Dove eravamo rimasti?
Biotestamento
Niente procedura di riconoscimento. Nessuna tessera: accesso negato. Potrei chiedere un duplicato. Mi sento stanca per farlo. Respiro a stento. Sono sola. Abbandonata. Desolata. Deprivata di ogni contatto. Posso fare sogni, supposizioni, previsioni. Coccolare speranze.
La prima delle quali è che i miei nipotini siano sbarcati su Eridani senza grossi problemi. Conscia dei notevoli sbalzi pressori che avrebbero subito senza essere scafandrati ho ritenuto interessante immergerli in una soluzione di acqua fisiologica ad alto tenore di ossigeno. Il liquido, essendo incomprimibile, consente la respirazione sotto acqua con minimi problemi di emboli gassosi. Alla pressurizzazione dell’abitacolo ci pensano, come sempre, le bombole e i microprocessori dello scafandro.
La seconda concerne l’integrità dell’arca. Mi sembra di vitale importanza per la continuità della specie. In un prossimo futuro si potrà contare sul trasferimento immediato degli embrioni, forse addirittura su rapporti sessuali antica maniera, mediante la classica dotazione di serie, senza optional o polizza Kasko, dunque. Alcune osservazioni sugli ovociti fanno presagire questo futuro: sembrano più mobili, più aggressivi, prerogative filogeneticamente assegnate ai gameti maschili. Perpetrare la pratica della fecondazione artificiale segnerebbe la scomparsa del genere maschile. Dapprima con la degenerazione dei caratteri sessuali secondari. Questa potrebbe essere l’estinzione di massa che tutti stavamo aspettando da tempo.
La terza speranza è multisistemica, consta di elementi difformi tra loro ma interconnessi. Ayran, Boza e Salep non dovranno, per alcun motivo, mai, rivelare la parola chiave che ho insegnato loro. Una password divisa in tre. Della medesima importanza risulta l’integrità di comunicazioni radio con il Protervion, almeno per un trentennio. Questo perché, anche se non ci sarò più, rimarrà attiva la mia casella di posta elettronica. Periodicamente riceverò delle missive che saranno consultabili solo da chi possiede la chiave di accesso. E’ il mio testamento. Conterrà dei codici alfanumerici divisi in due colonne: homo artificialis vs homo spatialis. L’elenco degli embrioni congelati che il comandante possiede non è completa. In tempi non sospetti ho prelevato ovocellule dalle gonadi dei miei nipoti; incrociandole tra loro ho ottenuto degli embrioni. Al momento del congelamento ho provveduto a scambiare le provette. Ho pianificato tutto quello che era in mio potere ai fini di salvaguardare e garantire un futuro alla nuova specie di umanoidi che mi si è rivelata dinanzi agli occhi. Quali alternative mi restavano da prendere in considerazione? Puntare tutto sulla natura e sul nuovo ambiente, un paradiso terrestre così accogliente da essere oltremodo taumaturgico? Oppure, affidarsi totalmente alle macchine, al megacervellone che puntualmente avrebbe trovato l’adatta soluzione a ogni problema? Nonché avrebbe consigliato a tempo debito i migliori embrioni da trasferire e in quale momento stimolare ormonalmente…
Penso che tra le parti in causa possano instaurarsi proficue relazioni. Degli stimoli multilaterali che limitando spronino, e convogliando esprimano energie latenti. Qualcuno la chiama scienza olistica dei sistemi complessi. A me non sembra anacronistico definirla autoconservazione della specie o pressione selettiva ambientale. Un aiutino ho tentato di darlo, a chi mi pareva più in difficoltà, a chi mi sembrava arrancare, a chi ne aveva più bisogno. Ai più deboli, alla minoranza, a chi aveva incontrato maggiori difficoltà. Conta qualcosa che fossi la loro nonna? Ritengo di non aver sfavorito nessuna delle parti. In definitiva ho cercato di mantenere i rapporti di forza, che rimangono di quattro a uno rispettivamente: rivelo, infatti, dodici codici per volta. Nove per l’homo artificialis e tre codici per i miei piccoli homo spatialis. E se il comandante decidesse di effettuare trasferimenti casuali? Rimarrebbe stabile il tasso di ripopolamento? Se decidesse di sopprimere i nascituri di ultima generazione? D’un tratto mi sovviene la figura di re Erode. Le condizioni storiche sono alquanto differenti, però… e pochi i vantaggi.
