L’anello di vetro III- Il Custode

Dove eravamo rimasti?

Vonia è la terra fittizia dove i Vikyri si sono rifugiati per scappare ai demoni. I nostri eroi useranno davvero l’anello? Se sì, chi? Nessuno (100%)

Il Custode

Le pianure verdi e oro di Taurissia fluttuavano all’interno del cerchio magico che delimitava il portale per Vonia. Il mondo era identico a quello reale, ma privo di imperfezioni e Lis sapeva che se avesse allungato la mano per andare dall’altra parte avrebbe trovato tutto quello che aveva sempre desiderato. Era ciò che prometteva l’anello, quello che aveva cercato fino a quell’istante, ma le sarebbe bastato? Andare dall’altra parte non avrebbe rimosso dalle sue spalle il peso delle responsabilità. Non l’avrebbe aiutata a salvare Carol.

Ghunter non le aveva detto una parola, aveva abbassato gli occhi e sembrava non volersi immischiare. Forse era ancora arrabbiato con lei e la stava aiutando solo perché era la cosa giusta da fare. «Scappare non mi servirà a nulla» mormorò seria. Il ragazzo le rivolse uno sguardo incredulo, ma concorde. «Usalo tu» aggiunse facendo scivolare l’artefatto nelle sue mani.

Il Vikyro rimase immobile, come incerto, mentre la stanza circolare del tumulo tornava ad accoglierli. Lis gli sorrideva convinta e finalmente serena. Se avesse infilato l’anello, il portale si sarebbe riaperto. Dall’altra parte avrebbe potuto avere gloria, ricchezze, un castello, servitori e, perché no, l’amore di Lis, ma non sarebbe stato lo stesso. La vera Contessa di Erevo, quella che gli aveva sconvolto la vita, sarebbe rimasta a Taurissia a combattere per ciò in cui credeva.

Un tempo avrebbe superato il portale senza esitare, ma erano cambiate molte cose. Aveva imparato a combattere, compiuto imprese, iniziato a comprendere la magia del Sangue, stretto amicizie. Era stato faticoso, pericoloso, ma gratificante! Poteva rinunciare a quella vita? Scosse il capo e strinse in mano il pezzo di vetro. «Non ne ho bisogno.»

Yelda sorrise orgogliosa. «Usciamo da qui» propose.

Il ragazzo osservò il corpo di Vernon abbandonato sul pavimento. «Lui?»

«Non c’è più nulla da fare» gli fece sapere la maga, scorgendo nei suoi occhi un velo di tristezza. «Non ha voluto arrendersi, non è colpa tua.» Il giovane annuì lentamente, cercando di accettare il fatto di aver tolto la vita all’uomo che lo aveva cresciuto e che, nonostante tutto, lo aveva reso quello che era.

Risalirono le scale in silenzio e quando lasciarono il tumulo le porte si richiusero con un tonfo profondo. Quel capitolo della loro storia si era chiuso per sempre. Il giovane alzo gli occhi verso il cielo che si stava tingendo di viola. Aprì la mano che stringeva ancora l’anello e osservò la magia lucente che scorreva sotto il vetro. «Cosa ne faremo?» Quell’artefatto avrebbe fatto gola a molte altre persone.

«Lo terrai tu, Luce lo affidata a te» gli fece sapere la maga.

«Io?» replicò il ragazzo poco convinto.

Yelda scoppiò a ridere. «Luce crede in te. Hai superato molte prove e ora sei un suo emissario, come me, come i cavalieri della Luce. Dovrai studiare molto, Custode.»

Ghunter la fissava con gli occhi che brillavano per la gioia e lo stupore. Alla fine era riuscito a combinare qualcosa di buono.

«Ci servirà anche un nuovo Arcimago» ricordò Lis montando a cavallo.

Ghunter ripensò all’uomo che lo aveva cresciuto e gli si strinse il cuore. Non poteva fare a meno di sentirsi in colpa.

