la famiglia
183 libri, 1252 frasi sottolineate, 25 le citazioni che postavo abitualmente, 7 i miei scrittori preferiti. Una lista che si aggiornava continuamente sul mio e-book reader. In realtà erano 184, perché una volta avevo letto un libro vero, uno di quelli con le pagine di carta,l’Opera al Nero di Marguerite Yourcenar, mio nonno Manolo lo conservava dal 2005.
“Dante scendi! E’ pronto a tavola!” mia madre mi chiamava dalla cucina. Ovviamente non era pronto per davvero, il suo robot le aveva detto che mancavano cinque minuti alla cottura ma temeva i miei ritardi cronici. La casa si era riempita di robot negli ultimi tempi, robot per stirare, robot per lavare e asciugare i panni, robot per spolverare; mia madre e il suo gruppo di signore moderne facevano a gara per accaparrarsi gli ultimi modelli. Un tempo credevo che senza di loro sarebbe riuscita a malapena a riscaldare il latte e invece un giorno in un vecchio appartamento indiano a Cochin cucinò la migliore pasta asciutta che avessi mai mangiato.
“Ci avevano promesso le auto volanti ed ecco che siamo ancora qui a valutare il modello della nuova Panda!” tuonò nonno Manolo dopo il primo boccone, indicando lo spot in tv. Il nonno era nato nel 1987 e come tutti quelli della sua generazione si lamentava in continuazione. Diceva che prima degli anni ’90 le imprese andavano a gonfie vele e tutti facevano soldi, che poi lui quegli anni neanche li aveva mai vissuti, perlomeno non da lavoratore. La realtà era che, come la maggior parte dei suoi coetanei, aveva commesso il grosso errore di iscriversi all’Università senza la certezza di un impiego. Lettere e Filosofia, tra l’altro, ovvero disoccupazione assicurata. Chissà cosa voleva farne, non l’ha mai detto a nessuno. Comunque in quegli anni il precariato raggiunse livelli inauditi, per questo quando sua zia nel 2014 gli procurò un’occupazione alle Poste non se la sentì di rifiutare. Anni e anni con i libri di Marx, Nietzsche e Schopenhauer sepolti sotto pile di ricevute di bollette, sbirciati furtivamente quando aldilà del vetro non c’era nessuno in attesa. Nonno Manolo era una brava persona ma le Poste l’avevano visibilmente inacidito.
“Masterchef è palesemente truccato! Fanno finta di essere idraulici e magari hanno già il ristorante”.
“Nonno, hai detto la stessa cosa di Affari Tuoi ieri”
“Bè perché è truccato anche quello! Poi non capisco perché fanno sempre gli stessi programmi da cinquant’anni”
“Perché tu sei sempre sintonizzato su Nostalgia Full Hd, te l’ho detto che quelle sono tutte trasmissioni vecchie, però quando cambio canale ti arrabbi e dici che i programmi di oggi sono peggio di quelli di cinquant’anni fa”
“Che è vero tra l’altro”.
Mio padre sarebbe rientrato a breve dal tribunale. Faceva l’avvocato. Lui se l’era scelto il suo lavoro. Non che per questo gli piacesse, lo capivo dalla velocità con cui si scioglieva il nodo della cravatta sulla soglia della porta di casa. La legge anti-disoccupazione era entrata in vigore solo per i nati dal 2032 in poi, c’era così tanta gente senza lavoro che per le strade sembrava scoppiata un’epidemia zombie, molti si trascinavano tra le vie più frequentate alla ricerca di pochi spiccioli. La verità è che alcune persone hanno bisogno di un lavoro per crearsi un’identità, la maggior parte però avevano solo bisogno di soldi. Fu così che il governo sviluppò questo programma che all’età di sette anni, in base ai parametri di apprendimento della prima elementare, decideva il tuo lavoro del futuro. Ed era anche molto dettagliato: che tipo di studi bisognava affrontare, prospettive di crescita aziendali, stime sulla retribuzione annua. Bisogna dargli atto che il metodo funzionava e funziona tutt’ora: la disoccupazione era stata completamente debellata in pochi anni, chi andava all’Università sapeva che c’era un fine, lo stress dell’ambizione era sparito perché tutti sapevano cosa erano destinati a fare, ogni cittadino guadagnava una cifra che poteva spendere facendo girare l’economia e compagnia bella. Non avevano mai messo in conto però che qualcuno poteva ritrovarsi con un lavoro di merda, tipo me. . Pensavano che non fossi un grande cervellone? Forse, magari è anche vero, come il fatto che ho idea di cosa mi sarebbe piaciuto fare se avessi potuto scegliere. Che poi io sono del parere che ogni lavoro fa schifo, ma il mio li batte tutti. Faccio l’operaio in una ditta di lampadine e ogni giorno sono lì a controllare che il robot le abbia costruite con un’illuminazione a dovere. Roba da lanciarsi nelle droghe pesanti. Ma io l’ho presa con filosofia, come nonno Manolo nascondo il mio ebook reader sotto pile di scatole di lampadine.
