Casa dolce casa

l’inizio di un... incubo?

Finalmente il giorno del trasloco era arrivato. Barbara si era innamorata della casa a prima vista e non aveva esitato a comprarla. Aveva divorziato da poco da suo marito e aveva bisogno di un nuovo inizio, insieme a sua figlia di 5 anni. La casa non era molto grande. Era costruita su due piani, ma la parte più bella era sicuramente il giardino. Sicuramente Lizzie si sarebbe divertita a giocare all’aperto. In più aveva dato un’occhiata veloce alla città lì vicino e sembrava molto carina e tranquilla. I traslocatori avevano sistemato tutti i mobili e se ne erano andati già da un po’. Orano restavano solo lei e Lizzie.

-Allora Lizzie, ti piace la casa?-

La bambina stava cercando i suoi giochi dentro uno scatolone. Si girò e la guardò sorridendo.

-Cert0 mamma! La mia camera è grandissima!-

-Vuoi che ti aiuti a portare i giochi in camera?-

Annuì. Barbara prese in mano lo scatolone e cominciò a salire le scale. Ormai il sole stava scendendo, allungango le ombre dentro la casa.

-Meglio che accendiamo la luce, prima che cadiamo tutte e due dalle scale-

Nel momento in cui la luce si accese, Barbara sobbalzò, facendo quasi cadere lo scatolone. Le sembrò di aver visto qualcosa sgattaiolare in cucina. Lizzie la guardò con aria interrogativa. Provò a rimanere in ascolto e a guardare in direzione della cucina, ma non vide o sentì niente.

-Mamma, cosa c’è?-

Lizzie sembrava molto preoccupata, per cui Barbara le sorrise per rassicurarla.

-Niente tesoro, la mamma è un po’ stanca. Forza, portiamo questo scatolone in camera e poi ci prepariamo qualcosa da mangiare, che dici?-

-Sììì, ho tantissima fame! Voglio l’hamburger!-

Barbara scoppiò a ridere.

-Vediamo cosa si può fare-

Così salirono le scale. Davanti a loro si aprì il corridoio. Alla loro destra c’era la camera di Barbara, affianco quella di Lizzie e di fronte a quelle il bagno. Si diressero verso la camera di Lizzie. Non era molto grande, ma per una bambina andava benissimo. C’erano una finestra con vista sul giardino, un armadio a due ante, una piccola scrivania e ovviamente il letto. Il letto era già pronto con le sue lenzuola preferite: quelle con il gatto tutto bianco. Lizzie adorava i gatti. Barbara avrebbe voluto comprargliene uno, ma suo marito era allergico al pelo. Però ora, pensandoci, avrebbe potuto prenderne uno, così sua figlia sarebbe stata felicissima. Magari sarebbe riuscita a trovarne proprio uno bianco, come quello del lenzuolo. Appoggiò la scatola atterra e Lizzie riprese di nuovo a guardarci dentro.

-Stai cercando un gioco in particolare?-

Senza distogliere lo sguardo da quello che stava facendo, rispose:

-Non trovo Fufi-

Fufi era il suo gatto di peluche. Suo padre glielo aveva regalato perché si sentiva in colpa di non poter regalargliene uno vero. Barbara si avvicinò alla scatola.

-Dev’essere qui da qualche parte. Non può essere scomparso! Forse è nell’altra scatola-

-No, sono sicura di averlo messo qua! Me lo ricordo!-

Quando Lizzie si impuntava non c’era niente che le potesse far cambiare idea. Con un sospiro, Barbara cominciò a cercare. Un grande tonfo proveniente dal piano di sotto le fece trasalire.

-Mamma?-

Lizzie le prese la mano.

-Probabilmente qualcosa era messa male ed è caduta. Dai, andiamo a preparare la cena e poi continuiamo a cercare Fufi-

Lizzie annuì, ma non lasciò la mano della madre. Avevano appena iniziato a scendere le scale, quando sentirono un altro colpo e un fruscio, Sembrava come se ci fosse qualcuno in cucina. Barbara aveva il cuore che le martellava in petto. Aveva paura. Guardò Lizzie e le sussurrò:

-Torna in camera e aspettami là, io devo andare a vedere-

Lizzie fece cenno di no con la testa. Era terrorizzata, non voleva lasciare la madre. Barbara se ne accorse, le sentiva stringere con forza la mano. Non l’avrebbe mai convinta ad andare da sola in camera sua.

-Ok, tesoro, ma se ti dico di correre, tu corri, intesi?-

Lizzie annuì. Stranamente sembrò rilassarsi. Dalle scale vedeva la cucina. Ormai il sole non la illuminava più. Era completamente al buio. Fece un respiro profondo e urlò:

-C’è qualcuno?-

Nessuna risposta. Scese un altro gradino. Il rumore era cambiato ancora. Sembrava che qualcuno stesse rovistando tra le scatole.

-C’è quelcuno?-

Ancora nessuna risposta. Con tutto il coraggio che aveva in corpo, Barbara continuò a scendere le scale.

Chi trovano in cucina?

  • Un'ombra (8%)
    8
  • Un gatto (67%)
    67
  • Nessuno (25%)
    25
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30 Commenti

    • Anche io ma io sono più per quegli horror che accompagnano il lettore lentamente in uno stato di catarsi, dove prima avviene qualcosina, c’è qualcosa che non funziona, si crede che si risolva, arriva qualcosa di più grave, non si fa in tempo a rimettersi che arriva la catastrofe e quindi …. bum! Il colpo di grazia. 🙂

  • Mi piace molto la situazione, una madre e sua figlia da sole in una casa nuova… Le scale poi mi hanno sempre inquietato e scenderle con rumori sconosciuti provenienti dal piano di sotto mi fa venire i brividi…
    Ottimo Incipit… Sono curioso di ciò che succederà

  • Ciao Jessy,
    ho votato nessuno perchè mi pare troppo presto per mettere troppa carne sul fuoco. A parte qualche errore grammaticale ( che faccio anche io e alla quale si può rimediare) come : atterra ( a terra) e affianco ( a fianco), l’unica cosa che mi sento di consigliarti e non usare troppo i clichè chepotrebbero rendere la storia scontata. Complimenti per la scorrevolezza del testo e il personaggio della bimba che fa molto tenerezza. Sono sicura che, se inserisci qualche scena sorprendente e inaspettata, verrà fuori un bel racconto poichè le potenzialità ci sono. Avanti tutta quindi! Ti seguirò. Alla prossima.
    Ps: se hai voglia passa a sbirciare pure da me. Aspetto anche io i tuoi consigli.

  • Ciao,
    ho detto un gatto perché con tutto il parlare che ne hai fatto mi sembrava una scelta quasi indotta in via subliminale 😀
    Sul tema “casa stregata” è stato detto di tutto di più, perciò mi incuriosisce scoprire come riuscirai a sorprenderci 🙂
    Il testo è scorrevole, le atmosfere ci sono.
    Ciao alla prossima!!!

    ps: so di essere pallosa ma… A fianco, o Di fianco, non AFFIANCO che è voce del verbo affiancare….

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