Nelle vie di Tokyo

Dove eravamo rimasti?

Cosa succederà alla sfortunata Yuki? Riesce a difendersi e scappa (67%)

Il mostro di Tokyo

Sul viso le labbra erano nere da cui uscivano denti aguzzi e gli occhi iniettati di sangue ,con un puntino di pupilla buttato a caso nel rosso, fissavano quelli della ragazza.

Lacrime nere scendevano lente sulla pelle bianca, sfigurata.

Yuki spaventata percepì il dolore dalla sua mano sotto quella del mostro che con unghie nere e affilate le stava tagliando il dorso delle dita. Facendo scivolare la mano dolente dalla sua fece cascare la torcia che accecò il mostro dando a Yuki il lasso di tempo necessario per prendere il coltellino, già sfoderato nella tasca, e attaccare il mostro.

Si alzo veloce dalla sua posizione e con tutte e due le mani fece calare il coltello contro il mostro che si impiantò sulla mano fino al manico, bloccando così questa alla spalla. Sangue nero cominciò a zampillare dalla ferita e nell’impatto con il coltello uno schizzo sporcò il cappotto e le mani di Yuki.

La ragazza retrocedette subito di qualche passo verso la direzione opposta da quella da cui era venuta mentre il mostro si rialzava a fatica.

Non sembrò nemmeno accorgersi della strana posizione del braccio.

Guardò Yuki con sguardo sofferente(ma non per il dolore fisico di certo)e gridò con una voce che sembrava provenire dal più orrendo demone dell’inferno “PERCHé NON VUOI DARMI IL TUO VISO?!Tu sei così bella! Vuoi finire come lui?!”

Dalla grande manica rossa della mano bloccata tirò fuori quello che fece finalmente urlare Yuki.

Teneva per i capelli quella che doveva essere stata una testa maschile, prima di avere il volto brutalmente sfigurato. Lanciò la testa che rotolò fino ai piedi della ragazza sporcandogli di rosso le Sneaker.

“Credi di potermi uccidere grazie a uno stupido arnese umano? Questa dovrebbe essere un arma? Solo perché sei stata un attimo più furba di me ti concederò l’onore di vedere l’arma che calerà sul tuo viso”

Sempre ignorando il fatto di avere un braccio bloccato alzò la mano e questa venne avvolta da una nebbia scura che rivelò una Katana consunta e arruginita dal sangue delle vittime.

Yuki nel mentre si era sempre di più allontanata dal mostro e dentro di se si stava maledicendo per aver dato ascolto alla sua parte altruista (cosi dannatamente giapponese) ed essersi avvicinata.

“Sai è da un po’ di tempo che ti osservo umana, non solo perché hai il viso che cerco ma perché credo che mi possa divertire abbastanza insieme a te non credi?”

Yuki arretrava a ogni sospiro del mostro mentre la sua mente stava elaborando se non una via per vincere, almeno una per scappare. Pensò che lasciarla parlare fosse il modo migliore per aumentare le distanze.

“Vedi mi annoio a vivere e basta. Certo squartare le facce delle mie care vittime è sempre un piacere rassicurante ma ogni tanto mi va anche di sopravvivere e sfidare questa mia ormai millenaria esistenza…dimmi sei fortunata?”

Yuki colse il momento di esitazione della donna: si voltò e cominciò a correre.

“Allora vuoi giocare! Bene mi piace scappa e prendi!” affermò divertita la donna leccando la spada.

Cosa succederà alla ragazza che ha alle calcagna il mostro di Tokyo?

  • riesce ad arrivare alla residenza Wakaba (100%)
    100
  • incontra qualcuno nella fuga (0%)
    0
  • viene raggiunta dopo poco dalla donna (0%)
    0
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