Masha

Dove eravamo rimasti?

Masha crede di aver capito cosa sta succedendo. Che fa? Affronta la situazione e va a cercare il contadino: solo che è un po' diverso da come se lo ricordava. (50%)

Nove

Il mondo attorno a lei sembra farsi più lento. Le sue dita stringono la cornice della finestra e sottili schegge di legno le penetrano nei polpastrelli, ma Masha non le sente davvero. Non sente nulla, se non il rombo dei suoi pensieri. E del suo cuore.

Era una trappola, pensa. Una trappola, e lei ci è cascata in pieno. Stupida. Stupida, stupida, stupida.

Non c’è via di fuga, ora. Se anche scappasse, non andrebbe lontano, perché quello è di sicuro più veloce di lei. Quindi non le resta che combattere. Davanti a quell’ineluttabilità, si sente invasa da una calma gelida: non ha scelta, e questo è un bene. Masha respira, e stacca a una a una le dita dalle finestra. Bene. Non aveva comunque intenzione di scappare.

Sul fondo della stalla, la mucca smette ruminare e la fissa con i suoi grandi occhi scuri. Sembra quasi che abbia capito quello che ha intenzione di fare e che la stia giudicando. O forse incoraggiando, chissà. Non che Masha abbia bisogno della sua approvazione, né di quella di nessun altro.

Con passi cauti, ma sicuri, raggiunge il fucile che ha lasciato appoggiato alla parete della stalla. Deve muoversi piano, senza fare rumore, perché, ora che sa come stanno le cose, pensa che è strano che il contadino l’abbia lasciata lì da sola. Credeva davvero che non avrebbe scoperto il suo inganno?

C’è qualcosa che non torna, naturalmente. Masha aggrotta la fronte mentre imbraccia l’arma e si muove verso l’uscita della stalla. Perché è evidente che quello non vuole la vacca. È altrettanto evidente che non desidera semplicemente uccidere lei, perché altrimenti l’avrebbe già fatto. E allora che cosa vuole? Non per la prima volta, una risposta si forma nella sua mente: si dice che quelli rubino anche le fanciulle. E, non per la prima volta, a quel pensiero ne segue un altro: ma lei non è una fanciulla.

Le sembra di essere tornata nella radura nebbiosa dove tutto ha avuto inizio e nelle sue vene pulsa la stessa eccitazione che l’ha colta il giorno in cui l’ha visto per la prima volta. È la resa dei conti, lo sente con chiarezza, e la prospettiva la fa fremere di gioia. È una gioia folle, ma Masha non ha mai avuto problemi ad abbracciare la propria follia.

Quando raggiunge la porta della cascina, abbandona la cautela e la colpisce con una spallata – non ce n’era bisogno, perché era già socchiusa. E dunque aveva ragione. Perché non c’è un uomo davanti a lei, ma un orso enorme, col pelo color della pioggia, con gli occhi neri, con gli artigli di ossidiana.

Se lo aspettava, e il fatto di non essersi sbagliata la esalta. «Sorpresa» sogghigna, levando il fucile e puntandoglielo contro. Sul muso di quello si disegna un’espressione stupita, quasi umana. È solo un istante, però, e poi le sue zanne si scoprono in un ringhio rabbioso. Un secondo più tardi, la bestia carica.

Questa volta Masha lo fa davvero. Spara davvero, d’istinto. Il boato è assordante nello spazio ristretto, il grido del mostro è ancora più forte. Non è un animale, quello che crolla ai suoi piedi, ma un uomo. È nudo, sotto la pelle d’orso che tiene sulle spalle, ma l’attenzione di Masha è tutta concentrata sulla ferita rossa che gli squarcia una spalla. Sul modo in cui essa si sta già rimarginando sotto ai suoi occhi.

Lei indietreggia e l’uomo scopre i denti in una smorfia che è per metà ghigno e per metà ringhio. «Avresti dovuto mirare meglio» le dice con voce roca mentre si rimette in piedi. «Alla testa o al cuore.»