Qualcosa porta Dante alla decisione di cambiare
- una zona dell'azienda che non aveva mai visto (62%)
- un avvenimento (0%)
- un incontro (38%)

28/04/2017 at 14:54
Sfrutta l’amico d’infanzia…
Ciao Silvia, ho appena letto i due capitoli e trovo la storia piuttosto intrigante, perciò seguo 😉
A presto.
22/04/2017 at 12:14
Ciao Silvia, ho letto in un soffio questi capitoli ed effettivamente non ti ho mai letto prima che io ricordi.
Una storia che prevarica l’ironia, è un sarcasmo quello che nasconde la tristezza per la situazione che stiamo vivendo. Ho votato che racconta tutto e chiede (pretende?) l’aiuto di Dante. Ti seguo.
13/04/2017 at 08:48
Ciao Silvia,
Ho optato per racconta tutto e chiede l’aiuto di Dante, andiamo a scoprire che cosa succede 🙂
Bel capitolo, e la storia mi incuriosisce ancor di più!
Alla prossima, ciao!
07/04/2017 at 18:37
Io dico che mente e se ne va…
Complimenti, Silvia, altro episodio messo a segno come solo tu sai fare. Sei sicura di non essere da nessuna parte e che non posso leggerti altrove? Non mi pare possibile che un talento come il tuo graviti solo qui, su The Incipit….
07/04/2017 at 12:39
Racconta tutto e chiede a Dante.
Mi piace l’atmosfera di questi due capitoli, la definirei ‘fantascienza italiana’: tutto rimane praticamente uguale a parte il modello di cellulare 😀
Non hai parenti postelegrafonici, eh? Occhio però, perché la lobby dei postini è potentissima, spera che non ti leggano mai! 😀
Ciao a presto
05/04/2017 at 09:08
Dice solo ciò che le serve.
Certo che essere condannati a essere fashion blogger già a sette anni… i danni sulla psiche possono essere davvero gravi ^^
04/04/2017 at 19:10
Ciao Silvia! Voto per “Racconta tutto e chiede l’aiuto di Dante”.
Racconto molto interessante, ambientazione affascinante e convincente. Sono curioso di vedere cosa nasconde questa Fashion Blogger 🙂
Seguo. Al prossimo, ciao!
03/04/2017 at 21:09
..sfrutta… Chissà fino a quando… Ciao
02/04/2017 at 20:26
Racconta tutto e chiede l’aiuto di Dante.
Sebbene sia la figlia del capo, Dante potrebbe averla sorpresa a fare qualcosa di poco chiaro 🙂
Ciao e al prossimo.
02/04/2017 at 16:15
Racconta tutto, sono curioso.
Divertente l’holophono il selfie con la lampadina 🙂
02/04/2017 at 14:49
Beh, ora che è stata scoperta dirà tutto!!!
Anche perché sono molto curiosa 🙂
Come sempre il racconto scorre via veloce, anche se personalmente ho poco gradito l’osservazione sul dipendente delle Poste che non ha voglia di lavorare… sorry 🙂
Io lavoro nel pubblico (non alle poste…!!!) e sono abituata a certe osservazioni che sono un cliché….
E poi ho avuto come l’impressione che il capitolo fosse un pò buttato lì perché ci sono alcune sviste…L’aprì invece di La aprii, visto che è raccontato in prima persona…
Comunque si sbaglia tutti…continuo a seguirti volentieri 😀
02/04/2017 at 14:41
Mente e va via…
La bugia genera comunque una qualche energia propulsiva 🙂
L’episodio mi è piaciuto.
Ciao
27/03/2017 at 16:00
Zona mai vista.
L’incipit già mi piace… ma mi piace proprio il tuo modo di raccontare. Mi metto comoda anche stavolta.;)
03/04/2017 at 18:13
Eh che dirti…intanto grazie…poi accomodati pure che siamo giusto all’inizio 😉
22/03/2017 at 07:49
Complimenti per questo incipit. La storia promette bene, come in altri tuoi racconti questa chiave ironica sul presente / futuro è vincente. Continua così.
Al prossimo capitolo
03/04/2017 at 18:11
Grazie, mi fa mooolto piacere che tu abbia letto anche i miei precedenti racconti.
