Ma questa è un’altra storia

Niente sarà più come prima

“Tieni l’estremità assorbente nel flusso di urina per almeno cinque secondi”.

Non bagnare lo stick: perché se no che succede, esplode?

Spiegassero piuttosto come non spruzzarti le dita, mannaggia alle unghie da strafiga.

Che schifo! Millenni di evoluzione e non c’è un modo più pulito di avere una risposta rapida e affidabile.

Rapida si fa per dire: tre minuti possono essere lunghissimi.

Intanto vado a lavarmi i denti, se trovo dove ho messo il tappino di sto coso.

È la prima volta che mi spazzolo i denti per tre minuti interi.

I dentisti lo raccomandano, ma non lo avevo mai fatto. Effetto collaterale imprevedibile di un ritardo mestruale: una perfetta igiene dentale. Fa anche rima.

Smetti di dire scemenze, è ora del responso.

“Sei incinta”.

Cacchio, non la prende mica alla larga, dà persino la data: due-tre settimane.

Che precisione, che tracotanza! Non posso più cincischiare sulle lineette troppo chiare o sbavate, il risultato incerto, avrò fatto male il test, non l’ho imbevuto abbastanza, o forse troppo, i simboli sono poco chiari… È scritto nero su bianco, insomma, grigio scuro su grigino.

Mi sento quasi sollevata: dopo giorni a mirare un affarino assorbente con il getto de il primo flusso, domani finalmente potrò ricominciare a farla normalmente. La cara vecchia pipì del mattino appena alzata, senza bersagli, senza ansie, tutto tornerà come prima.

Ma che sto dicendo: niente sarà come prima, mai più.

Sono incinta.

Un bambino, oddio, un bambino.

E se fossero due? Marco ha due cugini gemelli, è iscritto nel suo patrimonio genetico.

Due in una volta non ce la potrei fare.

Calma, Mimì, non precipitare le cose, cerca di essere razionale: le probabilità che siano due è minima, va tutto bene; sarà uno solo, un bellissimo, sanissimo, buonissimo bambino.

Che si nutre da solo, si cambia da solo, non piange mai e dorme dodici ore a notte. E come no.

Non ce la farò mai.

Lo so che eravamo d’accordo tutti e due che era arrivato il momento di provarci.

Ci abbiamo riflettuto seriamente: abbiamo entrambi un lavoro, anche se il suo è pagato meglio, figurati.

No, non distrarti: stai ricapitolando tutte le ottime ragioni per cui siete pronti ad avere un figlio.

Il lavoro, l’appartamento, anche se personalmente la terrazza è caruccia per farci gli aperitivi con gli amici, ma il bambino preferirei crescesse in una casetta con giardino. E un cane. Oh, sì, un labrador.

Divaghi di nuovo, sei incinta, alla razza del cane penseremo più in là.

E l’età, bé certo, gli enta sono sulla china discendente, sto caspita di orologio biologico e il suo tic-tac, sei stata tu a dire a Marco «Amore, facciamo un bambino?»

All’inizio ha fatto una faccia strana, per quello ti sei impuntata, hai insistito, lo hai assillato fino a estorcergli che l’idea ronzava in testa anche a lui.

Smettere la pillola è stata una scelta ponderata, eravate d’accordo, pronti, maturi, desiderosi di fondare una famiglia.

Certo, ma cavoli, tra dire e fare… non mettere il dito. No, non dev’essere così che si dice. Non importa, sto ancora divagando.

In vita mia non mi è mai riuscito nulla al primo colpo: persino l’esame di guida ho dovuto tentarlo due volte e là, smetto la pillola e paf, incinta!

Sto per diventare mamma, qualcuno mi chiamerà mamma.

Sì, perché le pseudo originali che incitano la prole a chiamarle per nome: no grazie. E perché no Signora Madre, o Madama Milena, mia genitrice?

Mamma. Davvero non pensavo che sarebbe successo così presto.

Oltretutto, non so se è che, maturi o no, convinti o no, un po’ ce la facevamo sotto tutti e due, ma da quando ho smesso la pillola non lo abbiamo quasi più fatto.

Due-tre settimane, c’è scritto: impossibile. Ultimamente siamo sempre di corsa, il tempo da passare insieme è pochissimo e quando ne abbiamo c’è sempre qualcosa da festeggiare con gli amici. Ci trasciniamo a letto esausti a ore impossibili.

Come la sera del compleanno di Guido.

Serata “messicana” dicevano, come no:  ettolitri di Margarita. Per fortuna che era qui a casa o non saremmo mai riusciti a rientrare, eravamo in uno stato pietoso.

Marco era proprio andato.

Lo ha eccitato il fatto di sparecchiare…  Oddio, è quella sera che è successo?

Una sveltina di cinque minuti in piedi da dietro, puntellandomi al tavolo, tra i cadaveri di bottiglie e i resti di torta sacher. È così che lo abbiamo concepito?

Cosa potrà mai pensare dei suoi genitori. Cominciamo bene.

Bé, sii realista: sono poche le probabilità che se ne ricordi una volta nato.

Per fortuna. Il futuro padre, mi fa ridere pensare a lui in quei termini, appena finito, è crollato come la pera di Newton, ah no, forse ho sbagliato frutto.

Non importa, il punto è che quando mi sono divincolata si è spiaccicato con la faccia sulla tovaglia.

Ho dovuto portarlo a letto, una vera impresa considerando che il mio sangue avrebbe potuto mandare in coma etilico lo sventurato vampiro che avesse osato mordermi.

Dubito che il concepimento sarà mai uno degli aneddoti gloriosi di cui parleremo a nostro figlio.

Nostro figlio: aspettiamo un bambino!

Devo dirlo a Marco.

Come decide di dare la notizia a Marco?

  • È troppo agitata, non può aspettare: gli telefona (41%)
    41
  • Aspetta la sera, quando saranno entrambi rientrati dal lavoro, a cena (36%)
    36
  • Gli fa una sorpresa al lavoro, durante la pausa pranzo (23%)
    23
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312 Commenti

  • Ti sei ricordata del romanzo, grazie x averlo chiesto 🙂
    Direi che procede, visto che il corpo principale c’è, compreso il finale (io scrivo in ordine sparso in base al l’ispirazione del momento..)…ora devo collegare le varie parti e limare/approfondire quello che ho già scritto. ..
    Però ho due problemi: uno è che un giorno mi pare di aver scritto delle cose bellissime e il giorno dopo delle vere cavolate, e l’altro è che non ho nessuno che mi legge per dirmi se è vera la prima o la seconda opzione di cui sopra !!!!! Però procedo, lo sto scrivendo soprattutto per me 🙂
    Ma anche tu ce la puoi fare, scherzi? Un romanzo non è altro che un racconto più lungo dei 50.000 caratteri concesso qui in fondo 🙂
    Perciò buttati e, come sempre, buona scrittura ;-)))

  • Ciao befana,
    mi mancheranno un sacco le ansie della tua protagonista e il piccolo mondo che con maestria hai saputo costruirle attorno !
    Bellissimo finale e bellissimo nome per il tanto atteso bebé (anche se Aragorn aveva un certo fascino…quanto ho riso in quel punto ! XD)
    Di questa storia ho adorato l’ironia, delicata e quotidiana, e la costruzione di personaggi che, presentatici da una protagonista carismatica, che pur nel loro essere, a volte, sopra le righe non sono mai macchiette ma persone con i loro pregi e i loro difetti. Molto bella anche la scelta di descrivere la gravidanza, che viene dipinta nell’immaginario collettivo come un perenne stato di grazia, in modo verosimile, attraverso il racconto in prima persona di una neo mamma che ne descrive invece anche le problematiche.
    Alla prossima !

    • Grazie Chiara,
      sì, decisamente era questo il mio punto di partenza: l’ipocrisia buonista che obbliga a dire che essere incinta è bellissimo, una donna incinta è raggiante, che la nascita faccia dimenticare gli orrori del parto, eccetera.
      Certo che avere un figlio è un’esperienza meravigliosa, in fondo è l’unico vero obiettivo di ogni specie vivente, ma, cacchiarola, ci sarebbero parecchi punti da migliorare nel processo che porta alla nascita.
      Per i toni, ho cercato una via di mezzo tra la caricatura e il realismo, sono felice che ti sia piaciuto, mi ha molto divertita scriverlo.
      A presto

  • Ciao befana,
    eccomi alla lettura, come sempre piacevolissima, del tuo ultimo capitolo…..come tutta la storia mi ha strappato più di un sorriso il tuo ironico scorcio di vita vera, dalla suocera soporifera, all’insanabile strappo di topa ( sia di Milena che della vicina) !!!!!
    Che dire, davvero complimenti per questa ennesima, riuscitissima, prova. Per me hai saputo creare allo scopo uno stile particolare e godibile, brava 🙂
    Ti saluto e ti aspetto prossimamente!

  • Un tenero ritratto dipinto con gioiosa armonia. L’arrivo del piccolo, che avrebbe potuto chiamarsi Aragorn (e non mi sarebbe dispiaciuto), è un raggio di sole nella vita dei genitori, ma non solo. Le nonne forse scopriranno di andare d’accordo e magari un giorno i genitori lo faranno davvero quel viaggio in bicicletta, tutti e tre. Questo racconto è la prova tangibile che non serve arrampicarsi sulla luna né affrontare un orda di mostri primordiali per avere l’attenzione dei lettori. Basta una penna con le ali, la giusta ironia e una buona dose di sentimento, di quello genuino che non lo fanno più. Bravissima.

    • Secondo me chiamarsi Aragorn sarebbe dispiaciuto a lui prima o poi, ti immagini gli sfottò dei compagni di scuola?
      Ti ringrazio dei complimenti, in realtà per me resta un cruccio: sogno da sempre di scrivere grandi epopee, avventure, noir avventurosi, ma poi mi vengono in mente solo storie di gente normale cui non succede nulla di straordinario.
      Ma adesso che ho ricevuto un’espressione bella come “penna con le ali” lo faccio ancora più volentieri.
      Ciao

  • Ciao Befana,
    E così siamo arrivati al termine di questa storia divertente e vera, delicata nonostante la comicità. Se l’humor doveva essere un esperimento per quanto mi riguarda è riuscitissimo 🙂
    Apprezzabilissima la tua capacità nel far vivere in prima persona la storia che stai narrando, e farlo con un uomo, in questo caso, non era affatto facile 🙂
    Complimenti.

    Ciao, alla prossima!

    • Sai che è proprio una delle cose che mi ha stupito di più? Iniziando la storia credevo di avere quasi solo lettrici donne e invece ne ho avuti quasi di più uomini. A quanto pare soffro di preconcetti anche io.
      Sono felice che ti sia piaciuta, scrivere col sorriso è piaciuto molto anche a me.
      Ciao

  • Aiuto, la descrizione della compagna di stanza è decisamente realistica XD Io non credo che resisterei con uno soggetto del genere!
    Mi è piaciuto questo finale: Di solito le storie che raccontano una nascita hanno un che di stucchevole, a parer mio, ma non è certo questo il caso.
    Leggerò con piacere il tuo prossimo racconto.

    • Ammetto che ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti non è interamente casuale 😉
      Cercare di dissacrare lo stucchevole era forse la cosa che mi divertiva di più: tutta questa retorica delle donne raggianti, del momento magico, non è che la riproduzione umana sia proprio tutta rose e fiori XD
      Adesso proverò a cambiare ancora genere, è uno dei piaceri di questo sito, la “sperimentazione libera”
      A presto

    • In effetti, sopporto sempre meno tutti quelli che cercano di insegnare e parlano di “mestiere” di genitore. È un’avventura umana, che si impara e si aggiusta, si corregge, modifica giorno dopo giorno, nell’interazione, diversa per ognuno, diversa da un figlio all’altro. Un’avventura insieme.
      In cui bisogna cercare di agire seriamente e con impegno ma senza prendersi troppo sul serio. Come nella vita 🙂
      Il prossimo racconto sarà totalmente diverso ma parlerà sempre di persone, mi rendo conto che sono l’unico soggetto di cui mi viene da scrivere.
      A presto

  • Rieccomi, befana.
    Soprattutto negli ultimi capitoli, quando hai coinvolto anche il compagno, mi è capitato di vedere riflesse situazioni che avevo vissuto in prima persona. Quest’ultimo poi è stato l’apice: quale coppia non ricorda la compagna di stanza caciarona circondata da amici/parenti improponibili? Il fatto è che, se la cosa è una inesorabile legge fisica, ti domandi che razza di fastidio riesci a dare tu a lei, perché questa ti ricordi con fastidio 😀
    Una bella avventura. Nove mesi narrati con la discreta ironia che ho imparato a conoscere e che apprezzo molto. Mai banale, mai retorica, sempre molto vera. Complimenti!
    Ciao, ti auguro un sacco di ottimi giorni.

