Come un grilletto.
Ognuno crede di essere libero e, pertanto, agisce come meglio crede, o come crede gli sia permesso agire. La libertà è un concetto che Ciro aveva sempre dato per scontato; certe domande ci nascono dentro molto tempo prima, senza trovare mai l’occasione per venire a galla. Niente di quello che stava accadendo in quella stanza gli sembrava reale: contravveniva alle sue leggi logiche, violava un diritto costitutivo e caratteristico di sé stesso, cioè la sua libertà – di agire, di parlare, di muoversi, di sorridere – e per uno che ha sempre fatto quello che voleva, essere ammanettato e avere una pistola puntata contro è una bella rottura di cazzo.
Non faceva che fissare la bocca della canna, impercettibilmente più nera del resto, e quel dito peloso, adagiato sul grilletto come una immonda larva in agonia su una foglia. Ciro continuava a fissare quel dito, che aveva due stati, come il resto delle cose del mondo, e che poteva passare in qualsiasi momento da rilassato a contratto, spingendo il grilletto da avanti verso l’indietro, il colpo da dentro la pistola a fuori la pistola, rendere la sua persona da viva a morta.
Iniziò a mordersi le labbra, nervoso, e chiuse gli occhi: il pensiero di un pendolo lo rincuorò, fornendogli per un attimo una distrazione immaginaria. Si concentrò sulla corda, poi sull’ottone: non gli veniva in mente che la parola “pomello”, così scosse la testa e strizzò le palpebre. Seguiva il movimento (destra, sinistra..) fino a quando non iniziò a farlo anche lui con il collo. Dopodiché si arrestò, fece un bel respiro profondo e aspettò lo sparo.
***
28 AGOSTO 2015, VILLA LITERNO, CE
<Woff! Woff! Wrrhoff!>
<Ehm…off! Buongiorno Annibale, buongiorno…>
Annibale aspettò che Gerardo scostasse il lenzuolo e che tirasse i piedi fuori dal letto, per tornare alla sua ciotola d’acqua in cucina. Erano anni che si svegliava prima di lui con una fame da lupi, ma questa mattina non gli andava di aspettare. Erano le 6.25 precise. Gerardo se ne accorse e, sorridendo assonnato al cagnolone, prese il bustone di crocchette e ne riempì una grossa ciotola, lasciando una scia di crocchette fin dentro il ripostiglio. Si pulì la sinistra con la destra e, sulle punte, andò alla ricerca del barattolo del caffè, che ormai non vedeva più perché con gli anni era diventato bassino. Di macinato, un cucchiaino e mezzo,a fare la montagnella; 2 minuti a fiamma media, poi, quando sta per uscire, a fiamma corta. La tazzina del caffè del giorno prima era ancora nel lavandino; sul fondo, un cerchio marrone e qualche granello di posa. La sgrullò e ci versò dentro il caffè caldo, girandolo con un movimento di polso. Qualche istante a fissare il vuoto, rimuginando su un sogno che non ricordava già più. Dopo una breve visita al bagno, afferrò il pantalone verde e la maglietta bianca di cotone che pendevano dall’uomo morto, si infilò le bretelle ed aprì la porta di un soffio: Annibale si precipitò giù ad aspettarlo. Con le mani piene per via del guinzaglio e delle chiavi, si fermò ogni due scalini, per abbottonarsi la camicia.
Attraversato uno spiazzo adiacente ai giardini comunali, percorse la difficile strada per la cittadella. I mocassini scricchiolavano sulla dura pietra ed ogni tanto gli facevano male ai piedi.
<Annibale, ma tu come fai a camminare scalzo tutto il giorno?>
Appena finito di marcare un muretto, Annibale si voltò impaziente e ricominciò a tirare, puntando qualcosa in piazza. Gerardo assisteva a quello che era un rito nel rito, ogni mattina, vale a dire l’incontro dei soliti irriducibili anziani, prima della messa delle 7.00, di fronte al portico. Vestiti pregni di deodorante al muschio, denti finti, occhiali spessi e continui fraintendimenti dovuti alla pochezza dell’udito: questi scheletri viventi che recitavano per il loro essere in vita, andavano in chiesa ogni mattina, come se potessero scampare all’inevitabile…
Gerardo trattenne per un attimo il cane, sputò un grumo di muco giallastro a terra e continuò a bofonchiare, rivolgendosi, a tratti, ad Annibale. Mentre parlava, si guardava le mani, callose, con quelle unghie che si erano inspessite e che davano alle dita la forma di una bacchetta di tamburo.
Al circolo cacciatori, alle 7.05, si apriva il torneo di tressette. Il gestore assisteva in disparte mentre due signori sulla 60ina avevano già sistemato uno scatolone a mò di tavolo per iniziare il riscaldamento. Alcuni vecchietti di passaggio si fermavano ad assistere come le modiano venissero scagliate violentemente sul ripiano, accompagnate da bestemmie in dialetto. Gerardo, vedendoli da lontano, incalzò Annibale, superando il circolo con una goffa corsetta, la quale fu a malapena seguita con gli occhi dal gestore del che, nel frattempo, era impegnato ad uscire i tavoli.
<Sti vecchi non tengono veramente un cazzo da fare…>
Che aspettative vi siete fatti su questo fuori-programma sulla legittima difesa?
- Ah, quindi fai satira. Chi sei, il Bagaglino? (29%)
- Dovresti concentrarti più sui personaggi e la loro storia interiore. (36%)
- E' un tema politico di interesse e fai bene a parlarne. (36%)

25/08/2017 at 14:00
Acc… complimenti, Gianluca! Molto stile Gomorra, ed il finale che lascia l’inquietudine. Dopo tanto, troppo tempo, ho aggiunto un nuovo episodio alla mia storia. L’anno scorso ho avuto troppi pasticci in giro, ma non me la sono dimenticata. Adesso voglio terminarla entro quest’anno. Se hai voglia, dimmi cosa nel pensi. Ciao!