Alla prossima allora 😉
21/03/2017 at 18:37
Un incontro ci sta, socializziamo finché c’è tempo! Ciao
03/04/2017 at 18:11
Ehhh putroppo per il tuo voto ha vinto la zona dell’azienda, però dai non tutto è perduto 🙂
20/03/2017 at 15:32
Ben ritrovata.
La misteriosa zona dell’azienda mi ispira davvero molto.
Non so se le doti di chiaroveggenza della Zingara del tuo precedente racconto c’entrino, ma il tuo incipit mi ha fatto pensare che poco tempo prima, dialogando in casa davanti al notiziario, dicevo che visto l’andazzo con le loro teorie sul legare scuola e mondo del lavoro, prima o poi instaureranno l’obbligo di studiare fin da bambini solo in funzione delle esigenze del mercato. Credo che seguirò le avventure del tuo Dante con grande interesse 🙂
03/04/2017 at 18:10
Ciao, rieccoci a tu per tu. Mamma mia quasi una vicenda profetica ahaha eppure non escludo che possa succedere davvero…
20/03/2017 at 14:39
Ciao Silvia e piacere di fare la tua conoscenza leggendo questo tuo incipit.
L’idea è originale. Mi piace, e sono curioso di vedere la sua evoluzione.
Ti seguo
a presto
03/04/2017 at 18:08
Ciao FueGod, mi fa piacere che tu sia passato dalle mie parti, spero seguirai con interesse anche i prossimi capitoli 😉
20/03/2017 at 13:04
Ciao Silvia,
che grande idea. Incipit interessante e scritto sempre bene.
“Nostalgia Full HD” e il nonno che fa i soliti discorsi che noi oggi sentiamo fare dai nonni, che a loro volta si sentivano fare dai loro (certo, magari non sui programmi tv 🙂 ) e che noi, sicuramente, faremo ai nostri nipoti… Strano!
Ho optato per “Una zona dell’azienda che non aveva mai visto”.
Seguo con grande interesse 🙂
Ciao, alla prossima
03/04/2017 at 18:07
Ciao Veners,
eh si mi sono proprio chiesta quanto ci lamenteremo da nonni, perchè so che lo faremo… 🙂
19/03/2017 at 16:55
Ciao Silvia sei tornata, che velocità!
Ti leggo con molto piacere….mi sai dure dove prendere il robot che cucina?
A parte gli scherzi ho apprezzato soprattutto il nostalgico nonno brontolone 🙂
L’idea del lavoro prestabilito me lo ricordo nel film Elmer la città di luce (mi pare…) giusto?
Voto per il luogo segreto in azienda, adoro i luoghi
segreti :
Ciao, Cinzia
22/03/2017 at 17:38
Sai che non ho mai visto quel film? ho dato un’occhiata su internet, mi riprometto di vederlo a questo punto.
Luogo segreto dici? vedremo quale opzione vincerà.
ps: per i robot ci stiamo attrezzando 🙂
19/03/2017 at 16:50
Ciao Silvia
Curioso il tuo Incipit. Sembra ambientato in un infernale paradiso “Ai confini della realtà”.
Mi sorge un dubbio: ma nel 2067 ci saranno ancora le lampadine?
una zona dell’azienda…
22/03/2017 at 15:41
Ciao Maria,
Hai ragione sull’esistenza delle lampadine, è un problema che mi sono posta anch’io. Poi sbirciando un po’ su internet mi sono accorta che anche se nel tempo se n’è evoluta l’alimentazione sempre di lampadine si parla, magari dureranno tantissimo, saranno anche biodegradabili ma pur sempre lampadine 🙂
19/03/2017 at 16:14
Ciao Silvia, e bentornata con la tua nuova storia 🙂
Hai messo il tuo racconto tra l’avventura e non la fantascienza, probabilmente hai in mente qualcosa che noi non sappiamo 🙂
Incipit molto intrigante e che apre la strada a qualsiasi ipotesi. Ingegnosa l’idea di un programma di questo tipo, chissà che i nostri governanti non riescano a leggere la tua storia!
Esclusa l’improbabile zona dell’azienda, ero indeciso tra l’avvenimento e l’incontro, e alla fine ho scelto il secondo. Una persona ha più possibilità di successo rispetto a un accadimento, ma questo è il mio parere.
Inutile dire che seguo, buona continuazione 🙂
22/03/2017 at 15:34
Ciao Danio,
si come vedi c’ho messo poco a tornare. Fantascienza no perchè alla fine è un futuro non troppo distante dal nostro presente 🙂 e poi Dante sta per intraprendere la sua avventura 😉
Alla prossima!!!
19/03/2017 at 15:28
Bella storia!
22/03/2017 at 15:30
Grazie! Alla prossima!