    • Parla per te, io sono sicura di essere stata una compagna di stanza impeccabile, ammirevole, discreta e invidiabile 😉
      Devo ammettere che la cosa del telefono si ispira a una vera compagna di stanza, simpatica e piacevole in verità, ma molto diretta commentando “la cosa” con gli amici al telefono.
      Apprezzo particolarmente il “mai retorica”, demagogia e retorica sono veramente fra gli atteggiamenti umani che aborro in assoluto.
      Ciaooooo
      P.S. Ho pubblicizzato il tuo sito alle mie 2 più care amiche con figlie under10. Con le vacanze non so se hanno implementato la sponsorizzazione, mi informerò 🙂

  • Leggere questo racconto è stato davvero bellissimo, anche se non ho vissuto niente di tutto questo sulla mia pelle – un pregio in più per la tua storia: avvicinarsi e toccare tutti indistintamente, non solo le mamme.
    Grazie Marezia! Tornerai presto? Spero di poterti augurare delle buone vacanze 🙂

    • Spero di potermele augurare anche io ^^
      Ma già ho prenotato tre giorni a Roma, un giretto nella Città Eterna in cui non metto piede da 15 anni almeno, già lo so che le vacanze cominceranno bene!
      Grazie, Chiara, i tuoi commenti mi scaldano sempre l’anima.
      Buonissima estate

  • Ciao Befana
    L’argomento “gravidanza” che hai scelto per questo racconto è, di per sé, intrinsecamente, un tema sul cambiamento. Rappresenta una svolta nella vita di ogni donna e, per estensione, della coppia. Ognuno ha il suo vissuto – da protagonista o da spettatore, al di là degli stereotipi.
    Ti confesso che non mi sono innamorata di questa storia, che tu hai saputo costruire con una certa leggerezza, a tratti ironica, comunque mai banale.
    Hai osato. Brava.

    • Volevo provare a scrivere divertendomi e sperando di divertire qualcun altro insieme a me. Sono già molto soddisfatta, e questo racconto mi ha persino fatto sperimentare forme di scrittura che non avevo mai provato. Forse avranno un seguito, forse no, in ogni caso mi è piaciuto immensamente.
      Mi è venuta n mente una cosa ancora più strana per il prossimo incipit.
      Ci rivediamo tra un po’.
      Ciao

  • Alla fine ho sbirciato, non ho resistito. Poi sono tonata e ho curiosato. Poi è successo che ho letto un episodio intero. Poi uno a metà. Ora tutto il finale… E mi sono resa conto di aver letto tutto il racconto… che dire… brava, vera soprattutto. Molto vera come autrice, sincera, discreta, modesta, non menti mai al lettore. Non lo inganni, non lo tormenti, lo diverti e lo intrattieni con ironia e acume. Vai avanti. Ti leggerò sempre.

  • Bene, hai portato a casa anche questa storia. Devo dire che poco a poco hai vinto le mie resistenze a questo tuo esperimento chick-lit. Brava.
    E ora? Ti prendi una pausa? Ci vediamo a settembre?
    A settembre torno anch’io con un nuovo racconto.

  • Bene, sei riuscita a scrivere il classico “e vissero tutti felici e contenti” non in modo banale e scontato…chapeau 🙂
    Che ne dici di raccontarci i primi anni di vita? Magari conditi dall’arrivo di una sorellina, così, tanto per capire se la mamma vivrà le stesse emozioni. Naturalmente scherzo, ma non nel rinnovarti i miei complimenti. A presto carissima, ciao 🙂

  • ——————————-
    Se è vero che i bambini interiorizzano tutto fin da subito, non so se al suo servirà prima uno psicologo o un dizionario.
    ——————————-
    😆 😆 😆

    Lei è sempre la stessa, ma questo: “Smesso non so, ma è diverso, da quando me l’hanno posato addosso…” è decisamente splendido 🙂

    Il capitolo avrebbe richiesto qualche carattere in più, ma va bene anche così 🙂

    Alla prossima storia 🙂

    Ciao 🙂

    • Ti dirò, per me tutto il racconto avrebbe avuto bisogno di più righe, sono arrivata in fondo accorgendomi di non aver trovato spazio per un sacco di temi che avevo in mente, ma va bene così, forse troveranno spazio altrove, forse no.
      Spero di ritrovarti ancora qui tra le righe, ciao

    • Non ti preoccupare, in realtà la famigliola era già in vantaggio, seppur minimo, sulla folla.
      Al momento non è l’opzione a causarmi problemi: vorrei chiudere con un mix corretto di comico e sentimentale senza sforare né in caciara né in melenso ma fatico. ^^
      Grazie di essere passato

  • Ciao Befana
    Per qualche ragione inspiegabile il mio commento è in moderazione da ieri.
    te lo riscrivo qui quasi uguale.
    Capitolo degli atti, o meglio, delle opzioni mancate. Niente s…, niente lavaggio vetri, alcuni lettori saranno forse rimasti delusi? Boh!
    Una cosa è certa è scritto bene e scorre bene, questa volta in senso umoristico, realisticamente diuretico :-).
    Milena e il piccolo ecc

    • Accipicchia, sempre più sensibile questo software di moderazione ^^
      Non so se ci sia una na delusione, i lettori non hanno saputo decidere tra vetri e amore, non ho scelto nemmeno io.
      Direi che la diuresi eccessiva è un effetto collaterale immancabile di quei mesi.
      Ciao, Maria, grazie

  • Rieccomi, befana. Eh, però, aspetta: io mi aspettavo un incontro hot davanti alle vetrate e tu, al contrario, hai mostrato un doppio interruptus! Non si fa! Ah ah!
    Capitolo spassosissimo e con un piccantino che ho trovato realistico, il che, a mio parere, trattando questi argomenti è estremamente difficile 😀
    Ah, ho votato per la piccola famiglia riunita: non ci crederai, ma a me è successo ed è un bel ricordo.
    Ciao, ti auguro un mucchio di ottime giornate.

    • Sì, per fortuna qualche momento di intimità si riesce a ricavarlo, ma diciamo che non è la normalità imperante in un reparto maternità.
      Mi fa molto piacere che tu abbia apprezzato gli scambi: avevo cominciato a pormi seri dubbi dopo un paio di commenti che definivano i dialoghi irrealistici. Per quanto volutamente comici, credevo di aver scritto degli scambi verosimili, pensavo quindi di essere anormale io che trovavo deliri simili largamente possibili anche in camera da letto.
      Il tuo”realistico” mi riconforta ^^
      Ciao

  • Ciao befana!!
    Che dire, capitolo spassosissimo, dal capo gay che dispensa perle di saggezza, alla vecchia puntata del mitico Friends, per non parlare della madre di Hitler!!! Brava davvero..per il finale avrei voluto un mix delle 3 opzioni in un crescendo (prima Milena e il piccolo, poi anche Marco e poi tutti gli altri) ma dovendo scegliere ho optato per il novello gruppo familiare 😉
    Già, nome ce lo dirai vero???
    Buona giornata! !

    • Ci credi se ti dico che la domanda “ma come lo chiameranno” ormai mi attraversa la mente nei momenti più disparati della giornata?
      Sono molto felice che ti sia piaciuto, il racconto è quasi finito e mi rendo conto di essere riuscita a metterci la metà degli spunti che avrei voluto, ma va bene così.
      Ciao ciao

  • Ciao Befana,
    Loro tre e una folla di gente. Bisognerebbe tenere nascosto a tutti il fatto che si aspetta una “Piccolo”, se non fosse per il fatto che la cosa è piuttosto evidente e visibile. Zero intimità, ma forse fa parte delle cose belle della vita 🙂
    Capitolo divertentissimo, durante i loro dialoghi e tentativ pornografici impacciati ho riso un sacco!

    Al finale allora, buon weekend 🙂

  • Io voto la famiglia e vediamo che Piccolo avrà un nome o sarà chiamato Piccolo 😛

    Continuo a consigliare a Milena una doccia fredda alla testa e mi preparo lo scudo per parare la mazzata sui denti che mi vorrà dare 😀

    Il capitolo è stato divertente. L’unico appunto è che in alcuni punti il dialogo sembra “forzato”: alcune frasi sembrano uscire a metà dalle loro bocche, come se volessero dir qualcosa ma poi si fermano.
    Ti aspetto per il gran finale ^_^

    Ciao 🙂

    • Credo che Milena ti ri risponderebbe, più o meno: prova tu a essere incinto di nove mesi, dopo aver già subito i mesi precedenti e poi mi dirai cosa ti cambia la doccia fredda! 😉
      Quella del dialogo forzato me l’hanno già scritto altri: a me non sembrava, ma è anche vero che dialoghi così a casa mia possono aver tranquillamente luogo, magari per gente più normale sono artificiosi ^^.
      Però sta cosa delle frasi a metà mi interpella: proverò a rileggerli a mente fredda tra qualche giorno.
      Ciao, RD

  • Il famoso ecesso di dialoghi di cui parlavi?

    Scusa ma non trovo molto coerente la critica che mi muovevi per l’eccesso di dialoghi e poi la realizzazione di questo episodio dove mostri l’opposto. A parte la tua mancanza di coerenza debbo valutare che, nel tuo caso, i dialoghi purtroppo non funzionano. C’è qualcosa di innaturale in questa conversazione.

    • Il famoso eccesso di dialoghi di cui parlavi? Scusa ma non trovo molto coerente la critica che mi muovevi per l’eccesso di dialoghi e poi la realizzazione di questo episodio dove mostri l’opposto. A parte la tua mancanza di coerenza debbo valutare che, nel tuo caso, i dialoghi purtroppo non funzionano. C’è qualcosa di innaturale in questa conversazione.

    • Ciao.
      Non c’è incoerenza: mi hai chiesto un’opinione sul tuo racconto, che vuol essere un racconto di avventure fantasy, ho detto che secondo me l’eccesso di dialoghi spezza il ritmo dell’azione, secondo me con un discorso indiretto o dialoghi più brevi l’evolversi della vicenda sarebbe più fluido. Era un’opinione sul tuo racconto e non l’ho cambiata, non era una regola assoluta..
      Il mio coso, qui, forse non l’hai notato perché non lo hai letto dall’inizio, ma è nato fin da subito come un monologo/flusso di pensieri/dialoghi; probabilmente è stato un esperimento che non ripeterò, è difficile da gestire e manca di fluidità, se un giorno dovessi riscriverlo probabilmente cambierei impostazione. In ogni caso non c’è voce narrante, è “in presa diretta” sui pensieri e gli scambi dialogici, non c’è altro nel racconto, né discorso indiretto né POV esterno.
      Prendo atto che secondo te i dialoghi non funzionano.
      Ciao

      P.S. Non capisco il senso di chiedermi di leggere il tuo racconto e darti le mie impressioni (quello sono, impressioni, non ho altre pretese) e poi offenderti e dirmi “dici di me e tu fai peggio!”, mah!

    • Ecco, vedi, a me erano tra quelli che piacciono di più, li trovavo fluidi, più narrativi dei primi. 🙂 Non so se sia questione di gusti o abbia ragione tu, tanto ormai sono scritti così e se dovessi riscriverlo, un giorno, penso che rivedrei tutta l’impostazione per qualcosa di più “classico”.
      Sicuramente la folla è la più realistica.

  • Vado anch’io con l’infinità di gente: coerente con lo spirito della storia e, tutto sommato, piuttosto realistico.
    Su questo capitolo devo fare una piccola critica: posso dire che i dialoghi non mi hanno convinta al 100%? In passato abbiamo sentito di più la voce di Milena – i suoi pensieri, intendo – e la cosa mi era sembrata naturale. Leggendo la conversazione con Marco, invece, mi è parso di avvertire un che di artefatto: in parte colpa del registro linguistico e della correttezza formale, forse un po’ eccessiva, ma credo che la colpa sia soprattutto da attribuirsi alle tante ripetizioni. Quella dell’appellativo “amore”, in primis, che in un testo così corto balza decisamente all’occhio, e quella di “bé, sì” in secondo luogo, che alla lunga… stroppia un po’.
    Ovviamente si tratta solo di mie considerazioni personali!