«Presto fatto» ribatte lei alzando di nuovo il fucile e puntandoglielo tra gli occhi.

Però non riesce a premere il grilletto. Come già l’era capitato nel bosco, ora che la sta puntando contro un essere umano l’arma le pare pesantissima. Non è un uomo! Grida la voce nella sua mente. Non vale niente. Spara!

Per un secondo tutto resta in bilico e Masha pensa che forse lo farà, che lo farà di sicuro e al diavolo tutto il resto, ma è un processo lento, un pigro inclinarsi della coscienza che le sembra quasi di poter toccare con mano.

Anche lui deve vederlo, quel processo, perché improvvisamente le sue mani sono sul fucile e sono forti, più forti di quelle di lei. La ragazza si ritrova a stringere solo l’aria mentre il fucile cade a terra – ed è un miracolo che non parta un colpo.

Le mani di quello scattano ancora in avanti come per afferrare Masha, ma si fermano un attimo prima di toccarla. Il cuore le rimbomba in gola, in testa, e tutto sembra avere colori più lucidi, contorni più nitidi. Vede il respiro affannoso di lui, il fremito della sua pelle, annusa la sua indecisione. E allora è lei che si fa avanti, lei che gli afferra i polsi. Le dita di quello si piegano e le sfiorano le pelle degli avambracci, e Masha non si vergogna a riconoscere che i brividi che le arrivano al petto hanno più di una causa.

Masha gli affonda le unghie nella carne e non lo sa che cosa le passa per la testa, quando punta gli occhi in quelli di lui, ma sputa comunque una domanda: «Cosa vuoi da me?»

La risposta gliela legge negli occhi – ed è abbastanza per farla scoppiare a ridere.

Masha si è fatta un'idea sul perché "quello" la tormenti, ma lui non le ha ancora risposto. Lei che fa?

  • Niente, perché qualcuno arriva in suo soccorso. (60%)
    60
  • La risposta non le interessa, quindi cerca di tornarsene a casa prima che Ilya chiami i rinforzi. (20%)
    20
  • La risposta le interessa, quindi ripete la domanda. (20%)
    20
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69 Commenti

  • Ciao. Mi piace questa storia e l’aria di suspense che si respira. Sei brava con le descrizioni e nel modo di alternare pensieri e azioni dei personaggi tra loro.

    Voto per il “Non fa niente, perché succede una cosa imprevista”.

    Sono curioso di vedere cosa t’inventi per noi 😀

  • Ciao,
    bentornata!
    Ho letto la storia e mi piace molto il mistero della “creatura” così come mi piace molto Masha. Non so dirti bene il perché, ma mi ricorda molto Tokyo, una della protagoniste della casa di carta.
    Sono curiosa di leggere il finale.
    Alla prossima, ciao

  • Ho scelto il contrassegno della mucca per esclusione, le altre due opzioni non mi convincevano.
    Capitolo molto coinvolgente, non so cosa sia successo ma di sicuro qualcosa di importante: l’istinto di Masha si è messo in iperattività. Curiosa di saper chi è il barbuto e cosa voglia.
    Peccato che pubblichi la tua storia in periodo estivo, avrebbe meritato più pubblico.
    Ciao

  • Ottime le descrizioni del bosco e il momento in cui incontrano la bestia. Mi aspettavo qualcosa di più forte, invece non succede niente. Probabilmente hai deciso di rimandare perché mancano ancora diversi capitoli ed è giusto che le cose avvengano per gradi. Sto notando che il tuo racconto ha poche visite ed è un peccato, il problema principale è che non ci sono lettori puri, sono quasi tutti autori quelli che commentano. Di conseguenza, per avere la loro attenzione, devi leggerli e commentare a tua volta. Non so dirti neppure io perché ho votato per l’orecchino e la mucca viva. Spero di non averti complicato le cose, ma immagino che tu abbia una spiegazione per tutto. A rileggerti 🙂

