La pioggia
Con l’indice e il medio spingeva un grosso pasticcino glassato fra le labbra rosee, tracce di zucchero le ornavano gli angoli della bocca e le guance; io nascosto fra due cipressi la osservavo con le ginocchia in gola, i pantaloni infangati mentre la pioggia mi gelava le ossa.
Questi ricordi ruotano vorticosamente nella mia testa, non riesco a liberarmene.
Butto giù una birra senza respirare ma la mente mi riporta continuamente in quel nascondiglio. Rivedo le rose rampicanti che gocciolavano sulla vetrata e al di là di quella: lei possente, morbida che stringe i dolci fra le mani.
Dopo il primo morso le sue labbra si erano allargate in un sorriso soddisfatto, così aveva sollevato un pasticcino ricoperto di crema al burro azzurra, lo aveva portato fino alla bocca facendolo poi sparire e subito ne aveva afferrato un terzo di colore diverso.
“Portami un’altra birra Rob!”
“Subito!!”
In questo pub ci sono solo persone con occhi vuoti, un ammasso di soggetti che, se provassi ad interagirci, mi saprebbe parlare solo del tempo, niente di più, sagome anonime fuggite da sudici appartamenti per un po’ di libertà.
Fisso la grande insegna luminosa che Rob ha appeso sopra lo stipite della porta del cesso fino a che gli occhi non iniziano a bruciarmi, li chiudo e rivedo la donna: il suo bel sorriso, le ginocchia che sostengono il vassoio dei dolciumi.
Mi ripeto che è solo una grassa quarantenne, ma è inutile, più ci penso più mi viene voglia di stringerle le cosce, baciare quelle labbra carnose, divorarla, farla diventare mia.
“Ecco la birra bello! Cazzo, ma lo sai che hai proprio una brutta faccia stasera? Non ti ho mai visto così concio! Ti senti bene? ”
“Lascia stare Rob, deve essere stata la pioggia di oggi pomeriggio!”
Ecco, anche io: l’occhio critico, il narratore, sono caduto nella trappola e ho iniziato a parlare del tempo. Vorrei far parte di quel 7% di persone che sanno iniziare una conversazione senza parlare della pioggia, del sole, del freddo e del caldo che sono sempre troppo o troppo poco, mai abbastanza.
“Quando cazzo ti deciderai a comprarti un ombrello??! Sei sempre il solito punk di merda!”
Fanculo ! Mi sarebbe mancato solo l’ombrello: accucciato fra due alberi in un giardino non mio con un bell’ombrello rosso sopra la testa e magari anche la scritta COGLIONE sulla maglietta, ma Rob non può saperlo, decido di terminare la conversazione.
“Si, ha ragione amico, ma lo sai che non sono mai riuscito ad usarli!”
Con uno scatto la porta del cesso si apre, la luce verde dell’insegna si riversa sulla figura che ne esce barcollando.
E poi??
- La persona che esce dal bagno è Becky (50%)
- Il protagonista ignora la persona che esce dal bagno e torna nel giardino di Becky (20%)
- La persona che esce dal bagno interagisce con il protagonista (30%)

26/08/2017 at 11:04
Buongiorno Ilaria, questo titolo così curioso mi ha spinta ad aprire il tuo racconto. Mi piace il protagonista che beve birra pensando alla quarantenne grassa, però mi aspetto che dal bagno non esca Becky…. non ce la vedo barcollante oltre la porta del cesso del pub. Buona continuazione 🙂
20/08/2017 at 17:13
Inizio interessante, non banale la “grassa”. Introdurrei un altro personaggio che interagisce, siamo solo all’inizio. A presto.
12/07/2017 at 20:52
Ilaria, io sto aspettando il seguito dove sei finita??? 🙂 🙂
12/07/2017 at 12:58
Becky! Becky! Becky!
30/06/2017 at 01:41
Ciao, abbiamo usato lo stesso titolo per i nostri capitoli ma fortunatamente sono storie del tutto diverse ??…Comunque trovo il tuo incipit molto interessante ed ho votato per l’entrata in scena di Becky!
A presto!
25/06/2017 at 02:24
La persona che esce dal bagno è importante ai fini narrativi: facciamo che le diamo più spazio! Incipit molto carino e ben costruito, con una buona fluidità nonostante l’alternanza dei discorsi. Ti seguo:=
14/06/2017 at 22:02
Bello nonostante le sviste 😉
14/06/2017 at 22:34
Prometto solennemente di non avere buone intenzioni e di fare più attenzione dalla prossima volta in avanti.
Grazie mille
14/06/2017 at 19:02
Dal bagno esce Becky. Solo… Chi diavolo è Becky? Mi sono persa qualcosa perché sono dal cellulare, oppure non l’hai ancora specificato?
Mi è piaciuta la descrizione della donna, è raro trovare un personaggio del genere descritto in maniera positiva è questo depone decisamente a tuo favore.
Suggerisco solo di prestare più attenzione alla punteggiatura e ad alcune piccole sviste (a memori: sì affermativo si scrive con l’accento)
14/06/2017 at 20:52
Purtroppo ho pubblicato usando il cellulare e ci sono stati degli “incidenti”, sistemo tutto al più presto !!
Becky è la donna a cui pensa continuamente il bevitore di birra (eppure ero certa di averlo specificato ? mi chiedo che fine abbia fatto)
Grazie mille delle osservazioni !
14/06/2017 at 14:44
Dal bagno esce Becky, tanto per accrescere lo sfasamento del protagonista.
Mi è piaciuto molto questo tuo incipit.
Ho notato che nel paragrafo
“Rivedo le rose rampicanti eccetera” alterni presente e passato, suonerebbe meglio tutto allo stesso tempo, magari tutto al presente per dare immediatezza; ma è la sola osservazione che mi viene ed è proprio una quisquilia.
Bello!
14/06/2017 at 15:40
Oh ti ringrazio moltissimo, ogni suggerimento/critica è ben accetta (ora rivedo il testo)!
Vedere Becky che esce dal bagno potrebbe essere proprio un bel colpo per il nostro amico, chissà come reagirà!
Grazie ancora ?