    • Forse hai ragione tu, non saprei, ho scritto i dialoghi come mi sembravano “suonare” bene; se vuoi posso solo spiegarti i miei punti di vista.
      Avevo pensato di mettere un paio di pensieri non espressi di Milena ma poi ho deciso di no: nei dialoghi precedenti era arrabbiata con Marco, quindi bolliva dentro; con Serena filtrava i suoi pensieri con la buona educazione, quindi c’era una discrepanza fra pensiero e parola. Questo è un dialogo sincero, dice a Marco quello che sente, che pensa, non c’è filtro.
      Sulla correttezza formale, forse è sbagliato, ma immagino questi due come più o meno della mia generazione e del mio background socioculturale. Anche quando parlo uso i congiuntivi e le parole giuste, magari ci metto qualche parolaccia e le ripetizioni quelle sì (dici che ho ecceduto con i “bé sì? Pensa che ne ho anche tolti^^)
      Gli “amore” ripetuti erano voluti: lei ne usa un paio, prendendolo in giro e alla fine, in un momento di panico: è l’ora x, stressa, raddoppia l’invocazione a Marco.
      Lui ne abusa, ma nelle mie intenzioni era per mettere in evidenza il fatto che si senta disarmato davanti a lei che non ne può più e comincia, secondo lui, a dare di matto. Nella mia esperienza, gli uomini, quando non sanno come fare a calmarti o a ammansirti si buttano sulle parole dolci. E non mi sembravano due tipi da “topo, cucciolo, tesoruccio, zuccherino,ecc”
      Ecco, per spiegarti come ho ragionato. Magari quando lo rileggerò a mente fredda tra qualche mese sarò perfettamente d’accordo con te e riscriverò tutto.
      A presto

      • Sai, più che i congiuntivi (che non ho nemmeno notato… ce ne sono?) la cosa che mi ha lasciato un po’ perplessa è proprio la terminologia adottata.
        Al di là del background socioculturale, credo che il registro linguistico utilizzato con il marito – per di più in camera da letto! – non sia lo stesso usato durante la discussione della tesi di laurea. Come dire: ci sono toni e parole giuste per ogni contesto, se stona l’informale in un contesto elevato, stona anche il troppo formale in un contesto domestico… non so se mi spiego. Detto questo, però, quello che sembra troppo formale a me può non apparire tale a te: se tu ti esprimi veramente in questo modo, allora hai fatto benissimo ad adottare la terminologia che hai adottato.
        Anche perché, a mente fredda (e non impastata dal sonno), credo di aver capito qual è la cosa che mi ha disturbato maggiormente: i dialoghi mancano di intonazione. Non è una cosa facile da spiegare, forse è semplicemente l’uso della punteggiatura, delle frasi che mi sembrano un po’ troppo lunghe per essere espresse oralmente. Quando parliamo, facciamo mille pause, spesso la frase non presenta una perfetta coerenza interna: spesso invece i tuoi personaggi sembrano sapere perfettamente cosa dire, dall’inizio alla fine.
        Non so, forse è una banale questione di punteggiatura, come dicevo: magari sarebbe bastato mettere qualche punto in più all’interno delle frasi. Hai provato a leggere ad alta voce le battute, non come ce le hai in mente tu, ma come suonano con la punteggiatura che hai messo?

        • Sulla punteggiatura non mi pronuncio: hai sicuramente ragione tu, ho anche provato a studiare regole e consigli ma vado sempre piuttosto a tentoni.
          Sulla terminologia, boh: io vedo solo “ingiunzione di sfratto” e “metodologie empiriche”, parlano in tono semiserio, quando si scherza si scelgono le parole da usare: è il fatto di usare termini “tecnici” per un soggetto così che voleva essere comico. Almeno lo era per me. Sulle frasi lunghe magari hai ragione, ma mi frullavano in testa così e per quanto riviste e corrette le ho lasciate lunghe. Tanto un giorno poi rivedrò il tutto.
          Ciao

  • “Loro tre e una folla di gente, chi mai è riuscito ad avere un po’ di intimità in una stanza del reparto maternità”.
    In effetti mancava un po’ del rapporto di coppia tra i due, quindi sono stata contenta di questo capitolo, ironico come sempre. Le battute sono bellissime, sto ridendo da sola davanti al compu

    e mio fratello mi ha guardata con la classica espressione da “Ooook. Allontaniamoci lentamente”.

  • Rieccomi, befana. Ho votato per il classico dispendioso, almeno si diverte un po’ 😀
    In qualità di genitore, ho finalmente avuto il potere di abolire la norma delle due ore e mezza (nel mio caso erano tre!). Una profonda soddisfazione 😀
    Se hai una strategia per cui un blog personale venga letto da più di sette parenti ti prego di condividere, l’argomento mi interessa 😀
    Ciao, ti auguro un’ottima giornata.

    • E io che contavo su di te per togliermi dall’imbarazzo della parità, mi scegli l’opzione shopping, e adesso questa povera ragazza dovrà fare all’amore lavando vetri all’impazzata!
      Le verrà un infarto, come minimo.
      Ciao
      P.S. Ho l’abitudine di non giudicare, quindi non trarrò nessuna conclusione dal fatto che tu pensi che una donna trovi più “divertente” fare spese che fare “des galipettes” come dicono i francesi 😉

  • Vado di lavaggio vetri!! 🙂
    Di questo capitolo mi è piaciuto particolarmente il rapporto a distanza con l’amica, ma anche la prima parte sui vari manuali della mamma perfetta è ironica ma molto realistica. E non solo i manuali, ma anche qualsiasi persona per strada pensa di avere la scienza infusa e di poter dare consigli sull’educazione dei figli.
    A prestissimo!

    • Ma direi proprio che oggi tutti pensano di avere la scienza infusa su tutto, anzi no la “libera opinione” perché la scienza e la conoscenza sembrano andare di moda sempre meno.
      Se non passa di qui più nessuno alla povera Milena toccherà “s’envoyer en l’air”, come dicono i francesi, sfregando i vetri del palazzo: la vedo dura e molto faticosa, ma qualcosa bisognerà inventare. ^^
      Ciao

  • No dai, non vorrai davvero farle lavare crudelmente tutti i vetri del condominio? Oddio, sì!! Scelgo lui!
    Ciao Befana, capitolo molto bello e divertente. Mi piace molto questa simpatica, buffa, spontanea e dolce sintonia tra Piccolo e Mimì. Rende tutto molto reale 🙂

    Ti auguro buona serata. Complimenti e alla prossima

    • Sintonia è presto detto, quando si mette a ballare “il ballo della steppa” dentro la panza non è che lei si senta poi così in armonia 😉
      Grazie, Veners, mi sto davvero divertendo a scriverlo, se qualcun altro sui diverte a leggerlo, è la ciliegina sulla torta!
      Ciao

  • Befana!!!
    Ebbene sì, ho scelto sesso selvaggio e focoso!!! Mi ha fatto troppo ridere questa opzione e l’ho cliccata d’istinto…sono cattiva perchè ho pensato “Ah, ah, vediamo come se la cava con questa”!!!! Ricordati che c’è anche una sezione Eros sulla piattaforma 😉
    Capitolo come al solito molto divertente, sopratutto la parte sui manuali che ti insegnano a fare “tutto e il suo contrario”.
    Per l’attesa per il bagno mi sa che anche io ho traumatizzato il mio piccolo: quando siamo al mare, dopo mangiato non fa che chiedere “si può fare il bagno adesso”?!?!?
    Molto poetica la spiegazione su cosa significa amore….bel capitolo, ricco di tante sfumature…attendo con ansia il prossimo 😉

    • Stavo rispondendo al commento sopra e il tuo è spuntato all’improvviso: anche tu hai scritto la parola proibita che comincia per s e finisce per o, questi moderatori automatici, hihi
      Mi sa che hai ragione, per l’opzione “hot”: l’ho scritta perché me ne mancava una e mi faceva ridere ma già inserendola temevo facesse furore. Vedremo come me la caverò (e come se la caveranno la panzona i il suo compagno!)
      Grazie di tutte le belle parole, mi fanno tanto piacere.
      Ciao

      P.S. I miei “piccoli” non fanno testo: sono cresciuti al mare, chi ha mai potuto impedirgli di entrare in acqua prima dopo durante e lontano dai pasti! Quasi quasi i picnic li fanno direttamente in mare, invece che sulla spiaggia 😉

  • Ciao Befana
    questo capitolo potrebbe essere la pagina di un diario. Raccoglie i pensieri di Milena in un momento di “pausa degli altri”.
    Mi è piaciuto l’inserimento dell’amica del cuore 🙂
    All’ottavo mese di gravidanza è un po’ roccabolesco pensare di lavare tutti i vetri dell’appartamento 🙂
    vediamo come te la cavi – sono sicura, bene – con i limiti consentiti dalla pancia e dai dolori lombari… …

    • Sai che la cosa del lavare i vetri l’ho rubata a una vicina? Non so se lo fece davvero, ma lo minacciava spesso, verso la fine della sua attesa. ^^
      L’amica ho dovuto inserirla a forza, mi è stata bocciata ogni volta che l’ho proposta tra le opzioni di scelta, e non concepivo che Milena potesse affrontare tutta una gravidanza senza il supporto di una cara amica. Doveva esserci una ragione, a ciò.
      Grazie, Maria
      Ciao

  • Ugh, i blog. La piaga dell’epoca moderna per cui della gente normale, con vite normali, sente l’insano bisogno di ammorbare il web spammando a destra e a manca i fattacci suoi. Schiff’.
    Ehm, a parte questo, bel capitolo. Io ho votato per i vetri: rispetto al sesso, mi sembra più coerente, se non con il personaggio, quantomeno con lo spirito della storia.
    Ps. Unico appunto: la menzione dell’amica lontana mi è sembrata, almeno fino a ora, un po’ fine a se stessa.

    • Bé, altro che blog, basta facebook alla gente per sbandierare quello che mangiano, come si vestono, le tende nuove del salotto, eccetera, Non aspettano nemmeno più i famosi 15 minuti di celebrità, fingono di essere famosi e ammirati vita natural durante. ^^
      Per rispondere al tuo commento, non ho capito perché i vetri sarebbero più coerenti ma mi adeguo alla tua opinione.
      Quanto all’amica, mi rendo conto che è un po’ tardivo il suo inserimento, ma ci sono diverse ragioni: 1 mi sembrava strano che in un periodo così particolare e stressante della vita Milena non avesse mai accanto una vera amica, e siccome ogni volta che un’amica era tra le opzioni è stata scartata, ho dovuto inventare una spiegazione alla sua assenza, 2: dava una ragione a Milena di voler mettere per iscritto la sua esperienza, per condividerla con l’amica assente; 3: è in lavorazione un’altra versione di questa storia, per tutt’altro supporto, in cui l’amica è molto importante; forse le due versioni non si incontreranno mai, ma mi piaceva mantenere una coerenza fra loro.

      Ciao e grazie dei tuoi feedback davvero molto pertinenti

    • Ma c’è qualcosa che non ti metta ansia? Mica devi farli tu, né lo shopping, né i vetri ahaha.
      On realtà io di Ermide ne ho baciate poche in vita mia, ma è metafora di tante piccole ipocrisie cui gli adulti obbligano i bambini in nome della “buona educazione”.
      Ciao, e stai lontano dall’ansia!

  • Io voto la maglia, essendone amante e manifesto così la mia vecchiaggine intrinseca.
    A me il capitolo è piaciuto. E va bene anche per lo stereotipo delle estetiste. Tanto poi appena esci di casa vedi che le caratteristiche impersonate da Serena, l’estetista, trascendono le distinzioni professionali. Insomma il mestiere in questo contesto era funzionale alla trama. Ci sta tutto, e ne avanza anche un pò.
    Quanto ai commenti stilettosi anche mia madre è un’artista in campo.
    Ti riporto l’episodio, uno perchè in questo momento della giornata sono logorroica, e due perchè è abbastanza divertente – almeno io l’ho trovato divertente.
    Scena: taglio i capelli, in maniera drastica. Tipo da metà schiena a pixie cut. Ero felicissima. Passo dai miei e mia madre: “No, non stai bene per niente!” (L’arte del far intendere senza dire esplicitamente non le è pervenuta, mai).
    Passano i mesi e ritaglio i capelli, con rasatura laterale e colore diverso.
    Si ripete la scena. Madre, “Ah, no stavi meglio l’altra volta.”
    Io, “Quella in cui mi hai detto che non stavo bene per niente?”
    Fine della storia. Mi diverte sempre. A volte ci si rimane male. A volte si capisce che ognuno con le sue opinioni ci fa quello che gli pare e io non posso mica perderci il sonno. Quindi forza Milena, sotterra Serena con la tua verve e i tuoi pori dilatati!
    Ho lettto i commenti qui sotto (sempre divertente) e mi sono sentita un’ignorantozza!
    Volevo fartelo sapere.
    Alla prossima. E scusa il papiro!