    • Ciao! Ho preferito rimandare lo scontro perché, essendo questa storia così corta, ho preferito seguire uno schema che ho deciso a priori, almeno per quanto riguarda la storia della storia. Una cosa in realtà è successa, in questo capitolo, ma credo che sarà una cosa che si noterà più in là…
      Per quanto riguarda il leggere, faccio sempre un po’ fatica ad adattarmi alla mentalità “lettura x lettura”, anche perché vengo da siti che la disapprovano o vietano proprio. Io leggo, naturalmente, ma solo storie che mi interessano davvero. Se lascio un commento, è perché ho qualcosa da dire: Mi sento un po’ inutile a scrivere solo “scelgo la uno, passa da me, per favore”, come ho visto fare. Ho notato, tra l’altro, che spesso i commenti critici vengono presi maluccio, quindi ho deciso di non scrivere niente, se non ho nemmeno una cosa carina da dire.
      Delle visualizzazioni, ti dirò, mi importa pochino: Quello che mi interessa, il motivo per cui sono qui, è trovare un input e nuova linfa per quelle storie su cui mi sono arenata da anni…

      • Condivido senz’altro le tue osservazioni, difatti, quando TI mi ha chiesto un parere tramite il questionario, ho espresso proprio questa problematica: cioè l’assenza di lettori. Ok, è anche vero che gli autori sono anche lettori, ma purtroppo i commenti vengono esclusivamente da autori. Ho anche proposto un’app. da scaricare magari sugli smartphone che invogli alla lettura. Trovo anch’io che sia brutto commentare chiedendo di passare nel nostro racconto, ma ho visto che l’andamento generale è questo. Non si può neanche biasimare come discorso, in fondo scrivere è comunicare. Quanto alla tua considerazione finale, è anche la mia. Trovare una buona idea, qualcosa che ci coinvolga davvero, non è facile. Si va per tentativi e sicuramente questa piattaforma è un modo per mettersi alla prova. Non è per niente semplice costruire qualcosa sulle scelte di altri, però ti costringe a far lavorare la fantasia e secondo me rende i testi originali. Vengo anch’io da forum di scrittura come te, dove però era obbligatorio commentare gli altri autori. Non potevi postare se non avevi almeno un commento al tuo attivo. Il buonismo generale su TI credo sia dovuto al fatto che spesso gli autori si devono arrampicare sugli specchi per seguire le scelte, non sarebbe giusto infierire. Mettersi a fare editing, rischierebbe di far franare storie che invece meritano. Penso tu abbia trovato il giusto equilibrio, se c’è qualcosa che non funziona, lo fai notare ma senza demolire il testo. Ho scritto un papiro, sorry 😀

        • Scusate se entro nel vostro ragionamento.

          Il problema dell’assenza dei lettori sta anche nel fatto che i lettori per commentare devono registrarsi e questo frena un pochino.

          TI nasce credo per esercitarsi/mettersi alla prova, non per scrivere un vero libro con dei lettori veri. Solo alcuni autori ricevono dei premi, li guadagnano a prescindere dalla classifica, quindi diciamo che c’è sempre un “giudizio superiore”.

          Per quanto riguarda la lettura X lettura, se la storia non mi piace non la leggo.
          Little se una storia non ti piace fai benissimo a non leggerla.

          Invito spesso gli altri autori a leggere la mia storia e a dire cosa ne pensano. In moltissimi casi questo mi ha aiutato. Ci sono stati commenti/critiche fondate che mi hanno aiutato a migliorare. Ad es. la tua critica sulla assenza di pensiero dei miei personaggi è fondata. 🙂
          Certo succede anche di non condividere alcune critiche. Penso sia giusto anche mantenere le proprie opinioni e non chinarsi proni ad ogni commento.

          Non capisco troppo il discorso che fate sul “buonismo”. Se leggete attentamente in giro troverete spessissimo delle critiche e molto raramente dei commenti completamente positivi. Credo dipenda dal fatto che una storia (anche se perfetta) può sempre essere migliorata.