03/08/2017 at 18:13
Ma c’è un fatto di cronaca specifico che dovremmo ricordare?
Ora però non puoi dire che fosse un racconto umoristico, gli spunti comici erano in netta minoranza rispetto agli aspetti drammatici. Il finale, poi.
Ma perché Gerardo non è mai tornato à cercare la pistola?
Il capitolo mi è piaciuto molto. Soprattutto il cocktail di “è troppo tardi” “chissà se magari ancora…” di Ciro con il padre.
Ciao guagliò! 🙂
03/08/2017 at 20:22
Doppio commento, troppe cose 🙂
Niente, la pistola è la. 38 dimenticata, non era di Gerardo.
03/08/2017 at 20:23
Ciao befy 🙂
04/08/2017 at 14:48
Non avevo bevuto, giuro, il sito si era piantato al momento di inviare il commento e siccome ricaricando non appariva, l’ho riscritto. Averei dovuto avere pazienza e aspettare, ma è una dote che mi ha sempre fatto difetto. 🙂
Ah, sulla pistola ho fatto confusione. Ciao
03/08/2017 at 17:14
Ora però non puoi dire che sia un racconto humor: gli spunti comici sono decisamente in minoranza rispetto agli aspetti drammatici.
Il finale poi. Ma c’è un fatto di cronaca preciso che dovremmo ricordare? A quella data?
Però il capitolo mi è piaciuto molto, particolarmente il cocktail di “ormai è tardi” e “forse si potrebbe ancora, magari” di Ciro con suo padre.
Alla prossima
03/08/2017 at 17:46
Tutt’e due i personaggi si sono evoluti. Ci sono dei cambiamenti importanti, non so se sono riuscito a renderli abbastanza. Lo humor c’è, ma non è preponderante, lo ammetto.
03/08/2017 at 14:07
Accidenti che finale! Anche se spesso l’humor si sposa con il drammatico, ci sono rimasta male. Secondo me non era questo che avevi in mente, probabilmente le scelte dei lettori ti hanno distratto dal tuo intento. Il racconto è ben scritto, come sempre. Mi piace il modo che hai di intervallare i dialoghi staccandoli dal testo, in questo modo risultano più incisivi. Non posso dire di essere entusiasta delle ultime righe, ma la nota in fondo, mi ha fatto capire che erano un omaggio a qualcuno, magari a un fatto di cronaca che al momento mi sfugge. Spero di rileggerti e mi auguro che non ci farai mancare il dialetto, una delle cose che ho sempre apprezzato molto in questo racconto. A presto 🙂
03/08/2017 at 15:37
Tornerò a scrivere molto presto. Farvi rimanere sorpresi e un po’ malinconici era, in realtà, il mio obiettivo 🙂 a prestissimo!!
03/08/2017 at 12:13
Bella storia, complimenti.
Dall’inizio alla fine.
Continuo a ripetere che non è humor, ma forse all’inizio avevi qualcos’altro in mente.
In ogni caso, mi è piaciuto come hai gestito il punto di vista dei due protagonisti, sei riuscito a far empatizzare il lettore mantenendo una certa coerenza. Non è una cosa scontata.
Il finale drammatico ha chiuso perfettamente il tema principale.
Spero di rileggerti presto.
03/08/2017 at 13:06
Ehi, ciao tu 🙂 grazie mille per avermi seguito fino all’ultimo, è un onore. Sul genere, devo solo scuotere le spalle : il dramma c’è l’ho dentro e l’intenzione di creare un qualcosa di humoristico traspirante da alcuni punti, ma non è preponderante. Ci sono occasioni, però, in cui si ride; non è tutto grigio.
Sono contento che l’accoppiata sia risultata vincente e che si sia capita la polarità dei due.
A risentirci 🙂
03/08/2017 at 05:48
Finale tragico ma, ahimè, fin troppo attuale.
Complimenti per l’ottimo spaccato che ci hai fornito, spero di rivederti presto su questi schermi…ciao 😉
03/08/2017 at 13:02
Ehi Danio 🙂 grazie mille per avermi seguito fino alla fine e a presto!!!!
02/08/2017 at 23:01
E il cerchio di violenza si chiude nel peggiore dei modi, purtroppo. Tu, però, sei riuscito a trattare il tema in modo neutrale, rispettando i vari punti di vista.
Bravo.
03/08/2017 at 01:25
Ehi Anna! Grazie mille, il tuo commento significa molto per me. Ho voluto affrontare vari temi e vari punti di vista, in questo short, cercando di mantenere una parità di pareri fra le parti. Spero di aver fornito anche una lettura piacevole. Come avresti concluso la vicenda? Un abbraccio e alla prossima.
02/08/2017 at 17:15
Andiamo da Ciro, va. 🙂
02/08/2017 at 17:19
Tutti vogliono vedere Ciro, insomma: d’accordo!
01/08/2017 at 12:34
Questo capitolo è uno stupendo colpo di scena. Voto anche io per avere notizie di Ciro. Ero convinta che lo avrebbe ucciso. Complimenti per come hai saputo cambire le carte in tavola! 🙂
01/08/2017 at 23:46
Non avrei potuto lasciar andare i miei personaggi così 🙂 grazie per l’appoggio e a prestissimo!!!
27/07/2017 at 00:13
Ciro, è lui che è uscito di scena, vediamo cosa farà dopo tutto questo.
