama di una storia, e soprattutto ad alimentare la curiosità del lettore nel voler sapere come si evolverà la vicenda, anche grazie al fatto che il lettore viene invitato a partecipare nella decisione di alcuni eventi tramite le alternative proposte.
Fatta questa premessa, ti dico subito senza altri giri di parole che tu ci sei riuscito benissimo (mannaggia a te che mi ruberai altro tempo dallo studio :D)
La trama sicuramente mi attira, e sei riuscito ad infilarci quel pizzico di umorismo che ha anche reso piacevole la lettura.
Bella anche la scelta dei nomi, mi sono piaciuti, e non è cosa da niente 😀
Ah, ho votato per “La conosce perchè il suo ragazzo lavora lì da qualche mese.”
Mi sembra l’alternativa più “ricca” di opportunità di sviluppo. Mi immagino già la dottoressa che resta delusa nel sapere che l’ingegnere abbia un fidanzato e che inizi a provare qualcosa per lei. Dall’altro lato sarebbe interessante sapere che fine avrebbe fatto il ragazzo dell’ingegnere, di cui non si hanno notizie da tempo appunto!
Non vedo l’ora di sapere come continua, seguo la storia!
16/01/2017 at 11:42
Innanzitutto grazie del tempo che mi hai dedicato 🙂 I 5000 caratteri sono effettivamente “croce e delizia” di questo sito: soprattutto nei primi capitoli, in cui bisogna gettare le basi della storia, sono effettivamente troppo pochi, ma d’altra parte assicurano al lettore un capitolo veloce da leggere, visto che risultano sempre lunghi più o meno una pagina e mezza. Altri siti lasciano agli scrittori tutto lo spazio che vogliono permettendo di caricare capitoli da sette, otto pagine…quanti di noi effettivamente avrebbero tempo (e voglia?) di mettersi a leggere capitoli così lunghi? Io per primo direi di no.
In ogni modo, ti ringrazio ancora per il commento e per essere passato, e in bocca al lupo per gli esami!