          Buona giornata 🙂

          • Però chi ha un account facebook ci mette due minuti a loggarsi. Io ho fatto moltissima pubblicità nei gruppi di lettura su Facebook, ebbene, non credo di aver avuto un solo voto da questi gruppi. Si è loggato qualche amico, ma i commenti li ho ricevuti solo da autori di TI.
            Quanto al discorso sui commenti costruttivi, condivido. Cercherò di essere più critica nei prossimi; chiaramente una critica costruttiva, altrimenti non serve a niente.
            Quali sono i premi di cui parlava Bassilissa oltre alla copertina?

            • Hannock il tuo racconto è bellissimo e ha giustamente avuto due dei premi (copertina e visibilità). Uno dei premi lo leggi sopra nella home (si riferisce ai racconti estivi). Per avere la lista completa dei premi devi contattare quelli di TheIncipit. Io conosco solo questi tre.

              Hai ragione che una persona spende solo due minuti per loggarsi, tuttavia io ho inserito il mio racconto su uno di questi siti. Non so quale tu abbia scelto ma in quelli che ho scelto io i commenti si aggiornano con nuovi volumi/proposte di lettura e consigli ogni 2/3 minuti è impressionante.
              Secondo me in quel brevissimo lasso di tempo è veramente arduo far capire a dei lettori che anche lì esistano che se si loggano non succede nulla, che è tutto gratuito, e che il tuo racconto è bellissimo e che volendo possono votare e comunicare con te.

              PS.
              Comunque potremmo creare un nostro gruppo fantasy/avventura su fb in cui accogliamo libri fantasy/avventura gratis e invitiamo dei lettori, citando The-incipit. Per leggere il racconto i lettori si dovrebbero comunque loggare e quindi questo sito non perderebbe nulla in teoria. Chissà se si può fare? A voi interesserebbe? E’ una proposta indecente? 🙂

              Hannock comunque se rettifichi il tuo bellissimo commento su di me mi vendicherò pesantemente >:-) (scherzo) 🙂

              • Tutto si può fare, certo. Però considera che io ho un gruppo su FB dedicato ai libri e alla letteratura che conta oltre 2.000 membri. Sono l’ammistratrice, quindi ho messo il racconto fisso in prima posizione da settimane. Niente. Non ho ricevuto neanche un commento di lettori esterni a TI. Ti dirò di più. Ho diversi libri in promozione gratuita su Amazon, anche quelli vengono scaricati raramente. Mi verrebbe da pensare di essere davvero scarsa, ma la questione è generale. Tempo fa mi è capitato di pubblicare con uno pseduonimo con una piccola casa editrice che non chiede contributo. Sono trascorsi due anni e questo editore è sull’orlo della bancarotta. Ha oltre 150 libri in catalogo, ma ne vende al massimo cinque o sei al mese. Hai ragione tu quando dici che TI è una buona palestra, adatta per esercitarsi e mettersi alla prova. Comunque se deciderai di fare il gruppo, fammelo sapere che lo pubblicizzo anche nel mio 🙂 Forse un gruppo mirato ha più chance rispetto a uno generico. A presto.

  • M’è piaciuto molto questo capitolo. Scritto davvero molto bene, tra l’altro. A tratti, mi sembrava quasi di leggere un libro e non il racconto di un esordiente (ammesso che tu lo sia). Ho visto che si tratta di una storia per adulti, ma io ne apprezzo il lato fantasy. Queste creature dei boschi di cui si sente parlare, sono una bella sfida. Per me vanno entrambi, mi sembra comunque la scelta che va per la maggiore. Comincia a pensarci. Ottimo lavoro.

    • Ciao! Sì, avevo notato il cambio dell’avatar, anche se devo ammettere che, sulle prime, non avevo capito che eri tu!
      Ti dirò, l’avvertenza “per adulti” l’ho messa perché, quando ho iniziato questo racconto, non sapevo dove sarebbe andato a parare e mi ero tenuta la possibilità che virasse anche verso contenuti più maturi (cosa che potrebbe ancora fare, magari?) Poi, boh, mi piace mischiare i generi… infatti, quando scribacchio, sono sempre un po’ incerta su quale categoria scegliere, visto che faccio sempre un po’ di mix tra un genere e l’altro.