Il capitolo è davvero godibile, soprattutto il finale con il team di salvataggio, ma secondo me ogni tanto eccedi con i commenti ( o didascalie, chiamale come vuoi) morali. Per esempio, tutto il “muto all’eco del suo buonsenso eccetera” secondo me è superfluo, si capisce dagli eventi che il ragazzo se ne frega del gesto di pietas dell’altro e agisce da teppista come ha sempre fatto, non serve che lo spieghi.
Per me appesantisce il testo che se no è vivace e pieno d’azione, ma magari sbaglio io.
Ciao guagliò 🙂
27/07/2017 at 02:56
L’importante è che si è capito. Spiegarlo una volta in più non fa mai male. Ma in effetti si, volendo tagliare il superfluo avrei potuto snellirlo. Mi è uscito così e lo prendiamo per buono, che ne pensi? Grazie per il commento critico, comunque, lo terrò presente 🙂
27/07/2017 at 02:57
Fra l’altro, befy, pensaci bene a chi mostra la pietas 😉
26/07/2017 at 15:33
Vediamo un po’ che combinerà Ciro!
Molto bello questo capitolo ?
26/07/2017 at 17:09
Benissimo 🙂
24/07/2017 at 11:44
Seguiamo Ciro…
Bel capitolo, il colpo di scena della fuga del ladro era prevedibile ma non scontata, ma è un escamotage per lasciare il lettore con il fiato sospeso fino alla fine 😉
24/07/2017 at 11:56
Alla fine, oltre alla fuga, quante opzioni rimanevano? C’è del dramma, ma rimane ancora un racconto leggero.
23/07/2017 at 14:29
Questo a mio avviso è il capitolo migliore, m’è piaciuto davvero tanto. Ho trovato anche delle chicche letterarie tipo “cercavano di non far trasparire la totale incompiutezza dei loro pensieri”. Una frase da manuale che descrive alla perfezione personaggi e situazione. I dialoghi, anche grazie al dialetto, sono esilaranti. Quanto alla richiesta della sigaretta, mi ha fatto venire in mente lo stacchetto pubblicitario di Massimo Lopez, dove era invece una telefonata ad allungare la vita. Altra chicca letteraria, la troviamo più avanti: “aggrappato a un sottile respiro”. Finale perfetto per un racconto fuori dagli schemi. Non riesco ad immaginare il finale, na so già che mi dispiacerà salutare i personaggi. Prenditi tutto il tempo necessario e… comincia a pensare al prossimo. Bravissimo 🙂
23/07/2017 at 14:30
PS = Ho votato per Ciro.
23/07/2017 at 22:24
Ehi 🙂 commento lunghissimo e dettagliatissimo. Ti ringrazio, mi riempi di soddisfazione! Anche a me dispiace un po’ abbandonare questi personaggi fuori dal coro. Mi hanno aiutato a raccontare due o tre cosette importanti. E grazie a te che sei rimasto fino alla fine!!!
23/07/2017 at 22:27
*”rimasta
23/07/2017 at 12:30
Un quasi-finale sensato, mi piace.
Facciamo un ultimo salto da Ciro e vediamo cosa pensa di quello che è successo e se ha voglia di vendicarsi o meno.
23/07/2017 at 22:26
Ehi 🙂 in effetti il finale vero è proprio sarà nel prossimo episodio, ma le rispettive strade si sono divise per sempre!
23/07/2017 at 07:51
Gerardo abbiamo già visto che fine ha fatto. Andiamo da Ciro va, che magari gli viene la voglia di tornare indietro a finire il lavoro.
Ottimo pezzo, avanti col prossimo 😉
23/07/2017 at 22:27
Supervendicativo 🙂 vedremo nell’ultimo capitolo!
21/07/2017 at 21:18
Non sono una copiona, giuro, ma pure io ho premuto Play. Mi sono divertita parecchio allo scambio di battute, alcune delle quali, forse complice il dialetto, le ho trovate irresistibili. Però, verso l’ultima parte, ho trovato un forte messaggio sociale che mi ha fatto riflettere. Mi riferisco a: siamo una generazione che combatte contro se stessa” e alla risposta: “siamo noi quello che avete costruito”.
I più grandi comici, erano anche drammatici quando era necessario, trovo che in questo capitolo tu abbia saputo dosare queste due qualità. Bravo. A rileggerti 🙂
21/07/2017 at 21:57
Ti ringrazio. In effetti, ho cercato di dare dei momenti di sfogo a questi due personaggi a tratti molto diversi fra loro, cercando però di inserire alcuni elementi classici (un coro, dei punti di vista esterni, un riferimento politico). È stato un fuori programma divertente, ma che non è ancora finito. Non so bene cosa aspettarmi dal finale….
21/07/2017 at 00:20
Premo Play anche io, zì! 🙂
La situazione resa molto bene anche da questi botta e risposta. Ho apprezzato anche l’idea della resa grafica. Molto bravo 🙂
21/07/2017 at 10:28
Grazie 🙂
20/07/2017 at 09:39
Play, direi che di salti temporali ce ne sono già stati abbastanza.
Ma sopravviveranno a quel panino? 😉
Ciao
20/07/2017 at 10:17
Magari la diarrea salva Ciro in calcio d’angolo. Chissà.
19/07/2017 at 07:21
Confesso che ero tentato di skippare al finale, ma no, la storia deve procedere… 🙂
19/07/2017 at 12:26
Tanto saremmo giunti alla Spiegazione comunque, solo in un altro momento
18/07/2017 at 18:16
Premere play, ormai bisogna sapere quello che succede, punto.
Bello questo capitolo.