«Per quello credo che ci vorrà ancora del tempo, ma intanto c’è una torre vuota che bisogna rimettere a posto» rispose la maga di buon umore.

Ghunter annuì. Era tempo di tornare a casa per capire il proprio posto nel mondo. Doveva studiare, applicarsi e scoprire il futuro un pezzo per volta. La sua nuova vita era appena iniziata.

Lis gli si avvicinò con il cavallo. «Io devo salvare Carol. Mi aiuterai?»

Il ragazzo la osservò perplesso. «Mi posso fidare?»

Lei fece un mezzo sorriso. «Non lo so…»

Ghunter montò a cavallo ridendo e rivolse un’occhiata a Yelda. La sua maestra sorrideva quasi con nostalgia. «Sai dove trovarmi» gli disse appoggiandosi al bastone.

«Fai strada» chiese il Vikyro alla Contessa, prima di lanciare il cavallo al galoppo.

Il vento li avvolse con un abbraccio freddo e leggero, che sapeva di libertà, la più grande conquista di entrambi.

«Toglimi una curiosità» gli chiese la Contessa rallentando. «Perché non sei andato a Vonia?»

Ghunter la guardò intensamente. C’erano molte ragioni per cui non era partito e lei era forse una tra le più importanti, ma sapeva che non era il momento giusto per dirglielo. «Perché là non c’è nulla che vorrei avere. Le persone a cui tengo di più sono tutte qui, in questa realtà. Per te non è lo stesso?»

Lis osservò il sentiero che stava sbiadendo nella notte. Quando era fuggita da palazzo le importava solo di se stessa e non avrebbe mai fatto ritorno per affrontare il Principe, mentre invece la sorte di sua sorella Carol aveva cambiato tutto. Sì, per lei era uguale.

«La parte più importante è il viaggio, non la meta» constatò Ghunter con saggezza.

Lis decise che quell’aria da vecchio nostalgico non gli si addiceva. «Stammi dietro!» lo sfidò lanciandosi al galoppo, diretta verso la prossima avventura.

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37 Commenti

  • Ed ecco, con un po’ di ritardo e suspance, il finale!
    Spero davvero che vi piaccia e non vi deluda, ma nel caso siate rimasti insoddisfatti fatemi sapere cosa non vi è andato giù.
    Colgo l’occasione per ringraziare Red Dragon e Darkridher che hanno avuto la pazienza di seguire la storia capitolo per capitolo fino alla fine, anche quando l’autrice (mea culpa) tardava ad aggiornare.
    Ed inoltre ringrazio anche chi avrà voglia di leggere i capitoli nei mesi a venire.
    Io mi sono divertita molto a scrivere la storia con voi e vi auguro di poter continuare a leggere e creare ancora per molti giorni.

    Ciao e grazie a tutti! XD
    A rileggerci 🙂

  • Grazie a tutti per gli splendidi commenti e perdonate la mia lunga assenza, ma tra esami, lauree e vacanze non ho proprio trovato il modo di aggiornare, soprattutto perché ogni volta che provavo qualcosa m’interrompeva.
    Spero che l’episodio v’incuriosisca almeno un po’ e vi auguro delle ottime giornate di riposo.

    Ciao, ciao!

  • Quando si parla di anelli e di fantasy, si rischia sempre il paragone con Tolkien, ma tu non hai nulla da temere perché sei riuscito a portarci su un territorio differente e in più hai uno stile fluido e scorrevole. Ti seguo con piacere, così guadagni due punti. Se ti va fai un salto nei mio, sto per postare il quarto capitolo. A presto

  • “ma se l’artefatto era davvero così potente come diceva la leggenda, allora avrebbe potuto fare anche al caso suo.”
    Molto molto interessante. E le opzioni sono tutte e tre interessanti. Siccome siamo al 2° capitolo, per ora lascerei indietro il mistero di Lis e mi concentrerei solo sul libro o sulla spada… io voto la spada, ma suggerisco che il libro debba essere aperto da una chiave… una chiave creata dalla magia 😉

    Ciao 🙂

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