    • Anche a me piace fare la maglia, da sempre anche se ultimamente non “esercito” più e mi sento molto giovane… dentro^^
      Rilancio sul tuo aneddoto mammesco, mio padre, che amo con tutta l’anima e mi ama con tutta l’anima, è privo di qualsiasi parvenza di tatto. Il giorno in cui venne per la prima volta a conoscere la mia primogenita, nata da pochi giorni, sorrise emozionato e disse a mia madre: «Guarda, finalmente Marezia ha fatto qualcosa di buono». Quando gliela ritiro fuori alle riunioni di famiglia, non ricorda, nega, dice che ho frainteso, ma è fatto così: uno che dice “ti vedo ingrassato” incontrando un conoscente obeso. ma non è vanitoso e non ha mai fatto l’estetista! XD
      Ciao, Aiels, è sempre un piacere leggere i tuoi “papiri”

  • Rieccomi, befana. Ho votato che legge e studia, non mi pare si ritenga un’esperta della materia e in quanto a Julia Roberts e le sue calzette… pfft!
    Un dialogo orrendo. Cioè, il dialogo l’hai reso benissimo, talmente bene che provo imbarazzo fisico nell’immaginarmi la tua protagonista costretta a subire un uragano di dabbenaggine. È un caso in cui, capita, la cretineria batte nettamente la cattiveria, per quanto mi paia ben dotata su entrambi i fronti.
    Ciao, ti auguro una buona giornata.

    • In effetti dal mio punto di vista la cattiveria di Serena è totalmente non intenzionale, è davvero ammirativa di chi come Milena ha il coraggio di mostrarsi in pubblico senza trucchi e costumi della perfetta “bella figheira” (tanto per citare una grande artista). Le offese nascono dal filtro della sensibilità di chi ascolta, in realtà senza andare nella caricatura di questo dialogo, sono in tanti a lanciare insulti senza farci caso, solo perché troppo presi da sé stessi. Come certi ” ma eri bellissima” detti guardando delle tue vecchie foto, l’intenzione non è mica cattiva, ma la ricezione è “come ti sei rovinata, incredibile”. (Detto per inciso, mia suocera è una professionista in questo, complimenti che nascondono stilettate assassine).
      Ciao, Erri, mi piaceva di più la foto di profilo di prima ^^

      • Grazie per il feedback sull’avatar, in effetti l’ho cambiato anche qui perché ero curioso di sapere se rendeva bene (non tanto :-D) e se piaceva.
        L’altra foto è presa da internet, è certamente più carina ma al momento sto cercando qualcosa che possa utilizzare liberamente e in ogni sede. Il disegno è fatto da me. Non mi soddisfa ed è provvisorio, ma almeno ci posso fare ciò che voglio.
        Ciao, buona giornata.

  • Ciao befana!
    Accidenti, sapevo di essere rimasta piuttosto indietro con le letture, ma del tuo spassosissimo racconto mi sono persa addirittura quattro capitoli…accidenti, perdono ;-(
    Li ho recuperati tutti insieme e,come sempre, li ho trovati frizzanti e pieni di trovate azzeccatissime…qualcuna più delle altre mi ha colpito, come lo sfregamento della pancia portafortuna , che trovo un pò inquietante, soprattutto quando ti esortano a farlo a benemerite sconosciute (a me è capitato, e mi sono rifiutata…), l’incontinenza cronica e il marito che pensa a mangiare più che ad altro (il mio anche nel bel mezzo delle doglie, e ha avuto pure il coraggio di dirmi “mangia qualcosa anche tu!”)…ah, ah, ah!!!
    Comunque, per proseguire ho votato il blog: mi intrigava e l’ho scelto, anche se forse caratterialmente Milena è più per lo studio dei manuali.
    Ciao e brava, come sempre!

  • Ciao Befana,
    opto per il blog, non ce la vedo proprio a fare la maglia XD
    Ho adorato sia il capitolo precedente con lei inclusa/esclusa dalla cena che questo, divertentissimo e ai limiti del surreale anche grazie a Serena, così stronza da farmi sperare che alla fine la sberla immaginaria della protagonista si concretizzasse.
    A presto !

    • ma come, sai che anche Russell Crow è un appassionato dei ferri da maglia, l’ho letto dalla parrucchiera! 😉
      Sono contenta che ti sia piaciuto, ma surreale mica poi tanto, di gente come questa Serena mi è capitato di incrociarne più di una volta.
      Mi sa che ha vinto il blog.
      Ciao

  • Buongiorno Befana,
    Inizierà un blog sulla maternità.
    Spassosissimo capitolo, Serena è l’emblema della stupidità e mi hai fatto troppo ridere nelle considerazioni personali su Milena. Tra Mattia con il cervello nei boxer e lei che non si fa alcuno scrupolo ad uscirsene con delle boiate assurde… Ah, questa differenze di età! Sarà solo la differenza d’età tra le due e la sua stupidità è solo il prodotto della giovinezza?! 🙂

    Complimenti per il capitolo e alla prossima!

    • Ah, no, non credo: ci sono giovani arguti e beceri di ogni età. La differenza di età spiega solo la caduta del cervello di Mattia al livello delle gonadi 😉
      È che purtroppo di gente così se ne incrocia spesso ma non si è mai preparati.
      Ciao, Veners, buon fine settimana

  • Voto il blog perché ci si può giocare bene 🙂
    Il capitolo sul cibo mi ha fatto venire le voglie così, completamente a caso (visto che sono le 11 del mattino e dentro di me non c’è un piccolo esserino vorace), mentre leggendo il successivo ho dovuto trattenermi dall’insultare ad alta voce questa ragazza. Anche se poi, arrivata alla fine, mi è dispiaciuto per lei, perché mi sembra che si perda moltissimo.

    Buona giornata!

    • Prima sogni di essere incinta poi ti vengono le voglie? Io mi preoccuperei, al posto tuo ^^
      Quanto al caso della fanciulla, se non sai che ti stai perdendo tutto il senso della vita e neanche ti interessa, non soffri di perdertelo. Un po’ come quelli che ti sparano assurdità e quando gli rispondi che basta si informino un minimo per vedere che sono assurdità, ti rispondono “non mi interessa, io la penso così”. E magari vivono pure più sereni.
      Ciao

  • L’idea del blog mi sembra consona non solo alla situazione, ma anche e soprattutto al personaggio di Milena… peccato che è in minoranza 🙁
    Esilarante il dialogo con Serena e penso che sia stato proprio il suo essere così superficiale a trattenere Milena dal compiere un omicidio 😉 non si può che provare pena per una donna che punta tutto sulla bellezza, trascurando di essere se stessa e di vivere come vorrebbe.
    Ciao Marezia, a presto.

    • È in minoranza di un voto, c’è ancora la possibilità che le cose cambino ^^
      Sai che forse non sa neanche se e come vorrebbe vivere altrimenti? Ho giocato sulla caricatura, ma sono tante le persone (soprattutto donne a causa del pesante e retrogrado background sessista che si trasmette da una generazione all’altra) che non si pongono nemmeno il problema: per loro la vita è essere belli, alla moda, trovare un buon partito, crescere figli uguali a loro. E il resto del mondo è al massimo un oggetto di curiosità da osservare dalla piscina del Club Med.
      oddio mi sono ancora messa a pontificare! 😉

    • Nel terzo Bridget Jones fa la maglia? Non l’ho visto, mannaggia, se l’avessi saputo avrei scelto un’altra opzione.
      Forse lo hanno iniziato gli americani il filone dei libri e manuali di consigli di puericultura, ma lascia stare che anche in Europa non si scherza, puoi riempirci una biblioteca, o anche due.
      La povera Serena vuole sinceramente rendersi utile, con la delicatezza di un ippopotamo ottuso, ma non è colpa sua ^^

  • Devo dire che preferisco di gran lunga gli episodi con dialoghi a quelli con l’interminabile flusso di coscienza di Milena. Viste le opzioni, temo che non avremo un altro episodio basato su dialoghi… Pazienza, se paranoia deve essere, allora poniamo Milena difronte a una pila di testi (contraddittori) su come si cresce un pupo.

  • Opto per una Milena tecnologica, quindi vada per il blog. Mi è piaciuto il modo in cui hai delineato Serena. Oltre che cafona e priva di tatto, sbaglia i verbi e sembra l’unica femmina sulla terra. Mi meraviglio che Milena non le abbia dato un calcio nel sedere, forse temeva di cadere 🙂
    Ottimo, Befana, a fine settimana il mio, buona serata 😉

  • È uno humour, quindi il livello d’idiozia della giovane estetista ci sta tutto. Una strza, stupida e priva di qualsiasi empatica sensibilità.
    Immagino il rapporto con le clienti.
    Non è carino comunque stereotipare le estetiste. Quelle che lo hanno letto ci saranno rimaste malissimo, poverine.
    Cosa? Dici che le estetiste non leggono e che quindi mon ci sono problemi?
    Ma Befana! Che modi.

    • Che somaro!
      È che purtroppo non avevo più caratteri per fare una nota, ma l’ho specificato in commento:
      non volevo usare lo stereotipo facile dell’estetista scema, non ho pregiudizi e conosco estetiste che sono persone deliziose. Il mestiere mi serviva solo per sottolineare certi inestetismi epidermici e villici della gravidanza, che naturalmente Milena subisce, piove sempre sul bagnato!
      Serena è la caricatura di una vasta categoria di ventenni che pensano che essere belle e desiderabili sia il solo scopo e fine della loro vita. è grazie a quello che si svolta, no?
      Anche io penso che nell’humor la caricatura grossolana è permessa, se no pazienza

      Ciao

      • Ahahahah,
        ma cara Befana, pensi davvero che io non abbia letto il tuo commento politicamente corretto 😀 😀 😀 ?
        Ti dirò, ero sicuro di trovarlo ^^
        Il personaggio che hai descritto inoltre, corrisponde alla perfezione ad una persona che ho recentemente conosciuto (no, non è estetista 🙂 ) il che ha aumentato l’ilarità del capitolo, soggettivamente parlando.
        Comunque ho votato per il libro.
        E questo capitolo è bellissimo.

        • Non avevo capito che mi stavo prendendo in giro 😉
          Ma non era scrupolo politicamente corretto, era sincero: odio gli stereotipi reiterati. Conosco oche commesse, insegnanti e pure avvocate.
          Che tra l’altro quest’estate vado al matrimonio di un nipote e di un’ estetista, intelligente e persona squisita, giuro! XD

    • Meno brillante, ci puèo stare: mi sono divertita a scriverlo e a rileggerlo, ma di sicuro non è “fine” e può non piacere.
      Meno curato però no: l’ho ritoccato tantissime volte, senza contare le riletture ripetute e alternate delle battute di Serena, per togliere i congiuntivi ma senza eccedere nella parlata troppo caricaturale. almeno è quello che ho voluto fare, il risultato non lo garantisco.
      Per me la stronzaggine di Serena non è gratuita, è spontanea: è obnubilata dalla sua bella vacuità, non si accorge di offendere, è spontanea, ammira davvero chi come Milena osa uscire mal vestita e struccata. È caricaturale, certo, ma lo sono tutti i personaggi del racconto: penso che in un humour ci stia.
      Ma ci sta altrettanto che non ti piaccia 🙂
      Ciao, Maria

  • >Mi correggo: è proprio stronza, e pure un po’ scema.
    😆 😆 😆
    Da qui in poi mi sono rotolato in terra dalle risate. Certo che Serena è proprio “una cima”, eh?

    Sono indeciso tra il blog di maternità e la puericultura… mumble… qual’era il lavoro di Serena? Ma vada per il Blog, dai 😉

    Ciao 🙂

  • Chiedo “ufficialmente” scusa alle estetiste, per cui ho il più gran rispetto: la sola ragione per cui ho attribuito questo mestiere a Serena è per l’aggancio con la “chute” finale sulle “imperfezioni” da gravidanza di Milena. Non intendo coltivare stereotipi su estetista = scema e superficiale, lo giuro ^^

  • Buongiorno Befana,
    Probabilmente mi sono perso un pezzo! Ultimamente sono incasinatissimo ma appena sono online sento la necessità di rimettermi in pari con le “mie storie” 🙂 E lo faccio con grande piacere! Capitolo divertentissimo 🙂
    Dici che questa cosa del voler mangiare la mano a chi tocca pancia vale anche per un fratello che lo fa con la sorella?? Ahahah 🙂
    Ho optato per quella “stronza” di Serena.

    Complimenti e buona giornata!