Vedo che hai infilato anche un po’ di Fight Club 🙂 e italianizzato l’azione breaking bad.
Dato che di tanto in tanto mi piace rompere le scatole:
…un sorriso. Gerardo, su un pezzo di legno…
Io avrei staccato con un a capo.
Ciao Gianluca,
a presto
18/07/2017 at 19:23
Si, ci stava tutto Fight Club interpretato da uno scugnizzo. Perché, non è vero ;)?
BB resta un riferimento perenne: senza volerlo, praticamente, nello script originale descrivevo quasi le stesse scene. Il punto e a capo si, in effetti avrebbe regalato una pausetta in più.
Grazie 🙂
18/07/2017 at 17:12
Premere play…non si può tornare indietro e manco lo voglio, desidero solo sapere che fine farà Ciro, o Gerardo, dipende dai punti di vista.
Ciao guagliò, a presto 😉
18/07/2017 at 19:24
Ciao uagliò, grazie 🙂
13/07/2017 at 16:36
In questa atmosfera un po’ rozza, vorrei un po’ di raffinatezza 🙂
In realtà no, ma è l’ipotesi più divertente.
13/07/2017 at 21:27
Mi metti in difficoltà! Benissimo… 🙂
12/07/2017 at 13:01
Raffinato: salmone affumicato, rucola, formaggio di capra e gamberetti…
avrei messo il wurstel era semplice, quindi niente fettina di speck!
12/07/2017 at 16:45
Un tocco di chic non guasta 🙂
12/07/2017 at 08:04
Apriamo il frigo e vediamo cosa è rimasto. 😉
Ammiccante ma lievemente inopportuna la Signora Assunta X-)
Mi sono piaciuti questi dialoghi. 🙂
12/07/2017 at 16:45
Lievemente, proprio xD grazie!!!
11/07/2017 at 08:48
Quello che c’è nel frigo…
Molto realistico lo scambio di battute tra vicini, mi è sembrato di essere sul pianerottolo con loro 🙂
11/07/2017 at 11:13
🙂 grazie Anna
10/07/2017 at 16:38
Dati i due soggetti propendo per quello che c’è in frigo.
Non è che alla fine questi due trovano un alleato e una ragione per essere meno arrabbiati con la vita l’uno nell’altro?
Questo capitolo mi è piaciuto davvero molto.
Sarà lo straccio bagnato a refrigerio dal sudore che è molto d’attualità? 🙂
Ciao
10/07/2017 at 20:30
Te l’avevo detto che l’humor sarebbe arrivato. Spero vada meglio e sono contento ti sia piaciuto.
10/07/2017 at 11:17
Questo episodio mi ricorda un pochino una puntata di Breaking Bad.
Andiamo sul semplice, wurstel etc etc
Ciao Gianluca,
a presto
10/07/2017 at 13:21
Pochino. Ho persino in mente il panino senza croste, pensa.
10/07/2017 at 10:38
Ma buttiamoci dentro quello che c’è nel frigo+ il supplì !
La signora Assunta l’ho amata da morire e spero di rivederla visto quant’è impicciona ?
10/07/2017 at 13:22
Fra lei ed i testimoni di Geova non so chi sarebbe stato peggio..
09/07/2017 at 22:01
I dialoghi sono esilaranti, a parte che a me piace molto leggere il dialetto (toscano e napoletano sono i miei preferiti). Mi piace l’ironia che permia tutta la storia e le metafore che usi. Per la scelta, direi che quello che c’è nel frigo va bene, pure il supplì spappolato 😀
09/07/2017 at 22:55
Ahahah allora lieto di farti conoscere un po’ di più del dialetto. Nei primi capitoli ho decisamente esagerato, mentre ora mi sto moderando! A prestissimo!!!! Grazie!!!
09/07/2017 at 21:21
Wurstel, sottiletta e maionese, non c’è dubbio. Con tutto il rispetto per Gerardo, non ce lo vedo alle prese coi gamberetti!
Ciao e al prossimo 😉
09/07/2017 at 21:24
Ehi, grazie per il commento velocissimo! Ci sarà un panino, ma la domanda era per il lettore, principalmente xD
09/07/2017 at 15:38
I Testimoni di Geova con un click al campanello cambiano sempre il corso degli eventi in qualunque casa del mondo…
09/07/2017 at 19:52
Ciao Andrea 🙂 in effetti i Testimoni di Geova sono una bella rottura e ti rovinano i pomeriggi domenicali con tanto di pennichella annessa xD grazie per essere passato e a presto!
06/07/2017 at 21:42
Fichissimo il pezzo della pistola giocattolo, scrivi bene, sei ironico e riesci a descrivere molto bene le scene. Ho scelto l’amico di Gerardo, ma vedo che le preferenza vanno altrove. Vedremo.
07/07/2017 at 10:56
Ehi, grazie 🙂 vedremo, magari ci sarà spazio per un cameo…
05/07/2017 at 17:03
E abbiamo citato anche pulp fiction 🙂
Votato per l’inquilino.
05/07/2017 at 21:18
Mica solo una volta… Grazie per essere passato, a presto!
04/07/2017 at 11:18
L’inquilino del piano di sotto…
Bella la riflessione di Gerardo che si contrappone alla “non riflessione” di Ciro sulla giustizia e che denota il suo totale disinteresse per la questione 🙂
04/07/2017 at 12:40
Ehi Anna 🙂 si, era questo l’intento, ma cercherò di fare qualche altro cenno strada facendo…
03/07/2017 at 20:15
Forse Gerardo non starà molto bene, però ha detto assolute verità sul fatto di difendersi. Ho votato per il classico inquilino incazzato, magari incatena anche lui 😉
Ciao e al prossimo.
