La vera follia.

Dove eravamo rimasti?

Lucrezia e Carlo: parleranno entrambi con Paolo (50%)

È una follia

Mentre Lucrezia spiega a Carlo quel che è appena accaduto, Paolo parla con qualcuno al cellulare stringendolo spasmodicamente. Le sembra invecchiato di colpo, sotto quella barba che nasconde evidentemente molte cose oltre il suo viso coriaceo. Quando chiude lo sportellino del telefono, guarda Ivan che sembra quasi dormire, semi disteso sul pavimento cosparso di briciole e resti di patatine.

Carlo gli si accosta dandogli la mano. La sua voce ha un tono professionale e lo guarda dritto negli occhi: “Cosa sta succedendo?”

Sebbene Lucrezia abbia già sanato la curiosità di Carlo, non si stupisce di quella domanda. Sa cosa si appresta a fare il suo amico psichiatra: studierà ogni sfuggevole espressione di Paolo, carpirà le sfumature delle sue parole, tutti i suoi gesti verranno passati sotto esame. Di conseguenza anche lei pianta su suo padre uno sguardo indagatore, determinata ad ottenere una risposta esauriente.

Lui si siede come appresso dalla fatica. La guarda e incrocia le braccia: “Quegli oggetti sono sempre stati dentro casa, nascosti alla tua vista. Sono solo la prova di un mio sbaglio, non pensarci”.

“Ma perché? Chi è Elena Mele? e le foto sezza Cammen?” Lucrezia scimmiotta il fratello, portata all’esasperazione dal rivelarsi di un segreto familiare che in quanto tale la umilia nel profondo. Porta le dita alla guancia e si gratta la cicatrice tanto forte da irritare la pelle, finché la mano di Carlo non la ferma afferrandole il polso.

Paolo scuote il capo.

“Chi è Elena Mele?”, ribadisce Lucrezia.

Lui fa un inspiegabile sorriso e finalmente sembra arrendersi: “È una donna bella, dolce ma molto irascibile. Fa parte del mio passato”, poi la guarda stranamente rasserenato, e aggiunge “Ora devo andare mi aspettano in cantiere”. Si alza, ma Lucrezia lo blocca.

“Non credo proprio. Dimmi di più, dove vive? La vedi ancora?”, improvvisamente un’illuminazione le mette a nudo Carmen come una disgraziata martoriata dall’inganno “E la mamma?”.

Paolo le afferra le spalle e la sposta con dolcezza. “Sai quel che basta”, a queste parole lei strabuzza gli occhi, ammutolita. Ivan, da distanze immense, mugugna qualcosa nel sonno. Paolo poggia una banconota sul tavolo e lei crolla a sedere continuando a guardarlo mentre esce dal locale. Lo vede avanzare come il cliente di una puttana che si allontana, indifferente al dolore che si lascia alle spalle.

“È una follia”, sussurra.

Carlo le sorride: “Cosa?”

Lei si acciglia. “Tutto. Papà che mi nasconde la sua vita, mamma che se ne fotte del figlio e poi si scopre che sa tutto”, inizia ad alzare la voce “Ivan!”.

“Ora lo riportiamo a casa. Tu devi studiare?”.

“Dovrei, ma adesso non so quanto serva”.

A questo punto è lui ad accigliarsi.

Quando arrivano a casa, la trovano vuota e silenziosa. Dopo aver fatto distendere Ivan, Lucrezia sente il russare di Carmen provenire dalla camera da letto. Sbircia dentro e la vede abbracciata al cuscino di Paolo. Sul pavimento, una bottiglia semi vuota di Scotch. Carlo la richiama per scendere al piano di sotto. Restano in silenzio mentre il profumo del caffè si diffonde in cucina e, quando si ritrovano seduti l’uno di fronte all’altra, finalmente Carlo prende parola: “Immagino sia impossibile trovare le tracce di questa Elena Mele, finché Paolo si rifiuta di parlarne”.

“In quest’era digitale si può trovare chiunque. Il punto è che non riesco a capacitarmi che pa’ avesse un’amante”.

“Non si tratta di una semplice amante”, obietta Carlo con sicurezza.

Grazie amico mio, avevo bisogno di avere almeno una risposta – si dice Lucrezia. “Cos’hai dedotto dal suo comportamento?”.

Lui sorride: “Non sono Jessica Fletcher, ma di questo sono abbastanza certo: Paolo ha amato molto quella donna, probabilmente ancora la ama. Quando ne ha parlato, il suo volto si è disteso e il tono raddolcito. C’è molto più di quel che sembra”.

Lucrezia annuisce: “Ma perché è scappato in quel modo?”.

“Sta nascondendo qualcosa che reputa grave, o che forse potrebbe compromettere la tua serenità”.

“Non sono mai stata serena in vita mia”, afferma perentoria.

Mentre annuisce, Carlo le prende le mani sopra il tavolo per stringerle dolcemente, impedendole di liberarsi. Lei è confusa, un simile contatto non l’hanno mai avuto. Non si sono neanche mai guardati in quel modo, e d’improvviso scompare il Carlo amico per far spazio all’uomo che la mette a disagio.

“Lasciami”.

“Cosa senti?”, le chiede lui continuando a guardarla intensamente.

Lei sente di poter star bene ma di non potersi arrendere, e si rifugia nel ricordo di Andrea. Il fremito sulla pelle che quelle mani soccorritrici le trasmettono, si maschera di attrazione per una donna intelligente e libera. L’ideale di se stessa. Carlo si alza senza lasciarle le mani e si ritrovano in piedi molto vicini. Sente il calore della sua pelle, vede le pagliuzze verdi dei suoi occhi. Una piccola cicatrice sul labbro. Si china e la bacia, e lei non si ritrae.

“Cosa senti?”, le mormora ancora, col corpo ormai attaccato al suo.

Scegliete:

  • Lucrezia si tira indietro (13%)
    13
  • Carlo si ferma (38%)
    38
  • Carlo e Lucrezia vanno fino in fondo (50%)
    50
Loading ... Loading ...
Categorie

Lascia un commento

137 Commenti

  • Questo sito usa i cookies per migliorare l'esperienza utente. Cliccando su Accetto acconsenti all'utilizzo di cookie tecnici e obbligatori e all'invio di statistiche anonime sull'uso del sito maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi