“VIRUS”

Dove eravamo rimasti?

Quale futuro per i tre fratellini? Inseriti nel nuovo contesto sociale (67%)

Biotestamento

Niente procedura di riconoscimento. Nessuna tessera: accesso negato. Potrei chiedere un duplicato. Mi sento stanca per farlo. Respiro a stento. Sono sola. Abbandonata. Desolata. Deprivata di ogni contatto. Posso fare sogni, supposizioni, previsioni. Coccolare speranze.

La prima delle quali è che i miei nipotini siano sbarcati su Eridani senza grossi problemi. Conscia dei notevoli sbalzi pressori che avrebbero subito senza essere scafandrati ho ritenuto interessante immergerli in una soluzione di acqua fisiologica ad alto tenore di ossigeno. Il liquido, essendo incomprimibile, consente la respirazione sotto acqua con minimi problemi di emboli gassosi. Alla pressurizzazione dell’abitacolo ci pensano, come sempre, le bombole e i microprocessori dello scafandro.

La seconda concerne l’integrità dell’arca. Mi sembra di vitale importanza per la continuità della specie. In un prossimo futuro si potrà contare sul trasferimento immediato degli embrioni, forse addirittura su rapporti sessuali antica maniera, mediante la classica dotazione di serie, senza optional o polizza Kasko, dunque. Alcune osservazioni sugli ovociti fanno presagire questo futuro: sembrano più mobili, più aggressivi, prerogative filogeneticamente assegnate ai gameti maschili. Perpetrare la pratica della fecondazione artificiale segnerebbe la scomparsa del genere maschile. Dapprima con la degenerazione dei caratteri sessuali secondari. Questa potrebbe essere l’estinzione di massa che tutti stavamo aspettando da tempo.

La terza speranza è multisistemica, consta di elementi difformi tra loro ma interconnessi. Ayran, Boza e Salep non dovranno, per alcun motivo, mai, rivelare la parola chiave che ho insegnato loro. Una password divisa in tre. Della medesima importanza risulta l’integrità di comunicazioni radio con il Protervion, almeno per un trentennio. Questo perché, anche se non ci sarò più, rimarrà attiva la mia casella di posta elettronica. Periodicamente riceverò delle missive che saranno consultabili solo da chi possiede la chiave di accesso. E’ il mio testamento. Conterrà dei codici alfanumerici divisi in due colonne: homo artificialis vs homo spatialis. L’elenco degli embrioni congelati che il comandante possiede non è completa. In tempi non sospetti ho prelevato ovocellule dalle gonadi dei miei nipoti; incrociandole tra loro ho ottenuto degli embrioni. Al momento del congelamento ho provveduto a scambiare le provette. Ho pianificato tutto quello che era in mio potere ai fini di salvaguardare e garantire un futuro alla nuova specie di umanoidi che mi si è rivelata dinanzi agli occhi. Quali alternative mi restavano da prendere in considerazione? Puntare tutto sulla natura e sul nuovo ambiente, un paradiso terrestre così accogliente da essere oltremodo taumaturgico? Oppure, affidarsi totalmente alle macchine, al megacervellone che puntualmente avrebbe trovato l’adatta soluzione a ogni problema? Nonché avrebbe consigliato a tempo debito i migliori embrioni da trasferire e in quale momento stimolare ormonalmente…

Penso che tra le parti in causa possano instaurarsi proficue relazioni. Degli stimoli multilaterali che limitando spronino, e convogliando esprimano energie latenti. Qualcuno la chiama scienza olistica dei sistemi complessi. A me non sembra anacronistico definirla autoconservazione della specie o pressione selettiva ambientale. Un aiutino ho tentato di darlo, a chi mi pareva più in difficoltà, a chi mi sembrava arrancare, a chi ne aveva più bisogno. Ai più deboli, alla minoranza, a chi aveva incontrato maggiori difficoltà. Conta qualcosa che fossi la loro nonna? Ritengo di non aver sfavorito nessuna delle parti. In definitiva ho cercato di mantenere i rapporti di forza, che rimangono di quattro a uno rispettivamente: rivelo, infatti, dodici codici per volta. Nove per l’homo artificialis e tre codici per i miei piccoli homo spatialis. E se il comandante decidesse di effettuare trasferimenti casuali? Rimarrebbe stabile il tasso di ripopolamento? Se decidesse di sopprimere i nascituri di ultima generazione? D’un tratto mi sovviene la figura di re Erode. Le condizioni storiche sono alquanto differenti, però… e pochi i vantaggi.

Presumo che in questo stesso momento i figli di mia figlia stiano incalzando il comandante per leggere questo messaggio che, appena concluso, invierò. Tra di loro la simpatia non è mai stata il sentimento più condivisibile. Ho preso un’ulteriore precauzione. Per consultare l’allegato sarà necessaria la password. Questo sistema mi pare più sicuro. Non reputo conveniente condurre gravidanze tra linee genetiche diverse, pure se concretamente possibile. L’aspirazione dovrebbe essere una mutua collaborazione tra le due specie di colonizzatori. Sono queste le mie ultime volontà. Mi sembra, tra l’altro, di aver ottemperato alla missione da biologa che mi era stata assegnata. Preservare la vita nel suo complesso, creando le condizioni per un equilibrio tra tutti gli esseri viventi. E lì dove c’è vita, può svilupparsi nuova vita.

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47 Commenti

  • Ciao CE,
    Finisce così quindi.
    Una storia densa e piuttosto pesante da leggere, sia dal punto di vista tecnico che narrativo.
    Non essendo di lettura immediata non è per molti.
    I primi capitoli sono stati un po’ difficili, poi però mi sono abituato.
    Medicina, biologia e ingegneria mescolati in un contesto fantascientifico. Mi viene da pensare che tu ricopra una di queste figure. Forse anche fisica, non saprei.
    In ogni caso è stato un piacere,

    a presto

    • Scusatemi tanto per i pasticci iniziali a cui porrò rimedio. Devo ammettere di aver avuto almeno un ottimo lettore, sicuramente tenace. Posso solo dire di non essermelo meritato. Garantisco sulla bontà del tentativo, meno sul risultato che, concordo, è proprio come lo hai descritto tu. Con riconoscenza (e stima), CE

  • Ciao Elvira!
    Io sono la tipica ritardataria e come tale arrivo tardi anche nelle storie altrui, ma posso ancora votare per il capitolo finale! Ho votato un loro inserimento nella società.
    Complimenti per la storia: particolare, scritta benissimo e soprattutto non c’è nulla di scontato .
    A presto ?

  • Ciao! Chiedo perdono per il ritardo nel commentare. Ammetto di aver avuto qualche difficoltà a leggere la prima parte di questo bel racconto. Purtroppo la terminologia tecnica è il mio punto debole in questo caso. Nella seconda parte leggo il testo in modo più scorrevole. Comunque, complimenti!
    Ah, ho votato per il mare. ? Nasconde sempre un mucchio di misteri. A presto!

  • Buongiorno Conversanoelvira,
    Ho letto questi primi quattro capitoli rimettendomi in pari.
    Sebbene abbia trovato la storia molto interessante e scritta bene, ho faticato in qualche tratto a seguire il filo perché il testo è abbastanza ricco di materiale, spunti, fantasia e per certi versi credo possa aiutare rileggere un paio di volte i capitoli. Non vuole essere una critica, eh 🙂
    Per il prossimo episodio, ahimè, ho sbagliato! Ho cliccato sulle navicelle quando in realtà sarei affascinato dal vedere come verrebbero gestite tante sfere singole.

    Ti auguro buona giornata, alla prossima

    • Grazie di tutto. E’ un po’ voluto il soliloquio, in quanto Say deve relazionarsi con l’elaboratore; poi questo riferirà agli altri. Anche gli altri parlano con il cervellone elettronico (riceve molti input contemporaneamente) determinando l’andamento complessivo della piccola comunità in toto. Ciao.

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