03/07/2017 at 22:38
Ahahaha magari 🙂
03/07/2017 at 16:19
Voto per l’inquilino del piano di sotto, sicuramente tipico italiano medio, del tutto scocciato, indispettito, inviperito per tutto il casino che Gerardo sta facendo mentre vorrebbe solo guardare la TV in santa pace!
03/07/2017 at 17:39
Ci starebbe benissimo 😛
03/07/2017 at 15:19
L’inquilino, d’altronde mi chiedo perché non sia venuto a bussare prima.
Questo Gerardo non sta bene: un analista, un amico, due psicofarmaci, al peggio un confessore, ma bisogna dargli una mano prima che esploda davvero.
Ciao
P.S. AvaNbracci? Con la N? vabbé che sono le vacanze estive, però.. XD
03/07/2017 at 17:37
Licenza poetica 🙂 (questa me la sono cercata..)
Gerardo sta bene, deve solo sfogare….
03/07/2017 at 13:24
Stavo per scrivere l’inquilino ficcanaso. Ma poi ho letto “testimoni di geova” e non ho avuto dubbi. In quanto racconto umoristico è giusto che la nemesi si abatta su di loro senza pietà. Lol
03/07/2017 at 17:40
La maledizione dei Testimoni di Geova xD
04/07/2017 at 10:08
* Abbatta… Maledetto anche il cellulare se è per questo. Ti volevo dire che Emilia ha combattuto 😉
A presto. 🙂
02/07/2017 at 20:19
Testimoni di Geova, non c’è dubbio.
02/07/2017 at 20:29
Maledetti.
02/07/2017 at 18:40
Essendo uno humour dico testimoni di Geova, anche se il vicino di casa sarebbe stato ugualmente gradito.
Capitolo molto scorrevole.
È, non E’ 😉
02/07/2017 at 20:31
Grazie 🙂 cerco di rendere il tutto fluido. La È l’ho scordata, questo laptop è inglese e non ha i caratteri accentati.
02/07/2017 at 12:58
Voto Vasco….diamogli un po’ di sprint! ?
02/07/2017 at 17:05
Ciao e benvenuta 🙂 Vasco non delude mai! Grazie di essere passata!
02/07/2017 at 02:35
Mina, assolutamente Mina!
Bravo mi piace questo capitolo, scritto con passione. Uno dei più belli. 🙂
02/07/2017 at 12:48
Sfondi una porta aperta: Mina è una delle mie cantanti preferite 🙂 ti ringrazio: in effetti c’è molto pathos in questo capitolo, ma è un effetto collaterale.
30/06/2017 at 18:25
Anche se Vasco non è il più gettonato, non potevo non scegliere the Kommandant
02/07/2017 at 12:49
Siamo anche in tema 😉
grazie per essere passato!
25/06/2017 at 14:45
Visto il filo conduttore del racconto, non succederà più.
Mi sono un po’ persa anch’io, non ho capito tutto il filo temporale della biografia di Gerardo, né rispetto alla storia principale. E cosa c’entrava la scelta tra le opzioni nell’ultimo capitolo? E non ho capito il riferimento ai rossi e al mostro?! Insomma non ho capito quasi nulla, ma mi aggrappo, e la lettura resta piacevole, ci sono immagini molto suggestive, come quelle della lacrima/sudore/insetto. 🙂
Piccola nota in rosso: fino a prova contraria supplicare è transitivo. “L’aveva supplicata”, non “le aveva supplicato” .
Ciao
P.S. Ma sei sicuro che il genere sia humour?
25/06/2017 at 15:49
I tuoi commenti mi costringono sempre a rimboccarmi le maniche. Partiamo dalla fine.
Humor è il genere più vicinona quello che voglio raccontare. Anche se sembra anacronistico, ci sono molti spunti ironici e ne aggiungerò molti altri.
La nota in rosso la accetto con vergona e guance arrossite.
Il Mostro, i Rossi e la città di Hama sono riferimenti temporali. Spero di non aver creato confusione mischiandoli tutti insieme.
Questo trip è nella mente di Gerardo, mentre torna dall’appartamento del nipote. Per mancanza di spazio, non ho inserito asterischi e, per continuità volutamente oscura, ho mantenuto tempi e strutture simili, per dare l’impressione di viaggiare nel passato con Gerardo. Ovviamente il tentativo non è riuscito al meglio.
Grazie per esserci sempre e non temere: sarò molto più chiaro in futuro.
25/06/2017 at 16:21
Ma figurati, guance rosse, era perché l’avevono notato. Forse è solo che è molto molto denso, il capitolo, vuoi metterci un sacco di cose, forse troppe.
Capisco cosa siano i rossi e il mostro con la maiuscola, ma Gerardo ha avuto a che farci nell’ambito del servizio? O è un riferimento più generico alle violenze delle epoche passate. O fu di servizio e Firenze?
L’ho trovato solo un po’ criptico, ma sono le sue memorie, ci sta.
Ti saluto e vado ad affrontare il solleone ^^
25/06/2017 at 11:20
Con questo capitolo abbiamo scoperto anche il passato (duro e triste) del protagonista.
Bel capitolo, davvero.
25/06/2017 at 15:44
Grazie 🙂 volevo si capisse come i protagonisti si muovono e perché lo fanno e, in un certo senso, lo sto capendo anche io.
25/06/2017 at 08:10
Morirò per te… visto il ricordo vivido di Filomena.
Bella la frase sui sogni che rendono immortali 🙂
25/06/2017 at 15:42
Grazie Anna. Spero tu sia riuscita a riallacciare qualche filo.
25/06/2017 at 06:16
Beh, visto il finale ed essendo un fan del Vasco nazionale direi proprio Vado al massimo!