Presumo che in questo stesso momento i figli di mia figlia stiano incalzando il comandante per leggere questo messaggio che, appena concluso, invierò. Tra di loro la simpatia non è mai stata il sentimento più condivisibile. Ho preso un’ulteriore precauzione. Per consultare l’allegato sarà necessaria la password. Questo sistema mi pare più sicuro. Non reputo conveniente condurre gravidanze tra linee genetiche diverse, pure se concretamente possibile. L’aspirazione dovrebbe essere una mutua collaborazione tra le due specie di colonizzatori. Sono queste le mie ultime volontà. Mi sembra, tra l’altro, di aver ottemperato alla missione da biologa che mi era stata assegnata. Preservare la vita nel suo complesso, creando le condizioni per un equilibrio tra tutti gli esseri viventi. E lì dove c’è vita, può svilupparsi nuova vita.
10/07/2017 at 11:06
Ciao CE,
Finisce così quindi.
Una storia densa e piuttosto pesante da leggere, sia dal punto di vista tecnico che narrativo.
Non essendo di lettura immediata non è per molti.
I primi capitoli sono stati un po’ difficili, poi però mi sono abituato.
Medicina, biologia e ingegneria mescolati in un contesto fantascientifico. Mi viene da pensare che tu ricopra una di queste figure. Forse anche fisica, non saprei.
In ogni caso è stato un piacere,
a presto
11/07/2017 at 00:11
Scusatemi tanto per i pasticci iniziali a cui porrò rimedio. Devo ammettere di aver avuto almeno un ottimo lettore, sicuramente tenace. Posso solo dire di non essermelo meritato. Garantisco sulla bontà del tentativo, meno sul risultato che, concordo, è proprio come lo hai descritto tu. Con riconoscenza (e stima), CE
09/07/2017 at 03:37
Ciao Elvira!
Io sono la tipica ritardataria e come tale arrivo tardi anche nelle storie altrui, ma posso ancora votare per il capitolo finale! Ho votato un loro inserimento nella società.
Complimenti per la storia: particolare, scritta benissimo e soprattutto non c’è nulla di scontato .
A presto ?
07/07/2017 at 08:58
Da brividi questo capitolo.
Brava.
Dopo tutto questo casino, è giusto che si inseriscano nel nuovo contesto sociale.
07/07/2017 at 11:56
Mi fa piacere che ci sei entrato dentro, il linguaggio era tecnico e il ritmo martellante. Non per tutti. Grazie della lettura e dell’incoraggiante commento. Ciao
01/07/2017 at 18:12
Ciao Elvira, io dico terza soluzione sperando sia quella migliore.
22/06/2017 at 10:16
Sì anche per me. Sempre interessante, brava.
23/06/2017 at 17:42
Grazie anche del complimento, ciao. CE
20/06/2017 at 18:29
Ero indeciso anche dalla terza soluzione, per curiosità.
Alla fine ho votato sì.
Il no in ogni caso non sarebbe servito a nulla.
Giusto?
20/06/2017 at 23:35
Il no avrebbe il significato di non intervenire sulla questione riproduttiva. O almeno di non intervenire dall’alto. Ciao
30/05/2017 at 16:09
Ciao! Chiedo perdono per il ritardo nel commentare. Ammetto di aver avuto qualche difficoltà a leggere la prima parte di questo bel racconto. Purtroppo la terminologia tecnica è il mio punto debole in questo caso. Nella seconda parte leggo il testo in modo più scorrevole. Comunque, complimenti!
Ah, ho votato per il mare. ? Nasconde sempre un mucchio di misteri. A presto!
22/05/2017 at 18:15
Gli embrioni sono in mare. Brava come sempre, tra l’altro la storia prende sempre pieghe inaspettate, mi piace.
20/05/2017 at 14:00
Boh, facciamo in mare.
19/05/2017 at 14:30
Purtroppo sull’astronave c’era gravità, non ho risposto alla domanda precedente. Credo di farcela nei prossimi capitoli, spero. grazie della comprensione. Ciao
09/05/2017 at 22:20
Buonasera, Elvira. Ho votato per l’assenza di gravità, complica parecchio la cose.
Una storia interessante, siaer struttura che per stile di narrazione, molto particolare.
Complimenti.
Ti auguro una buona serata
08/05/2017 at 15:29
Io dico in assenza di gravità 😀 😀 😀
Chissà che divertimento 😀
05/05/2017 at 09:50
In assenza di gravità. La storia si mantiene assolutamente gradevole, al prossimo capitolo!
04/05/2017 at 21:43
…e come se non dopo una bella bevuta?
😉
04/05/2017 at 13:19
All’undicesima riga, dopo il punto, avevo scritto:
“Fottiti!” avevano risposto in coro.
Ho avuto problemi con il copia-incolla, scusate la svista.
Elvira
19/04/2017 at 15:15
Fottiti è da sempre una delle mie risposte preferite. Ti seguo, la storia mi pare scorrere bene.
14/04/2017 at 16:11
Io direi fottiti… Suona piuttosto bene come risposta 😉 Fossi in loro farei così!