      Ps. a proposito della tua storia: grazie per aver fatto luce sulla mia ignoranza geografica XD

  • Wow, sara una delle poche storie che io abbia mai letto in cui la narrazione in terza persona singolare è al presente. Ed è una tecnica che per questo tipo di storia si addice benissimo. Il presente dà infatti una sensazione di immediatezza, e le emozioni che provano i tuoi personaggi non sono mai lasciate divagare. E tutto grazie a questo tuo particolare stile narrativo molto efficace.
    La storia è carina, e le scelte che fanno i tuoi personaggi si rivelano sin da subito obbligate in un contesto che li forza a fare ciò che devono. Molto bello. Inoltre mi piace questo alone di mistero che hai lasciato intorno a loro, come se ci fosse una sorta di sottotrama.
    Dunque, ora bando alle ciance però!
    Ho scelto l’opzione in cui entrambi si incamminano all’avventura, forse perché mi sembra che questi due personaggi abbiano tanto da condividere. Approfondendo il loro legame ne verrà fuori qualcosa di ancora più bello.
    Fammi sapere, ci conto,
    Ciao ciao
    Fant

    • Ciao! Questo tipo di narrazione mi viene molto più naturale rispetto a quella al passato o – ancor peggio! – quella in prima persona… però cerco di usarla poco, perché non è uno stile che si adatta a tutti i contesti.
      Grazie per il tuo parere (in effetti c’è una storia dietro a questa, ma non credo che l’affronterò mai) e per il voto… passo da te!

  • Rieccoci. Secondo me hai fatto bene a lasciare Ilya nella storia 🙂
    Il capitolo mi è piaciuto molto. Sono molto curiosa di cose come il tablet e gli spinelli in un fantasy, lo trovo insolito. Mi piace molto.
    Secondo me data la natura dei due personaggi è molto probabile che vadano insieme, perché Ilya è molto curioso e lei troppo testarda per lasciarlo andare da solo.
    Ciao.

  • Rieccomi, Little. Molto, molto indeciso sulle opzioni, alla fine ho scelto la menzogna, così, perché mi pare coerente con l’atteggiamento dei personaggi che hai delineato.
    Vedo molto, molto mestiere: scrittura scorrevole e piacevolissima, immagini efficaci, la storia che emerge naturalmente dall’interazione dei personaggi…
    Insomma, in una parola, complimenti!
    Ciao, buona serata e ottimi giorni!

  • Ciao littlerrdowl,
    storia davvero ben scritta ed interessante! L’incipit impostato sull’attesa ed il duello preda/cacciatore, che a mio avviso potrebbero anche essere intercambiabili, mi è piaciuto molto.
    Non ho potuto votare per i primi capitoli ma questa volta potendo scelgo l’appartenenza di Masha ad una certa classe sociale, immagino fra le meno agiate!
    A rileggerci e colgo l’occasione per invitarti a sbirciare il mio racconto ?

  • Rieccomi, LittleRedOwl. Ho votato per la pena alternativa, perché a questo mi pare alludessero gli accenni nel racconto.
    La tua versione di Masha e Orso (o quasi orso, orso mannaro) è affascinante, anche se ho l’impressione che tu miri a un pubblico di lettori un po’ più grandi di quelli per i quali è pensato il cartoon 😀
    Mi ha colpito la caratterizzazione di Masha: una ragazza ma non fanciulla, i denti guasti o rotti, ha imparato a combattere i mostri…
    Di quest’ultima capacità dà una dimostrazione plastica con il “ruggito” da cucciolo.
    A proposito, quella è la scena che mi è piaciuta di più, molto coinvolgente e suggestiva.
    Ma la frase che mi ha colpito di più è questa:
    “cercando di evitare che i numeri si accavallino nella sua mente – come fanno sempre.”
    Mi affascina questa ricerca dei dettagli, mi sembra che tu per prima abbia pensato tanto al personaggio da immaginarne molte sfaccettature, così da renderlo reale e credibile.
    Complimenti!
    Ciao, ti auguro un’ottima settimana.