Ciao e al prossimo 😉
25/06/2017 at 15:42
Ci starebbe proprio da Dio, ma caricare troppo il racconto con link sarebbe stato superfluo.
24/06/2017 at 22:51
Mi sono un po’ perso, non ritrovo il filo del discorso… In ogni caso scelgo Non succederà più.
25/06/2017 at 02:04
Mi dispiace di averti dato questa sensazione. Sarà perché ho operato un cambio di scena col quarto capitolo ed jo scritto questo tutto in un giorno. Ma dovrebbe suonare abbastanza linare, se pensi che Gerardo sta tornando a casa.
14/06/2017 at 20:26
Dai bellissimo anche questo capitolo, mi piace molto!
Io scelgo il “Lanciafiamme con il deodorante” ! Troppo forte!
15/06/2017 at 09:13
Grazie cara 🙂
12/06/2017 at 11:57
Visto che a casa mia le armi, anche quelle di servizio, solitamente non entrano, vada per il fatto in casa.
Non ho capito quale informazione aggiuntiva ci dia l’infanzia da minoranza mussulmana in India del padre, ma fa folklore, colora^^
Ma questo pezzo viene dopo lo scontro con Gerardo, o prima? Perché se torna subito a svaligiare dopo una paura così, coraggioso ma scemo, il ragazzo.
Ancora una domanda (non so se si è capito ma il capitolo me ne ha fatte sorgere parecchie): ma il rolex del babbo è vero, o taroccato made in Mergellina? Perché se se ne può permettere uno vero il figliolo farebbe il topo d’appartamento solo per piacere.
Non per criticare le tue opzioni, ma personalmente non mi piacerebbe aggredire nessuno, ah, sì la Santanché o Salvini magari sì, ma dubito mi si intrufolino mai in casa, XD
12/06/2017 at 14:48
Aaaaaah, befana, sono contentissimo di questo commento…..
Il motivo del flashback, perché di questo si tratta (Ciro sta andando chiaramente a rapinare le persone dalla lista e, in un dialogo che ho dovuto escludere, si vede Ciro prendere la. 38) è doppio, narrativo e contenutistico: per dare uno stacco alla vicenda in un punto di akme (scommetto non hai cliccato il link sul titolo) ; per mettere in risalto alcuni aspetti culturali del razzismo all’italiana (lo straniero viene discriminato dal colore della pelle, anche quando è nato e cresciuto in Italia ed è figlio di italiani almeno per metà etc.).
Ricorda che Ciro è molto giovane e vive in un contesto molto particolare. Ti posso suggerire “La paranza dei bambini” di Saviano per decifrare un po’ meglio la mentalità adolescenziale di ALCUNI, non tutti, GRUPPI.
Per quanto riguarda Salvini e la Santanchè, ti prego, critica pure!
12/06/2017 at 14:49
Ah, nessuno mi ha chiesto della bestemmia in gujarati, quindi deduco che tutti l’abbiano capita…
10/06/2017 at 18:49
Qualcosa fatto in casa…
All’inizio, ho avuto un po’ di difficoltà a seguire, ma il flashback è servito ad inquadrare meglio storia e personaggi.
10/06/2017 at 19:08
È fatto di proposito. Ha un tempo verbale diverso e una struttura diversa, perché deve ricordare un sogno o un ricordo. Quale arma hai scelto?
10/06/2017 at 21:09
Accendino-lanciafiamme 😉
10/06/2017 at 21:59
Avrei detto katana anche tu :p
Ps, oggi ti ho pensata : durante il giro visite mi è venuto in mente il riferimento alla dissezione aortica e ai beta bloccanti che facesti nel primo racconto.
10/06/2017 at 15:13
Per coerenza dico Katana, però anche il deodorante lanciafiamme mi avrebbe fatto sentire a mio agio.
La quarantaquattro no, troppo rumorosa.
Bello questo flashback che ci fa entrare nella testa del ‘mariuolo’.
10/06/2017 at 15:48
Non so dire perché ho sentito l’esigenza di andare così indietro nel tempo. Credo sia per critica, più che altro.
Il lanciafiamme è solo una delle opzioni…
10/06/2017 at 04:35
Visto che non posseggo la 44 Magnum, e neppure la Katana, diciamo che potrei arrangiarmi con altro.
Al prossimo 😉
10/06/2017 at 07:37
Nemmeno una katancina in ripostiglio…?
09/06/2017 at 19:53
Mi piace molto il tuo modo di scrivere. 🙂
Voto “fuoco”. Sono curiosa di sapere come andrai avanti. 😉
09/06/2017 at 20:48
Grazie cara, faccio del mio meglio per piacere 🙂
08/06/2017 at 16:33
Fuoco. Capitolo ben scritto come al solito, forse troppo legato ad alcuni cliché del genere, ma ci sta nell’evoluzione della storia.
08/06/2017 at 18:30
Grazie per il ‘come al solito’, mi fa molto piacere che la qualità non sia calata così come invece avevo sospettato. Dimmi piuttosto quale aspetto ti sembra scontato 🙂
12/06/2017 at 10:43
Intanto, ho votato per McGyver, ci sta.
Per il capitolo precedente, mi riferisco soprattutto ai dialoghi, al mood, se possiamo dire così. Ma, ripeto, sono anche situazioni che vanno rappresentante in un certo modo, non volevo sminuire il tuo approccio. Per fare un parallelo, anche il mood di molti film sulla mafia è simile al Padrino, non per questo sono meno interessanti.
04/06/2017 at 14:35
Mostrata bene la vulnerabilità del vecchio e la spavalderia di un ragazzo, forse già un po’ vecchio anche se non anagraficamente.