Alla prossima
14/04/2017 at 12:26
Secondo me i reietti diranno Fot.titi. Poi magari ubbidiscono lo stesso 🙂
12/04/2017 at 08:05
Buongiorno Conversanoelvira,
Ho letto questi primi quattro capitoli rimettendomi in pari.
Sebbene abbia trovato la storia molto interessante e scritta bene, ho faticato in qualche tratto a seguire il filo perché il testo è abbastanza ricco di materiale, spunti, fantasia e per certi versi credo possa aiutare rileggere un paio di volte i capitoli. Non vuole essere una critica, eh 🙂
Per il prossimo episodio, ahimè, ho sbagliato! Ho cliccato sulle navicelle quando in realtà sarei affascinato dal vedere come verrebbero gestite tante sfere singole.
Ti auguro buona giornata, alla prossima
13/04/2017 at 22:57
Concordo con la tua analisi, per questo motivo dovrò mettere in ordine il brainstorming iniziale. Onorata di un commento così puntuale, pero di farne qualcuno anch’io. Ciao
04/04/2017 at 15:26
Ciao!
L’impressione che mi sono fatto è che le sfere possano creare più scompiglio se lo sbarco incontrasse qualche difficoltà imprevista.
Procediamo con quelle!
Buona Scrittura!
03/04/2017 at 14:13
Ciao, anche io sono curioso di vedere le sfere 🙂 sono curioso di sapere come andrà avanti.
02/04/2017 at 10:32
Buongiorno ce,
secondo me scenderanno con una sfera ciascuno.
Per quanto mi concerne, il tuo racconto è adatto per questa piattaforma di scrittura per via dei cinquemila caratteri a capitolo. Leggerli tutti insieme sarebbe faticoso per via della storia della densità di cui parla Maria.
Però questo episodio mi è piaciuto più degli altri.
a presto
02/04/2017 at 13:22
E’ la mia opzione preferita, grazie della lettura. ciao
02/04/2017 at 09:19
Navicelle
02/04/2017 at 09:17
La lettura del testo può diventare ipnotica per “la densità” del contenuto, senza stacchi.
Per evitare che diventi un soliloquio (sarebbe un peccato), ci vorrebbe, secondo la mia personalissima opinione, almeno un accenno alla reazione dei presenti, un feedback a quanto stanno ascoltando.
ciao
02/04/2017 at 13:21
Grazie di tutto. E’ un po’ voluto il soliloquio, in quanto Say deve relazionarsi con l’elaboratore; poi questo riferirà agli altri. Anche gli altri parlano con il cervellone elettronico (riceve molti input contemporaneamente) determinando l’andamento complessivo della piccola comunità in toto. Ciao.
23/03/2017 at 11:54
Il punto due mi sembra più personale, quindi voto quello.
23/03/2017 at 20:27
Grazie del puntuale commento, Laney.
22/03/2017 at 09:04
Sono tutti pazzi perché infettati quindi? Speriamo ci sia un vaccino. Sono curioso.
23/03/2017 at 09:02
No, sono pazzi perché vedono la meta del viaggio. Proprio lì lì a un passo… ma, guardacaso, c’è l’intoppo. Ciao
21/03/2017 at 16:36
Ciao,
la storia sembra interessante e io porrei in isolamento i casi sospetti.
Concordo però con Maria, anche io avrei preferito qualche stacco. Ci si perde un po’ in un racconto così “monoblocco”.
Vediamo come procederà.
a presto
21/03/2017 at 16:58
Grazie del tuo passaggio, ciao.
21/03/2017 at 07:42
Ciao
Isoliamo i casi sospetti.
Discorso molto “compatto”. Avrei visto un’interruzione/stacco, magari con qualche domanda da parte di chi l’ascolta oppure dalla stessa Sayali.
Se ti piacciono le fiabe… ti aspetto 🙂
19/03/2017 at 10:50
Una storia veramente interessante. Ho un debole per i racconti di fantascienza.
17/03/2017 at 22:49
Ciao, sembra una storia interessante, credo cbe la seguirò! Ho scelto grosso problemone
18/03/2017 at 18:51
Ti ringrazio tanto.
17/03/2017 at 16:10
Non mi dispiacciono le storie di fantascienza, credo che ti seguirò.
Dico grosso problemone. “Atarassia. A oltranza.” mi è piaciuto.
18/03/2017 at 18:52
Già qualcosa. Grazie a te.
16/03/2017 at 15:30
Ciao Elvira
Mi è piaciuto questo inizio.
Il testo scorre bene, nonostante la densità del contenuto ( secono me, paragrafi più corti aiuterebbero la lettura 🙂
Molto importante liberare le endorfine… 😀
Problemone…
A presto
18/03/2017 at 18:53
Analisi ottima,ciao.
16/03/2017 at 14:16
Grosso problemone scoppiato a bordo. Ciao Elvira.
18/03/2017 at 18:53
Grazie del tuo voto. A presto.