    • La fame non guarda in faccia a nessuno: parenti, amici, semplici conoscenti, attento che te mozzico! 😉
      Ti dico solo che mio marito, per la nascita della nostra primogenita, mi offrì (fra le altre cose) un salame tutto per me, talmente gli avevo fatto pesare la sofferenza provata in quei nove mesi di astinenza forzata da insaccati! Ma giuro che non ho mai morsicato nessuno, non in quei frangenti ^^
      Ciao

  • Rieccomi, befana. Ho votato Serena, ma solo perché ci vedo più una donna ad invadere la toilette, un uomo rischia di più.
    Nella blacklist hai dimenticato gli insaccati 😀 e comunque “Fagocito ergo sum” è da premio 😀
    Non sono sicuro di avertelo già scritto, un “questo è il capitolo che preferisco”, ma se anche fosse, lo ripeto qui. Mi sembra veramente molto bello. Equilibrato, spiritoso, originale, con spunti spassosissimi. Brava!
    Ciao, ti auguro ottime giornate.

    • 3fagocito ergo sum” era il soprannome (gentilissimo) che io e una mai amica avevamo affibbiato a un compagno del ginnasio che portava per merenda enormi e olentissimi paninazzi alla mortadella, e se li ingollava come caramelle all’intervallo delle 10. Un mattino fu persino assaltato da uno dei cani poliziotto dei controlli antidroga saltuari all’ingresso del liceo, non perché trasportasse sostanze proibite ma perché il profumo della mortadella aveva ingolosito l’animale, seppur ligio al dovere. Giuro, non lo sto inventando.
      Mi ero sempre ripromessa che prima o poi avrei trovato come riciclare quella pseudomassima.
      per tutto il resto, grazie sig. Porta, alla prossima

  • Voto l’amica perché se no rischiamo un omicidio 😛
    Marco è troppo impegnato a mangiare e lo lasciamo lì.
    Scopriamo l’amica 😉

    Ok, non so se la cena è stata appositamente creata per far disperare Milena o se davvero funziona così quando si è incinta, ma questa cena è un vero disastro… ma una spaghettata a casa non era meglio? 😛 Compravano pure la torta per l’amica, valà, ed alla via così 😛

    Ciao 🙂

    • Mica l’ha organizzata lei la cena, gliel’hanno imposta, pora stella.
      Sono sicura che alla tavolata c’era anche chi mangiava innocenti spaghetti al pomodoro o insalatine, ma sai com’è, quando una cosa ti è vietata, vedi solo quella e ti sembra che tutti facciano solo quella.
      E Milena è appena appena sulla difensiva, prende tutto come un affronto personale, non so se si era capito.”Saranno gli ormoni” XD
      Ciao

  • Siccome abbiamo già visto i colleghi (valgono come “numerosa compagnia”?) e c’è tempo per bagni di folla anche nei prossimi capitoli, ho scelto “A spasso con un’amica” 🙂
    Non so nemmeno più cosa dirti, quando vengo a leggerti, perché non voglio commentare sempre dicendo quanto mi piace ciò che scrivi, ma non voglio nemmeno passare senza ricordartelo.
    Allora risponderò alla tua risposta al mio commento precedente! Quello che volevo dire era che non importa il livello di “biografia” all’interno di questo racconto, ma che si percepisce la tua esperienza, tra le righe, in modo scherzoso ma anche consapevole della magia.
    Scrivi anche delle storie per i tuoi bambini? 🙂
    A presto!

    • Vuoi farla partorire in piazza, che annunci bagni di folla? 😉
      Quando leggo i tuoi commenti mi viene sempre il dubbio che parli di quello che scrivo io, ma siamo sicuri? Ma dici davvero? Se sapessi farlo, farei la faccina a bocca aperta!
      Per un nuovo episodio della mia autobiografia, non scrivo per i miei ragazzuoli, un po’ perché la narrativa ragazzini non è semplice, un po’ perché non sono una mamma modello e i miei figli francofoni parlano pochino l’italiano e lo leggono ancora meno. Però scrivevo i “libri” che mia figlia mi dettava quando era piccola e non sapeva scrivere. E all’orale inventiamo un sacco di deliri collettivi! 😉
      Ciao

  • Ciao Profana,
    ho sinceramente respirato le emozioni (ansie, eccitazioni etc) che hai descritto.
    Non so se sia più un “humor” vero e proprio questo (sempre che lo sia mai stato), ma una specie di diario (?) di una persona molto autoironica e comunicativa.
    Dal punto di vista tecnico mi sembra ineccepibile, almeno dal mio punto di vista profano, anche perché la forma è colloquiale “informale” e diretta.
    La minaccia de Il quarto stato sulla parete è fantastico.

    • Non lo so, era humour nel senso che ogni capitolo è scritto col sorriso, sicuramente non è una successione ininterrotta di gags esilaranti, dubito che saprei farle. Avrei dovuto creare il sottogenere “cronaca semiseria”.
      L’idea de “Il quarto stato” mi ha fatto ridere, avevo pensato anche alla “Libertà guida il popolo”, ma il primo faceva più internazionale socialista dei lavoratori; pensa che bella stanzetta per un neonato: se poi diventa lo stesso fashion blogger è che era destino.
      Ciao Fue, grazie degli apprezzamenti

  • A spasso con un’amica.

    Nonostante io sia come Marco, so perfettamente che Milena aveva perfettamente ragione.

    Questo capitolo mi ha fatto sorridere, soprattutto quando Milena minaccia del padre 😀

    Ciao 🙂
    PS: se i tuoi figli crescono buoni, come mamma sei stata un successo, indipendentemente da tutto il resto (come diceva mia nonna a mai mamma 🙂 ).

    • In una coppia/squadra/team ce ne vuole sempre uno che ha fretta e uno che serba la calma 🙂
      Per i figli, te lo dirò tra 10/15 anni quando saranno adulti ^^ ma non vorrei contraddire tua nonna, però ho conosciuto pessime persone che avevano avuto genitori come si deve e persone come si deve anche se erano state cresciute da pessimi genitori. Non diamo tutte tutte le responsabilità alle mamme/papà, se no sai che peso? 😉

  • Anche se ormai è passato parecchio tempo e probabilmente starai per pubblicare il prossimo capitolo (scusami), voto lo stesso. Convivere e adattarsi a un corpo che si trasforma e “non ti appartiene più interamente”. Non so perché; anche le altre opzioni sicuramente hanno il potenziale per qualcosa di divertente, ma questa mi sembrava più profonda. O forse è solo quella che mi piacerebbe leggere 🙂

    Qui su THe iNCIPIT ci scambiamo commenti e impressioni, ma non sempre ci ricordiamo che dall’altra parte ci sono persone vere e complete. Ogni cosa che scriviamo, almeno in minima parte, riflette una nostra esperienza – senza la quale forse non sapremmo come mettere una parola dopo l’altra in modo efficace; in particolare, leggere questo racconto mi pare un po’ come venire a sbirciare nella tua vita, in una parte emozionante e segreta della tua vita.
    E sono qui a sorridere al “girino” e a chiedermi “Chissà come deve essere bello avere Marezia come mamma!” 😀

    • Mi hai fatto arrossire! 😉
      In realtà di “biografico” c’è solo l’abitudine di parlare da sola, ma a molteplici voci, nella mia testa ( mi capita anche di litigare con me stessa, ma non dirlo a nessuno) e di non aver vissuto le gravidanze come un “periodo meraviglioso in cui la donna non è mai stata così bella e radiosa, gli uccellini fischiettano, le cicale cantano e tu sei tanto felice”; diciamo che ci sono parecchi punti che la Natura potrebbe migliorare riguardo quei 9 mesi. Ma in realtà il risultato è così incredibilmente meraviglioso che qualunque siano le difficoltà e le contrarietà per arrivarci, il gioco varrà sempre la candela.
      Quanto sia bello avermi per mamma non so, credo di rispettare pochi dei criteri di “mamma ideale “che riportano i sempre più numerosi manuali, blog, libri, club eccetera sull’argomento.
      Secondo i miei due mostri sono ancora la miglior mamma del mondo, ma la grande arriva alle soglie dell’adolescenza e il piccolo non è molto più piccolo, quindi mi sa che questa ammirazione incondizionata sta per finire! ^^
      Basta che sappiano sempre che abbiamo fatto del nostro meglio e che continueremo.
      Ma guarda te, che mi hai anche fatto filosofeggiare 🙂
      Ciao, Chiara, e non scusarti: leggi se e quando vuoi, non c’è mica prescrizione medica

  • Ciao Befana,
    Mi piacerebbe leggere dei lavori domestici. Sai che spasso?!
    Ogni volta che lo chiami girino mi fai morire, però è una cosa carina 🙂 Dai, pensavo peggio, alla fine! Il confronto si è placato grazie alla grande saggezza della nostra protagonista.
    Spassosissimi i punti di vista dei rispettivi genitori nei loro confronti 🙂

    Al prossimo capitolo, buona giornata 🙂

  • Lavori in corso…
    Sapere di non essere stata l’unica a parlare per nove mesi (moltiplicati per 2) con la mia pancia, mi conforta. Tutti quei pensieri che gironzolano per la testa di Milena li ha fatti ogni mamma, crescere un figlio è il compito più complicato che si possa avere e, purtroppo, non è possibile sapere in anteprima che “mamma” saremo.
    Sempre incisiva, brava.

  • Rieccomi, befana. Ho votato per il corpo che cambia, con gli sbalzi ormonali di Milena fa una combinazione esplosiva. Insomma, alla fine un pareggio, anzi, direi che lui ne è uscito alla grande. Ma non sarà stata troppo buona. Veramente divertente, strepitoso leggere le sue considerazioni irritate mescolate a riflessioni del tutto speculari all’atteggiamento della suocera. Per il ciclo: siamo tutti uguali!
    Complimenti, ti auguro una buona giornata.

    • Penso che sia (uno dei) grandi problemi dell’uomo/donna di oggi (nell’opulento occidente in ogni caso): voler essere sempre superefficienti, performanti, all’altezza.
      Per una cosa “enorme” come fare un figlio Milena vorrebbe essere perfetta, in ogni caso meglio di genitori e suoceri, ma mica ci sta il manuale (in realtà ce ne sono tanti, ma la loro efficacia è da dimostrare) e al tempo stesso teme di essere un disastro.
      Le ci vorrebbe una buona dose di keep cool et be mom!
      O magari le ci vogliono i tuoi cristalli acceleratori di tempo, cosi partorisce subito e poi sarà troppo stanca e occupata per mettersi in ansia. ^^
      Ciao

    • Per fortuna sembra che i miei figli non serbassero ricordo delle mie elucubrazioni, alla nascita: mi vogliono bene tutt’ora 😉
      Spero che per Milena sarà lo stesso.
      Credo che nel corso dei capitoli verrà fuori di tutto e di più, restano da decidere i dosaggi ^^
      Ciao sig Smith

  • Convivere e adattarsi a un corpo che si trasforma e “non ti appartiene più interamente”

    Temo che lo sbroccamento abbia lasciato dei segni 🙂 Hai reso molto bene l’idea di come possa essere un unico figlio maschio nei confronti della mamma, e nella realtà se ne vedono molti!
    Complimenti e al prossimo 😉

  • Almeno stavolta invece di un fiume di elucubrazioni mentali ci hai regalato un dialogo fitto fitto e ben orchestrato. Ovviamente da purista della scrittura ti devo contestare l’eccessivo ricorso al corsivo. A differenza del grassetto e del sottolineato, il corsivo si può usare in un “testo letterario” per le parole straniere (incluso il latino) e, in alcuni casi, per distinguere il dialogo dal pensiero: Milena dice una cosa ma ne pensa un’altra. Qui invece sei caduta nel classico errore dell’autore che vuole imporre al lettore l’accentuazione di alcune parole del dialogo di uno o più personaggi. Classico errore di egoismo/egocentrismo autorale: voler togliere al lettore il piacere dell’interpretazione. Proust diceva che ogni lettore, quando legge, legge se stesso; altri affermano che un autore deve chiarire solo poco più del cinquanta percento della storia e lasciare il resto all’interpretazione del lettore. Tu ci vuoi costringere a dare ai dialoghi la tua “curvatura”. Il corsivo al limite andava bene per birdie, ma non si capisce perché non lo hai usato per trader. E poi, già che ci sono, in un testo non si scrive ok ma okay. Lo dico per il tuo futuro da scrittrice.
    Quanto all’opzione andiamo per priorità: iniziamo dall’appartamento perché richiede più tempo. Le spese, anche per scaramanzia, le faremo più in là. Quanto all’ipotesi di altre cinquemila battute sul corpo che si trasforma, mi vengono i brividi solo all’idea.