Acqua, sono curiosa di capire cosa c’entra l’India e il 1976 con quanto scritto fino adesso 🙂
04/06/2017 at 17:18
Ci provo, ad incuriosire.
Per quanto riguarda il ragazzo, sí, è già un po’ vecchio o almeno così vuole farsi vedere. Nel dialogo originale sarebbe stato ancora più evidente.
04/06/2017 at 10:30
Acqua…
Ho trovato i dialoghi divertenti e la parte conclusiva carica di suspense, mi è piaciuto il modo in cui hai sottolineato il senso di frustrazione di Gerardo, la decisione sofferta che lo spinge a lasciare in vita il ragazzino. Bravo.
04/06/2017 at 13:13
Ciao Anna, bentornata! Spero che il dialetto, come mi ha fatto notare Napo, non sia stato un problema. Volevo dedicare un intero capitolo ai dialoghi, ma l’esperimento non è riuscito. Vedrò di fare meglio nei prossimi. 🙂 grazie per essere passata!
04/06/2017 at 08:31
Scrivere in dialetto è difficile: il napoletano ha i suoi segni grafici come una lingua straniera, le vocali si scrivono (le e finali, per esempio) ma non si pronunciano. Il risultato, nel tuo caso, risulta confuso.
Fuoco
04/06/2017 at 13:11
Hai ragione, scrivere in un dialetto è un’impresa, perché più di tutte la lingua dialettale ha le sue tradizioni e non ammette errori. Mi sono voluto cimentare e apprezzo molto che tu mi abbia fatto notare questo difetto: mi stai dicendo che apprezzi il mio racconto al punto da criticarlo? Se è così, continuo! 😛
Grazie di essere passato e a presto?
04/06/2017 at 13:12
Pardon, *presto!
04/06/2017 at 06:27
Altro ottimo capitolo, complimenti.
Se dobbiamo andare in India preferirei il fuoco, ma non chiedermene il perché, a presto 😉
04/06/2017 at 13:14
Fantastico! Grazie e a prestissimo!
30/05/2017 at 19:50
Io difenderò sempre le barriere contro l’eccesso colposo.
Non so esattamente in Italia, in Francia la difesa deve essere immediata giustificata e proporzionale all’ offesa. Insomma, il commerciante che insegue il ladro che scappa per sparargli nella schiena “perché sono due volte che mi rubano in casa” non esercita una legittima difesa! Tanto per non tirare in ballo le attualità. 😉
Questo capitolo mi è piaciuto di più, forse perché è più lineare, più “narrativo”.
Ciao
30/05/2017 at 22:09
Sono d’accordissimo con te, ma vorrei mantenere una linea più neutra per poi spiegarmi nel finale. IL II capitolo ti piace più del primo? Be grazie, credevo di aver fatto peggio!
30/05/2017 at 15:59
DISCLAMER: qualcuno di voi ha avuto problemi coi link? Alcuni miei amici mi hanno riferito di essere incorsi in popup poco felici, aprendoli. È successo anche a voi?
30/05/2017 at 11:10
Vravo
28/05/2017 at 20:47
Non è cambiato niente, anzi… Gerardo non si trova in una posizione migliore del “mariuolo”: quella non è casa sua e ha ammanettato un minore con le manette che avrebbe dovuto restituire insieme alla pistola, quando è andato in pensione.
Accedendo ai link che hai indicato credo di aver scaricato qualcosa che non avrei dovuto… sono legittimata a chiederti un risarcimento? 🙂
28/05/2017 at 23:52
Sono tutti link a video di YouTube, a parte l’immagine della calibro 38.
28/05/2017 at 08:51
Ciao Gianluca
bel capitolo (forse – a deciderlo sei tu ovviamente, per i prossimi episodi, userei i link in modo omeopatico 🙂 )
Non è cambiato ecc…
28/05/2017 at 09:30
Nel senso che non funzionano? XD
28/05/2017 at 09:41
Per me, il link servizio funziona, gli altri non aggiungono elementi importanti al testo.
Ciaoooo
28/05/2017 at 14:45
Verissimo, ho un po’ abusato, ma c’è un motivo: ci sono dei riferimenti nascosti e voglio vedere se qualcuno li coglie 🙂
28/05/2017 at 02:05
La nazionalità del ladro non è casuale…vero?
Comunque non è cambiato nulla per quel che ne so. Notte o giorno, se hai la sfortuna-fortuna di sparare a un ladro che ti minaccia, andrai sempre incontro a delle grane.
Qualcuno ha detto che la difesa deve essere proporzionata all’offesa, quindi se uno ti assale con un bastone dovresti averne uno sempre sotto il letto. Ma se il malvivente ha una pistola, e tu no…e mò?
Ottimo episodio, hai reso bene il concetto, a presto.
28/05/2017 at 08:37
Grazie Danio 🙂 puoi sempre tenere una pistola giocattolo sotto il letto xD
28/05/2017 at 00:37
Boh, immagino non sia cambiato niente.
La descrizione dell’azione è vivida e coinvolgente.
Sarà perché Gerardo ha smaltito la frustrazione del suo largo addome alla vista di un mariuolo neomelodico.
28/05/2017 at 08:36
Hai riconosciuto le citazioni all’interno del capitolo?
28/05/2017 at 14:22
Quella tarantiniana immediatamente. Le altre più o meno. Il video neomelodico non tanto.
27/05/2017 at 23:39
Non è cambiato praticamente niente. In Italia non cambia mai niente, tutt’al più si fa finta di cambiare un dettaglio.
