Casa dolce casa

Dove eravamo rimasti?

Chi trovano in cucina? Un gatto (67%)

Fufi

Arrivate davanti la cucina, Barbara scrutò nel buio, ma non sembrava esserci nessuno. Un po’ più sollevata, accese la luce e fu in quel momento che notò due occhietti verdi che la scrutavano da dietro una scatola. Sentì Lizzie lasciarle la mano.

-Mamma, mamma guarda! Un gatto, un gatto!-

Lizzie era euforica e corse subito verso il gatto che, spaventato, si nascose dietro la scatola.

-Tesoro, se fai così lo spaventi! Aspetta, forse ha fame, vediamo se abbiamo qualcosa da dargli.-

Lizzie non se lo fece ripetere e corse verso il frigo. Barbara notò che una delle pentole che aveva appoggiato sul ripiano era caduta. Probabilmente, l’origine del tonfo che avevano sentito prima. La raccolse e si avvicinò alla figlia. Il frigo era praticamente vuoto, ma quella mattina aveva comprato del latte.

-Direi che potremmo provare a dargli un po’ di latte, tu che dici?-

Lizzie lo prese subito in mano e si girò verso la madre sorridendole. Si vedeva che era felice della presenza del piccolo intruso. Barbara recuperò un piattino, ci versò un po’ di latte e lo poggiò delicatamente a terra, vicino a dove si era nascosto il gatto. Dopo di che fece cenno a Lizzie di far silenzio. Pian piano lo videro spuntare dal suo nascondiglio e avvicinarsi quatto quatto al piattino. Lizzie lo guardava rapita. Quando ebbe finito di mangiare, Barbara provò ad avvicinarglisi. Si abbassò e allungò una mano. Il gatto le annusò le dita, così provò ad accarrezzarlo. In un primo momento si ritrasse, ma quando Barbara provò ad avvicinarsi un po’ di più, si lasciò accarezzare. Lo prese in braccio e lo portò dalla figlia. Doveva avere solo qualche mese. Non sembrava un gatto randagio; era ben nutrito e il suo pelo fulvo era bello lucido. Mentre Lizzie lo accarezzava, cominciò a fare le fusa.

-Tesoro, credo che sia scappato da uno dei nostri vicini. Domani proveremo a chiedere se qualcuno ha perso un gatto-

Lizzie la guardò quasi in lacrime.

-No mamma no, lei è la mia Fufi! Non voglio darla a nessuno, è solo mia!-

Il gattino sembrò percepire il cambiamento d’umore di Lizzie e si agitò tra le braccia di Barbara. Sospirò e sorrise alla figlia.

-Lizzie, forse c’è un bambino lì fuori che lo sta cercando e adesso piange perché non lo trova più, non saresti triste anche tu?-

-Ma mamma…-

-Facciamo così, se non è di nessuno, lo teniamo noi, va bene?-

Le lacrime così si trasformarono in un sorriso.

-Sì! Che bello! Grazie mamma!-

Barbara le piaceva vedere la figlia felice e sperò che quel gatto non appartenesse davvero a nessuno.

-Vuoi tenerlo in braccio, mentre io preparo la cena?-

A Lizzie si illuminarono gli occhi e annuì.

-Ok, siediti sulla sedia a gambe incrociate-

Lizzie fece come le era stato detto. Il gattino si girò qualche volta e poi si accoccolò tra le sue gambe iniziando a fare le fusa.

Subito dopo cena, arrivò l’ora di andare a letto. Entrambe erano esauste. La giornata era stata lunga e faticosa. Arrivata in camera da letto, Lizzie si girò improvvisamente verso Barbara.

-Voglio che Fufi dorma nel letto con me!-

-Lizzie, ascolta, le mettiamo un lenzuolo qui, vicino al tuo letto, così siete lo stesso vicine. E poi la tua Fufi? –

Lizzie sembrava essersi dimenticata del suo peluche.

-No, io voglio che dorma nel mio letto e dormirà nel mio letto! Adesso è lei la mia Fufi!-

Barbara era troppo stanca per discutere con la figlia.

-D’accordo, ma se non ti fa dormire perché si muove, non chiamarmi-

Lizzie cominciò a saltallera dalla gioia e si buttò subito sotto le coperte. Barbara prese Fufi in braccio e la adagiò sul letto della figlia. Le augurò la buona notte e poi si diresse verso camera sua. Appena toccò il cuscino, fu sopraffatta dalla stanchezza e si addormentò.

Era in una stanza, sdraiata su un letto. Non vedeva altro perché era tutto buio. Aveva paura. Voleva alzarsi, ma non ce la faceva. Riusciva solo a pensare di dover andarsene di là prima che arrivasse lui. Sentì dei passi. Qualcuno stava arrivando. Avrebbe voluto urlare, ma nessun suono usciva dalla sua bocca. I passi si erano fermati e sentì che la porta si stava aprendo, pian piano. I passi ripresero, sempre più vicini.

Barbara si svegliò di soprassalto. Un incubo, era solo un incubo. Però non era stato l’incubo a svegliarla. E poi capì.

-Mamma, mamma! Vieni, mamma!-

Erano state le urla terrorizzate di sua figlia.

Perché Lizzie chiama terrorizzata Barbara?

  • Fufi sta male (29%)
    29
  • Fufi è morta (57%)
    57
  • Fufi le ha fatto del male (14%)
    14
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30 Commenti

    • Anche io ma io sono più per quegli horror che accompagnano il lettore lentamente in uno stato di catarsi, dove prima avviene qualcosina, c’è qualcosa che non funziona, si crede che si risolva, arriva qualcosa di più grave, non si fa in tempo a rimettersi che arriva la catastrofe e quindi …. bum! Il colpo di grazia. 🙂

  • Mi piace molto la situazione, una madre e sua figlia da sole in una casa nuova… Le scale poi mi hanno sempre inquietato e scenderle con rumori sconosciuti provenienti dal piano di sotto mi fa venire i brividi…
    Ottimo Incipit… Sono curioso di ciò che succederà

  • Ciao Jessy,
    ho votato nessuno perchè mi pare troppo presto per mettere troppa carne sul fuoco. A parte qualche errore grammaticale ( che faccio anche io e alla quale si può rimediare) come : atterra ( a terra) e affianco ( a fianco), l’unica cosa che mi sento di consigliarti e non usare troppo i clichè chepotrebbero rendere la storia scontata. Complimenti per la scorrevolezza del testo e il personaggio della bimba che fa molto tenerezza. Sono sicura che, se inserisci qualche scena sorprendente e inaspettata, verrà fuori un bel racconto poichè le potenzialità ci sono. Avanti tutta quindi! Ti seguirò. Alla prossima.
    Ps: se hai voglia passa a sbirciare pure da me. Aspetto anche io i tuoi consigli.

  • Ciao,
    ho detto un gatto perché con tutto il parlare che ne hai fatto mi sembrava una scelta quasi indotta in via subliminale 😀
    Sul tema “casa stregata” è stato detto di tutto di più, perciò mi incuriosisce scoprire come riuscirai a sorprenderci 🙂
    Il testo è scorrevole, le atmosfere ci sono.
    Ciao alla prossima!!!

    ps: so di essere pallosa ma… A fianco, o Di fianco, non AFFIANCO che è voce del verbo affiancare….

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