    • Ciao Roberto
      (immagino che Napo stia per napoletano, ma a me viene in mente ogni volta Napo Orso Capo, capolavoro di Hanna & Barbera: pensare di dialogare col plantigrado capellone mi fa effetto).
      Il “trader” l’ho dimenticato, doveva essere in corsivo anche lui; per l’ok, è dovuto temo al fatto che leggo e parlo prevalentemente in francese, e ok non è più una sigla, è una parola, avevo dimenticato che in italiano la forma corretta è okay. Mea culpa.
      Sapevo benissimo di abusare del corsivo, di solito lo limito a anglicismi e parole usate in modo improprio, ma non ho saputo trattenermi. Penso sia un’ammissione di insicurezza: con questo io narrante che limita fortemente la possibilità di descrivere atti e atteggiamenti di Milena, ho usato il corsivo per sottolineare l’ironia, la collera, la presa in giro, per paura che non fossero abbastanza chiari. Grossa insicurezza. Mea culpa bis.
      Per le opzioni ok, ma: a metà gravidanza se tutto va bene la scaramanzia la si molla un po’; e, ti rassicuro, dovesse vincere l’opzione corporale, pensavo più al cambiamento di prospettive, abitudini, esigenze e atteggiamenti degli altri dovuti al cambiamento fisico che strettamente ai problemi del corpo. Anche se in un periodo in cui si deve sopportare che il proprio corpo sia toccato, misurato, manipolato, punto, rigirato, dall’interno come dall’esterno, di tanto in tanto il corpo tornerà a galla.
      Ma dubito di poter mai scrivere 5000 battute sul corpo: Pennac gli ha dedicato un magnifico intero romanzo, non mi permetterei mai di scimmiottare il Professeur Pennacchioni ^^
      Ciao

    • Fantastico, Maria, tu e Fue avete commentato velocissimi e in contemporanea, lui mi scrive che è il capitolo che preferisce, per te è il meno brillante, così sono sicura che i “miei” lettori non hanno gusti omogenei e stereotipati. ^^
      Non so perché, mi sono immaginata il suocero sindacalista e il genero che lavora in banca, tanto per facilitarne l’intesa 🙂
      Ciao

  • ‘Perché tuo padre,Vogliamo parlarne di tuo padre ?’
    Semplicemente, non potevo non scegliere questo !

    Ciao Befana !
    L’ansia della tua protagonista mi fa quasi dimenticare la mia XD
    Dopo una settimana di studio leggere questo capitolo è stato davvero un balsamo per lo spirito, mi ha molto divertita 🙂
    Il ristorante nippofrency mi aveva quasi messo appetito, poi ho letto dell’odore di pesce crudo misto a burro fritto eeee… anche no ! 😀

    Alla prossima !

    • Se ho rasserenato una studentessa, io che mi sento ancora un’anima da studente, 18 (ahimè) anni dopo la laurea 😉
      Ti confesso che le gastronomie francese e giapponese piacciono molto entrambe anche a me, ma l’idea di mescolarne le ricette mi lascia dubitativa ^^
      Temo che ormai i giochi siano fatti, in favore della serena conversazione tra innamorati, ma non si sa mai.
      A presto

  • Oibò, befana, sei già al terzo!
    Molto divertente in secondo, ma ho apprezzato di più questo.
    La mia impressione è che lo stile sia un po’ cambiato dall’incipit a questo terzo capitolo, dove rivedo molto vivo lo stile che ti caratterizza (non dirò mai, neppure sotto tortura, che lo riconoscerei se tu usassi un altro nick, ma diciamo che le tue situazioni e atmosfere hanno un sapore molto marcato). Ecco, mi sembra che nel primo fossi un po’ più legata, quasi in ansia da prestazione per il nuovo genere scelto 😀
    Va là, che stai andando benissimo!
    Ciao a presto, e scusa se negli utlimi tempi sto perdendo qualche colpo.

    • “Molto marcato” è un gentile sinonimo di ‘scrivi sempre le stesse cose come un vecchio babbione acido che brontola sempre sugli stessi soggetti”? 😉
      Il cambio tra i primi due capitoli e il terzo era inevitabile: non potevo fare dieci capitoli di agitazione e inquietudine alla scoperta del” di già” ” e adesso” “‘ma com’è possibile”, doveva pur farsene una ragione.
      Però in realtà rivendico interamente l’incipit: è la trascrizione fedele di come lo avevo immaginato nella mia testa, un susseguirsi di domande, paure, strani interrogativi saltando di palo in frasca. Sai, a volte mi capita di chiedermi quante persone “abitino” nella mia testa, Milena è l’esacerbazione della metafora ^^

      In compenso il secondo capitolo mi ha dato grosse difficoltà e mi lascia ancora perplessa. Penso che ora la storia seguirà il filo di questo terzo, “il mondo visto con gli occhi di Mimi”, insomma
      Ciao

  • Ciao befana,
    affrontiamo il (futuro) papà…per certe notizie ci vuole sincronismo!!!
    Altro episodio esilarante…devo dire che ho sempre odiato quegli adesivi che sbandieravano al mondo la genitorialità…ora c’è la versione 2.0, ossia adesivi per tutti, cani e gatti compresi. Trovo che quando il numero degli adesivi appiccicati superi il 4, soprattutto se col contributo dei figli, diventi in un certo qual modo ostentazione…perciò storco il naso lo stesso, ahimé!
    A me piace come stai procedendo: si è capito che la ragazza è ansiosa, e il fiume di parole/pensieri ne è una conseguenza…non mi dispiace l’io narrante, anche perchè mi sta simpatica la Kinsella, il cui stile è questo 😉
    Perciò…vai così!
    Buona serata 😉

    • Ciao Cinzia, sì la tirata sugli adesivi era decisamente autobiografica 😉
      In realtà non è tanto la prima persona a darmi problemi ma la narrazione “in diretta”, è difficile rendere naturale che qualcuno descriva la vita vivendola, non so se mi spiego, quindi narrare gli eventi e i gesti dei personaggi intorno a lei diventa complicato, ma a questo serve il sito a “mo’ ci provo” (“sperimentare fa più chic?)
      A presto (a prestissimo, ho letto ieri sera la tua cricca e devo ancora commentarla)

  • “Girino, stasera uccido tuo padre”, be’ questa frase (davvero simpatica) mi fa pensare che Milena ne parlerà “serenamente” con Marco 😉
    Mi sei piaciuta anche in questo capitolo, è davvero curioso ritrovarsi in ogni parola, pensiero o scena da te descritta… è vero, la nascita di un figlio ti stravolge completamente la vita, tanto da dimenticare chi sei e di fare cose che non ti saresti mai sognata di fare, anche renderti ridicola. Ma c’è un motivo per cui lo fai e quel motivo è “tuo figlio” e, per lui, faresti qualsiasi cosa.
    Brava.

    • D’altronde, serenità e “zenitudine” sono due caratteristiche predominanti del carattere della ragazza ^^
      In effetti, a parte gli adesivi, direi che ho commesso tutti i “peccati” genitoriali messi all’indice da Milena nel capitolo, anzi direi che continuo.
      In fondo, per quanto lo chiamino “mestiere” quello di genitore è solo un’avventura incredibile, per cui non si hanno né le regole né gli strumenti, bisogna inventarseli uno alla volta, provandoci, riaggiustando, sapendo che durerà tutta la vita e anche arrivando al decimo figlio sarebbe diversa ogni volta. E il “peggio” è che non c’è avventura più bella.
      Farsi invadere dall’irrazionalità è il minimo 😉
      Ciao Anna

  • Ciao Befana,
    affronta l’argomento parlandone “serenamente” con Marco. Voglio vedere quanto siano palesemente ipocrite queste virgolette 🙂
    Capitolo divertentissimo, folle la dissertazione sul “Baby on board”! Ahahaha
    Non ti nego che a volte ci penso davvero pure io quando li vedo appiccicati sul baule delle auto…
    Curioso leggerti in questa nuova veste humor (nuova per me, intendo) dopo Ulisse. Curioso e molto gradevole.

    Buona serata, alla prossima!

    • Direi che è parecchio nuova anche per me,
      non avevo mai tentato di scrivere un racconto che pretendesse essere dichiaratamente comico, ho un tot di idee legate alla gravidanza e a come il mondo e la gente ti cambino intorno in quel periodo, cerco di farne qualcosa, non garantisco. Però al momento mi diverto, sto persino pubblicando più rapidamente del solito ^^
      Ciao, Veners, sei sempre molto gentile

  • Ciao Befana!
    Grande stile e racconto molto divertente. Ti catapulta nella mente della protagonista, tra i mille pensieri che la affollano. Un caos ordinato, molto scorrevole che rende bene l’idea (immagino) di cosa si provi in quella situazione.
    Mi piace molto questo genere di humor tagliente. Il ritmo martellante del racconto, lo fa procedere un po’ di corsa. Ma credo sia azzeccato in questi primi capitoli in cui Milena stessa sta cercando ancora di trovare un equilibrio.
    Detto questo, il mio voto va a Milena e la mamma.
    Ti seguo. A presto 🙂

  • Ciao Befana,
    il tuo fiume di parole è realistico e divertente, riesci a rendere benissimo il marasma di idee, sproloqui e voli pindarici che noi donne ci portiamo nella testa 😀 Non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo che spero sarà sul padre del girino, sono curiosa di vedere cosa tiri fuori 🙂 A presto

  • Rieccomi, befana. Ho votato per l’escalation nello scacchiere franco-nipponico (lo so, non c’entra ma è dai tempi di war games che volevo scrivere qualcosa di simile!), quindi recriminazioni sul suocero.
    Riguardo all’adesivo, propendevo per la terza ipotesi, ma tu mi hai suggerito la quarta: stai avvertendo di avere a bordo del materiale potenzialmente pericoloso, causa di lesioni neurologiche e fisiche 😀
    Groppo alla gola per l’odore di ‘i latte cagliato speziato di talco Pampers’, orribile, ma associato a esperienze che mi (ci, se conti anche il neonato 😀 ) hanno fatto crescere e che tanto mi facevano sentire importante 🙂
    Fantastico il ristorante franco-nipponico e le costruzioni grammelot conseguenti.
    Ciao, ti auguro una buona giornata.

    • Intanto, grazie per aver capito che il “di tuo padre ne vogliamo parlare” non si riferiva a Marco, ma al suocero, non sembra così chiaro per tutti^^
      La tua nostalgia per il latte cagliato mi ha ricordato lo scambio di punti di vista con un amico una decina di anni fa, quando avevamo entrambi il primo figlio in fasce: lui decantava il profumo di talco della pelle del suo bimbo la mattina al momento del risveglio. Per me l’odore di quello stesso momento della giornata era il meno poetico sentore del pannolino di mia figlia intriso della pipì di una intera notte. Punti di vista, anzi di olfatto 😉
      Quanto all’improbabile ristorante di cui sopra, pensavo di aver esagerato con la caricatura e poche ore dopo sono incappata in un articolo che parlava di un ristorante di sushi che miscela influenze asiatiche, brasiliane e mediterranee…no comment!
      Ti ringrazio per aver associato, immeritatamente, il termine grammelot al mio delirio 😉

  • ———————
    Se è solo per invitare alla prudenza, sottintenderebbe che di norma tendiamo a voler tamponare la macchina che ci sta davanti ma ci asteniamo se ha un piccino a bordo?
    ———————
    Sicuramente questa 😛 😀

    I vari colleghi hanno dato l’esatto quadro che avviene in un ufficio, secondo me, a parte quel poveraccio che non dorme da quasi un anno: a) tra poco darà completamente di matto; b) deve far controllare il figlio 😛

    >Girino, stasera uccido tuo padre.
    E questo fa capire cosa succede quando tu non vuoi dare le notizie: c’è qualcun’altro che le darà, facendoti arrabbiare 😛

    Detto tutto questo, voto Milena e la mamma 🙂

    Ciao 🙂

    • E, certi segreti sono difficili da conservare, soprattutto per un maschietto nei confronti della sua mamma ^^
      Eh sì, un bambino piccolo può essere più implacabile di un guardiano di Guantanamo nell’applicazione della tortura da “privazione di sonno” 😉
      Ciao, Red, alla prossima

  • Ciao Befana
    “Zoomate di vita e di sentire quotidiani molto azzeccate, scritte molto bene e in modo scorrevole.
    Tuttavia, un piccolo rischio c’è. A te di scegliere se fare un disegno ironico e divertente di questa gravidanza oppure una caricatura.
    Sinceramente preferirei la prima opzione 😀
    Milena e la madre

    • In realtà più che della propria gravidanza sta facendo un ritratto non proprio generoso dei personaggi secondari e effetti collaterali della gravidanza stessa.
      Diciamo che la ragazza sta “caricaturando” fin dal principio, ma in fondo quando si parla e si riflette tra sé e sé si può essere un po’ frettolosi e grossolani, quanto al rischio di cui parli, cerco di non eccedere troppo nello stereotipo “pesante”, nella macchietta, ma come si dice provare non è riuscire ^^
      Ciao Maria, mi sa che Mimì e mamma sarà

  • Leggendo la prima parte mi è venuto in mente un fumetto di zerocalcare in cui un bambino esteticamente poco gradevole viene osannato dai genitori come bellissimo e la risposta è: uh, è così…coibentato. 😀
    …ma in fondo anche lei fa parte della famiglia 😀 i bei rapporti tra consuoceri 😀
    Affronterà il problema mamma-suocera ma discutendone “serenamente” con Marco.
    Non vorrei essere nei panni di Marco.