Mi chiedo se hai scelto un mariuolo mulatto per accondiscendenza ai rigurgiti razzisti di fin troppi italiani o, all’opposto, per darcene una lettura opposta.
28/05/2017 at 08:35
In realtà una piccolissima differenza c’è, ed è il rimborso dei costi del processo, anche se vedremo fino a che punto…
25/05/2017 at 13:17
Ciao Gianluca,
secondo me fai benissimo a parlarne, anche se questo non esclude un approfondimento psicologico dei personaggi, ad esempio trovo che il protagonista sia già ben caratterizzato, anche se siamo solo all’inizio della storia.
Mi è piaciuta molto la scelta di iniziare in media res, ha catturato immediatamente la mia attenzione!
Seguirò la storia con grande interesse.
Alla prossima !
25/05/2017 at 15:43
Ciao Chiara, piacere di conoscerti! Grazie per i complimenti e si, ho intenzione di dedicarmi molto ai personaggi, facendoli muovere su uno sfondo verosimile.
24/05/2017 at 14:15
Quello con la pistola puntata potrebbe essere un personaggio che rivelerai durante il racconto. E l’incipit potrebbe essere il finale… O no? Che ne so io sei tu che ! Mi piace.
24/05/2017 at 14:16
Refuso: sei tu che stai scrivendo…
24/05/2017 at 22:17
Meno male! Grazie per essere passata e a prestissimo!
24/05/2017 at 07:29
L’incipit palanuckiano con la pistola si sposa benissimo con le bestemmie del torneo di tressette.
E per questo che sarebbe bello approfondire la storia interiore dei personaggi.
24/05/2017 at 12:53
Well, grazie per il palahniukiano, è un complimento nuovo! Benvenuto, caro FueGod, e grazie ancora per il commento.
23/05/2017 at 12:38
Facciamo satira, non dovrebbe essere troppo difficile visto che chi tratta l’argomento (i politici) è capacissimo di rendersi ridicolo. Bell’inizio.
23/05/2017 at 16:01
Ok, la satira va bene, ti accontento subito.
23/05/2017 at 09:45
Un instant book su un tema ostico, che può dividere. Per stare sul tema dovresti scrivere gli episodi a ranghi serrati.
Non c’è che dire: hai attirato la mia attenzione con questo tema. Voglio vedere come te la cavi. Dal tono meridionalista del primo episodio, prevedo che scontenterai i giustizieri leghisti (e a me sta bene).
È la prima volta che leggo qualcosa di tuo e, se sto commentando, vuol dire che non ho lasciato l’incipit a metà, cosa che faccio spesso con i racconti esordienti. Ti seguo, poi si vedrà.
Vai con la satira (ma non da Bagaglino, per carità).
23/05/2017 at 16:00
Ciao Napo! Non ti vedo da caffè al vetro. Capolavoro, almeno all’inizio (non ricordo nemmeno perché ho smesso di seguirlo…). Benvenuto e accomodati: ho qualche idea per rendere il tutto piccante.
22/05/2017 at 18:38
Allora …. non sono un marketer ma ne so!
Devo ammettere che hai colto sull’attenzione e buon pro per te.
Il racconto è leggibile ma come hai dato come opzione e ti consiglio concentrati ora sui personaggi e la loro storia. Non necessariamente interiore, anzi, te lo sconsiglio perché è interessante sulle prime e noiosa sulle rimanenti. A parte questo, se vuoi parlare comunque del tema, nessuno te lo vieta, neppure io 🙂
Ti seguo. Ciao. 🙂
23/05/2017 at 01:25
Meno male che ho la tua benedizione, allora! Benevento Carlo. Dammi qualche consiglio: cosa ti piacerebbe vedere trattato?
22/05/2017 at 18:14
Ah, quindi il Bagaglino si è trasferito su T.I….molto bene!
Scritto bene , nulla da dire, seguo molto volentieri e vediamo dove ci porterai.
A presto 😉
23/05/2017 at 01:24
Ok Dario, tieniti stretto. Su cosa credi si debba soffermare il racconto?
22/05/2017 at 15:51
Fai bene a parlarne… anche perché, più che il politico, è il giudice a stabilire fino a che punto sia “legittima” la difesa (vedi i casi di cronaca in cui un commerciante finisce in carcere al posto del rapinatore che lo ha derubato, perché ha “osato” difendersi e ci è scappato il morto).
Bentornato Gianluca, ti seguo volentieri in questa nuova avventura.
A presto.
23/05/2017 at 01:23
Ehi Anna, ciao anche a te. Spero di non deluderti con questa parentesi. È sempre un piacere rivederti.
A prestissimo! 🙂
22/05/2017 at 08:05
Ciao
Incipit interessante, ben scritto, scorrevole..
Siamo ancora all’inizio, è presto per avere delle aspettative concrete sulla trama.
Avendo scelto il genere humour, l’ironia e/o sarcasmo sono dovuti ma non scontati.
… Fai bene a parlarne
22/05/2017 at 13:55
Ciao Maria, bentornata! Come ho già detto, ho iniziato in modo del tutto inaspettato questo mini viaggio, che non so nemmeno dove porterà. Anche il genere che ho scelto potrebbe cambiare strada facendo, chissà…
Ti aspetto presto!
22/05/2017 at 00:11
Ho votato la seconda opzione. Nonostante non sia il mio genere, l’ho apprezzato, è scritto bene. Sono curiosa di vedere come prosegui.
22/05/2017 at 00:19
Ti ringrazio.
Come ho già detto questo è un fuori programma, cioè un qualcosa che ho pensato di scrivere nei tempi morti e che viene da una “ispirazione improvvisa”. Grazie del commento. Credi mi debba concentrare più sui personaggi – in che modo?