    • Ciao! In realtà, ho cercato di scrivere questa storia (come one-shot, ma va be’) già parecchio tempo fa, quando Masha e Orso non era ancora approdato in suolo italico… ho pensato di cambiare il nome della protagonista, per evitare “assonanze”, ma non mi suonava e quindi ho lasciato perdere.
      Grazie per l’apprezzamento, mi fa molto piacere… e mi fa ancor più piacere il commento ragionato 🙂

  • Mi sembrava di aver intuito dai precedenti capitoli che scontasse una pena, ho votato quell’opzione.
    Mi piace molto l’idea che se può prendere forma umana le faccia meno paura e si senta in grado di affrontarlo.
    Forse anche questo ti viene dall’inglese, ma in italiano il soggetto sottinteso è decisamente d’uso comune, penso che tu non sia obbligata di ripetere così spesso Masha, la ragazza, la giovane, soprattutto visto che è praticamente sempre lei il soggetto dell’azione.
    Ciao

    • Cavolo, è vero! Cerco sempre di ricordarmi che non c’è bisogno di ripetere mille volte il soggetto, ma è più forte di me! Già è una cosa un po’ pesante di per sé, ma qui, con i caratteri limitati, è proprio un po’ uno spreco… cercherò di tenerlo presente per i prossimi capitoli.
      Grazie per essere passata!

  • Ho scelto la visita poco gradita per uscire un po’ dallo scontro a quattr’occhi tra Masha e Quello.
    Mi è piaciuto tutto, molto, tanto l’atmosfera e la descrizione dell’azione che le emozioni di lei; due piccole cose mi lasciano perplessa: il “serviva” della prima riga: perché all’imperfetto e non al presente?
    Perché usi il corsivo per “certa”, “familiare”, eccetera? non capisco il senso del corsivo. Sono dettagli ma mi “perplimono” ^^
    Ciao

    • Ciao! Sul “serviva” ci ho pensato un po’: sono bilingue e a volte le logiche dell’inglese hanno la meglio italiano XD Però, in effetti, sarebbe stato meglio usare il presente, anche se l’azione è passata.
      Per quanto riguarda il corsivo, è una cosa che mi piace usare per dare enfasi a certe parole, ma non è che serva proprio a molto, in effetti…

  • Facciamo uccidere la creatura, mi pare abbia bisogno di sfogarsi. Scrivi bene, però a volte sei un po’ troppo ampollosa, la ricerca della metafora e/o similitudine non sempre è necessaria e finisce, nelle descrizioni, per appesantire il testo. Questa è una mia caratteristica di lettore, non amo un certo tipo di descrizioni, per esempio adoro Il Signore degli Anelli ma molti passaggi li strapperei 🙂

    • Ah, invece io adoro lo stile del Signore degli Anelli XD No, be’, a parte tutto, io di solito scrivo in modo molto più snello: Per questo mi è capitato di ricevere piuttosto la critica inversa, ovvero di fare descrizioni troppo scarne e terra-terra. Per questo qui voglio sperimentare un po’ e provare uno stile che non è quello che uso di solito… Anche se capisco che la cosa possa risultare pesante per chi preferisce cose più lineari!

  • Con tutte queste premesse certamente una creatura leggendaria.
    Molto carino, intrigante, accenna e instilla curiosità, antefatti, sviluppi, personaggi, ben scritto, mi permetto solo di farti notare l’uso eccessivo dei pronomi: lei, lui, le. Amo molto le ripetizioni ma hai davvero ecceduto, e molti di quei pronomi potevano essere omessi.
    Se no, gran bell’incipit, ci sono tutto gli ingredienti di una bella storia.

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