  • “Milena e la mamma”, forse perché mi incuriosisce il rapporto tra le due. Ma non deve essere per forza nei cinque minuti successivi 😉

    Una carrellata veramente divertente di diversi ‘tipi’ di genitori. Non ho una mia esperienza personale a cui fare riferimento, ma essendo una ragazza credo di poter comunque immaginare, almeno parzialmente, la situazione.
    Se hai facebook, prova a dare un’occhiata a The Pozzolis Family, dove Alice Mangione racconta di gravidanze e di mammitudine, con tutti i (simpatici…) commenti della gente sulle donne incinte. Magari ti dà altre idee! (Non che tu ne abbia bisogno, ma puoi farti due ulteriori risate sull’argomento).

    • Ho dato una rapida curiosata ma non troppo, ho paura di farmi influenzare. Ho già in programma di visitare un po’ di forum “io, mamma” per leggere altre esperienze che quelle che ho vissuto in prima persona e attraverso amici parenti e affini.
      Per il momento Milena è preoccupata di una novità sconosciuta e enorme, vede solo i lati negativi, sicuramente esagera un po’, o forse neanche tanto 🙂
      Ciao

  • Ah, mi sa che la mia opzione è stata scelta pochissimo: amici!
    Ciao Befana, capitolo esilarante 🙂 Ho riso un sacco soprattutto quando marito e moglie parlando a telefono e lui parte con la lista degli animali! Ahahahah 🙂
    Per non parlare dell’incontro non del tutto poetico con l’uomo che apprezzava la Milf!

    Ciao, alla prossima 🙂

    • Tanto prima o poi il racconto incapperà per forza negli amici: nel bene o nel male sono sempre molto presenti in una gravidanza, ognuno con il suo imprescindibile consiglio 🙂
      Temo di aver influenzato il voto per i colleghi con il fatto che lei sta andando al lavoro, avrei dovuto chiarire che il prossimo episodio non sarà il seguito cronologico immediato di questo, altrimenti arriviamo alla fine che non ha ancora nemmeno messo su la pancia 😉
      Ciao ciao

  • Ciao Befana,
    anche il mio fidanzato ha voluto prendere un pesce rosso per poi abbandonarlo alle mie (opinabili) cure, mi sono rivista nella tua protagonista XD
    A ‘Gran pezzo di madre’ sono morta !

    Voto per i parenti e resto in attesa del prossimo episodio.
    A presto !

    • Non sapevo di aver giocato nel campo dell’iperealismo, ma d’altronde a casa mia i gatti sarebbero molto più magri se mangiassero solo quando mio marito o i bambini pensano a riempire le loro ciotole 😉
      Temo che per questa volta i colleghi abbiano dominato la scelta, ma i parenti non mancheranno. Quelli non mancano mai ^^
      Ciao

  • Ciao befana,
    “No, figurati: mi aspettano nove mesi di sconvolgimenti fisici e emozionali, una creatura sconosciuta crescerà dentro di me fino al giorno in cui deciderà di uscirne. E sapere da dove passerà non rende la prospettiva più gradevole.”
    Questo è il paragrafo che preferisco, per il ritmo e il modo nel quale arrivi alla punch-line.

    Voto per i colleghi.

    P.s.
    Con la scelta di una commedia al posto di un racconto comico e l’uso della prima persona al presente, ti sei complicata non poco la vita 😉

    • Grazie, quel passaggio piaceva anche a me.
      Sei molto generoso a definirlo “commedia” sto pasticcio, non avevo riflettuto abbastanza, la 1° persona mi sembrava perfetta per il test, la presa di coscienza, l’ansia. Non avevo calcolato che rendesse così difficile proseguire, ma ormai è andato così vedremo cosa ne viene fuori.
      Per piacere mio, ho cominciato a riscriverla con un narratore esterno: molto più naturale alla scrittura e fluido alla lettura. Lo saprò per il futuro ^^
      Ciao

  • Rieccomi, befana. Ho votato per i colleghi, sta andando al lavoro, no?
    Ma no, perché ” lurido cafone”? Ognuno si esprime come può, se avesse studiato magari le si sarebbe rivolto con qualcosa del tipo: “Oh, graziosa Madama, noto che potrebbe avere problemi a liberarsi del suo delizioso abbigliamento che tanto fa per esaltare le sue conturbanti femminee curve. Se fosse necessario, la aiuterei volentieri!”. 😀
    Eh, è sempre un problema di comunicazione, tra uomini e donne.
    Capitolo molto divertente, ridendo mi fai riflettere su quanto l’impazienza di noi futuri padri possa essere vista con un po’ di fastidio dalle future madri.
    Ciao, ti auguro un buon weekend.

    • Ahah, che servizievole gentiluomo, penso che non si fosse tanto offesa della formula poco forbita quanto del fatto che sottintendesse che si vedeva che i pantaloni la stringevano eccessivamente (tipo mortadella nel suo budello^^).
      Sai, quando gli uomini si lamentano perché le loro compagnie, incinte, sono intrattabili e difficili da sopportare, penso sia solo una redistribuzione equa dei fastidi e delle contrarietà (non hai gli inconvenienti fisici, ti scoccio io!)
      Ehi, ragazzi, Sì sta andando al lavoro, ma anche se prevale l’opzione colleghi ci sarà un saltello temporale se no invece di ripercorrere una gravidanza sto racconto ne ripercorre solo i primi 3 giorni 😉
      Ciao

  • Ciao!
    Perdonami se arrivo a storia già iniziata, ma sono qui e non me ne vado. Anche perché è un periodo che tutti intorno a me parlano di bambini (tanto da raggiungere il mio inconscio e farmi sognare di essere incinta), e se ora tu scrivi questo racconto divertentissimo non posso non leggerlo! 🙂 Non potrò immedesimarmi del tutto con la protagonista, ma il tuo umorismo e la prima persona mi permetteranno di arrivarci vicino.
    Voto colleghi non per un annuncio ma come incontro.

    A presto!

    • Ciao Chiara,
      Non sono molto sicura di come evolverà la storia, volevo provare a scrivere “comico”, mi è venuta in mente quest’idea e poi: esperimento totale, quasi un salto nel buio ^^
      Tutti parlano di bambini intorno a te? Vedrai tra 10/15 anni quando avranno colonizzato tutta la tua vita: parli di loro, pensi a loro, organizzi la tua vita in base a loro, le amiche parlano dei loro figli, persino tua madre ti chiama per avere notizie… dei bambini;-)
      Hai perfettamente ragione, non pensavo all’annuncio nemmeno io, non subito
      Ciao Chiara (e cerca di fare sogni meno stressanti hihi)

  • Ciao Befana,
    altro episodio esilarante, secondo me hai fatto bene a buttarti in questo genere 😉
    Mi sono davvero divertita in più punti, dall’arca di Noè ai pantaloni formato sottovuoto alle investigazioni del tenente Colombo. Avanti così!!!
    Ho optato per i parenti…il primo a cui l’ho detto è stato mio fratello… 😉
    Buona serata!!!
    ps: lo sapevi che adesso non c’è più il 118? Nuovo mero unico 112, l’ho scoperto proprio oggi e ci tenevo a dirtelo, nel caso la tua protagonista avesse bisogno!!! ah ah ah!!!

    • Sai che non mi ricordo a chi lo dissi in primis? (A parte il futuro padre, certo)
      Forse alla mia mamma, boh ^^
      Ti ringrazio per il supporto, sono felice che ti piaccia, dei contenuti sono abbastanza contenta, è proprio la forma che mi tormenta: con l’io narrante al presente, per ora più che una storia risulta un insieme frammezzato e nervoso di pensieri scuciti (beh, un po’ lo è), vorrei renderlo più fluido e narrativo, ma boh, mica facile!
      A presto

  • Colleghi…
    “Mi sento già MILF”, in questa espressione hai condensato tutto l’universo femminile contemporaneo, non che oggi tutte le mamme aspirino a quello, ma sicuramente mettono in primissimo piano il loro aspetto e se qualcuno le guarda… bé, tanto meglio!
    Mi sembri a tuo agio in questo contesto (la prima persona, intendo) e mi piace quello che ne stai tirando fuori 😉
    Brava.
    Alla prossima.

    • Mah, in realtà questa prima persona al presente mi sta creando grosse difficoltà, trovo che il risultato sia molto spezzettato, sto riflettendo a come rendere il racconto più fluido ma per ora non trovo^^
      La cosa delle MILF nelle mie intenzioni Milena la pensa in senso ironico, ricordo che la tirò fuori una mia amica un paio di anni fa mentre ci fotografavamo al matrimonio di un’altra amica storica: “vé che gruppetto di milf!”; mi faceva ridere, è quello che ci si dice ogni tanto per tirarsi su, è la versione moderna e un po’ trash del “non siamo ancora da buttare” 😉
      Ciao Anna, a presto

    • Su “quella era la tua ex” ho esitato, non volevo eccedere, ma mi sembrava servire a completare il ritratto di Milena, come l’indecisione sui pantaloni, suscettibile e un po’ bipolare sui bordi, la ragazza ^^
      Secondo me in sceneggiatura sarebbe più facile, perché ancora non sono riuscita a dargli forma scorrevole. Dialoghi più didascalie di un copione sarebbe forse una forma più adatta. Questo maledetto io errante, ma che idea ho avuto!
      Ciao e per citare Milena, “grazie anche a lei” 🙂

  • Ah adesso l’ho capito… questo è un chick-lit! Non dire di no, ne ha tutte le caratteristiche (non mi dire che ne eri inconsapevole). Ecco perché non mi trovavo a mio agio come lettore. Vabbè, diciamo che ora ti leggo sotto un’altra luce: Marezia la sperimentatrice (non fosse altro per la perigliosa scrittura in prima persona).
    Voto anch’io per l’opzione più prevedibile, come impone il genere.

    • Confesso la mia crassa ignoranza: ho dovuto cercare su wikipedia cos’è quella roba -lit!
      Ammetto di avere apprezzato la lettura di Bridget Jones (1 e 2) ai suoi tempi e di essere cresciuta in compagnia (anche se non regolare) degli episodi di “S. and the city”, temo che la mia frequentazione del genere si fermi lì.
      Sicuramente siamo in tema, ma dipende fondamentalmente dall’idea di base: “oddio, sono incinta” è un problema che difficilmente un uomo vive dal di dentro (forse in futuro).
      Quanto alla sperimentazione: se centellinare frasi o commenti ironici non è un problema, tentare di comporre un racconto coerente divertente e non troppo noioso mi sembra sempre più impervio.E la perigliosità della prima persona è sicuramente lo scoglio principale: non so come ne verrò fuori, non posso fare tutto il racconto solo saltellando di pala in frasca tra i suoi pensieri, come raccontare la realtà intorno solo attraverso la sua voce, in diretta, è il mio dilemma più pressante.
      Ma anche gli esperimenti non riusciti sono utili e formatori 🙂
      Ciao

  • Visto che sta andando al lavoro direi colleghi. La nostra protagonista è ansiosa, tesa e la prima cosa che farà sarà quella di confidarsi con un collega, pardon, una collega,
    magari già madre, così potrà chiederle consigli. La reazione di Marco è stata un po freddina, nonostante poi abbia cercato di recuperare, però lo capisco, sono maschio anch’io 😉
    Ciao e al prossimo.

    • Dici che è fredda? Io volevo dare l’idea di una reazione sobria e serena, da un lato perché è al telefono, in mezzo ai colleghi, dall’altro perché già se lo aspettava. Volevo un contrasto netto tra il panico di lei e l’accettazione sorridente di lui, anche perché lui tutti gli sconvolgimenti psicofisici mica lo sfiorano ^^
      Forse l’ho fatto troppo zen.^^
      Ciao

  • Aspetta la cena. Orka, mi sembrava di aver “calcolato” che non ti mandavo in pareggio. E invece… scusa!
    Perdonami, ma l’accenno al sacro atto del concepimento non può non farmi pensare alla mitica scena di Amici Miei, in cui la figlia di Tognazzi si scopre incinta.
    “Ma come è successo?”, le chiede il padre.
    “Sparecchiavo e mi ha preso da dietro”.
    “E tu? Non hai fatto nulla, non ti sei ribellata? Perché?”
    “SPARECCHIAVO!”
    😀
    Bentornata, Marezia. Rosa, Horror, Avventura, Humor. Ti mancano solo Giallo e Eros.
    😉

    • Ma perché, la fantascienza non me la vuoi fra provare? 😉
      Gli “Amici miei” li ho visti e rivisti un sacco di volte, ma comincia a datare, questa cosa della figlia non me la ricordo proprio. Dici che mi ha sublinalmente condizionato? in ogni caso penso che Milena fosse consenziente anche se poi magari non entusiasta della realizzazione^^,
      Mi rendo conto che, come sospettavo, cercare di essere divertenti, a maggior ragione scrivendo, è una cosa ardua. Ma ci volevo provare, almeno non avrò il rimpianto di non averlo fatto ^^
      Ciao

  • Ciao befana,
    “Una sveltina di cinque minuti in piedi da dietro, puntellandomi al tavolo, tra i cadaveri di bottiglie e i resti di torta sacher. È così che lo abbiamo concepito?
    Cosa potrà mai pensare dei suoi genitori. Cominciamo bene.” Ahahah 😀
    Incipit molto divertente, e dissacrante, brava.

    Voto per la telefonata, offre molti spunti comici 😉

    • Ma come dissacrante, io che sono intrisa di romanticismo fin nelle più nascoste fibre del mio animo. 😉
      Sono contenta che ti sia piaciuto perché più scrivo e mi rileggo più nutro dubbi sulla mia capacità a gestire un registro comico. Inserire accenni ironici qua e là in un testo d’altro genere è relativamente semplice, ma la “scrittura buffa” che ardua impresa!
      Grazie, GS, a presto

    • Mi sto rendendo conto che aver scelto la prima persona e la narrazione al presente mi complica terribilmente la cosa. Temo mi annegherò nelle mia stessa scrittura molto prima del decimo capitolo, ma gli esperimenti sono fatti per essere sperimentati 🙂
      Ciao Giorgia, grazie

  • Ciao befana, ehm… sembra un’offesa.
    Il tuo racconto è uno spasso dall’inizio alla fine, sarà che sono una donna e una mamma ma mi ci sono immedesimata alla grande. Sei geniale, la parte più divertente è stata quella in cui la protagonista ha ricordato la sera del concepimento. Ma ora faccio la seria. Il tuo stile è fluido, scorrevole e piacevole. Tu devi scrivere da molto e si nota. La grammatica è perfetta. Veramente non c’è nulla da aggiungere se non che ti seguirò volentieri. Mi farebbe piacere avere un parere tuo sul mio racconto, anche se di un genere opposto. A presto, un abbraccio.

  • Rieccomi, befana. Ho votato che aspetta la sera.
    Ah ah, anche tu un racconto con… bambini protagonisti! 😀
    Molto simpatico, hai reso benissimo il panico della futura mamma, il divagare, l’insicurezza di fondo inevitabile, quando si tratta di portare a compimento un’ “opera” così importante. Ha paura, certo. Forse è per questo che i bambini piangono appena nati. Hanno paura anche loro, ci dicono “Ohé, vecchi, siamo sulla stessa barca. Che facciamo? Magari, se stiamo vicini, un po’ di paura ci passa!”.
    Sì, lo so, decisamente stucchevole 😀
    Brava e in bocca al lupo per questa nuova avventura.
    Ciao, ti auguro un buon weekend.

    • Il bambino sarà protagonista del sequel! Ahahah
      Secondo me quei mesi lì sono gravidi (il gioco di parole non è fortuito) di spunti tragicomici, vorreii sottolinearne il lato comico. Ce provo.
      Per controbilanciare il tuo P.O.V. “Stucchevole” sulla nascita eccoti il mio aneddoto biografico: quando me l’hanno messo n grembo, il mio bimbo più piccolo, quando dopo ore infine ero riuscita a convincerlo a nascere, la prima cosa che ha fatto una volta sdraiato pelle contro pelle sulla sua mamma è stato… fare popò. Lì mi sono detta “cominciamo bene!”
      I figli so piezz’ e core 😉

  • Ciao !
    Il mio primo impulso era quello di votare per la telefonata, però la sorpresa al lavoro mi incuriosiva troppo, anche per i possibili risvolti catastrofici.
    Adoro questo incipit, non vedo l’ora di continuare a leggere questa esilarante full-immersion nella mente ansiosa della protagonista !

  • Ciao Befana,
    non ho resistito, ho letto te prima di altri che attendono da diversi giorni (ma non dirlo in giro!!!).
    Lo sapevo che ti avrei trovato qui!!!! Lo avevo capito da un paio di accenni che avevi fatto 😉
    Mi è piaciuto un sacco il tuo incipit!!! Il momento più esilarante è stato quello del concepimento, in assoluto.
    A proposito della mia gravidanza io ricordo che le ostetriche al corso pre-parto ci dissero la sibillina frase “la natura è perfetta”…per come la vedo io ci sarebbero margini di miglioramento…ad esempio, perchè il beato pargolo deve svegliarsi di notte ogni 2-3 ore?!?!? Non potrebbe esserci un latte materno così nutritivo da stenderlo per l’intera notte?!?!?
    Comunque sto divagando…ancora complimenti e ti seguo!!!

    • Margini di miglioramento, dici? Io ne ho parecchi in testa, a cominciare dalla durata della gestazione, che trovo eccessivamente lunga e dalla sproporzionalità tra le dimensioni della testa del pargolo e quelle della “rampa di lancio”, e mi fermo qui perché se pensiamo a tutti i “piccoli fastidi” collaterali della gravidanza..;-)
      Secondo me quei 9 mesi sono ricchi di spunti “da ridere” (anche “da piangere” ma ho scelto la prima opzione); non ho mai provato a scrivere tutto un racconto comico, ma avevo voglia di provarci.
      La mente affollata e ansiogena di una tipa non troppo equilibrata non mi è totalmente sconosciuta come soggetto 🙂 vedremo che ne viene fuori.
      Grazie di esserci

  • A cena. Mia moglie entrambe le volte ha aspettato di dirmelo al mio rientro, la sera, guardandomi negli occhi.
    Non mi aspettavo questa tua incursione nel genere Humor. Ho sempre pensato che sia il genere più ostico: bisogna esserci geneticamente predisposti, ma tu sei sicura di esserlo? Francamente in questo incipit non mi sei sembrata a tuo agio.
    Ti seguo sulla fiducia.

    • Geneticamente non so, di sicuro nella vita ho parecchi difetti ma generalmente mi si riconosce un buon senso dell’humour.
      Avevo voglia di scrivere qualcosa di allegro e mi è venuta questa idea qua.
      Non a mio agio non saprei: ho elaborato l’incipit in testa un paio di giorni e quando mi sono seduta a scriverlo è uscito di getto in un paio d’ore, forse un po’ meno. Ho ritoccato mille dettagli ma resta comunque molto simile all’idea che ne avevo. A me non dispiace, il punto è sempre: quello che fa ridere me fa ridere gli altri? Questo non lo so. Ho un sacco di spunti che trovo divertenti, in testa, proviamo a vedere che ne esce.
      Ciao

      P.S. Prima ancora di cominciare a scriverlo, quando l’ho immaginato nella mia testa, mi sono detta “questo incipit non piacerà a Napo”. 🙂

  • A cena…
    Ciao Marezia, incipit davvero esilarante, brava! Non ci crederai, ma i miei figli, quando impartisco loro qualche ordine del tipo: “filate in bagno a lavarvi i denti”, rispondono: “subito, signora mamma!”, giusto per prendermi in giro ed io scoppio a ridere insieme a loro.
    A presto 🙂

    • Bé, i miei figli invece rispondono “eh?!” (in francese è “quoi?!” ma il succo non cambia) col labbro inferiore tirato verso il basso, o “aspetta”, forse varei dovuto davvero imporre loro il Signora Madre fin da piccoli ahah.
      Le 3 opzioni sembrano avere tutte successo, chissà quando e come sarà informato il futuro papà ^^
      Ciao, Anna, ancora benritrovata

    • “Ordinata” è ironico, vero? Io direi ci sono così tante voci nella testa di una donna? non lo so, nella testa di questa tipa mi sa di sì. Hai detto ansia? L’ansia, questa sensazione onnipresente, che senza ci si sentirebbe quasi persi ^^
      Felice di ritrovarti, alla prossima

    • In effetti volevo provare a scrivere qualcosa che non fosse malinconico, tentiamo.
      Sei sempre saggia, ma credo si sia notato che inconscio subconscio e ragione dialogano in continuo nella testa di questa fanciulla, e forse non sono nemmeno soli^^
      Sembra che le scuole di pensiero tra le tre opzioni abbiano tutte un seguito, al limite lo informerà 3 volte ^^
      Ciao

    • O il/la “Gossip blogger”! credo che queste e altre domande se le faranno a due tra un po’.
      Dici che lui ne esce male? Ma, no, era saturo di tequila, ha avuto un impeto di passione ma che gli ha bruciato le ultime energie. Può capitare a tutti, non fa di lui un cattivo umano. ^^
      Cercherò di darne un buon ritratto prossimamente, ma siccome è lei che racconta, non prometto nulla 😉

    • in effetti volevo rendere l’idea di afflusso incoerente e subitaneo di pensieri, paure e ansie, dici che ho ecceduto? Quanto al prolisso, temo scopriremo che la ragazza è agitata, ansiogena e logorroica, ma le donne incinte sono sempre perfette. Oh no? ^^
      Ciao e grazie di essere passato

      P.S. Proprio tutti no, dai alcuni dei suoi dubbi a me non sono mai venuti. Credo.

    • Ciao Fue,
      a me non sembrava di averci insinuato spunti di drammaticità (tranne l’inizio con le dita spruzzate, ma è un dramma di breve durata^^), anche se certo non posso giurare per il mio inconscio.
      Sono comunque propensa a pensare che la sfumatura drammatica venga dalla tua lettura (forse è legato alla tua personale versione della fobia dei nani)^^.
      Tu dici che un’ansiosa agitata e un po’ bipolare come questa Milena potrà aspettare fino a sera? Chissà, in fondo, se ha rifatto il test per giorni e giorni per essere ben sicura, qualche ora in più che sarà mai!

  • Virata in storie in humor. Questa proprio non me la sarei mai aspettata! Vediamo come va avanti, infono un bambino è una cosa importante.
    Milena è leggermente ansiosa, su di giri e siccome certe cose non si dicono al telefono, perchè non si vede la faccia dell’altro, punto per sorpresa in pausa pranzo!!!
    Anche se le sorprese in questo campo finiscono quasi sempre male!!! 🙂
    Ben tornata…ho preso posizione andiamo, facci sognare!!! 🙂
    Alla prossima.

    P.s.: Signora Madre mi ha fatto sbellicare….

    • In effetti non so nemmeno se so scrivere in tono umoristico, ma ultimamente sia qui che altrove ho scritto solo roba triste, allora quando mi è venuta l’idea che una gravidanza è perfetta per essere raccontata in 10 capitoli, e di spunti comici ne offre parecchi, ho deciso di provarci.
      Anche a me la pausa pranzo pareva la prima scelta, vedremo.
      Ciao e grazie.

      Risposta al P.S. Vero? Ho anche pensato di imporre ai miei figli di apostrofarmi solo in quel modo, ma mi sa che ormai sono già troppo grandi, avrei dovuto pensarci prima 😉

  • Carissima Befana,
    ben tornata con una nuova storia 🙂
    “Madama Milena” è da signora di un certo livello, ed è molto artistico e poetico anche il concepimento! Ahahahah 🙂
    Incipit divertente, vediamo fin dove ci porterai… Sono curiosissimo!

    Per me gli fa una sorpresa a lavoro in pausa pranzo.

    Alla prossima, buona serata 😉

    • Eh, bé, in fondo la leggenda che siamo tutti stati concepiti in romanticissime serate di luna piena, tra cene a lume di candela, dichiarazioni di amore eterno e lunghe notti di congiunzione di anime, sentimenti e corpi profumati è attendibile quasi come quella che ci faceva trovare i bimbi sotto i cavoli 😉
      L’idea di questa “avventura tragicomica in nove mesi” mi ha fatto ridere, non so se e come riesco a metterla per iscritto e se farà ridere anche gli altri, ci provo.
      Grazie, Veners, è sempre un piacere

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